sabato 5 agosto 2023

Avete perso la cognizione di tutto!

 


Messaggio della Madonna Madre della Divina Consolazione (Protettrice degli afflitti)


25-07-2023

"Cari figli,

Ecco il Servo del Signore!

Figlioli, conducete una vita semplice, come quella di mio Figlio Gesù qui sulla terra. Il Signore vi ama molto e conosce perfettamente i vostri passi. Nei vostri giorni, vedete come va il mondo! Avete perso la cognizione di tutto! La povera umanità si sta dirigendo verso una grande distruzione, perciò figlioli, continuate a pregare per il mondo intero. Ascoltate la richiesta di vostra Madre! Eseguite sempre i comandamenti della Legge del Signore! Sono qui in questo luogo per parlarvi dell'Amore di Dio, perché Egli ha grandi progetti per i miei consacrati. Vi amo tanto e voglio che siate preparati per poter ascoltare le mie richieste materne qui sulla terra. Abbiate nei vostri cuori umiltà, carità e perseveranza nella preghiera. Siate sempre adempienti a tutti i doveri cristiani.

Che Dio vi benedica e vi conceda la sua pace!

Vi amo! Rimanete tutti nel nome della Santissima Trinità".

Un vescovo parla

 


1969

DOPO IL CONCILIO: LA CHIESA DI FRONTE ALLA CRISI MORALE CONTEMPORANEA *


* Conferenza pronunziata alla Faculté Autonome d'Économie et de Droit di Parigi. Prima di mons. Lefèbvre aveva parlato il Decano della Facoltà, professor Dauphin-Meunier (N.d.E.). Signor Presidente, la ringrazio di darmi l'occasione di parlare davanti a questa assemblea, anche se mi mancherà l'eloquenza del professore di diritto che mi ha preceduto. Sono un missionario, poco abituato a parlare davanti a un uditorio così distinto, ma spero di farlo con la stessa fede e con lo stesso coraggio: sapete quanto ne occorra oggi per opporsi alle idee correnti. Se dirò cose che potrebbero suscitare la loro meraviglia, avrò cura di farle loro osservare affinché vi riflettano e sappiano fare le necessarie distinzioni. Mi è stato chiesto di parlare della situazione della Chiesa di fronte alla crisi morale contemporanea. Ritengo, e loro lo sanno quanto me, che questa crisi morale abbia radici molto profonde nella nostra storia. Occorre certamente risalire al momento in cui nella cristianità la prima crisi morale divenne pubblica (crisi morali personali ne abbiamo tutti), quella crisi cioè che distrusse la base stessa della morale sostituendo all'autorità di Dio la coscienza personale. Fu la nascita del protestantesimo che sostituì il libero arbitrio all'autorità di Dio, all'autorità della Chiesa. Questa crisi morale si manifestò al mondo per la seconda volta in modo ancora più drammatico, più tragico, quando a coloro che ci comandavano e ci guidavano nella vita civile in nome di Gesù Cristo, in nome di Dio, subentrarono coloro che ci guidavano in nome della dea Ragione. In una parola, il fondamento del diritto e del dovere morale, che è Dio, fu sostituito, si trattasse dell'individuo o della società, dalla coscienza e dagli uomini. Era la fine della società! E siamo ancora, più o meno, a quello stesso punto. Ci furono certamente reazioni. Ma dal momento in cui ci consegnarono nelle mani di uomini che non si riferivano più a Dio, siamo diventati schiavi di quegli uomini. Sa il cielo con quali conseguenze! Loro conoscono la storia di tutte le guerre che ne derivarono, di tutti i drammi vissuti dalla Francia da due secoli in qua, di tutto il sangue versato a causa di quella dimenticanza, di quella sostituzione di coscienza e ragione a Dio. Certo, in alcuni paesi, in alcuni casi particolari, la cristianità reagì. Ma quale fu l'atteggiamento della Chiesa davanti a quella ribellione a Dio e a se stessa? L'opposizione dei Papi, di molti vescovi, della maggior parte dei sacerdoti e dei fedeli fu risoluta. Dopo la Rivoluzione nacquero nuove congregazioni religiose, si potè assistere al ritorno di una certa autorità che si diceva ancora unita a Dio e, in alcuni paesi, al ritorno della monarchia cristiana. Ma non va taciuto che durante tutto il secolo XIX si ebbero cattolici (non parlo dei nemici della Chiesa, di coloro che volevano conservare a tutti i costi le loro conquiste) che credettero possibile raggiungere un compromesso, un'intesa con i princìpi della Rivoluzione, i princìpi del protestantesimo. È la storia del liberalismo cattolico. Esso fu affermato, forse, in buona fede, ma la Chiesa rimase sempre fedele ai suoi princìpi e lo condannò. Successori del liberalismo cattolico furono più tardi il Sillon 8 il modernismo e oggi il neomodernismo. Si deve purtroppo in parte ad essi il fallimento dei tentativi fatti dai Papi, da un buon numero di vescovi, da sacerdoti e fedeli di ricollocare Nostro Signore Gesù Cristo a fondamento della società e della nostra morale. Fino al Santo Padre Pio XII abbiamo udito affermare quelle verità in modo chiaro, solenne. Si può dire che Pio XII illuminò di una luce straordinaria tutti i difficili problemi della nostra epoca. Fu un papa eccezionale. Durante il Concilio avremmo potuto limitarci a consultare i suoi scritti inserendo nei nostri schemi le soluzioni da lui date a quei problemi, e il Concilio sarebbe stato infinitamente superiore a quello che è stato. Ai tempi di Pio XII - questo va detto - la Chiesa si trovava in una situazione relativamente fiorente, almeno in alcuni paesi. Pensiamo all'Olanda, i cui cattolici aumentavano con rapidità tale da diventare maggioranza; alla Svizzera, trasformatasi altrettanto rapidamente, per esempio nel cantone di Ginevra. Il Portogallo ritrovava, dopo la rivoluzione, la fede cristiana; la Spagna ritornava alla fede degli avi. Le conversioni erano numerosissime: centottantamila all'anno negli Stati Uniti, da cinquanta a ottantamila in Inghilterra. È incontestabile che i protestanti si stavano avvicinando alla Chiesa cattolica. Come si spiega che le forze sovversive siano riuscite a penetrare dappertutto, nei nostri seminari in particolare? Già vi circolavano, purtroppo, fogli clandestini; l'insegnamento della dottrina di san Tommaso era osteggiata, i professori cominciavano a tenervi corsi privati che sfuggivano a ogni controllo. La maggior parte dei vescovi non riusciva a sapere che cosa si insegnasse nei loro seminari. Lentamente ma sicuramente l'opera di distruzione cominciò fin dal tempo di Pio XII di venerata memoria. Ed eccoci alla vigilia del Concilio. Concilio che non ha ancora finito di far parlare di sé! Nella mia qualità di membro della commissione centrale preconciliare, di cui facevano parte ottanta cardinali, una ventina di arcivescovi, una decina di vescovi e quattro superiori generali di congregazioni religiose, potei constatare personalmente che il Concilio fu preparato con grande serietà e fedeltà alla Tradizione. Bisognerebbe poter pubblicare adesso tutti quegli schemi preparatori per constatare a che punto si trovasse la dottrina della Chiesa il giorno precedente l'apertura del Concilio. Ma ecco dove è il cuore del dramma (non sono il solo a pensarlo): Fin dai primi giorni il Concilio fu investito dalle forze progressiste. Noi ne avemmo la sensazione, ce ne rendemmo conto. E quando dico «noi» posso dire la maggioranza dei padri conciliari. Ci convincemmo che nel Concilio stava accadendo qualche cosa di anormale. Il modo di agire di coloro che, attaccando la Curia romana, volevano distogliere il Concilio dal suo fine e, attraverso la Curia, colpire Roma e il successore di Pietro, fu scandaloso. Quando il cardinale Ottaviani ci sottopose i nomi di coloro che avevano fatto parte delle commissioni preconciliari allo scopo di comporre le commissioni conciliari (cosa normalissima; infatti, essendo duemilaquattrocento, provenienti da tutte le parti del mondo, non ci conoscevamo), un grido di indignazione si levò da parte di «quelli delle rive del Reno», che insorsero contro la pressione esercitata da Roma per imporre i membri delle commissioni. Stupore generale! Ma il giorno dopo ci furono distribuite liste internazionali già predisposte, composte da nomi che non conoscevamo e che finirono con l'essere accettate. Chi le aveva compilate conosceva perfettamente quei vescovi, tutti (è superfluo dirlo) appartenenti alla stessa tendenza. Fu così che le commissioni furono formate per due terzi da membri progressisti. Ovviamente, i testi degli schemi che ci furono consegnati nel corso delle sessioni conciliari rispecchiavano chiaramente le idee della maggioranza dei membri delle commissioni. Ci trovammo quindi davanti a una situazione assolutamente inestricabile. Come cambiare completamente