mercoledì 24 settembre 2025

La vita non è importante per loro, si sono dimenticati che la vita è un Dono di Dio.

 


MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO
A LUZ DE MARIA

22 SETTEMBRE 2025


IO VENGO A VOI PER ORDINE TRINITARIO.


CONTINUATE A NON COMPRENDERE IL LAVORO DEL MALE SUL POPOLO FEDELE ALLA TRINITÀ SACROSANTA E ALLA NOSTRA REGINA E MADRE.


State venendo trattati come dei lattanti, al fine di indebolirvi, da coloro che vogliono portarvi a dividervi, come figli della Trinità Sacrosanta e figli della Nostra Regina e Madre.

 

Popolo di Dio, andate avanti senza dare retta alle banalità, né a coloro che vogliono farvi del male.

 

Il demonio desidera dividere i figli di Dio per cercare di vincere, voi andate avanti senza paura, procedete perché IO, SAN MICHELE, CON LE MIE LEGIONI CELESTI HO RICEVUTO L’ORDINE DIVINO DI PROTEGGERVI, DI PROVVEDERE A VOI E DI MANTENERVI UN CUORE DI CARNE E PIÙ FEDELI A DIO E ALLA NOSTRA REGINA E MADRE.

 

Continuate il vostro cammino senza fermarvi, siate fedeli a Dio e la Fede non verrà mai meno.
In questo momento sono tante le persone che stanno vivendo in modo abitudinario, perché si sono lasciate possedere da satana e dagli spiriti maligni che li hanno ridotti così, perché continuano a rimanere lontani dalla Trinità Sacrosanta e dalla nostra Regina e Madre.

 

La mancanza di voglia di vivere, non proviene da Dio
Il desiderio di vivere nei conflitti, non proviene da Dio
Continuare ad essere contro i fratelli, non proviene da Dio
La critica costante, non proviene da Dio
L’incapacità di chiedere perdono, non proviene da Dio
Martirizzare i fratelli, non proviene da Dio
L’ira non proviene da Dio
Il desiderio di mortificare i fratelli, non proviene da Dio
Il sentirsi superiori, non proviene da Dio
Il linguaggio inappropriato, non proviene da Dio
Le dipendenze, non provengono da Dio
Non riconoscere i propri errori, non proviene da Dio
Negarsi la conversione, non proviene da Dio
Le calunnie e le diffamazioni, non provengono da Dio
L’essere possessivi, non proviene da Dio.

 

Figli del Nostro Re e Signore Gesù Cristo, state attenti perché sono arrivate le malattie create in laboratorio, che vengono diffuse nell’aria, quindi prestate attenzione ai primi segni di alterazione del vostro organismo.

 

L’umanità sta vivendo la guerra, non solo la guerra delle armi, ma anche quella batteriologica, quella dei virus e delle emanazioni nucleari.
A questo sono giunti coloro che operano sia su un fronte che sull’altro, la vita non è importante per loro, si sono dimenticati che la vita è un Dono di Dio.

 

Amato Popolo di Dio, io vi allerto per Volontà Trinitaria, voi dovete mantenervi uniti alla Nostra Regina e Madre e a noi, che siamo i Messaggeri di Dio, perché il tempo ha accelerato e pochi se ne sono accorti.

 

Continua l’attività del sole che sta inviando grandi eruzioni solari in direzione della terra, che causeranno gravi conseguenze alla tecnologia mondiale.

 

Amati di Dio questo è il momento della purificazione e la risposta dei figli di Dio è la Fede, la preparazione spirituale e materiale.

 

Amati di Dio, resterete sbalorditi di fronte a quello che avete ignorato, sarete invasi dal terrore quando vedrete nell’alto qualcosa di sconosciuto, ma che vi era stato annunciato in anticipo.

 

PREGATE FIGLI DI DIO, RITORNATE SULLA VIA SICURA, COSICCHÈ NON VI DISPERIATE.
AMATI, TORNATE A DIO, NON VIVETE LONTANI DA DIO, TORNATE A DIO. LA NOSTRA REGINA E MADRE VI STA ASPETTANDO PER MANTENERVI SOTTO LA SUA PROTEZIONE E PER TENERVI PER MANO CON LA SUA MANO BENEDETTA.


AMATI, MANTENETE ALTE LE DIFESE DEL VOSTRO CORPO, PER UN VOSTRO MAGGIORE BENESSERE.


CONTINUATE A PREGARE PER I VOSTRI FRATELLI CHE NON SI SONO CONVERTITI, MANTENENDO ALTA LA FEDE.


Noi vi proteggeremo.

 

San Michele Arcangelo e le mie Legioni Celesti



AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA


Fratelli,

 

L’umanità deve saper sopravvivere spiritualmente, per poter sopravvivere anche materialmente e fisicamente. Il modo migliore di farlo è quello di rimanere sulla via che porta alla Trinità Sacrosanta e alla Nostra Regina e Madre. È così che si troverà l’antidoto a quello che ci succederà nella vita e questo antidoto è l’amore, non l’amore umano che potrebbe essere un’illusione, ma l’amore che proviene da Dio.

 

Ci stiamo rendendo conto di trovarci in una realtà catastrofica e in grande fermento.
L’immane tragedia dell’uomo è quella di ribellarsi contro Dio e contro i Suoi Comandamenti.

 

In questo momento le malattie sono più che una minaccia, perché possono presentarsi tramite diverse fonti di contaminazione.

 

Ho chiesto al nostro amato San Michele Arcangelo cosa potevamo utilizzare per aumentare le nostre difese immunitarie e mi ha parlato della Guajava, quale grande risorsa per il sistema immunitario, costa poco e si trova in molti Paesi.
Ho cercato il nome scientifico e si tratta della Psidium Guajava*,
che ha un grande valore nutrizionale e medicinale, se ne possono utilizzare anche le sue foglie, i gambi e le radici.
Vi forniremo in seguito le informazioni necessarie sulla Guajava, della quale è meglio non consumare i semi perché sono di difficile digestione.

 

Fratelli, ritorniamo sulla via che ci porta a Dio, non continuiamo a fare quello che più ci piace, ma incamminiamoci sulla via che Dio stesso ci ha indicato nella Sacra Scrittura.

 

Amen.

 

*Psidium guajava (L., 1753), comunemente noto ome guaiavaguava o guayaba, è un piccolo albero appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originario delle Americhe e diffusamente coltivato nelle zone tropicali per il valore commerciale dei suoi frutti.


In Italia viene coltivato in Sicilia.

Le ultime sette parole.



La Settima Parola 


Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito 

Quando Adamo fu cacciato dal paradiso terrestre, dopo essergli stato imposto il castigo del lavoro, vagava in cerca del cibo che doveva guadagnarsi con il sudore della fronte. Durante la sua ricerca, inciampò sul corpo senza vita di suo figlio Abele. Allora lo sollevò, se lo mise sulle spalle e lo depose sulle ginocchia di Eva. Per quanto Adamo ed Eva parlassero al figlio Abele, questi non rispondeva. Non era mai stato così silenzioso in tutta la sua vita. Alzarono allora la sua mano, ma questa ricadde inerte sul grembo della madre. Non aveva mai fatto così il ragazzo. Lo guardarono negli occhi: erano freddi, vitrei, misteriosamente elusivi. I genitori non lo avevano mai visto così passivamente insensibile. Allora si chiesero cosa fosse successo, ma non sapevano darsi alcuna risposta. Ricordarono poi le parole: «Dall’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti» (Gn 2,17). Quella di Abele fu la prima morte nel mondo. 

