domenica 10 febbraio 2019

La Madre della Salvezza: Solo con l‟Amore di Dio presente nelle vostre anime voi potete diffondere la Sua Parola



Miei dolci figli, voi non sapete che è stato grazie all‟Amore di Dio per tutti voi che Egli 
ha permesso a Me, la Madre di Dio, di proclamare la Sua Santissima Parola ad ogni 
mia apparizione che ha avuto luogo nel mondo. 

È desiderio del mio amato Figlio, Gesù Cristo, che Io mi faccia conoscere, in modo da poter 
realizzare la conversione alla Verità. E così sarà in tutti i miei santuari, in tutto il 
mondo, che Dio farà conoscere la Verità fino al Grande Giorno dell‟alba del Signore. 
Voi tutti dovete unirvi per dare gloria a Dio in tutti i miei santuari, affinché Egli, 
nella Sua Misericordia, riversi grandi Grazie anche sopra le anime più indegne, poiché sono 
quelle che Egli ricerca di più. 

Non sono solo quelli ben istruiti nel campo dei Santi Vangeli che Egli, mio Figlio, 
desidera che vengano a me. No, ciò riguarda anche coloro che provano un gran 
vuoto nel loro cuore e per quanto essi cerchino la pace interiore, non sono in grado di 
trovarla. Molte persone cercano la felicità, la pace e la gioia in questa vita e raramente le 
trovano. Esse non potranno mai trovare la vera pace, finché non riusciranno a trovare 
l‟amore. Solo l‟amore per gli altri potrà condurvi vicino a Dio, perché senza l‟amore non 
troverete mai la Presenza di Dio. 

Vi chiedo, cari figli, di venire a me, la Madre della Salvezza, per chiedermi di 
pregare affinché Dio vi ricolmi del Suo Amore. Quando reciterete questa preghiera, 
Io chiederò a mio Figlio di rispondere alla vostra invocazione. Cercate l‟amore e 
mostrate tutto l‟amore che avete nei vostri cuori per gli altri ed infine condividetelo. Quando 
lo farete, mio Figlio vi riempirà con così tanto amore che poi sarete pronti a condividerlo tra di 
voi. L‟amore sradica l‟odio. Se provate qualche forma di odio per un altro essere umano, allora dovete invocare mio Figlio, Gesù Cristo, per liberarvi da questa infestazione. 

Crociata di Preghiera (159) Supplica per l‟Amore di Dio: 

Oh Madre della Salvezza, ti chiedo di intercedere in mio favore quando supplico per 
ottenere l’Amore di Dio. Riempi la mia anima, che é un vaso vuoto, con l’Amore di 
Dio, cosicché quando è traboccante, si spanda sopra quelle anime verso cui Io faccio 
fatica a mostrare compassione. 

Per la Potenza di Dio, Io chiedo di essere liberato da ogni sentimento di odio che 
posso covare verso coloro che tradiscono tuo Figlio. 

Rendi umile il mio spirito e ricolmami con la generosità d’animo, affinché io possa 
seguire gli Insegnamenti di Cristo e diffondere il Suo Amore in ogni situazione della 
mia vita. 

Amen. 

Si parla dell‟Amore come se fosse facile sentirlo, ma per molti questo richiede una grande 
umiltà priva di ogni egoismo. Senza umiliarvi davanti a Dio, voi non sentirete il Suo Amore. E 
senza l‟Amore di Dio, non potrete essere fecondi. Solo con l‟Amore di Dio nelle vostre 
anime, voi potrete diffondere la Sua Parola. 

Senza il Suo Amore, le parole che voi pronunciate nel Suo Nome, saranno sterili e 
prive di vita. 

La vostra amata Madre, 

La Madre della Salvezza 

8 Luglio 2014


sabato 9 febbraio 2019

Non permettete al Mio avversario di trovarvi addormentati;



Io sono; 
Io, che sono il Maestro dell’Amore, vi insegnerò ad amarMi pienamente e ad amarvi l’un l’altro, come Io vi amo, questo sarà il vostro primo passo verso di Me; vi guardo tutti come Miei piccoli figli che a stento sanno camminare da soli; vi offrirò le Mie Mani e voi metterete le vostre piccole mani nelle Mie, ed insieme, insieme voi e Io, faremo i primi passi in avanti … sapete quanto già Mi rallegro? vi farò progredire e abbellirò la vostra anima, guidandola alla perfezione, se desiderate aprirvi completamente a Me;

permettetemi di insegnarvi i Miei statuti e vi spiegherò come osservare i Miei precetti; aprirò le Porte delle Virtù a tutti coloro che vogliono imparare; sì, Io Stesso, con la Mia Mano vi metterò in bocca i Miei Frutti; aggrappatevi a Me e Io vi soccorrerò in questi tempi difficili in cui la Furia è stata liberata; questi tempi in cui molti sprofondano nella confusione, non riuscendo a distinguere la mano destra dalla sinistra;

oggi più che mai, il maligno ed i demoni si aggirano in ogni angolo della terra cercando di ingannarvi tutti, tendendovi insidie per farvi soccombere; questa è la ragione per cui vi chiedo di pregare incessantemente; non permettete al Mio avversario di trovarvi addormentati; state in guardia in questi giorni; non lasciate nemmeno che trovi uno spazio vuoto in voi, colmatevi della Mia Parola, del Mio Amore, della Mia Pace, delle Mie Virtù; venite spesso a riceverMi nella piccola Ostia, nella purezza, affinché non cediate alla tentazione;

pregate incessantemente; conosco quanto vi è necessario meglio di voi stessi e ancor prima che Me lo chiediate, conosco il vostro cuore; in ogni occasione possibile, volgetevi a Me e pregate, pregate per riparare e compensare la mancanza di preghiere in questa terra; siano le vostre preghiere la vostra corazza che vi protegge da tutto il male che si aggira intorno a voi, disarmate il demonio con l’amore, l’amore sia la vostra arma, la pace sia scritta sulla vostra fronte affinché tutti possano vederla; voi dovreste fare delle vostre membra un’arma che combatte al Mio fianco e allora il peccato non dominerà più la vostra vita;4 la Mia Parola sia la vostra lampada; spandete il Mio Messaggio d’Amore e di Pace in ogni angolo del globo per raggiungere i cuori e convertirli; lasciate che coloro che ancora non Mi conoscono vengano a vedere quale Fornace d’Amore è il Mio Sacro Cuore; venite a sentire il Mio Sacro Cuore Ardente d’Amore, e quando lo farete, anche se il vostro cuore è pietrificato e arido per la mancanza d’amore, con la Mia Fiamma d’Amore lo attirerò facendone una torcia vivente;