e in profondità quegli schemi del Concilio? È possibile modificare qualche frase, qualche proposizione, non l'essenziale. Le conseguenze di quella situazione sono pesanti. Ma ci viene affermato: Questo Concilio è infallibile, non avete il diritto di dubitarne; tutto quanto è stato approvato dal Papa e dai vescovi deve essere accettato tal quale senza discussione. Io penso che sia necessario distinguere e, per prima cosa, definire questo Concilio. Questo Concilio, infatti, è stato ripetutamente detto «pastorale», e quando volevamo che fosse precisato qualche termine, ci sentivamo rispondere: È inutile: non si tratta di un Concilio dogmatico, ma di un concilio pastorale. Le persone per cui parliamo non sono specialisti, e nemmeno teologi. Per concludere: si tratta di un testo di predicazione, e non di un testo scientifico. Ne avevamo, purtroppo, prove evidenti. Ammetteranno che non fa molto onore a un'assemblea di duemilaquattrocento vescovi compilare uno schema sulla Chiesa avente per scopo principale la collegialità e dovervi poi aggiungere una nota esplicativa per spiegare il significato di tale collegialità! Penso che se il testo fosse stato studiato a sufficienza e fosse stato a sufficienza esplicito non sarebbero occorse note esplicative. I concili furono sempre dogmatici. Certo, il Concilio Vaticano II è un concilio ecumenico per numero di vescovi partecipanti e perché convocato dal Papa, ma non è un concilio come gli altri. Giovanni XXIII si è espresso chiaramente in proposito. Il suo oggetto fu evidentemente diverso da quello degli altri concili. Per evitare l'ambiguità di un concilio pastorale eravamo intervenuti chiedendo due testi: uno dottrinale e uno di considerazioni pastorali. L'idea del testo dottrinale fu esclusa a favore del solo testo pastorale. Penso però che questo fatto abbia un'importanza capitale in quanto ci farà meglio comprendere la situazione in cui ci troviamo. Non so che cosa loro ne pensino, ma ci parlano continuamente dello «spirito postconciliare», causa di tutti i nostri mali, che provoca la ribellione dei chierici, solleva contestazioni, è all'origine dell'occupazione di cattedrali e di parrocchie e di tutte le stravaganze della liturgia e della nuova teologia. Questo «spirito postconciliare» non avrebbe davvero nulla a che fare con il Concilio? Sarebbe un fenomeno totalmente estraneo al Concilio? L'albero si giudica dai suoi frutti… Che fare allora? Qual è l'atteggiamento del Papa? Il Santo Padre ha reso pubblicamente una professione di fede. Ora, questo atto, dal punto di vista dogmatico, è più importante dell'intero Concilio. Sottolineo: dal punto di vista dogmatico. Quel Credo, compilato dal successore di Pietro per affermare la fede di Pietro, ha rivestito una solennità assolutamente straordinaria. Il Papa ha infatti manifestato la sua intenzione di farlo come successore di Pietro, e da solo, in quanto vicario di Cristo. Quando si è levato in piedi per proclamare il Credo, si sono alzati anche i cardinali, e l'intera folla ha voluto fare lo stesso. Ma il Papa ha fatto sedere tutti, volendo con quel gesto dimostrare che era lui solo a proclamare, in quanto vicario di Cristo, in quanto successore di Pietro, il suo Credo; e lo ha proclamato con le parole più solenni, nel nome della Santissima Trinità, al cospetto degli Angeli, al cospetto di tutta la Chiesa. Ha quindi compiuto un atto che impegna la fede della Chiesa. Consolazione e fiducia per noi: lo Spirito Santo non abbandona la Sua Chiesa! Di conseguenza, dato che gli altri concili sono stati concili dogmatici, e considerato che questa professione di fede è una professione di fede dogmatica, si può dire in verità che l'arca della fede, che già poggiava sul Concilio Vaticano I, trova adesso un nuovo punto di appoggio nella professione di fede di Paolo VI. Il Papa ha recentemente confermato il suo Credo intervenendo a proposito del catechismo olandese. I testi del Concilio, specialmente la costituzione Gaudium et spes e la dichiarazione sulla libertà religiosa, sono stati firmati dal Papa e dai vescovi, per cui non possiamo dubitare del loro contenuto. Equivarrebbe a disprezzare quello che ci è stato ripetuto costantemente sul fine e quindi sulla natura dei Concilio Vaticano II. E tuttavia, come interpretare, per esempio, la dichiarazione sulla libertà religiosa, che racchiude una certa contraddizione interna? All'inizio vi si afferma l'adesione totale alla Tradizione. Ma poi nel testo nulla vi corrisponde! Che cosa ci resta infine da fare? Lasciamo alla provvidenza e alla Chiesa la cura di pronunciarsi a suo tempo sul valore dei testi del Concilio Vaticano II. Ma è sulla Fede cattolica e romana riaffermata dal successore di Pietro che la cristianità dev'essere ricostruita. Occorre ricostruirla con i princìpi usati nel costruirla. Come disse molto giustamente il santo Papa Pio X, una civiltà cristiana è già esistita, per cui non occorre più inventarla. È esistita, basta farla rivivere. Non dobbiamo esitare a ricostruire la società su Nostro Signore Gesù Cristo, unico fondamento della nostra morale, della nostra vita personale, familiare e pubblica. È su questi stessi princìpi che oggi dobbiamo rifare una società cristiana. Non vi è motivo per cui non possano essere ricostruiti la società cristiana, la famiglia cristiana, la scuola cristiana, la corporazione cristiana, la professione e il mestiere cristiani, lo Stato cristiano. Rinunciarvi, significherebbe dubitare della nostra fede. Forse ne beneficieranno soltanto coloro che ci seguiranno. Poco importa! Dobbiamo adoperarci a quel fine. Penso che questa Facoltà Autonoma di Economia e Diritto da poco fondata a Parigi ne sarà un magnifico esempio. Ma, come abbiamo detto, occorre costruire con uno spirito di fede sostenuto dalla preghiera. Non dobbiamo accontentarci di mezze misure, né lasciarci indurre a compromessi. Se non edificheremo sulla roccia della cattolicità, sulla pietra angolare che è Nostro Signore Gesù Cristo, ricominceremo a tergiversare ritrovandoci di nuovo, infine, con il liberalismo e il neomodernismo, alle porte del comunismo. Abbiamo, grazie a Dio, motivi di fiducia perché c'è una gioventù che vuole tali soluzioni e si oppone al disordine. Non tutta la gioventù è corrotta, come vogliono farci credere. Molti hanno un ideale, molti sono alla ricerca di qualcuno che risolva i loro problemi. L'esempio della Cité Catholique, come quello di coloro che attraverso la stampa e le associazioni si sforzano di farne penetrare le idee nella mente dei giovani, è significativo. È degno di nota il fatto che a un congresso come quello tenuto l'anno scorso a Losanna abbiano partecipato ottocento giovani tra i venti e i trent'anni. Non mancano neppure le vocazioni di giovani seminaristi che chiedono di essere formati, ma non nei seminari da cui sono state bandite formazione e disciplina, bensì in istituti in cui sanno di potersi preparare al sacerdozio conforme alle sane tradizioni della Chiesa. Possiamo dunque contare sui giovani; con essi, un magnifico lavoro ci attende. Terminerò dicendo per quale ragione dobbiamo restituire a Nostro Signore Gesù Cristo il posto che gli compete, perché senza di lui non potremo far nulla. Egli è il fondamento del diritto, è il perché dei nostri doveri, è il fine della nostra vita, è il protettore dei deboli, è la misericordia verso i peccatori, è il giusto giudice dei nostri tribunali. Poco tempo fa, durante un processo che si svolgeva alla televisione italiana, osservai dietro il giudice il crocifisso e pensai: Per chi è condannato, la vista del crocifisso alle spalle del giudice significa la possibilità di appello. Egli, infatti, può dire al giudice: Forse ho agito male, ma colui che ci guarda sa di certo che anche lei non è senza peccato; sia indulgente con me! Quando il crocifisso è assente, siamo fra uomini, siamo abbandonati alla mercé dei nostri personali giudizi. La Rivoluzione, nel bandire il Cristo, ci ha, come ho detto, consegnati agli uomini. Oggi, anche certi chierici vorrebbero bandire il Cristo dalle nostre chiese affinché ci ritroviamo soltanto fra uomini. Quando ci ritroveremo soltanto fra uomini, in chiese prive della presenza reale di Gesù Cristo, prive di Dio, le stesse chiese diventeranno superflue! Tutti i martiri sono morti nel nome di Cristo. Nella nostra patria sono legione coloro che, come i martiri della Vandea, sono caduti per ricostruire una Francia cristiana! Seguiamoli, affinché la nostra vita abbia una ragion d'essere!

