567.15 - Saranno dieci e centomila quelli, settanta volte dieci e centomila quelli che faranno i tuoi stessi peccati e si indemonieranno per volontà propria…
Gesù abbassa lo sguardo e le braccia, e con voce bassa ma chiara dice a Giuda Iscariota: «Ebbene? Ti odio? Potrei colpirti col piede, schiacciarti chiamandoti "verme", potrei maledirti, così come ti ho liberato dalla forza che ti fa delirare. Tu l'hai creduta debolezza la mia impossibilità di maledirti. Oh! non è debolezza! È che Io sono il Salvatore. E il Salvatore non può maledire. Può salvare. Vuol salvare... Tu hai detto: "Io sono la forza. La forza che ti odia e che ti vincerà". Io pure sono la Forza, anzi, sono l'unica Forza. Ma la mia forza non è odio. È amore. E l'amore non odia e non maledice, mai. La Forza potrebbe anche vincere le singole battaglie come questa fra Me e te, fra Me e Satana che è in te, e levarti il tuo padrone, per sempre, come ho fatto ora tramutandomi nel segno che salva, nel Tau che Lucifero non può vedere. Potrebbe anche vincere queste singole battaglie, come vincerà quella prossima contro Israele incredulo e uccisore, contro il mondo e contro Satana sconfitto dalla Redenzione. Potrebbe anche vincere queste singole battaglie come vincerà quella ultima, lontana per chi conta a secoli, vicina per chi misura il tempo colla misura dell'eternità. Ma che gioverebbe violare le regole perfette del Padre mio? Sarebbe giustizia? Sarebbe merito? No. Non sarebbe né giustizia né merito. Non giustizia verso gli altri uomini colpevoli, ai quali non è tolta la libertà di esserlo, i quali potrebbero nel dì finale chiedermi e rimproverarmi il perché della condanna e la parzialità fatta a te solo. Saranno dieci e centomila quelli, settanta volte dieci e centomila quelli che faranno i tuoi stessi peccati e si indemonieranno per volontà propria, e saranno offensori di Dio, torturatori della madre e del padre, assassini, ladri, mentitori, adulteri, lussuriosi, sacrileghi, e infine deicidi, uccidendo materialmente il Cristo un giorno vicino, uccidendolo spiritualmente nei loro cuori nei tempi futuri. E tutti potrebbero dirmi, quando Io verrò a separare gli agnelli dai becchi, a benedire i primi e a maledire, allora sì, a maledire i secondi, a maledire perché allora non ci sarà più redenzione, ma gloria o condanna, a rimaledirli dopo averli già maledetti singolarmente alla morte prima e al singolo giudizio - perché l'uomo, tu lo sai perché me lo hai sentito dire cento e mille volte, perché l'uomo può salvarsi finché la vita dura, finché già è agli estremi aneliti. Basta un attimo, un millesimo di minuto perché tutto sia detto fra l'anima e Dio, sia chiesto perdono e ottenuta assoluzione... - Tutti, dicevo, potrebbero dirmi, tutti questi dannati: "Perché noi non ci hai legati al Bene come facesti con Giuda?". E avrebbero ragione. Perché ogni uomo nasce con le stesse cose naturali e soprannaturali: un corpo, un'anima. E mentre il corpo, essendo generato da uomini, può essere più o meno robusto e sano dal nascere, l'anima, creata da Dio, è per tutti uguale, dotata delle stesse proprietà, degli stessi doni da Dio. Fra l'anima di Giovanni, dico il Battista, e la tua, non c'era differenza, quando furono infuse alla carne. Eppure Io ti dico che, anche se la Grazia non lo avesse presantificato, perché l'Araldo del Cristo fosse senza macchia, come si converrebbe che tutti coloro che mi annunciano lo fossero, almeno per quanto riguarda i peccati attuali, la sua anima sarebbe stata, divenuta, ben diversa dalla tua. Anzi la tua sarebbe divenuta diversa dalla sua. Perché egli avrebbe conservato la sua anima nella freschezza degli incolpevoli, l'avrebbe anzi sempre più ornata di giustizia, secondando il volere di Dio che vi desidera giusti, sviluppando