venerdì 24 aprile 2020

La concretezza della Parola di Dio



L’educazione e l’evangelizzazione dei figli 

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Questi gruppi "neocatecumenali" tradiscono continuamente la tradizione e la dottrina della Chiesa Cattolica, allorquando questa insegna che la "FEDE" deve essere unita alle "OPERE"; loro, non solo non operano mai in gruppo, (l'azione comunitaria è rigorosamente vietata da Kiko Arguello!) ma hanno ridotto molti (tra cui mia moglie) a "personaggi" che vagano inebetiti senza nulla operare, anche in famiglia! Hanno insegnato che, di fronte a qualsiasi problema, per quanto grave esso sia, bisogna restare indifferenti ed abulici, con le mani in mano perché, se Dio vuole, penserà Lui a fare ciò che serve! (Quale contrasto con la Sacra Scrittura e con i messaggi mariani!-NDA). 
Sono possessivi e gelosi: ogni 30-40 giorni esigono una domenica tutta di comunità, se non addirittura un intero lungo "fine settimana". I genitori devono abbandonare i figli, le mogli abbandonare i mariti (Gesù ha detto: "Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" -Matteo 19,6-NDA), i parroci abbandonare le loro parrocchie. I miei impegni politici si sono, qualche volta, incontrati con gli impegni di comunità, ma era (secondo loro!) scandaloso che mi occupassi di politica! La politica è sporca (spesso è vero!) e non è bene che un neocatecumenale faccia politica. 
Queste "comunità neocatecumenali" hanno basato la loro esperienza su di una sorta di gemellaggio con l'Ebraismo. I loro canti, i loro balli attorno all'altare, i nomi dei loro esami periodici (per essere promossi alle fasi successive) hanno tutti nomi ebraici! Il risultato è sotto gli occhi di tutti! Si è creato, tra loro, un forte senso di appartenenza al "SIONISMO" con conseguente odio latente verso il popolo palestinese! 
Per tutti questi motivi e, in sincerità, anche per altri, lo scorso anno io e mia moglie ci separammo! 
Proprio il giorno della separazione, chiesi aiuto (ingenuamente!) ad uno dei loro capi, un seminarista adulto, un certo RINO, poi divenuto sacerdote. Promise un intervento che mai fece: era troppo occupato con i "Neocatecumenali" per occuparsi di un povero uomo che usciva dalla Setta! 
Dopo quattro mesi, per volontà del Signore, mi riappacificai con mia moglie. Andammo una settimana lontano da Roma. Notai subito qualcosa di strano: mia moglie non gradiva entrare in una chiesa "normale" per partecipare ad una Messa "normale"! 
Intanto, a Roma, i Capi della setta non ci perdonavano la rappacificazione, senza il loro intervento! Capii dopo che avrebbero voluto "esibirci" come una coppia che aveva, tramite i "neocatecumenali", riacquistato l'unità! 
Naturalmente, mi riferisco a quelle confessioni pubbliche, obbligatorie, (anche di natura intima!), che in questa setta si usano fare al microfono, davanti a centinaia di persone, nella chiesa di S. Tito, a Viale Marconi (ora S. Leonardo Murialdo). 
Ma, con lo scorrere del tempo, le cose peggiorarono nuovamente, soprattutto per la mia dichiarata ribellione all'isolamento dalla setta che mia moglie si ostinava a frequentare, sacrificando tutto e tutti agli interessi dei "neocatecumenali". 
Sono ormai 10 mesi che io e mia moglie viviamo separati, di fatto, e buona parte della colpa è addebitabile alla Setta che condiziona mia moglie. 
Lei non cerca più il marito, non cerca più la famiglia...La sua vera famiglia è la comunità neocatecumenale, i cui membri sanno che operano contro il matrimonio ma, per puntiglio, e per non perdere un'adepta, non vogliono rinunciare alle pressioni su di essa. 
Mi permetta una confidenza necessaria per capire fino a che punto questa setta condiziona gli adepti: mia moglie, a Natale, mi ha cercato e voleva stare con suo marito! Ero felice, perché pensavo che l'unità della famiglia era salva! Macché! mia moglie mi ha, poi, confessato che si trattava di un contatto nel periodo più fecondo, fatto appositamente per concepire e poter aver un altro figlio (il 4°), e così fare bella figura con i prolifici neocatecumenali!" (Il nome dell'autore di questa lettera compare con l'indirizzo, per sua espressa volontà, sulla rivista "Chiesa viva" - N. 243 - settembre '93 - pag.9, da cui ho riportato la lettera stessa). 

Se questo povero uomo avesse, ascoltando i messaggi mariani, letto in famiglia la Bibbia, accompagnandola con la preghiera, avrebbe imparato che: 
  
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, 
che pone nella carne il suo sostegno 
e il cui cuore si allontana dal Signore. 
Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; 
dimorerà in luoghi aridi nel deserto, 
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. 
Benedetto l'uomo che confida nel Signore 
e il Signore è sua fiducia.." 
(Geremia 17,5 seg.) 