Marcel Lefèbvre


INVOCAZIONE

 


O Amore, Spirito Santo, Voi siete nella Santissima Trinità questo ineffabile bacio che forma il potente legame tra il Padre e il Figlio... O mio Gesù, con il soffio del Vostro Spirito, attiratemi in Voi e assorbitemi in Voi. Fatemi scomparire nella Vostra divina essenza, nell'eterno bacio dell'unione senza fine e concedetemi allora di vedervi, di possedervi, di gioire di Voi per sempre. E' per Voi che il mio cuore languisce, è di Voi che ha sete... Fino a quando, o mio Diletto, attenderò il momento di gioire in voi?... Oh presto, strappatemi da questo esilio, il mio desiderio sempre più forte è quello di conoscervi quale Voi siete, di amarvi con ardore... o mio Diletto, Voi conoscete il desiderio del mio cuore... O Amore, affrettati a soddisfare il mio desiderio.

(Santa Gertrude, esercizi)


(Perché dubitate delle Mie parole?)

 


Messaggio ricevuto il 14 luglio 2023

Mia cara figlia, scrivi a tutti i Miei figli. Tutti dovranno ascoltare questo messaggio che viene dal Cielo alla Terra, perché è qui che desidero raggiungere tutti i miei figli con le cose che voglio annunciarvi per i giorni che si avvicinano. Tutto è vicino e, come vi ho già detto, tutto sarà detto attraverso questa Mia figlia prescelta (Maria), perché voglio chiamare questi tempi finali in questo modo, così sarà. Chi vuole ascoltare, ascolti, perché tutto è scritto. Ciò che viene da Me ha molta forza, e come Padre vi invito all'obbedienza che viene da Me e a una parte di Me per tutti, perché è così che ho creato il mondo, con l'obbedienza.

