lunedì 21 ottobre 2024

L'EUCARISTIA PRESERVA DALLA MORTE ETERNA

 


GESU’ OSTIA

All’incredulo perché sia meno scettico, e al sacerdote perché sia meno tiepido.


«Colui che piangete non è morto, ma vive in Me. Sappiate che il medesimo Pane che vi ha sfamato l'anima mentre eravate uniti sulla terra, mantiene la vita e la comunione fra i vostri spiriti viventi quaggiù e i trasumanati viventi in Me. Nulla può fare la piccola morte di male agli spiriti immortali. È la grande morte quella da temersi, quella che veramente vi toglie in eterno un vostro parente, un vostro coniuge, un vostro amico. La grande morte, ossia la dannazione dell'anima, la quale separa realmente da Me cellule del mio mistico Corpo cadute in preda delle cancrene di Satana.

Ma per coloro che sono morti nel mio Nome e che hanno nutrito in sé la vita dello spirito con il Cibo eucaristico, che non perisce e che è sempre preservazione dalla morte eterna, no, per essi non c'è da piangere, ma da giubilare, perché essi sono usciti dal pericolo di morire per entrare nella Vita.

Pensa, pensate che ben difficilmente chi s'è nutrito di Me può essere fratello di Giuda, simile a lui al quale il mio Pane non fu Vita ma Morte.

[...] Vi nutro del mio alimento per farvi nascere immortali nell'ora di quella che voi chiamate "morte", e altro non è che "passaggio".

[...] Ai segnati del mio Sangue le trombe dell'universale appello saranno vita nuovamente infusa e dalle pieghe del suolo, in cui dormivano da secoli, le ossa dei giusti sorgeranno a vestirsi, con giubilo, di carne perfetta, perché nutrita dal Pane vivo sceso dal Cielo per voi e del Vino spremuto dalle vene del Santo che vi verginizza l'anima e la fa degna di entrare nella Gerusalemme del Cielo».


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