martedì 11 agosto 2020

Guerra civile



Prepara le tue case per la guerra civile.

Si verificherà un atto di violenza che innescherà una reazione a catena in tutta l'America.  

Come prepariamo le nostre case, Signore ? 

Figlia mia, devi prepararti per la perdita di utenze, di servizi e di cibo. Il cibo scarseggerà.   Le cure mediche diventeranno scarse.

Preparati contro i ladri che scassinano e rubano, perché molti diventeranno disperati in questo periodo. Soprattutto, prepara la tua fede, sapendo che sono con te in tutto ciò che accade. 

La violenza sarà diffusa man mano che gli uomini cedono il passo ai loro istinti più bassi e man mano che molti rinunciano alla speranza e cedono il passo alla propria carne. Pregate incessantemente affinché in questo tempo sarete protetti e anche per la protezione dei vostri cari.

Questa guerra sarà seguita da vicino da un'altra guerra più grande quando i nemici invaderanno e vinceranno l'America, poiché il momento del suo giudizio è adesso.

Prepara i tuoi cuori perché perderai molti cari in questo periodo mentre si avvicina la fine di tutte le cose.

NOTA :   Anche se il Signore ha detto di pregare incessantemente voi ei vostri cari sarete protetti, ha anche detto che perderemo molti cari in questo periodo. Questa sembrerebbe una contraddizione, ma non lo è. A volte qualcuno viene preso perché è il suo momento, anche se abbiamo pregato che rimanesse qui. A volte la sopravvivenza di qualcuno dipende dalla sua obbedienza in qualcosa che Egli dice loro di fare o non fare (proprio come la nostra) e non obbediscono.


Filippesi 4:19

19  Ma il mio Dio provvederà a tutto ciò di cui hai bisogno secondo le sue ricchezze nella gloria di Cristo Gesù.

Matteo 6: 31-32

31  Perciò non preoccuparti, dicendo: Che cosa mangeremo? o, cosa berremo? o, di che cosa saremo vestiti?

32  (Poiché dopo tutte queste cose cercano i pagani), poiché il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.

2 Samuele 22: 3

 Dio della mia roccia; in lui confiderò: è il mio scudo e il corno della mia salvezza, la mia alta torre e il mio rifugio, il mio salvatore; mi salvi dalla violenza.

Salmi 9:29

29  Poi toccò loro gli occhi, dicendo: Sia a voi secondo la vostra fede.

Matteo 17:20

20  E Gesù disse loro: A causa della vostra incredulità: poiché in verità vi dico, se avete fede come un granello di senape, direte a questo monte: Spostatevi di qui in luogo laggiù; e rimuoverà; e niente ti sarà impossibile.

Salmi 31: 14-16

14  Ma io ho confidato in te, Signore: ho detto: Tu sei il mio Dio.

15 I  miei tempi sono nelle tue mani: liberami dalla mano dei miei nemici e da quelli che mi perseguitano.

16  Fa 'risplendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per amor della tua benignità.

Moneta del popolo, TASSE ZERO



(Estratto dal libro: “La banca la moneta e l’usura” di Sua Ecc.za dott. Bruno Tarquini)


LA MONETA

Il libro, che è fondamentalmente diviso in due parti: la prima, che tratta della Banca d’Italia e del Trattato di Maastricht, e la seconda, della moneta del popolo, si apre con una limpida introduzione che, in poche pagine, e con un linguaggio accessibile a tutti, svela “quell’aspetto della finanza e dell’economia che è sempre rimasto nascosto, nei luoghi oscuri del palazzo, come qualcosa che non convenisse svelare al popolo”. Non esiste argomento più interessante e stimolante della moneta, a condizione che se ne colga l’esatto significato e, quindi, se ne conosca l’unica funzione a cui essa dovrebbe essere destinata. È moneta ciò che è convenzionalmente usato come mezzo di scambio e come misura del valore. 

Quindi, non è importante, perché una “cosa” acquisti dignità di moneta, che essa sia fatta di una o di un’altra materia: la storia ricorda come i popoli abbiano conferito valore e funzione di moneta non solo ai metalli preziosi, ma anche ai più disparati beni che fossero di difficile o faticoso reperimento; è importante, invece, porre in evidenza come la nostra moneta debba avere, come “causa”, la “convenzione” e, come “effetto”, la funzione di “misurare il valore” dei beni, perciò, lo “strumento per lo scambio” di questi beni. Se questo secondo requisito sembra abbastanza comprensibile, perché l’intermediazione della moneta evita il ricorso all’antico e non pratico sistema del baratto, il primo requisito, quello della “convenzione”, ha bisogno di una breve riflessione: una moneta può adempiere la propria funzione in quanto è accettata dai cittadini: sono infatti costoro che, accettandola, le danno valore. Per dimostrare questo assioma, si ricorre all’esempio dell’isola deserta, dove, evidentemente, il possesso di moneta da parte dell’unico abitatore equivarrebbe a possesso di nulla, proprio per l’impossibilità che quella moneta possa essere accettata. 