diletti e benedetti della Mia anima, quanto soffre il Mio Cuore quando vedo alcuni di voi resisterMi ancora ... vedete, sono stato forse mai conosciuto per la mia infedeltà? Io sono Il Fedelissimo, che non vi rinnega mai, né vi abbandona nei momenti di sofferenza; Io non vi ho mai abbandonato; vi cercherò come un ragazzo insegue la sua fidanzata, perché sono il vostro Dio Fedele che veglia su di voi dall’alto con grande amore; venite a Me ed offriteMi le vostre sofferenze con amore; Io e voi, voi e Io, condivideremo quelle sofferenze;

figlie e figli Miei, volete pregare voi e io insieme il “Padre Nostro”? prima di farlo, raccoglietevi e pregate lentamente, dal profondo del cuore, lasciate che questa preghiera raggiunga il Padre, meditate su quel che dite; pregate, vi ascolto … e il Mio Regno verrà e la Mia Volontà sarà fatta sulla terra come in Cielo;

all’attuale oscurità sostituirò la luce; alla malvagità sostituirò l’amore e a questo letargo una luce viva per guidare i vostri passi; Io non vi verrò meno; guarirò le vostre piaghe e laverò le vostre macchie con la Mia Tenerezza; allora venite a Me e amateMi; che il vostro amore spenga la Mia Fiamma di Giustizia, le vostre preghiere del cuore allevino le Mie piaghe, le vostre preghiere si innalzino verso il Cielo come incenso, glorificandoMi e lodandoMi; riparate gli errori di altri che vengono di notte a distruggere la Mia Vigna, impedendoLe di produrre i Suoi Grappoli; fate il bene e cessate di fare il male; qualsiasi cosa voi facciate, fatelo per la Mia Gloria;

venite, anime dilette, a condividere la Mia Croce con Me; la Mia Croce implora l’Amore, la Pace e l’Unità; insieme La porteremo, voi e Io, Io e voi, uniti nell’Amore; Io, il vostro Signore Gesù Cristo, dono a tutti le Mie benedizioni; siate Uno;

5 Aprile, 1989

AMORE



(carità – misericordia – circolo d’amore – pazzie d’amore) 


L’Amore è ciò che ci fa vivere; è la fame più profonda di ogni uomo. Per Veronica la fonte del vero Amore è solo Dio: Egli lo dona a tutti gratuitamente. Solo il suo Amore ha dimostrato di essere più forte di qualunque altra cosa: più forte perfino del peccato e della morte! 

Maria a santa Veronica: Ama! Nell’amare conoscerai te stessa per lasciare te e tutto il momentaneo. (D V, 571) 

 santa Veronica Giuliani

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



5 agosto 1921
Gesù viene splendente di bellezza: "Voglio che tu ti consumi nel mio Amore. Te l'ho già fatto comprendere: tu non troverai felicità che nel mio Cuore. Voglio che tu mi ami, giacchè ho fame di amore, ma che tu bruci anche dal desiderio di vedermi amato e che il tuo cuore non abbia più altro alimento che questo desiderio. Tutti i giorni, dopo la Comunione, ripeti col massimo ardore possibile: "Cuore di Gesù, che il mondo intero si accenda del Tuo amore! ".

8 agosto 1921
La sera Gesù tornò nello splendore radioso del Suo Cuore e delle Sue Piaghe. Tornò senza croce! Josefa non osa credere alla felicità che presagisce dall'aspetto luminoso del Maestro. Gli chiede la croce! "Domani quella Comunità religiosa comincerà il ritiro e presto diverrà per il Mio Cuore un rifugio di grande consolazione".

25 settembre 1921
E' giunta l'ora degli assalti accaniti. Alle prese con la violenza di Satana, Josefa non cessa di ripetere nella sua volontà: "Essere fedele, o morire" : Ma tuttavia presto si crede abbandonata e respinta da Dio!
Due o tre volte la pace ritorna improvvisa al ricordo di qualche parola del Maestro. In quei rari minuti tutta l'anima sua rientra in pieno possesso di sè con amore così ardente che non trova espressioni sufficienti. 

28 novembre 1921
Al demonio è stato dato un nuovo potere. Josefa per la prima volta ascolta la voce diabolica che ormai la perseguiterà giorno e notte nei corridoi, al noviziato, al laboratorio, al dormitorio: "Tu sarai nostra... sì, tu sarai nostra! ... ti stancheremo... ti vinceremo..., ecc. ". Questa voce la terrorizza ma non le toglie il coraggio.

6 dicembre 1921
Josefa vede il demonio in forma di un grosso cane nero con occhi fiammeggianti, vuol slanciarsi su di lei ma non può.

17-18 dicembre 1921
Il demonio assume l'aspetto di un uomo avvolto in un chiarore fumoso e cerca di sedurre Josefa con parole sdolcinate, messo in fuga dal Crocifisso di Josefa torna all'assalto e si getta su di lei facendole subire atroci tormenti. L'accusa poi di aver fatto una confessione sacrilega e proferisce orribili bestemmie. Manda tremende maledizioni alla Fondatrice e alle Superiore e grida: "Potessi fare un giro in questa maledetta Casa, ma non posso, posso scaricare la mia collera solo su te".

VITA OLTRE LA MORTE



TESTIMONIANZA DELLA DOTTORESSA GLORIA POLO


Mia nipote bruciata

Venti anni dopo ... Mia nipote era una ragazza bellissima. Io gli davo i miei consigli su
come vestirsi, come mostrare il suo corpo, come pitturarsi ... Un giorno si è bruciata
gravemente, più del 70% del suo corpo. Solo la faccia si era salvata. Ma era proprio molto
grave, poteva morire.