L'amore verso la preghiera è quanto di più essenziale i genitori devono stimolare nei figli. La Madonna (diversamente da molti educatori: non importa se genitori, docenti di religione, catechisti, sacerdoti), specialmente a Medjugorje, insiste sul valore della preghiera prima di ogni attività umana : per capire i disegni di Dio su ciascuno di noi, per comprendere la Scrittura, per essere difesi da ogni assalto di satana, per chiedere la conversione dei "fratelli", per convertire noi stessi ecc. 
Di estrema importanza è cercare di infondere l'amore verso il Rosario (la preghiera dei miracoli, come l'ha definita la Madonna stessa -"Cari figli! Oggi, come non mai, vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana è forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui vivete, perciò cari figli, pregate per poter essere protetti, mediante la preghiera, con la benedizione della pace di Dio. 
Dio mi ha mandata tra voi per aiutarvi. 
Se volete, aggrappatevi al Rosario, giacché solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra vita...." (Medjugorje-25 gennaio 1991) 
Occorre pure che i genitori educhino i figli alla frequenza ai Sacramenti (Eucarestia e Confessione), spiegando loro l'importanza dei medesimi come fonte di grazie spirituali e fisiche. 
Quello che conta è infondere nei figli l'idea che la preghiera, la frequenza ai Sacramenti e la lettura della Bibbia sono atti da compiere non in quanto semplicemente "richiesti", ma perché indispensabili per risolvere ogni situazione terrena (molto utile è la lettura dei Salmi che, per ispirazione dello Spirito Santo, c'insegnano a chiedere, a ringraziare, a lodare e, soprattutto, ad aver fede in Dio) e per ottenere la santificazione personale "Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione" (Matteo 26,41). 
La preghiera del cuore è il numero di telefono di Dio Padre (non di un potente "terreno" qualunque, soggetto pure lui al giudizio del Signore, bensì del Re dell'Universo)! Chi di noi se possedesse il numero di telefono dell’uomo più potente del mondo, disposto ad accogliere le richieste di chi gliele domanda, esiterebbe nell’utilizzarlo? Nessuno! L’utenza telefonica del potente sarebbe sempre occupato! 

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



I doni dello Spirito sono i tesori del Sangue

Nel Cenacolo del Cuore di Gesù.
1 doni dello Spirito Santo sono i tesori del Sangue di Gesù comunicati all'anima.
La S. Comunione prepara l'anima alla conoscenza del Mistero e la Passione di Gesù rinnovellata per il Sacramento infonde nell'anima la vita soprannaturale di Cristo che è l'espansione dello Spirito Santo.
Gesù ha promesso lo Spirito Santo agli Apostoli ed alle anime, ma in quella promessa non c'è che la manifestazione della divina carità.
Da noi non sapremmo il valore della Redenzione di Cristo, il prezzo del suo Sangue e della sua immolazione, non intenderemmo la profondità della Comunione in quanto al suo scopo di unire tutta l'umanità al Padre, non conosceremmo le elevazioni nel Mistero e la forza dell'amore divino.
Ora si sono avvicinate le due sorgenti: quella della misericordia del mio Dio e quella della mia miseria. Sorgenti ambedue maestose; Dio non si arresta dal beneficare la mia povera anima, che attinge la sua attività dalla natura di Dio, ma resta sempre nella sua impotenza. q. 1 : 12 maggio

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO NEL DIVIN VOLERE



Spirito Santo, Amore Immacolato del Padre e del Figlio, Tu, che per un preciso Volere, hai il Verbo, nella Madre, incarnato, vieni nel nostro cuore e riempici del Tuo Divino Amore.
Tu, sei Amore sostanziale, poiché sei Essenza Reale che ci conduce ad amare.
Tu, hai in Te i tempi ed i modi di Dio: mostrali anche a noi e conducici a divenire come Voi.
Un unico Amore ed un unico Volere Vi rendono Persone Une e Trinitarie e la Vostra Essenza ci disvelano.
Prorompi, Spirito Santo Amore, prorompi dagli alti spazi e vieni a prendere sede nel nostro cuore. 
Manifesta a noi, ognora, la Verità e rendici aperti a quanto, via via, ci disvelerai.

Spirito Santo Amore, Uno ed Onnipotente Signore, donaci lo Spirito del Padre e confermaci nell’Amore del Figlio.
Tu che sei Unità indissolubile di Trinitaria ed eccelsa Meraviglia Regale, vieni qui sulla terra e riuniscici in uno stesso Spirito.
Amore immolato, Amore donato, divieni in noi Amore donante per ognuno dei figli tuoi.
Non Ti domandiamo più i sette doni, ma agogniamo in noi la tua presenza.
Fonte sigillata di puro Amore, vieni ed apri le dighe del nostro cuore, perché Tu possa da esso eternamente scaturire.
Spirito Santo Amore, donaci la tua stessa luce, la tua stessa pace ed il tuo stesso vigore. Amen.


Significato delle tre lacrime di sangue che Gesù ha pianto sulla croce



Durante l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento

(visione durante la santa adorazione il 3.07. 2014)

Figlia Mia. A causa di queste tre lacrime di sangue i vostri fiumi, i vostri laghi, i vostri mari si tingeranno di rosso. Questo accade per mostrarvi la Mia tristezza a causa della vostra perdita di fede e per richiamarvi alla conversione. Nello stesso tempo è un ammonimento per voi, un modo per “scuotervi”, infatti è uno dei tanti segni che vi farò pervenire per farvi comprendere che la fine della fine si avvicina e che la fine dei tempi è già cominciata da molto tempo.

Figli Miei. Miei amatissimi figli. La vostra unica via SONO IO, il vostro Gesù, che vi amo dal profondo del Mio cuore. Accettate i segni che Io e Mio Padre vi mandiamo e riconoscete a che punto della storia vi trovate e in che brutta condizione è la vostra terra: senza fede in Me, il vostro Signore, il vostro Salvatore, il vostro misericordioso Gesù.

Trovata la strada verso di Me, perché IO SONO la vostra unica chance. AmateMi come Io vi amo e abbiate fiducia in Me. Amen.


VISIONE del 3 luglio 2014

Durante l’adorazione.

Gesù sul crocifisso dietro all’altare “diventa vivo”. Egli piange. Poi quarda il mondo. Tre lacrime di sangue cadono sulla terra. Dopo continua a piangere lacrime “normali”.

Adesso Gesù scende dalla croce. (Come se tutto fosse compiuto. Ma:)

Poi vedo di nuovo il mondo e Gesù viene nuovamente “spinto\schiacciato” sulla croce. EGLI dice:” i vostri peccati Mi inchiodano sulla croce.” (Un tempo come oggi)

"Il FALLIMENTO di DIO"!!! Come lo ha definito il Falso Profeta, così "adorato" dalle masse che, tragicamente, non si avvedono in quale abisso le stia trascinando la Chiesa di Bergoglio!


GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



O figlia mia, coronata di spine O figlia mia, tu vivi con me il Getsemani delle tue pene interiori e sei con me esposta alla contraddizione, coronata di spine con me, nel pretorio del mondo. Il mondo non è diverso dal Pretorio di Pilato: espone alla derisione il giusto e condanna con i giudizi dell'opportunismo e della viltà la virtù e la nobiltà dell'anima, che esso non può capire. Soffri con me, e le tue pene si muteranno in salvezza per te e per i tuoi cari.

don Dolindo Ruotolo

UN BILANCIO DOPO SETTE ANNI DI BERGOGLIO




«La Verità vi farà liberi»
(Jo. 8, 32)

di Francesco Lamendola

Un bilancio dopo 7 anni di bergoglio. Una chiesa serva della Massoneria e della “Grande finanza”? Egli ha fatto un buon lavoro: il lavoro per il quale è stato eletto dalla mafia di San Gallo cioè dalla massoneria ecclesiastica.
A quasi sette anni dalla sua elezione, il signor Bergoglio può ritenersi soddisfatto di sé: ha fatto un buon lavoro. Il lavoro per il quale è stato, appunto, eletto: dalla mafia di San Gallo, cioè dalla massoneria ecclesiastica, ramo interno alla Chiesa della massoneria mondiale, dominata dai signori della grande finanza.
Ecco come lo possiamo riassumere, facendo un bilancio provvisorio del suo pontificato:


ha diviso i fedeli e spaccato il clero e la Chiesa;
ha seminato a piene mani, ogni giorno, dubbi, angosce, interrogativi senza risposta, anche rivolgendosi a dei bambini e negando che si possa trovare una risposta al perché della sofferenza;
ha negato o lasciato che fosse negata apertamente la divinità di Gesù Cristo (ad esempio dal suo “teologo” Enzo Bianchi);
ha denigrato, offeso e svilito la figura e l’opera della vergine Maria, abbassandola a creatura come tutte le altre, piena di dubbi e debolezze, e negandole il titolo di Madre di Dio;
ha negato l’esistenza dell’inferno e predicato che tutti quanti andranno in Paradiso;
– ha lasciato che il generale dei gesuiti negasse apertamente l’esistenza reale del Diavolo;
non s’inginocchia mai davanti a Gesù Eucaristico, in compenso si getta bocconi davanti agli uomini, ostentando atteggiamenti di umiltà esagerati e imbarazzanti, che sviliscono il suo ruolo;
sovente si rifiuta di benedire i fedeli, di lasciarsi baciare l’anello, segno del suo mandato, e di pronunciare le parole: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo;
– reagisce ai cattolici che lo criticano con parole oltraggiose, sferzanti, ironiche e prive di qualsiasi misericordia, fino a definirli, nel corso della santa Messa, dei cani selvaggi;


– non si degna di offrire i chiarimenti richiesti su questioni di fede (i dubia di Burke e degli altri tre cardinali, e la successiva Correctio filialis);
– non risponde a precise domande riguardanti il suo operato pastorale e disciplinare, come quelle contenute nel famoso dossier Viganò;


– ha coperto gli abusi omosessuali di porporati chiaramente colpevoli, come McCarrick, e si è totalmente lavato le mani della condanna, palesemente ingiusta, del cardinale Pell;
si è sbarazzato, in un modo o nell’altro, di tutti quelli che potevano ostacolare la sua agenda e ha nominato una quantità di nuovi cardinali, blindando la sua linea d’azione e assicurandosi che dal prossimo conclave non possa che venire eletto uno come lui;