Coloro che non Mi danno obbedienza saranno lasciati fuori, perché Io voglio sempre che Mi ascoltiate, come era all'inizio del mondo, nella Mia Legge. E come ho chiamato loro attraverso Mosè, così chiamo voi ora, affinché tutti vedano che tutto viene da Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Io sono la Luce del Mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, perché voglio che sia detto di dare luce al Mondo. Ho mandato mio figlio Giovanni (il Battista), poi ho mandato mio figlio Gesù, e ora i miei profeti di questi tempi finali, non ci sarà nessun altro che vi darà qualcosa al di fuori di Me. Io sono l'Inizio e la Fine, che ci crediate o no! Perché la scelta viene da Me e non ci saranno interferenze.

Sì, ognuno sceglie il proprio partner, Io ho scelto questa figlia, perché il Padre mio ha fatto tutto fin dall'inizio del mondo, e quindi alla nascita lei era già stata scelta dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Sì, figli miei, ora vi invito a vedere che tutto è molto vicino ad accadere. Perché dubitate delle mie parole? Non vedete che tutto è ormai contaminato e che non c'è altra via? Come sapete, all'inizio c'era tanta tristezza e ora non c'è più controllo, perché non vedete che tutto continua come prima, ma con una cosa (diversa), i Miei figli (Sacerdote) ora lo fanno in modo diverso.

Non si prendono più cura dei figli o dei genitori, né delle mogli e dei loro mariti, non è più come all'inizio, tutto è in disordine. Perché volete vivere in questo modo? Non voglio più che questo mondo continui così, perciò farò nuove tutte le cose, con coloro che mi obbediranno. Chi vuole seguirmi, ascolti bene: dovrà lasciare sua madre, suo padre, i suoi figli, e fare quello che le dirò di fare. Se non farete la Mia volontà (sarete puniti), ecco perché vi invito tutti, dovrete ascoltare questi messaggi, perché d'ora in poi sarà occhio per occhio e dente per dente. Quindi, figli miei, svegliatevi e non dormite più, finché non vi chiamerò a fare la vostra scelta.

Io sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

Maria De Jesus Coelho

 


venerdì 4 agosto 2023

Adorazione

 


Quando il numero degli eletti sarà completo, essi si assideranno alla grande Cena di Nozze.

 


Dice Gesù: 

«… E si avrà un solo Ovile sotto un solo Pastore, e il Regno di Dio sarà composto sulla Terra, pronto  ad essere trasportato e accolto nei Cieli, sotto il mio scettro e il mio segno e il mio vero Nome. Il mio  vero Nome! È noto a Me soltanto! Ma quando il numero degli eletti sarà completo, e fra inni di tripudio  si assideranno alla grande cena di nozze dello Sposo con la Sposa, allora il mio Nome sarà conosciuto dai  miei eletti che per fedeltà ad Esso si saranno santificati, pur senza conoscere tutta l'estensione e la  profondità di ciò che è essere segnati dal mio Nome e premiati per il loro amore ad Esso, né quale sia il  premio... Questo Io voglio dare alle mie pecore fedeli. Ciò che è la mia stessa gioia...». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

Se non inizierete a combattere sulla terra per una vera conversione, potrebbe poi essere troppo tardi.

 


Maria Madre e Maestra


Eccomi di nuovo tra di voi a spronarvi a camminare nella via della vita. Figlioli miei tanto amati, questi sono i giorni che porteranno a Dio tante anime che lo aiuteranno a convincere tanti uomini e donne sulla terra, a cambiare i loro cuori da freddi e increduli a caldi e credenti.
Se non inizierete a combattere sulla terra per una vera conversione, potrebbe poi essere troppo tardi. Gesù vi ama e vuole vedere tutti i suoi figli fare pulizia delle proprie anime.
Figlioli miei, Io ancora verrò a voi per farvi intendere quanto sia importante la nettezza delle vostre anime. Chi non seguirà la Parola di Dio perderà la vita eterna. Io continuerò a venire tra di voi per portarvi la Sua Parola ma, purtroppo, molti di voi, fanno ancora orecchi da mercante.
Conto tanto su di voi, aiutatemi a riportare sulla buona strada i vostri fratelli non credenti altrimenti potrebbe essere troppo tardi. La Santa Messa diventi il vostro Pane Quotidiano, e la Santa Comunione la vostra Forza
Ascoltate ciò che vi dico e mettete in pratica i miei consigli che vi dono con tanto amore materno. Vi benedico, vi amo e voglio portarvi a Gesù per godere del Suo Paradiso Celeste.

Valeria Copponi

Santa Elisabetta fugge di nuovo con il bambino Giovanni - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE 

(Dalla nascita di Maria Santissima alla morte di San Giuseppe).


Santa Elisabetta fugge di nuovo con il bambino Giovanni


Santa Elisabetta, avvertita da un angelo prima della strage degli innocenti, si rifugiò di nuovo con il piccolo Giovanni nel deserto. Vidi che aveva cercato a lungo una grotta che sembrava sicura e nascosta: quando la trovò, vi rimase con il bambino per circa quaranta giorni. Poi tornò a casa sua e un esseno del monte Oreb si recò nel deserto per portare cibo al bambino e per aiutarlo nelle sue necessità. Quest'uomo, di cui ho dimenticato il nome, era un parente della profetessa Anna. All'inizio andava ogni settimana e poi ogni quindici giorni, finché Giovanni aveva bisogno di aiuto. Non passò molto tempo prima che al ragazzo piacesse di più stare nel deserto che tra gli uomini. Era destinato da Dio a crescere lì in tutta innocenza, senza contatto con gli uomini e la loro malvagità. Giovanni, come Gesù, non andò a scuola e fu istruito dallo Spirito Santo. Spesso vedevo una luce al suo fianco o figure luminose come quelle degli angeli. Il deserto non era arido e desolato, perché tra le rocce crescevano abbondanti erbe e cespugli con frutti e bacche di vario tipo. Ho visto fragole selvatiche lì, che il ragazzo ha raccolto per mangiarle. Aveva una straordinaria familiarità con gli animali, soprattutto con gli uccelli che volavano per posarsi sulle sue spalle; e quando parlava con loro, sembrava che lo capissero e gli facessero da messaggeri. A volte andava lungo i ruscelli: i pesci gli erano familiari, perché si avvicinavano quando li chiamava e lo seguivano mentre camminava lungo la riva. Ho visto che si allontanava dai luoghi abitati a causa del pericolo che lo minacciava. Gli animali lo amavano così tanto che lo aiutavano in molti modi. Lo portavano nei loro rifugi o nei loro nidi e, quando gli uomini si avvicinavano, poteva fuggire nei nascondigli senza pericolo.  Si nutriva di frutti e radici selvatiche; non gli era difficile trovarli, perché erano gli stessi animali a condurlo e a mostrarglieli. Portava sempre con sé la sua pelle di pecora e la sua bacchetta e si addentrava sempre di più nella natura selvaggia. A volte si avvicinò al suo villaggio e per due volte vide i suoi genitori che lo desideravano. Devono aver avuto delle rivelazioni, perché quando Elisabetta o Zaccaria desideravano vedere Giovanni, questi continuava a venire loro incontro da lontano. 


