lunedì 20 aprile 2020

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )


UNA FALSA VOCAZIONE

Francesco percorreva una volta la provincia della Marca predicando. Un giorno,  dopo la predica alla gente di un villaggio, un uomo venne da lui e gli disse: «Fratello  voglio lasciare il mondo ed entrare nella tua fraternità». Rispose Francesco: «Fratello,  se vuoi entrare nella nostra famiglia, è necessario per prima cosa che tu distribuisca ai  poveri tutti i tuoi beni, secondo la perfezione consigliata dal santo Vangelo, e poi che tu  rinunzi completamente alla tua volontà».
A queste parole, colui partì in fretta, ma ispirato da amore carnale e non spirituale, donò  i suoi beni ai consanguinei. Tornò poi da Francesco e gli disse: «Fratello, ecco, mi sono  privato di tutti i miei averi!». E Francesco: «Come hai fatto?». Rispose quello:  «Fratello, ho donato tutto il mio ad alcuni parenti, che erano nella necessità».
Conobbe Francesco, per mezzo dello Spirito Santo, che quello era un uomo carnale, e  subito lo accomiatò: «Vai per la tua strada, frate Mosca, poiché hai dato il tuo ai  consanguinei, e ora vorresti vivere di elemosine tra i frati». E colui se ne andò per la sua  strada, ricusando di distribuire i suoi averi ad altri poveri.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

L’uomo attende sempre cose nuove, ma cerca così poco di essere un uomo nuovo. E quello che fa realmente nuovo il mondo, è un uomo rinnovato dalla forza dello Spirito Santo.



Maria Madre di Dio

L’uomo attende sempre cose nuove, ma cerca così poco di essere un uomo nuovo. E quello che fa realmente nuovo il mondo, è un uomo rinnovato dalla forza dello Spirito Santo.

Allora oggi la nostra prima riflessione è di ringraziamento a Dio. Nonostante le difficoltà, è sempre importante riflettere sul fatto che l’uomo raccoglie quello che semina. Ogni difficoltà, ogni sofferenza, ogni dolore, sono conseguenza di quello che l’uomo ha seminato. Gesù ci dice che non possiamo voler raccogliere profumo se non abbiamo seminato questo profumo. Troviamo le spine, troviamo le pietre, troviamo le battaglie, troviamo le barriere, troviamo il viaggio pesante. È sempre importante avere il proposito di raccogliere qualcosa di buono.
Di cosa abbiamo bisogno in questo momento? Dio ha tanto da darci. Egli ha il vino migliore da darci. Ma noi cosa abbiamo fatto per meritare questo vino migliore? Questo vino buono, questo vino che spesso arriva nella tua vita dopo che sei passato per diverse cose, e allora dici: “Ma perché non l’ho assaggiato prima? Perché solo adesso sto facendo questa esperienza?”. Perché non sempre nella tua vita ti affidi, vivi la preghiera, vivi la tua missione. Il mondo ha bisogno di impegnarsi nella costruzione di questa missione.
 E Gesù ci ha dato grandi prove del fatto che dobbiamo svegliarci. La famiglia, il bambino, il giovane: la sofferenza oggi è ben visibile, nitidamente. È una sofferenza che è conseguenza dei peccati dell’umanità. È proprio una conseguenza della disobbedienza a Dio! Perché non hai fatto una scelta giusta. Preferisci soddisfare il tuo ego, la tua carne, che mantenere la tua vita in pace.
È per questo che molte persone non hanno la grazia di vivere bene il passaggio sulla terra. Perché stanno vivendo solo per soddisfare il loro ego-materia. La materia! Quello che conta è la materia, quello che importa è il momento della materia, e così l’uomo sta vivendo le conseguenze di una sofferenza molto ardua, perché non sta vivendo la volontà di Dio, continua a permettere che le insidie del demonio lo feriscano.
Perché quello che è giusto nella vita, per quanto sia grande la tua debolezza, lo vinci con la forza. Non puoi mai permettere che la tua fragilità sia maggiore della tua forza. Innanzitutto perché siete battezzati. Avete ricevuto lo Spirito Santo. Avete una fede viva, la vostra fede ha un fondamento vivo, che è Gesù Eucaristico, la Santa Comunione, la Santa Eucarestia, la confessione, la preghiera, il timore di Dio, il rispetto.
Ma cos’è successo all’umanità oggi? L’umanità vive una fede molto superficiale, non una fede reale, una fede viva. Dice “ho fede”, ma permette alla sua fragilità di cadere e di commettere tutto quello che è male, tutto quello che è insidia, tutto quello che è peccato. Manca quella fede di vittoria, quella fede di volontà: vincere il demonio, vincere le sue insidie, vincere l’invidia, vincere la gelosia. C’è gelosia di tutte le cose, invidia di tutte le cose. L’uomo non è capace di valorizzare i suoi doni.
Qual è il tuo dono? Gesù ha detto in un modo così bello, nel giorno di Natale, che non importa se il tuo dono è di essere missionario, padre, madre; non importa se il tuo dono è vocazionale, di vita sacerdotale, vita religiosa, l’importante è che tu sei un eletto di Dio. L’importante è che tu hai qualcosa da compiere sulla Terra. La tua vita non è una vita qualsiasi, è un disegno di Dio. Quando nasce un figlio di Dio, nasce per la volontà di Dio, quindi anche tu sei nato per volontà di Dio.
È per questo che, quando lotti per la vita umana, stai lottando per la volontà di Dio. Perché la vita è data da Dio. È Dio che dà la vita. Allora solo Lui può coltivare il tempo del tuo cammino qui sulla Terra, che è il tuo passaggio. Questo passaggio molte volte finisce precocemente a causa delle malattie, delle morti accidentali, dei suicidi. C’è molta sofferenza oggi nel mondo, figli.
Parliamo di una sofferenza di alto grado, non di grado basso, di grado elevato.