i doni gratuiti ricevuti con sempre più eroica perfezione. Tu invece... Tu hai devastato e disperso la tua anima e i doni ad essa dati da Dio. Che ne hai fatto della tua libertà d'arbitrio? Che del tuo intelletto? Hai conservato al tuo spirito la libertà che era sua? Hai usato l'intelligenza della tua mente con intelligenza? No. Tu, tu che non vuoi ubbidire a Me, non dico a Me-Uomo, ma neppure a Me-Dio, tu hai ubbidito a Satana. Tu hai usato l'intelligenza della tua mente e la libertà del tuo spirito per comprendere le Tenebre. Volontariamente. Ti è stato posto davanti il Bene ed il Male. Hai scelto il Male. Anzi, ti è stato posto davanti soltanto il Bene: Io. L'Eterno tuo Creatore, che ha seguito l'evolversi della tua anima, che anzi conosceva questo evolversi perché nulla ignora l'eterno Pensiero di ciò che si agita da quando il Tempo è, ti ha posto davanti il Bene, solo il Bene, perché sa che tu sei debole più di un'alga di fossato. Tu mi hai gridato che Io ti odio. Ora, essendo Io Uno col Padre e con l'Amore, Uno qui come Uno in Cielo - ché se in Me sono le due Nature, e il Cristo, per la natura umana e sinché la vittoria non lo libererà dalle limitazioni umane, è a Efraim e non può essere altrove in quest'istante, come Dio, Verbo di Dio, sono in Cielo come in Terra, essendo sempre onnipresente e onnipotente la mia Divinità - ora essendo Io Uno col Padre e lo Spirito Santo, l'accusa a Me fatta, tu a Dio Uno e Trino l'hai fatta. A quel Dio Padre che ti ha creato per amore, a quel Dio Figlio che s'è incarnato per salvarti per amore, a quel Dio Spirito che ti ha parlato tante volte per darti desideri buoni per amore.
A questo Dio Uno e Trino, che ti ha tanto amato, che ti ha portato sulla mia via, facendoti cieco al mondo per darti tempo di vedere Me, sordo al mondo per darti modo di sentire Me. E tu!... E tu!... Dopo avermi visto e udito, dopo esser liberamente venuto al Bene, sentendo col tuo intelletto che quella era l'unica via della vera gloria, hai respinto il Bene e ti sei liberamente dato al Male. Ma se tu, col tuo libero arbitrio, hai voluto questo, se hai sempre più rudemente respinto la mia mano che ti si offriva per trarti fuor dal gorgo, se tu sempre più ti sei allontanato dal porto per sprofondarti nell'infuriato mare delle passioni, del Male, puoi dire a Me, a Colui dal quale procedo, a Colui che mi ha formato Uomo per tentare la tua salute, puoi dire che ti abbiamo odiato? Mi hai rimproverato di volere il tuo male... Anche il fanciullo malato rimprovera il medico e la madre per le amare medicine che gli fanno bere e per le desiderate cose che gli negano per suo bene. Tanto ti ha fatto cieco e pazzo Satana, che tu non capisca più la vera natura dei provvedimenti che ho preso per te, e che tu possa giungere a dire malanimo, desiderio di rovinarti, ciò che è previdente cura del tuo Maestro, del tuo Salvatore, del tuo Amico per guarirti? Ti ho tenuto vicino... Ti ho levato dalle mani il denaro. Ti ho impedito di toccare quel maledetto metallo che ti fa folle... Ma non sai, ma non senti che esso è come uno di quei beveraggi magici che destano una sete inestinguibile, che mettono dentro al sangue un ardore, un furore che porta alla morte? Ti, leggo il tuo pensiero, mi rimproveri: "E allora perché per tanto tempo mi hai lasciato essere colui che amministrava il denaro?". Perché? Perché, se te lo avessi impedito prima, di toccare moneta, tu ti saresti venduto prima e avresti rubato prima. Ti sei venduto lo stesso perché poco potevi rubare... Ma Io dovevo cercare di impedirlo senza violentare la tua libertà. L'oro è la tua rovina. Per l'oro sei diventato lussurioso e traditore...».
DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO
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