giovedì 14 marzo 2019

L’ESORCISMO CANONICO



La chiesa cattolica, corpo mistico di Cristo, ha lo scopo primario, inerente alla sua fondazione e inseparabile dalla sua missione, di continuare l’opera del suo fondatore divino attraverso i secoli «fino alla fine del mondo» (Mt 28,20) predicando il vangelo a tutti i popoli della terra, battezzando nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19), amministrando i sacramenti, canali della grazia e strumenti della salvezza, vivendo e facendo vivere nei fedeli la vita divina attraverso la fede, la speranza e la carità; ha nello stesso tempo, anzi conseguentemente, anche lo scopo di combattere il demonio, nemico di Dio e dell’uomo, di ostacolarne e di impedirne l’opera, di strappare dal suo influsso gli infelici che ne fossero diventati vittime, di ristabilire in una parola il regno di Dio sulle rive di quello che era stato per secoli il regno del «principe di questo mondo» detronizzato dalla croce di Cristo.

Nel vangelo si accenna ripetutamente a questo particolare compito conferito agli apostoli e, dopo di essi, ai loro successori, ossia alla chiesa gerarchica. La chiesa è, in primo luogo, l’avversaria nata del demonio, è la Gerusalemme celeste, città di Dio, destinata a smantellare e a distruggere la Babilonia terrestre, città di satana. L’amore e l’odio a Dio, così, si incontrano e si scontrano ancora una volta nella chiesa di Cristo e nella sua storia secolare, dagli inizi fino ai nostri giorni. 
Tertulliano, scrittore cristiano del terzo secolo, parla già degli interventi della chiesa per liberare dagli assalti di satana:

«Se qualcuno si trova in potere del demonio sia portato davanti al tribunale della chiesa; costretto dai cristiani il demonio dovrà dire la verità e riconoscere di essere un demonio, lui che prima si era fatto passare come dio».

La missione degli apostoli, fondatori della chiesa, è impostata in primo luogo sulla lotta contro il demonio:

«Chiamò a sé i dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie» (Lc 9,1).

«Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni» (Mc 3,15).

I poteri conferiti agli annunziatori del vangelo superano qualunque capacità umana:

«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Prima di separarsi da loro e di salire al cielo ecco una nuova conferma della promessa:

 «Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome cacceranno i demoni» (Mc 16, 17).

L’efficacia del mandato divino sortì subito il suo effetto anche nei settantadue discepoli, continuatori dell’opera degli apostoli: 

«I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome» (Lc 10,17).

Per venire incontro a questo compito primordiale la chiesa, ispirata da Dio, ha istituito e dato forma concreta a quelli che furono chiamati esorcismi, ossia scongiuri e preghiere contro il demonio allo scopo di allontanarlo dai corpi che aveva occupato.

Ad ogni malattia è applicata una terapia diversa. Le medicine e le cure servono a tenere sotto controllo l’infermità e, se è possibile, eliminarla e far tornare la salute. Lo stesso si può dire in certo senso della possessione diabolica. I rimedi contro di essa sono principalmente di ordine spirituale e religioso. Tra essi l’esorcismo ha il doppio scopo di tenere sotto stretto controllo il male, e a poco a poco di eliminarlo con la liberazione completa del paziente.

Il vero esorcismo è di solito preceduto da un esorcismo probativo per costatare, attraverso la reazione dell’ossesso, se si tratta di vera possessione diabolica o di semplice disturbo psichico. 
Costatata la presenza del demonio, si procede all’esorcismo vero e proprio. Durante l’esorcismo il paziente è sempre in crisi nel modo che è stato sopra descritto. La crisi si ripete anche se l’esorcismo è proferito solo mentalmente, o a distanza di chilometri, il che fa vedere la sua grande efficacia.

Non è detto che l’esorcismo porti subito alla liberazione dell’ossesso. Per quanto grande sia la sua efficacia, non è tuttavia immediata, come alcuni credono. Si può dire, meglio, che l’esorcismo prepara, talvolta da lontano, l’allontanamento del demonio.

Nell’esorcismo ci sono diverse fasi. La prima è la conferma della presenza del demonio. Il demonio è obbligato a scoprirsi e a manifestarsi. Fino allora se ne stava nascosto e occultato nel corpo dell’ossesso, d’ora in poi deve esporsi e farsi conoscere qualè. Per l’esorcista questo vuol dire che lalotta si fa più aperta e che deve esser portata avanti sino alla fine. E questa la seconda fase. 
Esorcista e demonio si trovano di fronte in un vero duello tra giganti, i colpi si succedono ai colpi, gli assalti e le resistenze possono durare a lungo, finché, nella fase finale, la forza divina rappresentata dal sacerdote esorcista, avrà il sopravvento.

L’esorcismo prende valore da come è fatto e da chi è pronunziato. fatto sempre in forma autoritativa, non deprecativa, cioè in forma di comando e non di preghiera. E il demonio dimostra disentire tutta la forza di questo comando al quale non può sottrarsi o ribellarsi. Anche se l’esorcismo non ha subito, all’inizio, l’effetto sperato, serve tuttavia a restringere sempre più il campo di azione e di movimento del demonio. Durante un esorcismo il demonio stesso definiva questa limitazione graduale e continua del suo spazio vitale con queste parole:

«Noi siamo come in una gabbia di leoni. Dentro le sbarre possiamo muoverci e fare quello che vogliamo, ma non possiamo uscirne fuori». Oppure:

«Noi siamo legati come da una fune di gomma elastica. Possiamo spingerci fuori ma la fune ci riporta subito indietro» 24.

L’esorcismo può essere fatto dal vescovo o da un sacerdote da lui espressamente autorizzato. Fino a pochi anni fa era permesso fare dai laici il così detto «esorcismo di Leone XIII contro satana e gli angeli ribelli», la cui formula si trova nel rituale romano: recenti disposizioni (1985) vietano ai laici di fare questo esorcismo in pubblico. L’esorcismo fatto dal vescovo è di uguale efficacia di quello fatto dal sacerdote, ma, stando all’esperienza, esercita sui demoni una più profonda impressione e una più violenta reazione. Dal vescovo emana una forza singolare contro gli spiriti cattivi per l’autorità che esercita entro i confini della sua diocesi, forza che egli comunica all’esorcista da lui autorizzato. Questa autorizzazione è prescritta dal codice di diritto canonico:

«Canone 1172, Nessuno può proferire legittimamente esorcismi se non ne ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza. L’Ordinario del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita».

Nella chiesa ortodossa l’esorcismo solenne può essere fatto anche dai laici dotati di particolari carismi, anche senza speciale autorizzazione.

L’esorcismo non è una novità dei tempi recenti. Risale ancora a Cristo e agli apostoli anche se la loro formulazione si presenta oggi alquanto diversa da quella usata inizialmente, con l’aggiunta di osservazioni e norme pratiche da seguirsi scrupolosamente da tutti, perché gli scongiuri siano condotti senza abusi, con la serietà, la prudenza, che ne assicurino il pieno successo.

La possessione diabolica può talvolta confondersi con le malattie nervose causate da malinconia, daisterismo, da debolezza o alienazione mentale, quindi essa può apparire ciò che non è ed essere interpretata come un fenomeno preternaturale di origine diabolica quando invece si tratta di semplice fenomeno naturale da curarsi con i rimedi della medicina comune.

Vi sono infatti numerose malattie nervose che presentano sintomi esterni molto simili a quelli della possessione e non mancano persone squilibrate e perverse che sanno simulare la possessione fino a indurre in errore anche l’osservatore più attento. Anche il demonio può produrre malattie nervose e fenomeni simili a quelli della nevrosi. Però si tratta sempre di gesti esterni che da soli non bastano aprovare la presenza diabolica. Non si è dato mai il caso di malati di nervi che abbiano parlato linguesconosciute, o rivelato segreti del cuore o predetto il futuro con precisione e certezza: sono questi i tre segni classici della possessione, come diremo subito. Se qualche esorcista si è ingannato scambiando una semplice nevrosi con la possessione, è perché non si è attenuto fedelmente alle prescrizioni del rituale romano. 

E molto importante conoscere la causa esatta dei fenomeni che si possono presentare nel paziente per applicare i rimedi più adatti e più efficaci a eliminare il male. La diagnosi è indispensabile alla terapia — lo sappiamo — e a una falsa diagnosi seguirà sempre una terapia sbagliata, quindi inefficace e talvolta dannosa. In non pochi casi avverrà che l’esorcista debba essere sostituito dal medico psichiatra o dallo psicologo.