 E tra queste avete visto che nel mondo c’è anche la sofferenza temporale: le persone stanno aggredendo lo spazio in cui vivono, stanno aggredendo la Terra, e in questa aggressione alla Terra stanno uccidendo la vita, uccidendo le persone, uccidendo l’aria, uccidendo la casa che li ospita.
Gesù spiega che alla fine dei tempi avremo tre sofferenze: nel tempo, nella materia e nell’anima. Sofferenza temporale (nel tempo), materiale (nella carne, materia) e sofferenza nell’anima, che è la sofferenza spirituale. E ci parla dell’aggressività. Oggi c’è avidità, nessuno vuole vivere una vita sana sulla terra, tutti vivono in funzione dell’avere. Forse che l’avere ti rende felice? Tu che oggi hai tutte le cose che sognavi: ti hanno portato la gioia? O si tratta di una felicità superficiale? È una felicità artificiale, non di essenza.
La felicità è prendere un figlio in braccio e baciarlo, amarlo, abbracciarlo, è sapere che la vita non finisce, che tu sei un lievito che Dio ha messo nell’impasto del tuo corpo. Sei un lievito: azione, intelligenza, forza, coraggio, fede. 
State esigendo molto dai giovani e dai bambini, ma essi seguono il vostro esempio. Non seguono altri esempi, stanno seguendo il vostro esempio, di padri e madri. Non hanno altri esempi! Il loro specchio siete voi. Allora se osservate la decadenza in cui sono, vedrete la decadenza in cui siete voi.
Il mondo ha bisogno di elevarsi a Dio. È un mondo di missione, un mondo di lacrime, un mondo di sofferenza, di battaglia, e spesso è inutile parlare di più. Gesù ha detto: “ha orecchie solo chi vuole ascoltare”. Ci sono persone che non vogliono più ascoltare, non vogliono sapere che Gesù è la brezza leggera, preferiscono la tempesta, preferiscono il dolore, preferiscono la sofferenza, preferiscono le insidie. Non vogliono la pace.
Perché la pace è nel mondo. Gesù ci ha detto molto seriamente, in un messaggio, che manca Dio nel cuore delle persone. Ma non è che Dio manca, sono i suoi figli che mancano. Dio è qui con noi, sta ancora illuminando questo mondo, i fiori stanno ancora fiorendo, i frutti sono ancora sugli alberi, quando semini raccogli ancora, il frutto nasce, c’è prosperità, c’è speranza, c’è l’acqua che sgorga. Ma il mondo non vuole stare alla presenza di Dio, le persone si stanno allontanando. Anche perché non vogliono vivere quello che Dio chiede.
Perché quando siamo vicini a Dio, Dio ci chiede qualcosa. La prima cosa che ci chiede è questa: “sei un peccatore, ma evita il peccato”. È la prima cosa che chiede. E l’uomo spesso dice: “io pecco, ma Dio è misericordia”. Sbaglia. Dio è misericordia per chi cerca la santità, non per chi resta nel peccato. Egli detesta il peccato. Allora devi cercare la santità, devi volere la tua santità.
Voi oggi dovete essere famiglie sacre, famiglie sante. Oggi i figli giovani dovrebbero lasciar riposare un po’ i loro genitori più anziani. Invece avviene il contrario: i figli giovani stanno riposando e i genitori anziani sono molto stanchi. Perché è un mondo egoista, un mondo in cui le persone non sanno aiutare quelle che hanno bisogno di aiuto. C’è un mondo in cui le persone pensano solo a loro stesse.
Allora tu puoi vincere le tue debolezze. Puoi. Non pensare che la tua debolezza sia maggiore della tua forza. La tua forza è molto superiore. Quando vuoi essere forte sei forte, quando vuoi uscire dalle insidie del demonio ci riesci. Riesci perché sei forte. Se ti lasci abbattere dalle tue debolezze e non valorizzi la tua forza, allora cadi, vacilli, inizi a barattare tutto il tuo valore con delle briciole. E allora soffri, ti amareggi, da quel momento in poi la tua vita non ha più frutti, ha solo battaglie e sconfitte.
Per questo Gesù vuole restaurare nelle nostre vite questa pienezza dello Spirito Santo. È per questo che dice: avete bisogno di essere luce. Il mondo è nelle tenebre. È necessario che qualcuno sia luce in questo mondo. E la Parola di Dio ci catechizza perché verranno altri giorni dolorosi. Non abbiamo la speranza che verrà da un giorno all’altro un giorno migliore, perché dipende dal raccolto, dipende da quello che seminiamo. E quello che l’uomo ha seminato non gli darà un buon raccolto. Non ha quella pienezza dello Spirito Santo nella sua anima, non ha amore più per nulla, nemmeno per sé stesso. Ha perso la vita, ha perso l’essenza dell’amore alla vita. È immerso nelle briciole, sta affondando in alto mare.
Per questo Gesù oggi viene a dirci: siete in un tempo di misericordia, state naufragando, avete bisogno del mio aiuto affinché io vi resusciti. Perché state perdendo tutta la grazia del Salvatore, tutta la grazia di avere Gesù nella vostra vita, di avere una comunione con Dio, di avere una vita più santa, più felice.
Da qui in avanti avrete molto da ringraziare, perché vedrete così tanta sofferenza che ringrazierete per essere sopravvissuti ad essa, perché avete preghiera nella vostra vita, preghiera nella vostra comunità, nella vostra casa, nella vostra famiglia. Sopravvivrete con la preghiera. Chi non prega non avrà questa vittoria, affonderà sempre più in questo abisso di peccato, vivrà in modo terribile le conseguenze del peccato.
Hai bisogno di cambiare la tua anima. Quando Gesù ha detto che c’è la sofferenza temporale, quella materiale, ma che la peggiore è la sofferenza dell’anima, ti sta dicendo: È la tua anima che può vincere il tempo e la materia. È la tua anima che può vincere la sofferenza temporale e quella materiale. La tua anima è l’essenza della tua vita.
Perché Dio ti ha dato la vita per amore. Egli si prende cura di te. Non sapete quanto Dio si prende cura di voi, figli. Se lo sapeste vi preoccupereste molto di più di stare alla presenza di Dio, perché Dio si prende cura di voi tutto il tempo, Dio vi protegge tutto il tempo. Tutto il tempo il tuo angelo ti custodisce e ti difende, ti protegge. Perché voi potreste essere davanti a una sofferenza molto più grande: se fosse per quello che seminate, oggi la vostra sofferenza sarebbe molto ma molto più grande. Ma Dio vi sta alleggerendo, questa brezza leggera ci stando la grazia di avere un sollievo.
Allora ci vuole preghiera, fede, e da qui in avanti seguire i passi di Gesù. È questo che io desidero per tutte le famiglie del mondo intero.
Un messaggio forte che ci dice la verità di quello che oggi stiamo vivendo, sentendo, e di quanto abbiamo bisogno di Dio.  L’uomo oggi ha una carenza molto grande di Dio. Nel momento in cui avrete meno catechesi, meno messaggi, sentirete che dovete maturare di più. L’uomo deve fortificarsi nel momento in cui ascolta la Parola, perché può essere che la sofferenza diventi più difficile e voi dovete fortificarvi molto.
Allora è il momento di iniziare a pregare chiedendo a Dio questa grazia di avere un cuore molto fedele a Dio. Adesso è tra voi e Dio il vostro sì, il vostro abbandono, la vostra sincerità, la vostra onestà davanti al Padre. Adesso è il momento in cui vedrai quanto Dio è giusto nella tua vita.

