lunedì 20 aprile 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI



LA SACRA FAMIGLIA 

La Sacra Famiglia fu la famiglia perfetta, in cui regnava amore, unione, comprensione e dove Dio era presente nella persona di Gesù. è sempre stato detto che per formare un autentico matrimonio occorrono tre componenti: lo sposo, la sposa, e Dio. Se manca Dio, il matrimonio non potrà essere felice, poiché gli mancherà l’amore di Dio che è indispensabile per la felicità coniugale. Nella Sacra Famiglia Gesù era il centro della vita di Giuseppe e di Maria. Tutta la loro esistenza era dedicata a servirlo, amarlo, e a renderlo felice. Che bello, se tutti i genitori di famiglia facessero la stessa cosa! 

Ma oltre ad essere una famiglia unita e felice, la Sacra Famiglia era il centro della storia del mondo. Aveva una missione cosmica e universale. Da essa dipendeva il futuro dell’umanità. Perciò la figura di san Giuseppe è imprescindibile in questa visione a livello universale. La sua partecipazione al mistero dell’Incarnazione lo colloca, insieme a Maria, al centro della storia umana. Per questo, san Giuseppe non può essere un uomo qualsiasi o un santo qualsiasi, poiché per compiere bene la sua missione Dio gli concesse le grazie di cui aveva bisogno.  

Aveva bisogno di forze fisiche per prendersi cura della sua famiglia e procurare il sostentamento con il lavoro di ogni giorno. Alcuni santi come la beata Anna Caterina Emmerick, dicono che quando si sposò aveva 30 anni. La cosa certa è che possedeva in pienezza le forze umane e la maturità sufficiente per far fronte a tutte le sue responsabilità. 

Prima del matrimonio con Maria, Giuseppe era un uomo giusto, come dice il Vangelo (Mt 1, 19). Forse era un uomo santo, ma dopo il matrimonio con Maria, iniziò la sua corsa inarrestabile verso la santità. Il contatto quotidiano con Gesù e Maria lo fece giungere ad altezze mai da lui prefigurate e che solo Dio può dare a chi gli consegna totalmente la propria vita per servirlo. Mai uomo alcuno potrà raggiungere Giuseppe in santità, perché nessuno ha mai potuto amare quanto lui i suoi due grandi amori: Gesù e Maria. Per questo affermiamo con assoluta sicurezza che Giuseppe è il più santo dei santi.  

E' bello pensare a Maria e a Giuseppe verso l’imbrunire, dopo un giorno di lavoro o di sabato, giorno di riposo, uniti in preghiera, mano nella mano o parlando di Gesù, che era il fulcro delle loro vite. Immaginiamo Giuseppe mentre costruisce qualche giocattolo di legno per Gesù Bambino. Con quanto affetto lo avrà fatto! E suo figlio mentre manifesta tutto il suo amore con baci e abbracci a quei genitori felici. Sicuramente non mancarono giorni difficili, quando non c’era lavoro e il denaro non era sufficiente per comprare cibo. Quanto avranno sofferto Giuseppe e Maria per non poter dare a Gesù tutto ciò che desideravano! Ma avranno sofferto in silenzio e offerto tutto con amore ed entusiasmo poiché avevano Gesù con loro. 

Secondo la tradizione, san Giuseppe era falegname. Così racconta san Giustino, che proveniva dalla Palestina, ne Il dialogo con Trifone del II secolo. Dice: Quando Gesù arrivò al fiume Giordano, lo credevano figlio di Giuseppe il falegname e non appariva per ciò che era, poiché veniva considerato anch’egli un falegname. In effetti, durante la sua permanenza tra gli uomini, esercitò un mestiere, costruì carri e gioghi, dando così esempio di giustizia e laboriosità 20 . 

San Cirillo da Gerusalemme afferma che ai suoi tempi (IV secolo), ancora si mostrava ai visitatori della città un pezzo di legno a forma di tegola, lavorata da Giuseppe e da Gesù. 

Quando Gesù iniziò la sua vita pubblica, ormai non si parlava più di Giuseppe, che sembra fosse già deceduto, poiché non assistette alle nozze di Cana. Lo stesso evangelista Marco, quando parla di Gesù, lo nomina come figlio di Maria, in quanto lei sicuramente era già vedova; altrimenti l’avrebbero chiamato figlio di Giuseppe e di Maria. La gente di Nazaret, parlando di Gesù dice: Non è forse il falegname, il figlio di Maria? (Mc 6, 3). 

La Sacra Famiglia era talmente unita da essere tre in uno. Qualcuno li ha chiamati trinità in terra. I tre Cuori erano uno solo. Io me li immagino così: Un grande cuore, il Cuore divino di Gesù e all’interno di esso il Cuore immacolato di Maria; e dentro quest’ultimo il castissimo Cuore di Giuseppe. Tre cuori in UNO. Perché? Perché il migliore mezzo per arrivare a Maria è Giuseppe e il miglior mezzo per arrivare a Gesù è Maria. Il cammino più veloce per giungere a Gesù è attraverso Giuseppe e Maria: Giuseppe, Maria e Gesù.  

Dice san Giovanni Eudes: Dopo Dio, san Giuseppe occupa il primo posto nel Cuore di Maria, perché Essa è tutta di Giuseppe come la sposa è dello sposo, così il Cuore di Maria è di Giuseppe. D’altra parte è chiaro che Gesù forma un solo Cuore con Maria e siccome Maria è un solo Cuore con Giuseppe, risulta che Giuseppe possiede un solo Cuore con Gesù e con Maria 21 . 

