lunedì 25 luglio 2022

LA PICCOLA PIETRA

 


22 luglio 2022 

A volte il senso della mia insignificanza è travolgente. Vedo quanto sia espansivo l'universo e come il pianeta Terra sia solo un granello di sabbia in mezzo a tutto questo. Inoltre, su questo granello cosmico, io sono solo uno dei quasi 8 miliardi di persone. E presto, come i miliardi prima di me, sarò sepolto nel terreno e quasi dimenticato, tranne forse per coloro che mi sono più vicini. È una realtà umiliante. E di fronte a questa verità, a volte lotto con l'idea che Dio possa occuparsi di me nel modo intenso, personale e profondo che sia l'evangelicalismo moderno che gli scritti dei santi suggeriscono. Eppure, se entriamo in questa relazione personale con Gesù, come io e molti di voi abbiamo, è vero: l'amore che possiamo sperimentare a volte è intenso, reale e letteralmente "fuori dal mondo" – al punto che una relazione autentica con Dio è veramente la più grande rivoluzione.


Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.

 


Trevignano Romano, 24 luglio 2022

Campagnano Romano

Figli, grazie per essere qui nella preghiera, Io benedico questa casa, perché come i primi cristiani vi è la preghiera e la condivisione. Preparate i vostri rifugi, perché la persecuzione dei cristiani ha avuto inizio, ma voi non dovete temere. (Galati 6 -7/9)  “Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella Fede.”  Ora vi benedico e lascerò la mia pace nei vostri cuori, amen

TRATTATO SULL’INFERNO - IL NUMERO DEI DANNATI

 


Nota sul tema: "IL NUMERO DEI DANNATI " trattato a pag. 15 Da come l'Autore tratta l'argomento del numero dei dannati si sente che la situazione, dal tempo suo al nostro, è profondamente cambiata.

 

L'Autore scriveva in un tempo in cui, in Italia, poco o tanto, quasi tutti avevano un qualche legame con la fede, se non altro sotto forma di lontani ricordi, mai del tutto dimenticati, che affioravano quasi sempre in punto di morte.

Nel nostro tempo, invece, anche in questa povera Italia, un tempo cattolica e che il Papa è arrivato a definire oggi 'terra di missione", troppi, non avendo più nemmeno un pallido ricordo della fede, vivono e muoiono senza alcun riferimento a Dio e senza porsi il problema dell'aldilà. Molti vivono e "muoiono come cani", diceva il Card. Siri, anche perché molti sacerdoti sono sempre meno solleciti nel prendersi cura dei morenti e nel proporre loro la riconciliazione con Dio!

È chiaro che nessuno può dire quanti siano i dannati. Ma considerando il dilagare attuale dell'ateismo... dell'indifferenza... dell'incoscienza... della superficialità... e dell'immoralità... io non sarei così ottimista come l'Autore nel dire che sono pochi quelli che si dannano. 

Sentendo che Gesù parlava spesso del paradiso e dell'inferno, gli Apostoli un giorno gli chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". Gesù, non volendo che l'uomo penetrasse in una verità tanto delicata, rispose in modo evasivo: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt 7, 13-14).

Che significato dare a queste parole di Gesù?

La via del bene è aspra, perché consiste nel dominare la turbolenza delle proprie passioni per vivere in conformità al volere di Gesù: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16, 24).

La via del male, che porta all'inferno, è comoda ed è battuta dai più, perché è molto più facile correre dietro ai piaceri della vita, appagando la superbia, la sensualità, la cupidigia, ecc... 

"Dunque, - può concludere qualcuno - dalle parole di Gesù si può pensare che la maggior parte degli uomini andrà all'inferno!". I Santi Padri e, in generale, i moralisti, affermano che i più si salveranno. Ecco le argomentazioni che portano. 

Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, a tutti dà i mezzi per raggiungere l'eterna felicità; non tutti però si aggrappano a questi doni e, divenendo deboli, restano schiavi di Satana, nel tempo e per l'eternità. 

Tuttavia pare che la maggioranza vada in paradiso.

Ecco alcune confortanti parole che troviamo nella Bibbia: è "grande presso di Lui la redenzione" (Sal 129, 7). E ancora: "Questo è il mio Sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati" (Mt 26, 28). Dunque, sono molti quelli che usufruiscono della Redenzione del Figlio di Dio. 

Dando uno sguardo sia pur rapido all'umanità, vediamo che molti muoiono prima di essere arrivati all'uso di ragione, quando non sono ancora in grado di commettere peccati gravi. Costoro certamente non andranno all'inferno.

Moltissimi vivono nell'ignoranza completa della religione cattolica, ma senza propria colpa, trovandosi in paesi nei quali non è ancora giunta la luce del Vangelo. Questi, se osservano la legge naturale, non andranno all'inferno, perché Dio è giusto e non dà un castigo immeritato. 

Ci sono poi i nemici della religione, i libertini, i corrotti. Non tutti questi finiranno all'inferno perché in vecchiaia, calando non poco il fuoco delle passioni, facilmente ritorneranno a Dio. 

Quante persone mature, dopo le delusioni della vita, riprendono la pratica della vita cristiana! 

Molti cattivi si rimettono in grazia di Dio perché provati dal dolore, o per un lutto di famiglia, o perché in pericolo di vita. Quanti muoiono bene negli ospedali, sui campi di battaglia, nelle prigioni o in seno alla famiglia! 

Non sono molti quelli che rifiutano i conforti religiosi in fin di vita, perché, davanti alla morte, di solito si aprono gli occhi e svaniscono tanti pregiudizi e spavalderie. 

Sul letto di morte la grazia di Dio può essere molto abbondante perché ottenuta dalla preghiera e dai sacrifici dei parenti e di altre persone buone che pregano ogni giorno per gli agonizzanti.

Quantunque molti battano la via del male, tuttavia un buon numero ritorna a Dio prima di entrare nell'eternità.