E stato osservato che i casi di vera possessione diabolica sono fortunatamente molto rari ai nostri tempi, a differenza di quanto avveniva nell’Antico Testamento e ai tempi di Gesù. La vittoria di Gesù sulla croce ha distrutto il regno di satana e inaugurato il regno messianico di cui lo Spirito Santo è la promessa caratteristica. Questo è il mistero nascosto nei secoli (Ef 3,10). Gli stessi demoni avevano ignorato il piano di salvezza di Dio, perciò avevano spinto gli uomini a uccidere Gesù. E il diavolo — dice san Giovanni — a mettere nel cuore di Giuda di tradire Cristo (Gv 13,2). 
La Passione è un dramma in cui si trova impegnato il mondo invisibile: dietro agli uomini agisce la potenza diabolica. La passione e la morte di Cristo in croce rappresentano la sconfitta definitiva di satana.

Per questo i casi di indemoniati ai giorni nostri sono più rari che nell’antichità e la cautela nel diagnosticarli non è mai troppa, anzi, in caso di errore, è preferibile peccare in diffidenza che in credulità. Diciamo anche che il fatto di essere rari non esclude la realtà dei fatti stessi o che la rarità del fenomeno possa considerarsi una prova della non esistenza del demonio: anche un fatto singolo basta a provare l’esistenza del maligno.

Il rituale romano, cioè il testo ufficiale della chiesa per lo svolgimento dei riti e delle cerimonie sacre, ha un capitolo dal titolo: De exorcizandis obsessis a daemonio, per esorcizzare gli ossessi dal diavolo. In esso, dopo aver raccomandato all’esorcista prudenza e discrezione prima di emettere un giudizio definitivo, elenca alcuni segni che permettono di diagnosticare con relativa certezza l’esistenza di un’autentica possessione. Di questi segni ricordiamo i tre principali:

«Parlare una lingua ignota adoperandone parecchie parole o capire chi le parla; scoprire cose lontane ed occulte; dar prova di forze superiori all’età o alla condizione della persona. Più questi segni sono numerosi, più forti diventano gli indizi».

Il primo segno è parlare lingue ignote, ma per accertare la presenza diabolica bisogna esaminare attentamente la persona, che non abbia imparato precedentemente alcuni vocaboli o qualche frase della nuova lingua. Giustamente il rituale insiste perché siano «adoperati molti vocaboli» e «qualche frase della nuova lingua»; e perché «intenda perfettamente colui che la parla».

Anche il secondo segno, scoprire cose lontane e occulte, si può prestare a equivoci e a false interpretazioni. Ci sono casi di telepatia che si possono spiegare naturalmente senza ricorrere alle cause preternaturali. D’altra parte certe predizioni possono essere effetto o di informazioni precedenti, o di congetture fortuite e casuali, o riferirsi a sventure o a fatti luttuosi: i profeti di sventura, di solito, indovinano sempre perché il male non manca mai nel mondo. Questo segno da solo, quindi, non è sufficiente a dare una certezza assoluta. Per dare una vera certezza deve essere accompagnato da altri segni. Notiamo di passaggio — come si è detto anche altrove — che la conoscenza dei futuri contingenti e dei segreti del cuore sfugge anche agli angeli buoni, che ne hanno solo una conoscenza congetturale. L’intimo dell’animo umano è noto soltanto a Dio.

Lo stesso deve dirsi del terzo segno, l’uso di forze notevolmente superiori a quelle che abitualmenteha il paziente. Vi sono casi di sovraeccitazione psichica che raddoppiano le forze, e bisogna tenerne conto. Vi sono certi fatti però che non si possono attribuire a cause naturali, come la levitazione, il volare a grande altezza e distanza, il camminare coi piedi sul soffitto e con la testa all’ingiù, il sollevar pesi che più uomini non potrebbero muovere. Questi fatti sono stati spesso accertati: essi non possono attribuirsi a Dio nè agli angeli buoni. Non è nello stile di Dio dare inutile spettacolo di sè per soddisfare la curiosità degli uomini. E necessario perciò riconoscervi un segno della presenza diabolica. Quando qualcuno di questi fenomeni si presenta unito ad altri segni sicuri di possessione, come per esempio la ripugnanza alle cose sacre, lo spirito di bestemmia, l’avversione all’eucarestia,si potrà pensare a un’azione diabolica.

L’esorcismo, se condotto secondo tutte le norme stabilite dalla Chiesa, con la dovuta autorizzazione del vescovo locale e seguendo le prescrizioni del rituale romano, ottiene sempre l’effetto voluto, cioè la liberazione dell’indemoniato e il suo ritorno alla normalità.

Ottenuta la liberazione il sacerdote aggiunge l’ultimo scongiuro:

«Che lo spirito cattivo non abbia più il potere di tornare», cioè che la liberazione ottenuta sia definitiva e duri sempre.

Tuttavia i casi di ritorni e di ricadute avvengono lo stesso, anche se di rado. Già nel vangelo si accenna a questa possibilità quando Gesù Cristo parla del demonio scacciato dal corpo dell’ossesso che torna alla carica con altri sette spiriti peggiori di lui (Mt 12, 43-45). La chiesa tien conto di questa eventualità, prega il Signore che non avvenga, ma di per sè non lo può impedire. I teologi hanno cercato di trovare una spiegazione di questo fatto e pensano che la ricaduta sia possibile quando l’indemoniato non si è rimesso completamente a posto con la sua coscienza. Ci possono essere anche altri motivi, ma il principale è questo. Le ricadute di questo genere possono ripetersi più volte.

Concludendo, riportiamo qui la formula usata nell’esorcismo di Leone XIII più o meno simile a quella dell’esorcismo solenne, ma più abbreviata, per far vedere al lettore il modo col quale la chiesa, in nome di Cristo, affronta il demonio e riesce ad avere la vittoria su di lui:

«Gloriosissimo principe delle celesti milizie, Arcangelo san Michele, difendici nella battaglia controtutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale milizia. Vieni in aiuto degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio. Prega dunque il Dio della pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere
schiavi gli uomini e danneggiare la chiesa.

«Presenta all’Altissimo con le tue le nostre preghiere, perché discendano tosto su di noi le sue divine misericordie e tu possa incatenare il dragone, il serpente antico, satana, e incatenato ricacciarlo negli abissi, donde non possa più sedurre le anime.

«Noi ti imponiamo di fuggire, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, con tutte le tue legioni, riunioni e sette diaboliche, in nome e potere di nostro Signore Gesù Cristo: sii sradicato dalla chiesa di Dio, allontànati dalle anime riscattate dal prezioso sangue del divino Agnello. D’ora innanzi non ardire, perfido serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare lachiesa di Dio e di scuotere e crivellare, come frumento, gli eletti di Dio.

«Te lo comanda l’altissimo Dio, al quale, nella tua grande superbia presumi essere simile. Te lo comanda Dio Padre, te lo comanda Dio Figlio, te lo comanda Dio Spirito Santo. Te lo comanda il Cristo, Verbo eterno di Dio fatto carne, che per la salvezza della nostra razza perduta dalla tua gelosia, si è umiliato e fatto obbediente fino alla morte. Te lo comanda il sacro segno della croce e ilpotere di tutti i misteri della nostra fede cristiana. Te lo comanda la eccelsa Madre di Dio, la Vergine
Maria, che dal primo istante della sua Immacolata Concezione, per la sua umiltà, ha schiacciato la tua testa orgogliosa. Te lo comanda la fede dei santi Pietro e Paolo e degli altri apostoli. Te lo comanda il sangue dei martiri e la potente intercessione di tutti i santi e sante.

«Dunque, dragone maledetto, e tutta la legione diabolica, noi ti scongiuriamo per il Dio vivo, il Dio vero, il Dio santo: per Iddio che ha tanto amato il mondo da sacrificare per esso il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna: cessa d’ingannare le umane creature e di propinare loro il veleno della dannazione eterna: cessa di nuocere alla chiesa e di mettere lacci alla sua libertà.

«Vattene, satana, inventore e maestro di ogni inganno, nemico della salvezza dell’uomo. Cedi il posto a Cristo, cedi il posto alla chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, che lo stesso Cristo conquistò col suo sangue.

«Umìliati sotto la potente mano di Dio, trema e fuggi all’invocazione che noi facciamo del santo e terribile nome di quel Gesù che fa tremare l’inferno, a cui le virtù dei cieli, le potenze e le dominazioni sono sottomesse, che i cherubini e i serafini lodano incessantemente dicendo:

Santo, Santo, Santo è il Signore Dio delle celesti milizie.