San Leonardo da Porto Maurizio (= 1751) dice: La scala che conduce in cielo ha tre gradini, Gesù, Maria e Giuseppe. Le vostre preghiere vengono affidate in primo luogo a san Giuseppe, questi le consegna a Maria che le offre a Gesù. Scendendo, le risposte passano da Gesù a Maria e Maria le offre a Giuseppe. Gesù fa tutto per Maria, perché è suo figlio. E Giuseppe ottiene tutto perché è sposo di Maria e padre di Gesù 22 . 

Consacriamoci ai tre Cuori e viviamo dentro loro per essere ben protetti e difesi da ogni avversità. 

P. ÁNGEL PEÑA

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



Edvige Carboni 

Nacque a Pozzomaggiore, in provincia di Sassari, il 2 maggio 1880 e morì a Roma il 17 febbraio 1952. Gesù la portò un giorno a vedere le pene dell'inferno. Testimoni attestano che, durante la visione, si contorceva tutta e pronunciava parole che dicevano la sua grande sofferenza. Una conferma di più di quelle pene spaventose infernali, davanti alle quali anche i Santi tremavano di terrore. 


L'inferno visto dai veggenti di Medjugorje 

Anche i veggenti di Medjugorje videro l'inferno. I primi a vederlo furono Jakov, Vicka, e Marija. Una seconda visione l'ebbero Jakov e Vicka, guidati dalla Madonna, verso la metà di novembre 1981. "Molta gente - dice loro la Madonna - sulla terra è ormai convinta che, dopo la morte, sia tutto finito. Ma questo è un grande errore. Qui siete solo di passaggio. Dopo la morte c'è l'eternità". Ed ecco quanto essi dicono. Dopo aver visto il paradiso e il purgatorio Jakov e Vicka, presi per mano dalla Madonna, vedono l'inferno. "È un posto terribile, nel mezzo c'è un gran fuoco, ma non come quello che conosciamo sulla terra. Abbiamo visto gente assolutamente normale, come quelli che si incontrano per la strada, che si gettavano da soli in quel fuoco. Quando ne uscivano assomigliavano a belve feroci che gridavano il loro odio e la loro ribellione e bestemmiavano. Era difficile credere che fossero esseri umani, tanto erano sfigurati, cambiati. Davanti a questo spettacolo eravamo spaventati e non capivamo come una cosa così orribile potesse succedere a quella gente. Fortunatamente la presenza della Gospa [la Madonna] ci rassicurava. Abbiamo anche visto una ragazza molto bella gettarsi nel fuoco: dopo sembrava un mostro. La Gospa allora ci ha spiegato quello che avevamo visto e ci ha detto: `Quella gente è andata all'inferno di sua volontà. È una loro scelta, una loro decisione. Non abbiate paura! Dio ha donato a ciascuno la libertà. Sulla terra ognuno può decidersi per Dio o contro Dio. 
Certe persone sulla terra fanno sempre tutto contro Dio, contro la sua volontà, pienamente consapevoli: cominciano così l'inferno nel loro cuore; quando viene il momento della morte, se non si pentono, è lo stesso inferno che continua'. Gospa, Le abbiamo allora chiesto, queste persone, un giorno, potranno uscire dall'inferno? - 'L'inferno non finirà, coloro che sono là non vogliono ricevere più niente da Dio, hanno scelto liberamente di essere lontani da Dio, per sempre! Dio non vuole forzare nessuna ad amarlo'. (...) Alla fine la Gospa affida loro una missione: `Vi ho mostrato tutto questo, perché sappiate che esiste e lo diciate agli altri'. Padre Bubalo, rivolgendosi a Vicka dice: "Ad un tratto la Madonna è scomparsa e davanti a voi si è aperto l'inferno. L'avete visto tu, Jakov e Marija. Hai scritto che era spaventoso; sembrava un mare di fuoco; dentro c'era tanta gente. Tutti anneriti, sembravano diavoli. Affermi che nel mezzo hai visto una donnaccia bionda, con i capelli lunghi e le corna, e i diavoli che l'assalivano da tutte le parti. Era orribile e basta. Io ho descritto - spiega Vicka - come ho potuto; ma non lo si può descrivere". La Madonna vi ha detto perché ve lo ha mostrato? "Sì, sì; come no! Ce l'ha mostrato per farci vedere come stanno coloro che ci cadono... Chi può pensare sempre a queste cose? Però non si può neppure dimenticare quello che abbiamo visto. Verso la metà di novembre Vcka e Jakov sono stati portati dalla Madonna in cielo. La Madonna ha prima mostrato il purgatorio e poi l'inferno. Dalle parole di Vcka si direbbe che i due veggenti siano stati portati all'inferno: Fuoco... diavoli... la gente bruttissima! -ripete Vcka -. Tutti con le corna e con la coda. Sembrano tutti diavoli. Soffrono... Dio ce ne preservi e basta. Solo che ho visto di nuovo quella donnaccia bionda e con le corna". In breve cosa si afferma nelle suddette visioni? Si afferma che: 

a) L'inferno è un posto terribile con in mezzo un gran fuoco, ma non come quello che abbiamo sulla terra.

b) I dannati - gente assolutamente normale come quella che si vede per le strade - si gettano da soli in quel fuoco. Ma sono pure paurosamente tormentati dai diavoli. I veggenti hanno visto nel mezzo una donnaccia bionda, con i capelli lunghi e le corna, orribile, assalita da tutte le parti dai diavoli. La visione di anime che si gettano da sole nel fuoco e ne escono simili a belve feroci somiglia un po' a quanto dice la Emmerick. 

