Il Nuovo Testamento non fà che confermare, con parole ancor più vigorose, questa condanna. In alcuni passi tratti dalle sue Lettere, San Paolo, l’Apostolo delle
Genti, ci da una spiegazione profonda della rovina di Sodoma e Gomorra, collegando l’omosessualità con l’empietà, l’idolatria e l’omicidio. «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la
menzogna e hanno venerato la creatura al posto del Creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura quelle contro natura; allo stesso modo
gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento […]. E pur conoscendo il giudizio
di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Rm 1, 24-32). «La Legge non è fatta per il giusto, bensì per i cattivi e i ribelli, gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori,
i parricidi e i matricidi, gli impudichi e i sodomiti […] e per qualunque altro vizio contrario alla sana dottrina» (1 Tm 1, 9-10). Escludendo dalla salvezza coloro che praticano il vizio contro natura, l’Apostolo pronuncia per loro una condanna ben più grave della morte fisica: quella della
morte eterna. «Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né glieffeminati, né i sodomiti […] erediteranno
il Regno di Dio»! (1 Cor, 6, 9-10).
San Pietro e San Giuda rievocano come divino ammonimento la distruzione di Sodoma
Analoga condanna viene espressa anche dal primo Papa, San Pietro, e dall’Apostolo San Giuda, che rievocano la distruzione di Sodoma e Gomorra presentandola come un divino
ammonimento che serve a intimorire gli empi e a confortare i fedeli. «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché
ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se liberò Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti […], il Signore lo fece perché sa liberare
dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2 Pt 2, 6-9). «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Gd 7).
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