Amen».

Paolo Calliari

Affidamento a Maria




Cuore Immacolato di Maria,
io rinnovo oggi nelle tue mani
le promesse del mio battesimo.
Rinuncio per sempre a satana
nemico della nostra gioia;
rinuncio ai suoi inganni,
alle sue seduzioni, alle sue opere.
Mi consegno interamente a Gesù, segno vivo
dell’amore di Dio per noi.
Per essere più fedele a lui
e per poter vivere pienamente come figli di Dio
io mi affido a te, Maria Immacolata,
ti scelgo come mia madre e mia Signora.
A te, come un figlio, io abbandono e consacro la mia vita, la mia famiglia,
la comunità in cui vivo.
Disponi sempre di me, secondo il tuo Cuore, O Maria,
preservami dal male e liberami dal maligno.
Nell’ultimo giorno accoglimi tra le tue braccia
e come un figlio presentami a Gesù.
Allora l’anima mia esulterà di gioia, inizierà il mio Paradiso
e sarà un eterno canto di lode insieme con te,
O Maria madre di misericordia. Amen.


La Madre della Salvezza: Non potrete incontrare mio Figlio fisicamente, ma riuscirete ugualmente a conoscerLo del tutto



Miei cari figli, molte persone cercano mio Figlio, Gesù Cristo, ad un dato momento della loro vita. Quando un‟anima scopre mio Figlio, deve compiere un viaggio che comporta percorsi diversi e diverse tappe. Ogniqualvolta vi avvicinerete a mio Figlio, sarà una lotta, pertanto dovrete aspettarvelo. Quanto più vi avvicinerete a Lui, tanto più Gli diverrete simili, e le Sue peculiarità vi diventeranno familiari. Non potrete incontrare mio Figlio fisicamente, ma riuscirete ugualmente a conoscerLo del tutto. Sentirete il Suo Amore, mentre il Suo Dolore diventerà vostro. La Sua Gentilezza verrà condivisa con voi e la gioia che Egli sperimenta, a causa del Suo amore incondizionato per l‟umanità, diventerà la vostra. La Sua Pazienza sarà instillata nella vostra anima e la Sua Parola sarà radicata dentro di voi attraverso il discernimento che vi sarà donato dallo Spirito Santo. 

Quando arriverete ad amare veramente mio Figlio, diventerete umili come Lui ed avrete un ardente desiderio di servirLo, costi quel che costi. Alcune anime, con il tempo raggiungeranno il cammino della perfezione spirituale, ma non riusciranno a completare questo viaggio finché non riporranno tutta la loro fiducia in Dio. Se un‟anima vacillerà lungo la strada, le verranno concesse le grazie necessarie per rialzarsi e continuare il suo viaggio; viceversa, se un‟anima lotta contro mio Figlio, e si considera degna di sfidare il Verbo fatto Carne, allora essa si separerà da Dio. 

La persona che trova Gesù durante la vita terrena e Lo serve fedelmente, avrà la pace. Poco altro ancora, in questo mondo, potrà mai soddisfarla così. Se un‟anima, divenuta intima di mio Figlio, dovesse poi separarsi da Lui, dovrà sopportare un dolore terribile. Dopo averLo conosciuto ed aver vissuto nel Suo Cuore, il dolore provato per la separazione da mio Figlio è il peggiore che l‟uomo possa sperimentare. 

Quando sarete tentati di sfidare gli Insegnamenti di Cristo o quando verrete maltrattati allo scopo di obbligarvi a respingerLo, in un modo o nell‟altro, sappiate che null‟altro, in questo mondo, potrà mai portarvi la pace, l‟amore o la gioia che vengono da Lui. 

La vostra amata Madre 

Madre della Salvezza

16 Agosto 2014 



mercoledì 13 marzo 2019

La mia anima anela al Tuo Sacro Cuore



Santo,
la mia anima anela al Tuo Sacro Cuore,
felici sono quelli che vivono nel 
Tuo Sacro Cuore e possono adorarTi
tutto il giorno; felici quelli che ricevono
grazie da Te;
chiama nuovamente alla vita tutti quelli 
che ancora giacciono morti,
perché possano gioire in Te,
mostra loro il Tuo Amore,
mostra loro il Tuo Sacro Cuore
affinché cantino 
un Nuovo Inno di Amore per Te.

Dal Mio Trono Mi chino fino a voi per elevare la vostra anima a Me ed animarvi con la Mia Luce



Io sono; 
diletti, guardate Me, vostro Dio, come il Più Compassionevole Santo Compagno che siede sul trono nella Gloria nei Cieli ma, allo stesso tempo, nella Mia divinità, Mi chino fino a voi sulla terra per permettere a tutti di sentirMi, di udirMi, di capirMi ed anche conoscere Me, vostro Signore; sì, dal Mio Trono Mi chino fino a voi per elevare la vostra anima a Me ed animarvi con la Mia Luce;

diletti, vedeteMi come il vostro Sposo che provvederà con grande abbondanza a tutto quello che vi manca; rimuoverò il vostro velo di lutto ed anche il sudario che avvolge le vostre nazioni; asciugherò le lacrime dalle vostre gote, vi consolerò; Io vi amo tutti di un amore eterno e, per Mia Grande Pietà, vi ristabilirò; Io, il vostro Sposo, dividerò tutto quello che ho con voi; ho qui con Me, per adornarvi, se lo desiderate, i Miei più Preziosi Gioielli, la Mia Croce, i Miei Chiodi e la Mia Corona di Spine; sono pronto a condividerli con voi; siete disposti e pronti a condividere con Me la Mia Croce di Pace, d’Amore e di Giustizia?

vedeteMi come vostro Redentore; Io vengo in soccorso di tutti quelli che si aggrappano a Me, rispondo a tutti coloro che M’invocano; compassionevolmente vi guardo tutti perché so quanto siete fragili e quanto facilmente siete tentati dal Tentatore; vi ho redento tutti per Mio Amore Infinito, questo Amore così mal capito ... Io sono Amore e chi vive in Me, vive nella Verità;

Io sono la Radice dell’Albero della Vita e la Sorgente della Vita; ho con Me il Frutto dell’Albero della Vita e l’Acqua Viva dei Miei Pozzi Eterni; venite dunque a Me, venite e saziatevi; venite a mangiare; venite a bere dalla Mia Viva Sorgente, voi tutti che avete sete; Io mai vi rinnegherò; Io, Dio, vi svezzerò con un vero Cibo, Cibo che rimarrà in voi, affinché la vostra povera e miserevole anima possa essere in grado di vivere; le vostre terre sono ridotte a lande desolate e i venti cocenti hanno essiccato le vostre gole, ma Io, che sono il vostro Salvatore, dall’alto vedo tutte queste iniquità, allora non dite: “il Signore ci ha dimenticati”, Io sono Il-Fedelissimo e l’Amore travolgente che ho per voi, vi salva; non ho mai distolto il Mio Santo Volto da voi; one agio omga elneah rima, rima, pgara nedro ha unu Amen rima;1

scrivi, Io diffonderò la Pace e l’Amore nelle terre dei vostri morti; intendo spandere la Mia Pace ed il Mio Amore dappertutto e in tutte le nazioni Senza-Amore; intendo distruggere tutta l’Ingiustizia, e questa era morta sarà risuscitata e Mi seguirà nella Nuova Terra che le preparo e, sotto Nuovi Cieli, essa Mi glorificherà e Mi loderà giorno e notte; non avete ancora capito come il Mio Spirito di Grazia vi prepara, Vigna dopo Vigna, estendendoLe dolcemente e con tanto amore ad ogni nazione?

non avete ancora capito come la vostra Santa Madre e Io stendiamo le Nostre Braccia su di voi coprendovi con le Nostre Benedizioni, preparando Vigne per voi, Vigne che Noi continueremo a moltiplicare, Vigne che produrranno frutti a sufficienza per nutrire una moltitudine? il Mio Spirito di Grazia è come una Vite che produce germogli graziosi e i Miei fiori danno frutti di Pace e d’Amore; avvicinatevi a Me, voi che Mi desiderate e saziatevi dei Miei prodotti, poiché il ricordo di Me è più dolce del miele, il possederMi è più dolce del favo di miele; quanti si nutrono di Me avranno ancora fame e quanti bevono di Me avranno ancora sete; chi Mi obbedisce non dovrà arrossire, chi agisce secondo la Mia volontà non peccherà2;

non vi ho detto che nei giorni a venire produrrò germogli che sbocceranno e fioriranno e riempiranno il mondo intero dei loro frutti? questo frutto crescerà con la Mia Luce ed il Cielo riverserà su di voi la Sua Rugiada per rinfrescare le vostre gole essiccate; concedo al Mio Popolo tutte queste benedizioni;

sentitevi amati da Me, piccoli Miei, l’Amore vi ama e benedice ciascuno di voi, lasciando il Mio Sospiro d’Amore sulle vostre fronti;