SANT’AGOSTINO D’IPPONA

 


E amando, anch'egli diventa un membro e per mezzo dell'amore viene ad appartenere all'unità del Corpo di Cristo; e sarà un solo Cristo che ama se stesso. (In Io. Ep. tr. 10, 3) 

Non è il Cielo che tarda, sono gli uomini che non cercano la conversione! Dio non tarda mai, figli. Quando metti la tua vita nelle mani di Dio, Egli opera nella tua vita, ma fintanto che segui il mondo, il frastuono del mondo, l’avidità del mondo, non sarai felice.


 

Messaggio ricevuto da Marilda Santana a Piedade dos Gerais (MG-Brasile) domenica 17.07.2022


Cari figli,
con grande gioia nei nostri cuori viviamo questa domenica di benedizioni, in questo mese dedicato alle famiglie. La fraternità è la maggiore benedizione di Dio, è la maggiore ricchezza che una famiglia può essere, avere e vivere.

Oggi siamo qui in comunione con la Sacra Famiglia – che ci ama, ci benedice, ci protegge e ci illumina – e sotto la protezione della Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Allora vogliamo arricchire i nostri cuori con la benedizione che il Cielo dona a questa Valle, a questa famiglia che siamo tutti noi, famiglia di Dio, per prepararci a questa grande grazia e grande lotta che è salvare, aiutare e costruire famiglie sante nel mondo. Questa è la missione di tutti i figli di Dio.

Per essere capaci di costruire famiglie sante dobbiamo fare sempre la volontà di Dio, soprattutto per quanto riguarda l’amore, l’accoglienza, la preghiera, la fede e – la cosa più bella – la comunione. Perché l’unione è la forza della famiglia, soprattutto per vincere le insidie del demonio. Se riflettete vi renderete conto che oggi il mondo è pieno di trappole del demonio, soprattutto contro la famiglia. Tutto quello che vediamo oggi è distruzione delle famiglie, mancanza di amore verso i bambini, mancanza di sapienza per la crescita spirituale dei giovani. La famiglia è il bersaglio che il demonio vuole distruggere ed essa sta soffrendo. Gesù ci chiede di lottare per la vita di tutte le nostre famiglie. Amare la famiglia significa essere timorati di Dio e vivere la sua volontà.

Oggi siamo invitati da Gesù Cristo, che è misericordia, ad essere famiglie sante. Quest’anno è l’anno della famiglia, perché fraternità è famiglia, fraternità missionaria è famiglia missionaria. È un anno dedicato alla famiglia, all’amore della famiglia, all’unità della famiglia. Questo piccolo santuario è stato guidato dal Cielo ad essere il santuario delle famiglie e qui Dio provvede ogni grazia, ogni misericordia.

La nostra famiglia e le famiglie del mondo intero devono vivere e fare la volontà di Dio. Allora la prima ricerca della famiglia dev’essere quella di testimoniare la fede. Se vuoi essere una famiglia santa, una comunità santa, non aggrapparti alle briciole del mondo. Il demonio ti farà cadere attraverso l’avidità, attraverso la persecuzione dell’odio, dell’ira, dei giudizi. Questa Fraternità è una famiglia che unisce tutte le famiglie ed unisce anche i pellegrini, unisce chi ha lasciato la propria casa per venire a vivere qui. Chi ha lasciato la propria casa per venire qui non l’ha fatto per motivi terreni, l’ha fatto per l’amore di Dio verso la famiglia fraterna. Allora oggi la vostra vita deve avere questo amore per la famiglia fraterna: non polvere materiale, ma grazia spirituale.

Perché vi dico questo, figli? Perché, senza che ve ne accorgete, state perdendo l’essenza della fraternità, l’essenza delle vostre famiglie. Oggi la famiglia distrugge se stessa per avidità, l’uomo è avido verso l’eredità terrena e dimentica che l’eredità più grande di una famiglia è l’amore dei genitori. Questo è il maggiore tesoro. Qual è la maggiore eredità che i genitori possono lasciare ai figli? Il loro amore. Essi sono diventati una famiglia attraverso un sacramento e attraverso questo sacramento Dio ha permesso loro di essere lievito di amore, di prosperità, di moltiplicazione. Per essere giovani, bambini, padri e madri con responsabilità e dignità.

È chiaro che lungo il cammino Dio provvede anche le benedizioni materiali, ma queste non devono essere in primo piano. In primo piano c’è l’amore, la fede, l’abbandono. Gesù aveva detto che il demonio avrebbe sfruttato la debolezza dell’uomo e i peccati capitali per distruggere la famiglia. E oggi le famiglie si stanno distruggendo a causa dell’attaccamento, dell’avidità, per mancanza di amore, di condivisione. Chi ama gioisce nel condividere. Se hai un pezzo di pane e puoi dividerlo, ne darai metà a chi ha fame. Così sono le nostre famiglie. Non devono lasciarsi consumare e distruggere da questa terribile tendenza dei tempi di oggi, che è la mancanza di condivisione familiare, la mancanza di unità tra fratelli, la mancanza di sostenersi reciprocamente, di unirsi, di fortificarsi.

Quando Dio ci ha messi qui – io Maria, la Madre, e voi, i figli – lo ha fatto perché viveste la grazia della provvidenza. Allora oggi non dobbiamo soltanto dire a parole “io sono fraterno”, ma vivere con il cuore la fraternità. Perché Dio ha bisogno di figli per costruire nel mondo l’opera della fraternità.

Quest’opera è misericordia di Dio, perché se riflettete vi rendete conto che vi manca molto per essere quello dovete essere, per essere degni di ciò di cui dovete essere degni. Quello che il Signore fa per ciascuno è veramente un miracolo di amore, perché Dio vi ama. Il Padre ama i figli. Gesù li ama. Lo Spirito Santo li illumina.

E oggi abbiamo la grazia di essere questo lievito del mondo. La famiglia è la base di tutte le opere di Dio, di tutto l’amore di Dio, di tutte le vocazioni. Ecco perché, quando guardi questo mondo e vedi le persone senza splendore nella vocazione, è perché in fondo in fondo le famiglie stanno perdendo l’essenza di catechizzare i propri figli per la costruzione di un mondo di pace.

Per questo il mondo ha tanto bisogno del trionfo del mio Cuore Immacolato. Se dipendesse dall’uomo questo raccolto non ci sarebbe, ma Dio gli darà la forza per raccogliere il Trionfo del mio Cuore Immacolato.