Quindi, il valore della moneta è la conseguenza di una “convenzione”: se non c’è accettazione, da parte dei cittadini, la moneta non acquista valore, oppure lo perde, e perciò, venendo meno la sua funzione caratteristica, cessa di essere moneta. Questo significa che il “concetto di moneta” ha radice nello spirito dell’uomo e che, perciò, appartiene ad una categoria spirituale. La moneta fu pensata dall’uomo, onde poter servire come strumento per lo scambio dei beni, in un tempo in cui, ampliatisi i commerci, il baratto, fino allora utilizzato, cominciò a denunciare la propria inadeguatezza. All’inizio, la moneta veniva emessa dal sovrano, in pezzi di metallo prezioso (oro, argento, rame, ecc.), appositamente “coniati” perché fosse garantita la sua provenienza ed il suo peso, e quindi, il suo valore. In una seconda fase, quando sorsero le prime banche, sia il sovrano, sia i cittadini, preferirono depositarvi il loro capitale monetario, soprattutto per motivi di sicurezza, ricevendo in cambio una ricevuta (fede di deposito), esibendo la quale ottenevano la restituzione del relativo importo in monete metalliche. 

Successivamente, commercianti e artigiani, al fine di rendere rapidi ed agili i loro affari, si resero conto che, invece di ritirare i loro depositi bancari, potevano utilizzare, per i pagamenti, le stesse ricevute dei banchieri, le quali, in tal modo, cominciarono ad adempiere le stesse funzioni della moneta che rappresentavano (banconote). Poiché venivano accettate dai creditori (rassicurati dalla garanzia rappresentata dai depositi bancari), quelle ricevute acquistarono funzioni e valore di moneta vera e propria, nonostante che non avessero alcun valore intrinseco, essendo di carta. “Chiesa viva” NUMERO UNICO *** Gennaio 2014

a cura del dott. Franco Adessa

Spirito Santo, Maestro impareggiabile



Insegnaci ogni cosa, secondo la promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli.  
Non ci nascondere nulla del mistero, tu che desideri comunicarci tutto ciò che viene da Dio.  
Facci conoscere tutta la dottrina del Vangelo, tutto ciò che Cristo ha avuto intenzione di rivelarci.  
Insegnaci il grandioso piano di Dio sull'universo e l'opera compiuta per conferire all'umanità il più alto destino. Mostraci il posto particolare che il Padre ci ha riservato nella creazione.  
Non ti stancare di istruirci, perché noi non arriviamo mai a comprendere fino in fondo quanto ci insegni e ancor più stentiamo a metterlo in pratica.  
Insegnaci le meraviglie dell'amore divino e dacci la grazia di ammirarle nel più profondo dell'anima nostra.  
Svelaci tutti i tesori che hai racchiusi nella S. Scrittura perché diventino la nostra ricchezza.  
Insegnaci quali devono essere i principi della nostra condotta e l'applicazione che dobbiamo farne alle più umili circostanze della nostra vita.  
Accompagnaci in ogni istante col tuo insegnamento affinché la nostra via sia sempre illuminata dalla tua luce.  

“SENTO NELL’ANIMA UNA GRANDE FELICIT À”



Alle tre del pomeriggio rivede la Madre del Salvatore che questa volta le parla.  
L’Immacolata è vestita di bianco, incoronata, appoggia un braccio su una croce bianca. 
“Avevo paura” disse Marie -Julie. Durante la visione odo queste parole: “Mia cara figlia, non dubitare; sono la Vergine Immacolata.  
Tu soffri!” Poi si piega verso di me col braccio destro sul cuore e il sinistro appoggiato alla croce. Poi mette la mano destra sul mio cuore. Mi promette la guarigione per il 2 maggio alle tre del pomeriggio.” 
La Vergine le annuncia anche sofferenze quotidiane tra le 2 e le 3 del pomeriggio eccetto il sabato, in cui saranno alle 9 del mattino, ed aggiunge: “Io ritornerò”. Il 14 marzo Marie- Julie confida a sua sorella Angela: “Penso che domani succederà qualcosa”.  
Ma non rivela la natura del presentimento. 
Così il 15 marzo 1873 ebbe la seconda apparizione, ma non si sa come… la Madre del Salvatore dice a Marie-Julie: “Io sono la Vergine Immacolata, mia cara figlia, e tu hai sofferto molto: vuoi accettare le cinque piaghe del mio divin Figlio?” Parlava con dolcezza e bontà con un bel sorriso. Marie-Julie le chiede: “ Cosa sono queste cinque piaghe?”  
“Sono i segni dei chiodi che hanno trapassato le sue mani e i suoi piedi e la piaga causata dalla lancia.” 
Con un sussulto le risponde: “Sì, con tutto il cuore, Madre mia, se il mio Gesù lo vuole e mi trova degna!” 
La Vergine promette di tornare il giorno delle cinque piaghe ed aggiunge: “Sarai pronta a soffrire per il resto della tua vita per la conversione dei peccatori?” 
“Sì, mia tenera madre, se il vostro divin Figlio lo desidera, mi sottometto alla sua santissima volontà.” 
“Mia cara figlia, questa sarà la tua missione!” 
La Vergine alza gli occhi e dice: “Figlio mio carissimo, Marie -Julie si offre vittima, accettala.” 
Poi presentandole la croce bianca: “Ecco la croce sulla quale tu sarai immolata!” 
La giovane si domanda perché non è venuto Gesù… 
”Perché neppure io posso portare mio Figlio crocifisso. La croce sarà presente nella tua casa quando tu non esisterai più.” 
Questo avvenne una domenica. Il giorno dopo Marie-Julie chiamò il suo confessore e gli raccontò ciò che le era successo… Ma Padre David non osa crederle…  
Ne parla il martedì a sua sorella, poi alla mamma ed alle cugine. Improvvisamente si diffonde la notizia come un “fulmine a ciel sereno”. 