I secoli trascorsero nell’irrefrenabile ruota del tempo e il nuovo Abele, Cristo, viene ora condannato a morte dai suoi fratelli della razza di Caino, accecati dalla gelosia. La vita emersa dalle profondità infinite ora si prepara a ritornare a casa. La sua sesta parola era stata retrospettiva: «Tutto è stato compiuto. Ho finito l’opera che il Padre mi aveva dato». In cambio, la sua settima e ultima parola è rivolta verso il futuro: «Nelle tue mani consegno il mio spirito». La sesta parola era per il mondo, la settima era invece per il Padre. La sesta parola era un addio al mondo, la settima segna il suo ingresso nel paradiso. Come quei grandi pianeti che giungono al termine della loro orbita dopo molto tempo e, iniziando nuovamente il loro percorso, sembrano voler salutare colui che ha loro tracciato il cammino, così Gesù, che era venuto dal cielo, ha ora terminato il suo lavoro, ha cioè completato il suo percorso, e ritornando al Padre, che aveva tracciato il cammino della grande opera redentrice, lo saluta dicendo: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». 

Il figliol prodigo ritorna alla casa del Padre. Non è infatti Gesù come il figliol prodigo? Trentatré anni prima aveva lasciato la casa del Padre suo celeste per andare in un lontano paese, che è il nostro mondo. Allora iniziò a spendere le sue risorse spirituali e lasciare che altri ne usufruissero, disperdendo con infinita prodigalità le ricchezze divine della sua potenza e sapienza, distribuendo con liberalità divina il dono del perdono e della misericordia. In questa sua ultima ora, tutte le sue sostanze vengono dissipate tra i peccatori, donando per la redenzione del mondo fino all’ultima goccia del suo sangue. Non c’è nulla di cui egli possa nutrirsi ora, ad eccezione del guscio della derisione e dell’aceto dell’aspra ingratitudine umana. Ora, però, si prepara a ritornare alla casa del Padre e quando è ancora a una certa distanza, può già vedere il suo volto. Allora prorompe con la sua ultima e perfetta preghiera dal pulpito della croce: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». 

Intanto Maria è lì, ai piedi della croce. Fra poco il nuovo Abele, ucciso dai suoi fratelli, sarà calato giù dal patibolo della salvezza e adagiato sulle ginocchia della nuova Eva. Sarà la morte della Morte! Quando il tragico momento arriverà, a Maria, che ora piange, sembrerà di essere ritornata a Betlemme. Il capo incoronato di spine che non sapeva dove coricarsi ad eccezione del cuscino della croce, sembrerà, nella visione offuscata di Maria, quella testolina che una volta accostava al suo seno, quando stavano a Betlemme. Quegli occhi, al cui affievolirsi addirittura il sole e la luna si erano oscurati, saranno per lei quegli occhietti che la guardavano tra la paglia di una mangiatoia. I piedi inerti, forati dai chiodi, saranno per lei ancora una volta quelli del bambino ai quali furono deposti oro, incenso e mirra. Le labbra, ora riarse e arrossate dal sangue, torneranno a essere per lei quelle labbrucce rubiconde che, tempo addietro, in quella lontana Betlemme, si erano nutrite dell’eucaristia del suo corpo. Le mani, che ora non potevano più portare nulla, ad eccezione di una piaga, le sembreranno di nuovo le piccole mani del fanciullo che a Betlemme non arrivavano a toccare il muso delle vacche. 

L’abbraccio ai piedi della croce sembra l’abbraccio al lato della mangiatoia . In quella triste ora della morte, che spesso ci fa pensare alla nascita, sembrerà a Maria di ritornare di nuovo a Betlemme. 

Preghiera 

No, Maria, Betlemme non è tornata! Questa non è la mangiatoia, ma la croce; qui non vi è una nascita, ma una morte; questo non è un giorno in cui si gioisce allegramente insieme a pastori e re, ma è l’ora di una morte in compagnia di ladri. No, non è Betlemme: è il Calvario. 

Betlemme è Gesù come tu, madre sua senza peccato, hai saputo darlo al mondo; il Calvario è Gesù come il mondo peccatore ha saputo ridartelo indietro. Qualcosa è intervenuto tra il tuo darlo, presso ima mangiatoia, e il tuo riaverlo, presso una croce: questo qualcosa sono i miei peccati. Maria, questa non è la tua ora, ma la mia; la mia ora di malvagità e di peccato. Se io non avessi peccato, la morte non aleggerebbe ora con le sue oscure ali sopra il suo corpo insanguinato; se non fossi stato pieno di orgoglio, la corona di spine non sarebbe stata mai intrecciata perché lui espiasse al mio posto; se fossi stato meno ribelle nel percorrere la larga via che porta alla distruzione, i suoi piedi non sarebbero mai stati trafitti con i chiodi; se fossi stato più docile alla sua voce di Pastore che mi chiamava per non farmi cadere tra le spine e i cardi, le sue labbra non sarebbero state così riarse; se fossi stato più fedele, le sue guance non sarebbero state infamate dal bacio di Giuda. 

Maria, io mi trovo tra la sua nascita e la sua morte redentrice. Ti avverto, Maria: non pensare che, quando le tue braccia lo abbracceranno, egli sarà bianco come quando venne dal Padre; sarà rosso, poiché viene da me. Fra pochi secondi tuo Figlio avrà consegnato la sua anima al Padre e il suo corpo nelle tue mani. Le ultime poche gocce di sangue stanno cadendo dal grande calice della Redenzione, macchiando il legno della croce e arrossando le pietre, che si spaccheranno inorridite; eppure una sola goccia di questo sangue sarebbe sufficiente per redimere diecimila mondi. Maria, madre mia, intercedi presso il tuo Figlio divino per il perdono dei peccati che hanno cambiato la tua Betlemme in un Calvario. Chiedigli, Maria, in questi ultimi attimi rimasti, di concederci la grazia di non crocifiggerlo più e di non trafiggere più il tuo cuore con sette spade. 

Maria, implora tuo Figlio morente che finché io viva... Maria! Gesù è morto... Maria! 

Mons. Fulton John Seen 

martedì 23 settembre 2025

(Vengo per l'ultima volta, per trasformare la Mia Chiesa)

 



Messaggio ricevuto da Maria de Jesus


8 settembre 2025

Mia cara figlia, scrivi: Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Sono venuto per darti tutto affinché tu sappia tutto ciò che darò dal Mio Sacro Cuore al tuo. Voglio che la Verità che sono sempre venuto qui a dare sia conosciuta attraverso di te, perché sei stata scelta da Me. Non c'è nulla che si possa fare, perché l'ho scelto io [l'amico di Maria in Turchia], è stato un dono da parte mia, da parte del tuo Padre che ti ama moltissimo, come il Padre che sono. Posso scegliere chi voglio, e non voglio che si creino ostacoli a nulla di ciò che sono venuto a dare qui attraverso di te, figlia mia, perché la scelta è stata mia, dell'Io Sono, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Non lasciarti ingannare da nulla di ciò che dico qui a questa figlia, perché tutto ciò che do viene dal Mio Sacro Cuore. Tutti sono chiamati, ma pochi sono scelti. Pertanto, eccomi qui con questa promessa, che ho fatto a Me stesso quando ho conosciuto [per la prima volta] questa figlia, l'ho creata come un Angelo. Pertanto, [lei è] la Mia schiava per questi Tempi Finali, perché uno schiavo dà se stesso completamente, ecco perché la chiamo così, ma non una schiava che causa problemi come fanno alcuni, bensì una schiava che fa ciò che Io voglio per il bene della Mia Chiesa. Li ho scelti per fare tutto ciò che è stato comandato dal Mio Pietro [Apostolo], ed egli farà come Io gli comanderò ora, perché il mondo in cui vivono non può più farlo.

Perciò, voglio dare qui l'ultima Tavola della Legge per la Mia Chiesa Ricordante, perché i Miei figli sono sulla via del dare, dove non c'è altro da fare, perché vogliono solo dare ordini, non sanno che Io ho dato loro una Legge, per essere come Io l'ho data loro alla Mia Santa Cena. Così sarà, figli miei, ascoltate bene, sono venuto qui per dare, e si compirà, sto dando come prima, così sarà! Non ho un'altra morte o un'altra Cena, ma [solo] ciò che vi sto dando qui affinché sappiate che non c'è nulla di simile, perché sto venendo per l'ultima volta, per trasformare la Mia Chiesa in ciò che era. Io sono il Buon Pastore, faccio tutto con il Mio Amore per tutti voi.