La Vita nascosta di Gesù a Nazaret

 


La vera attività di Gesù come Capo e Redentore dell’umanità nella vita occulta a Nazaret: 

“Figlia mia, come mi è dolce e gradita la preghiera delle anime intime con Me! Come mi sento ripetere la mia vita nascosta di Nazaret, senza alcuna esteriorità, senza circolo di gente, senza suono di campane, tutto negletto, solo, tanto che appena ero conosciuto. Io mi elevavo tra il Cielo e la terra e chiedevo anime; e neppure un respiro né un palpito mi sfuggiva che non chiedesse anime. E come ciò facevo, suonava nel Cielo il mio squillo, che attirava l’Amore del Padre a concedermi le anime; e questo suono, ripercuotendosi nei cuori, gridava con voce sonora: Anime! Quante meraviglie non operai nella mia vita nascosta, solo conosciuta da mio Padre in Cielo e dalla mia Mamma in terra!  

Così l’anima nascosta, intima con Me, come prega, se nessun suono si sente in terra, le sue preghiere come campane suonano più vibranti in Cielo, da chiamare tutto il Cielo ad unirsi con lei e far scendere sopra la terra misericordie, che suonando, non all’udito, ma al cuore delle creature, le dispongono a convertirsi”. (Vol. XII: 10-12-1918).

Serva di Dio” Luisa Piccarreta

(Non sarà facile d'ora in poi)



 Messaggio ricevuto il 13 luglio 2023  

Mia cara figlia scrivi, Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Sono venuto a darti un altro messaggio perché tu lo dia ai miei figli. Voglio che sappiate tutto ciò che voglio dare, affinché sappiate che d'ora in poi non sarà facile. Voglio che tu chiami tutti i miei figli a prepararsi, perché le cose non saranno facili per nessuno, il diavolo farà sparire tutto dalla mia Chiesa, non rimarrà nulla. Non ci sarà nulla che Mi appartiene nel Mio Santissimo Tabernacolo, tutto sarà rimosso perché darà fastidio alla bestia, e voi sapete, figlioli, che egli non vuole nulla di ciò che Mi appartiene nella Mia Chiesa.

Affinché possiate tenere tutto in ordine, allontanatevi dalla Mia Chiesa e non tornate più, finché non verrò presto a portare via tutto ciò che è Mio e vi darò una casa che sarà preparata dai Miei Angeli, perché non avete altro da fare nella Mia Chiesa. Vi avverto ora! Non state con le mani in mano ad aspettare giorni migliori (dove siamo ora), perché non arriveranno, e per avere pace, riparatevi in un luogo di rifugio, perché non avrete pace. Invito tutti i miei figli a prepararsi per giorni migliori (lontano da qui), ma in un luogo dove non vi accadrà nulla. Ma non abbiate paura, perché tutti coloro che sono vicini a Me non hanno paura, ma pregate, state vicini al Mio Tabernacolo, perché così non succederà nulla.

Affinché tutti sappiano che tutto verrà, non pensate alla menzogna, perché nulla accadrà se non sarà dato da Me, perché Io so tutto e sento tutto. Perciò non siate tristi, ma pregate e non siate come le cinque fanciulle stolte (Matteo 25, 1-13). Preparatevi, perché l'ora è imminente.

Io sono Gesù di Nazareth. Amen.

APPARIZIONI MARIANE ATTRAVERSO I SECOLI

 


LA PURIFICAZIONE DELLA VERGINE MARIA

Quaranta giorni dopo il parto, la Vergine Maria si recò a Gerusalemme per obbedire al precetto del Levitico, che prescriveva la purificazione delle madri ebree e il riscatto del primogenito. Naturalmente, questa legge non era vincolante per Maria, perché era la casta sposa dello Spirito Santo, ma lei obbedì.

 Fu allora che il sacerdote del giudaismo, Simeone, le profetizzò che sarebbe stata la Vergine dei dolori, il che sottolinea il suo martirio spirituale e la sua compassione per le future sofferenze del Figlio (cfr. Luca 2, 22-28).

 Dopo aver adempiuto alle prescrizioni della legge, la Sacra Famiglia tornò a Betlemme.


DA ORIENTE ARRIVANO I TRE SAGGI

Durante il regno di Erode, i magi vennero dall'Oriente" (cfr. Luca 2, 22-28). 

Secondo le antiche tradizioni dell'Iran, raccolte da Abulfarage Zerdascht, il restauratore dell'astronomia e ben conoscitore delle profezie degli Ebrei, al tempo del regno di Ciro e qualche tempo dopo il ristabilimento del tempio di Gerusalemme, fu annunciato che un bambino divino, destinato a cambiare la faccia del mondo, sarebbe nato da una Vergine pura e immacolata nella regione più occidentale dell'Asia. Il segno sarebbe stato una stella sconosciuta sul loro orizzonte, che avrebbe segnalato questo evento straordinario e che al suo apparire i magi avrebbero dovuto portare loro stessi dei doni a questo giovane re. Fedeli e religiosi esecutori della volontà di Zoroastro, tre dei più illustri saggi di Babilonia, non appena osservata la stella, suonarono le trombe di partenza per la Palestina per andare ad adorare il bambino.

 I tre saggi, dopo essere passati per Gerusalemme e guidati dalla stella, arrivarono a Betlemme e adorarono il Divino Bambino: Melchiorre gli offrì dell'oro, perché era un re; Gaspare gli offrì dell'incenso, perché era l'unico sacerdote del vero Dio, e Baldassarre gli offrì della mirra, perché era l'unico redentore degli uomini.

