UNIONE DI CUORI
Mai come nel momento della Comunione possiamo dire con san Paolo: «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3, 3). Allora noi formiamo un‘UNITÀ in Cristo con tutti gli uomini. Come direbbe sant’Agostino: «La tua anima non è più tua, ma di tutti i fratelli, così come le loro anime sono anche tue, anzi meglio, le loro anime assieme alla tua non sono tante, ma una sola, l’unica di Cristo» (Epist 24, 3). «Cristo è TUTTO in tutti» (Col 3, 11) e formiamo con lui una sola anima e un solo cuore. «Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue è in me e io in lui» (Gv 6, 56). Santa Caterina da Genova diceva: «Io non ho più anima né cuore, il mio cuore e la mia anima sono quelli di Cristo». Infatti, lo scopo dell’Eucaristia è la fusione delle anime e dei cuori in Cristo Gesù. E dobbiamo vivere quest’unione con Gesù, Dio e uomo, ventiquattro ore al giorno.
Alcuni santi hanno vissuto quest’unione di cuori in modo singolare, in quanto Gesù ha cambiato il loro cuore con il suo. Questo scambio di cuori lo concesse a santa Caterina
da Siena. Narra il suo direttore spirituale, il beato Raimondo: «Un giorno le sembrò di vedere che il suo eterno Sposo veniva verso di lei come al solito e le apriva il petto sul lato
sinistro, le prendeva il cuore e se ne andava, tanto che ella rimaneva senza cuore. L’impressione di questa visione fu tale... che Caterina disse al suo confessore di non avere più un cuore nel suo corpo... Qualche
tempo dopo le apparve il Signore portando nelle sue sante mani un cuore umano rosso e splendente. Avvicinandosi a lei, il Signore le aprì nuovamente il petto e introducendovi il cuore che teneva fra le mani le disse: Figlia mia, come l’altro giorno portai via il tuo cuore, oggi ti consegno il mio che ti farà vivere per sempre».
Questa grazia alcuni santi l’hanno ricevuta con l’Eucaristia, tenendo nel loro petto Gesù sacramentato e rimanendo così in continua unione con la sua umanità
santissima. E sant’Antonio Maria Claret ci riferisce nella sua autobiografia: «Il giorno 26 Agosto 1861, mentre mi trovavo in preghiera nella Chiesa del Rosario a la Granja, alle sette
di sera, il Signore mi concesse la grande grazia della conservazione delle specie sacramentali e di conservare sempre, giorno e notte, il Santissimo Sacramento nel petto».
La grazia d’unione dei cuori la riceviamo anche noi mentre permangono in noi le specie sacramentali. Padre Pio di Pietrelcina disse una volta: «Oh quanto dolce è stata la conversazione con il paradiso questa mattina dopo la Comunione! Il mio cuore e quello di Gesù si fusero. Non erano più due cuori palpitanti ma uno solo. Il mio cuore
si era perduto come una goccia si perde nell’oceano». San Cipriano dice: «La nostra unione con Cristo unifica i nostri affetti e le nostre volontà». E la venerabile Candida dell’Eucaristia asseriva: «La mia anima e quella di Gesù si fanno UNA».
San Lorenzo Giustiniani affermava: «Oh mirabile miracolo del tuo amore, Signore Gesù, che hai voluto unirci al tuo Corpo in modo tale che abbiamo
una sola anima e un solo cuore, inseparabilmente uniti a te».
Che anche tu sia UNO con Gesù e abbia i suoi stessi pensieri, sentimenti e desideri. Che la tua e la sua volontà siano UNA sola perché tu possa dirgli ogni momento:
«Sia fatta la tua e non la mia volontà» (Mt. 26,39). Che tu sia il tabernacolo vivente di Gesù, come Maria e tu possa dire con santa Teresina:
«Signore, non sei onnipotente? Rimani in me come nel tabernacolo, non allontanarti mai dalla tua piccola ostia» (Offerta all’Amore misericordioso).
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