domenica 19 aprile 2020

L’amore



L’amore ha un solo desiderio: trasformarsi in calore e luce, in modo da riscaldare intorno a sé tutto ciò che è freddo, per illuminare tutto ciò che si trova nelle tenebre.


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Il dogma di Maria Corredentrice: è questo il momento opportuno per proclamarlo?




“Mamma, perché piangi ?” 

(Pagine tratte dal libro “Parole di Cielo”, dell’Anonimo del XX secolo) 

“Dagli occhi di una madre ciascun figlio argomenta, in varie occasioni, gli affetti di  Colei che, generandolo, donò al Figlio suo proprio immagine di se stessa. Guardare una  mamma significa leggere nobili sentimenti o pene materne. Ebbene, figuratevi un  momento l’incontro degli sguardi miei, pendente dalla croce, con gli sguardi di mia  Madre quasi morente ai miei piedi. Cosa c’è di più pietoso che vedere Maria che guarda  Me in stato di immense pene? La Mamma afflittissima non dimenticò più lo sguardo mio  col quale le trafissi l’ultima particella di cuore ancora sana e dovetti operare un grosso  prodigio per tenerla ancora in vita... 
Mamma mia, quali cose ti procurai associandoti a Me nella Redenzione del genere  umano! I tuoi occhi ora brillano, ma il mio Cuore non sarà pago finché non farò  conoscere a quanti più vorranno le tue pene, le tue amarissime amarezze. Chi mi ama  mi segua anche in questo e cioè nel ricordo frequente di quegli occhi materni...”  
*    *    * 
“Oggi ricordate i dolori di mia Madre e ve ne fate l’idea che potete. Oggi Io ricordo  quei dolori, quelle pene, quel Cuore spezzato per Me e per voi, che era talmente bello e  puro e così palpitante di santissimo amore, che da solo fece argine al grande mare  tempestoso delle anime e mi portò, quale tramite da Me desiderato, tutti voi, figli suoi.  Ella, purissima dalla nascita, non avrebbe dovuto soffrire le conseguenze del peccato ed  invece, con Me, ha ricevuto e sostenuto tutta la gravezza del mondo. Io ho redento, Lei  ha cooperato con Me per amore mio e vostro. Io, Figlio divino dell’Immacolata, ho  sofferto la grandissima Passione mia come soltanto il Padre può conoscere, ma non fui  solo, perché Lei era con Me e mi comprendeva tanto da essersi trasformata in una  torcia di dolore. 
Oh, se sapeste cosa chiedete a Me e a Lei quando ci pregate di farvi provare una  piccola parte delle nostre sofferenze! Se lo sapeste! Ma non potete farlo bene se non  avete grandissima unione con Noi e, se vi esaudisco, sarà un soffrire blando assai al  confronto di Me e di Lei. La Passione mia e quella di Maria, infatti, non saranno mai  comprese da altre creature umane o angeliche, perché Io e Lei siamo altissimamente  soli dinanzi a mio Padre, sebbene collegati a voi in unione di carità”. 