“LA VERGINE É APPARSA A FRAUDAIS!” 

Tutta la gente di Blain si precipita. Il confessore, prevenuto, si recò alla casa di Marie-Julie e mandò via tutti rimproverando Marie. 
Ma il 20 marzo 1873 Marie avverte la famiglia che il giorno dopo avrebbe ricevuto le stimmate; vennero così diversi sacerdoti. Venerdì il papà si precipita a Blain, va in sacrestia e parla con il Padre Audrain… sua figlia soffre molto e ha le mani ferite. Il Parroco ride e dice: “Verrò a vedere quando sarà successo!” 
Alle 8 la giovane è spossata dal dolore e chiede al vicino, il signor Cussonneau: “C’è del sangue?”. Senza dubbio non ha più la forza di mettere le mani agli occhi; non sa come avvengono le stimmate. Una donna le scopre i piedi, ma non c’è nulla. 
Alle 9 Marie-Julie ha le convulsioni e perde conoscenza. 
Ci sono duecento persone nella casa e alla porta. Un quarto d’ora dopo le convulsioni, il sangue esce dalla mano sinistra. 
Marie-Julie riprende i sensi, dopo poco il sangue appare sulla mano destra. E così avviene ai piedi e al costato. Sviene ben cinque volte durante l’apparizione delle stimmate. 
Alle 11 il sangue cessa di uscire… 
Il vicino di casa si preoccupa di informare il curato di Blain. Piange! Questi signori sono a tavola… Viene accolto dal curato di St. Emilien e dal Padre Averty, vicario di Bouvron. 
Quando arrivano a Fraudais possono vedere il sangue coagulato sul palmo delle mani. 
Marie- Julie dichiara che venerdì seguente, 28 marzo, riprenderà ad uscire e la nuova “donna” con le stimmate all’una del pomeriggio iniziò la sua prima Via Crucis. 
La sofferenza di Marie-Julie varierà secondo i tempi. Nella seconda metà della sua vita, avverrà senza testimoni. 
Cadrà tre volte… Le cadute saranno così forti da spaccarle il cranio… Certi giorni, in estasi, sono stati contati 1500 passi. Durante gli otto minuti della crocifissione… sembrava senza respiro… ciò fu confermato da uno specchio davanti alla bocca…  
Un giorno il sangue uscì dal costato imbevendo i vestiti, lasciando anche una macchia rossa sul pavimento. 
Le persone sensibili non hanno potuto resistere e sopportare questo spettacolo. 
Durante gli ultimi anni, venne chiesto a Marie-Julie come faceva la sua Via Crucis. 
“ Sono seduta sulla sedia quando entro in estasi e lì mi ritrovo quando rinvengo. Che cosa abbia fatto il mio corpo durante quel tempo, io proprio non lo so.” 

Marie-Julie Jahenny

CHIAMAMI PADRE



DIO SI RIVELA COME L'ALLEATO DI ISRAELE

Il Dio Santo, completamente diverso e trascendente, è un Dio sorprendentemente vicino.
Dio è, insieme, trascendente e immanente; è addirittura un Dio che "si costruisce" un popolo "su misura" per avere un amico, un confidente, un interlocutore, un mediatore per trasmettere il suo messaggio a tutta l'umanità.
Elegge Abramo, e, dopo avergli chiesto un generoso atto di fede, costruisce, con la sua discendenza, un popolo speciale e consacrato a Lui.
Gli dice: "Israele, il Signore Dio tuo ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli... Il Signore si è legato a te e ti ha scelto" (cf. Dt 7, 6-7).
Sul Sinai conclude con esso un'Alleanza, in questi termini precisi: Israele, io 
-    ti offro: aiuto, sostegno, protezione, una terra, una discendenza, una Legge da osservare (i Comandamenti);
-    ti chiedo: riconoscimento del mio ruolo, obbedienza, fedeltà, osservanza della Legge, astensione da ogni mescolanza con inconsistenti divinità straniere, fiducia e collaborazione. Se sarai fedele, avrai prosperità e sarai felice.
Questa alleanza è sancita da una solenne Liturgia ed è sigillata nel sangue di vittime offerte come sacrificio di lode e di comunione.
È un' alleanza atipica, singolare nel suo genere, perché è stipulata fra due contraenti che non sono alla pari, ma è il frutto di una libera scelta di Jahve.
È, comunque, un'alleanza che impegna le due parti, imponendo reciproci diritti e doveri.
Ma come si comporteranno questi due alleati?
La storia di Israele, che è divenuta "la storia dell'antica Alleanza", e una storia segnata da molte infedeltà: non da parte di Dio, ma da parte del suo popolo.
Dio resta l'alleato fedele.
Israele è l'alleato infedele, che però Dio, con sorprendente bontà, continua ad amare e a perdonare, ogni volta che sa riconoscere le sue infedeltà e i suoi errori.