Non è il Cielo che tarda, sono gli uomini che non cercano la conversione! Dio non tarda mai, figli. Quando metti la tua vita nelle mani di Dio, Egli opera nella tua vita, ma fintanto che segui il mondo, il frastuono del mondo, l’avidità del mondo, non sarai felice. Ecco perché a volte sei dentro una casa e pensi: “Nessuno mi ama, nessuno mi rispetta”, ma in fondo sei tu che non ami, sei tu che non rispetti. Perché raccogli quello che semini. Dentro la tua casa raccogli quello che semini, se i tuoi atti e le tue opere non corrispondono a quello che Dio vuole.

Guarda il mondo: può Dio essere felice della famiglia di oggi? No, perché Dio vuole una famiglia con delle fondamenta e oggi la famiglia sono senza fondamenta. Ma Dio sta avendo pietà e misericordia delle famiglie. Per questo ci sta dando la grazia di avere – in questo pezzettino di terra, in questo mese che dedicate alla famiglia, che è un dono di Dio per voi – una fraternità che può anche avere battaglie e momenti difficili, creature che non ne conoscono il valore, ma è stata creata da Dio. E se tu ami l’opera di Dio sarai un mattone vivo, una famiglia preziosa, degna, meritevole del regno di Dio. Perché il regno di Dio è in mezzo a noi. Il regno di Dio si sta realizzando in mezzo a noi.

Per questo oggi l’uomo deve vivere di più la misericordia, chiedere di più questa misericordia. Infatti, come possiamo sperare in un mondo di pace senza la misericordia? Se non vedi Dio alla fine di questo tunnel oscuro, come puoi reagire? Come puoi avere la grazia del coraggio per vincere?

Attraverserete forti battaglie, principalmente familiari. Guardate la tristezza del mondo! Il mondo non è felice. Siamo nel pieno dell’anno della fraternità e le persone sono sempre più disunite, si uccidono per avidità. Mentre Gesù ci sta dando un mare di grazia, un mare di misericordia, e ci chiede di bagnarci in questo mare di misericordia, di entrare nel suo Cuore Misericordioso, di vivere di più quello che Dio vuole da noi. Spesso guardate il Cielo, guardate a questo grandioso amore di Gesù Misericordioso e non sapete riconoscere che questo amore è la nostra fonte di salvezza, è l’ultima tavola di salvezza. È questo amore che aiuterà le famiglie nei giorni di oggi.

I genitori hanno una grande responsabilità nel guidare i figli ad essere forti, perché difendere una famiglia è anche accettare che i tuoi figli spesso sbagliano. Quando credi che facciano tutto giusto, essi finiscono per sbagliare sempre di più. A volte un figlio ha bisogno di correzione. Il Cielo ci offre una correzione che è la confessione: quando confessi i tuoi peccati, chiedi perdono a Gesù e il tuo pentimento è sincero, vuoi essere un uomo nuovo, vuoi essere una creatura migliore, è come togliere dei vestiti sporchi e tornare pulito.
Quello che accade oggi è che le persone non vogliono chiedere perdono. Esse si credono talmente autosufficienti che non vogliono avvicinarsi a Cristo Misericordioso e dire: “Voglio il perdono, ho bisogno di questo perdono”. Quando accumuli peccati nel tuo cuore, soprattutto quelli della mancanza di umiltà, del non voler riconoscere le tue mancanze, arrivi a trascinarti nelle lacrime.

La felicità di un uomo è come un uccellino prigioniero: la sua felicità è quando può volare. Così è anche la felicità di un uomo quando egli esce dalla prigione che è fatta dei suoi peccati e della mancanza di sapienza per essere forte ed evitare questi peccati. Come ha detto Gesù: “Non peccare più. Perché Io sono il perdono e ti perdono”. Egli ti ha dato la grazia di essere perdonato. Egli è morto per darti questa bellissima liberazione, la salvezza eterna. E quando esci da questa prigione – che oggi sta portando le persone a tristezze profonde, a forti depressioni, a terribili sofferenze spirituali – quando esci da questa prigione è la tua maggiore liberazione. Guarisci.

Altrimenti ti chiudi nel rancore, nell’odio, nella distruzione. Chi si sta distruggendo non è l’altro che perseguiti, ma sei tu. Sei tu che stai sperimentando che Gesù Cristo vuole liberarti ma non hai il coraggio di liberarti perché spesso permetti al nemico di agire. È quello che oggi sta accadendo tanto alle famiglie: sono prigioniere, tristi, senza dialogo, senza fede, senza splendore, hanno bisogno di questa liberazione. E questa liberazione può darla solo Gesù. Dobbiamo dire con gioia: “Gesù può darci questa liberazione”.

Allora è di questo che oggi le famiglie hanno bisogno: di molta guarigione, di molta pace. È inutile sognare soltanto una bella famiglia. La vostra famiglia è il giardino di Dio ed ha le sue battaglie, perché in ogni giardino ci sono le spine della vita, ma la cosa più bella è sapere che il profumo di questo giardino può e deve vincere tutte le spine presenti in esso. È una lezione di amore.

Il mondo ha bisogno di questo amore, perché state andando verso una sofferenza spirituale. Non sarà una sofferenza materiale, ma spirituale. E il dolore spirituale è maggiore di quello del corpo. Per questo avete bisogno di questa liberazione, di prepararvi bene, di volere questa guarigione. Perché la famiglia salverà il mondo. Potete starne certi, figli: la famiglia salverà il mondo. Ed è per questo che Gesù mette nelle mani della famiglia questa missione, questa fraternità che è stata costruita da Lui, questa missione di aiutare a salvare questo mondo.
Con grande affetto voglio darvi la mia benedizione.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
ho benedetto con affetto tutti i figli. Questa domenica è un giorno in cui preparare il cuore per la grande grazia di questo mese (“Incontro delle Famiglie” nei giorni 22-23-24 luglio), mese delle famiglie. Io amo tutti voi e voi siete la famiglia di Dio, siete il mio giardino.