c) Quando i dannati escono dal fuoco assomigliano a belve che bestemmiano e gridano il loro odio e la loro ribellione. Talmente cambiati e sfigurati che si stenta a crederli esseri umani. Vedono pure una ragazza molto bella che, gettatasi nel fuoco, dopo sembra un mostro. 

d) Come ciò avvenga, lo spiega la Madonna. Questa gente è andata all'inferno di sua volontà, di propria scelta, perché Dio ha donato a tutti la libertà e ognuno può decidersi per Dio o contro Dio. Certe persone sulla terra fanno sempre tutto contro Dio del tutto consapevoli. Alla morte se non si pentono, è lo stesso inferno che continua. L'inferno, in effetti, è la continuazione dell'inferno nel cuore, voluto dai peccatori con i propri peccati. 

e) L'inferno non finirà più. Coloro che sono là non vogliono ricevere più niente da Dio. Hanno scelto liberamente di stare per sempre lontani da Dio. E Dio non forza nessuno ad amarlo. L'inferno è eterno soprattutto perché i dannati non vogliono ricevere più nulla da Dio. 

f ) Tra inferno e paradiso esiste una differenza abissale. 

Padre Antonio Maria Di Monda

GESÙ BAMBINO NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA



 «Continuando il mio solito stato, mi son trovata fuori di me stessa e ho trovato la Regina Mamma col Bambino Gesù in braccio, che gli stava dando il suo dolcissimo latte. 
Io, nel vedere che il Bambino succhiava il latte dal petto della nostra Madre, pian piano l’ho tolto dal petto e mi sono messa io a succhiare. Nel vedermi fare ciò, entrambi hanno sorriso della mia furberia, ma mi hanno lasciato succhiare. Onde, dopo ciò, la Regina Madre mi ha detto: “Prendi il tuo carino e godilo”.  
Io l’ho preso in braccio. In questo mentre, fuori si sono sentiti rumori di armi e Lui mi ha detto: “Questo governo cadrà”. Ed Io: “Quando?”  
Toccandosi l’estremità della punta del dito ha soggiunto: “Un’altra punta di dito”.  
Ed Io: “Chissà innanzi a Te quanto sarà questa punta di dito”.   
Lui non mi ha dato retta ed io, non avendo voglia di sapere, ho detto: “Quanto vorrei conoscere la volontà di Dio riguardo a me”. 
E Lui mi ha detto: “Hai una carta? Ti scriverò Io stesso e dichiarerò la mia Volontà su di te”. Io non ne avevo, sono andata a cercarla e l’ho data, e il Bambino ha scritto: 
“Dichiaro innanzi al Cielo e alla terra che è mia Volontà, che l’ho scelta vittima. Dichiaro che mi ha fatto donazione dell’anima e del corpo ed, essendo l’assoluto padrone, quando a Me piace le partecipo le pene della mia Passione ed Io in contraccambio le ho dato l’adito nella mia Divinità. Dichiaro che in quest’adito mi prega ogni giorno continuamente per i peccatori e ne attinge un continuo flusso di vita a pro degli stessi peccatori”.  

Ha scritto anche tante altre cose che io non ricordo tanto bene, perciò le tralascio. Io, nel sentire ciò, mi sono sentita tutta confusa e ho detto: “Signore, perdona se mi rendo impertinente, questo che hai scritto non volevo saperlo, mi basta che lo sappia Tu solo. 
Quello che vorrei sapere è se è volontà tua che continui in questo stato”, e nella mia mente continuavo: “È volontà sua che venga il Confessore a chiamarmi all’ubbidienza, oppure è mia fantasia il tempo che perdo col Confessore?”, ma non ho voluto dirlo, temendo di voler sapere troppo e convincendomi io stessa che, se è volontà sua una cosa, sarà anche volontà sua l’altra.  
Ed il Bambino Gesù ha seguitato a scrivere: “Dichiaro che è volontà mia che continui in questo stato, che il Confessore venga a chiamarti all’ubbidienza e il tempo che perdi con lui, ed è volontà mia che ti sorprenda il timore che non sia volontà mia il tuo stato; questo timore e dubbio ti purifica da ogni minimo difetto”.  
La Regina Madre e Gesù mi hanno benedetto; ho baciato loro la mano e mi sono trovata in me stessa. (Vol. 6°, 03.07.1905)

Pablo Martín Sanguiao 

INVOCAZIONE AL NOME DI GESÙ



Gesù, siamo riuniti per pregare per i malati e gli afflitti dal maligno. Lo facciamo nel Tuo Nome.
Il Tuo Nome vuol dire "Dio-salva". Tu sei il Figlio di Dio fatto uomo per salvarci.
Noi siamo salvati da Te, uniti alla tua persona, inseriti nella tua Chiesa.
Crediamo in Te, poniamo in Te ogni nostra speranza, ti amiamo con tutto il cuore.
Tutta la nostra fiducia è nel Tuo Nome.
Nome di Gesù, difendici.
Gesù, per la tua Passione e le tue Piaghe, per la tua Morte in Croce e la tua Risurrezione, liberaci dalle malattie, dalle sofferenze, dalle tristezze.
Per i tuoi meriti infiniti, per il tuo amore immenso, per la tua potenza divina, liberaci da ogni danno, influenza, insidia di satana.
Per la gloria del Padre tuo, per l'avvento del tuo Regno, per la gioia dei tuoi fedeli, compi guarigioni e prodigi.
Nome di Gesù, difendici.
Gesù, perché il mondo sappia che non c'è sulla terra altro nome nel quale possiamo sperare la salvezza, liberaci da ogni male e donaci ogni vero bene.
Solo il Tuo Nome è la salute del corpo, la pace del cuore, la salvezza dell'anima, la benedizione e l'amore nella famiglia. Che il Tuo Nome sia benedetto, lodato, ringraziato, glorificato, invocato su tutta la terra.
Nome di Gesù, difendici.