È UN ALLEATO CHE SI FA SPOSO

I contenuti dell' alleanza, col passar del tempo, si fanno più elevati ed esaltanti.
I Profeti, e in particolare Osea, Isaia e Geremia, scoprono e annunciano che Jahvé non è solo un alleato che promette doni materiali, ma uno Sposo che ama la sua sposa con un amore tenerissimo, indissolubile e fedele.
Il tradire questo amore non è solo peccato di idolatria, ma anche e soprattutto peccato di adulterio.
Israele alterna momenti di amore dolce a momenti di adulterio degradante.
L'amore dolce trova nel Cantico dei Cantici espressioni di alta e toccante poesia; l'adulterio degradante è presentato in termini drammatici soprattutto nel profeta Osea.

DON NOVELLO PEDERZINI

Presto la guerra e la carestia arriverà, ma chi avrà fede non deve aver paura perché il Signore nulla vi farà mancare.



Trevignano Romano, 08 agosto 2020

Figli miei, grazie per essere qui nella preghiera e per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Figli miei, Io vi chiamo ad essere testimoni per questi ultimi tempi, siete stati scelti per vivere in questi tempi e testimoniare la verità a qualunque costo. Non temete figli miei, Io sarò sempre vicino a voi, invocate il Mio nome ed Io sarò presente. Presto la guerra e la carestia arriverà, ma chi avrà fede non deve aver paura perché il Signore nulla vi farà mancare. Figli, io sono vostra Madre Addolorata, vedo che continuate a fare progetti, voi siete nel mondo , ma non siete del mondo, curate di più lo Spirito con la preghiera. Pregate affìnchè possiate essere partecipi nel giorno in cui il Signore arriverà per darvi tutto ciò che vi è stato tolto. La confusione è già nella Chiesa, dove presto ci sarà un grande tumulto. Figli, convertitevi e amatevi come fratelli, evitate le gelosie, le invidie e i pettegolezzi che sono frutto del demonio. Vi unisca l’armonia e la pace. Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen

L'ultimo Papa canonizzato



INIZIATIVE DI BENE 

Venuto su dal piccolo popolo che vive faticosamente la vita, nessuna  meraviglia che Don Sarto a Tombolo fosse popolarissimo. 
Tutto ardore per il bene delle anime, quanto accorto per indole e per  educazione, di quando in quando, si metteva in mezzo ai piccoli crocchi di  uomini già maturi e di giovanotti, conversando affabilmente con loro, e,  mentre si interessava dei loro ragionamenti ed ascoltava ora l'uno ed ora  l'altro, studiava le loro tendenze, notava le loro aspirazioni e veniva a  conoscere i loro bisogni. 
Una sera alcuni, discorrendo, si lamentavano di non sapere leggere, né  scrivere. 
— Mettiamo su una scuola serale! — propose Don Giuseppe, il quale andava  studiando come togliere il rivoltante vizio della bestemmia che a Tombolo  aveva assunto deplorevoli proporzioni. 
— Magari! — esclamarono tutti ad una voce. 
— Ma come fare se alcuni di noi sanno già qualche cosa ed altri non sanno  nulla? — obbiettò un giovanotto. 
— Niente paura! Quelli che sanno qualche cosa li affideremo al maestro  comunale e quelli che non sanno niente li prenderò io, perché l'alfabeto è più  duro e faticoso — rispose il Cappellano. 
— E che cosa le daremo in compenso? — domandò uno. 
— Niente danaro, ma una cosa più importante: che smettiate di profanare con  la bestemmia il nome santo di Dio! — conchiuse, con un accento di forza,  Don Sarto. 
Tutti promisero, suggellando il patto con una vigorosa stretta di mano. (90)  Ma quegli uomini e quei giovanotti avevano capito una cosa: avevano capito  che il loro Cappellano con quella scuola serale voleva che mutassero  linguaggio, che smettessero l'orrendo vizio della bestemmia. Già lo avevano  veduto più volte infiammarsi di santissimo sdegno contro i profanatori del  nome santo di Dio e qualcuno ricordava anche di avere esperimentato le  severe sanzioni delle sue mani che egli, senza mai cedere nel cuore al più  piccolo movimento di passione, sapeva qualche volta usare per correggere i  bestemmiatori: una misura punitiva allora normalmente ammessa e talora  commendata, perché quanto efficace altrettanto educativa (91). 
*** 
Don Sarto era proprio fatto per i Tombolani. Se essi erano gente sveglia ed accorta, non meno sveglio ed accorto era il loro Cappellano. 
A Tombolo vi era una riprovevole abitudine: la gente, appena data la  Benedizione Eucaristica, sfollava a precipizio dalla chiesa senza aspettare che  il sacerdote avesse riposto il SS.mo Sacramento nel Tabernacolo. 
Il Parroco non era mai riuscito a togliere questa irriverenza. Le sue  raccomandazioni, i suoi consigli ed anche i suoi rimproveri si perdevano  sempre come voci nel deserto. 
Un giorno, mentre si lamentava di questo abuso, Don Giuseppe lo  tranquillizzò, dicendogli: 
— Oh! niente, niente, Pievano! ... Lasci fare a me e vedrà che tutto sarà  messo a posto. 
Il nostro Beato, fino dai primi giorni del suo arrivo a Tombolo, aveva  osservato che il popolo aveva una grande devozione ad una statua della  Madonna che si venerava in chiesa: una devozione che confinava quasi con la  superstizione, perché non si poteva alzare il velo che la copriva se non si  fossero prima accese quattro candele, e, quando era scoperta, tutti stavano in  ginocchio. Nessuno si sarebbe azzardato di stare in piedi: sarebbe stata una  profanazione! 
* * * 
Una Domenica, Don Giuseppe fece accendere le candele dell'altare della  Madonna. 
Il Parroco aveva appena data la Benedizione con il SS.mo Sacramento e già  la gente, come il solito — per forza di abitudine — era già in piedi pronta per  uscire di chiesa. 
Ma ad un tratto Don Sarto tirò su il velo che copriva la Madonna. Tutti si  fermarono di botto, ritornarono a mettersi in ginocchio e non si mossero se  non quando Don Costantini ebbe riposto nel Tabernacolo il SS.mo  Sacramento. 
Ripetuta la cosa un'altra volta e spiegata ed avvalorata dalla calda parola di  Don Giuseppe, l'inveterato abuso tu tolto per sempre. (92) 