Oggi Gesù ci ha parlato di come prenderci cura di questo giardino. Una catechesi bellissima, perché ci mostra la verità, che a volte è doloroso ascoltare ma è necessario affinché il mondo sia guarito, soprattutto le famiglie.

L’amore è la maggiore ricchezza della tua famiglia. Il resto che Dio ti provvede è grazia, ma grazia per renderti felice, non per renderti una famiglia malata, debole, schiava del peccato. Ecco perché Gesù dice chiaramente che la tua famiglia, la nostra famiglia, la famiglia di Dio, è la grande grazia della Terra. La nostra famiglia consiste di padre, madre e fratelli. La famiglia di Dio è la Chiesa, il popolo di Dio che cammina sulle orme di Gesù Cristo verso la pace, mentre la tua famiglia in particolare è quella in cui Dio ti ha dato la grazia di essere madre, di essere padre, di educare.

Gesù ci dice: “Come si può essere famiglia se oggi l’uomo uccide e fa violenza alla propria famiglia, se l’uomo non difende la propria famiglia, se le famiglie sono dominate dall’avidità?”.
Ed Egli guarda anche la fraternità qui presente e ti chiede: “Qual è la base qui per te? La terra o la grazia di Dio?”. Questo è ciò che devi fare della tua vita. Perché la fraternità sarà felice solo quando si renderà conto che qui è grazia di Dio, che io sono qui presente in corpo e anima da tanti anni, portandovi una grazia alla quale molti non hanno ancora avuto la felicità di abbeverarsi.
Gesù ci dice: “Come potrà il mondo essere felice se permetti al male di danneggiare il tuo cammino come figlio, come padre, come madre, come servo del Signore?”. Ed Egli ci mostra la misericordia. E ci dice ancora che la sua misericordia è l’amore che ha per noi. Riesci forse a misurare l’amore di Dio per te? Esso è infinito.

Ed Egli mette nelle mani delle famiglie la grazia di essere luce affinché le famiglie siano salve. Ecco perché Gesù vi ha detto: “Tutto quello che farete in questa fraternità si rifletterà nel mondo”. Allora abbiate la volontà di essere quello che Gesù vuole che riflettiate nel mondo. Cosa vuole che riflettiate nel mondo? Il mondo oggi ha bisogno di pace, di unione, di preghiera e di amore. È questo che Gesù vuole che la tua famiglia, la nostra famiglia e la famiglia di Dio rifletta nel mondo. La tua famiglia è la culla iniziale, la nostra famiglia è il mondo e la famiglia di Dio siamo tutti noi insieme, nel Cuore Misericordioso di Gesù. È bellissimo! Dunque non perdete la grazia, abbracciate la grazia e sarete salvi.

Chiedo a Gesù di benedire i fiori per la guarigione e la liberazione dei malati nel corpo e nell’anima e di benedire chi oggi compie gli anni, tutte le nostre famiglie, soprattutto la Santa Chiesa, che è la famiglia di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ecco la Serva di Dio, la Madre della Pietà, Nostra Signora del Carmine, protettrice di tutti i figli della Terra.
Ecco la Serva del Signore. Il Signore mi chiama.

Se voi aveste gli occhi aperti sul mondo

 


SUPREMO APPELLO

 ... Se voi aveste gli occhi aperti sul mondo come li ho Io, non avreste un solo sguardo per voi, non rimpiangereste il minimo sacrificio. Pensate che tutto mi può essere utile per aprire le povere anime tutte chiuse in se stesse...


” NON E COLPA DI DIO MA SOLO E SOLAMENTE DI QUELLE CREATURE INTELLIGENTI CHE LIBERAMENTE SCELGONO IL MALE METTENDOSI CONTRO DIO, SOMMO BENE.”

 


Per evitare il male Dio avrebbe dovuto creare degli esseri non liberi e non intelligenti. In questo modo però non avrebbe dato a questi esseri (gli uomini e gli angeli) la possibilità di fare il bene. Avrebbe creato non uomini e angeli ma solo delle macchine, delle marionette degli animali dall’istinto più o meno complesso e delle pietre incapaci di scegliere Dio, di avere la possibilità di entrare per l’eternità nella gioia perfetta e senza fine. Di conseguenza se il male esiste NON E COLPA DI DIO MA SOLO E SOLAMENTE DI QUELLE CREATURE INTELLIGENTI CHE LIBERAMENTE SCELGONO IL MALE METTENDOSI CONTRO DIO, SOMMO BENE.”


Grazie, Padre, perché ascolti le mie suppliche, grazie Padre, per il tuo amore, perdona loro, perché non sanno quello che fanno, grazie, mio Signore.

 

Rosario - Messaggio UNICO



Il messaggio della Beata Vergine a J. V.


31 maggio 2022

La Vergine parla.

(Lingue..., per un lungo periodo)


La mia anima gioisce in Dio, il mio Dio, il mio Creatore, il Salvatore. La mia anima gioisce perché Egli ha posato i suoi occhi su questa piccola e umile ancella. Ecco la Serva del Signore, sia fatto a me secondo la Tua Parola. Sia fatto a me, come il mio Signore vuole servirvi.

In effetti, questi sono i Miei tempi. Questa umanità ha bisogno di me, Padre. Questa umanità ha bisogno di Me, Figlio. Questa umanità ha bisogno di Me, del mio Sposo. Ecco la tua ancella.

Molti dei miei figli implorano il tuo ritorno, mio Signore, mio Figlio, implorano che anch'io mi prenda cura di loro, che li salvi dal serpente antico.

Vieni, vieni, Signore, vieni, vieni, mio Sposo, e riversa i tuoi doni, riversa il tuo amore, le tue benedizioni, il tuo perdono su questa povera umanità, che è caduta nelle mani di satana.

Mio Signore e mio Dio, ti imploro di venire a questa umanità, di risollevarla, di restituirle ciò che ha perso: ha perso il tuo amore, ha perso la tua presenza nel cuore, ha perso la devozione e il rispetto per le tue leggi, perdonali, come ti ha chiesto mio Figlio sulla croce, ti imploro, ora, Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno. Permettimi ora, Padre, di venire ad aiutarli.