ha lodato pubblicamente, e lasciato che suoi collaboratori lodassero, personaggi che si sono distinti per la loro empietà e il loro comportamento anticristiano e immorale, da Pannella a bonino;
– non ha mai voluto ricevere, neppure in udienza privata, Caffarra e gli altri cardinali che lo volevano incontrare, ma trova sempre il tempo per incontrarsi con Scalfari e altri personaggi apertamente nemici del Vangelo di Gesù Cristo;
ha premiato, affidando loro ruoli di altissima responsabilità, sacerdoti che si sono sempre attivati su una linea del tutto divergente dalla dottrina e della morale cattolica, come il gesuita James Martin, attivista pro LGbt, che ha chiamato ai lavori dell’Incontro mondiale sulla Famiglia; e demolito di fatto la Pontificia Accademia per la Vita, chiamando a farne parte anche personaggi notoriamente abortisti;
ha sostituito il concetto di “fragilità” a quello di peccato, abolendo, di fatto, la responsabilità morale davanti a Dio (chi sono io per giudicare?) e asserendo che Dio chiude un occhio davanti a tali “fragilità” e si accontenta della nostra vita di peccato, se non riusciamo a tornare sulla retta via, come nel caso dei divorziati risposati;
ha perseguitato i veri credenti e gli ordini religiosi più ligi al Deposito della Fede, come i Francescani dell’Immacolata e alcune congregazioni religiose femminili di tipo contemplativo;
– Ha ridicolizzato la spiritualità, con mille parole e mille atti, come quando ha disgiunto le mani di un bambino, unite nel gesto della preghiera;
– ha abrogato l’ascetismo (non è sano cercare la solitudine, ecc.);
– ha di fatto abolito la dimensione soprannaturale della fede (la morte di Cristo è un fatto storico – dice – mentre la sua Resurrezione è un atto di fede);
– ha derubricato l’evangelizzazione e definito l’apostolato una solenne sciocchezza;
– ha dichiarato esplicitamente che nessuno deve cercare di convertire gli ebrei, i quali stanno bene così come sono, in quanto hanno già l’Alleanza che li rende eletti davanti a Dio;
– ha riabilitato pienamente Lutero e il protestantesimo e fatto persino stampare un francobollo dalle Poste Vaticane per glorificare i 500 anni della ”riforma”, cioè della rivoluzione anticattolica;
– ha invitato gli islamici in chiesa, alla santa messa, l’indomani dell’ennesimo assassinio di un sacerdote cattolico per mano di fanatici islamici, e dichiarato in tutta solennità che il terrorismo islamico semplicemente non esiste;
– ha ridotto l’agenda pastorale a una monotona, ossessiva perorazione della causa degli immigrati, presentando l’acquiescenza all’invasione e all’islamizzazione in atto, come un dovere cristiano e inventandosi di sana pianta, per dare maggior forza alle sue parole, che Gesù e la Sacra Famiglia erano dei migranti;
– ha permesso che idoli pagani venissero introdotti nei
Giardini Vaticani, nella sala del sinodo per l’Amazzonia e perfino nella Basilica di San Pietro e in un’altra chiesa romana, e che dei fedeli e dei membri del clero si prostrassero fino a terra ad adorarli; ha avuto parole di condanna per chi dissentiva da tale profanazione e ha chiesto scusa ai pagani che si fossero sentiti offesi; infine ha benedetto di sua mano quegli idoli, lui che raramente benedice i fedeli che glielo chiedono;
ha dichiarato essere pratiche normali, e di averle seguite lui stesso, la psicanalisi freudiana, il reiki e la stregoneria, ma non ha mai detto esplicitamente che, quando l’anima è confusa e smarrita, il primo e più sicuro rifugio per essa è la preghiera e la confidenza in Gesù Cristo;
ha denigrato la pratica di recitare il santo rosario e non ha voluto darne l’esempio neppure durante il viaggio a Fatima, per il centenario delle Apparizioni mariane ai tre pastorelli;
ha dichiarato che la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio e non, come dovrebbe sapere ogni bambino della Prima Comunione, la Sua vittoria sul peccato e sulla morte;
si è permesso di cambiare il Catechismo, cioè il Magistero della Chiesa, dalla mattina alla sera, dichiarando illecita in qualsiasi caso la pena di morte;
si è permesso di cambiare le parole della preghiera insegnata da Gesù stesso, il Padre Nostro;
ha permesso, o incoraggiato, il generale dei gesuiti, Sosa Abascal, a dichiarare che nessuno sa cosa disse e fece realmente Gesù Cristo (perché non c’erano i registratori!), invalidando così tutta l’autorità dei Vangeli;
ha taciuto o si è speso pochissimo sull’aborto, l’eutanasia, le unioni contro natura e le adozioni gay, rifiutandosi di condannare la sodomia e spostando perfidamente la questione dalla condanna del peccato al rispetto dovuto a ogni persona;
ha ignorato la persecuzione dei cristiani nel mondo, tuttavia predica incessantemente l’ecologia, l’ambientalismo, le meraviglie della società multietnica e multiculturale e la Grande Fratellanza universale e il Nuovo umanesimo, tutte finalità dichiarate dell’agenda massonica;
ha stigmatizzato con aspre parole quegli uomini politici che vogliono alzare la bandiera del cristianesimo per difendere l’identità cristiana dell’Europa;
ha affermato esplicitamente che Dio non è cattolico, e messo nero su bianco che tutte le religioni sono buone e gradite a Dio, anzi che Dio le vuole così come sono, a scapito dell’unica verità che conduce alla salvezza, secondo l’insegnamento di Gesù Cristo (chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato);
ha accompagnato le sue affermazioni più scioccanti e scandalose, come quella che Gesù Cristo si è fatto peccato, diavolo e serpente, con sorrisi compiaciuti, mostrando di godere dello smarrimento e dell’amarezza di milioni di fedeli: un tratto della sua personalità, questo, che era già stato visto dai suoi superiori gesuiti in Argentina, e per il quale non volevano che fosse fatto neppur vescovo.

In conclusione, si può dire, sul volgere di questi primi sette anni, che Bergoglio ha fatto un lavoro più che buono: si potrebbe anzi dire un lavoro ottimo, perfino superiore alle aspettative dei suoi mandatari e committenti.
Se mai c’è una critica che possono muovergli, almeno i più intelligenti fra essi (e certamente non si tratta di gente stupida, tutt’altro: parliamo delle 2.000 persone che dispongono dei tre quarti della ricchezza mondiale), è di aver bruciato un po’ troppo i tempi.
Insomma, di aver voluto strafare.
Ma questo inconveniente è legato alla personalità di Bergoglio: una personalità disturbata, egoica, smisuratamente ambiziosa, tirannica, doppia, malevola e strutturalmente divisiva. Ora, a dividere la Chiesa c’è riuscito benissimo; resta da vedere se, con la sua smania di fare in fretta, non rischia di suscitare delle reazioni che, se agisse con maggiore cautela, non vi sarebbero.
Sappiamo che i Padroni Universali vogliono esser serviti ciecamente, con perfetta disciplina: non ammettono però alcuno spazio d’iniziativa personale.
Con il suo strafare, con la sua rozzezza, con la sua scoperta arroganza, con i suoi atteggiamenti eccessivamente istrionici e buffoneschi, ma anche iracondi e intolleranti, il signor bergoglio rischia di scontentare seriamente quelli che lo hanno eletto, e soprattutto quelli che lo hanno fatto eleggere: e se quei signori sono scontenti, sappiamo che tipo di rimedi sono capaci di porre in atto. Per molto meno, si può essere costretti a uscire di scena, con le buone o con le cattive; magari con le cattivissime, come quasi certamente è toccato a Giovanni Paolo I, trovato morto nel suo letto il mattino del giorno dopo, per aver voluto prendere visione della lista dei cardinali sospettati di essere iscritti alla massoneria.

Sarebbe meglio che il signor Bergoglio si desse una calmata, se ci tiene a restare dov’è e se ci tiene alla propria incolumità: i suoi padroni sono gente che non scherza. La megalomania gli sta dando alla testa e, troppo spesso, si lascia prendere la mano dalla sua natura violenta, aggressiva, rancorosa: gesti come quello del giorno di Santo Stefano, quando ha schiaffeggiato la mano di una pellegrina cinese e si è allontanato con uno sguardo luciferino, rischiano di compromettere anni di buon lavoro (buono, dal punto di vista dei suoi burattinai).