IL “CAPPELLANO DEI CAPPELLANI” 
I Cappellani delle Parrocchie vicine, conoscendo l'attività di Don Sarto che a  loro sembrava addirittura prodigiosa, lo chiamavano il “Cappellano dei  Cappellani”, divertendosi, di quando in quando, a ridere ed a scherzare sopra  questo nomignolo che gli avevano affibbiato (93). 
Anche Don Sarto, di carattere franco e gioviale, rideva e scherzava volentieri  con loro. 
Ma un giorno, in cui questi Cappellani si erano abbandonati più del solito allo  scherzo ed alla facezia, Don Sarto, mettendo il pugno della mano destra nel  cavo della sinistra, disse: 
— Cappellani, qui una volta o l'altra dovete venire! 
— Che superbia!... Ma noi diventeremo presto Pievani! — interruppe il  Cappellano di Galliera che era il più allegro di tutti. 
— Ma qui devono venire anche i Pievani! — riprese Don Giuseppe,  ripetendo il suo gesto. 
— Ma sì.... anche i Vescovi vedremo sotto di te! — soggiunsero in coro,  quasi canzonando, i Cappellani. 
— Anche i Vescovi sotto il “Cappellanus de Cappellanis!” — conchiuse  Don Sarto, tra il serio ed il faceto. 
E giù tutti a ridere ancor più giocondamente (94). 
Presagio? Vaticinio? ... 
Non lo sappiamo. Sappiamo solo che circa 40 anni dopo l'umile Cappellano  di Tombolo saliva la Cattedra di Pietro per reggere il primo scettro del  mondo! 

Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c.

“Signore, insegnaci a pregare!”



PREGHIERE  DI  LUISA  CHE  SI  TROVANO  NEI  SUOI  SCRITTI 

Stavo fondendomi tutta nel Santo Volere del mio dolce Gesù e Gli dicevo: “Amor mio, entro  nel tuo Volere e qui trovo tutti i pensieri della tua mente e tutti quelli delle creature, ed io faccio  corona coi miei pensieri e con quelli di tutti i miei fratelli intorno ai tuoi e poi li unisco insieme,  facendone uno solo, per darti l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la riparazione della tua  stessa intelligenza”. 
E mentre ciò dicevo, il mio Gesù si è mosso nel mio interno e alzandosi mi ha detto: “Figlia  inseparabile della mia Volontà, come sono contento nel sentir ripetere ciò che faceva la mia  Umanità nella mia Volontà; ed io bacio i tuoi pensieri nei miei, le tue parole nelle mie, il tuo  palpito nel mio”. (Vol. 13°, 06.09.1921). 

a cura di D. Pablo Martín

Da qui in avanti, figli, dovrete aggrapparvi fortemente alle mani di Dio, perché avrete bisogno di essere sostenuti dalle mani divine. Coraggio, fede e preghiera! È di questo che avrete bisogno in questi tempi.



Madre della Pietà a Piedade dos Gerais 



festa del papà (in Brasile si festeggia la seconda domenica di agosto)
Cari figli,
che grande grazia è questa bellissima domenica di preghiera, di devozione, di molto affetto e lode al Divino Padre Eterno e a tutti i papà! Preghiamo in modo speciale per tutte le famiglie, per tutti quelli che hanno bisogno delle vostre preghiere, e soprattutto per la conversione delle famiglie del mondo intero, in quest’anno dedicato alla preghiera per la conversione delle famiglie.