Io mi sono infuriata. Mi ero rivoltata contro Dio. Sono andata in cappella e cominciai a dire
“Dio, se esisti, dammi una prova! Mostrami che esisti, salvala!”. Che grande superbia la
mia! Mia nipote si è salvata, ma è rimasta tutta bruciata, con grandi cicatrici. Le sue mani
erano storte, una tristezza! In quel tempo io avevo soldi, la portavo a passeggiare, alle
volte la portavo in piscina. Ma quando la facevo scendere in acqua, tutta la gente usciva
protestando: “Che schifo! Non so perché escono di casa con questa creatura! Viene qui per
rovinarci le ferie!”

Ero quello che la gente diceva. Le persone che parlano così sono cattive, perverse, egoiste.
Per questo mia nipote non voleva più uscire di casa. Era arrivata al punto di aver paura
degli altri (piange). 

Il Signore mi ha mostrato quando prendevo in giro qualcuno senza avere compassione di
lui. Che diritto hai tu, per far soffrire qualcuno, con ingiurie, applicandoli soprannomi,
senza importarti di come si sente dentro. Chi diritto hai tu, ad essere così crudele? Dio ti
mostrerà tutte le persone che hai «ucciso» con una parola! Vedrai, che potere terribile può
avere la parola per assassinare le anime. 

Ma se avessi riconosciuto il mio peccato, davanti al Santissimo Sacramento, e avessi
chiesto la grazia di riparare i miei peccati, Dio avrebbe anche guarito mia nipote nella sua
anima. Perché il nostro Dio è un Dio innamorato e, nella misura in cui chiudiamo le porte
al male, apre le porte delle benedizioni. Quando il Signore mi ha esaminato sui 10
comandamenti, mi ha fatto capire che solo a parole adoravo Dio, mentre in verità stavo
adorando Satana. Criticavo tutto e tutti «a Santa Gloria» ... E come il Signore mi ha
mostrato tutto questo, dicevo di amare Dio e il prossima, ma non era vero, ero molto
invidiosa ...

Mi ha mostrato come non avevo mai riconosciuto, ne ringraziato, i miei genitori, i loro
sacrifici,  per  farmi  avere  una  professione  e  avanzare  nella  vita.  Si  sforzavano,  si
sacrificavano, ma io ero cieca, non lo vedevo. Anzi, quando sono arrivata ad avere la mia
professione,  mi  sono  inorgoglita,  loro  sono  diventati  inferiori,  fino  al  punto  di
vergognarmi di mia madre, per essere umile e povera. Tutto questo è vergognoso! Dio mi
ha mostrato, alla luce dei 10 comandamenti, come ero con gli altri e con Dio.

DEPONGO AI TUOI PIEDI L’ADORAZIONE DI TUTTI




Gesù, depongo ai tuoi piedi l’adorazione, la sudditanza di (N.N. e di) tutta l’umana famiglia, depongo sul tuo Cuore il bacio di tutti, nelle tue labbra imprimo il mio bacio per suggellare il bacio di tutte le generazioni, con le mie braccia Ti stringo per stringerti con le braccia di tutti, per portarti la gloria di tutti, le opere di tutte le creature. (preghiera dettata da Gesù a Luisa Piccarreta = Cfr. Vol. 12 - 22.5.1919)

Gesù, sperdi la mia volontà (e la volontà di N.N.) nella Tua e dammi (oppure: e dacci) la Tua per vivere. Riordinare in Gesù i Pensieri delle creature
Mio Gesù, i miei pensieri sono una sola cosa con i tuoi; perciò insieme con Te prego, imploro, scuso e riparo innanzi alla Maestà Divina tutto il male commesso (da N.N. e) da tutte le creature con la loro intelligenza. Permettimi che prenda le tue spine e la tua stessa Intelligenza e che vada con Te (da N.N. e) da tutte le creature, ad attaccare la tua Intelligenza alla loro. Voglio restituire loro l’intelligenza come Tu la creasti all’origine, con la santità della tua. Voglio riordinare con la santità dei tuoi pensieri tutti i pensieri (di N.N. e) di tutte le creature in Te e trafiggere con le tue spine (la mente di N.N. e) tutte le menti delle creature, per restituirti il dominio ed il regime di tutti. O Gesù, Tu solo sii il dominatore di ogni pensiero, di ogni affetto e di tutti i popoli. Reggi Tu solo ogni cosa; solo così la faccia della terra, che fa orrore e spavento, si cambierà. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C. - 19a Ora)

Dalla grande foresta verranno spine che feriranno molti cuori.



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 05/02/2019

Cari figli, piegate le vostre ginocchia in preghiera. Dalla grande foresta verranno spine che feriranno molti cuori. Confidate in Gesù. In Lui è la vostra vera liberazione e salvezza. Cercate forze nell'Eucaristia per essere grandi nella fede. Qualunque cosa accada, ricordatevi sempre il cammino che vi ho indicato lungo questi anni. Coraggio. Voi non siete soli. Il Mio Gesù è con voi e nulla dovete temere. Avanti nella difesa della verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

venerdì 8 febbraio 2019

L’ANIMA AFFLITTA RICORRE ALLO SPIRITO SANTO



Dove andrò, o mio Dio, e a chi ricorrerò se mi allontano dal tuo Spirito? Quo ibo a Spiritu tuo? Non è forse il tuo Spirito, o Signore, riposo nelle fatiche, sollievo nel pianto e ottimo consolatore in ogni angustia e tribolazione? Sì, o Spirito Santo, Eterno Amore; ti credo e confesso per Quello che la Chiesa pur ti confessa e ti crede; e ti supplico a rivolgerti propizio. a un'anima tribolata che a te ricorre, e vuole rifugiarsi all'ombra benefica e proteggitrice delle tue ali, chiedendoti aiuto e conforto per sostenere in pace e con merito il peso della tribolazione. Tu, o Santo Spirito, hai detto che a coloro che amano Dio tutte le cose ritornano in bene; deh! ravviva la mia fede; e fammi creder proprio effettivamente a sì consolante promessa, dalla quale sorge un bel fiore di speranza. Non ti chiedo che mi liberi dalla tribolazione, ma che mi cangi la tribolazione in esercizio di verace virtù e in accrescimento di santo amore. E intanto che io soffro, fammi sentire, o dolce Ospite dell'anima, la tua benefica presenza, poichè promettesti d'esser col tuo fedele quand'egli soffre: Cum ipso sum in tribolazione. Ah sì! degnati star meco sempre, e riempi di te l'intimo del cuor mio. E poichè per maggiormente confortarmi dicesti ancora: Eripiam eum et gloricabo eum; cioè, libererò il mio servo dai mali che soffre, e gli renderò gloria per la pene che ha sostenuto; io spero, o eterno Amore, che quando sarà bene per me, tu mi consolerai liberandomi dalla presente tribolazione, e riserbandomi maggior gloria in Cielo per le sofferte pene. Intanto ti chiedo dolce e tranquilla pazienza colla fortezza che è necessaria per soffrire senza colpa, senza lamenti, senz'abbattimento di spirito; anzi con serena pace e con guadagno di meriti. E aspettando con ferma fiducia i consolanti effetti della tua infinità bontà, mi riposo in pace sotto le tue ali, e nelle tue mani rimetto il mio spirito, il mio corpo e tutte le cose mie, onde si adempia sempre in me il tuo santo volere. Fiat voluntas tua!