Quando il benessere e il lusso finiscono, anche la vostra comodità avrà fine.



I paesi, in cui voi vivete, cambieranno, perché il peccato è grande e Dio Padre, manderà su di voi i Suoi castighi, e la vostra “comodità” avrà fine, perché quando il benessere e il lusso terminano, anche la vostra comodità finirà. Riflettete bene quindi se volete questo!

Abbandonate il peccato, il vizio, l’infamia, e il piacere, perché tutto questo vi porterà alla rovina e non lo potrete portare con voi, come invece potrete farete con le ricchezze che Gesù e il Padre tengono pronte per voi. Valutate a fondo dunque se una vita nel peccato, nell’infamia, nel vizio, nel divertimento, cioè in disgrazia presso il Signore, valga tanto, da mettere in gioco la vostra eternità!

Chi vive in disgrazia davanti al Signore, non raggiungerà l’Eternità nella gloria. Non potrà entrare nel Nuovo Regno del Signore perché non ne è degno. Dichiaratevi quindi per Gesù e vivete la vostra vita come Dio Padre lo prevede per voi: in grazia di Dio e come preparazione per la vita eterna al Suo fianco, non nel peccato e quindi in disgrazia presso di Lui.

Riflettete bene quindi quali ricchezze volete prediligere. Soltanto quelle del Signore vi porteranno al Padre, le ricchezze terrene invece sono transitorie e non vi daranno mai la gioia eterna.

Non sprecate ulteriormente il vostro tempo nella comodità e nel peccato

Con profondo amore,

la vostra Mamma Celeste con i Santi Angeli del Signore.

SE MI APRI LA PORTA...



Imita i bambini

Impara la scienza dell'umiltà che, unita alla confidenza, obbliga il tuo Gesù a darti quello di cui hai bisogno per salire la vetta della santità. Vieni a Me confidenzialmente per qualunque motivo, anche con il turbamento e la rivolta interna.
Osserva e imita il comportamento dei piccini. Qualunque domanda si faccia loro, qualunque cosa li infastidisca o li turbi, subito ricorrono alla mamma. Quando hanno detto tutto, stanno perfettamente tranquilli e non vanno da altri a confidarsi di nuovo.
Così tu, se mi confidi proprio tutto quello che ti fa soffrire e che ti turba, il timore ti passerà subito e potrai in seguito avanzare nella virtù vera.
Io voglio, per così dire, indurre la mia infinita Sapienza a scendere fino alle tue capacità mentali, per capire quelle tue ansietà che si riducono a poco fumo, e con un soffio si dileguano. Lo farò maternamente, perché amo stare coi piccoli e adattarmi a loro.
Sei capace di persuadere una buona mamma a distaccarsi dal suo bimbo sofferente? Orbene, tutto l'affetto filiale delle più tenere madri terrene potrebbe sembrare un nulla se paragonato alle mie previdenti sollecitudini.
Perché compatisco le tue mancanze? Perché ti amo e non so resistere al dolore che ne provi, se ti rivolgi confidenzialmente a Me, implorando perdono e aiuto. Il vostro sguardo, quando giunge al mio Cuore, è capace di scuoterlo tutto.
È necessario che tu rinunzi ai pensieri tristi e pessimisti, che ti fanno perdere la testa. Mi obblighi a star lontano, perché nei rumori della diffidenza e nel chiasso dei pensieri che ti mettono paura non mi piace rimanere. No! Non devi pensare più al tuo passato, se non per umiliarti quando la superbia facesse capolino. Se non abbandono i peccatori che mi odiano e mi fuggono, vuoi che abbandoni chi continuamente mi cerca e del quale sono l'unico amore?
Se ho dato tutto il mio sangue e la mia vita anche per milioni e milioni di anime che non ne avrebbero usufruito, pensa quanto sono propenso all'indulgenza per quelli che corrispondono, anche zoppicando!
Sono, anima a me consacrata, il tuo Sposo divino, l'unico che ti conosce a fondo e sa fare la tara alla tua miseria. 

DON RENZO DEL FANTE

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Nell'amarezza di tante contrarietà Considera i miei dolori, e i tuoi dolori saranno confortati dal mio amore. Io ho sofferto per salvarti, e tu accogli i tuoi dolori come prezzo dato da te per cooperare alla tua salvezza. Il dolore è per te come il solco in cui cade il Sangue della mia Passione, seme di eterna Vita. O figlia mia, quante volte vieni a me Sacramentato e piangi silenziosamente! Le tue lacrime diventano allora rugiada che cade sul seme del mio amore e saranno il segreto di una messe ubertosa di grazie per tutta la tua famiglia. Quante volte la tua amarezza stringe l'anima tua in una morsa di gelo, e il dolore serra la tua vita nell'oppressione di mille contrarietà! La neve che ammanta un campo coltivato rafforza le radici del grano, costringendo la pianticella ad espandersi nella terra feconda... Le tue aridità nel dolore ti fanno affondare nell'umiltà e, quando verrà il tepore della primavera del mio amore, tu ti eleverai nel sole divino che ti avvolge e fiorirai nell'eterna speranza del Paradiso.

