LA SUPERBIA
ADAMO ED EVA
Il Peccato originale,
peccato totale: ribellione dello spirito con la disubbidienza e del corpo con la lussuria.
“L’uomo era la perfezione del Creato.
Dell’Angelo aveva lo spirito, e dell’animale la completa bellezza in tutte le sue parti fisiche.
Non vi era creatura che lo uguagliasse. Era il re della Terra, come Dio è il Re del Cielo. Il giorno in cui si sarebbe addormentato l’ultima volta sulla Terra, sarebbe diventato re col Padre, nel Cielo. Satana ha strappato le ali dell’uomo-angelo per mettervi artigli di fiera, facendone uno che ha più del demonio che dell’angelo” (Poema 2°, p. 171).
Degradazione iniziata in Eva che ha ceduto all’orgoglio con la prima ribellione dell’Umanità.
Dio aveva detto all’uomo e alla donna: “Conoscete tutte le leggi e i misteri del Creato, ma non vogliate usurparmi il diritto di essere il Creatore dell’uomo! A propagare la stirpe umana, basterà il mio Amore che circolerà in voi senza libidine, ma per solo palpito di carità. Susciterà in voi nuovi Adami. Tutto vi dono, Mi riservo solo questo mistero della formazione dell’uomo”. Satana ha voluto togliere questa verginità mentale all’uomo. Con la sua lingua serpentina ha blandito, accarezzato occhi e membri di Eva, suscitandone riflessi e acutezze mai provate, perché la malizia non le aveva mai intossicato i sensi. Ella vide e, vedendo, volle provare. La carne era destata!
Oh , se avesse chiamato Dio, dicendogli: “Padre, io sono malata, il serpente mi ha accarezzata e turbata!” Il Padre l’avrebbe purificata e guarita.
Eva non va al Padre, ma al serpente, coglie il frutto e “comprese”! Ormai la malizia era scesa a morderle le viscere. Vide con occhi nuovi e udì con orecchi nuovi gli usi e richiami dei bruti; bramò con folle bramosia. Da sola iniziò il peccato, col compagno lo portò a termine. Ecco perché sulla donna pesa la condanna maggiore: è per lei che l’uomo è divenuto ribelle a Dio e ha conosciuto lussuria e morte” (Quad. ‘44, p. 251).
“La disubbidienza è male perché mette l’animo nella disposizione di ribellione su cui Satana può operare. Eva va alla pianta da cui sarebbe venuto il suo bene sfuggendola, il suo male avvicinandola. Ci va trascinata dalla curiosità bambina di vedere cosa avesse in sé di speciale, dall’imprudenza che le fa parere inutile il comando di Dio, dato che ella è forte e pura, regina dell’Eden in cui tutto le ubbidisce e in cui nulla le potrà fare del male. La sua presunzione la rovina! La presunzione è già lievito di superbia.
Alla pianta, trova il Seduttore che alla sua tanto bella, verginale inesperienza, alla sua maltutelata innocenza, canta la canzone della menzogna: “Tu credi che qui vi sia del male?
No! Dio te l’ha detto, perché vi vuole tenere schiavi del suo potere! Credete di essere re della Terra, e non siete neppure liberi come lo è la fiera. A questa è concesso di amarsi di vero amore, non a voi; anzi, di essere creatrice come Dio, generando figli e crescendo a piacere la famiglia, a voi, no; vi viene negata questa gioia. Perché allora farvi uomo e donna per farvi vivere in tal modo? Siate déi! Non sapete quale gioia è l’essere due in una carne sola, che ne crea una terza e molte altre! Non credete alla promessa di Dio di avere gioia di posterità vedendo i figli crearsi nuove famiglie, lasciando padre e madre. Vi ha dato una larva di vita: la vita vera è di conoscere le leggi della vita. Allora sarete simili a Dio e potrete dirgli: Siamo tuoi pari!”
La seduzione è continuata perché non vi fu volontà di spezzarla, ma anzi, la volontà di continuarla e di conoscere ciò che non era lecito. Ecco che l’albero proibito divenne per la razza umana realmente mortale perché dai suoi rami pende il frutto dell’amaro sapore che viene da Satana, e la donna diventa femmina.
Col lievito dell’esperienza satanica in cuore, va a corrompere Adamo. Avvilito così il corpo, corrotto il cuore, degradato lo spirito, tutte e due conoscono il dolore e la morte dell’anima privata della Grazia, e del corpo privato dell’immortalità. La colpa di Eva ha generato la sofferenza che non si placherà finché non sarà estinta l’ultima coppia sulla Terra” (Poema 1°, p. 113).
“Perché Eva ha voluto conoscere ciò che Dio le aveva nascosto, riservandosi il gaudio di darle la gioia di posterità senza avvilimento dei sensi. La compagna di Adamo aveva voluto conoscere il male che si cela nell’apparente bene. Sedotta da Lucifero, ha appetito a conoscenze che solo Dio poteva conoscere senza pericolo, e si era fatta creatrice. Usando indegnamente un potere buono, l’ha corrotto e ne ha fatto un male perché disubbidienza a Dio, malizia carnale. Pianto desolato della regina sulla sua profanazione di cui capisce l’entità e l’impossibilità di annullarla.
Tenebre e bufera accompagnarono la morte dell’innocenza e della Grazia nel cuore dei Progenitori. Era nato il dolore sulla Terra. La Provvidenza divina non lo volle eterno, dando all’Umanità, dopo anni di sofferenze, di uscirne per entrare nell’eterna felicità dopo avere vissuto con animo retto”.
L’uomo aveva voluto tutto possedere, non lasciando a Dio il diritto di essere Generatore, (l’iniziativa cioè della generazione umana). Se ne andasse perciò con la sua ricchezza mal acquistata e se la portasse con sé sulla Terra d’esilio, re avvilito e spogliato dei suoi doni, sempre memore del suo peccato. La creatura paradisiaca era diventata creatura terrestre.
Dovranno passare secoli di dolore perché il Nuovo Adamo cogliesse per noi dall’albero della Croce, con le sue mani trafitte, la Grazia o frutto della vera vita.
Secondo la Genesi, “il Serpente tentò Eva nell’ora in cui il Signore non passeggiava nell’Eden. Se Dio fosse stato nell’Eden, Satana non avrebbe potuto esservi. Se Eva avesse invocato Dio, Satana sarebbe fuggito.
Abbiate sempre nel cuore questo pensiero.
Con sincerità, (nel momento del pericolo), chamate il Signore” (Poema 2°, p. 540).
René Vuilleumier
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