Io sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.


Le ultime sette parole.



La Sesta Parola 


Tutto è compiuto 

Da tutta l’eternità Dio volle fare l’uomo a immagine e somiglianza del suo Figlio diletto. Dopo aver dipinto i cieli di azzurro e la terra di verde, Dio creò un giardino stupendo, come solo lui poteva fare. Lì vi pose l’uomo, fatto a immagine di suo Figlio. Però, in un modo strano e misterioso, la ribellione di Lucifero riecheggiò sulla terra e l’immagine di Dio nell’uomo si sbiadì e si rovinò. 

Il Padre celeste, nella sua infinita misericordia, volle ripristinare nell’uomo la sua antica gloria. Per far sì che il ritratto potesse nuovamente essere fedele all’originale, Dio volle mandare sulla terra suo Figlio, secondo la cui immagine egli aveva fatto l’uomo: in questo modo la terra avrebbe potuto vedere di nuovo come Dio aveva voluto che l’uomo fosse. Nella realizzazione di quest’opera, l’Onnipotenza divina poté far uso, come solo Dio poteva fare, di quegli elementi che erano serviti nella sconfitta, trasformandoli in strumenti di salvezza. Nell’economia divina della Redenzione, gli stessi tre strumenti che avevano cooperato alla nostra caduta furono usati per la nostra redenzione. Al posto dell’uomo disobbediente, Adamo, egli pose l’uomo obbediente, Gesù; al posto della donna orgogliosa, Eva, egli pose un’umile vergine, Maria; al posto dell’albero nel mezzo del giardino, egli pose l’albero della croce. La Redenzione era ora completa. Il lavoro che il Padre gli aveva dato era stato compiuto. Così siamo stati comprati e pagati a caro prezzo. Siamo stati riscattati grazie a una battaglia in cui non furono usate le cinque pietre che servirono a David per uccidere Golia, ma le cinque piaghe, le orribili ferite inflitte sulle mani, sui piedi e nel costato di Gesù; una battaglia in cui non fu usata un’armatura luccicante sotto i raggi del sole di mezzogiorno, ma la carne appesa come uno stendardo rosseggiante sotto un cielo tenebroso; una battaglia il cui grido non era: «Schiaccia e uccidi», ma: «Padre, perdonali»; una battaglia in cui non furono usate delle punte d’acciaio, ma gocce di sangue; una battaglia in cui il perdente fu colui che uccise il nemico. Ora questa battaglia era terminata. Durante le ultime tre ore, Gesù si era occupato delle cose del Padre. L’artista aveva dato l’ultimo tocco al suo capolavoro e, con la gioia dei forti, gridò il canto del suo trionfo: «Tutto è compiuto». 

Il suo lavoro era giunto a compimento, ma il nostro? Solo Dio può permettersi di usare quella parola, noi no. Il lavoro di acquisire la vita divina per l’umanità è terminato, ma la distribuzione dei suoi meriti continua. Egli ha compiuto l’opera di riempire i serbatoi della vita sacramentale con le fonti del Calvario, ma l’opera di lasciare che essa inondi le nostre anime non è ancora terminata. Egli ha costruito le fondamenta, noi dobbiamo edificarci sopra. Egli ha terminato l’arca, ha aperto il suo lato con la lancia, si è vestito con il manto del suo preziosissimo sangue, ma ora noi dobbiamo entrare.  

Il Signore è alla porta e bussa, ma la maniglia è solo dal nostro lato e solo noi possiamo aprirla. Gesù ha operato la consacrazione, ma spetta a noi fare la comunione. Solo da noi dipende il compimento dell’opera che ci è stata affidata, dalla nostra capacità di adeguarci alla sua vita, diventando altri “Cristi”. Infatti, il suo venerdì santo e la sua passione non potranno giovarci se non prendiamo la sua croce e lo seguiamo. 

Il peccato è l’impedimento più grande al compimento di quest’opera, e finché regnerà il peccato nel mondo Cristo continuerà a essere crocifisso nei nostri cuori.  

“Vidi il Figlio di Dio passare incoronato di una corona di spine. / «Ma non è già stato tutto compiuto, Signore?», gli chiesi, / «...e tutta l’angoscia che hai già sopportato?». / Egli si volse a me con sguardo solenne e disse: «Non hai ancora capito? Guarda, ogni anima è un Calvario e ogni peccato una croce»” (R. A. Taylor). 

Preghiera 

O Gesù! La Redenzione è opera tua, la riparazione è opera mia, poiché riparare significa diventare una cosa sola con te, con la tua vita, la tua verità e il tuo amore. La tua opera sulla croce è terminata, ma il mio lavoro è quello di farti scendere dalla croce, poiché “Ovunque ci sia silenzio attorno a me, di giorno o di notte, un pianto mi fa trasalire. / Esso viene dalla croce... / La prima volta che lo udii corsi fuori a cercare. / Allora trovai un uomo crocifisso su di un trono / che era una croce. / Gli dissi: «Ti farò scendere di lì». / Provai a togliere i chiodi dai suoi piedi ma l’uomo mi disse: / «Lasciali, non posso scendere di qui finché ogni uomo, ogni donna e ogni bambino / verranno insieme e mi faranno scendere». Ma io risposi: / «Non posso sopportare il tuo pianto. / Cosa posso fare per te?». / «Va’ per il mondo», disse lui, / «di’ a tutti quelli che incontrerai che c’è un uomo appeso a una croce»” (E. Cheney). 

Tu sei sulla croce, ma noi dobbiamo farti scendere. Sei rimasto appeso lì per troppo tempo ormai! Attraverso il tuo apostolo Paolo ci hai detto che coloro che ti appartengono crocifiggono la loro carne e la loro concupiscenza. La mia opera allora non sarà compiuta, fino a quando non prenderò il tuo posto sulla croce. Finché non ci sarà un venerdì santo nella mia vita, non potrà esserci il mattino di Pasqua; finché non indosserò il manto del folle, non potrò indossare la bianca tunica della saggezza; finché non ci sarà la corona di spine, non potrà esserci la glorificazione del corpo; finché non ci sarà la battaglia, non potrà esserci la vittoria; finché non ci sarà la sete, non potrò essere accolto al banchetto celeste; finché non ci sarà la croce, non potrà mai esserci una tomba vuota. 

Insegnami, o Gesù, a terminare quest’opera, poiché i figli dell’uomo non possono entrare nella gloria eterna se non attraverso la sofferenza. 

Mons. Fulton John Seen

lunedì 22 settembre 2025

La vera Patria

 