 Secondo la tradizione, alcuni anni dopo, i Magi ricevettero il battesimo cristiano da San Tommaso, l'apostolo che predicò in questa regione della Caldea. La festa dei Re Magi si celebra il 6 gennaio.


LA FUGA DELLA SACRA FAMIGLIA IN EGITTO

Dopo l'adorazione dei Magi, la Sacra Famiglia si trasferì a Nazareth, ma ben presto i tre furono costretti a intraprendere un viaggio lontano e pericoloso, che si concluse in Egitto, la terra dell'esilio. Nel frattempo, Erode fece uccidere tutti i bambini innocenti sotto i due anni (cfr. Matteo 2, 16). La Chiesa cattolica ricorda questo evento il 28 dicembre.

Una notte, l'angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: 

"Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto... perché Erode cerca il bambino con l'intenzione di ucciderlo" (cfr. Matteo 2,15).

Partirono in pieno inverno; attraversarono la Palestina e raggiunsero l'Egitto, l'antica culla di ogni conoscenza scientifica e di ogni idolatria, con i suoi obelischi di granito e le sue piramidi colossali.  La leggenda narra che la Vergine Maria rimase impressionata dagli idoli e che questi si ruppero al suo passaggio.

     Dopo un viaggio di 140 leghe, i fuggitivi arrivarono a Eliopoli, la città natale di Mosè, dove gli ebrei della diaspora avevano fondato una colonia.

 Mentre la Sacra Famiglia aspettava il tempo dell'esilio, Erode, disperato, tentò di suicidarsi, ma morì più tardi, divorato dai vermi (cfr. Matteo 2:19).

 L'angelo del Signore giunse infine a porre fine al periodo di esilio sofferto con tanta pazienza e coraggio. Giuseppe ebbe in sogno la notizia della morte di Erode (cfr. Matteo 2, 20-23).

 Tornarono in Palestina lungo la costa mediterranea e si stabilirono a Nazareth.

 Così si realizzò la profezia: "Ho chiamato mio Figlio dal paese d'Egitto" (cfr. Osea 11, 20-23). 


Non cadete nella trappola di Satana perché adesso tutto volgerà all’eternità.

 


Trevignano Romano 3 agosto 2023

Figli miei, grazie per essere qui e per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Figli miei, l’umanità non accetta Dio nella propria vita e non capisce che è solo per Lui che si ha la vita. Figli miei, siamo nei tempi della rivelazione e vi chiedo di amare, amare Dio, correte da Lui ad abbracciarlo nella fonte del suo amore e lasciatevi abbracciare da Lui, solo così nascosti nelle sue Sante piaghe potrete avere la salvezza. Figli miei, attenti ai vostri bambini, state molto attenti a quell’umanità che vuole stravolgere le leggi del creato e del creatore, Non cadete nella trappola di Satana perché adesso tutto volgerà all’eternità. Oggi scenderanno molte grazie su di voi. Ora vi lascio con la mia benedizione materna, nel nome del Padre e del Fglio e dello Spirito Santo, amen.

Le scioccanti profezie della tribolazione di San Nilo: cosa ci aspetta e come ne usciremo



Cosa possiamo imparare dalle profezie di San Nilo del V secolo sulla tribolazione e su come uscirne?

Sicuramente San Nilo del Sinai, vissuto nel V secolo, non era un viaggiatore del tempo che visitò il nostro tempo.

Eppure lo descrisse con tale perfezione che non avrebbe potuto farlo senza la conoscenza di Dio di ciò che stava per accadere.

Queste profezie sono molto importanti, perché descrivono le profonde conseguenze di ciò che dici accadrà oggi, e come ne usciremo.

Qui vi racconteremo le profezie di San Nilo per il nostro tempo, cosa accadrà, quali conseguenze avrà per noi e come Dio agirà per condurci fuori dalla tribolazione.

San Nilo del Sinai morì nel 430, fu uno dei discepoli di San Giovanni Crisostomo.

Era un funzionario della corte di Costantinopoli, sposato con due figli, mentre San Giovanni Crisostomo era il patriarca, e diresse Nilo nello studio delle Scritture e nelle opere di pietà.

San Nilo lasciò la moglie e un figlio, e portò l'altro, Teodulo, con sé sul Monte Sinai, per diventare monaco.

Mentre sua moglie e l'altro figlio divennero monaci in Egitto.

Intorno al 410 i predoni saraceni catturarono Teodulo e lo vendettero come schiavo, che passò nelle mani del vescovo di Elusa in Palestina.

Il vescovo ricevette Teodulo nel suo clero e lo nominò portiere della chiesa.

Nilo andò a cercare suo figlio e il vescovo li ordinò entrambi sacerdoti e permise loro di tornare al Sinai.

Nilo era una persona ben nota in tutta la Chiesa orientale attraverso i suoi scritti e la sua corrispondenza, e ha svolto un ruolo importante nella storia del suo tempo.

Era conosciuto come teologo, biblista e scrittore ascetico.

Dall'imperatore in giù, persone di ogni tipo lo consultavano.

San Nilo deve essere considerato uno dei principali scrittori ascetici del V secolo.

La sua festa si celebra il 12 novembre secondo il Martirologio Romano.

Nilo scrisse numerose opere, scrisse un trattato "Sulla preghiera", dove raccomanda di chiedere a Dio, prima di tutto, il dono della preghiera.

Ma forse il più interessante dei suoi lavori per noi, sono le sue profezie del futuro, dove descrive il nostro tempo con tale dettaglio che non può essere altro che ispirazione divina.

Perché oggi possiamo vedere incarnato ciò che ha profetizzato. Orecchiare.

Predice il telefono, anticipando che gli uomini saranno in grado di portare una conversazione da un capo all'altro della Terra.

Dice che gli uomini voleranno nell'aria come uccelli e scenderanno sul fondo del mare come pesci.

Ma avverte anche che questa tecnologia darà saggezza depravata e renderà l'uomo infelice.

Perché quando avranno raggiunto tutto questo, passeranno la loro vita nel comfort non sapendo che è un inganno dell'anticristo.

Gli uomini mescoleranno la scienza con la vanità così tanto da deviare dalla retta via e perdere la fede nell'esistenza di Dio.

Qui si prevede l'umanesimo.

Nilo dice che dopo l'anno 1900, verso la metà del XX secolo, le persone diventeranno irriconoscibili.