A cominciare dalla conversione di te stesso. Ognuno, nel silenzio del suo cuore, della sua anima, si presenti davanti al Divino Padre Eterno, innanzitutto per ringraziarlo, ma anche per chiedere la grazia della guarigione e della liberazione. Che tutti possano fortificarsi, anche di fronte a un anno di battaglie, un anno difficile, pieno di sofferenze e paure, ma nel quale la vittoria è grande, perché Dio ci ama e oggi noi possiamo, in un modo molto bello, sperimentare l’amore di Dio, che è qualcosa di sacro.
Mi piacerebbe che oggi rifletteste sull’essenza dell’amore di Dio nella vostra vita, perché nessuna tempesta arriva nel mondo per caso, ogni tempesta arriva per mostrarci che abbiamo bisogno della brezza leggera, che abbiamo bisogno di Gesù, che abbiamo bisogno di trasformazione. Il mondo oggi, l’umanità, ha urgentemente bisogno di conversione. Tutti devono dedicarsi di più alla preghiera, al silenzio, alla carità, alla fraternità, devono essere più uniti. Perché il demonio è terribile, tenta in ogni modo di confondervi, di dividervi. Le trappole oggi sono molto grandi, soprattutto nella vita dei padri.
I padri devono avere una grande sollecitudine, perché il padre è responsabile quanto la madre per la condotta di santità nella propria casa, nella propria vita, nel suo cammino come famiglia, giardino di Dio. Allora i padri oggi devono avere questo impegno di zelo per la propria famiglia, principalmente perché i figli oggi hanno bisogno dell’amore, dell’attenzione e dell’affetto dei padri. Allora chiedete al Divino Padre Eterno, che è Padre di tutta l’umanità, di concedere al cuore della famiglia questa grazia della santità.
Quest’anno, quando Gesù ci ha avvisato riguardo ai segni di sofferenza, nessuno poteva immaginare che sarebbe arrivata una malattia che avrebbe colpito la Terra, tutta l’umanità. E noi siamo consapevoli che Dio vuole la conversione delle famiglie, soprattutto dei padri, oggi nel giorno a loro dedicato. I padri devono sentire, valorizzare e costruire nelle loro case la vera santità.
Perché, figli, questo mondo è malato, e non si tratta solo della malattia che state vedendo, esiste una malattia invisibile che molte volte le persone non percepiscono, ma è quella che più distrugge, che è il peccato. Il peccato sembra invisibile, perché le persone commettono peccati come se fosse tutto normale, come se non fossero peccati. E noi siamo consapevoli che Dio vuole la santità. Santità è una parola sapiente, è una parola forte e una parola che edifica la felicità della famiglia. La famiglia che oggi si fonda sulla grazia della santità, è una famiglia che prega, è una famiglia che teme Dio, è una famiglia che cerca le cose di Dio. Perché se oggi guardi il mondo ti rendi conto che, nemmeno davanti a questi segni di dolore, sta cercando di vivere in modo degno. Purtroppo l’umanità sta permettendo al demonio di dominare, di regnare.
Davanti a quello che stiamo vivendo – non mi riferisco solo all’evento di quest’anno – dobbiamo avere una grazia che si chiama santità, conversione, ritorno alla casa di Dio, principalmente perché il mondo ha bisogno di essere guarito e la guarigione del mondo non è solo una guarigione della carne ma dell’anima, del cuore, della vita. Guarda la tristezza in cui si trova la Terra! Perché la Terra è triste? Perché quelli che sono su di essa sono nella sofferenza. Quando sei allegro, felice, non vivi la sofferenza, causata principalmente dal peccato, tutto è diverso!
Oggi vediamo le malattie, molte malattie, non solo l’epidemia, tutte le malattie. Tutte le famiglie stanno attraversando le prove dolorose del dolore e della malattia, perché il mondo è malato, l’umanità è malata, bisognosa di guarigione. Ha bisogno di tornare a Dio, confessarsi, pentirsi e condurre una vita degna.
Quando diciamo: “noi non siamo degni, ma il Signore ci ha resi degni”, stiamo riflettendo sulla morte di Gesù sulla croce. Il mondo non aveva luce, il mondo non aveva santità, il mondo non aveva speranza, e Gesù ha portato questa santità, ha portato questa speranza, questa vita piena. Allora quando diciamo: “noi non siamo degni, ma il Signore ci ha dato la grazia della dignità” è perché Egli è morto per ciascuno.
Allora quest’anno l’umanità ha bisogno di conversione. Gesù ha chiesto conversione e preghiera, per la conversione e la santità di tutte le famiglie del mondo! E non è per caso, figli, che arriva una sofferenza e colpisce tutte le famiglie della Terra. C’è qualcosa che Dio ha da dire alla famiglia, è come la campana che suona e dice: “È necessario che Gesù stia nella tua casa. Devi aprire la porta del tuo cuore e permettere l’entrata della Santissima Trinità nella tua casa”.
La Terra non può più contenere tanta sofferenza. C’è troppo dolore! Sangue versato, lacrime versate. C’è tanto dolore. Se guardi la situazione di peccato, ti renderai conto che questa epidemia è ancora poco. Può arrivare di molto peggio. Perché c’è tanto peccato. C’è tanto sangue versato, ci sono molti innocenti condannati a morte. Allora in questo tempo – che è un tempo di trasformazione, non è la fine del mondo – Dio vuole darci il sole della giustizia, la luce della verità, affinché il mondo possa vivere il Trionfo del Cuore di questa Madre Immacolata.
Allora devi essere sempre perseverante nella fede! Anche se il demonio vuole abbatterti, perché nella situazione che stai vivendo devi essere forte. Altrimenti ti abbatti per la tristezza, arriva la sofferenza che è lì dentro il tuo cuore, l’angoscia. Perché le persone sono così angosciate? Perché questo tempo sta portando le persone ad avere così tanti problemi spirituali? Depressioni, tristezze profonde. E questo colpisce la materia e arrivano le malattie, arriva il dolore. Tutto duole. La Terra sta sanguinando perché tu devi essere di Dio, la famiglia deve essere di Dio, i padri devono essere di Dio.
Non aspettate un dolore più grande! È tempo di preghiera per la famiglia, è tempo di preghiera per la Santa Chiesa, è tempo di preghiera per la vita e la missione di tutti i missionari, di tutti i padri, di tutti i sacerdoti! È un’unione, è un’alleanza. Per questo, non permettere che il demonio faccia di te un bersaglio dell’ira, dell’odio, della vendetta. Sii mite come Gesù, umile come Gesù, sereno come Gesù. Perché attraverserete grandi prove.
Molte volte la tua croce è più pesante, ma devi avere pazienza, non discutere sul peso di questa croce, non dire al Signore: “Perché hai scelto me?”. Dì soltanto: “Sia fatta la tua volontà”. Quando senti il peso della tua croce, non discutere, dì soltanto: “Sia fatta la tua volontà”. Questo è quello che il mondo deve fare: nel silenzio del cuore, proclamare “Sia fatta la volontà di Dio!”. Perché Dio vuole figli santi. Ecco perché ha detto che quest’anno è un anno di ricerca, di rinnovamento, di conversione e di santità delle famiglie. Dì questa bella frase: “Io voglio, Gesù, la conversione della mia famiglia!”. Io! Significa ognuno, tutti, che proclamano a una sola voce: “Io voglio, Gesù!”. Anche voi padri, dite: “Io voglio, Gesù, la conversione e la santità della mia famiglia”. Questo è molto sacro per voi, figli.
Il tempo oggi ci invita ad essere nuovi, ad essere santi. Vedremo tempeste in ogni luogo. Quando finirà questa tempesta che state vivendo, attraverserete tempeste peggiori, soprattutto quella che cercherà di colpire il tuo pensiero, la fragilità. E tu devi essere forte. Alzati, missionario! Perché voi, famiglie, siete missionarie. Ognuno dentro la sua casa è un missionario.
E quando Gesù parla della missione della famiglia in questi tempi di oggi, ci dice che è nelle mani della famiglia la speranza di un mondo nuovo, di un mondo felice. Questa è la grazia che Dio sta dando a voi padri. Perché voi siete i protettori delle vostre case, come Egli scelse San Giuseppe per la Sacra Famiglia. Un padre deve proteggere la sua casa. La tua casa oggi è la tua famiglia. Il giorno che hai lasciato la casa paterna per unirti a tua moglie, sei diventato un giardino di Dio. Allora devi sempre pensare a questo: la tua famiglia è un giardino di Dio. Non significa che i tuoi genitori non contano più, ma è come l’albero che si propaga attraverso i frutti e i semi. Così è la vita, così è la missione dei padri, così è la missione della famiglia.
In questo momento dovete essere molto forti. Arriva la tempesta, seguita dalla brezza leggera. La tempesta torna di nuovo, ma la brezza leggera porta sempre la calma, la tranquillità. E voi siete già vittoriosi, figli! Vedrete la gloria di Dio, vedrete la grazia di Dio. Non sentitevi mai sconfitti, nemmeno dal dolore che portate, che sia una malattia del corpo, che sia una fragilità dell’anima, che sia molte volte quell’angoscia. Dio oggi farà la grazia completa nella tua vita. Perché oggi è il giorno dedicato al Divino Padre Eterno, ed Egli ti ama. Il Divino Padre Eterno ti ama ed Egli sarà presente in tutte le case del mondo! Per proteggere ogni figlio che oggi ha bisogno della benedizione di questo Padre. Benedico tutti i padri della terra.
Allora in questo momento apri il tuo cuore, affida a Dio la tua vita, chiedi la tua guarigione interiore, la guarigione della tua famiglia, la santità di questa Comunità Fraterna, perché Dio vi ha insegnato che dovete imparare ancora molto, principalmente ad essere unità, fraternità, a costruire con dignità il regno di Dio. Nella santità, nella misericordia, ma principalmente, figli, con il Divino Padre Eterno, con questo amore del Padre grandiosamente eterno. Questo Padre che ama, che benedice e che guida tutta l’umanità.
Con grande affetto, voglio darvi la mia benedizione.
la Madonna benedice tutti
Cari figli,
vi ho benedetti in un tempo in cui il mondo ha tanto bisogno delle benedizioni del Cielo. Per la Terra, per gli uomini, per le donne, per i giovani, per i bambini, per tutte le famiglie, per il popolo di Dio che oggi ha bisogno di aprire gli occhi e vedere con il cuore e l’anima, sentire questa fortezza. Come oggi ci ha insegnato la Parola di Dio, dopo una tempesta arriva sempre Gesù per calmarci.