don Dolindo Ruotolo

GESU' EUCARISTIA l’amico che ti aspetta sempre



UNIONE DI CUORI

Mai come nel momento della Comunione possiamo dire con san Paolo: «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3, 3). Allora noi formiamo un‘UNITÀ in Cristo con tutti gli uomini. Come direbbe sant’Agostino: «La tua anima non è più tua, ma di tutti i fratelli, così come le loro anime sono anche tue, anzi meglio, le loro anime assieme alla tua non sono tante, ma una sola, l’unica di Cristo» (Epist 24, 3). «Cristo è TUTTO in tutti» (Col 3, 11) e formiamo con lui una sola anima e un solo cuore. «Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue è in me e io in lui» (Gv 6, 56). Santa Caterina da Genova diceva: «Io non ho più anima né cuore, il mio cuore e la mia anima sono quelli di Cristo». Infatti, lo scopo dell’Eucaristia è la fusione delle anime e dei cuori in Cristo Gesù. E dobbiamo vivere quest’unione con Gesù, Dio e uomo, ventiquattro ore al giorno.
Alcuni santi hanno vissuto quest’unione di cuori in modo singolare, in quanto Gesù ha cambiato il loro cuore con il suo. Questo scambio di cuori lo concesse a santa Caterina da Siena. Narra il suo direttore spirituale, il beato Raimondo: «Un giorno le sembrò di vedere che il suo eterno Sposo veniva verso di lei come al solito e le apriva il petto sul lato sinistro, le prendeva il cuore e se ne andava, tanto che ella rimaneva senza cuore. L’impressione di questa visione fu tale... che Caterina disse al suo confessore di non avere più un cuore nel suo corpo... Qualche tempo dopo le apparve il Signore portando nelle sue sante mani un cuore umano rosso e splendente. Avvicinandosi a lei, il Signore le aprì nuovamente il petto e introducendovi il cuore che teneva fra le mani le disse: Figlia mia, come l’altro giorno portai via il tuo cuore, oggi ti consegno il mio che ti farà vivere per sempre».
Questa grazia alcuni santi l’hanno ricevuta con l’Eucaristia, tenendo nel loro petto Gesù sacramentato e rimanendo così in continua unione con la sua umanità santissima. E sant’Antonio Maria Claret ci riferisce nella sua autobiografia: «Il giorno 26 Agosto 1861, mentre mi trovavo in preghiera nella Chiesa del Rosario a la Granja, alle sette di sera, il Signore mi concesse la grande grazia della conservazione delle specie sacramentali e di conservare sempre, giorno e notte, il Santissimo Sacramento nel petto».
La grazia d’unione dei cuori la riceviamo anche noi mentre permangono in noi le specie sacramentali. Padre Pio di Pietrelcina disse una volta: «Oh quanto dolce è stata la conversazione con il paradiso questa mattina dopo la Comunione! Il mio cuore e quello di Gesù si fusero. Non erano più due cuori palpitanti ma uno solo. Il mio cuore si era perduto come una goccia si perde nell’oceano». San Cipriano dice: «La nostra unione con Cristo unifica i nostri affetti e le nostre volontà». E la venerabile Candida dell’Eucaristia asseriva: «La mia anima e quella di Gesù si fanno UNA».
San Lorenzo Giustiniani affermava: «Oh mirabile miracolo del tuo amore, Signore Gesù, che hai voluto unirci al tuo Corpo in modo tale che abbiamo una sola anima e un solo cuore, inseparabilmente uniti a te».
Che anche tu sia UNO con Gesù e abbia i suoi stessi pensieri, sentimenti e desideri. Che la tua e la sua volontà siano UNA sola perché tu possa dirgli ogni momento: «Sia fatta la tua e non la mia volontà» (Mt. 26,39). Che tu sia il tabernacolo vivente di Gesù, come Maria e tu possa dire con santa Teresina: «Signore, non sei onnipotente? Rimani in me come nel tabernacolo, non allontanarti mai dalla tua piccola ostia» (Offerta all’Amore misericordioso).

Angel Peña

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie 


Gravi errori 

Prima di fare alcune considerazioni sulla deposizione di  Adelaide, non posso non rilevare gli errori compiuti nel corso del  processo: 

a) Una bambina di 10 anni non è moralmente e giuridicamente soggetto atto a giurare. 

b) Secondo il Codice Pio-Benedettino (can. 1648) e il Nuovo Codice di Diritto Canonico (can. 1478), i minori possono stare in giudizio soltanto tramite i loro genitori o i tutori o i  procuratori, salvo il disposto del paragrafo 3, il quale recita: "Ma  nelle cause spirituali e connesse alle spirituali se i minori hanno  raggiunto l'uso di ragione, possono agire e rispondere senza il  consenso dei genitori o dei tutori, anzi personalmente se hanno  compiuto i 14 anni di età; se non li hanno ancora compiuti, per il  tramite di un curatore costituito dal giudice". 
Adelaide aveva 10 anni, quindi non poteva agire personalmente. 

c) Da come si è svolto l'interrogatorio, Adelaide non è stata trattata come una testimone che doveva dire quanto  sapeva, ma come un'imputata di menzogna continuata in una  questione che interessava il bene pubblico. 
Secondo il Codice Pio-Benedettino ed il Nuovo Codice di  Diritto Canonico ogni imputato ha diritto di un avvocato difensore. Invece, nella prima seduta, di cui tratto, mancava anche  monsignor Bramini, chiamato dal vescovo di Bergamo, nel 1946,  a far parte della commissione teologica, in qualità di avvocato  difensore delle apparizioni, e nominato membro del tribunale  apposito costituito l'otto maggio 1947. Forse la sua assenza, seguita a breve scadenza di tempo dalle dimissioni, trova la sua spiegazione nelle divergenze fondamentali sorte tra  lui e la commissione, sui principi aspiratori e sul metodo seguito  nell'indagine dei fatti di Ghiaie. 
Nella relazione, o meglio nel verbale della seduta, non si  accenna alla sua assenza, anzi si dice che tutti i membri del tribunale sono presenti. Monsignor Bramini doveva essere presente e qualunque fosse il motivo della sua assenza, non si  doveva iniziare il "processo canonico" senza di lui. 

