Il Purgatorio e il Paradiso
Ma di quale natura è questo fuoco, e come può tormentare l'anima, che è spirito?
E’ un grande problema e un grande mistero che può essere chiarito dalle moderne scoperte atomiche.
Gli antichissimi uomini ottenevano il fuoco stropicciando velocemente due stecchi di pino o di altra pianta resinosa. Si ebbe così dall'attrito il fuoco di legna. Ci voleva molto tempo per accendere una fornace. Più tardi si ricavò il fuoco dalla pietra focaia, che, percossa o stropicciata, mandava scintille, e comunicava il fuoco all’esca, che era una specie di spugna. L'esca a mano a mano e lentamente si accendeva, come potrebbe accendersi una corda di stoppia, e comunicava il fuoco alle legna. Le legna, spente, diventavano carbonelle o carboni, e i carboni diventavano come l'alimento del fuoco.
Si inventarono gli zolfanelli, umile ma preziosa scoperta, e da essi, stropicciandoli su di una superficie ruvida, si ottenne la scintilla e la fiamma. La fiamma arde perché le legna, bruciando, si gassificano, ed è il gas che forma la fiamma. Si ricorse allora al gas accensibile ricavato dal carbon fossile. Si scoprì l'elettricità, e si constatò che un filamento di carbone, ed in seguito, di filo metallico si rendeva incandescente quando era percorso dalla corrente elettrica e trovava resistenza. Si è avuto così il fuoco elettrico. Ognuna di queste accensioni del fuoco, dava un fuoco di maggiore intensità e calore. I forni elettrici, per es. hanno una potenza di calore immensamente più intensa del fuoco di legna e del fuoco del gas.
Oggi con la scienza atomica, possiamo formarci una idea più chiara del fuoco, tanto dell'Inferno che del Purgatorio.
Il complesso materiale del mondo è formato di atomi, di eguale costituzione ma di diversa natura a seconda dei vari minerali o corpi fisici. Abbiamo così l'atomo di uranio, l'atomo di plutonio, l'animo di idrogeno, ecc.
Ogni atomo è come un infinitesimale sistema solare: ha un nucleo centrale, intorno al quale girano corpuscoli elettrici detti perciò elettroni. E’ un'armonia come quella del sole e dei pianeti che vi girano intorno. Il nucleo può essere diviso con un bombardamento elettrico, fatto da speciali e potenti strumenti, come, per es., il ciclotrone, ed allora l'atomo, per questa divisione del nucleo, sviluppa un calore potentissimo, di fronte al quale il fuoco normale sparisce come ombra. La materia si muta in energia ardente, e questa può bruciare e distruggere ogni cosa in un raggio di potenzialità che stordisce ed atterrisce.
Poggiandosi su questa scoperta, si fabbricarono le prime bombe atomiche, perché l'uomo spesso volge al male i doni che Dio gli profonde per rendergli più facile la vita.
Le prime bombe erano una piccola cosa di fronte a quelle che si fabbricano oggi. La prima bomba che fu fatta scoppiare, per sperimentarla, sul deserto sabbioso del Messico, sviluppò tale calore, da fondere la sabbia fino alla profondità di 8 metri, riducendola un gigantesco cristallo ceruleo, che ancora si vede.. Due bombe di questa potenza, lanciate una a Nagasaki e una a Hiroshima nel Giappone, durante l'ultima guerra, distrussero completamente queste due fiorenti città.
Le bombe moderne hanno una potenza di fuoco distruttivo immensamente più rovinosa. Si è calcolato che una bomba all'atomo d'idrogeno, detta perciò bomba H (H, iniziale chimico di Hidrogenum), fatta scoppiare nel centro dell'Italia, la distruggerebbe tutta, farebbe mutate le acque in tabe, come sangue putrido, e vi renderebbe impossibile ogni vita per le radioattività che vi diffonderebbe.
Secondo la formula del famoso matematico ebreo Einstein, la materia si muta in energia.
Per analogia possiamo formarci un'idea del fuoco dell'Inferno e del Purgatorio: l'anima di fronte a Dio è meno di un atomo, ma tende potentemente a Dio. Le sue colpe sono come il bombardamento che la distacca da lui, o completamente, se l'anima è dannata, o per un determinato tempo, finché le colpe non vengono cancellate con l'espiazione. Per il dannato, essendo totale la separazione da Dio, non è possibile l'espiazione, perché, per la privazione della grazia, il dannato, come si è detto, cade in uno stato dal quale non vuole liberarsi. La sua volontà è ferma nel male, ed in esso vuole rimanere. Per l'anima purgante lo stato di grazia la fa tendere a Dio con l'amore, ed essa vuole uscire dal suo stato con l'espiazione.
Il distacco da Dio, come nella scissione del nucleo dell'atomo, genera un fuoco terribile, inestinguibile per il dannato, e gradatamente estinguibile per l'anima in grazia, a misura che le sue colpe sono purificate dall'amorosa tensione a Dio che le produce il tormento stesso.
E’ logico, come sono logiche tutte le verità della fede: l'anima, stando in grazia di Dio, lo ama intensamente, e tanto più intensamente, quanto maggiore è la sua purezza. Questo amore le fa apprezzare l'infinita grandezza e perfezione di Dio, e la sua infinita bontà. In questa luce e tensione di amore, l'anima vede meglio la propria imperfezione che le rende impossibile andare a Dio; ne è lontana e si accende tutta dalla fiamma generata, per così dire, dal suo stesso amore.
Ogni colpa è come un nucleo di atomo, spezzato e separato da Dio, è come l'inverso della formula di Einstein. In questa formula la materia si muta in energia; nell'anima la sua energia spirituale si muta quasi in materia, in fuoco ardente, che la tormenta per l'ansia del suo amore, e la purifica perché le accresce il desiderio, l'apprezzamento e l'amore di Dio, rendendola così gradatamente atta alla visione beatifica.
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