Padri spirituali che contaminano se stessi e i loro figli
« Ma, o infamia inaudita! O delitto, che tutta la fonte delle lacrime deve piangere! Se sono degni di morte coloro che acconsentono a ciò che fanno gli altri, quale punizione si può immaginare che sia degna di coloro che commettono con i loro figli spirituali quei mali estremi punibili con la dannazione? Quale frutto si troverà nelle greggi, quando il pastore (0166D) sarà sprofondato nel ventre del diavolo, in un crollo di così grande profondità? Chi, rimanendo sotto la sua guida, non ignora il fatto di essere un estraneo ostile a Dio? Colui che fa di un penitente una concubina si sottomette al potere ferreo della tirannide diabolica, come uno schiavo, il figlio che aveva generato spiritualmente a Dio. Se un uomo violenta una donna che ha sollevato dal fonte battesimale, c'è qualche dubbio che debba essere condannato ad essere privato della comunione? E la censura dei sacri canoni non lo obbliga forse a passare attraverso una penitenza pubblica? Ora è scritto che la generazione spirituale è più grande della generazione carnale.
Ne consegue che la stessa sentenza di condanna deve essere inflitta a colui che ha provocato la perdita della figlia carnale e a colui che ha corrotto la figlia spirituale (0167A) con un'unione sacrilega. Ma a ciascuno dei due reati deve essere attribuita una gravità diversa. Nel primo caso, la relazione è incestuosa, ma naturale, poiché è con una donna che ha peccato. Ma l'altro commise un sacrilegio contro il figlio. Perpetrando il crimine di incesto su un maschio, dissolve i diritti della natura. E mi sembra più tollerabile cadere nell'infamia della lussuria con una bestia che con un uomo. Tanto più che è considerato meno grave perire da soli che condurre un altro a morte certa. È miserabile, infatti, la condizione secondo la quale la rovina dell'uno dipende dall'altro. Sicché quando l'uno si estingue, l'altro deve necessariamente seguirlo nella morte.
Gomorra di San Pier Damiani
Nessun commento:
Posta un commento