“Tutte le volte che Maria, piangendo, ricordava la mia Passione, Io, dal Cielo ove  ero salito dopo i quaranta giorni della mia Risurrezione, non mancavo di tenerle  compagnia per sollevarla dalle crudeli pene che si rinnovarono nel suo cuore di Madre.  Ella, per prima, infatti, è stata la continuatrice delle stesse mie pene e ha, per così dire,  inaugurato la schiera innumerevole di coloro che completeranno il poco che manca alla  mia Passione, perché riservato ai seguaci miei. Tanto più in Maria, prima fra tutti,  dovevasi verificare un'eccezionale unione alla mia Passione, cui aveva partecipato  direttamente, essendone stata parte viva ed accetta. Perciò, a Lei rivolgete spesso il  pensiero, voi che avete aderito alla mia Passione, perché Ella sa, può e vuole aiutarvi a  considerare Me sofferente. Con Me e con Lei, e dunque, non temete di entrare nel solco  doloroso delle mie atroci pene dall’Orto al Calvario”.  
*    *    * 
“Chi vuole considerare mia Madre dolente sul Calvario si rivolga a Me ed Io, che  vissi quelle ore terribili, volentieri darò luce e compassione per Colei che volle assistere  alla mia morte. M’aveva seguito, come poteva, nella via che conduceva al luogo del mio  martirio e quando ci potemmo vedere fu, per Lei e per Me, una trafittura immensa.  L’accompagnarono fin sotto il Calvario, ma non subito poté avvicinarsi alla mia Croce.  Comunque, la sua vita era più che mai dipendente dalla mia ed Ella sentiva di morire  lentamente, stretta da una morsa crudele. I battiti del suo Cuore s’illanguidivano sempre  più e il dolore l’aveva come impietrita. Povera mia Mamma, quanto l’ho fatta soffrire!   Non volevo che mia Madre restasse lontana a vedermi; perciò feci in modo che le fosse  stato possibile avvicinarsi alla mia Croce. Ero Dio, ma soffrivo come Uomo e come tale  ho desiderato la vicinanza di mia Madre. Tanto più che ciò corrispondeva al mio disegno  divino di renderla partecipe eccezionale della mia Passione. Così poté cooperare con Me  e con Me concorrere alla salvazione del genere umano. Già era degna di essere  partecipe della mia opera di redenzione, ma facendola sostare sotto la mia Croce, le ho  voluto conferire il riconoscimento di questa mia scelta. 
Dunque, mia Madre si era avvicinata a Me ed Io potevo scorgerla dietro il velo di  sangue che mi teneva le palpebre quasi del tutto chiuse. Pur essendo vicinissimo a  morire, il mio Cuore di Figlio ebbe un palpito tutto speciale per quella povera Madre che  mi aveva secondato divinamente per tutta la vita. Stavo per partire dalla terra e come  potevo non salutare Colei che mi generò, Colei che trepidò con Me e che stava offrendo  veramente tutta se stessa per Me e per voi? 
Voi sapete quale fu il mio addio. Il mio addio fu una sostituzione di Me stesso con  voi, tramite Giovanni. Ella comprese ed accolse, con immensa riconoscenza, in luogo  del Figlio unico ed insostituibile, una moltitudine di figli che avrebbe curato e seguito  con lo stesso amore che aveva avuto per Me. Maria gradì il dono perché veniva da Me,  morente, e perché Giovanni sarebbe stato il ricordo vivo mio, quando dopo un po’ l’avrei  lasciata. Inoltre Giovanni era anche un altro simbolo, quasi una corona alla Madre dei  gigli, e ciò Maria intese subito con gratitudine. 
Addio, Mamma, addio; ma non passerà molto che ci rivedremo ed allora non sarai  più mesta, come ora. Mamma, addio. Ti lascio a guardare la mia Chiesa nascente, che  vorrai nutrire come un tempo nutristi Me. Addio, Madre dolorosa, addio. Vado al Padre e  torno, come dissi, e ti preparerò un trono lucente e maestoso. Oggi mi vedi nell’umiliazione, ma presto ti estasierai per la mia gloria. Madre, addio. Il mio primo  sguardo fu per te ed ora anche l’ultimo è a te riservato. Mamma, addio...”  

“Tanto mi preme dirvi qualcosa sulle atroci sofferenze che quasi soffocarono mia  Madre a causa delle mie pene. Fin da quando ero fanciullo, Ella apprese che la quasi  infinita dolcezza che sperimentava per essere Madre mia, aveva come contrapposto stati  di dolore e di struggimento che la tenevano sospesa fra la vita e la morte. Sicché presto  si convinse che l’esser Madre dell’Uomo dei dolori comportava l’effettiva partecipazione  a tutte le mie pene. E come può estraniarsi una Madre dalle sofferenze di suo Figlio?  Come poteva non aiutarmi a soffrire Colei che scelsi per farmi aiutare a redimere? Per  tanto la sua vita, nascostissima ora a voi, era apertissima a Me, perché era l’altare sul  quale ho preferito immolarmi. Sì, la mia Mamma ha fatto da altare, in certo modo, a  tutte le mie offerte, giacché nessuna ne facevo senza di Lei. 
Amatela, amate la dolorosa Madre! Comprendetela, almeno un po’, perché pochi  cercano di esserle vicini per quello che ha sofferto per Me. 
Ed ecco cosa voglio farvi sapere. Quando Giovanni poté far avvicinare mia Madre  alla Croce, dove ero confitto da circa un’ora, avvenne che tutti i miei dolori furono a Lei  comunicati, partecipati, in un attimo, sicché da allora Ella sentì di essere crocefissa con  Me. Tutta la sua anima bruciava di dolore, mentre il suo corpo riceveva raggi dolorosi  che le trapassavano mani, piedi e cuore. Allora compii il primo miracolo del genere,  sicché Maria fu la prima stigmatizzata da me. 
Benedetta Madre, che sopportasti così crudeli piaghe e che bruciasti di cocentissimo dolore! 
Chi non la compatisce, non è degno di Me. Chi la dimentica, meriterebbe di essere  dimenticato da Me. Perciò a voi la ricordo, a voi la mostro ed in voi voglio continuare a  lodarla e amarla”. 

Pablo  Martín  Sanguiao

Geremia



La nuova alleanza

31Il Signore dice: 'Verranno giorni quando io concluderò una nuova alleanza con il popolo d'Israele e con il popolo di Giuda. 32Questa alleanza non sarà come quella che ho concluso con i loro antenati quando li ho presi per mano per farli uscire dall'Egitto. Essi hanno rotto quell'alleanza, ma io ho continuato ad essere il loro Signore. 33Questa è l'alleanza che io concluderò con il popolo d'Israele dopo quei giorni: Io metterò la mia legge dentro di loro e la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34Nessuno dovrà più insegnare agli altri o dire al fratello: Cerca di conoscere il Signore. Perché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande. Io perdonerò le loro colpe e non mi ricorderò più dei loro peccati. Io, il Signore, lo prometto solennemente'.

VI PRESENTO L'AMORE



IL FONDAMENTO


Lo Spirito di Amore discende sempre.

La continua e non interrotta comunicazione della verità, per opera del Cristo alla sua  Chiesa, continua anche oggi e continuerà sempre, non in forza dell'organizzazione umana della Chiesa, perché essa si avanza sopra debole nave; ma in forza  dell'effusione dello spirito di amore e verità sopra il Vicario di Cristo e sopra tutti  coloro che appartengono a quel corpo mistico del Redentore che si chiama la  comunità o chiesa.
Tre in uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre persone in un Dio solo. Nell'unica  essenza, distinzione di persone: ecco il mistero della Trinità; ecco l'intima vita di Dio.

Analogie Trinitarie.

