AGOSTINO AI SANTI FRATELLI E VESCOVI EUTROPIO E PAOLO
La nostra meta è oltre la vita presente.
8. 19. Nell'orazione domenicale, se non vogliamo essere puntigliosi, ci è stato offerto abbastanza chiaramente uno specchio dove vedere la vita dei giusti che vivono di fede 60 e corrono in modo perfetto, sebbene non siano senza peccato. La ragione per cui dicono: Rimetti a noi 61 è che non sono ancora giunti alla meta verso la quale si corre. È per la stessa ragione che l'Apostolo dice: Non che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so che, dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù nel Cristo Gesù. Quanti dunque siamo perfetti dobbiamo aver questi sentimenti 62 . Cioè quanti corriamo santamente dobbiamo avere la saggezza di considerarci ancora imperfetti, per diventare perfetti là dove santamente stiamo correndo ancora, e quando arriverà ciò che è perfetto sia distrutto quanto è parziale 63, cioè non ci sia più la perfezione parziale, ma quella totale, perché alla fede e alla speranza succederà la stessa realtà, non più creduta e sperata, ma veduta e posseduta. La carità poi che è più grande delle altre due 64 non sarà abolita, ma aumentata e completata, avendo allora raggiunta la contemplazione di quanto credeva e il possesso di quanto sperava. In quella pienezza di carità verrà a soddisfarsi il famoso comandamento: Tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente 65 . Fin quando infatti rimane qualche traccia di concupiscenza carnale, pur frenata dalla continenza, non si ama Dio con tutta l'anima in modo assoluto. La carne infatti non può desiderare senza l'anima, mentre si suol dire della carne che desidera, perché l'anima desidera carnalmente. Il giusto sarà libero assolutamente da ogni peccato soltanto quando nelle sue membra non ci sarà più nessuna legge in lotta con la legge del suo spirito 66, ma amerà Dio davvero con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente: e questo è il primo e sommo comandamento 67 . Perché dunque non dovrebbe esser comandata all'uomo cotesta perfezione, sebbene nessuno l'abbia in questa vita? Non si corre come si deve se s'ignora dove si deve correre. Ma come si saprebbe se a indicarlo non ci fossero dei comandamenti? Cerchiamo dunque di correre così da giungere alla meta. Tutti infatti quelli che corrono come si deve arriveranno. Non accade quello che accade nelle gare sportive: Tutti corrono, ma uno solo conquista il premio 68 . Dobbiamo correre credendo, sperando, desiderando, mortificando il corpo, facendo elemosine gioiosamente e cordialmente nel donare i beni nostri e nel perdonare i mali altrui, pregando che siano aiutate le forze di coloro che corrono. E dobbiamo ascoltare i precetti della perfezione così da non trascurare di correre verso la pienezza della carità.
Sant'Agostino
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