La gente, che non trova nulla di strano se pubblica documenti eretici, come Amoris laetitia, o sottoscrive documenti apostatici, come quello di Abu Dhabi; che non trova nulla da eccepire se non risponde alle domande dei suoi cardinali, e se bestemmia continuamente contro Gesù Cristo, la Vergine Maria, la Santissima Trinità – quello che abbiamo fatto sopra è un elenco assai incompleto; si potrebbe andare avanti per pagine e pagine – ma finisce per mangiare la foglia davanti a scene come quella: un papa che usa la maniera forte con una pellegrina, e che si tradisce con uno sguardo carico d’odio.

La gente non è molto sensibile agli argomenti razionali, ma lo è a quelli emotivi: e dal punto di vista emotivo, gesti come quello di Santo Stefano sono errori imperdonabili, danni d’immagine ai quali difficilmente si può rimediare. Le scuse del giorno dopo non hanno dissipato l’impressione fortemente negativa: tanto più che non si è scusato per il gesto in sé, ma per la poca pazienza dimostrata; e, soprattutto, visto che nessuno del suo ufficio stampa o dei tanti giornalisti stipendiati da questa contro-chiesa massonica, si è degnato di riferire al pubblico cosa gli abbia detto quella donna cinese, per averlo fatto imbestialire a quel modo.
Ma non è difficile immaginarlo, dato che Bergoglio passerà alla storia, fra le altre cose, come il papa che ha consegnato al braccio secolare alcuni milioni di veri cattolici cinesi, in cambio di una normalizzazione dei rapporti diplomatici che non vale davvero la candela. Fino all’ultimo lo ha scongiurato di desistere il cardinale Zen; fino all’ultimo gli è stato detto che siglando quel protocollo, era come se vanificasse il martirio di tanti fedeli ed esponesse alla persecuzione più esplicita i cattolici odierni: quelli veri, non quelli fasulli, che il governo di Pechino riconosce come docili burattini e per i quali nomina i vescovi, affinché nelle chiese si esponga il ritratto del presidente comunista in modo che, entrando, lo si veda prima ancora del Signore Gesù.
Del resto, da due anni, il Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, monsignor Sanchez-Sorondo, dice che chi oggi applica al meglio la dottrina sociale della Chiesa è la Cina. Straordinario! La Cina che perseguita i cristiani, è la più vicina al modello cristiano… Anche di queste rozzezze, di queste contraddizioni e di queste assurdità è condita l’impazienza di Bergoglio. Impazienza che potrebbe costargli cara.
Finirà per provocare uno scisma, che nei fatti è già iniziato; e probabilmente non era questa la linea scelta dai suoi padroni. Avrebbero preferito un’apostasia molto più soft: silenziosa e tranquilla come una camomilla: la linea seguita dal 1958.

Se i cattolici dormono, perché mai destarli?

“Chiesa viva”  Aprile 2020




ILDEGARDA DI BINGEN



LA  SPIRITUALITÀ  DI  SANT’ILDEGARDA NEL  QUADRO  DEL  XII  SECOLO

La decisione di creare il mondo, secondo Ildegarda, viene in seguito a quella di creare l’uomo. L’uomo, secondo Ildegarda e anche degli altri, è il primo pensiero di Dio. Egli è creato dopo la caduta degli angeli per sostituirli come decimo coro. Il mondo è creato per l’uomo. La condizione privilegiata dell’uomo è rilevata dal frequente richiamo che si fa sulla sua posizione. L’uomo stat, sta ritto, ha gli occhi rivolti verso l’alto e il suo capo è eretto, guarda in alto, ha un posto che è in mezzo, tra la materia e Dio, tra l’immanenza e la trascendenza. Per quanto limitato, può sollevarsi verso l’alto per rivolgersi all’Infinito. I tre ultimi cori angelici sono legati direttamente a Dio, come l’anima, nella forma trinitaria: i Troni sono al servizio della Potenza di Dio, il Padre; i Cherubini ne contemplano la Sapienza, il Figlio; i Serafini ne amano la Bontà, lo Spirito Santo. Essi sono i mediatori tra la Trinità divina e la triade dell’anima. Per questo Dio ha creato gli angeli, perché aiutassero l’uomo, per mezzo della triade delle virtù, ad uscire dall’immanenza per muoversi verso la trascendenza, ad uscire dall’umano per muoversi verso Dio.

Il peccato che porta la responsabilità dell’abisso che si è aperto tra l’uomo e Dio appare ora sotto un aspetto nuovo. La distruzione del peccato non ha soltanto per fine il rendere possibile l’unione con Dio nell’al di là, si spera di raggiungere l’unione in questa vita. L’immagine della peccaminosità si forma dal riferimento al fine: l’uomo che vuole giungere all’immagine e somiglianza di Dio quaggiù vede il peccato in relazione alla negazione di quest’immagine e somiglianza, di cui Dio è l’autore. Quindi, questa relazione deve esistere ora e su questa terra. L’uomo vede il peccato, come ciò che distrugge la nostra via verso il fine.

I comandamenti di Dio sono espressi con il nome di “legge” si vede questa legge come qualcosa d’esterno, che uno deve osservare per andare a Dio. Invece, si trova che il primo comandamento di Dio è l’amore di Dio e del prossimo. Questo amore di Dio e del prossimo si esercita rispettando il prossimo, che vuol dire rispettare la persona dell’uomo, e questo rispetto della persona si esplica attraverso l’osservanza di questi comandamenti. Non è che i comandamenti ci vengano “dal di sopra”, “dal di fuori”, i comandamenti sono in noi; siamo noi stessi a rispettare gli altri, se viviamo secondo questa legge. La legge non è esteriore, è interiore. Diciamo “Gesù ha portato la legge dell’amore”; ma l’amore si osserva, osservando i comandamenti. Se l’uomo distrugge se stesso, distrugge la possibilità di arrivare a Dio; se distrugge l’altro, distrugge la possibilità di arrivare a Dio. Il peccato non è altro che distruggere la via di comunicazione con Dio.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

Dio ha fretta, a breve tutto si fermerà.