Satana sta cercando di distruggere anche i piccoli, gli innocenti. Non permetterlo Padre! Vieni ora, lasciami agire, lascia che la tua Grazia, il tuo Amore, il tuo Potere entrino in me, in questo tuo piccolo schiavo, io sono tuo, fai di me ciò che vuoi, ma lascia che io salvi i tuoi piccoli, lascia che io salvi coloro che ti amano, lascia che li salvi, proteggendoli dagli attacchi di satana.

In effetti, hanno sprecato molto dei Suoi doni, del Suo amore, delle Sue grazie e benedizioni. Perdonali, non sanno cosa stanno facendo, non sanno cosa hanno perso allontanandosi da Te, non hanno idea di aver smesso di servire Colui che ha dato loro la vita, Colui che li ha nutriti, Colui che li ha perdonati.

Vieni, mio Sposo, vieni ora ed entra nei loro cuori. Imploro la loro salvezza, Padre. Ti amo, Padre, hai posato i tuoi occhi sul mio piccolo, mi hai riempito di grandi benedizioni, ma soprattutto del tuo amore, e per questo amore, Santo Padre, ti chiedo di perdonarli, di aiutarli a rialzarsi, affinché si salvino. Permettimi di schiacciare la testa di questo individuo, che ha fatto tanti danni alla tua Creazione.

I miei figli sono già caduti molto in basso. Sono i miei figli e voglio salvarli dalle grinfie di satana. Permettimi ora, Padre, di farlo, insisto. Tu mi hai dato un grande Amore, l'Amore della tua Santissima Trinità, e io voglio usare questo Amore, implorando, perdonando, implorando la loro salvezza. So che non tutti risponderanno alla mia chiamata materna, perché nemmeno loro hanno cambiato idea quando mio Figlio ha dato se stesso per questa umanità. Ma Tu, mio Sposo, tocca i loro cuori, fagli vedere il loro errore, conducili all'umiltà, alla semplicità, affinché vengano a Te, ora.

Vieni, vieni, Sposo mio, vieni! Aiutali, aiuta questa umanità nella sua salvezza! Grazie, Padre, perché ascolti le mie suppliche, grazie Padre, per il tuo amore, perdona loro, perché non sanno quello che fanno, grazie, mio Signore.


DOGMA E DOTTRINA CATTOLICA INFALLIBILE CHE DEVE CONOSCERE



 LE BASI BIBLICHE PER EVITARE GLI ERETICI

Ora, la dottrina secondo cui le persone non possono mai pregare in comunione con gli eretici, ricevere i sacramenti dagli eretici o entrare nelle loro chiese, è stata insegnata fin dall'inizio della Chiesa, e il suo fondamento è naturalmente la Bibbia.

Tito 3,10: "Chi è eretico, dopo la prima e la seconda ammonizione, lo eviti". La parola infallibile di Dio ci ordina di evitare un eretico dopo la prima e la seconda ammonizione.

2 Giovanni 1:9-10: "Chiunque si ribella e non continua nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi continua nella dottrina, ha il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questa dottrina, non accoglietelo in casa e non ditegli: "Dio ti protegga". Perché chi gli dice: "Dio ti protegga", comunica con le sue opere malvagie".

Questo versetto biblico chiarisce in modo inequivocabile che chi ha rapporti con eretici o scismatici, "comunica con le sue opere malvagie". Ciò significa che chi ha rapporti con gli eretici è partecipe dei loro peccati.

Tuttavia, c'è un'eccezione a questa dottrina di ricevere i sacramenti dagli eretici. Questo specifico canone del Concilio di Firenze riguarda il sacramento del battesimo. La Chiesa cattolica chiarisce sempre quando c'è un'eccezione a una dottrina.

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, "Exultate Deo", 1439: "In caso di necessità, tuttavia, non solo un sacerdote o un diacono, ma anche un laico o una donna, sì persino un pagano e un eretico possono battezzare, purché conservino la forma della Chiesa e abbiano l'intenzione di fare ciò che la Chiesa fa". (Denz. 696)

Questa eccezione sul battesimo è davvero necessaria, poiché nessun uomo potrà mai essere salvato o entrare con qualsiasi altro mezzo nel seno e nell'unità della Chiesa senza il sacramento del battesimo. Questa, naturalmente, è un'altra prova dell'esplicita necessità che tutti siano battezzati per essere salvati.

Papa Paolo III, Concilio di Trento, Can. 5 sul sacramento del battesimo, ex cathedra: "Se qualcuno dice che il battesimo [il sacramento] è facoltativo, cioè non necessario per la salvezza (cfr. Gv 3,5): sia anatema". Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, "Exultate Deo", 22 novembre 1439,

ex cathedra: "Il santo battesimo, che è la porta d'ingresso alla vita spirituale, occupa il primo posto tra tutti i sacramenti; attraverso di esso siamo resi membri di Cristo e del corpo della Chiesa. E poiché la morte è entrata nell'universo attraverso il primo uomo, 'se non nasciamo di nuovo da acqua e dallo Spirito, non possiamo, come dice la Verità, "entrare nel regno dei cieli" [Giovanni 3,5]. La materia di questo sacramento è l'acqua reale e naturale".

La Chiesa ha fatto questa specifica eccezione nei confronti degli eretici, poiché tutti - giovani e anziani - devono ricevere l'acqua della rigenerazione per essere salvati. Tuttavia, le parole di Papa Eugenio IV, nel Concilio di Firenze, non permettono a una persona di ricevere il sacramento del Battesimo dagli eretici in tutti i casi, ma solo in caso di estrema necessità. Un esempio potrebbe essere quando il pericolo di morte è imminente e la persona in questione potrebbe rischiare di morire senza il sacramento del battesimo. (Questa eccezione sarebbe ovviamente valida anche se non si conoscono cattolici nella propria zona e si ha bisogno del battesimo. Se non si hanno amici o familiari cattolici e si ha bisogno del battesimo, si può essere battezzati da un eretico il più velocemente possibile. Vedere Battesimo; i passi per convertirsi alla fede cattolica tradizionale; i passi per chi abbandona la nuova messa; e Battesimo condizionato). In tale situazione, come descritto sopra, tuttavia, "non solo un sacerdote o un diacono, ma anche un laico o una donna, sì persino un pagano e un eretico possono battezzare, purché conservino la forma della Chiesa e abbiano l'intenzione di fare ciò che la Chiesa fa". È chiaro quindi perché Dio abbia fatto questa eccezione attraverso il Papa. Ancora una volta, quando ci sono delle eccezioni, saranno sempre menzionate e chiarite.