Io sono, io conosco, io amo e tuttavia io sono uno solo. I tre angoli d'un triangolo non  fanno tre triangoli, ma un solo triangolo. Il colore, il calore, la forza della luce del  sole non fanno tre soli, ma un sole solo. L'acqua, il ghiaccio, il vapore acqueo sono  tre manifestazioni di una sola sostanza. La forma, il colore e il profumo della rosa  non fanno tre rose ma una sola rosa. La nostra anima, il nostro intelletto e la nostra  volontà non fanno tre sostanze ma una sola. Un adesso, un adesso, un adesso non  fanno tre adesso ma un solo adesso.
Ecco alcune analogie che servono a intravedere la verità basilare del Cristianesimo:  in Dio sono tre persone; ma Dio è uno solo.
La Trinità, quindi, risponde alla domanda di Platone:
— Se c'è un solo Dio, a che cosa pensa egli?
— Dio pensa un pensiero eterno; pensa cioè il suo eterno Figlio.
— Se c'è un Dio solo chi amerà egli?
— Dio ama il suo Figlio e questo mutuo amore è lo Spirito Santo.
Quel grande filosofo andava tentennando verso il mistero della Trinità, quando la sua  grande mente in certo modo sospettò che un essere infinito deve avere relazioni di  pensiero e di amore. Per conseguenza, Dio non è pensabile, senza pensiero e amore. L'umanità, però, dovette aspettare l'incarnazione del Verbo per conoscere il segreto di  quelle relazioni che costituiscono l'intima vita di Dio.
Il mistero della Trinità smentisce coloro che si erano figurato Dio come un grande  egoista, assiso in uno splendore solitario, prima di creare il mondo. La Trinità, infatti,  insegna che, prima della creazione, Dio godeva la società delle sue tre persone,  l'infinita comunicazione con la verità e l'amplesso dell'amore infinito, di modo che  Dio non aveva bisogno di uscir fuori da se stesso, per cercare la felicità.
E allora, domanderete voi, essendo Dio perfetto e godendo perfetta felicità, come mai  creò il mondo?
— Se creò un mondo, potè avere un solo motivo per crearlo.
— E qual è questo motivo?
— Non per aggiungere qualcosa alla sua perfezione, non per aggiungere qualcosa  alla sua verità. Non per aumentare la sua felicità. Dio creò il mondo unicamente  perché Dio ama.

FULTON J. SHEEN

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska 

29.1.1936. La sera, quand'ero nella cella, ad un tratto vidi una grande  luce e in alto in quella luce una grande croce grigioscura ed  all'improvviso venni attratta vicino alla croce e l'osservai attentamente,  ma non capii nulla e pregavo per comprendere cosa volesse significare.  Improvvisamente vidi Gesù e scomparve la croce. Gesù era seduto su una  grande luce, i suoi piedi e le gambe fino alle ginocchia erano immersi in  quella luce in modo tale che io non li vedevo. Gesù si piegò verso di me,  mi guardò amabilmente e mi parlò della volontà del Padre Celeste. Mi  disse che « l'anima più perfetta e santa è quella che fa la volontà  del Padre Mio, ma tali anime sono poche». Guarda con un amore  particolare l'anima che vive secondo la Sua volontà. E Gesù mi disse che  io adempio la volontà di Dio in modo perfetto, cioè perfettamente e disse: 
« Per questo Mi unisco a te in modo così particolare e intimo e  tratto familiarmente con te ». Iddio avvolge col Suo indicibile amore l'anima che vive secondo la Sua volontà. Compresi quanto sia grande  l'amore di Dio per noi, quanto Egli sia semplice benché incomprensibile, quanto sia facile trattare con Lui, benché la Sua Maestà sia così grande.  Con nessuno ho tale facilità di rapporto e tale libertà, come con Lui;  neppure una madre naturale con un figlio sinceramente affezionato si comprendono così, come l'anima mia con Dio. Mentre ero in questa  unione col Signore, ho visto due persone e non mi fu nascosto i loro  intimo; è triste lo stato di queste anime, ma ho fiducia che anche loro  finiranno col glorificare la divina Misericordia. Nello stesso momento  vidi anche una certa persona ed in parte lo stato della sua anima e le  grandi prove che Iddio manda a quest'anima. Tali sofferenze  riguardavano la sua mente, ed in una forma così acuta, che ne provai  dispiacere e dissi al Signore: « Perché agisci così con lui? ». Ed il Signore  mi rispose: « Per la sua triplice corona ». Ed il Signore mi fece anche  conoscere quale ineffabile gloria attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra. Tale anima sarà simile a Gesù anche nella  gloria. Il Padre Celeste onora e stima le nostre anime in quanto vede in  noi la somiglianza col Figlio Suo. Compresi che tale somiglianza a Gesù ci viene data qui, sulla terra. Vedo delle anime pure ed innocenti, sulle quali  Iddio esercita la Sua giustizia e queste anime sono le vittime che  sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla Passione di  Gesù. Di queste anime non ce ne sono molte. Sono enormemente felice  che Iddio mi abbia concesso di conoscere simili anime. O Santissima  TrInità, o Dio Eterno, Ti ringrazio per avermi fatto conoscere la  grandezza e la differenza dei gradi di gloria che dividono le anime. Oh,  che grande differenza c'è fra un grado di più profonda conoscenza di Dio!  Oh, se le anime potessero saperlo! O mio Dio, se potessi conquistarne  uno in più, sopporterei volentieri tutti i torme ti che hanno patito i  martiri tutti insieme. Per la verità tutti questi tormenti mi sembrano  nulla in confronto alla gloria che ci attende per tutta l'eternità. O Signore,  immergi la mia anima nell'oceano della Tua Divinità e fammi la grazia di  conoscerTi, poiché più Ti conosco, più ardentemente Ti desidero ed il  mio amore per Te si rafforza. Sento nella mia anima una voragine insondabile, che soltanto Dio può colmare. M sciolgo in Lui come una  goccia nell'oceano. Il Signore si è abbassato sulla mia miseria, come un  raggio di sole su di una terra arida e sassosa. E tuttavia sotto l'influsso dei  Suoi raggi la mia anima si è ricoperta di verde, di fiori e di frutti ed è  divenuta un bel giardino per il Suo riposo . O mio Gesù, nonostante le Tue  grazie, sento e vedo tutta la mia miseria. Comincio la giornata lottando e  la termino lottando, appena rimuovo una difficoltà, al suo posto ne  sorgono dieci da superare, ma non m'affliggo per questo , poiché so bene  che questo è il tempo della lotta non della pace. Quando l'asprezza della  battaglia supera le mie forze, mi getto come una bimba nelle braccia del  Padre Celeste ed ho fiducia che non perirò. O mio Gesù, sono tanto propensa al male e questo mi costringe ad una vigilanza continua su di  me, ma nulla mi scoraggia, ho fiducia nella grazia d Dio, che abbonda  dov'è la più grande miseria. Fra le più grandi difficoltà e contrarietà non  perdo la serenità interiore, né all'esterno l'equilibrio e questo scoraggia  gli avversari. La pazienza nelle contrarietà rafforza l'anima. 

