Gesù
Mia piccola Maria, stasera nel Vangelo gli apostoli mi chiedono come mai Io parlassi alla folla con parabole, mentre ad essi ne vengono spiegate e date semplificazioni, sì che gli altri spesso non comprendono. Io dico che non ci sono figli e figliastri, la parola di Dio è per tutti, ma a coloro che si sono fatti sordi e ciechi non c’è nessuna possibilità di comprensione: le coltri di ogni durezza li ha ricoperti sì da non vedere e sentire. Sono coltri che nascono da un pensiero chiuso, duro, spesso cattivo, che ne porta il suo peso in una muraglia di oscurità anche nel cuore, non permettendo che ne possa filtrare luce. Non c’è modo di entrare e varcare le loro pareti di cemento, e quindi viene preclusa ogni possibilità di comprensione e assimilazione della conoscenza divina. Per quelli invece il cui animo è più duttile, umile, recettivo, il Padre Santissimo, apre menti e cuori ancor di più, per dare spiraglio di ogni sua chiarezza di cognizione e scienza.
Ecco il mistero divino si ricopre di una velatura che non permette la sua piena rivelazione, dato che così ha voluto l’Eterno per far sì che l’uomo si ponesse alla sua ricerca, ne desiderasse ogni conoscenza e sua profondità, vivesse di fede, quella fede che permette che egli si infonda nello spirito e dia manifestazione dei suoi misteri. Nella misura in cui si pone nell’amore di Dio, la creatura entra in una nuova dimensione che la trasforma e la eleva, e quanto più se ne addentra partecipando delle sue realtà che il Padre celeste si compiace di aprire i suoi spiragli di lumi, e poter fare già da qui esperienza delle verità e degli attributi divini di cui un domani l’anima ne vivrà in paradiso, godendone la sua comprensione e partecipazione in pienezza.
Qui sulla terra è l’inizio di un percorso che conduce alla salvezza, dalla salvezza porta alla santificazione e dalla santificazione alla beatitudine, ove in cielo prosegue il suo cammino di incarnazione divina nella sua compenetrazione ed assimilazione, all’infinito, come è infinito il Supremo. E quanto maggiormente l’anima ne accresce nel suo amore la sua ascesa, quanto maggiormente ne aumenta il gaudio.
Ora sulla terra siete come dinanzi a uno specchio, uno specchio opaco che riflette l’immagine del Signore Dio sbiadita e lontana dalla vostra possibilità di ricezione, ma quanto maggiormente voi pregate, vi fate vicino e desiderate conoscerlo obbedendo alla sua santa volontà, vivendo il suo insegnamento, prendendo parte ai doni divini che vi ha lasciato, che voi immergete la vostra di immagine alla sua riflessa ed egli ve ne irradierà sempre più di sé, permeandovi della sua luce, della sua sapienza, impreziosendovi dei suoi attributi, ve ne trasfonderà i suoi tratti per quanto l’anima possa accogliere da quanto cammino sia stato fatto nell’ascesi della sua santificazione.
L’anima, quanto maggiormente viene in possesso di beni del cielo, tanto più ne viene arricchita. Dice infatti il Vangelo: “A colui che ha verrà dato e sarà nell’abbondanza”. Ne sono state testimonianze le varie storie dei santi che nel loro amore, nel loro abbandono ed offerta hanno lasciato che il Signore li effondesse arricchendoli di doni mistici, capacità superiori per farne beni di salvezza per tutti. Tali regali divini nei santi sono stati degli accenni, dei capolini delle realtà celestiali che sussistono nel regno. Coloro che già sulla terra si fondono, si abbracciano, si immergono nel continuo desiderio della Santissima Maestà che è Padre, Fratello, Sposo, si fanno i suoi occhi, i suoi orecchi, il suo pensiero e cuore, mezzo di comunicazione per il prossimo, in modo che attraverso di essi pur questi figli lontani possano ancora vedere, sentire, pensare e amare il Signore Dio per conoscerlo ed esserne guariti.
Vi benedico.
Gocce di Luce
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