Sono vicino a voi, figli miei diletti, voi che ascoltate il mio pianto e Mi consolate con il vostro sì fedele.
Amati miei, non tarderò a prendervi con Me, vedrete il Mio Volto, conoscerete l’Immenso! Nel mio Tutto entrerete, in Me vi ristorerete e sarete felici.
Come Padre e Dio Creatore, oggi vengo a richiamare il mio amato popolo al ravvedimento urgente. Vengo ancora a salvarvi, figli miei, ascoltate il mio grido di salvezza e dirigetevi verso di Me. Io sono Colui che tutto può, Io sono il vostro unico Bene, Io sono la Perfezione, o uomini, non troverete nessun’altro più grande di Me.
Il mio Vicario è stato messo in condizioni di pena, il suo Calvario è grande ma Io sono con lui e lui è con Me. Vedrete molto presto la sua rivalsa sui nemici perché, Io Sono! Io metterò il suo essere imperfetto in Me, egli sarà perfetto nel Perfetto e griderà la mia venuta.
Ecco, figli miei, amati del Mio Sacro Cuore, è il vostro Dio che vi parla e vi annuncia la verità, non ascoltate le voci del mondo, ungetevi di Me, sacrificatevi in questo tempo di morte, per la vostra stessa salvezza.
Esordite nuovi, rinunciate a Satana, figli miei, dite basta a questa schiavitù, a questa dittatura di morte. Basta figli miei, basta! Non potete continuare così, alzate i vostri occhi verso il Cielo e gridate l’aiuto con cuore sincero. Rivolgetevi con fede al Padre vostro ed Egli, se vedrà il vostro sincero grido di aiuto, interverrà all’istante.

Non c’è Dio più grande di Me o uomini, l’avete capito? Io Sono! Nessun altro può essere più di Me. Ho visto il vostro dolore, ho udito i vostri lamenti ma ancora non avete urlato il mio Santo Nome per avere soccorso.
Ponetevi ora in ginocchio e, come veri figli, abbandonatevi sinceramente a Me, Io sono il vostro Dio, Io sono l’unica vostra salvezza e
vi chiedo di convertirvi, Dio ha fretta, a breve tutto si fermerà
perché verrà il Giudizio di Dio su ogni uomo.
Non attendete altro tempo perché il tempo è finito.
Preparatevi all’incontro faccia a faccia con Colui che È.

Esordite ora figli miei, non sia per voi troppo tardi, il buio già entra nelle vostre case.
Benedico il mio popolo!
Carbonia 22.04.2020

L'AMORE DELLA SOLITUDINE E DEL SILENZIO



L'Imitazione di Cristo 

1.     Cerca il tempo adatto per pensare a te e rifletti frequentemente sui benefici che vengono da Dio. Tralascia ogni cosa umanamente attraente; medita argomenti che ti assicurino una compunzione di spirito, piuttosto che un modo qualsiasi di occuparti. Un sufficiente spazio di tempo, adatto per dedicarti a buone meditazioni, lo troverai rinunciando a fare discorsi inutilmente oziosi e ad ascoltare chiacchiere sugli avvenimenti del giorno. I più grandi santi evitavano, per quanto possibile, di stare con la gente e preferivano stare appartati, al servizio di Dio. E' stato detto: ogni volta che andai tra gli uomini ne ritornai meno uomo di prima (Seneca, Epist. VII, 3). E ne facciamo spesso esperienza, quando stiamo a lungo a parlare con altri. Tacere del tutto è più facile che evitare le intemperanze del discorrere, come è più facile stare chiuso in casa che sapersi convenientemente controllare fuori casa. Perciò colui che vuole giungere alla spiritualità interiore, deve, insieme con Gesù, ritirarsi dalla gente. Soltanto chi ama il nascondimento sta in mezzo alla gente senza errare; soltanto chi ama il silenzio parla senza vaneggiare; soltanto chi ama la sottomissione eccelle senza sbagliare; soltanto chi ama obbedire comanda senza sgarrare; soltanto colui che è certo della sua buona coscienza possiede gioia perfetta.   
  
2.     Però, anche nei santi, questo senso di sicurezza ebbe fondamento nel timore di Dio. Essi brillarono per straordinarie virtù e per grazia, ma non per questo furono meno fervorosi e intimamente umili. Il senso di sicurezza dei cattivi scaturisce, invece, dalla superbia e dalla presunzione; e , alla fine, si muta in inganno di se stessi. Non sperare di avere sicurezza in questo mondo, anche se sei ritenuto buon monaco o eremita devoto; spesso, infatti, coloro che sembravano eccellenti agli occhi degli uomini sono stati messi nelle più gravi difficoltà. Per molte persone è meglio dunque non essere del tutto esenti da tentazioni ed avere sovente da lottare contro di queste, affinché non siamo troppo sicure di sé, non abbiamo per caso a montare in superbia o addirittura a volgersi sfrenatamente a gioie terrene. Quale buona coscienza manterrebbe colui che non andasse mai cercando le gioie passeggere e non si lasciasse prendere dal mondo! Quale grande pace, quale serenità avrebbe colui che sapesse stroncare ogni vano pensiero, meditando soltanto intorno a ciò che attiene a Dio e alla salute dell'anima, e ponendo ben fissa ogni sua speranza in Dio! Nessuno sarà degno del gaudio celeste, se non avrà sottoposto pazientemente se stesso al pungolo spirituale. Ora, se tu vuoi sentire dal profondo del cuore questo pungolo, ritirati nella tua stanza, lasciando fuori il tumulto del mondo, come sta scritto: pungolate voi stessi, nelle vostre stanze (Sal 4,4). 
Quello che fuori, per lo più, vai perdendo, lo troverai nella tua cella; la quale diventa via via sempre più cara, mentre reca noi soltanto a chi vi sta di mal animo. Se, fin dall'inizio della tua venuta in convento, starai nella tua cella, e la custodirai con buona disposizione d'animo, essa diventerà per te un'amica diletta e un conforto molto gradito.   
  