Il Regno spirituale è ben tutt’un'altra regione che il regno terreno e ci vuole una forte volontà per tendere verso quel Regno, quando l’uomo si trova ancora in mezzo al mondo. Sono due regni del tutto diversi e un regno sembra escludere completamente l’altro. Ma più la volontà è seria di entrare nel Regno spirituale e di rimanervi, più questo Regno acquisterà realtà e la percezione può rafforzarsi sempre di più che il Regno spirituale è la vera Patria, che la terra è soltanto qualcosa di passeggero di breve durata, che l’uomo attraversa solamente per giungere nella sua vera Patria. Sul momento all’uomo apparirà irreale la regione spirituale, e dovrà ripetutamente lottare, dovrà usare violenza, per sfuggire per breve tempo ai pensieri del mondo e di volare nel mondo spirituale. Ma gli riuscirà, se questa è la sua seria volontà, però una cosa deve esistere in lui: La tendenza per Dio e da ciò deve scaturire una Vita d’Amore Allora l’anima dell’uomo è già radicata nel Regno spirituale, perché il vero Amore proviene da Dio e riconduce a Dio, il Cui Regno non è di questo mondo. Ma ci deve essere il giusto Amore nell’uomo, l’Amore per Dio e per il prossimo. Perché finché l’uomo vive ancora nell’amore dell’io, sarà anche più legato con il regno terreno ed allora un mondo “spirituale” gli pare incredibile, questo mondo spirituale gli è così lontano che e non riesce a stimolarlo ed a cercarne un collegamento. Il Regno spirituale appare reale all’uomo fin dove Lo domina e per quanta forza con la quale influenza i suoi pensieri quindi, per tutto ciò il grado d’amore è determinante. Ma ne potrà essere convinto, egli può muoversi di più nel Regno spirituale che in questo mondo, quando in lui si è infiammato l’amore, che è dedicato a Dio ed al prossimo. Ed allora l’uomo è anche in grado di affermare con convinzione questo Regno spirituale nei confronti del prossimo, perché egli stesso ne è del tutto convinto, e manifesterà anche ripetutamente ciò che muove il suo interiore. Lui rappresenterà il Regno spirituale come unico degno a cui tendere e cercherà di stimolare il prossimo, di tendere anche lui a questo Regno, di mettere all’ultimo posto il mondo terreno senza valore, di considerare questo mondo sempre come temporaneo e di badare di più a ciò che non passa mai. E l’uomo troverà molto più facilmente la pace interiore quando rimane legato con il Regno spirituale e tende già sulla terra a questa meta. L’uomo non troverà mai la piena felicità tramite il mondo terreno, perché anche lui impara a conoscere la transitorietà di questo mondo e la sua vita rimarrà insoddisfatta, quando chiede sempre soltanto di beni terreni e si accontenta dell’adempimento di desideri terreni, perché la sua anima sente che cerca altro per essere felice. La sua anima non si accontenterà con ciò che le può offrire il mondo, potrà percepire la vera Beatitudine soltanto quando le vengono offerti dei beni dal Regno spirituale. Soltanto allora ha messo il piede sul suolo del Regno spirituale, soltanto allora ha trovato la vera Patria, soltanto allora riconosce il Regno spirituale come la sua Patria e soltanto allora sa, che questo Regno è reale, e che non le può più essere tolto, una volta arrivata nella Patria, quando è ritornata nella Casa del Padre, da cui una volta è uscita. 

Amen

27. giugno 1960

E a noi, chi ci innalzerà da terra? I dittatori crocifissori? Può darsi!

 


A tal punto la politica si è impossessata della vita da credere, impertinentemente, che la destra e la sinistra dipendono solo dal concetto filosofico condiviso da questo o quell'uomo. Questo assunto estingue tutte le luci della religione. Esso implica l'idea che l'uomo vive soltanto su un piano orizzontale e può muoversi solamente verso destra o sinistra. 

Avessimo occhi meno "materiali", vedremmo che ci sono altre due direzioni cui può rivolgersi un uomo che abbia un'anima: le direzioni verticali di "sopra" o di "sotto", in "su" e in "giù", in "alto" e in "basso".  

Entrambe sono configurate nella Crocifissione di Nostro Signore. Perfino i crudeli che Lo crocifissero sapevano che erano queste le direzioni che contavano. Sicché Gli gridarono: "Scendi giù, e noi crederemo!".  

In un modo o in un altro, quel grido è stato raccolto, e va diffondendosi nel mondo d'oggi: 

"Abbasso la religione!" "Abbasso il capitale!" "Abbasso i sindacati!" "Abbasso i reazionari!" "Abbasso i progressisti!".  

Non ci siamo forse dilaniati abbastanza? Possiamo costruire un mondo intero, con la parola "abbasso"? O che forse non c'è altro grido nel nostro vocabolario?  

Forse che Cristo, il Nostro Condottiero, non ce ne ha dato un altro: "Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a Me"?  

"Innalzato da terra!" 

E a noi, chi ci innalzerà da terra? I dittatori crocifissori? Può darsi!  

Ma dove saremo innalzati? Sulla Croce, che prelude al sepolcro vuoto della Resurrezione: sulla Croce di Cristo Redentore!  

Ascoltate questa parola: "innalzato" e spargetela nel mondo!  

Innalzatevi dall'odio di classe; innalzatevi dall'invidia; innalzatevi dall'avarizia; innalzatevi dal margine del mondo; innalzatevi oltre le "inquiete orbite degli astri"; INNALZATEVI - INNALZATEVI - INNALZATEVI A DIO! 

(Fulton J. Sheen, da "Characters of the passion") 


Sono stato mandato dal Padre mio nel mondo per portare la salvezza a tutti voi.

 


«Ti do la mia pace, fratello Melvin, e a tutti i miei fratelli e sorelle che vivono in tutti i paesi del mondo. Sono stato mandato dal Padre mio nel mondo per portare la salvezza a tutti voi. Sapete che il Paradiso era chiuso a tutti voi a causa del peccato di Adamo ed Eva. Solo un Messia, un Salvatore, poteva venire nel mondo e offrire un sacrificio degno con il Suo sangue che potesse togliere i peccati e aprire il Paradiso per voi. Io sono questo Messia, questo Salvatore. Per mostrare agli Apostoli che ero veramente il Figlio di Dio, ho portato tre di loro sulla cima di un'alta montagna e lì mi sono trasfigurato davanti a loro. Mosè, colui che diede i 12 Comandamenti e stipulò l'Antica Alleanza, era con Me insieme a Elia, il grande profeta che profetizzò molto su di Me, parlando persino della Mia morte. Questi grandi uomini dell'Antico Testamento erano ben noti agli ebrei e svolsero un ruolo importante nel preparare la Mia venuta nel mondo.

Anche il mio Padre Celeste parlò di me durante la Trasfigurazione. Riconobbe che ero il suo Figlio prediletto e disse ai tre apostoli di ascoltarmi. Tutto ciò che accadde lì sulla montagna è una lezione per tutti voi. Non dubitate che io sia il vostro Salvatore, venuto per rendervi gli amati del Padre. Io sono il vostro unico Salvatore. Vi amo".

28 Luglio 2011

Padre Melvin

Sta arrivando il tempo del raccolto, allora raccoglierai i frutti che hai seminato.

 


Seguendo la croce 


"Non preoccuparti, Mio servitore, sta arrivando il tempo del raccolto, allora raccoglierai i frutti che hai seminato. Ma voi, figli miei, siate diligenti nella preghiera, vigili su voi stessi, sulle vostre cattive inclinazioni, non scoraggiatevi, andate avanti con coraggio, sostenete i miei servi, camminate mano nella mano con loro“. ”Ma voi, figli miei fedeli, restate uniti, sostenete i sacerdoti con sacrifici, espiazioni e sofferenze". "È per diffondere il Regno di Cristo nel mondo, e ciò che non potete dare in doni, sostituitelo con preghiere ferventi, lacrime di pentimento e sofferenze di espiazione.“ ”Così devono fare i Miei servitori quando i giudizi punitivi si abbattono sul Mio popolo."

«Molti saranno ancora salvati grazie alla preghiera delle anime devote che voglio risvegliare in gran numero.

Lì potranno attingere forza e ristoro e così sostenere il sacerdozio con coraggio e fiducia in Dio». «Ci devono essere uomini che difendono i miei diritti, che si sacrificano per la mia Chiesa». «Dovete essere aiutanti visibili della Chiesa, sostegni visibili della Chiesa».

«Più vi unite strettamente alla Chiesa, più abbondanti saranno le benedizioni. Desidero che i Miei figli seguano la chiamata dei pastori, la voce della Chiesa. Tutto ciò che fa la Santa Chiesa Cattolica, lo fa Dio stesso.“ ”Tutti devono contribuire affinché il Regno di Dio si espanda."

Così parlò il Signore attraverso Barbara Weigand von Schippach, che fu accusata di essersi separata dalla Chiesa cattolica e di aver distrutto la gerarchia cattolica! 


 



Figlioli di Francia, vegliate per non entrare in tentazione nell'ora tenebrosa che si avvicina a voi. Vegliate e pregate.

 


- Figlia, è Maria che ti parla.

- Oh, Madre...