Abbiamo riflettuto sull’importanza della famiglia. A volte non capite perché dovete stare ritirati, ma in questo modo la comunità vive un po’ di più il silenzio, vive un po’ di più la presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in mezzo a voi. Le famiglie in quest’anno hanno bisogno di crescere, fortificarsi, perché stanno diventando un bersaglio di distruzione, figli. Non dimenticatelo mai! Quante famiglie non hanno la grazia di vincere con la preghiera e la fede queste trappole che il demonio mette nelle famiglie. Questo mondo porta l’uomo ad abbandonare ciò che ha di più sacro nella sua vita, nel suo cammino: la famiglia con la quale Dio lo ha benedetto.
Oggi è la festa del papà. Quando dici la parola “padre” rifletti sul compito che Dio ti ha concesso, la grazia che Dio ti ha concesso di proteggere e prenderti cura della tua famiglia. Così come Gesù ha avuto la protezione e l’attenzione di San Giuseppe, così anche i tuoi figli hanno bisogno di questa protezione. Spesso i padri sono molto assenti. È come se la madre dovesse essere tutto e il padre dimentica molte volte di essere una presenza nella propria casa.
In verità, oggi voglio dire ai padri: è una benedizione di Dio poter essere un padre-esempio come lo è stato San Giuseppe, che ha protetto Gesù e ha fatto in modo che avesse tutto l’affetto paterno. Allora dovete crescere in queste virtù, chiedendo sempre a San Giuseppe di concedervi questa grazia di essere suoi imitatori.
Chiediamo al Divino Padre Eterno, che è il Padre di tutti noi, che dia sempre coraggio e fedeltà a tutti i padri e alle madri, a tutti i missionari, perché la vostra missione è molto più grande di quanto immaginiate.
Io desidero, come Madre, che abbiate imparato un po’ da questa battaglia che state vivendo. Desidero che il mondo si possa edificare in senso spirituale, costruendo i pilastri della fede nella sua vita. Da qui in avanti, figli, dovrete aggrapparvi fortemente alle mani di Dio, perché avrete bisogno di essere sostenuti dalle mani divine. Coraggio, fede e preghiera! È di questo che avrete bisogno in questi tempi.
Che Dio benedica ogni figlio, ognuno di voi che oggi sta chiedendo benedizioni, protezione, salute del corpo e dell’anima.
Che Dio benedica i festeggiati.
Che Gesù benedica questi fiori per la guarigione e la liberazione dei malati nel corpo e nell’anima.