3.     Nel silenzio e nella quiete l'anima devota progredisce e apprende il significato nascosto delle Scritture; nel silenzio e nella quiete trova fiumi di lacrime per nettarsi e purificarsi ogni notte, e diventa tanto più intima al suo creatore quanto più sta lontana da ogni chiasso mondano. Se, dunque, uno si sottrae a conoscenti e ad amici, gli si farà vicino Iddio, con gli angeli santi. E' cosa migliore starsene appartato a curare il proprio perfezionamento, che fare miracoli, dimenticando se stessi. Cosa lodevole, per colui che vive in convento, andar fuori di rado, evitare di apparire, persino schivare la gente. Perché mai vuoi vedere ciò che non puoi avere? "Il mondo passa, e passano i suoi desideri" (1Gv 2,17). I desideri dei sensi portano a vagare con la mente; ma, passato il momento, che cosa ne ricavi se non un peso sulla coscienza e una profonda dissipazione? Un'uscita piena di gioia prepara spesso un ritorno pieno di tristezza; una veglia piena di letizia rende l'indomani pieno di amarezza; ogni godimento della carne penetra con dolcezza, ma alla fine morde e uccide. Che cosa puoi vedere fuori del monastero, che qui tu non veda? Ecco, qui hai il cielo e la terra e tutti glie elementi dai quali sono tratte tutte le cose. Che cosa altrove potrai vedere, che possa durare a lungo sotto questo sole? Forse credi di poterti saziare pienamente; ma a ciò non giungerai. Ché, se anche tu vedessi tutte le cose di questo mondo, che cosa sarebbe questo, se non un sogno senza consistenza? Leva i tuoi occhi in alto, a Dio, e prega per i tuoi peccati e per le tue mancanze. Lascia le vanità alla gente vana; e tu attendi invece a quello che ti ha comandato Iddio. Chiudi dietro di te la tua porta, chiama a te Gesù, il tuo diletto, e resta con lui nella cella; ché una sì grande pace altrove non la troverai. Se tu non uscirai e nulla sentirai dal chiasso mondano, resterai più facilmente in una pace perfetta. E poiché talvolta sentire cose nuove reca piacere, occorre che tu sappia sopportare il conseguente turbamento dell'animo. 

LA PRESENZA REALE




DIO E' LA'!
Veramente il Signore è in questo luogo, e io non lo sapevo.
Genesi, XXVIII, 16.

Per ben giudicare di una famiglia, bisogna vedere se vi è osservata la legge del rispetto. Quando i figli, i servi sono obbedienti e rispettosi, potete dire: Ecco una famiglia buona e felice. Il rispetto, l'onore reso ai genitori è la religione della famiglia, come il rispetto al sovrano e ai suoi rappresentanti è la religione della società. Notate che non si domanda di onorare le qualità, ma la dignità che viene da Dio.

Ora, a Nostro Signore noi dobbiamo il rispetto, qual nostro primo dovere; rispetto spontaneo, non ragionato, che procede come d'istinto da un senso speciale, da un'impressione. Gesù dev'essere onorato dappertutto ove si trova, giusta la sua dignità di Uomo-Dio: al suo Nome deve piegarsi ogni ginocchio in Cielo, in terra e negli abissi infernali. In Cielo gli Angeli stanno prostrati innanzi alla sua Maestà e lo adorano tremebondi: il luogo della gloria di Nostro Signore è quello pure in cui gli si tributa il maggior rispetto.
Su questa terra gli elementi obbedivano a Nostro Signore: il mare si calmò al suo cenno, sostenne i suoi piedi, lo adorò; il sole, gli astri lo piansero nella sua morte, gli resero onore, mentre gli uomini lo maledicevano.
Nell'inferno i dannati tremano sotto la giustizia del Giudice dei vivi e dei morti.

II. - Sul rispetto verso Nostro Signore non si fanno ragionamenti: quando si annunzia la Corte, il Re, tutti si levano istintivamente. Quando passa il Sovrano, tutti salutano: è un moto spontaneo di rispetto e di deferenza; chi non ha più questo sentimento o vuole distruggerlo negli altri non è più un uomo.
Quanto i cattolici debbono arrossire del loro poco rispetto alla presenza di Nostro Signore! E parlo del rispetto più elementare.
Andate in una sinagoga: se parlate o se il vostro contegno è sconveniente, vi mettono alla porta. Se volete entrare in una moschea, prima vi fanno scalzare.
E dire che tutti quest'infedeli non hanno niente di reale nei loro templi, e noi abbiamo tutto! Il loro rispetto è pure tanto più grande del nostro. Nostro Signore potrebbe dire che il demonio è più onorato di lui. Ed ha ragione di ripetere il lamento: Ho nutrito dei figli ed essi mi hanno disprezzato. Domando alle madri se sarebbero contente di essere pubblicamente disconosciute dai loro figli. Perché dunque fare a Nostro Signore quello che ci ferirebbe tanto sul vivo? Perché, Quando si tratta dell'onore di Gesù Cristo, siamo meno suscettibili che per la nostra piccola dignità?
Nulla di più falso e funesto. La nostra dignità non è che un piccolo riflesso di quella di Dio, e tollerando che si manchi di rispetto a Nostro Signore, si distrugge il fondamento del rispetto dovuto a noi stessi. Poveri noi, se Gesù ci punisse, come meritiamo, delle nostre mancanze di rispetto!
Eliodoro fu flagellato dagli Angeli per avere profanato il tempio, ma qui vi è ben più che il tempio. Allorché dunque entriamo alla presenza di Nostro Signore offriamogli innanzi tutto l'omaggio del nostro rispetto; siamo colpevoli se la leggerezza e la negligenza precedono in noi tale sentimento.
Sì, i nostri peccati più gravi contro la fede sono appunto queste mancanze di rispetto.