L'aspetto delle persone cambierà e sarà impossibile distinguere gli uomini dalle donne, a causa del loro modo di vestire e pettinare.

Le menti delle persone saranno annebbiate a causa delle passioni carnali.

La gente abbandonerà la modestia e la dissipazione regnerà.

E più diventano avidi, più dolore visiterà la Terra. 

L'amore per il denaro diventerà una passione insaziabile e una grande tristezza verrà nel mondo, perché la felicità scomparirà e sarà sostituita dalla discordia.

Saranno crudeli come animali selvatici a causa delle tentazioni dell'anticristo.

Non ci sarà rispetto per i genitori e gli anziani, e l'amore scomparirà.

Non rispetteranno la santità del matrimonio e la dissipazione sarà peggiore che durante Sodoma e Gomorra.

La falsità raggiungerà grandi proporzioni.

La lussuria, l'adulterio, la non eterosessualità, i segreti e l'omicidio governeranno la società.

Di fronte a tanta dissolutezza, le persone saranno private della grazia dello Spirito Santo, che hanno ricevuto nel Battesimo, e parimenti del rimorso.

Quando il mondo sarà impoverito dalla grazia dello Spirito Santo, allora sarà circondato da ogni sorta di calamità.

E più azioni malvagie accadono, più calamità colpiranno le persone.

Il popolo commetterà allora il doppio del male, credendo che il male sia bene e che il bene sia male.

E mentre il mondo soffrirà per la mancanza di amore, pace e moderazione, la Chiesa di Cristo soffrirà per la mancanza di sacerdoti e pastori spirituali.

San Nilo dice che i vescovi e i sacerdoti cristiani diventeranno uomini vanitosi, senza distinguere completamente il cammino della destra da quello della sinistra.

Allora la morale e le tradizioni dei cristiani e della Chiesa cambieranno.

Ed esprime "guai ai cristiani che restano nel mondo in quel tempo! Perderanno completamente la loro fede, perché non avranno l'opportunità di vedere la luce della conoscenza di nessuno".

Diventeranno insensibili alla loro salvezza.

La salvezza sarà salvata solo da coloro che si astengono dal partecipare alle opere dell'anticristo.

La verità scomparirà, tutti crederanno alle bugie e il Vangelo sarà ignorato.

La perdita spirituale porterà grande infelicità al mondo e si verificheranno segni e azioni terribili.

L'uomo sarà molto affamato e non sarà in grado di essere soddisfatto, perché allora mangerà sette volte di più di quanto mangia ora, ma non sarà ancora soddisfatto e ci saranno grandi dolori ovunque.

Allora i veri cristiani si ritireranno dal mondo in rifugi santi, cercando di alleviare le loro sofferenze spirituali, ma ovunque incontreranno ostacoli e coercizione.

L'agitazione del popolo con la condanna, l'invidia, la vendetta, l'odio, l'inimicizia, l'avidità, la non eterosessualità, l'adulterio, la fornicazione, la perdita della fede e l'arroganza, sarà il cibo dell'Anticristo, che sarà il capo di molti paesi e avrà autorità su tutto il mondo.

Avrà potere sui sentimenti delle persone e tutti gli crederanno.

Porterà una tale perdita spirituale alle persone che coloro che sono sulla via della perdizione crederanno di essere salvati.

Poi, l'anticristo segnerà le persone con il suo sigillo su cui sarà scritto: "tu sei mio", e sotto "se sono tuo, vengo volontariamente e non con la forza".

Molti di coloro che sono sigillati con il sigillo dell'anticristo moriranno per le strade e i cuori della maggioranza saranno indeboliti.

E quando Dio vedrà il tumulto del popolo, comanderà che il mare sia grandemente riscaldato.

Questo sembra indicare il cambiamento climatico.

Allora i profeti Elia ed Enoc verranno a proclamare che chiunque è paziente e non marchiato con il sigillo dell'anticristo sarà salvato e accettato da Dio in Paradiso per l'eternità.

Dio dirà che se hai fame, non chiedere cibo, ma sii paziente, perché ti manderà aiuto dall'alto.

E vedere la rovina della razza umana accorcerà i giorni a causa dei pochi che vengono salvati, perché il nemico condurrà anche gli eletti alla tentazione.

Allora il giorno sarà come un'ora, la settimana come un giorno, il mese come una settimana.

A causa della malvagità dell'uomo, gli elementi accelereranno cosicché il tempo finirà presto, come Dio ha proclamato.

E improvvisamente la spada della punizione apparirà e ucciderà il pervertito e i suoi servi.

Ebbene fin qui quello che volevamo raccontare sulle profezie di San Nilo del V secolo, che si capiscono solo se pensiamo che siano state scritte, con la consapevolezza che Dio ha di ciò che sarebbe accaduto nel nostro tempo.

Fori della Vergine Maria

IL DOGMA DEL PURGATORIO

 


Pene del Purgatorio: pena del senso: tormento del fuoco e tormento del freddo. - Il ven. Beda e  Dritelmo. 

  

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    Se poco comprendiamo la pena del danno, la cosa corre diversamente riguardo alla pena del  senso: il tormento del fuoco, il supplizio di un crudo è intenso freddo, spaventa la nostra sensibilità.  Ed è per questo che la divina misericordia, volendo nelle nostre anime eccitare un santo timore, non  parla troppo della pena del danno, ma del continuo ci mostra il fuoco, il freddo ed altri tormenti che  costituiscono la pena del senso. Ecco quanto vediamo nel Vangelo e nelle particolari rivelazioni,  colle quali a lui piace di manifestare di tempo in tempo ai suoi servi i misteri dell'altra vita. 

    Citiamo alcune di queste rivelazioni. Ecco dapprima ciò che, dopo il venerabile. Beda, riferisce il  pio e dotto cardinale Bellarmino (18). 

    L'Inghilterra è stata testimone ai nostri giorni, scrive Beda, d'un insigne prodigio, paragonabile ai  miracoli dei primi secoli della Chiesa. Per eccitare i vivi a temer la morte dell'anima, Dio ha  permesso che un uomo, dopo d'essersi addormentato del sonno della morte, ritornasse alla vita  corporale e rivelasse ciò che aveva veduto nell'altro mondo. Le spaventevoli, inaudite particolarità  che raccontò, e la sua vita di straordinaria penitenza che corrispondeva alle sue parole, produssero  in tutto il paese la più viva impressione. Riassumerò le circostanze principali di questa storia. 