Rimanete tutti nella pace, sotto la bellissima protezione di Dio Padre, che è il Divino Padre Eterno, del Figlio che è Gesù, e dello Spirito Santo che è la luce del mondo.
Ecco la Serva di Dio, Maria, Madre di Dio, l’Immacolata Concezione. Il Signore mi chiama.

Moneta del popolo, TASSE ZERO



(Estratto dal libro: “La banca la moneta e l’usura” di Sua Ecc.za dott. Bruno Tarquini)



LA RINUNCIA DELLO STATO  ALLA PROPRIA SOVRANITÀ MONETARIA

La “presentazione” del libro pone in risalto la questione “giuridica” dello svuotamento dell’aspetto economicosociale della Costituzione italiana e la questione “politica” della rinuncia dello Stato alla propria sovranità monetaria. Questo libro, sia pure con un linguaggio molto semplice, ha l’ambizione di far conoscere un aspetto della finanza e dell’economia che è sempre rimasto nascosto nei luoghi oscuri del palazzo, come qualcosa che non convenisse svelare al popolo. Ed è bene, invece, che il popolo sappia, finalmente, che lo Stato ha, da tempo, rinunciato alla propria sovranità monetaria in favore di un ente privato, qual è la Banca d’Italia; ha rinunciato, cioè, ad emettere moneta propria, con la conseguenza che, per il perseguimento dei propri fini istituzionali, è costretto a chiedere, in prestito oneroso, le necessarie risorse finanziarie, indebitandosi nei confronti dell’istituto di emissione. Ed è bene che il popolo sappia anche che questo inutile indebitamento si trasferisce necessariamente ai cittadini mediante la pressione fiscale. Pertanto, il popolo si ritrova debitore di quella moneta di cui, invece, dovrebbe essere proprietario, anche perché essa acquista valore solo perché i cittadini l’accettano come strumento di scambio e, quindi, solo a causa ed in conseguenza della sua circolazione. Con l’avvento dell’Euro si determina, poi, un altro trasferimento della sovranità monetaria, questa volta dalla Banca d’Italia (così come dalle altre banche di emissione) ad un ente privato sovrannazionale, qual è la Banca Centrale Europea (BCE), che provvederà ad emettere la nuova moneta addebitandola ai popoli europei, secondo la stessa “filosofia” moneta ria utilizzata, fino ad oggi, dalle Banche centrali nei confronti dei rispettivi popoli; ed attuando i princìpi del più sfrenato liberismo, previsto dal Trattato di Maastricht, che sono nettamente inconciliabili con la vigente Costituzione italiana, e che sono riassunti specialmente negli articoli 41, 42, e 43.“Chiesa viva” NUMERO UNICO *** Gennaio 2014

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a cura del dott. Franco Adessa