20 Settembre, 1989

Sant’Agostino



Cristo è la porta per cui io entro in voi. Entro per Cristo... nei vostri cuori. (In Io. Ev. tr. 47, 2)

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Il nemico occulto che semina errori 

Conosciamo tuttavia molte cose di questo mondo diabolico, che riguardano la nostra vita e tutta la storia umana. Il Demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità; egli fu il tentatore subdolo e fatale del primo peccato, il peccato originale (Gen. 3; Sap. 1, 24), Da questa caduta di Adamo il Demonio acquistò un certo impero sull’uomo, da cui solo la Redenzione di Cristo ci può liberare. È storia che dura tuttora: ricordiamo gli esorcismi del battesimo ed i frequenti riferimenti della sacra Scrittura e della liturgia all’aggressività e alla opprimente «potestà delle tenebre» (cfr. Le. 22, 53, Col. 1, 13).  

È il’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana. Da ricordare la rivelatrice parabola evangelica del buon grano e della zizzania, sintesi e spiegazione dell'illogicità che sembra presiedere alle nostre contrastanti vicende: «inimicus homo hoc fecit» (Mt. 13, 28). È «l’omicida fin da principio... e padre della menzogna», come lo definisce Cristo (cfr. Gv. 8, 44.45); è l'insidiatore sofistico dell’equilibrio morale dell’uomo. È lui il perfido ed astuto incantatore, che in noi sa insinuarsi, per via dei sensi, della fantasia, della concupiscenza, della logica utopistica, o di disordinati contatti sociali nel gioco del nostro operare, per introdurvi deviazioni, altrettanto nocive quanto all'apparenza conformi alle nostre strutture fisiche o psichiche, o alle nostre istintive, profonde aspirazioni. 

Sarebbe questo sul Demonio e sull’influsso, ch’egli può esercitare sulle singole persone, come su comunità, su intere società, o su avvenimenti, un capitolo molto importante della dottrina cattolica da ristudiare, mentre oggi poco lo è. Si pensa da alcuni di trovare negli studi psicanalitici e psichiatrici o in esperienze spiritiche, oggi purtroppo tanto diffuse in alcuni Paesi, un sufficiente compenso. Si teme di ricadere in vecchie teorie manichee, o in paurose divagazioni fantastiche e superstiziose. Oggi si preferisce mostrarsi forti e spregiudicati, atteggiarsi a positivisti, salvo poi prestar fede a tante gratuite lubie magiche e popolari, o peggio aprire la propria anima, - la propria anima battezzata, visitata tante volte dalla presenza eucaristica e abitata dallo Spirito Santo! - alle esperienze licenziose dei sensi, a quelle deleterie degli stupefacenti come pure alle seduzioni ideologiche degli errori di moda, fessure queste attraverso le quali il Maligno può facilmente penetrare od alterare l’umana mentalità. Non è detto che ogni peccato sia direttamente dovuto ad azione diabolica (cfr. S, Th. 1, 104, 3); ma è pur vero che chi non vigila con certo rigore morale sopra se stesso (cfr. Mt. 12, 45; Eph. 6, 11) si espone all’influsso del «mystcrium iniquitatis», a cui San Paolo si riferisce (II Tess. 2, 3-12), e che rende problematica l’alternativa della nostra salvezza. 

La nostra dottrina si fa incerta, oscurata com’è dalle tenebre stesse che circondano il Demonio. Ma la nostra curiosità, eccitata dalla certezza della sua esistenza molteplice, diventa legittima con due domande. Vi sono segni, e quali, della presenza dell'azione diabolica? e quali sono i mezzi di difesa contro così insidioso pericolo? 

Bonaventura Meyer



PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

Padre Pio, che si trova a San Giovanni Rotondo, per la prima volta scrive a padre Benedetto il 16 luglio 1917: «... Ci sono poi certi momenti che vengo assalito da violente tentazioni contro la fede. La volontà sono certo che ci si posa, ma la fantasia è sì accesa e presenta sì chiari colori la tentazione, che nella mente si aggira, che presenta il peccato come una cosa non solo indifferente, ma dilettevole. Da qui nascono ancora tutti quei pensieri di sconforto, di diffidenza, di disperazione e persino, non inorridite padre, per carità, pensieri di bestemmie. Io mi spavento di fronte a tanta lotta, tremo e mi violento sempre e sono certo che per grazia di Dio non ci cado». 

É immerso in un’oscurità spirituale che non gli concede tregua, né pace; annaspa, nel buio che lo circonda, con questo effetto: «In esso non vi scorgo se non il movimento di fiere che minacciano di farmi loro preda; altro non ascolta il mio udito se non il continuo ruggire di dette fiere, che mi fanno morire in tutti i momenti per lo spavento». E ancora: «Pensieri di bestemmia mi attraversano di continuo la mente; e più ancora, suggestioni, infedeltà e miscredenze... Il demonio strepita e ruggisce assiduamente intorno alla mia povera volontà».  

(Dopo un’esperienza estatica particolarmente delicata...): «Ma Dio! Chi avrebbe potuto immaginare quello che di lì a poco doveva avvenirmi! L’inferno mi si scatenò addosso. Questa parola abbraccia tutto. Venni rigettato in un carcere più oscuro del primo, dove al presente mi trovo, e altro non vi regna se non sempiterno orrore. Qui tutti i miei peccati sono messi al nudo... Ma le tenebre si vanno sempre più intensificando...». 

MARCO TOSATTI 

Tu, misericordia infinita



Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,45).


Ci hai ricomprati, Signore, 
con il misterioso dono 
del tuo Sangue prezioso. 
Ci hai liberati da ogni forma di schiavitù, 
perché liberi fossimo capaci 
di amare senza egoismo e sete di possesso. 
La tua morte e resurrezione 
ci ha riaperto la via alla vita nuova. 
La tua infinita misericordia ha riscattato 
la nostra esistenza da ogni esperienza di morte,
da ogni schiavitù, dalla tiepidezza 
e dalla superficialità 
e ci ha resi uomini e donne 
capaci di gratuità senza limiti 
e di amore oblativo verso tutti. 
Tu che sei venuto non per essere servito, 
ma per servire,
ci apri la via alla pienezza della felicità
mediante il tuo sangue prezioso: 
sangue che è fuoco, 
sangue che è vita divina, 
sangue che è luce e speranza di futuro per tutti. 
Lo Spirito che ci doni nel tuo sangue divino 
ci renda capaci di vivere ogni giorno 
in docile obbedienza ai tuoi progetti 
di libertà e di pace. Amen. 


Coloro che interferiscono con la Volontà di Dio, nel Suo Piano per salvare le anime, incorreranno nell‟Ira del Padre Mio.



Mia dilettissima figlia, Io desidero far sapere che coloro che interferiscono con la Volontà di Dio, nel Suo Piano per salvare le anime, incorreranno nell‟Ira del Padre Mio. 

Quando all‟uomo viene concesso un grande dono, grazie alla Divina Volontà del Mio Eterno Padre, ed egli lo rifiuta, Mio Padre piange. Se un uomo cerca di fermare, danneggiare o intervenire contro il Mio Piano, elaborato per completare il Patto di Mio Padre, al fine di portare la salvezza al mondo, egli soffrirà molto per questo. Se un uomo crederà che il suo potere sia superiore a quello di Dio, sarà reso impotente, ed inoltre, se un uomo Mi abbraccia, proprio come fece Giuda, dice che Mi ama, Mi bacia sulla guancia e poi Mi tradisce, egli non è meglio di colui che Mi ha consegnato ai Miei carnefici. 

Io porto all‟umanità grandi grazie, in questi tempi; Io porto all‟uomo dei grandi Doni attraverso questa missione, ed egli cosa fa? Mi sputa in Volto, poiché é pieno di gelosia, dispetto e odio nella sua anima. Coloro che agiscono così verranno sopraffatti da un profondo dolore, generato da una tale solitudine, che non avrebbero mai immaginato prima di allora. 