- Sii in pace visto che hai l'Amore di mio Figlio con te. Figlia, il tuo paese oggi mi rifiuta come nessun popolo lo ha fatto nel corso dei secoli, mentre nessun popolo fu più visitato da me, la sua Madre. Figlia, il mio Cuore sanguina oggi.

- Oh Madre, il tuo dolore...

- Figlia, il tuo paese... la Figlia maggiore della Chiesa nata dal Cuore di mio Figlio... la Francia che amo... Ella mi tradisce e il dolore invade il mio Cuore di Madre, poiché io so l'ira divina che si accumula contro di lei, la figlia ora apostata. Sì, oggi nel tuo paese, l'apostasia è consumata. Ma, chi servono, coloro che oggi mormorano il NON SERVIAM di sempre? Oh, la spada dei dolori affonda un po' di più nel mio Cuore di Madre. Le lacrime annebbiano i miei occhi, il dolore mi opprime.

- Madre benedetta, come amarti? Oh il tuo dolore... la tua angoscia di Madre... il tuo Cuore strappato, lacerato dalla lama...

- Il Mio Cuore sanguina. Figlioli di Francia, vegliate per non entrare in tentazione nell'ora tenebrosa che si avvicina a voi. Vegliate e pregate. Fate dovunque notti di adorazione eucaristica in riparazione dei dolori inflitti al mio Cuore materno e al divino Cuore di mio Figlio unito al mio. Che il primo martedì del mese sia prenotato. Incarico ai miei figli sacerdoti di diffondere la mia richiesta ai miei figli. Grazie per rispondere alla mia chiamata per essere forte nei giorni di confusione.

4 maggio 2004

AGNÈS-MARIE

Le ultime sette parole.



La Quinta Parola 


Ho sete 

Fra le cinque parole già meditate, questa è la più breve. A differenza della nostra lingua che riporta due parole, in quella originale è una sola. Nel momento in cui il nostro Salvatore ricapitola il suo sermone, non maledice chi lo sta crocifiggendo, non rimprovera i timidi discepoli ai margini della folla, non disprezza i soldati romani, non incoraggia Maria Maddalena, non pronuncia parole d’amore al suo discepolo amato, né parole d’addio alla sua amatissima Madre. In questo momento non si rivolge nemmeno a Dio! Una sola parola affiora dagli abissi del suo cuore e attraversa le sue labbra riarse: «Ho sete». 

Lui, Dio fatto uomo, che aveva lanciato le stelle nelle orbite dell’universo e le sfere celesti nello spazio, che «appese la terra come un ciondolo al suo polso», dalle cui dita rotolarono i pianeti e i mondi; che disse: «Mio è il mare e i fiumi che scorrono tra le migliaia di valli e le sorgenti che sgorgano tra le innumerevoli colline», proprio Lui ora chiede all’uomo dell’acqua! Ma non chiede acqua terrena, bensì un po’ d’amore. Come se dicesse: «Ho sete... d’amore!». L’ultima parola rivelava la sofferenza dell’uomo senza Dio; questa parola rivela la sofferenza di Dio senza l’uomo. Il Creatore non può vivere senza la creatura, il Pastore senza il gregge, la sete d’amore di Cristo senza l’acqua spirituale dei cristiani. Ma cosa ha fatto Gesù per sentirsi tanto in diritto di chiedere il mio amore? 

Quanto mi ha amato Dio? Se volessi sapere quanto Dio mi abbia amato, allora fate che io lasci risuonare la parola «amore» dalle profondità del suo significato, significato così spesso frainteso. Amore vuole dire prima di tutto dare, e Dio ha dato il suo potere al nulla, la sua luce all’oscurità, il suo ordine al caos: è la Creazione. Amore significa rivelare se stessi a chi si ama, e Dio, attraverso le Scritture, ci ha rivelato la sua natura e le grandi speranze che egli nutre per l’umanità caduta: è la Rivelazione. Amore significa soffrire per chi si ama, per questo si parla di frecce e di dardi d’amore, cioè di qualcosa che ferisce, e ora Dio sta soffrendo per noi sull’albero della croce, poiché «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». Amore significa anche diventare uno con chi si ama, non solo nell’unità della carne, ma soprattutto nell’unità dello spirito, e Dio ci ha amato tanto da istituire l’Eucaristia, affinché noi possiamo rimanere in lui e lui in noi nell’ineffabile unione del Pane di vita. Amore vuole dire desiderare di rimanere eternamente con chi si ama, e Dio ci ha amato tanto da prometterci una dimora con il Padre, dove regnano una pace e una gioia che il mondo non può dare e il tempo non può portare via: è il paradiso. 

Certamente l’amore si è espresso al massimo. Cristo non avrebbe potuto fare di più per la sua vigna di ciò che ha fatto. Avendo versato tutta l’acqua del suo amore eterno nei nostri poveri e aridi cuori, non ci meravigli che ora sia tanto assetato di amore. Se amare significa reciprocità, allora egli ha tutto il diritto al nostro amore! Perché non rispondiamo? Perché lasciamo che il Cuore divino muoia di sete per l’amore umano? Giustamente egli potrebbe lamentarsi dicendo:  

“Ecco, tutte le cose fuggono da te, / poiché sei tu che ti nascondi da me! / Strane, pietose, futili cose... / Perché ogni piccola cosa può allontanare il tuo amore da me? / «Non vedendo nessuno non voglio affaticarmi per nulla», egli disse. / «L’amore ha bisogno di essere meritato». Come l’hai meritato tu, che fra tutti gli uomini, miseri grumi di argilla, / sei il più meschino? / Ahimè, non lo sai! / Quanto sei poco degno di qualunque amore! / Chi troverai da amare, ignobile come sei? Me, soltanto me” (F. Thompson, The Hound of Heaven). 


Preghiera 

O Gesù! Tu mi hai dato tutto, mentre io non ti ho dato nulla in ritorno. Quante volte sei venuto per raccogliere uva nella vigna della mia anima, eppure hai sempre trovato uva selvatica! Quante volte tu hai cercato, ma non hai trovato nulla; hai bussato, ma hai trovato chiusa la porta della mia anima! Quante volte mi hai chiesto da bere, ma io ti ho dato solo aceto e fiele! 

Quante volte, o Gesù, ho temuto di possederti, perché sapevo che avere te significava non avere altra cosa. Io dimentico che, avendo il fuoco, dovrei dimenticare la scintilla; avendo il sole del tuo amore, dovrei dimenticare la candela del cuore umano; avendo la pienezza della tua gioia, dovrei dimenticare la parzialità delle gioie terrene. O Gesù, la mia è la triste storia di non saper ricambiare cuore per cuore, amore per amore. Al di sopra di tutti i doni che può avere l’uomo, dammi il dolce dono di essere compassionevole con te. 

“ Io sono una pietra e non una pecorella, per questo posso stare ai piedi della tua / croce, o Cristo, / e contare, goccia dopo goccia, / il tuo sangue che scende lentamente senza piangere! / Non così ti amarono quelle donne che con grande dolore si abbandonarono al lamento; / non così ti amò Pietro che rinnegandoti versò lacrime amare; non così ti amò il ladrone che pentitosi si sciolse in lacrime di compassione; / non così il sole e la luna che nascosero il loro volto dietro un cielo privo di stelle. / Che orrore di impenetrabile oscurità nel mezzo del giorno! / Solo io non provo nulla. / Ma tu non ci badare / e cerca la tua pecorella, / tu che sei il vero Pastore del gregge. / Tu che sei più grande di Mosè, voltati, guardami, / e ancora una volta colpisci la roccia” (Ch. Rossetti). 

