venerdì 6 marzo 2020

I doni profusi dallo Spirito Santo su PADRE PIO



Flagellazione

Il 30 settembre 1915 Padre Agostino rivolse in una lettera  a Padre Pio delle domande specifiche. La terza domanda era: "Dimmi se Gesù ti ha fatto provare e quante volte la sua coronazione di spine e  la sua flagellazione." (Epist. I, 659). Padre Pio inizialmente  trovò delle difficoltà a manifestare le sue "cose", ma dopo le insistenze di Padre Agostino, il 10 ottobre 1915, rispose: "La terza ed ultima domanda deve essere pure affermativa; circa il numero non saprei determinarlo, solo quello che valgo a dirne si è che quest'anima sono vari anni che ciò patisce e quasi una volta la settimana." (Epist. I, 669)   
Fra Modestino scrive dell'incarico ricevuto nel 1969 di fare l'inventario degli indumenti di Padre Pio dopo la sua morte:  "... Proseguii nel mio lavoro quando ecco un'altra profonda emozione mi era riservata. Notai, tra le altre, una camicia tutta macchiata di sangue. La dichiarazione acclusa, vergata il venerdì santo del 1921, la definiva "camicia della flagellazione". Era di lino, rattoppata, con le maniche lunghe. Doveva coprire il corpo del Padre probabilmente fino alle ginocchia. La spiegai delicatamente. Macchie di sangue dappertutto, di sudore sieroso, specie in prossimità dei reni. Ora capivo, in tutta la sua ampia realtà, quella frase che in un mattino di maggio del 1947, in coro, mi disse, con gli occhi umidi di pianto: "Figlio mio, la mia vita è un continuo martirio."  
 Già nell'epistolario (I, 669) avevo letto che Padre Pio pativa la flagellazione "quasi una volta la settimana", ma, avere tra le mani la prova di quel supplizio, era per me terrificante. Certamente egli sentiva fisicamente i colpi del flagello pur senza la rottura della carne. Era tardi quella sera e, dopo tante emozioni provate, mi sorprese il sonno. Sognai Padre Pio che mi parlò della sua flagellazione, e mi disse: "Figlio mio, quando una piaga è aperta si soffre di meno perchè il sangue defluisce più facilmente. Ma il dolore è davvero insopportabile se il sangue è costretto a uscire dai pori." "Padre Pio aveva vissuto e sofferto tutti i dolori di Gesù. Sudore e lagrime di sangue, flagellazione, ferite alle mani e al costato, coronazione di spine. Per associazione di idee mi ricordai che ero stato testimone anche di quest'ultimo evento, non taciuto tra l'altro da Padre Pio stesso ai suoi direttori spirituali (Epistolario I, 669).“ (Frà Modestino da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 77-8) 

Cleonice Morcaldi: "Era estate e il povero Padre soffriva così tanto il caldo. Gli mandai una tunichina di tela bianca, perché' la usasse di notte, invece dell'abito di tela marrone. Ero sicura che me l'avrebbe mandata indietro. Invece no. La tenne tre notti. Me la rimandò tutta insanguinata. Letteralmente parlando, non c'era spazio tra le macchie di sangue. In  parecchi punti, specie sulle spalle, c'erano macchie su macchie. La tunica insanguinata fu quella che chiuse il periodo delle domande sulle sofferenze del Padre. Con la tunica aveva mandato anche un paio di calzini bianchi. Anche questi, oltre ad avere grosse chiazze di sangue in corrispondenza della piaga, erano tutti macchiati, dalla punta delle dita fino a tutto il collo del piede. Un padre francescano volle per se' queste sacre reliquie, da conservare nell'archivio. Un sacerdote volle fare una foto, che passò a un giornalista, senza il mio permesso. Lo permise il Signore, perché fece tanto bene a chi la vide." (Cleonice, 2013, 80-1)  

G. C. 

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