III. - Chi ha la fede sa e pensa dove va: va in chiesa, da Nostro Signore Gesù Cristo. Ed entra dicendo, con S. Bernardo, a tutte le sue occupazioni: Restate qui, ho bisogno di andare dal mio Dio per riconfortarmi.
Fate dunque così: voi sapete quanto tempo dovete restare in chiesa; ebbene lasciate frattanto in disparte ogni altra cosa. Siete venuto solo per pregare e non per occuparvi dei vostri affari. Se le preoccupazioni e le distrazioni vi tormentano, senza turbarvi mandatele alla porta: mettetevi nell'attitudine dell'ammenda onorevole, state con rispetto; tenetevi meglio e fate così vedere a Nostro Signore che detestate le vostre distrazioni: se non col raccoglimento interno, col vostro contegno voi professate ancora la vostra fede nella sua divinità e presenza, e sarebbe molto quand'anche non faceste altro.
Osservate una santa persona quando viene alla chiesa. Vi entra senza preoccuparsi di quelli che già vi sono; dimentica tutto per non vedere altro che Nostro Signore. Alla presenza del Papa non si pensa guari ai Vescovi o ai Cardinali. E in Cielo i Santi non si trattengono ad ossequiarsi tra loro. A Dio solo tutto l'onore e tutta la gloria. Resta dunque inteso: in chiesa non v'è che Nostro Signore.
Entrati, state un momento in riposo: il silenzio è il più gran segno di rispetto; ed il rispetto è la prima disposizione per la preghiera. La maggior parte delle nostre aridità nel pregare e delle mancanze di devozione vengono dall'aver mancato di rispetto a Nostro Signore entrando in chiesa, o dal restarvi meno convenevolmente.
Orsù, dunque, formiamo una inviolabile risoluzione di tenerci in questo rispetto tanto naturale: è un punto che non ha bisogno di ragionamento. Forse che Nostro Signore dovrebbe provare la sua Reale Presenza ogni volta che entriamo, o mandarci un Angelo per dirci ch'Egli è là? Sarebbe troppo deplorevole, ma per molti, ahimè! quanto necessaria!

IV. - Voi dovete a Nostro Signore il rispetto esterno, la preghiera, per dir così, del corpo, che nulla vi è di meglio per aiutare la preghiera dell'anima.
Vedete con quale accuratezza la Chiesa ha regolato anche i minimi particolari del culto esterno. Ella sa che questa preghiera è gloriosissima per Gesù Cristo. Ce ne ha dato l'esempio egli stesso pregando in ginocchio; e la tradizione ce lo mostra in atto di pregare colle braccia in croce e levate verso il cielo. Gli Apostoli ci hanno conservata questa maniera di pregare ed il sacerdote vi si conforma nella Santa Messa.
Invero non dovrà nulla a Dio il nostro corpo, che da lui ha ricevuto la vita e vive dei suoi benefizi di ogni istante? Bisogna dunque farlo pregare con la sua postura piena di rispetto.
Le posture trascurate ammolliscono l'anima, mentre al contrario un contegno mortificante la fortifica e la sostiene; non dico che dobbiate soffrire per una posizione troppo incomoda, ma certo ci vuole un contegno grave. Non abbiate mai alla presenza di Dio atteggiamenti familiari, che dispongono alla mancanza di rispetto. Amate, siate teneri ed affettuosi, non mai familiari. Le aridità, le mancanze di devozione provengono quasi tutte dall'irriverenza del contegno. Se siete in viaggio o fate preghiere di vostra scelta in casa vostra, mettetevi in quella posizione che vi darà meno incomodo; ma alla presenza di Nostro Signore dovete far che adorino anche i vostri sensi.
Ricordatevi quanto Iddio fosse severo a questo riguardo nell'antica legge e per quali minuziose preparazioni dovevano passare i Leviti. Iddio voleva far loro sentire la loro dipendenza e disporli a ben pregare.
La nostra pietà è come moribonda, perché non abbiamo questo rispetto esterno. So bene che non dobbiamo dal gran timore tremare innanzi a Dio e paventare di venire alla sua presenza; ma tanto meno dobbiamo mostrare quasi un disprezzo.
Noi ci dispensiamo da quel contegno grave che ci aiuta a pregare, perché vogliamo soddisfare la nostra sensualità. Crediamo di non star bene in salute: oh, come spesso c'inganna l'immaginazione! Se passasse il Papa, la nostra pretesa indisposizione non c'impedirebbe di stare in ginocchio. E quand'anche fossimo veramente indisposti, eh, non temiamo tanto il patire che ci apre le ali della preghiera; almeno, anche allora, il nostro contegno sia fermo e corretto.
I secolari, se non si sentono bene, si mettano a sedere, in maniera composta, però; non si corichino sulle loro sedie. Non prendete di quelle positure che rilassano l'anima e non la dispongono alla preghiera.
Noi religiosi stiamo sempre in ginocchio: è il vero atteggiamento dell'adoratore. Se siamo troppo stanchi, leviamoci in piedi; è ancora una positura rispettosa: a sedere, non mai. Siamo i soldati del Dio dell'Eucaristia. Se il nostro cuore non brucia d'amore, il corpo almeno attesti la nostra fede, il nostro desiderio di amare e di compiere il nostro dovere.
Dunque, lo stesso nostro corpo preghi, adori! Formiamo tutti senza eccezione la corte del Re Gesù! Pensate che il Padrone è là: inchiodatevi questo pensiero nella mente. Attenti a Nostro Signor Gesù Cristo! Vere Dominus est in loco isto: veramente il Signore è in questo luogo!

di San Pietro Giuliano Eymard