d) Viene interrotta l'udienza, i membri del tribunale escono dalla sala e la bambina viene interrogata dal solo presidente del tribunale e non si sa in quale veste, se di confidente, di  testimone o di giudice. 

e) La negazione di Adelaide nella prima seduta non è provata giuridicamente, perché la bambina parla solo con monsignor Merati, il quale la lascia partire, senza che essa faccia la  ritrattazione di ciò che prima aveva affermato, dinanzi al tribunale nuovamente radunato. 

f) L'udienza aperta ufficialmente da tutto il tribunale, si  chiude in forma privata con la "sentenza" di mons. Paolo  Merati, il quale decide per tutti. 

A questo punto il tribunale poteva dire di aver finito i suoi  lavori, tanto più che nella persona del suo presidente aveva scoperto la "verità", come si capisce dalle parole dello stesso monsignore che afferma: "Ho lasciato andare la bambina dicendo  che il Signore la benedirà perché ha detto la verità". Queste  parole spiegano l'esito della prima seduta e delle altre svolte  nell'intero "processo canonico". 

Severino Bortolan 

PREGHIERA DETTATA DA GESÙ



Gesù, il Tuo amore infinito è grande,
torna a noi anticipando i tempi della tua venuta,
e rendici in Te uomini liberi.
Siano rese grazie infinite al tuo Nome Santo
e siano date a Te l’onore e la gloria.
Tu, Figlio del Cielo, scendesti per darci la vita,
e noi uomini infedeli Ti sottoponemmo a tortura e a morte.
Oh! Figlio del Cielo! Dio unico e vero!
Tu che per amore ci donasti Te stesso,
cosa noi potremmo donarti
per riscattare tutto il male a Te fatto?
Cosa potremmo donarti Signore nostro,
cosa potremmo nel nostro misero niente?
Se Tu, Signore, non ci donerai nuovamente Te stesso,
noi periremo nelle tenebre e non potremmo vedere la tua gloria.
Oh Tu, mio Gesù, vieni a noi in aiuto
anticipando il tempo della tua venuta gloriosa,
e mostraci il tuo amore infinito, ancora una volta,
perdonando i nostri difetti.
Aiutaci ad essere solo tuoi
e nel tuo amore godere in eterno.
Benedici Signore il tuo popolo e vieni a salvarlo:
(inchinando il capo) noi Ti supplichiamo,
Ti imploriamo, ci prostriamo ai tuoi piedi,
ai piedi della tua Croce noi ci pieghiamo
e urliamo a Te tutto il nostro amore.
Vieni Gesù, vieni Gesù, vieni Spirito Santo,
inebria il nostro essere del tuo amore,
infondi in noi tutto l’amore e nell’amore fondici in Te.
Il Cristo verrà e tutti sarete forgiati all’Amore,
e tutto diverrà amore e nell’Amore vivremo in eterno.
Oh! Santo. Oh! Santo. Oh! Santo Tu mio Gesù,
vieni a noi, noi Ti supplichiamo!
Nel nome della tua Santissima Madre, noi Ti supplichiamo!
Vieni subito Signore Gesù e manifesta tutto il tuo potere,
vieni glorioso e trionfante, prendici per sempre in Te.
Grazie a Te, lode a Te Sommo Bene,
onore e gloria siano in Te in eterno.
Il tuo popolo Ti acclama e Ti attende o Gesù,
arriva ora, non tardare
perché siamo stanchi del mondo terreno
e vorremmo essere in Te nel tuo Cielo!
Unisci il tuo Cielo alla Terra e vieni a vivere tra noi,
noi Ti attendiamo Gesù.
Grazie, grazie, grazie o nostro buon Gesù.
Maria Santissima in Te,
venga sulla Terra ad accompagnarci alla tua gloria,
e, mentre il mondo non accetta il tuo arrivo
perché non cede alla sua miseria umana,
noi, il tuo nuovo popolo saremo in Te
e per Te vivremo, in Te ci uniremo.
Secondo il Tuo volere noi saremo Tuoi per sempre.
Vieni, o Gesù, vieni, o Gesù, e non tardare.

(23 NOVEMBRE 2005)

TUONERÀ POTENTE LA VOCE DI DIO.



Questa è l’ora del risveglio delle coscienze, preparatevi o uomini a questo grande evento della Mia Misericordia.
La mia Misericordia è infinita come la mia Giustizia! Non trastullatevi in attesa che questo succeda ma convertite le vostre anime, purificatevi figli miei, confessate i vostri peccati, mettetevi ai piedi del Crocifisso e in mitezza e umiltà chiedete a Lui il perdono.
Mortificate le vostre anime, o uomini, affinché Dio veda in tutta umiltà il vostro pentimento e il proponimento di non commettere più peccato.
Sono già battute le ore, resta ormai poco al nostro incontro, siate caritatevoli con voi stessi e con il vostro prossimo.
Una grande turbolenza è in arrivo. Precipiteranno molte situazioni, non sarà facile per nessuno, solo coloro che si abbracceranno al Dio Amore avranno l’aiuto.
Lo schieramento Celeste è già in posizione di attacco, si attende il comando dal Padre, e poi tutto sarà come annunziato.
Il tempo non ha più tempo,

…il sodalizio tra Cielo e Terra è vicino! Mettete in voi la corazza, o uomini, prendete in mano la corona del santo Rosario e pregate senza sosta.