Mons. Fulton John Seen

domenica 21 settembre 2025

Motivazione dell’opera di trasformazione

 



La Trasformazione della Terra


Vi verrà sempre più comprensibile che un potente cambiamento deve arrivare, il quale guarda sia la vita spirituale che anche materiale degli uomini. Perché questi sono giunti ad una condizione dove soltanto un portentoso intervento può causare dei successi – e questo portentoso intervento di Dio verrà e porterà anche con sé un cambiamento spirituale. Perché tutto è uscito dall’Ordine, lo sviluppo spirituale degli uomini è giunto ad un punto fermo e si constata in molti casi anche una retrocessione, e con ciò la terra non adempie più il suo scopo e perciò deve avere una trasformazione. L’Ordine stabilito da Dio deve essere di nuovo ristabilito; ad ogni cosa spirituale viene di nuovo assegnato il suo luogo di soggiorno, che corrisponde al suo grado di maturazione e sviluppo. E particolarmente gli uomini devono di nuovo adeguarsi al giusto Ordine, se devono una volta raggiungere il loro scopo, diventare perfetti, come è la loro destinazione. Se voi uomini poteste prendere una visione del caos che attualmente regna sulla terra sia spiritualmente che anche terreno, voi stessi potreste intravedere una via d’uscita soltanto in un potente cambiamento – ma voi siete soprattutto di spirito ottenebrato e non conoscete assolutamente nulla sul vostro vero scopo d’esistenza. E questo fa già parte della bassa condizione spirituale, perché non fate nulla per procurarvi una piccola luce del perché voi camminate sulla terra. Voi rifiutate persino i vostri prossimi, che vogliono accendervi su questo una luce. Tutto è uscito dall’Ordine, perché la libera volontà dell’uomo rovescia ogni Ordine divino e questo ha per conseguenza che tutto lo spirituale che si trova ancora nello sviluppo non procede, perché viene impedito dagli uomini nel servizio – ma si sviluppa verso l’alto soltanto attraverso il servizio. E per questo l’Ordine divino deve di nuovo venire ristabilito, tutto deve di nuovo inserirsi in queste leggi. Gli uomini devono di nuovo vivere liberamente nell’Ordine divino, e loro aiuteranno poi anche di nuovo lo spirituale che è legato nelle opere della Creazione ad adempiere il suo compito di servizio, l’impiegheranno in modo determinante, affinché lo spirituale giunga lentamente in alto. Chi è di spirito luminoso – chi ha risvegliato, tramite una vita d’amore, lo spirito in sé alla vita, costui riconosce lo stato di bisogno ed ha anche piena comprensione per la futura opera di trasformazione, che fra breve si consumerà sulla terra, perché egli sa che tutto lo spirituale si trova in mezzo al processo di rimpatrio e che questo ora è stato bloccato e quindi ci vuole urgentemente un avvenimento, affinché questo processo possa essere continuato e promettere di nuovo successo. Ora il tempo, che allo spirituale era stato concesso per il suo sviluppo è trascorso, e perciò tutto ciò che è naufragato nello stato della libera volontà, deve riprendere il percorso di sviluppo dall’inizio corrispondente al suo grado di maturazione. E tutto lo spirituale, che si trova ancora nello stato del dovere, intraprenderà nuove formazioni, sempre secondo il suo grado di maturazione. Questo determina una totale trasformazione della terra, una fine di ogni vita su di lei, un dissolvimento di ogni forma materiale esteriore, che teneva ancora legato lo spirituale ed una totale nuova formazione – una creazione di nuove Creazioni su una nuova terra. E questa nuova terra sarà di nuovo anche abitata da uomini e cioè da coloro che sono venuti sulla vecchia terra per la maturazione, che rimasero fedeli al loro Dio e Creatore, persino nei più forti confronti tramite l’avversario di Dio, che nella fede per Lui hanno perseverato fino alla fine, . finché son stati prelevati, per essere condotti come stirpe della nuova razza umana della nuova terra. Davanti a questa portentosa trasformazione vi trovate voi uomini ora, e vi viene ripetutamente detto che vi dovete preparare a questo, affinché non apparteniate a coloro che devono fare l’esperienza del destino del nuovo bando nelle creazioni della nuova terra. E se si trova in voi soltanto ancora una scintilla di fede in un Dio e Creatore, allora pregate Lui, affinché Egli voglia risparmiarvi da questo destino, ed Egli ascolterà certamente la vostra preghiera e l’adempirà. Ma se voi non volete credere questo, cioè, se non siete convinti della fine che sta arrivando, allora fate i conti con questa possibilità e conducete poi il vostro modo di vivere corrispondente ai comandamenti divini ed in verità, voi non ve ne pentirete. Perché molto velocemente passa il tempo, che vi rimane fino alla fine – e voi potete e dovete sfruttare ancora bene questo tempo, se soltanto non respingete in voi il pensiero che vuole ricordarvi ripetutamente a ciò che vi viene comunicato tramite i prossimi. Vivete dunque così come se fosse l’ultimo giorno ed in verità, non sarete perduti. Badate a tutto ciò che passa nel mondo ed intorno a voi ed a riconoscere persino soltanto la soluzione, che porta a tutto un rinnovamento come indovinata, che deve essere creata una nuova terra sulla quale lo sviluppo spirituale possa di nuovo continuare con giusto successo. 

Amen

7. settembre 1963

Le lacrime di Nostra Signora



LA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA, SICILIA  

1953  


L'immagine che vedete sopra è una stampa di una scultura o targa in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria; la targa è stata prodotta in serie in Toscana, Italia, e spedita a Siracusa per la vendita al dettaglio. Una delle targhe è stata acquistata come regalo di nozze. Dopo essere stata appesa nella modesta casa dei coniugi Iannuso, l'immagine ha inaspettatamente e prodigiosamente versato lacrime per quattro giorni.

La venerazione tributata a questa immagine in una chiesa costruita appositamente è stata approvata da tre papi, ma solo dopo che un tribunale ecclesiastico ha studiato scrupolosamente il miracolo e ha fatto esaminare scientificamente le lacrime. Si dice che mai un miracolo sia stato indagato così a fondo, né approvato così rapidamente.

La storia dell'immagine inizia con lo scultore Amilcare Santini, che la modellò in tre giorni “sotto ispirazione artistica”. Fu realizzata con gesso sciolto in acqua e versato in uno stampo, poi lasciata asciugare al sole. Successivamente fu spruzzata con una vernice per renderla adatta alla pittura.


IL FENOMENO DELLE LACRIME  

Una delle targhe è stata data come regalo di nozze, come dicevamo, ad Antonina e Angelo Iannuso che si erano sposati il 21 marzo 1953. All'epoca erano cristiani tiepidi e negligenti, dissero, ma appesero l'immagine con una certa devozione al muro dietro il loro letto.  

Angelo era un bracciante che aveva portato la sua sposa a vivere nella casa di suo fratello in Via Degli Orti 11, Siracusa, Sicilia. Quando Antonina scoprì di essere incinta, purtroppo fu afflitta da tossiemia che le causò convulsioni a volte e sperimentò anche momenti di cecità. Alle tre del mattino di sabato 29 agosto 1953, Antonina soffrì un attacco che la lasciò cieca. Alle 8:30 di quella mattina la sua vista fu restaurata; quando fu in grado di vedere, i suoi occhi erano sulla Madonna, che, per lo stupore di Antonina, piangeva lacrime copiose. All'inizio gli altri pensavano che lei fosse allucinante a causa della sua malattia, ma Antonina insisteva che non lo fosse. La sua famiglia guardò di nuovo e poté vedere le lacrime scorrere lungo le guance della Madonna e sul letto. Furono chiamati i vicini e loro confermarono le lacrime.


L'ESAME

Uno dei tanti visitatori che esaminarono da vicino la targa era Mario Messina, molto stimato nel quartiere. Dopo aver osservato la lenta formazione delle lacrime, rimosse l'immagine dal muro, la esaminò attentamente e si convinse che le lacrime non erano il risultato di un serbatoio interno. Dopo che la targa si fu asciugata, due lacrime riapparvero immediatamente. La notizia del fenomeno si diffuse rapidamente in tutta la città, attirando folle che si fecero strada all'interno della casa e si radunarono nelle strade circostanti. L'ispettore di sicurezza, con il permesso della coppia, appese la targa all'esterno della casa per soddisfare la curiosità della gente, ma in seguito, vedendo che la folla non accennava a diminuire, l'immagine fu portata alla polizia nel tentativo di ridurre la confusione.