Di Suor Elena Guerra 

La Madre della Salvezza: Lavorerò a stretto contatto con il mio diletto Figlio Gesù Cristo, nel Suo atto finale per mettere in salvo l‟umanità



Figlia mia, il mio tempo come Madre della Salvezza, in cui lavorerò a stretto contatto 
con il mio diletto Figlio Gesù Cristo, nel Suo atto finale per mettere in salvo 
l‟umanità, è stato fermamente stabilito. 

Io, da questo giorno in avanti, farò tutto ciò che mi viene richiesto allo scopo di 
obbedirGli, mentre Egli interviene negli affari del mondo per rivelare la Sua 
Misericordia. 

La via per la salvezza è una strada molto difficile, in quanto non è mai facile aprire gli occhi 
dei ciechi alla Verità. Non c‟è niente di più frustrante dell‟essere testimoni della cecità di 
quelle povere anime che non possono vedere perché si rifiutano di farlo. La testardaggine 
dell‟uomo è una grande barriera ed a causa di questo, sono richiesti grandi atti di preghiera e 
di sacrificio da parte di tutti coloro che sono stati benedetti con la Luce di Dio nei loro cuori. 

Sarà la generosità con la quale voi consegnerete il vostro libero arbitrio a mio Figlio, il dono 
che Egli desidera, che permetterà allo Spirito Santo di scendere sopra quelle anime che hanno 
tanto bisogno della Misericordia di mio Figlio. 

Può essere una grande sfida proclamare la Verità solo con la vostra fede. Nonostante molte 
persone siano fedeli a mio Figlio, esse però non hanno il dono dell‟intuizione. La fede cieca in 
Dio è un grande Dono e viene offerto a coloro che sono teneri di cuore e privi di egoismo. 
Alzatevi dunque, cari figli, e preparatevi alla grande battaglia per le anime. Sarà il compito 
più grande anche per colui che tra di voi é il più forte. Lasciate che io, la vostra Madre, vi 
guidi nei tempi a venire, perché io sono la vostra Avvocata e Gesù Cristo mi ha 
concesso delle immense Grazie, affinché sia in grado di condurvi con me lungo il 
percorso verso la grande gloria. 

Andate in pace per amare e servire Dio. A coloro che Lo seguono come bambini, sarà accordata ogni Protezione. 

La vostra amata Madre 

La Madre della Salvezza 

6 Luglio 2014


giovedì 7 febbraio 2019

PADRE PIO DA PIETRELCINA



 Profilo umano. 

La sua sensibilità lo faceva enormemente soffrire quando si persuadeva della incapacità di realizzare pienamente il suo ideale umano divino, come pure quando non vedeva il modo di attuare ciò che ardentemente desiderava:  "Ahimè! sono la creatura la più infelice. Chi mi libererà da questa vita 
morente, da questi due estremi contrari che mi tiranneggiano e mi vanno divorando?" (6 11 1919).  
"Ahimè! padre mio, che caos vi è in fondo di questo cuore! Che mistero io sono a me stesso!" (26 10 1917).  
La compassione per il prossimo acuiva anche il dolore per le prove fisiche e morali dei familiari. Alla morte del nipotino Francesco, avvenuta all'età di 11 anni, verso cui nutriva un tenero affetto, si affretta a comunicare al padre Agostino la "nuova non gradita" e aggiunge: "I poveri genitori sono disperati, pregate per la loro rassegnazione. Se vi riesce, fatevi una capatina a Pietrelcina per confortarli e se questo è impossibile scrivete loro una letterina" (18 11 1920). 

I Miei profeti saranno sempre perseguitati, giudicati, flagellati, repressi, scacciati da città a città, guardati con disprezzo e crocefissi,



Io sono; 

Signore, anche quando si possono provare agli scettici le conversioni e le guarigioni di grandi peccatori, nonostante questi frutti evidenti, essi non ne sono affatto convinti.

anche se qualcuno risuscitasse dai morti proprio davanti ai loro occhi, essi non si convincerebbero lo stesso... a questi si addice la profezia di Isaia;1 ascolterete e riascolterete, ma senza comprendere, osserverete e osserverete ancora , ma senza conoscere; poiché il cuore di questa nazione è diventato insensibile, i loro orecchi si sono chiusi all’ascolto e hanno accecato i loro occhi per timore di dover vedere con gli occhi, udire con gli orecchi, comprendere con il cuore ed essere convertiti e guariti da Me;

molti dimenticano che anche i Miei profeti sono parte del Mio Corpo; infatti ho concesso a ciascuno di loro una grazia, affinché voi tutti siate un’unità; Mia figlia carissima, ho formato alcuni come apostoli, altri come sacerdoti, insegnanti ed alcuni come profeti in tempi di ribellione, perciò, perché tanti di voi si sorprendono e respingono i Miei profeti? come può il Mio Corpo essere efficiente se un suo membro viene amputato? sono stanco, il Mio Corpo viene costantemente mutilato e lacerato; Mio fiore, accetta con amore i tuoi persecutori; non giudicarli; i Miei profeti saranno sempre perseguitati, giudicati, flagellati, repressi, scacciati da città a città, guardati con disprezzo e crocefissi, e così voi continuerete a far discendere su di voi il sangue di ogni santo sparso sulla terra; la Scrittura non mente mai; Io sono il Verbo;

2 Aprile, 1989

INFERNO



I quattro principali supplizi dell'inferno.

