Riflessioni
Sei innamorata di Gesù? Lo consideri tuo Sposo e vivi totalmente per lui? Sei disposta a renderlo felice in ogni momento? Gli obbedisci, obbedendo ai tuoi superiori? Ti senti orgogliosa di essere sposa di Gesù o cerchi qualche volta di nasconderlo a chi ti circonda? Vivi come una regina dedita al tuo divino Re? Hai paura delle sue richieste e cerchi la tua comodità, allontanandoti da Lui?
Un giorno mi chiamò una donna per telefono e io credetti di riconoscerla e le dissi: “Ah, lei è la moglie di Alberto?” E lei ridendo felice mi rispose: “No, io sono la moglie di Gesù” (era una religiosa felice della sua vocazione).
Ora analizza la tua vita e conta i piccoli dettagli di affetto e tenerezza con i quali ogni giorno cerchi di renderlo felice. Quanti baci dai ogni giorno alle sue immagini? Sei soddisfatta del tuo matrimonio con Gesù? Gli sei fedele? Hai pensato seriamente alla separazione o al divorzio? Ti senti frustrata o fallita? Quando hai dei problemi o delle tentazioni corri a dirglielo e a chiedere aiuto davanti al tabernacolo? Digli ora con tutto il tuo cuore: Oh Gesù, mio Re come hai potuto innamorarti di me? Il tuo cuore divino mi affascina. Che dolce rifugio sei per una peccatrice come me!
«“Al mattino fammi sentire la tua grazia, poiché in te confido” (Sal 143, 8). Grazie, per avermi scelta. Ti supplico di darmi un cuore di fuoco, un’anima ardente perché io sia capace d’infiammare la terra. Sazia la mia sete d’amore, che io ti ami fino alla pazzia. Tu sei il mio tutto e io spero in te. Sono sicura del tuo amore per me. Mio sposo, dammi la grazia di morire d’amore per te. E finché dura la mia vita, fai del mio cuore un giardino pieno di fiori d’amore per te.
Vieni a riposare qui perché ho piantato dei gigli molto belli per te. E quando morirò fammi la grazia come a santa Teresina, di stare nel mio cielo, facendo il bene sulla terra e di versare sul mondo una pioggia di rose. Voglio continuare ad essere madre degli uomini fino alla fine del mondo».
Ed ora voglio dirti, facendo mie le parole di san Giovanni della Croce:
«Nel mio petto fiorito,
che tutto per te solo conservavo,
rimanesti tu addormetato
e io ti donavo
e col ventaglio dei cedri aria ti davo.
Rimasi e mi obliai,
il volto sul mio Amato inclinai,
tutto finì, e mi lasciai,
lasciando la mia mente
tra i gigli obliatamente».
Padre Angel Peña
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