Tuonerà potente la voce di Dio, un boato spaventoso succederà dal cielo e si ripercuoterà su tutto l’Universo.
Avvertiti di quanto sta per succedere, mettete in voi la Verità, aggrappatevi con tutte le vostre forze a Colui che vi ha amati fino a dare la propria vita per la vostra salvezza.
Il tempo è giunto, rallegratevi o voi che partecipate alla venuta di Gesù perché per voi ci sarà grande festa in Cielo. Ecco, torrenti d’acqua pura e zampillante cadranno su di voi e vi purificheranno a vita nuova ed eterna. Il lavacro del Signore bagnerà i suoi eletti.

Ecco, vi ho avvisati.
Carbonia 19.04.2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



UN SOLO DIO, TRE RELIGIONI 


 Gli Ebrei 

Ora, domandiamoci: si può applicare lo stesso principio  con i seguaci della religione ebraica? Certo: ma anche qui  bisogna distinguere: 

l  : la fede degli Israeliti, prima della venuta di Cristo:  (la fede di Abramo, di Isaia, di David). La fede di allora era  certamente verso un Dio unico. Ebbero anche "presentimenti" della vita trinitaria di Dio, che non rifiutarono;  perciò, il Dio dei Giudei dell'A. T. è evidentemente il  nostro. 
2 : la fede degli Ebrei, dopo la venuta, la vita e la morte  di Cristo, invece, cade sotto la sentenza di S. Giovanni: "Chi  nega il Figlio non ha neppure il Padre" 3• 

Per questo, il presunto "dialogo" con gli Ebrei non  potrà mai arrivare a un incontro definitivo di intesa,  perché è senza speranza. Cristianesimo ed Ebraismo non  potranno mai arrivare ad essere "una cosa sola", perché  tra noi c'è un invalicabile contrasto di natura teologica,  insanabile. Per noi cattolici, cioè, Gesù è il Messia, è il Figlio del Dio vivente; per gli Ebrei, invece, Gesù è stato  ciarlatano, un bestemmiatore, un profeta sbagliato, un falso Messia! 4. 
E questo anche oggi. Per gli Ebrei, Gesù non può essere  considerato né Messia, né, tantomeno, Dio! Perciò, rimarrà  un contrasto insanabile! .. Il che significa: se una delle parti  abbandonasse la propria posizione su Gesù, l'Ebraismo ces­serebbe di essere tale, e il Cristianesimo diventerebbe uguale  al suo interlocutore, ma, invece, ciascuno dei due è convinto  che solo l'altro deve ricredersi, convertirsi! 
Quindi, se con gli Ebrei abbiamo ancora in comune la tradizione biblica dell'Antico Testamento, quello che ci "di­vide", invece, radicalmente, è che, per noi, Gesù è il Mes­sia e il Figlio del Dio vivente, mentre, per loro, non lo è! 