« Figlia mia, disse Iddio a S. Caterina da Siena, la lingua non è sufficiente a narrare 1a pena di queste anime tapinelle. Vi sono tre vizi principali: Amor proprio di sè, d'onde esce il secondo, cioè la propria riputazione, e dalla propria riputazione procede il terzo, cioè la superbia, con falsa ingiustizia e crudeltà, e con altri immondi e iniqui peccati, che dopo questi seguitano. Così ti dico che nell'inferno vi sono quattro tormenti principali, ai quali seguitano tutti gli altri tormenti. Il primo è che i dannati si veggono privati della mia visione, che per loro è pena così grande che, se loro fosse possibile, eleggerebbero piuttosto il fuoco e i crociati tormenti e vedere me, anzichè stare fuori delle pene e non vedermi.

« Questa pena ne produce una seconda, che è il verme della coscienza che la rode incessantemente. Il dannato vede che, per colpa sua, si è privato della mia vista e della compagnia degli angeli e che si è reso degno della compagnia e della vista del demonio.

« Questa vista del demonio è la terza pena, e questa pena raddoppia la sua sventura. I Santi trovano la loro felicità eterna nella mia visione; vi gustano, nella gioia, la ricompensa delle prove che sopportarono con tant'amore per me e con tanto disprezzo per se stessi. Quei disgraziati invece trovano incessantemente il loro supplizio nella visione del demonio, perchè vedendolo essi si conoscono maggiormente e comprendono quello che meritarono colle loro colpe. Allora il verme della coscienza li rode più crudelmente e li divora come un fuoco insaziabile. Ciò che rende questa pena terribile si è ch'essi veggono il demonio nella sua realtà, e la sua figura è così spaventosa che l'immaginazione dell'uomo non potrebbe mai concepirlo.

« E se bene ti ricorda, io te lo mostrai un solo istante in mezzo alle fiamme e tale istante fu sì penoso che avresti preferito, poichè ritornasti in te, di andare per una strada di fuoco fino al giorno del giudizio piuttosto che rivederlo; eppure quello che vedesti non può farti comprendere quant'egli è orribile, perchè la giustizia divina lo mostra assai più orribile ancora all'anima che è separata, e l'orrore di quella visione è proporzionato alla grandezza della sua colpa. « Il quarto supplizio dell'inferno è il fuoco. Questo fuoco arde e non consuma, perocchè l'anima non si può consumare. L'essere suo non è cosa materiale, che possa essere consumata dal fuoco, poichè è incorporea; ma, giustizia vuole che questo fuoco la arda e la torturi senza distruggerla, e questo supplizio è in rapporto con la diversità e la gravità delle sue colpe.

« Questi quattro principali tormenti sono accompagnati da molti altri, come dal freddo, dal caldo e dallo stridore di denti. Ecco come saranno puniti quelli che, dopo essere stati convinti d'ingiustizia e di errore durante la loro vita, non si saranno convertiti e, nell'ora della morte, non avranno voluto sperare in me e piangere l'offesa che mi avevano fatta, più che la pena che avevano meritata » (Dialogo, xxxviiI). 

L'ULTIMO DI TUTTI



La realtà di una formazione spirituale inquinata dalla superbia

Ci sono certamente alcuni, numerosi più di quanto si creda, che hanno fatto crescere la loro vita spirituale sotto l'influsso più o meno attivo di un orgoglio inconscio. Sono forse anch'io nel loro numero?
Come? La superbia mi avrebbe fornito aiuto nel prendere le abitudini di una vita pia e virtuosa e io non me ne sarei accorto? Sì, c'è una superbia che si nasconde e non si fa vedere, una superbia di cui forse sono stato anch'io vittima inconsapevole.
Certo attuale rilassamento, certa insistente tiepidezza, certe ricadute nella colpa, possono forse dipendere dal fatto che le mie virtù furono poggiate, in larga parte, sul fondamento falso e fragile della superbia? Anima mia, stai attenta e prega...
Forse non ho riservato abbastanza attenzione alle conseguenze di due fattori psicologici:
- l'uomo è essenzialmente un imitatore;
- l'uomo subisce l'influsso dell'ambiente che lo circonda e vi si adatta.
Devo rivisitare il periodo della mia formazione spirituale tenendo conto di questi due dati.
Da quali persone ero circondato? Quali erano le idee dell'ambiente in cui sono vissuto: famiglia, casa di formazione, seminario, noviziato o altro ambiente? Sicuramente si trattava di persone scelte e di un ambiente di virtù e di pietà. La vita spirituale vi era tenuta in onore; si parlava con ammirazione degli atti eroici dei santi e si circondavano di venerazione le persone che manifestavano qualche segno di santità. Libri e colloqui concorrevano a sviluppare la felice impressione. Avevo stima di queste cose e provavo invidia per quelli che mi passavano avanti nella edificazione.
Erano puri, del tutto puri, i sentimenti che allora mi hanno spronato al bene? Una analisi rigorosa non vi può scoprire qualche traccia di inquinamento? Il desiderio di entrare in un tipo di vita circondato dalla stima generale, non ha avuto probabilmente una larga parte nello slancio che mi ha spinto? La contentezza nel servizio di Dio non risentiva forse del compiacimento di me stesso e soprattutto della coscienza più o meno chiara del posto che conquistavo nella stima degli altri? Chi sarà in grado di sondare questo abisso che solo Dio conosce?
La mia stessa umiltà non ha forse subìto, almeno in parte, le ispirazioni e gli impulsi di una certa superbia? È perfettamente possibile.
In un ambiente virtuoso si stima e si ammira l'umiltà in sommo grado, la si riconosce come la principale virtù dopo la carità. È quasi impossibile non adottarne le forme e le espressioni fino ad una specie di sentimento interno: credersi umili diventa un bisogno.
Una tale umiltà può essere vera, senza dubbio, perché quei benefici influssi ne favoriscono meravigliosamente la crescita. Ma può anche, e assai facilmente, farsi più apparente che reale, più fittizia che sincera. Una persona naturalmente orgogliosa scambia in fretta le cose e dell'umiltà che le cammina davanti, persegue soltanto l'aureola.
Ancora una volta, chi sonderà un tale mistero?