    Nel Northumberland vi era un uomo chiamato Dritelmo, che con tutta la sua famiglia viveva  assai cristianamente. Cadde infermo, e di giorno in giorno il suo male si aggravò al punto che  finalmente fu ridotto agli estremi e morì con grande desolazione della sua moglie e dei suoi figli.  Questi in pianto passarono la notte vicino al suo corpo; ma l'indomani, prima di seppellirlo lo videro  tutto ad un tratto riprendere la vita, sollevarsi e porsi a sedere. A quella vista furono compresi di tale  spavento, che tutti presero la fuga, ad eccezione della moglie, che sola, tutta tremante, rimase col  suo marito risuscitato. Tosto egli la rassicurò; «Non temete, le disse: è Dio che mi ridona la vita;  egli vuole nella mia persona mostrare un uomo risuscitato dalla morte. Io devo vivere ancora  qualche tempo sulla terra; ma la nuova mia vita sarà ben differente da quella condotta sin qui». 

    Allora s'alzò, pieno di salute, diritto se ne andò alla chiesa del luogo, e vi rimase lungo tempo in  orazione. Non rientrò in casa che per congedarsi da quelli che sulla terra gli erano stati cari; loro  dichiarò che non voleva più vivere che per prepararsi alla morte e li consigliò a far altrettanto da  parte loro. Poscia avendo diviso i suoi beni in tre parti, ne diede una ai suoi figli, un'altra alla sua  moglie, riservando per sé la terza per farne limosine. Quando tutto ebbe distribuito ai poveri ed egli  stesso fu ridotto alla estrema indigenza, andò a picchiare alla porta di un monastero e supplicò  l'abate a riceverlo come religioso penitente, che sarebbe il servo di tutti gli altri. 

    L'abate gli diede una cella in luogo appartato, che abitò pel rimanente dei suoi giorni. Tutto il suo  tempo divideva in tre esercizi: la preghiera, i lavori più duri e le straordinarie penitenze. I più  rigorosi digiuni erano per lui poca cosa; lo si vedeva d'inverno tuffarsi nell'acqua agghiacciata e  rimanervi ore ed ore in preghiera, fino a recitare tutti i salmi del Salterio di Davide. 

    La vita sì mortificata di Dritelmo, i suoi occhi sempre abbassati, i lineamenti del suo volto,  dinotavano un'anima colpita dal timore dei giudizi di Dio. Conservava un perfetto silenzio, ma per  l'edificazione degli altri lo si sforzò a dire quanto Dio avevagli mostrato dopo la sua morte. Allora  in tal modo raccontava la sua visione: 

   «All'uscire dal mio corpo, fui accolto da un benevolo personaggio, che tosto si fece mia guida;  aveva il volto raggiante e sembrava circondato da luce. Arrivammo in una valle larga, profonda ed  immensamente estesa, tutta di fuoco da una parte, tutta di neve e ghiaccio dall'altra; qui bracieri e  turbini di fiamme, là il più intenso freddo ed il soffio di un vento glaciale. 

   «Quella misteriosa valle era piena d'innumerevoli anime che, agitate come da una furiosa  tempesta, continuamente si portavano dall'una all'altra parte. Quando non potevano sopportare la violenza del fuoco, cercavano di rinfrescarsi fra il ghiaccio e la neve; ma non trovandovi che un  nuovo supplizio, si rigettavano in mezzo alle fiamme. 

   «Con istupore io considerava queste continue vicissitudini d'orribili tormenti, e per quanto poteva  estendersi la mia vista, non vedeva che moltitudini d'anime, che sempre soffrivano e mai avevano  riposo. Il solo loro aspetto ispirava spavento. In sulle prime credetti di veder l'inferno; ma la mia  guida, che camminava dinanzi, si volse a me e mi disse: «No, qui non è l'inferno dei reprobi, come  voi pensate. Volete sapere che luogo è questo? Ebbene questa vane in cui vedete tanto fuoco e tanto  ghiaccio, è il luogo ove sono punite le anime di quelli che trascurarono per tutta la loro vita di  confessarsi e che sino alla fine differirono la loro conversione. Grazie ad una speciale misericordia  di Dio, prima di morire ebbero la fortuna di pentirsi sinceramente, di confessare e detestare i loro  peccati. Perciò non sono riprovate, e nel giorno del giudizio entreranno nel regno dei cieli. Anzi  parecchie di loro ottengono la loro liberazione prima di questo tempo pel merito delle preghiere,  delle limosine e dei digiuni fatti dai vivi in loro favore, sopratutto in virtù del sacrifizio della messa  che si offre a loro sollievo». 

    Tale era il racconto di Dritelmo. Quando gli si domandava perché tanto duramente trattava il suo  corpo, perché si tuffasse nell'acqua agghiacciata, rispondeva che aveva veduto altri tormenti ed un  freddo assai più rigorosi. Se si facevano le meraviglie come egli potesse sostenere quelle strane  austerità: «Io vidi, diceva, penitenze ben più sorprendenti». - Per tal modo, fino al giorno in cui Dio  lo richiamò a lui, non cessò di affliggere il suo corpo, ed abbenchè indebolito dalla vecchiaia, non  volle avere addolcimento qualsiasi. 

    Questo avvenimento produsse una profonda sensazione in Inghilterra; gran numero di peccatori,  commossi dai discorsi di Dritelmo e colpiti dalla austerità della sua vita, sinceramente si  convertirono. 

    Questo fatto, aggiunge il Bellarmino, mi pare d'una incontestabile verità; oltre all'essere  conforme a quelle parole della scrittura: Passeranno dal freddo della neve ai brucianti ardori del  fuoco (Giobbe, XXIV, 19), il venerabile Beda (19) lo riferisce come un fatto recente e ben  conosciuto. Di più, fu seguito dalla conversione d'un gran numero di peccatori, il che è un segno  delle opere di Dio, che suole fare i prodigi per ottenere frutto nelle anime. 

Padre F. S. SCHOUPPE d. C. d. G. 


O Maria, aiuto dei cristiani

 


O Maria, Vergine potente, tu, grande e splendida difesa della Chiesa! Tu, aiuto mirabile dei cristiani, tu, «terribile come un esercito schierato a battaglia». Tu, da sola, hai vinto tutte le eresie del mondo. Nelle angosce, nelle lotte, nelle necessità difendici dal nemico e nell' ora della morte accoglici in Paradiso. Amen.