Il "Gazzettino" del 18 gennaio 1990, a p. 4, portava il  titolo di un intervento di mons. Pietro Nonis, vescovo di  Vicenza, alla "giornata del dialogo ebraico-cristiano":  "Due religioni, uno stesso Dio". 
La verità, però, è all'opposto: noi cristiani non abbiamo lo  stesso Dio degli Ebrei, a meno che "i misteri principali  della nostra Fede" non siano più quelli che la Chiesa  insegnava da sempre, e cioè: 
l ) Unità e Trinità di Dio; 
2) Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo."; 
e a meno che non si reciti più il nostro "Atto di Fede", in  cui si dice espressamente: "credo in Voi, unico vero Dio, in  tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito  Santo; e credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Incarnato e  morto in croce per noi". 
Purtroppo, dopo la "Dichiarazione" conciliare "Nostra aetate" (n° 4 ), sulle relazioni della Chiesa con le religioni  non cristiane, promulgata da Paolo VI il 29 ottobre 1965, è  diventato quasi una moda il parlarne a proposito e a spropo­sito, ignorando che la Chiesa primitiva era attaccata, sì, ad  Israele, ma che poi Essa si è separata - sia pure con dolore - dai Giudei contemporanei a Cristo, solo perché questi si  erano rifiutati di credere alla realizzazione, nel Cristo,  della salvezza promessa. 
Il cosiddetto anti-semitismo della Chiesa di sempre, quindi, non fu un gesto sentimentale, una passione, ma lo fu  per una dottrina che ha la sua radice in un conflitto teologico,  per esigenza della nostra stessa Fede. Infatti, il punto di  rottura tra Cristiani ed Ebrei è la cristologia della Chiesa,  la quale insegna che Gesù è il Messia atteso dai Giudei, ed è il "Signore" di natura divina, e che solo per mezzo di Lui  è data la salvezza. 
Il punto focale di questo contrasto lo si può vedere nella prima lettera di San Giovanni evangelista: «Chi è bugiardo  se non chi nega che Gesù sia il Cristo? .. Questi è l'anticristo:  colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio,  non ha neppure il Padre; chi confessa il Figlio, ha pure il  Padre ( ... )»5. 
L'errore cristologico, perciò, include anche un errore  trinitario, perché, negando il Figlio, essi (gli Ebrei) negano  il Padre; e negando il Figlio non hanno neppure alcuna  comunione col Padre; mentre colui che possiede il Padre è in  vera comunione con Lui, è unicamente il fedele che confessa  il Figlio. 
E questo è anche una chiara dottrina del IV Vangelo:  che il Padre è conosciuto nella manifestazione del Figlio, e  che la nostra attitudine verso il Figlio è unita alla nostra  attitudine verso il Padre6• Per questo, San Paolo, dei Giudei  persecutori dei cristiani dice: (essi) "non conoscono Iddio e  non obbediscono al Vangelo di Nostro Signore Gesù"?.  Per questo, padre Pierre Benoit, in "Revue Biblique"  (1961), ebbe a scrivere: «Rifiutando Gesù, Israele s'è  diviso in due: la parte che ha accettato il Cristo, è divenu­ta la Chiesa, il vero Israele, compimento del Vecchio  Testamento; l'altra parte, che ha rifiutato il Cristo, con  un peccato "collettivo", è Israele infedele, che ha perduto  la sua elezione, i suoi privilegi; come gruppo è al di fuori  della salvezza, perché ci è ignota la responsabilità di  ciascun'anima individuale»s. 
Perciò, la Chiesa di Roma deve ricordare sempre che la  Carità è inseparabile dalla Verità, e che noi cristiani, quindi, abbiamo un dovere di verità da compiere!.. 
Purtroppo, il card. Bea, nel Concilio, s'è dimenticato di questo, imponendo ai Padri la sua tesi, presa, senza alcun  criterio, dal libro del giudeo Jules Isaac: "Jésus et Israel",  in cui si legge: «Israele non ha rigettato Gesù; Gesù non ha  riprovato Israele; l'idea di un "deicidio" commesso dalla  massa del popolo giudaico e che l'avrebbe votato al casti­go di una vita errante tra i popoli, è un mito inventato  dalla teologia cristiana e che non è conforme alla realtà  della storia; disgraziatamente, essa è all'origine di un  antisemitismo secolare e sarebbe tempo che la Chiesa  sopprimesse queste affermazioni che han causato e causa­no le persecuzioni di giudei innocenti». 
Ma padre Pierre Benoi- sempre nella "Revue Biblique"9  -confuta, punto su punto, tutta la tesi di fondo dell'lsaac,  divisa in 21 proposizioni. Alla "nona", per esempio, dove  scrive che Gesù non ha abrogato la legge mosaica, scrive:  «col sacrificio della Croce, Gesù ha soppresso la Legge, e,  quando la Chiesa primitiva ha sancito tale affermazione  per la sua universalità, l'ha fatto sotto l'azione dello  Spirito Santo, che non è altro che lo spirito di Gesù» ...  
Anche alla negazione che non è vero che la "massa del  popolo giudeo" abbia rigettato Gesù, padre Benoit risponde:  «Ciò che nessuno può ignorare è che Gesù si dice inviato  da Dio e che lo comprova con le sue opere. La folla  giudaica che l'ha conosciuto non ha potuto ignorarlo, ma  volendo seguirlo quando ne aspettava un trionfo, l'ha abbandonato quando ha visto la croce ... Abbandonato dalla folla, rigettato dai capi, Gesù è stato veramente respinto dal suo popolo, il popolo giudaico, anche se, o piuttosto, perché questo popolo non ha voluto rinunciare  a sé per credere in Lui. Ben risulta dai quattro Evangeli  che, se i Romani hanno ratificato ed eseguito la condanna  a morte di Gesù, questa, però, è venuta dagli Ebrei».  
Contro le tesi d eli' ebreo Isaac, e fatte proprie dal card.  Bea, e immesse, poi, nella "Dichiarazione" conciliare  "Nostra aetate", stanno le Sacre Scritture. Basta, qui,  ricordare le parole di Gesù: «Se non fossi venuto e non  avessi loro parlato, non avrebbero colpa; ma, ora, non  hanno scusa per il loro peccato. Se non avessi tra loro  compiuto opere che nessun altro ha fatto, non avrebbero  colpa; ma ora, benché abbiano veduto, pure odiano e Me  e il Padre mio». 
· Lo stesso afferma San Paolo nella lettera ai Romani11 , e  San Pietro, nei suoi discorsi ai Giudei, dopo la Pentecoste:  
"VOI L'AVETE CROCIFISS0!"12. 
E ancora, sempre ai Giudei (venuti da tutte le parti dell'Impero Romano, a Gerusalemme, per la solennità!):  
"VOI UCCIDESTE L'AUTORE DELLA VITA" 13• 
E al Sinedrio: 
"GESÙ, CHE VOI UCCIDESTE APPENDENDOLO IN CROCE ... "l4. 
Anche Santo Stefano, sempre al Sinedrio: 
"( ... )del GIUSTO, del quale VOI foste ora i TRADI­TORI E GLI OMICIDI"! 
Ancora San Paolo, nella prima ai Tessalonicesi 15 : 
... i Giudei "UCCISERO GESÙ E I PROFETI. .. ". 

Il card. Bea, invece, riduce a pochi capi e a pochi abitanti  la responsabilità collettiva del popolo giudaico, ignorando  anche i testi dei Vangeli, come la "parabola dei vignaioli  omicidi"16; il lamento di Gesù su Gerusalemme17 ; l'an­nuncio del castigo per Gerusalemme18 ... 
Ora, una Dichiarazione conciliare, palesemente contraria ai testi dei Vangeli, degli "Atti degli Apostoli" e  delle "Lettere di San Paolo", non può avere alcun valore!  
I Padri dovevano ricordare, a comprova di quello che  scrisse San Paolo, che gli Ebrei sono "IN ODIO A DIO A  CAUSA DELL'EVANGELO". 
Quindi, la Carità vera non si esercita mai in danno della verità! 

sac. Luigi Villa