A questo punto, però, non si troveranno eccezioni per nessun altro sacramento nei confronti di eretici o scismatici. Secondo gli insegnamenti della Chiesa, eretici e scismatici devono essere evitati sotto pena di peccato mortale. Non si possono quindi avere rapporti amichevoli con loro, ad esempio fare sport insieme o altre attività del genere, e nemmeno incontrarsi con loro come si farebbe con un vero amico cattolico. L'unica eccezione è rappresentata dal caso in cui si stia cercando di convertire un eretico o un miscredente. In questo caso potete incontrarlo, fare sport con lui e parlare con lui. Tuttavia, se la vostra intenzione è sbagliata e sapete che mantenete i contatti con gli atei o gli eretici per motivi sbagliati e non per convertirli davvero (o anche se la vostra intenzione è giusta ma il peccatore, l'eretico o lo scismatico è ostinato e non convertibile e si rifiuta di ascoltare), come troppo spesso accade con i membri eretici della famiglia, allora dovete interrompere ogni contatto con loro. Perché fare altrimenti potrebbe essere la causa della vostra distruzione eterna.  Quante persone non hanno rinunciato a Dio per piacere di più ad altri uomini? Quanti non hanno perso Dio perché hanno passato troppo tempo a cercare di aiutare gli altri trascurando se stessi? "Guardatevi dagli uomini", avverte Gesù Cristo (Matteo 10:17). I cattolici devono rendersi conto che pochi sono salvati; la maggior parte dei cattolici adulti è dannata. Nemmeno Gesù Cristo, che è Dio, potrebbe convertire tutti gli ebrei induriti.


Attenzione cattolici - La Comunione in unione con Maria

 


La Comunione in unione con Maria 

Meditazione sull'Ave Maria 


Preparazione: 

O Vergine Santa, sto per ricevere il tuo Gesù.  Desidero che il mio cuore sia come il tuo quando sei diventata la Madre del Salvatore al momento dell'Annunciazione dell'Angelo.  

Ave Maria:  Ti saluto, o Madre buona.  Permettimi di unirmi a Te per adorare Gesù.  Prestami il tuo affetto, o meglio ancora, adoralo per me come lo hai adorato al momento della sua Incarnazione nel tuo grembo verginale.  Ave, o vero Corpo di Gesù, nato dalla Vergine Maria!  Io credo e ti adoro. 

Piena di Grazia:  Tu, o Maria, eri degna di ricevere il Dio Tutto Santo, perché eri piena di grazia fin dal primo istante della tua vita.  Ma io sono povero e peccatore.  Le mie vie malvagie mi rendono inadatto a fare la Comunione.  O Madre mia, coprimi con i tuoi meriti e conducimi a Gesù.  

Il Signore è con te: il Signore è con te, o Vergine santissima.  Con il tuo ardente desiderio lo hai fatto scendere dal cielo nel tuo cuore.  

Infondi anche nel mio cuore un ardente desiderio e un'insaziabile fame di Gesù, così che io possa veramente dirgli: "Vieni, o mio Gesù, ti desidero con il Cuore di Maria, tua Madre e mia".  

 Tu sei benedetta tra le donne:  Benedetta sei tu, o Maria, che non hai mai conosciuto il rimorso che viene dal commettere il peccato, perché sei libera da ogni tipo di peccato e di imperfezione.  Ma io so di aver peccato e non sono sicuro di essermi pentito abbastanza.  Fammi capire il male dei miei peccati e la bontà di Dio che ho offeso.  Piango per i miei peccati.  Presentami così contrito al tuo Gesù.  

E benedetto il Frutto del tuo Grembo:  Ah, buona Madre!  Che grande dono ci hai fatto dandoci il nostro Salvatore, Gesù!  Ed ecco che Egli vuole venire da me per fare di me un figlio particolarmente amato del tuo Cuore.   Vado con fiducia a riceverlo e gli dico:  "Mio Gesù, mi abbandono a Te.  Vieni a darmi la forza di servirti fedelmente e la speranza di goderti per sempre con tua Madre in cielo". 

 

Gesù:  Concedimi, o Madre, di provare quei sentimenti che tu hai provato vivendo in compagnia di Gesù, chiamandolo per nome.  Ora sto per riceverlo.  Permettimi di essere in grado di dirgli:  "Vieni, o mio Gesù.  Troverai in me la stessa accoglienza di amore e di adorazione che hai avuto da tua Madre sulla terra.  Spero che, per sua intercessione, mi accoglierai in Paradiso". 

Robert T. Hart 

A chi ha sarà dato!

 


Gesù

Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo gli apostoli mi chiedono come mai Io parlassi alla folla con parabole, mentre ad essi ne vengono spiegate e date semplificazioni, sì che gli altri spesso non comprendono. Io dico che non ci sono figli e figliastri, la parola di Dio è per tutti, ma a coloro che si sono fatti sordi e ciechi non c’è nessuna possibilità di comprensione: le coltri di ogni durezza li ha ricoperti sì da non vedere e sentire. Sono coltri che nascono da un pensiero chiuso, duro, spesso cattivo, che ne porta il suo peso in una muraglia di oscurità anche nel cuore, non permettendo che ne possa filtrare luce. Non c’è modo di entrare e varcare le loro pareti di cemento, e quindi viene preclusa ogni possibilità di comprensione e assimilazione della conoscenza divina. Per quelli invece il cui animo è più duttile, umile, recettivo, il Padre Santissimo, apre menti e cuori ancor di più, per dare spiraglio di ogni sua chiarezza di cognizione e scienza.