Essi subiranno il dolore della separazione da Dio nel corso di questa vita sulla terra, e quando ciò accadrà, sapranno che questo è stato causato dal fatto che hanno tradito Me, Gesù Cristo, il loro unico e solo Salvatore. Essi, tuttavia, comprenderanno anche l‟enorme intensità della Mia Grande Misericordia; permettendo questa sofferenza sulla terra, Io do loro la possibilità di pentirsi e di ridiventare integri. Se accetteranno la Mia Volontà con dignità, Io donerò loro la vita nel Mio Nuovo Regno. 

Svegliatevi, tutti voi, e cercate di capire che il Mio unico desiderio è quello di estasiarvi tra le Mie Amorevoli Braccia. Io non sono il vostro nemico: vi amo e vi voglio con un desiderio tale che non siete in grado di comprendere. Io invio dei profeti non per spaventarvi, ma per divulgare la Verità, al fine di portare la Salvezza Eterna a tutti voi, soprattutto a coloro che sono i meno meritevoli di tutti. 

Venite! Ascoltate la Mia Chiamata: il Mio Piano sarà realizzato, non importa quanto voi vi opponiate. Al più presto, sarà resa nota la completa verità di ciò che vi è necessario, per rivendicare il diritto Divino alla vostra eredità. Quando Io verrò con questa notizia, dovrete accettarla o perderete la vostra anima. 

Il vostro Amato Gesù

14 Agosto 2014



martedì 12 marzo 2019

Io vengo a ricordarvi la Mia Parola, vengo per chiamarvi al pentimento prima dell’avvento del Mio Giorno



Io sono;

Signore, coloro che rifuggono tutte le rivelazioni private argomentano che la sola Vera Rivelazione è la Santa Bibbia. Questo noi tutti lo sappiamo, ma, che ne dici Tu, Signore?

la Santa Bibbia è in effetti La Verità, la Vera Rivelazione, ma Io non ho cessato di esistere; vedi, Io sono La Parola ed il Mio Spirito è attivo; il Mio Avvocato è con voi tutti, lo Spirito di Verità che molti tendono a dimenticare o ad ignorare, perché tutto quello che vi dice lo Spirito viene da Me; Egli è il Richiamo della Mia Parola, l’Ispiratore del vostro spirito; è la ragione per la quale, figlia Mia, Io continuamente vi ricordo le stesse Verità; capite le ragioni per le quali costantemente vi stimolo con i Miei Richiami; accettate il Mio Santo Spirito di Verità; Io vengo a ricordarvi la Mia Parola, vengo per chiamarvi al pentimento prima dell’avvento del Mio Giorno;

capisci come, per Amore, Io chiamerò ogni anima a Me; voglio che capiate che il cuore dei vostri saggi sono in una casa in lutto; essi hanno la tendenza a dimenticare, nella loro pretesa grandezza, la Mia Potenza e la Mia Divinità; la loro corruzione li acceca, aprendo in essi uno spiraglio ai discorsi di Satana, perché hanno chiuso il loro cuore all’Amore; il loro spirito ed il loro cuore sono più vicini al mondo razionale che al Mio Mondo Spirituale;

questa piaga si è infiltrata nella Mia Chiesa; molti dei Miei pastori sono simili ai corvi della parabola che ti ho dato; essi sono la causa di tante discordie nella Mia Chiesa; i loro discorsi e sermoni mancano di Spiritualità, Fedeltà alla Mia Parola e ai Miei precetti; ripudiano i Miei Misteri in Mia Presenza, mettono in ridicolo la pietà; ricordi l’azione commessa dal loro antenato Caino? hanno adottato il suo linguaggio, servendo il vizio invece della virtù, l’immoralità invece della purezza; si sono sottomessi senza riserva alla schiavitù del peccato; questi Caino sono viventi di fronte al peccato, ma sono morti per il Mio Spirito di Verità; quando il Mio Giorno verrà, dovranno rispondere a Me e renderMi conto di non aver custodito le Tradizioni del loro Pastore; oggi, la loro bocca li condanna e le loro stesse labbra testimonieranno contro di loro; questo è il frutto della loro apostasia;

Ma Signore, ascolta il grido di Abele, non lasciarci a terra qui soli senza che nessuno ci sollevi! La Tua Casa è in rovina, la Tua Casa è il nostro Rifugio e noi non abbiamo altro posto dove andare, migliaia moriranno per mancanza di Pane, noi viviamo in mezzo a macerie, odi la nostra voce e i lamenti dei Tuoi figli, odi il Tuo Abele!

figlia Mia! prega, non cessare mai di pregare; figlia, ti prometto che entrerò nel Mio Tempio inaspettatamente e con un forte Grido dirò a Gerusalemme: “sii ricostruita!” e al Tempio: “le tue fondamenta siano ristabilite” ed Essa sarà la Mia Nuova Città, viva col Mio Spirito; e l’Amore abiterà fra tutti voi, Mio amato resto; e Io La riempirò con i Miei Alberi di Vita; e voi, Miei diletti, mangerete a sazietà;

Io sono la Luce del mondo e Colui che risplende su di voi, siate vigilanti e non dormite perché i giorni sono contati; ricevi la Mia Pace, figlia Mia; Io, Gesù, ti amo, permettiMi di nutrire te e questa generazione affamata;

ora riposa nel Mio Sacro Cuore, Io non ti verrò mai meno; l’Amore è vicino a te;