Atto di fiducia nella Divina Misericordia

O Gesù misericordiosissimo, la Tua bontà è infinita e le ricchezze delle Tue grazie sono inesauribili. Confido totalmente nella Tua misericordia che supera ogni Tua opera. A Te dono tutto me stesso senza riserve per poter in tal modo vivere e tendere alla perfezione cristiana. Desidero adorare ed esaltare la Tua misericordia compiendo opere di misericordia sia verso il corpo sia verso lo spirito, cercando soprattutto di ottenere la conversione dei peccatori e portando consolazione a chi ne ha bisogno, dunque agli ammalati e agli afflitti. Custodiscimi o Gesù, poiché appartengo solo a Te e alla Tua gloria. La paura che mi assale quando prendo coscienza della mia debolezza è vinta dalla mia immensa fiducia nella Tua misericordia. Possano tutti gli uomini conoscere in tempo l'infinita profondità della Tua misericordia, abbiano fiducia in essa e la lodino in eterno. Amen. 

S. Faustina

Consacrazione a Gesù



Dio eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da nessuna mente né umana né angelica, aiutami a compiere la Tua santa volontà, come Tu stesso me la fai conoscere. Non desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai la mia anima e il mio corpo, la mente e la mia volontà il cuore e tutto il mio amore. Disponi di me secondo i tuoi eterni disegni. O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, ed infiamma il mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza di Te sono nulla. Tu sai o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza. Amen. 

S. Faustina

Consacrate ogni nuovo giorno al Signore e pregateLo di guidarvi e di prendere in carico la vostra giornata!



Il vostro mondo si trova in una condizione catastrofica. Le guerre s’intensificano, è attizzato sempre più odio, vi massacrate a vicenda, e il diavolo ride, perché non deve fare altro che restare a guardare e poi rubare con estrema facilità le vostre anime; l’odio infatti  vi ha resi cechi per la realtà, cechi per la luce del Signore Gesù Cristo e in questo modo -a causa del vostro stesso intervento -siete più vicini al diavolo che al vostro Salvatore e andate diritti alla dannazione. Chi, infatti, combatte l’odio con l’odio, chi rende “pan per focaccia” non è degno per il Regno delle Signore, ma è facile “preda” per il diavolo, che vi ha provocato astutamente e abilmente e voi avete “abboccato” e vi siete lasciati provocare. Guardate ora, cosa state combinando: ancora più odio, più sofferenza, più miseria, “omicidi” d’innocenti, paura, fame e grande pena!

Non riconoscete il gioco del maligno che vi manipola? Guardate dietro le quinte e tenete a freno i vostri sentimenti! Soltanto l’amore vi porterà avanti e vi regalerà nuovamente gioia! Dovete restare calmi, e dovete pregare Gesù! Chi è con Gesù non attizzerà litigi né si lascerà provocare, ma dovete abbandonarvi completamente a LUI e affermare sempre di nuovo: Signore, sia fatta la Tua volontà, non la Mia! Soltanto così il Signore può agire: guidarvi e indirizzarvi e mandare il Suo Santo Spirito sopra di voi e SOPRA GLI ALTRI, in modo che otteniate chiarezza e conoscenza e possiate vivere la Sua volontà, NON la vostra.

Consacrate ogni nuovo giorno al Signore e pregateLo in modo che vi guidi e affinché prenda in consegna la vostra giornata.

Confidate in Gesù, amateLo e metteteLo al primo posto come “organizzatore della vostra vita”. In questo modo sarete sempre protetti nel Signore e la vostra vita sarà per la gioia del Signore.

Venite, figli Miei, venite e non aspettate più a lungo, perché la sofferenza nel vostro mondo s’inasprisce, le bugie che vi sono scodellate diventano sempre più grandi e presto riconoscerete difficilmente la verità.

Chi non è con Mio Figlio allora soccomberà, per questo preparartevi, perché non vi resta molto tempo ormai. Amen. Così sia.

La vostra Mamma Celeste che vi ama.


Credete e abbiate fiducia, perché sarà così, quando i demoni del principe delle tenebre ora si diffonderanno sempre più sulla vostra terra.

