lunedì 27 novembre 2023

SIMBOLI PER L'UOMO

 


Gesù

Il mondo è un fiume torbido per cui molti cadono nel peccato e muoiono nell'ignoranza. Se al loro peccato unissero il perdono che Io offro loro, avrebbero la pace.

Esistono delle cose che sono le basi sulle quali Io posso costruire facilmente in un'anima il Mio trono. Mi piacerebbe che i Miei Sacerdoti parlassero di questo.

Le ali, precisamente ciò che esse simbolizzano: l'anima, che deve essere libera dal corpo, libera dall'amore per le creature, da ciò che è mondano e allo stesso tempo, piena di cose sante. Deve liberarsi anche dal desiderio di guidarsi da se stessa, poiché solo Io posso elevarla.

Il vetro, che simbolizza: la limpidezza del corpo e dell'anima. Questa dovrà rimanere monda da ogni peccato, da ogni cattiva intenzione e anche dalle negligenze. Non si dimentichi che anche l'infedeltà, sia pure nelle cose più piccole, insudicia l'anima. Come pulirla? Negando al corpo tutto ciò che è piacere disordinato. Togliendo dal cuore ogni attaccamento alle cose che non vengono dal cielo; allontanandosi dai pensieri terreni, dalle preoccupazioni del presente, del passato e del futuro; tutto questo offusca l'anima e le impedisce di unirsi a Me, e impedisce a Me di unirmi a lei.

Il granello di polvere, che simbolizza: l'umiltà. È necessario che un'anima riconosca che cosa essa è senza il suo Dio. È necessario che si umili. Se un'anima riconosce la sua miseria, il suo niente, se chiede perdono, se si rallegra per il fatto di non essere e di non valere nulla, allora significa che è molto vicina a Me.

Quest'anima, allora, non si sentirà ferita se Io attiro la sua attenzione sugli errori commessi, poiché sa che la santità non è cadere, ma risollevarsi un'altra volta. Una volta inserita nel pieno riconoscimento della sua piccolezza, giungerà a Me con amore, con fiducia, sia per ricevere le Mie grazie, che per riparare i suoi peccati e potere così consolarmi. E quest'anima, con la sua umiltà, va costruendo una scala luminosa, per la quale il Mio trono inesorabilmente discenderà fino al suo cuore.

Ed infine, ecco ciò che simbolizza il pane: la povertà. La persona che crede di essere povera perché possiede solamente una stanza per rifugiarsi, si sbaglia. Ciò che importa è che non si attacchi ai beni mondani, siano questi cose o persone. Chi mette Me prima di tutto, può vivere in un palazzo ed essere povero. Se possiede molto, ringrazia, e se perde quel che possiede, ugualmente ringrazia il suo Dio.

La povertà è vera povertà quando le cose mondane non sottomettono il tuo spirito e ti lasciano liberamente correre verso il tuo Signore. L'essenza della povertà consiste nel saper essere felice se possiedi, ma restituendo tutto al tuo Dio in qualsiasi momento, poiché i regali sono Suoi.

È difficile rinunciare alle cose senza le quali si pensa di non poter vivere. Ma quando si è fatto questo sacrificio, l'anima sente la vera gioia per quella libertà. Avete già udito: “Non cercare consolazione nelle cose materiali, ma solo in Me, e servimi nella gioia e nella pace.” (Questa ultima frase mettila fra virgolette).

Catalina Rivas - 8 marzo 1995

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