 I segni rivelatori di questa realtà

Il divino Maestro ha detto: «Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere» (Mt 7, 20). Che frutti ha prodotto la mia formazione spirituale? Passando ad altro ambiente, l'ardore si è forse raffreddato? Il mio zelo per la perfezione, e particolarmente per l'umiltà, è forse scaduto? E in questo stato deplorevole non sono precipitato assai presto, senza opporre resistenza, senza particolari scosse?
Il nuovo ambiente in cui mi sono venuto a trovare dimostrava ancora, anche se in proporzione minore, stima e ammirazione per le stesse cose; ma vi regnavano altre idee e aspirazioni diverse. Così, troppo consenziente alla legge della mia natura fragile, mi sono adattato alla nuova situazione nella maniera più confacente all'amor proprio.
Altro segno ugualmente tipico di una formazione spirituale fuorviata dalla superbia, è la reazione di fronte alle contraddizioni, agli insuccessi, alle ingiustizie e alle disapprovazioni patite. Turbamenti, preoccupazioni, tristezze: ecco le tracce di virtù imperfette, fondate più o meno sulla superbia. Scoraggiamento profondo, collera, animosità, gelosia, rivolta: ecco gli indizi di una superbia radicata e imperante.
La mia era dunque un'umiltà di facciata e i miei sentimenti soltanto dei surrogati? Un'umiltà vera e profonda mi avrebbe ispirato la calma e la rassegnazione e addirittura quella contentezza superiore e quella gioia sublime che provavano gli apostoli oltraggiati per amore di Gesù (cf. At 5, 41).
Grazie, mio Dio, di rischiarare il profondo dell'anima mia. Devo confessarlo? Soffro nel vedermi quale mi rivela la tua luce. Mi chiedo se tutto in me sia da rifare. Forse le mie virtù sono apparenti, semplice effetto dell'ambiente in cui attualmente vivo. Che cosa sarei se intorno a me cambiassero le cose: posizione, funzioni, persone?
Al pensiero dell'isolamento morale in cui mi verrei a trovare, sento l'estremo bisogno di nascondermi in Te, come mio unico rifugio. Dio mio, crea in me uno spirito nuovo, veramente umile!
Dice san Girolamo: «Dell'umiltà molti ricercano l'ombra, pochi la realtà». Voglio essere nel piccolo numero di costoro.

Dio permette al demonio i malefici!



Sia a chi è provato e soffre duramente la possessione diabolica, sia a chi la vede come osservatore compassionevole, sorge una domanda: “Perché Dio permette al demonio una presenza malefica su persone innocenti, vittime dell’odio, dell’invidia, o dell’egoismo di persone cattive, perverse?”.  
Tentiamo di dare una spiegazione. Non è fuori luogo ricordare che anche Cristo, innocente, è stato tentato e vessato dal diavolo, specie nella Passione e morte di Croce. Inviato dal Padre a realizzare il Piano di salvezza, è odiato da persone cattive e perverse. Con la sua sapienza e potenza divina sa 
allontanare il demonio nelle tentazioni, togliere le catene dei posseduti e ritornarli alla libertà.  
Dio ha lasciato e lascia all’uomo la libertà anche quando opera il male e rende schiave altre persone. 
La mafia nazionale e internazionale usufruisce della libertà nel mercato delle adolescenti per la prostituzione, nella pedofilia, sfruttamento dell’accattonaggio, mercato di organi, schiavitù nel lavoro.  
Con un breve sguardo storico ricordiamo la schiavitù dei neri, il colonialismo, le tante guerre con mire espansionistiche, per interessi economici e per sete di diversi tipi di oro. Fare del male con le armi, con le ingiustizie, con i ricatti, con le fatture in collaborazione con il demonio, è sempre fare del male.  
Ci chiediamo: perché il silenzio di Dio, perché non parla, non condanna? Dio non approvacertamente, condanna ogni male e chiederà conto, ma non interviene per fermare la mano omicida o l’azione perversa del demonio in combutta con i satanici o i fattucchieri malvagi. Interviene in alcuni casi particolari e in risposta alla preghiera di esorcisti, specie dei santi. 
La Chiesa esercita l’autorità avuta da Cristo di cacciare il demonio, ma non è sempre facile, o perché i demonici conservano l’odio e rifanno le fatture malefiche, o perché hanno venduto l’anima al demonio per ottenere l’effetto di distruggere l’avversario che ostacola i loro loschi interessi.  
L’autorità, data agli Apostoli e ai loro successori, i Vescovi, viene esercitata normalmente dai sacerdoti esorcisti, i quali per essere più efficaci sono chiamati a praticare la preghiera, il digiuno e la penitenza, e ad essere più santi possibile.  
Infatti con S. P. Pio, i posseduti dal demonio vengono più facilmente liberati, anche se qualche volta ne paga il prezzo con le percosse ricevute dallo stesso demonio. P. Pio sapeva guadagnare moneta pregiata attraverso la preghiera, le sofferenze, le prove per convertire le anime, per guarire i malati, 
per liberare gli indemoniati, per illuminare i giovani sul dono della vocazione alla vita consacrata. 
Si può quindi fermare la cattiveria del demonio e dei demonici con l’esorcismo e la preghiera, tuttavia si sa quando la possessione comincia, ma non quando finisce. Per un esorcismo più efficace ci vuole la collaborazione fra santità e preghiera dell’esorcista, e grazia, fede, vita cristiana coerente e generosa del posseduto esorcizzato.  
Vengono invitate molte persone alla preghiera, a cominciare dai familiari, come già ricordato, perché siamo dentro all’economia divina, secondo la quale più anime di fede pregano, maggiori difficoltà creiamo al demonio, più presto lo stanchiamo e lo costringiamo ad andarsene.  
Ho letto con piacere in fra Benigno che avvengono molte più liberazioni dal demonio nella sua attività di esorcista, fra i posseduti in Sicilia, rispetto al Nord Italia. Alcuni casi di posseduti dal demonio e seguiti dalle cure pastorali di esorcisti del Nord, sono stati liberati dagli esorcismi e preghiere di esorcisti del Sud.  
L’attività di esorcista di Fra Benigno è sostenuta dalle preghiere di molte comunità Religiose e parrocchiali sensibilizza-te sul problema, tanto da formare una catena di solidarietà nella preghiera che copre tutte le ore del giorno.     
Spetta a Dio, in risposta alle nostre preghiere e digiuni, concedere la liberazione dal demonio e dalla sofferenza. Non è certo programmabile dall’esorcista, né dal suo grado di santità perché per la liberazione intervengono molte altre componenti.  
È importante che la stessa vittima prenda la croce, come permessa da Dio, dalla quale Egli lo libera a tempo opportuno. 
Prima lo aiuta a conseguire il maggior bene spirituale per sé, o per le anime da salvare, a cominciare da quelle più care.  
Solo in cielo comprenderemo il valore di quella sofferenza, malattia, disgrazia, possessione diabolica, specie se santificata con la fede e unita alla Croce di Cristo. 
È facile consigliare, aiutare riflettere sui valori e principi spirituali, ma portare, vivere certe croci di possessione diabolica o di prove umane, è veramente molto arduo. Nell’animo sorgono tanti sentimenti, pure perversi che non è facile gestire e coniugare con la fiducia in Dio, con l’amore alla sua volontà, con la preghiera e la vita cristiana.  
A volte si scatenano sentimenti di ribellione, di sfiducia in Dio, di disperazione e tentazione al suicidio. La preghiera più bella da innalzare dalle persone amiche e dall’interessato è questa: “Signore, aumenta la nostra fede, donaci un grande amore a Te per santificare ogni dolore. Ci abbandoniamo alla tua volontà, e insieme speriamo contro ogni speranza nella tua bontà e nel giorno della liberazione”. 