L'immagine pianse mentre era all'esterno dell'edificio e durante il trasporto, ma dopo 40 minuti alla stazione di polizia, quando smise di piangere, fu restituita alla casa dei Iannuso.

Domenica 30 agosto alle 2:00 del mattino, l'immagine piangente fu posta su un cuscino ed esposta ai curiosi che erano rimasti in strada per tutta la notte. La targa fu inchiodata lunedì sopra la porta principale e le sue lacrime furono raccolte dalla gente in pezzi di stoffa e borse di cotone. Durante questo periodo, gli scettici divennero convinti, e molti dei malati furono guariti. Quello stesso lunedì, per proteggere la placca dalla caduta, fu portata su un altare improvvisato fuori dalla casa della famiglia Lucca, che abitava dall'altra parte della strada; dopo la recita del Rosario, fu restituita.

Tre sacerdoti visitarono la casa durante questo periodo, uno dei quali informò la cancelleria, che riunì un gruppo di ecclesiastici, quattro con background scientifico e tre testimoni autorevoli, per costituire una commissione d'inchiesta. Su specifiche istruzioni del cancelliere, il gruppo si riunì a casa Iannuso martedì 1 settembre per studiare il fenomeno, raccogliendo un campione di lacrime da analizzare. La targa fu esaminata mentre piangeva e mentre il liquido si raccoglieva nella cavità formata dalla mano sul cuore. La commissione esaminò la finitura liscia e non trovò pori o irregolarità sulla superficie. Il supporto fu rimosso e il gesso non rifinito fu esaminato attentamente e trovato asciutto, anche se sul retro si erano raccolte delle lacrime. Sull'immagine sono stati contati sei strati di colori alla nitrocellulosa, ricoperti di vernice. Utilizzando una pipetta sterilizzata, è stato prelevato un campione di lacrime, posto in una fiala sterile e portato al laboratorio provinciale per essere esaminato da medici e chimici.

Seguendo questa indagine, l'immagine continuò a piangere per altri 51 minuti, ma alle 11:40 del mattino le lacrime si fermarono, per non ripetersi mai più. Il campione di lacrime fu scientificamente confrontato con le lacrime di un adulto e di un bambino. Dopo un'analisi dettagliata, i medici giunsero a questa conclusione:

. . . . . . IL liquido esaminato risultò costituire una soluzione acquosa di cloruro di sodio in cui erano presenti tracce di proteine e nuclei di una composizione d'argento di sostanze escretrici di tipo quaternario, lo stesso che si trova nelle secrezioni umane utilizzate come confronto durante l'analisi.

L'aspetto, l'alcalinità e la composizione inducono a considerare che il liquido esaminato sia analogo alle lacrime umane.


LA DICHIARAZIONE DELLA CHIESA

Il rapporto era datato 9 settembre 1953 e firmato dai medici esaminatori. Riguardo a questa commissione e alle varie indagini condotte, dobbiamo renderci conto che la Chiesa non ha mai fretta di pronunciare i suoi giudizi su tali eventi e sul fatto che agisce con la massima prudenza e cautela, pronta ad affermare miracoli solo dopo che prove positive e indiscutibili siano state presentate. Tuttavia, prove sufficienti erano apparentemente state fornite, poiché un giudizio favorevole è stato emesso in un tempo relativamente breve.

L'Arcivescovo di Siracusa visitò Iannuso a casa per esaminare l'immagine e tornò un altro giorno per recitare il Rosario con la folla. Vari monsignori visitarono l'immagine, alcuni dei quali testimoniarono il pianto. Molti Cardinali espressero interesse, mentre l'Arcivescovo di Palermo, il cardinale Ernesto Ruffini, affermò:

. . Dopo un'attenta analisi delle numerose segnalazioni, dopo aver preso atto dei risultati positivi della diligente analisi chimica sotto la quale le lacrime raccolte sono state esaminate, abbiamo all'unanimità annunciato il giudizio che la realtà dei fatti non può essere messa in dubbio.

Papa Pio XII, in una trasmissione radiofonica del 17 ottobre 1954, disse:

. . . riconosciamo la dichiarazione unanime della Conferenza Episcopale svoltasi in Sicilia sulla realtà dell'evento. Gli uomini capiranno il linguaggio misterioso di quelle lacrime?


MIRACOLI E IL RELIQUIARIO

La commissione medica che fu nominata il 7 ottobre 1953 per esaminare scientificamente i 290 casi di guarigioni segnalate, decise che 105 di questi erano ritenuti di "interesse speciale", o probabili miracoli, che furono segnalati entro pochi anni dall'incidente. La prima persona a sperimentare una guarigione fu anche la prima a osservare il pianto. Da quando Antonina Iannuso vide per la prima volta le lacrime, si riprese completamente da una grave tossiemia e diede alla luce un figlio sano il 25 dicembre 1953. Questa è tutta la conoscenza che abbiamo dei miracoli specifici. Ma sappiamo che la Madonna Piangente fece scalpore in tutto il mondo. Che questo interesse fosse il risultato di un'allucinazione collettiva è stato rifiutato dalle autorità del santuario dove ora è conservata l'immagine. A parte i gruppi separati che osservarono le lacrime in diversi luoghi, c'era la prova tangibile dei panni saturi e del cotone. Numerosi miscredenti o scettici assaggiarono le lacrime salate per se stessi, escludendo così l'allucinazione da parte di credenti sovraeccitati. Inoltre, ci fu anche un movimento di riprese filmiche del pianto vero e proprio. La questione della condensazione è stata anche eliminata perché ciò avrebbe dovuto necessariamente includere l'intera immagine e gli oggetti vicini, ma solo gli angoli degli occhi emettevano le lacrime.

Il reliquiario presentato all'Arcivescovo Baranzini in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione è di speciale interesse poiché contiene le lacrime raccolte dalla commissione. Il reliquiario è composto da tre strati, il cui fondo contiene panni saturati con le lacrime, una fiala di lacrime e del cotone idrofilo che aveva assorbito le lacrime; il secondo strato ha quattro pannelli raffiguranti gli eventi. Il terzo e più alto strato ha un'urna di cristallo che contiene un'altra fiala di lacrime: le lacrime in essa sono ora cristallizzate.

La casetta di Via Degli Orti 11, dove la Madonna pianse per la prima volta, è ora un oratorio dove spesso si celebra la Messa. L'immagine stessa è custodita sopra l'altare maggiore del Santuario della Madonna delle Lacrime, costruito appositamente per accogliere la folla che continua a riunirsi a pregare davanti alla santa immagine.


SIGNIFICATO

Perché la Madonna pianse? Molte teorie sono state offerte che ci ricordano le lacrime versate da Maria ai piedi della Croce e quelle da lei versate a La Salette. Durante una delle visioni di Santa Caterina Labouré il 18 luglio 1830, Santa Caterina notò che la Vergine sembrava triste e aveva le lacrime agli occhi. Forse dovremmo pregare le parole incise sulla base del reliquiario e meravigliarci con Papa Pio XII se gli uomini capiranno il linguaggio misterioso delle lacrime...


Parlo a ciascuno di voi

 


Grazie per aver risposto al mio richiamo, richiamo con il quale parlo a ciascuno di voi, miei piccoli, al vostro cuore per cullarvi nel mio grembo di madre.  

Oggi vi invito nuovamente a una conversione permanente del cuore, chiedendo la grazia del Cielo per il digiuno; digiuno che vi allevia dalle vostre passioni, digiuno che vi aiuta a purificare il vostro cuore e a riacquistare la luce perduta, digiuno che vi avvicina di più a Me, perché digiunando mortificate le vostre concupiscenze carnali, digiunando potrete dominare il vostro corpo, potrete dominare la vostra volontà.  

