Vita n. 2
La vita di Antonio
di Atanasio, vescovo di Alessandria
75. Ma per quanto riguarda la croce, quale direste che è meglio: sopportarla, quando un complotto è ordito da uomini malvagi, o temere la morte, che può avvenire sotto qualsiasi forma [8]; oppure vaneggiare sulle peregrinazioni di Osiride e Iside, sulle trame di Tifone, sulla fuga di Crono, sul suo mangiare i figli e sull'uccisione del padre. Questa è la vostra saggezza. Ma come, se deridete la croce, non vi meravigliate della resurrezione? Perché quando parlate della Croce non parlate dei morti che sono stati risuscitati, dei ciechi che hanno ricevuto la vista, dei paralitici che sono stati guariti, dei lebbrosi che sono stati purificati, del camminare sul mare e del resto dei segni e dei prodigi che dimostrano che Cristo non è più un uomo ma Dio? Mi sembra che vi facciate molto male e che non abbiate letto attentamente le nostre Scritture. Ma leggete e vedete che le azioni di Cristo dimostrano che Egli è Dio venuto sulla terra per la salvezza degli uomini.
76. Ma ci dite le vostre convinzioni religiose. Cosa si può dire delle creature insensate se non che sono insensate e feroci? Ma se, come sento, volete dire che queste cose sono dette da voi come leggende, e allegorizzate lo stupro della fanciulla Persefone della terra, la zoppia di Efesto del fuoco, e allegorizzate l'aria come Era, il sole come Apollo, la luna come Artemide e il mare come Poseidone, non per questo adorate Dio stesso, ma servite la creatura piuttosto che Dio che ha creato tutte le cose. Infatti, se per la bellezza del creato avete composto tali leggende, era tuttavia opportuno che vi fermaste all'ammirazione e non faceste delle cose create degli dei, in modo da non dare l'onore del Creatore a ciò che è creato. Poiché, se lo fate, è ora che dirottiate l'onore del capomastro alla casa da lui costruita, e del generale al soldato. Cosa puoi rispondere a queste cose, per sapere se la Croce ha qualcosa di degno di essere deriso?".
77. Ma quando non riuscivano a capire, girandosi di qua e di là, Antonio sorrise e disse - sempre attraverso un interprete - "La vista stessa porta la convinzione di queste cose. Ma poiché voi preferite appoggiarvi ad argomenti dimostrativi e poiché, avendo quest'arte, volete che anche noi non adoriamo Dio, fino a quando non avremo ottenuto tale prova, dite prima come si conoscono con precisione le cose in generale e in particolare il riconoscimento di Dio. È attraverso l'argomentazione dimostrativa o attraverso l'opera della fede? E cosa è meglio, la fede che viene attraverso l'opera (di Dio) o la dimostrazione con argomenti?". E quando risposero che la fede che viene attraverso l'in-opera era migliore ed era una conoscenza accurata, Antonio disse: "Avete risposto bene, perché la fede nasce dalla disposizione d'animo, ma la dialettica dall'abilità dei suoi inventori. Perciò, per coloro che hanno l'operatività attraverso la fede, l'argomentazione dimostrativa è inutile, o addirittura superflua. Infatti, ciò che conosciamo attraverso la fede, cercate di dimostrarlo con le parole, e spesso non siete nemmeno in grado di esprimere ciò che comprendiamo. Perciò l'inworking attraverso la fede è migliore e più forte delle vostre argomentazioni professionali.
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