Ecco il mistero divino si ricopre di una velatura che non permette la sua piena rivelazione, dato che così ha voluto l’Eterno per far sì che l’uomo si ponesse alla sua ricerca, ne desiderasse ogni conoscenza e sua profondità, vivesse di fede, quella fede che permette che egli si infonda nello spirito e dia manifestazione dei suoi misteri. Nella misura in cui si pone nell’amore di Dio, la creatura entra in una nuova dimensione che la trasforma e la eleva, e quanto più se ne addentra partecipando delle sue realtà che il Padre celeste si compiace di aprire i suoi spiragli di lumi, e poter fare già da qui esperienza delle verità e degli attributi divini di cui un domani l’anima ne vivrà in paradiso, godendone la sua comprensione e partecipazione in pienezza.

Qui sulla terra è l’inizio di un percorso che conduce alla salvezza, dalla salvezza porta alla santificazione e dalla santificazione alla beatitudine, ove in cielo prosegue il suo cammino di incarnazione divina nella sua compenetrazione ed assimilazione, all’infinito, come è infinito il Supremo. E quanto maggiormente l’anima ne accresce nel suo amore la sua ascesa, quanto maggiormente ne aumenta il gaudio.

Ora sulla terra siete come dinanzi a uno specchio, uno specchio opaco che riflette l’immagine del Signore Dio sbiadita e lontana dalla vostra possibilità di ricezione, ma quanto maggiormente voi pregate, vi fate vicino e desiderate conoscerlo obbedendo alla sua santa volontà, vivendo il suo insegnamento, prendendo parte ai doni divini che vi ha lasciato, che voi immergete la vostra di immagine alla sua riflessa ed egli ve ne irradierà sempre più di sé, permeandovi della sua luce, della sua sapienza, impreziosendovi dei suoi attributi, ve ne trasfonderà i suoi tratti per quanto l’anima possa accogliere da quanto cammino sia stato fatto nell’ascesi della sua santificazione.

L’anima, quanto maggiormente viene in possesso di beni del cielo, tanto più ne viene arricchita. Dice infatti il Vangelo: “A colui che ha verrà dato e sarà nell’abbondanza”. Ne sono state testimonianze le varie storie dei santi che nel loro amore, nel loro abbandono ed offerta hanno lasciato che il Signore li effondesse arricchendoli di doni mistici, capacità superiori per farne beni di salvezza per tutti. Tali regali divini nei santi sono stati degli accenni, dei capolini delle realtà celestiali che sussistono nel regno. Coloro che già sulla terra si fondono, si abbracciano, si immergono nel continuo desiderio della Santissima Maestà che è Padre, Fratello, Sposo, si fanno i suoi occhi, i suoi orecchi, il suo pensiero e cuore, mezzo di comunicazione per il prossimo, in modo che attraverso di essi pur questi figli lontani possano ancora vedere, sentire, pensare e amare il Signore Dio per conoscerlo ed esserne guariti.

Vi benedico.


Gocce di Luce

IL CUORE DEL PADRE - Il destino umano, predestinazione dell'amore paterno.

 


Il destino umano, predestinazione dell'amore paterno.

Abbiamo già notato come san Paolo capovolga la prospettiva alla quale avremmo trovato più comodo adeguarci. Infatti noi saremmo portati a pensare che al momento della sua creazione l'uomo fosse semplicemente promesso, nel proposito divino, ad un destino naturale arricchito da doni soprannaturali e da privilegi speciali; e che solo in conseguenza del peccato la volontà di Dio avesse concepito il piano della redenzione, col quale Cristo doveva meritarci la salvezza. Noi distingueremmo così due stadi nel destino dell'umanità, e solo nel secondo, dopo l'evento del peccato e la promessa della redenzione, situeremmo la nostra chiamata a diventare, mediante Cristo e in lui, figli di Dio. Indubbiamente questi due stadi sono esistiti nell'ordine dei fatti; ma noi sappiamo dalle parole dell'apostolo che fin dall'inizio, prima ancora della creazione del primo uomo, l'intenzione del Padre si era rivolta al Redentore, che egli contava di darci perché ricevessimo da lui la nostra filiazione divina. Così il destino umano non fu mai altro, agli occhi di Dio, che la predestinazione di un amore paterno. Nel suo pensiero la nostra qualità di figli precedeva la nostra esistenza.

Se san Paolo insiste ripetutamente sulla priorità assoluta di tale proposito del Padre, parlando di una scelta stabilita « prima della creazione del mondo » e ripetendo che si tratta di una predestinazione, di un progetto elaborato in precedenza nel seno della sola volontà divina, egli lo fa non solo per rendere omaggio al Padre e alla sua decisione sovrana di tutta l'opera della salvezza, ma anche perché in questa priorità del disegno paterno egli trova la ragione della sua infallibile realizzazione. Nulla può distogliere il Padre da ciò che egli ha deciso di mandare ad esecuzione; e precisamente perché non è risultata da questo e da quell'avvenimento terreno, tale decisione non può essere caduca com'è delle cose umane. Essa contiene in sé un fondamento incrollabile di fiducia e di speranza: la volontà del Padre d'essere nostro Padre è così radicata nell'eternità che trascina con sé tutto il corso del nostro tempo umano; ed è a tal punto opera della sua onnipotenza, che fa prodigiosamente convergere tutto alla sua esecuzione. Non è confortante pensare, soprattutto nelle ore difficili, che siamo stati prescelti prima ancora di esistere? Così appare evidente la bellezza inalterabile del nostro destino.

Ciò che anzitutto portiamo impresso nella nostra vita è la qualità di figli per la quale siamo creati, qualità tutta pervasa dell'amore infinito del Padre. Questa nostra, per così dire, chiamata è fondamentale quanto la nostra stessa esistenza. Abbiamo visto, infatti, che legge profonda del mondo inanimato è di fornire un contributo alla trasformazione degli uomini in figli di Dio; ne consegue allora che l'orientamento verso la filiazione divina rappresenta la legge sostanziale del nostro essere umano. Tutto in noi è previsto e organizzato per farci giungere a tale filiazione, poiché siamo il prodotto di un mirabile affetto paterno, che ispira e dirige integralmente la nostra vita facendole conseguire il suo fine.