13 Settembre, 1989

CRISTO CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL’AMORE



CRISTO CROCIFISSO E L'ANTICO TESTAMENTO

Dopo il peccato dei nostri Progenitori, e il giudizio che ne segui, "il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì" (Gn 3, 21), poi li allontanò dal giardino dell'Eden, perché lavorassero la terra da dove erano stati tratti.
Così essi cominciarono quel lungo cammino, quello stesso che avrebbe poi seguito tutta l'umanità che da loro sarebbe venuta: forse consapevoli di ciò, essi si fecero premura di portarsi dietro quella ricchezza di parole che Dio consegnò a ciascuno di loro nell'atto stesso di giudicarli, e ancor più quelle con le quali Dio aveva condannato Satana, prospettandogli l'inimicizia di una Donna che, insieme ad un suo Figlio, gli avrebbe schiacciato la testa: in questa condanna di Satana, c'era per loro una certa assoluzione della loro colpa, mentre in quella Donna e nel suo Figlio, vedevano una sicura speranza di un prossimo ritorno a quel Giardino, dal quale erano stati cacciati.
Perciò tutto l'Antico Testamento sarà sempre animato da una speranza, da una attesa di quella Donna, di quel Liberatore, sia a livello di individui che a livello di società, al punto che san Girolamo dovrà poi insegnare che l'ignoranza di questo Testamento sarebbe ignoranza di quello che sarebbe seguito, cioè del Nuovo Testamento, di Cristo!
A questo punto, anche noi dovremmo sapere che quella speranza, cioè quel Figlio di quella Donna che poi verrà, Lui, quel Figlio, c'è già ora, perché Lui è il Verbo eterno, Figlio del Padre, e, come visto sopra, è stato incaricato dal Padre a prendere, quando il tempo verrà, la natura umana da quella Donna, per poi salvare questo mondo, schiavo di Satana, facendo di quella sua natura umana un grande, totale Sacrificio fino a soffrire una obbrobriosa Passione e Morte di Croce.
Intanto, in attesa di quel tempo, Lui, insieme ai nostri Progenitori, ha già preso posto su questa terra, pronto a compiere la sua missione di salvezza, anche se siamo ancora agli inizi del Testamento Vecchio, ed Egli si trova davanti due persone sole da salvare, cioè Adamo ed Eva; ma per Lui il tempo per quella sua missione è già urgente.
In quei due, infatti, Egli vede già tutti noi, loro discendenza: tutti e ognuno, fino a quell'ultimo che sarà alla fine della vita del tempo e del mondo. Anzi, anche prima, cioè prima della stessa creazione del mondo e dell'uomo, Egli ci aveva visti e ci aveva amati, tutti, uno per uno! Ma quanto eravamo diversi. Infatti, prima ci poteva vedere dentro quella condizione di divina bellezza, nella quale Egli ci poteva pensare ed amare. Ora invece gli toccava vederci dentro lo squallore di morte del peccato, cioè dello stampo di Satana!
Ma non per questo Egli, il Verbo di Dio, ritirerà la parola data al Padre, ma continuerà a guardare avanti verso ciascuno di noi, per raccoglierci tutti dentro il seno della sua misericordia, cioè dentro quel Sacrificio della Croce, in cui vedrà la sua e nostra Vittoria: perciò il suo sguardo sarà sempre là: là su quella Croce, abbracciato ad Essa, fino a quel "Consummatum est" che segnerà la sua morte e la nostra vita!... e Lui sarà, per definizione: il Crocifisso!
II Cristo Crocifisso, capolavoro di Amore!
Ma, se quel momento, quel fatale momento verso cui guarda continuamente come a quello nel quale realizzerà pienamente quella Volontà del Padre di un Sacrificio di morte in Croce, se quel momento avverrà solo più tardi, nella pienezza dei tempi dentro il Testamento Nuovo, tuttavia quel momento, è Lui stesso!, perciò subito anche il Testamento Antico dovrà sentirne gli effetti di redenzione, come già è presente nella speranza di Adamo ed Eva e nella generazione che nascerà.
Ed ecco che lui, il Verbo che verrà poi dalla Donna, comincerà a segnare della sua presenza tutto il Vecchio Testamento, e lo segnerà particolarmente in tre settori: l'individuale, il sociale e il religioso; una segnatura, sia ben chiaro, che rifletterà appunto quel fatale momento che Lui già vive, cioè quel futuro della sua vita e morte in Croce!
Circa il settore individuale, cioè quello delle varie personalità che segneranno l'Antico Testamento, saranno poi i cosiddetti santi Padri della Chiesa a scoprirle e a segnalarcene il rapporto loro con Cristo. Eccone un esempio da parte del Vescovo Melitone di Sardi; parlando infatti del Verbo di Dio, cioè di Gesù Cristo dice: "Egli è colui che fu ucciso in Abele - in Isacco fu legato ai piedi - andò pellegrinando in Giacobbe - in Giuseppe fu venduto - fu esposto alle acque in Mosè - nell'Agnello fu sgozzato - fu perseguitato in Davide - nei profeti fu disonorato...".
Anche San Tommaso d'Aquino, nella sequenza del Corpus Domini, cantando questo mistero, dice: "Egli è stato prefigurato nelle varie figure bibliche: fu immolato in sacco - nell'Agnello pasquale è stato prefigurato - è stato dato ai Padri nella manna".
Si può dire in conclusione, che non c'e personaggio dell'Antico Testamento in cui non sia stata avvertita, dai santi Padri, la presenza di Cristo, segnata in lui dal Verbo.
Passando al settore sociale, cioè della vita religiosa del popolo ebraico, ecco che gli accostamenti tra esso e il popolo di Cristo si fanno anche più evidenti, quasi automatici, senza bisogno di interpreti: infatti il popolo cristiano consegue al popolo ebraico - il passaggio di questo dalla schiavitù d'Egitto alla Terra Promessa, per quello è il passaggio dalla terra al Cielo - la loro manna nel deserto è la nostra Eucaristia in questo deserto del mondo - l'agnello della loro Pasqua, è l'Agnello immacolato - perfino i loro peccati si intrecciano con i nostri, come avviene nei canti, cosiddetti "lamenti" della settimana santa: "Popolo mio, che male ti ho fatto? Io ti ho guidato fuori dall'Egitto, e tu hai preparato una croce al tuo Salvatore; Io per te ho flagellato l'Egitto, e tu mi hai consegnato per essere flagellato; Io ti ho nutrito di manna nel deserto, e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli; Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza, e tu mi hai dissetato con fiele e aceto".
Da questi "lamenti" risulta, in certo modo, una piacevole confusione, perché mentre l'offeso è sempre uno, cioè il Verbo nell'Antico e Gesù nel Nuovo Testamento, gli offensori invece sono due, cioè i due popoli: ebraico e cristiano; il primo riceve le grazie del Verbo, il secondo invece risponde alle grazie maltrattando Gesù... È dunque proprio vero che lui, con la sua Croce, dei due ne ha fatto un popolo solo!
Ma è nel settore religioso, divino e umano, cioè il settore dei Profeti, che il Verbo rivela il segno della sua presenza. Sappiamo che, come diciamo nel Credo, lo Spirito Santo ha parlato per mezzo dei Profeti, e lo Spirito Santo, come è tutto nel Padre, cosi è tutto anche nel Verbo. Ne consegue che fu proprio Lui, il Verbo, a guidare tutti i Profeti di allora, perché predicessero quella sua venuta quale Redentore del mondo, quando sarebbe nato dalla Donna nel Testamento Nuovo.
Ma nel medesimo tempo, perché anche quelli di allora, cioè nel Testamento Vecchio, sapessero che quella Redenzione, per loro, era già iniziata, volle che un Profeta (il secondo o terzo Isaia) vissuto durante il regno di Ozia, 740, narrasse nei particolare quella Passione che Lui avrebbe sofferto 650 anni dopo.
Questo racconto che porta come titolo: "I quattro canti del Servo", lo troviamo in Isaia, cap. 42, 49, 50, 53. Nel leggerli, uno che ha anche solo una elementare conoscenza dei Vangeli, si accorge che si tratta della Persona di Cristo, dei suoi fatti, del suo carattere.
Il primo canto mette in luce particolarmente il carattere di Gesù "mite e umile di cuore" cioè come viene proposto nel Vangeli: 'Ho posto il mio spirito su di lui... Egli porterà il diritto alle nazioni... non griderà... non spezzerà una canna incrinata... Non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta... lo ti ho chiamato per la giustizia... perché tu apra gli occhi ai ciechi, faccia uscire dal carcere i prigionieri, e dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre'.
Il secondo canto si apre alla grande missione: "Ascoltate, o isole, udite attentamente, o nazioni lontane... il Signore dal seno materno mi ha chiamato... mi disse: è troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe... io ti renderò luce delle nazioni, perché tu porta la salvezza fino all'estremità della terra....
II terzo e quarto canto affrontano la storia della Passione: "lo non ho opposto resistenza... ho presentato il dorso ai flagellatori... la guancia a quelli che mi strappavano la barba... non ho sottratto il viso agli insulti e agli sputi... Il Signore mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra" - "Molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto... non ha bellezza, né apparenza... disprezzato e reietto dagli uomini... come uno davanti al quale ci si copra la faccia... Eppure egli si è caricato delle nostre colpe e si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti... il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui".
Naturalmente questi canti e i relativi capitoli vanno letti per intero.
Generazioni e generazioni, sia dell'Antico che poi del Nuovo Testamento, si sono chiesti, leggendo queste pagine, del Profeta: "Di chi mai parla questa profezia?".
Ma la risposta è stata possibile solo quando è venuto lui, il Verbo fatto carne nel seno della Vergine, Lui, il Cristo, Uomo-Dio, mandato dal Padre per salvare il primo uomo peccatore e con lui la prima donna e tutta l'umanità che ne sarebbe derivata, insieme a tutto il mondo, con essi schiavo del peccato; ma questa salvezza sarebbe avvenuta attraverso un grande Sacrificio, cioè una lunga Passione culminata in una morte di Croce! Tutto ciò si compirà, come vedremo subito, nel prossimo tempo, cioè nel Nuovo Testamento, ma il Verbo, già presente ora nel primo Testamento, ha voluto spargerne i segni concreti e visibili, come abbiam visto prima, e come avverrà in tutti i tempi a venire, cioè fino a quando il tempo sfocerà nell'eternità: quel Sacrificio sulla Croce sarà sempre celebrato, perché Cristo e Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore, sarà sempre con l'uomo!... sempre: e nel Primo Testamento e nel Secondo, e nel periodo dell'assenza di Cristo, dove la sua Chiesa ne celebrerà all'altare la sua Passione e Croce, quando poi ritornerà, preceduto dal segno del Figlio dell'uomo, per la vittoria finale sui nemici, perfino nelle Nozze dell'Agnello e il suo viaggio nuziale all'ingresso nell'eternità, la sua bandiera sarà la Croce... Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore!

Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



PIANIFICAZIONE DIVINA RIVELATA


Amore divinizzante.

Che succede a due innamorati che non si amano più? Non trovano più il tempo di stare insieme, di ascoltarsi. Prima dello sfortunato cambiamento il tempo per ascoltarsi non era mai un problema. Saltava fuori sempre, magari con qualche acrobazia. Dopo il cambiamento invece le difficoltà sembrano insormontabili. Tutto è più difficile, più complicato, più faticoso. Che cos’è successo? La situazione fa pensare a un impianto elettrico privo di corrente. Senza elettricità l’ambiente non è più quello di prima ... Non c’è più luce, non c’è più calore, e manca l’energia che prima faceva funzionare tutti gli apparecchi elettrodomestici.