Garabandal, Cosa Accadrà - Profezie 2019-2020


L'ultimo Papa canonizzato



IL CAPPELLANO DI TOMBOLO (29 novembre 1858 - 13  luglio 1867) 


IL “MOTO PERPETUO” 

Mamma, sono stato destinato Cappellano a Tombolo. Il paese non mi piace,  perché un po' cattivo, nondimeno devo obbedire e vi andrò” (55b). 
Così una sera del tardo autunno del 1858 disse Don Giuseppe Sarto alla  buona Margherita Sanson appena seppe che il suo Vescovo lo aveva  destinato Cappellano a Tombolo: un paese prevalentemente di mercanti di  bestiame e di mediatori. Gente molto accorta ed attaccata al danaro, ruvida di  modi, abituata alle piazze, amica delle osterie, e — quello che è peggio —  pronta, per sistema, alla bestemmia, ma più per ignoranza che per cattivo  animo. 
Un campo da dissodare quale poteva desiderare un apostolo di Dio, votato  alla fatica, come il nostro giovane Cappellano, il quale sapeva che “la vita del  prete è vita di sacrificio” e che l'Ordinazione Sacerdotale non era stata per lui  che l'introduzione alla “via del Calvario” — come egli stesso ricorderà più  tardi, ad un novello sacerdote da lui molto amato (56). 
Fragrante del sacro crisma sacerdotale, Don Sarto entrava a Tombolo il 29  Novembre 1858 (57): vigilia della festa di S. Andrea Apostolo, Patrono del  paese. 
Quelli che lo videro arrivare ricordano la povertà della sua veste, le scarpe  con il fondo di legno ed un mantello così misero che faceva compassione al  solo vederlo (58). 
Era povero, ma aveva un programma netto e preciso: la salvezza delle anime  ad ogni costo. 
Il Parroco, Don Antonio Costantini — un sacerdote di non comune criterio e  molto pratico della vita di campagna (59) — lo accolse a braccia aperte,  perché sapeva che il nuovo Cappellano — un pretino dal volto asciutto e  dagli occhi vivi e profondi — veniva proprio dal popolo ed era già stato  informato che aveva un'anima temprata alla vita rude della povertà e del sacrificio. 
Passato qualche giorno, Cappellano e Parroco si intesero, si compresero e si  amarono con reciproco rispetto, con vicendevole stima e pari amore. 
Avevano i medesimi sentimenti, le medesime aspirazioni, le stesse vedute, i  medesimi propositi: un cuore solo ed un anima sola (60). 
*** 
Presi gli ordini e le opportune istruzioni, sereno e gioviale, Don Sarto si pose  immediatamente al lavoro senza domandare se fosse ingrato, faticoso o  difficile. 
La mattina si alzava prestissimo, e, molte volte, per non disturbare il  sacrestano, apriva egli stesso la Chiesa (61). 
Pregava, faceva la sua Meditazione, si portava all'altare, e, con un gaudio  sempre crescente, come chi ha dimenticato la terra, celebrava la Santa Messa  con un raccoglimento così profondo che un Tombolano nella sua semplice  fede diceva: “Mi pareva di vedere sull’altare Gesù Cristo stesso” (62). 
Poi, pronto ad ogni momento, correva, sollecito dove il dovere lo chiamava.  Non conosceva soste, non conosceva riposo.  
Non si rifiutava mai, anche quando avrebbe potuto con piena giustificazione  dire di no. 
Non perdeva un attimo di tempo: era sempre in moto, non era mai stanco  (63). 
— “El gera un secarello — affermava la nipote del Parroco — tanto magro e  fruà che no dìgo: ma el gera el moto perpetuo” (64). 
*** 
Lavoratore instancabile nel dominio dello spirito, nei momenti più tranquilli  del giorno, ma specialmente alla sera, i Tombolani lo vedevano in chiesa  raccolto in preghiera (65). 
Di notte studiava, scriveva prediche, preparava spiegazioni di Vangelo, di  Catechismo o di Dottrina Cristiana (66). 
 “Spesso d'inverno — raccontava la ricordata nipote del Parroco Don  Costantini — quando io mi alzavo alla mattina con un buio ancora fitto,  vedevo la finestra della sua stanzetta già illuminata. 
— “Stanotte ve sèu desmentegà de stuàr el lume — gli domandavo quando  veniva in Canonica a prendere il caffè. 
— “Oh! no, no — mi rispondeva — gavevo da studiar! 
— “Ma quando dormìo allora? 
-- “Oh! a mi me basta un soneto — diceva sorridendo” (67). 
*** 
Un giorno il Cappellano di Galliera, Don Carminati, suo intimo amico, gli  chiese: 
— Dimmi la verità: quante ore ti bastano di riposo, perché tu possa dire di  aver dormito abbastanza? 
— Quattro ore! — rispose. 
— Beato te! — replicò l'amico — che sai vivere quando noi siamo stanchi  morti (68). 
Il giovane Cappellano dormiva poco, perché lo urgeva il bene delle anime,  perché si sentiva operaio di Dio nel senso più esatto della parola. 

Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c.

È fondamentale lo scopo che la nostra intenzione dà alle cose.



In tutto ciò che esiste, Dio ha messo una finalità. Tante finalità secondarie, magari subordinate le une alle altre, ma tutte in funzione di una sola, grande, sublime Finalità: dare compimento al suo Regno, al decreto eterno del suo Volere Divino, fare che i tanti figli siano in tutto simili al Figlio e una cosa sola con Lui.  
Ma, ad immagine di Dio, anche noi mettiamo una finalità in ogni cosa che facciamo. Essa deve essere subordinata ed in funzione della nostra finalità ultima, la quale deve sempre più coincidere con la Finalità di Dio, vale a dire, con il Volere di Dio. Altrimenti “chi con Lui non raccoglie, disperde” e tutto ciò che fa va perso, è inutile, è pura perdita. In altre parole: ogni cosa che facciamo, la facciamo per Dio oppure per il proprio “io”. La finalità che diamo ad ogni nostra azione (anche inconsciamente) determina la direzione che essa prende: verso Dio o verso il nostro “io”. Immaginiamo una fila di aerei sulla pista di decollo di un aeroporto: uno dopo l’altro decollano e partono, e tutti dovrebbero salire in alto, verso il cielo, ma purtroppo tanti non si elevano e finiscono per precipitare e schiantarsi. Non s’improvvisa l’ultima e definitiva risposta a Dio, non si cambiano i gusti, l’oggetto dei desideri: “là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). 
Anche i ragionamenti e i discorsi umani, apparentemente ben congegnati e che mostrano delle finalità buone in sé stesse, ma secondarie, spesso nascondono una intenzione (una finalità ultima) che si discosta da quella di Dio. Così sono i suggerimenti e le tentazioni del padre della menzogna, come quando tentò il Signore nel deserto, o quando s’insinuò per bocca di Simon Pietro. 