FRATELLO ESORCISTA 

PREGHIERA PER LA PACE



Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso, 
Signore della pace e della vita, Padre di tutti. 

Tu hai progetti di pace e non di afflizione, 
condanni le guerre 
e abbatti l’orgoglio dei violenti. 

Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù 
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani, 
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe 
in una sola famiglia. 

Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,  
supplica accorata di tutta l’umanità: 
mai più la guerra, avventura senza ritorno, 
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza,  
minaccia per le tue creature 
in cielo, in terra e in mare. 

In comunione con Maria, la Madre di Gesù, 
ancora ti supplichiamo: 
parla ai cuori dei responsabili 
delle sorti dei popoli, 
ferma la logica della ritorsione 
e della vendetta, suggerisci con il tuo Spirito 
soluzioni nuove, gesti generosi e onorevoli, 
spazi di dialogo e di paziente attesa 
più fecondi delle affrettate scadenze 
della guerra. 

Concedi al nostro tempo  
giorni di pace. Mai più la guerra.  
Amen. 

L‟uomo risponde all‟amore con l‟amore, proprio come l‟odio genera l‟odio



Mia amata figlia diletta, lascia che oggi Io porti grandi Benedizioni al mondo, poiché Io dono lo Spirito d‟Amore, ad ogni nazione, grazie alla Potenza dello Spirito Santo. 

Questo Dono d‟Amore avvolgerà molti uomini, compresi coloro che non Mi accettano; pertanto, il mondo sarà testimone di grandi gesti di carità. Quando sentirete parlare di questi miracoli, come per esempio, quando alcune nazioni aiuteranno delle altre nazioni che versano in grande bisogno, allora riconoscerete tutto ciò come dei segni dal Cielo. 

Il Mio Amore attirerà parecchi uomini, non appena verrà propagato attraverso il Mio Intervento Straordinario, durante questo eccezionale momento. AscoltateMi, Miei amati discepoli, poiché voglio che voi sappiate, che quando pregherete per la pace, Io vi donerò la Mia Pace, mentre quando pregherete perché l‟amore vinca l‟odio, Io vi darò il Mio Amore. Quando pregherete per far crescere la vostra fede, Io riverserò su di voi il Mio Amore e la vostra fede crescerà e quando la vostra fede sarà aumentata, voi diffonderete la Mia Parola attraverso l‟esempio. Nel momento in cui voi mostrate amore per gli altri, senza condizioni, camminate nel Mio Nome. Tramite le vostre azioni, altre persone seguiranno il vostro esempio. 

L‟uomo risponde all‟amore con l‟amore, proprio come l‟odio genera l‟odio. Per vincere l‟odio voi dovete replicare sempre con l‟amore, poiché l‟amore indebolisce lo spirito del male. Se un numero sufficiente di persone mostrasse amore reciproco sotto ogni aspetto della propria vita, allora l‟odio non potrebbe prosperare. 

Il Mio Amore sta aumentando in mezzo a voi, portatelo con voi e diffondetelo, in quanto darà vita a tutti quanti, compresi quelli che ne hanno maggior bisogno. 