Se l’elettricità è importante, l’amore lo è altrettanto. L’amore è importante quanto l’elettricità, e anche di più. Lo prova il fatto che se l’amore non c’è più il bacio è senza slancio, il sorriso è senza convinzione, l’abbraccio o la stretta di mano sono senza sentimento. Senza l’amore tutto diventa più faticoso e più difficile. È come se mancasse l’energia necessaria a produrre la luce, il calore, il movimento ... Anche se i due “innamorati” continuano a dirsi: “Credimi caro-a, mi è mancato il tempo”, in realtà è lo slancio spirituale che è mancato, perché non c’è più, è morto, e la scusa della mancanza di tempo è solo un pretesto, un’astuzia che si inventa per scansare un ostacolo ormai fastidioso, imbarazzante.

L’amore ... Ma che cos’è? Non è forse il più fantastico, il più splendido dei miracoli? E allora dite: che cosa non fa una persona che ama Dio veramente, sinceramente, di vero cuore? Non si comporta con Lui come ogni innamorata si comporta col suo innamorato? Non pensa a Lui costantemente? Certo! L’anima innamorata di Dio è sempre ansiosa di Lui, e quest’ansia la fa rimanere di continuo sul chi vive. L’orecchio teso, l’occhio vigile, essa si chiede continuamente se il suo dolce Amore non sia già là, sulla soglia di casa. E se si accorge che c’è, corre verso di lui piena di gioia, pronta ad ascoltare tutto quello che le racconterà oggi, comprese le inezie. Ah, gli slanci d’amore che abbelliscono la gioventù! Ricordi? Pieni di vita e di dolcezza. E quanta veemenza nello stesso tempo!

Immagina ora di essere del tutto innamorato (o innamorata). E che il tuo amore sia... Dio. Sì, proprio Lui! Sei innamorato(a) di Dio sapendo che Lui pure lo è di te. Pensi a Lui di continuo, lo aspetti, sei sul chi vive. Hai nel cuore l’ansia, quella dell’amore, un’ansia che brucia. Insomma, sei innamorato(a)! Da parte sua il tuo innamorato si fa in quattro per arrivare da te al più presto. La cosa non gli è sempre facile, e per tanti svariati motivi. Preoccupato del ritardo di oggi Egli ti manda un messaggero con l’incarico di comunicarti sue notizie. Alle notizie aggiunge alcuni incoraggiamenti, e qualche consiglio. Il messaggero arriva e ti porge la lettera. È una lettera che ti riguarda, scritta da colui che tu ami con tutto il cuore! Allora tu che fai? Rifiuti la lettera col pretesto che il messaggero è sporco, goffo, brutto, ignorante, mal vestito, stanco del viaggio, e per finirla non ti va a genio? Se così è, chi dei due innamorati ha smesso di amare l’altro? Tu Lui, oppure Lui te?

Tutti sappiamo che una persona innamorata è ansiosissima di leggere la lettera che gli è porta a nome dalla persona amata. Ha bisogno di verificare se le parole, il tono, la voce, sono quelli che conosce. E leggendo la lettera capisce, o intuisce. La guida l’istinto. Alcuni di noi tuttavia, che pur si dichiarano di Dio, e fedeli suoi, e innamorati suoi, dicono che non è possibile che Dio parli all’Umanità tramite nuovi Profeti. La razza dei Profeti, dicono essi, è estinta. Dunque i Profeti non esistono più perché Dio non ha più bisogno di parlare all’essere umano. Ha già detto tutto tramite gli Apostoli, e la Rivelazione si è chiusa alla morte dell’ultimo di essi. Così essi dicono. All’opposto ci sono altre persone che dicono tutto il contrario, pretendendo che oggi il numero dei “Profeti” è talmente grande che diventa impossibile distinguere chi di essi dice il vero e chi dice il falso.  

Alle persone del primo gruppo io rispondo che se non trovano più il tempo di ascoltare i messaggi che Dio manda al mondo d’oggi, segno è che hanno smesso di amare Dio con cuore sincero. Una cosa è certa: non è possibile che Dio abbia perso il diritto, che ha sempre avuto, di parlare alle sue amate creature. Voler impedire Dio di aprir bocca è come voler arrampicarsi sui vetri. Lo dice il buon senso. Alle persone del secondo gruppo – quelle che si lamentano che i Profeti sono troppo numerosi, e che la confusione che ne deriva impedisce loro di ritrovarsi – a queste vorrei far notare che l’amore, quello vero, rende la creatura capace di distinguere fra mille la voce del proprio Creatore. Persino i cani e le pecore lo sanno fare! Cani e pecore sanno riconoscere tra mille la voce del padrone, cioè del pastore che li governa, e un bambino riesce a distinguere fra mille la voce del papà, o quella della mamma.

Prendiamo ora un esempio storico, quello di Noè. Si sa che prima del Diluvio i suoi contemporanei si beffarono a lungo di lui e dell’arca che stava costruendo, ma in seguito detti beffeggiatori morirono tutti annegati. Ora l’umanità, che si trova nelle stesse condizioni, sembra decisa a ripetere la stessa esperienza. Numerose voci qualificate parlano dell’imminenza di una Purificazione grande quanto il Diluvio, ma le persone che ascoltano tali voci sono pochissime, un gruppetto insignificante, come al tempo di Noè. Le altre non hanno tempo per “corbellerie” del genere, e alcune sghignazzano sarcasticamente in direzione dei Noè contemporanei. Eppure i messaggi che Dio manda all’umanità di oggi sono di estrema importanza. Ogni uomo dovrebbe preoccuparsi di conoscerli, onde valutarli, e invece succede il contrario. Manca forse l’amore, l’elettricità spirituale? Dove manca l’amore tutto si ferma. Non c’è più motivazione per le cose spirituali, per cui mancano le iniziative veramente vitali. Che cosa rimane? Rimane la frenesia materiale, il movimento fisico. Dio non conta più, inghiottito dalla televisione eda mille altri idoli materiali. Nonostante questa situazione difficile, la persona che ama la Verità con cuore sincero trova il tempo di parlare con Dio, e trova anche le prove di cui ha bisogno per credere alle risposte che Dio le manda tramite i suoi strumenti.

Qui mi permetto di offrire una mia testimonianza.

(Continua alla sezione seguente: “Il fuoco sotto la cenere”).

di: Johannes De Parvulis

Per ottenere la Grazia della Perseveranza



O caro Gesù, ti chiedo il dono della perseveranza. 
Ti prego di concedermi le grazie di cui ho bisogno  
per difendere la Tua Santa Parola. 
Ti chiedo di liberarmi da qualsiasi dubbio. 
Ti chiedo di inondare la mia anima con benevolenza,  
pazienza e perseveranza. 
Aiutami a rimanere dignitoso quando sono insultato nel Tuo Santo Nome. 
Rendimi forte e concedimi la grazia di perseverare anche quando sono 
stanco, senza forze e quando devo affrontare tutte le tribolazioni che mi 
attendono, mentre lavoro instancabilmente per aiutarti a salvare l’umanità. 
Amen. 

Diffidate sempre delle divisioni che vedete nel mondo



Mia dilettissima figlia, la rabbia di Satana non è mai stata così tanto intensa; egli infligge sofferenze di ogni genere ai figli di Dio, in ogni parte del mondo. Più grande è la lacerazione, maggiore é la sua presenza e la sua influenza. Ma egli non può nulla di per sé, ed è solo attraverso l‟influenza che esercita su coloro che si sono aperti a lui, che può causare tali persecuzioni diaboliche. Maggiore è il numero delle anime che cattura, peggiore è la persecuzione e più grandi sono i suoi tormenti. Quando persone che Mi sono fedeli gli permettono di creare confusione e disperazione nei loro cuori, il veleno che ne fuoriesce è del peggior tipo. È allora che si scagliano le une contro le altre, che lottano e si dividono fino a che non si distruggono a vicenda. 

Diffidate sempre delle divisioni che vedete nel mondo, siano esse di natura politica, religiosa o avvengano tra i Miei seguaci, poiché esse avranno origine nel covo della bestia, il cui regno sull‟umanità è giunto al termine. Egli, però, non cesserà neanche per un secondo il suo piano per distruggere ogni forma di fedeltà a Me, Gesù Cristo. 