P. Pablo Martin Sanguiao

AIUTATEMI A COMPIERE L’ATTO DELLA MIA MISERICORDIA.



Succederà presto il mio ritorno sulla Terra, … abiterò per sempre con il mio popolo.
Cuoricini del vostro Gesù, le cose di questo mondo vanno perdute a causa del peccato, Io torno a rimediare ogni cosa e mettere il mio popolo in una condizione nuova, una Terra piena di amore e felicità.
La mia Carità è infinita come il mio Amore.
Non siate stolti, o uomini, approfittate di questo poco tempo che ancora vi rimane a disposizione per cambiare rotta: … voltate le spalle a Satana e tornate al vostro Dio Amore.
Ogni cosa prende forma in Me: … il cielo diverrà di un azzurro splendente mai visto ai vostri occhi, le cateratte dei cieli si apriranno a voi, o popolo di Dio!
Griderò il fallimento di Lucifero!

Ridonerò al mio popolo la libertà!

Non sarete mai più schiavi, o uomini, ma liberi, aliterete nell’Universo, sarete come gli Angeli, avrete i doni di Dio e amerete infinitamente.
Questa Pasqua è in Me, o uomini, non rinunciate al mio Spirito che è già su di voi, se voi lo accoglierete sarete santi e parteciperete alla vita eterna.
Lasciate le cose del mondo e venite a Me, rivestitevi di luce o uomini, abbandonate il buio della tenebra, avvicinatevi alla Luce, venite a riscaldare i vostri cuori nell’Amore infinito del Padre, vostro Dio Amore e Creatore.
Sorgeranno ora cose nuove, il fallimento dei potenti è ormai in atto, … IO SONO!
Le cose si aprono alla Verità, il Male si perderà per sempre!

Aiutatemi, o voi che Mi state seguendo in fedeltà e amore,

a compiere l’atto della Mia Misericordia:
proporrò ad ogni uomo la libertà e l’eternità nella felicità immensa,
se Mi riconoscerà quale suo Dio!

Se Mi chiederà perdono con cuore pentito, il suo aspetto subito cambierà,

sarà trasformato nella luce del Risorto.

È tempo di cose nuove in Dio:
Amati figli, convertite il vostro cuore al vostro Dio Amore per godere di tutto il suo Bene.

Amen!
Carbonia 17.04.2020

Giurare fedeltà al magistero di Bergoglio?



IL MARCHIO SATANICO DEL MAGISTERO DI BERGOGLIO

Per rendere accettabile questa “nuova dottrina”, si ricorre all’inganno che questa deve essere accolta come unica soluzione al problema più grave che fronteggia l’umanità: la Pace Universale tra i popoli.
Il cancro del tempo in cui viviamo è che questo compito è svolto proprio da chi dovrebbe “confermare i fratelli nella Fede” in Cristo-Dio, l’unica vera fonte della Pace, e non ingannarli, distogliendoli dalla salvezza dell’anima con la favola di una Pace Universale tra i popoli che ponga fine ad una situazione di continue guerre, create invece appositamente per promuovere questo falso scopo. E per ottenere questa “pace”, questi traditori di Cristo, ci chiedono di abbattere il suo ostacolo principale: la Chiesa di Cristo.
È la Chiesa di Cristo che essi chiedono di annichilire per sostituirla con la “Chiesa Universale dell’uomo” di ispirazione satanica: e questo lo si vuole ottenere con un’opera di perversione della dottrina di Cristo, con i Magisteri di Anti-papi che portano il “Marchio della Bestia”, come il Magistero di Paolo VI e il Magistero del
suo ultimo seguace, Bergoglio. 

Questi Magisteri satanici hanno il compito di imporre la pura dottrina di Lucifero in sostituzione della pura dottrina di Gesù Cristo che si può sintetizzare nelle tre definizioni che divinizzano Nostro Signore: 

1. Gesù Cristo è Dio; 
2. Gesù Cristo è Redentore dell’uomo;
3. Gesù Cristo è Re dell’Universo.

La pura dottrina di Lucifero, la scimmia di Dio, si ottiene invece semplicemente sostituendo, nelle tre definizioni, “Gesù Cristo” con “Satana”, e cioè: 

1. Satana è Dio; 
2. Satana è Redentore dell’uomo;
3. Satana è Re dell’Universo.

Il Magistero satanico degli Anti-papi doveva, quindi, gradualmente promuovere i tre Culti della Massoneria:
il Culto del Fallo, il Culto dell’Uomo e il Culto di Lucifero con le tre divinizzazioni:  

1. divinizzazione della Natura (dove Satana si presenta come Dio);
2. divinizzazione dell’Uomo (dove Satana si presenta come Redentore dell’uomo);
3. divinizzazione di Lucifero (dove

Satana si presenta come Re dell’universo).
Queste tre blasfeme divinizzazioni, che sono rappresentate da Tre Triplici Trinità, sono i pilastri della “Chiesa Universale dell’Uomo” che hanno spalancato le porte ad una “Nuova Religione” che propaga le eresie di perversione sessuale, idolatria dell’uomo, idolatria del mondo, modernismo, libertà religiosa, ecumenismo e salvezza garantita a tutti.
Lo stemma “papale” di Bergoglio esprime i contenuti del 32° grado della Massoneria di R.S.A.A., cioè di ricostruire una Nuova Torre di Babele che dovrebbe seppellire la Chiesa di Cristo, ma soprattutto quello di sostituire il Sacrificio di Cristo, e cioè l’Eucarestia-Corpo Sangue Anima e Divinità di N.S. Gesù Cristo, con una “eucarestia” che simboleggia la creazione divinizzata che si unisce al “creatore”, Lucifero. 
Il fine ultimo, quindi, è il sogno di Lucifero di riprendere il potere assoluto che aveva sull’umanità, prima del Sacrificio di Cristo sulla Croce, portando il culto solare della Massoneria al suo apice, facendo risplendere il suo Sole Infinito, al centro di una Natura, Umanità e Lucifero divinizzati, con l’eliminazione totale del Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra.

del dott. Franco Adessa