Quest'affetto è tanto più generoso in quanto è del tutto gratuito. Avrebbe potuto manifestarsi in misura meno larga, poiché, anche se consideriamo il fatto di essere destinati alla filiazione divina come legge fondamentale del nostro essere, ciò non significa che un essere umano sarebbe inconcepibile senza tale filiazione. Il Padre avrebbe potuto creare uomini dotati semplicemente delle perfezioni e delle gioie inerenti alla loro natura umana, i quali si sarebbero semplicemente rivolti a lui come al loro creatore; e anche in ciò vi sarebbe stato un rapporto di paternità divina, quello di un autore nei confronti della  sua opera, soprattutto quando quest'opera è una persona. Chiamando ad esistere quegli uomini, conservandoli nell'essere e mettendo il mondo a loro disposizione, il Padre avrebbe ugualmente dato prova di un reale amore. Il suo dono si sarebbe limitato, è vero, alla natura d'uomo con tutto ciò che essa comporta: i beni materiali destinati a soddisfare i bisogni del corpo e i beni intellettuali destinati ad arricchire lo spirito. Gli uomini avrebbero limitato a quei beni le loro ambizioni e trovato la felicità nella facoltà di usare degli agi della vita e in una certa nobiltà morale, disponendo di tutto ciò che è necessario alla natura umana per svilupparsi. Sarebbe stato un dono apprezzabilissimo da parte del Padre; il quale nulla deve alle sue creature, dovendo queste ricevere tutto da lui.

Ma il Padre ha voluto chiamare gli uomini ad una, ' vita soprannaturale, innalzarli al disopra di se stessi, stabilirli in relazioni d'intimità con lui; aggiungere, insomma, al dono già gratuito della natura umana un dono più gratuito ancora. Anche qui dobbiamo notare che il Padre avrebbe potuto arrestarsi a un certo grado di questa vita soprannaturale e ammettere semplicemente gli uomini a rapporti d'affetto filiale. Sarebbero stati, questi rapporti personali col Padre e con le altre Persone divine, un grande privilegio; gli uomini avrebbero avuto accesso al cuore del Padre. L'orizzonte dei destini umani si sarebbe considerevolmente allargato e le aspirazioni dell'umanità avrebbero superato i beni di questo mondo per giungere a un'intima relazione col Padre, relazione che avrebbe prodotto una profonda trasformazione della natura umana, facendola partecipare del mondo celeste e divino.

Tutto ciò il Padre lo ha voluto, ma non é tutto egli ha deciso di dare alla vita soprannaturale degli uomini la forma più alta. Con un dono più profondamente gratuito ha voluto conferire agli uomini la filiazione in Cristo, mettendola tosi al livello supremo, nel prolungamento del Figlio unico incarnato. Comunicandoci la vita divina perché tale filiazione penetri interamente nel nostro essere, egli ci ha introdotto nella comunità d'amore della Trinità, amandoci dello stesso amore che porta al Figlio e invitandoci a condividere l'amore col quale il Figlio si dà a lui. Era necessario descrivere la graduazione che dalla vita semplicemente naturale conduce alla vita soprannaturale e, in questa, alla filiazione degli uomini in Cristo, per comprendere tutta la gratuità del dono del Padre. Il Padre ha voluto superare tutti i limiti della generosità: superare la paternità che con la creazione gli sarebbe appartenuta nei riguardi degli uomini e superare il semplice commercio d'intimità paterna con i figli elevati alla vita soprannaturale, al fine di instaurare una paternità e una filiazione di grado più elevato, nel seno dell'amore eterno del Padre e del Figlio.

Ciò che più impressiona è che l'intenzione del Padre si sia portata immediatamente al livello dell'amore supremo, che il suo primo pensiero sia stato quello del dono massimo. La generosità del Padre, è vero, non si è manifestata immediatamente in tutta la sua portata: il primo uomo fu creato in uno stato non uguale al nostro, uno stato che non comportava la filiazione in Cristo. Soltanto dopo la caduta cominciò a palesarsi la risoluzione di mandarci il Redentore, essendo questa risoluzione una risposta al primo peccato dell'umanità. Ma il Padre, prendendo questa decisione e annunciandola misteriosamente, non faceva che realizzare un proposito di gran lunga anteriore. Avendo previsto il peccato, egli aveva previsto e voluto il dono di Cristo come redentore, destinato a farci partecipare alla sua filiazione divina. Adamo ed Eva furono dunque creati in vista di questo destino filiale, circondati di un amore paterno di cui non potevano ancor conoscere la vera ambizione. Chiamandoli ad esistere, il Padre pensava a Cristo, di cui avrebbero dovuto un giorno vantare la somiglianza e condividere la vita divina.

 Modellando la loro anima, egli preparava il volto del Salvatore e per questo nel momento della creazione egli si dava loro completamente come Padre, volendo sin d'allora riconoscere ed amare in essi i tratti del Figlio incarnato.

Paolo intuisce tutto ciò ed altro ancora, poiché non dice soltanto che fummo prescelti al momento della creazione, ma prima. Vi è stato un periodo, prima della creazione, che non possiamo immaginare né esprimere in termini di tempo umano, poiché appartiene all'eternità divina, periodo in cui il Padre contemplava coloro che non esistevano ancora, ma che stavano già davanti ai suoi occhi perché li aveva prescelti come figli. Egli li vedeva attraverso il Figlio diletto e se ne compiaceva. Fin da quel periodo noi siamo stati, per così dire, portati dal cuore del Padre. Prima di mettere al mondo un figlio una donna lo porta per nove mesi nel suo seno; e benché non si tratti che di una vita fisica, vi é in questo periodo un misterioso inizio d'intimità tra la madre e il figlio, il germe del loro reciproco amore. Prima di metterci al mondo il Padre ci ha portati nel suo cuore, ha forgiato la nostra immagine e ci ha tenuti sotto il suo sguardo amorevole, nel segreto della sua contemplazione divina. Ha voluto così che nascessimo veramente dal suo amore e che la nostra vita sorgesse tutta intera da quest'amore: in quella prima contemplazione si é elaborato il nostro destino, in quell'intimità silenziosa ha avuto inizio l'intimità che il Padre avrà con noi durante la nostra esistenza terrena e nella visione dell'al di là.

Di Jean Galot s. j.