Solo quando accetterete la Mia Parola, come Io la do a voi ora, troverete la grazia di chiederMi di guidarvi attraverso questo campo minato. Nessuno di voi è abbastanza forte nella fede per combattere l‟influenza del male. Senza la preghiera quotidiana, nella quale implorate il Mio Aiuto, voi non sareste in grado di rimanere al Mio Fianco; ma quando Io vi conferirò tali grazie, diventerete coraggiosi e avrete la forza di esserMi leali. Solo allora la Verità vi sosterrà. 

Il vostro Gesù 

13 Agosto 2014

Madre Teresa di Calcutta



MORIBONDI

La nostra preoccupazione è che si rendano conto che c’è chi ha per loro un amore sincero. Qui essi ritrovano la loro dignità di uomini e muoiono in un silenzio impressionante…Dio ama il silenzio.

PADRE PIO DA PIETRELCINA



 La sua missione 


a .   "Una vocazione a corredimere".  
E' fuor di dubbio che padre Pio abbia avuto una sua missione propria, un carisma specifico che in certo qual modo ha condizionato tutta la sua vita sia nella visuale individuale che nell'attività sociale. Non sempre fu consapevole delle realizzazioni concrete e delle finalità determinanti di questa missione affidatagli dalla divina provvidenza; ma in ogni momento la seguì generosamente e intrepidamente e mai dubitò della realtà di tale missione, né mai si sottrasse dalle responsabilità che da essa scaturivano.  
Siamo d'avviso che padre Benedetto colpì veramente nel segno, quando, con espressione concisa e vigorosa, definì la missione e il carisma di cui stiamo parlando come "una vocazione a corredimere". Rispondendo il 27 agosto 1918 alla lettera di padre Pio del 21 dello stesso mese, con la quale gli raccontava il fenomeno mistico della trasverberazione e le conseguenti angosciose ansie, si esprime in questi termini:  "Tutto quello che avviene in voi è effetto di amore, è prova, è vocazione a corredimere, e quindi è fonte di gloria [...].  Dominus tecum. Egli, l'amore paziente, penante, smanioso, accasciato, pesto e strizzato nel cuore, nelle viscere, tra l'ombre della notte e più della desolazione nell'orto di Getsemani è con voi associato al vostro dolore e associandovi al suo. Ecco tutto, ecco la verità e la sola verità. La vostra non è neppure una purga, ma una unione dolorosa. Il fatto della ferita compie la passione vostra come compì quella dell'Amato sulla croce".  
Questa sua "vocazione a corredimere" l'umanità peccatrice padre Pio l'attuò partecipando ai dolori dell'Amante crocifisso, il quale lo scelse come vittima di amore e di dolore. Più d'una volta, riflettendo su se stesso, sul passato e sul suo avvenire, padre Pio confessa schiettamente di scoprire qualcosa di misterioso nel corso degli avvenimenti, nei suoi rapporti con Dio e nella condotta di Dio verso di lui. La prima causa di quest'aria di mistero, che in certi periodi avvolgeva la sua vita, scaturiva dal contrasto - per lui troppo evidente - tra le sue infedeltà alla grazia e la sempre più grande benevolenza di Dio verso la sua anima. Evidentemente il fenomeno doveva avere scopi precisi, che a lui però sfuggivano e perciò chiedeva angosciosamente che gli fossero chiariti:  "Io in me veggo del mistero; continuamente mi dolgo dei commessi peccati; continuamente propongo di non commetterli più, continuamente ci ho una volontà risoluta a non più peccare, eppure, mi duole il dirlo, con il sangue agli occhi, che con tutto questo son ancora imperfetto, e sembrami che spesso spesso do disgusto al Signore. Alle volte mi viene una disperazione grande perché mi sembra quasi impossibile che Gesù debba perdonarmi tanti peccati [...]. O, che lavoro è mai questo? Me lo spieghi un po'. Ma tutto questo mi succede senza avvedermene, poiché la volontà di disgustare anche lievemente Iddio non ce l'ho affatto" (2 9 1911).  
Inoltre a mano a mano che si addentra per la via dolorosa delle purificazioni passive verso l'unione trasformante, si vede maggiormente avvolto nel mistero e, con la mente quasi smarrita, dichiara di nulla comprendere come e perché si trovi in tale sconcertante situazione:  "Quanta è grande, o padre, la mia sventura! Chi potrà comprenderla? Conosco benissimo d'essere io un mistero a me stesso, non so comprendermi" (17 10 1915).  
Si direbbe, però, che questo mistero non consiste precisamente nell'ignorare i disegni fondamentali di Dio, ma piuttosto nel non conoscere il modo come quei disegni debbono attuarsi e realizzarsi in lui. Scrivendo al padre Agostino, per ben due volte ed a pochi mesi di distanza, insiste sulla stessa idea:  
"Quante cose vorrei dirvi, o padre, ma non il posso: riconosco d'essere un mistero a me stesso" (17 3 1916).  
"Che dirvi di me? Sono un mistero a me stesso, e se mi reggo, si è perché il buon Dio ha riservato l'ultima e più sicura parola all'autorità su questa terra" (15 8 1916).  
Nel novembre del 1922, alludendo alla sua entrata nell'ordine cappuccino, scrive ad una figlia spirituale:  "Ti siano rese infinite lodi e ringraziamenti, o mio Dio. Ma tu qui mi nascondesti agli occhi di tutti, ma una missione grandissima avevi fin d'allora affidata al tuo figlio. Missione che a te ed a me solo è nota [...]. Oh Dio! fatti sempre più sentire al povero mio cuore e compi in me l'opera da te incominciata. Sento intimamente una voce che assiduamente mi dice: santificati e santifica"6.  

Collocazione dell’oggetto fatturato



Perché la maledizione colpisca la vittima occorre che l’oggetto della fattura, caricato di maledizione, la raggiunga, ne venga a contatto. Viene fatto attraverso gli oggetti più svariati: sangue di mestruazione, ossa, terra del camposanto, fettucce tagliate da una stola, sangue di animale, fotografie, polveri, ecc. Con la fatturazione l’oggetto viene caricato della potenza negativa della maledizione per fare del male.  
Questo viene fatto nelle case degli stregoni e dura diverse ore di preghiera e cerimonie di culto al demonio per diversi giorni per impregnarlo di una carica di negatività da scaricare sul destinatario del maleficio. Satana gode di questi riti perché viene invocato, adorato al posto di Dio, a lui si rivolgono per chiedere grazie, meglio disgrazie e consumare vendette. 
Il demonio afferma durante un esorcismo: “Io ho il mio regno e Dio ha il suo Regno”. I fattucchieri si affidano alla potenza del demonio e chiedono il suo intervento. È una vera rivalità, lotta contro Dio per usurpare l’adorazione a Lui dovuta. 
Per satana la più grande soddisfazione è dare uno schiaffo a Dio.  
Accanto ai fattucchieri adorano il demonio anche tutte le persone che fanno la fila davanti alla loro porta, snobbando, umiliando Colui che ha tanto amato il mondo. 
Come Dio insegna ai credenti di pregare “con perseveranza e insistenza”, i devoti del demonio devono chiedere, pregare con insistenza e per diversi giorni.  
Gli oggetti per poter agire devono essere posti il più possibile vicini, a contatto con la vittima designata. La testa e lo stomaco sono i punti maggiormente colpiti: per questo gli oggetti più svariati vengono posti nei guanciali del letto, nei materassi della vittima prescelta, o le fanno assumere bevande e cibi preparati con la fattura. Se l’operazione è ostacolata umanamente, si fa arrivare l’oggetto fatturato, carico di maledizione per via preternaturale, per opera dello stesso demonio. 
Un parroco sente raccontare fatti strani che avvengono in una famiglia e la figlia quattordicenne è la più colpita da disturbi. Anche i giornali ne parlano. Il sacerdote invita Mons. Gemma e insieme fanno visita alla famiglia.  
Scoprono che il cuscino della quattordicenne è pieno di fettucce di plastica strane, di vario colore. La sorella maggiore rimane stupita perché lei nel confezionarli ha usato un solo colore. In effetti le fettucce degli altri cuscini sono tutte dello stesso colore, crema sporco, come li aveva confezionati. 
Un altro esorcista è chiamato in una casa per fatti sospetti: fa un’apertura nel materasso incriminato, entra con il braccio ed estrae bambole ed altri oggetti strani.  
Le bevande fatturate che producono maggiori mali sono quelle con sangue di mestruazione. Assunte dal destinatario  lasciano nel suo stomaco l’azione malefica anche per molti anni per compiere il male, per trasmettere la negatività affidate all’oggetto fatturato. 

FRATELLO ESORCISTA