Così mortificate i vostri sensi, mortificate il vostro sguardo, mortificate la vostra lingua.  

Pregate dal vostro cuore il Santo Rosario, meditandovi su ogni parola e su ogni mistero, perché se recitate il Rosario arriverete in Cielo. Propagatelo incessantemente, anche se molti dicono che è routinario, perché non si accorgono che sono inganni di Satana, poiché egli sa che attraverso questa catena prodigiosa sarà legato e gettato nel fuoco eterno.  

Il Santo Rosario sono rose celestiali date ai cristiani affinché possiate aspirare dolci profumi.  

Quando pregate i Misteri Gaudiosi mi offrite mazzetti di rose bianche come omaggio alla mia purezza.  

Nella contemplazione dei Misteri Dolorosi mi date mazzetti di rose rosse, in onore del dolore che ha sentito il mio cuore per il versamento del prezioso Sangue di mio Figlio.  

Nella meditazione dei Misteri Gloriosi mi consegnate mazzetti di rose dorate, che vi restituisco trasformate in ricchezze spirituali, per esservi fermati a pensare alle grandezze delle opere del vostro Signore ascendendo ai cieli e incoronandomi come Regina universale di tutto ciò che è creato.  

Pregando i Misteri della Luce riceverò dalle vostre mani mazzetti di rose color vino rosso, in commemorazione del miracolo delle nozze di Cana e dell'istituzione della Sacra Eucaristia.  

Con la recita del Santo Rosario riceverete numerose Grazie, non allontanatevi mai da Lui. Pregatelo ovunque vi troviate, perché essendo questa la preghiera degli umili, le porte del cielo si apriranno per voi.  

I vostri angeli custodi vi proteggono e i Santi, che godono della visione beatifica di Dio, che si sono distinti nel propagare la sua devozione, vi guidano e vi accompagnano.  

Permettetemi, figli miei, rubatemi i vostri cuori e copriteli di baci e stringeteli nel mio Cuore Immacolato, donandovi bianchezza e freschezza.  

Parlate di Me senza alcun timore, difendendo i miei dogmi Mariani, che io come intercessore celeste intercederò per voi.  

Guardate come dalle mie mani, verso torrenti di luce; nel mio cuore ci sono palpiti del mio amore, nelle mie braccia ci sono cullamenti per voi.  

Miei piccoli del mio cuore: pregate quotidianamente 3 Ave Maria, rivelazione data a Santa Matilde, perché attraverso questa devozione riceverete un numero infinito di benedizioni.  

Consacratevi al mio Cuore Immacolato che vi darà rifugio di Madre, tenerezza di fanciulla e protezione di Regina.  

Sono presente nell'Eucaristia rendendo adorazione a mio Figlio Gesù, adorazione che facevo quando fu deposto nel mio grembo Virginale, tributandogli gli onori di serva per il suo Signore.  

Avvicinatevi al Santissimo con atteggiamento di raccoglimento, rendendogli la lode che Egli merita.  

Inginocchiatevi e dal silenzio adorateLo, contemplatelo che Egli vi benedirà.  

Estasiatevi di fronte al miracolo più grande che i vostri occhi possono vedere e ringraziatelo per tutto il bene che ha fatto per voi.  

Ripetete con frequenza:  

Dolce cuore di Gesù, sii il mio amore, dolce cuore di Maria, sii la mia salvezza.

31 agosto 07


Gesù a Ramoth Galaad - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


Gesù a Ramoth Galaad


Da Ainón, Gesù si diresse con dodici discepoli attraversando il fiume Jabok e i suoi dintorni. Andrea, Giacomo e Giovanni rimasero ad Ainón per battezzare nella fonte che si trovava a est della collinetta. L'acqua proveniva dalla collina alla fonte, riempiva un piccolo stagno dietro, irrigava alcuni orti ed era raccolta nella parte nord di Ainón, in una fonte da cui poteva essere fatta scorrere di nuovo verso il Giordano. Ho visto Gesù e i suoi discepoli, a un'ora a est di Sukkolh, insegnando in una città a mezzogiorno di Jabok. Tra i molti malati che guarì c'era un uomo cieco dalla nascita. Gesù lo toccò con la sua saliva, le sue palpebre si aprirono e l'uomo riacquistò la vista. Gesù attraversò il Jabok che scorre in una valle e poi si piega verso est, fino a Mahanaim, una città pulita, divisa in due parti. Gesù si sedette accanto al pozzo, vicino alla città; presto arrivarono i capi della sinagoga e gli anziani della città, con lavabi, cibo e bevande. Gli diedero il benvenuto, lavarono i piedi a lui e ai suoi discepoli, versarono un'essenza sulla sua testa, offrirono a lui e ai suoi discepoli un pasto e una bevanda, e lo portarono con grande gioia e semplicità in città. Gesù fece una breve spiegazione del patriarca Giacobbe, di quanto avesse camminato e sopportato lì. La maggior parte degli ascoltatori aveva già ricevuto il battesimo di Giovanni. Qui regnava una vita patriarcale e molte semplici usanze dei tempi antichi.

Gesù non si fermò a lungo. Era solo una dimostrazione di affetto e di onore che faceva a questo popolo. Passò da Mahanaim alla parte nord di Jabok, a un'ora a est del luogo dove si incontrarono Giacobbe ed Esaù. La valle formava lì un angolo. Durante il cammino mostrava ai suoi discepoli. Dopo un po' attraversarono il Jabok a mezzogiorno, non lontano da dove si univano due ruscelli e si gettavano nel Jabok. Camminarono verso est e avevano il deserto di Efraim alla destra. A est del monte Efraim si trova, su un dirupo che guarda alla valle, la città di Ramoth-Galaad, una città bella, pulita e ben progettata, dove vivevano alcuni pagani che abitavano in strade proprie e avevano un tempio. C'erano leviti che si occupavano del culto divino. Un discepolo li aveva preceduti annunciando l'arrivo di Gesù. I leviti e altre persone distinte lo aspettavano in una tenda, vicino a un pozzo, fuori dalla città. Lavarono i piedi ai nuovi arrivati, diedero loro cibo e li accompagnarono in città, dove c'erano molti malati riuniti in una piazza, che chiedevano aiuto al Signore.

Nel pomeriggio insegnò nella sinagoga poiché era questo Sabato, della festa delle offerte, un giorno di tristezza popolare in memoria della figlia di Jeftè, che era di questa città. Si erano riunite specialmente molte giovani della città e dei dintorni. Gesù e i suoi discepoli consumarono il loro pasto con i leviti e pernottarono a casa vicino alla sinagoga. In questa regione non c'erano alberghi disponibili per Gesù e i suoi; invece, ad Ainón, Kamon e Mahanaim erano stati affittati in precedenza. Ramoth è situata come una terrazza su una montagna e dietro di essa, in una piccola valle, di fronte, c'è la parte abitata dai pagani. Hanno lì un tempio e si riconoscono le loro case per le figure che si vedono sui tetti. Sul tetto del tempio c'è anche un gruppo scultoreo: al centro, una figura coronata che portava una fonte in mano e che si trovava sopra un'altra fonte d'acqua; altre figure di bambini, intorno, estraevano acqua e se la versavano l'uno sull'altro. Le città qui sono molto più pulite e belle delle antiche città giudaiche. Le strade hanno forma di una stella che converge in un punto centrale; gli angoli sono arrotondati, così come i muri che corrono intorno. Era una città di rifugio per i colpevoli (Deut., 4-43 e Gios., 20-8) e ha un grande edificio separato dagli altri, dove dovevano vivere. Ora è in rovina e sembra che non venga più utilizzato per questo scopo. La gente si occupa di fabbricare coperte e ricamare fiori e animali sulle coperte, parte per il commercio e parte per uso del tempio. Ho visto molte donne e ragazze lavorare in questo in un grande edificio e in lunghe tende. La gente si veste secondo il modo degli antichi israeliti ed è molto pulita. I loro vestiti sono di lana fine.