Il vostro Gesù 

5 Luglio 2014

mercoledì 6 febbraio 2019


GESU’ OSTIA



La fede della Chiesa


Due secoli dopo, San Tommaso d'Aquino, sull'errore di Berengario ribadisce: «La reale presenza del corpo e del sangue di Cristo in questo sacramento non può essere conosciuta dai sensi, ma solo dalla fede, che si fonda sull'autorità divina».
Ma la vita della Chiesa riceve un lacerante scossone la mattina dell'1 novembre 1517. Alle porte della chiesa universitaria di Wittemberg si trovano affisse 95 tesi in latino; contestano: le indulgenze concesse dal Papa a favore dell'erigenda chiesa di S. Pietro in Roma, l'efficacia delle indulgenze per le anime del Purgatorio, la stessa autorità del Romano Pontefice.
L'autore delle tesi è il trentaquattrenne professore di sacra Scrittura, l'agostiniano Martin Lutero.
Quella mattina segna l'inizio di una triste storia: discussioni, insurrezioni sanguinose, repressioni violente agitano tutta la Germania, poi la Svizzera, la Francia, l'Olanda, il Nord Europa.
Si assommano fattori religiosi, politici, economici, sociali e culturali che corrodono i pilastri dell'unica fede.
A Lutero, in Germania, si affiancano Zwingli e Calvino, in Svizzera. Nascono le Chiese della Riforma, che con spirito missionario approdano in America, in Africa e negli altri continenti.
I punti dottrinali sono: solo Dio (Egli opera da solo, e solo a Lui spetta il nostro culto); solo Cristo (l'unico mediatore fra Dio e gli uomini); solo la grazia (non i meriti e le opere dell'uomo); solo la fede (è l'unica risposta che l'uomo può dare); solo la Scrittura (non la tradizione, non l'intermediazione, ma solo ciò che nella Scrittura è contenuto).
Dalla Riforma viene rivisitata pure la dottrina eucaristica. Lutero rifiuta la trasformazione di TUTTA la sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo. Egli formula che la presenza reale di Cristo coesiste con la sostanza del pane e del vino.
Zwingli interpreta le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo", "questo è il mio sangue", in senso simbolico: 'è' vuol dire «significa», quindi riduce l'istituzione eucaristica ad una semplice commemorazione, perché mostra e ricorda la grazia della salvezza già avvenuta e ricevuta.
Calvino coniuga la presenza reale di Cristo della dottrina luterana, con quella simbolica della dottrina zwingliana. Egli, infatti, parla di presenza reale ma spirituale di Cristo, insegnando che la «carne» del Signore è mangiata spiritualmente, per fede, senza che vi sia mutamento di sostanza.
Se la presenza sacramentale di Cristo differisce nella maniera in cui è manifestata e realizzata, per tutti i riformatori la conservazione del pane e del vino rimasti dopo la santa cena non ha senso: la presenza di Cristo non è in alcun modo legata agli elementi del pane e del vino usati, ma si realizza nell'incontro della nostra fede con la parola di Dio predicata.
Viene così messa pure in discussione la devozione al SS. Sacramento, consolidatasi nel corso dei secoli.
Significativa, a questo proposito, è l'espressione di Erasmo da Rotterdam (1466-1536), umanista olandese, considerato il più grande intellettuale del suo tempo, che interviene nel dibattito e, contro le argomentazioni della Riforma, scrive in tono arguto: «Non mi sono mai potuto persuadere che Gesù, la Verità e la Bontà stessa, abbia permesso che per tanti secoli la sua sposa, la Chiesa, abbia adorato un pezzo di pane in sua vece»5.
La Chiesa di Roma non sta a guardare. All'attacco esplicito e massiccio dei riformatori, che minacciano la sua organizzazione e la sua stessa funzione di guida del cristianesimo, risponde con una reazione altrettanto massiccia che troverà il suo momento culminante nel Concilio di Trento (1545-1563).
Sulla dottrina eucaristica si riaffermano con vigore i princìpi della fede antica, rimasti immutati fino ad oggi.
Solo sul piano pratico, nell'età odierna, sono subentrati dei cambiamenti: il messale di Pio V, composto secondo le direttive di Trento nel 1570, è stato sostituito dal messale di Paolo VI, sulla base del Concilio Vaticano II.

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Abbandono in Dio

Se crediamo che Dio è amore e che ci ama con tutto il suo infinito amore, la conclusione è che possiamo abbandonarci tranquillamente nelle sue mani, sapendo che lui pensa a noi e ci guida e vuole il meglio per noi. Abbandonarsi è fidarsi di Dio. è accettare la sua volontà in ogni istante, e non ribellarsi ai suoi progetti su di noi. è lasciarsi portare senza domandarsi dove, né perché. è consegnargli la vita. Qualcosa come firmargli un assegno in bianco. Abbandonarsi vuol dire stare in permanente ascolto e aperti alla sua volontà ogni istante. è rimanere totalmente nei suoi progetti. è abbandonarsi al suo amore come una gocciolina nel mare. è credere fiduciosamente alla sua provvidenza amorosa. Per questo ti chiedo: sei disposto ad accettare una malattia o qualsiasi altra disgrazia umana senza ribellarti contro di lui? Allora, perché hai paura di abbandonarti? Non ti fidi? Non sei disposto ad accettare la sofferenza? Vuoi solamente ricevere beni e gioie? Lascia che lui pensi quello che è più conveniente per te. Lascialo fare e confida in lui. Puoi essere sicuro che sarà la migliore decisione della tua vita, perché Dio ha bisogno di avere le mani libere per fare della tua vita un’opera d’arte spirituale. Lui ti dice: “Io non ti lascerò né abbandonerò mai” (Gs 1, 5 ; Eb. 13, 5 ). Puoi star sicuro che lui mai ti farà sbagliare, né ti ingannerà. Perciò, accetta i suoi progetti su di te. Consegnagli la responsabilità della tua vita. Vale la pena di abbandonarsi nelle braccia di un Dio così buono e misericordioso. Se fai così, vedrai meraviglie nella tua vita.
Ricordati di Abramo. Dio gli disse: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò” (Gen. 12, 1). E Abramo lasciò tutte le sue sicurezze umane e si lanciò in un’avventura sconosciuta, solamente confidando in Dio. E Dio lo benedisse, dandogli una discendenza numerosa. Benedì anche Mosè che accettò di andare a parlare con il faraone, nonostante la sua balbuzie (Es. 4); e benedì Noè che eseguì tutto come Dio gli aveva ordinato (Gen. 6, 22). E Dio salvò lui e la sua famiglia. Abbandonati nelle sue braccia come la figlia di quel chirurgo che aveva paura di farsi operare, ma avendo fiducia in suo padre si lasciò operare. Vale la pena abbandonarsi senza condizioni. E nei momenti difficili, quando tutto sembra oscuro e non senti la mano di Dio nella tua vita, quando sembra che si sia dimenticato di te, di’ a te stesso:
“Mio Padre, Dio, mi ama e ha cura di me. Lui conosce tutto quello che mi succede e conosce i miei bisogni. Confido in lui, e so che sta già prendendo i mezzi necessari per aiutarmi e risolvere i miei problemi”.

Signore, quanto è grande la Tua Bontà



Benedetto sia nostro Signore 
che per me fa meraviglie d’amore.
Signore, quanto è grande la Tua Bontà
per coloro che Ti temono,
concessa a quelli 
che cercano riparo in Te,
perché tutta l’umanità la veda!

Gioite nel Nostro Signore e Salvatore,
esultate, voi virtuosi,
urlate di gioia, voi tutti dal cuore retto!