venerdì 13 marzo 2020

“IL VICARIO” “IL VICARIO” DI HOCHHUTH E IL VERO PIO XII



L’accusa a Pio XII di filo-nazismo

Per la supposizione di Hochhuth che Pio XII avrebbe visto il nazionalsocialismo di Hitler come l’unica difesa contro il comunismo, basteranno poche riflessioni sui “fatti storici”.
Dei “discorsi”, pronunciati da Nunzio Apostolico, Eugenio Pacelli, in terra tedesca, una quarantina sono, apertamente, dei “testi anti-nazisti”. Quando uscì il famigerato libello di Hitler, il “Mein Kampf”, l’allora Nunzio Pacelli, lesse, per dovere di ufficio, tutto il libro.30
Per questo, a Johan Nauhaûsler, l’Autore della più ampia documentazione di fatti di quel pazzesco periodo, il Segretario di Stato, Pacelli, faceva questa amara confessione: «È vero, la Germania mi dà più lavoro che tutto il resto del mondo». 31
Letto il libro, il Nunzio Pacelli, iniziò, immediatamente, un’azione diplomatica intrepida e continua. 
I gerarchi nazisti, infatti, compresero subito con chi avevano a che fare, e passarono all’attacco, con quelle armi che sono solite in mano ai delinquenti: la calunnia, la sfrontatezza, il coltello alla schiena. Sui loro organi di partito, lo chiamarono: “un ebreo perfetto”. Lo definirono “comunista”; un ebreo-comunista, cioè, che entrava nella lista delle persone “da eliminare”.32
L’irremovibile resistenza del Cardinal Pacelli al Partito e al Governo nazista era dovuta al suo fine intuito politico, acuto e attento, non soggetto alle oscillazioni che possono essere provocate dagli interessi umani contingenti. 
Quando Hitler occupò la Renania, sull’ “Osservatore Romano” apparve subito un articolo, redatto dallo stesso Cardinale Pacelli. In esso asserisce che i rapporti dei popoli, come quelli degli individui, non possono fare a meno di una base, di una regola inviolabile. Afferma che, in diritto pubblico interno, codesta base è costituita dalla legge, e che la legge non può risiedere che nel patto, garantito dalla fede reciproca.  Nell’articolo, è chiara la “mens” del Cardinale di Stato di Pio XI, per il quale Hitler non avrebbe mai rispettato né la parola, né il patto sottoscritto.33
Un giorno, all’ Ambasciatore di Germania, disse: «Perché il vostro Governo agisce sempre unilateralmente?». E in una sua conversazione con l’Ambasciatore di Francia, sottolineava: «Per loro (i nazisti) non c’è che la forza che conti, e tutto ciò che la forza consente può essere intrapreso». 
Forse, è bene ricordare, di nuovo, che alla compilazione della Enciclica contro il nazionalismo, “Mit brennender Sorge”34 ci mise mano diretta l’allora Card. Pacelli, Segretario di Stato! 
I suoi sentimenti contrari al nazismo erano così chiari e conosciuti che, alla sua elezione a Pontefice, la “Morcenpost” di Berlino - come tutta la stampa tedesca uf ficiale - deplorò la sua elezione, perché il Cardinal Pacelli era stato «sempre avverso al nazismo, e, praticamente, responsabile della politica del suo predecessore (Pio XI)». 
Il giornale “Frankfurter Zeitung” (3-3-‘39, numero 114115), nel ricordare la Nunziatura in Germania dell’Eletto, scriveva che molti discorsi da lui tenuti in quel tempo «... hanno lasciato intendere che il Segretario di Stato non sempre capiva pienamente i motivi politici e ideologici che avevano iniziato la loro marcia vittoriosa nei Paesi autoritari d’Europa».  L’ufficioso “Voelkischer Beobachter” preferì tacere. L’organo delle SS. lo “Schwarze Korps” (9-3-‘39) scriveva: «... Non sappiamo se Pio XII sia per essere il “Gran Sacerdote”, giovane abbastanza per vedere il nuovo che, con forza naturale, si apre la via in Germania; saggio abbastanza, per sacrificare molte cose vecchie della sua istituzione. Il Nunzio e il Segretario di Stato Pacelli avevano, per noi, poca comprensione; in lui si ripongono poche speranze; non crediamo che Pio XII segua vie diverse». 
Si ricordi anche il suo discorso a Lourdes, il 28 aprile 1935 in cui stigmatizzò «la superstizione della razza e il culto del sangue». 
Il Cardinal Pacelli, dunque, col suo lucido intelletto, aveva compreso subito che combattere il comunismo, alleandosi al nazismo, sarebbe stato come un mettersi in marcia con Satana, per combattere un altro Belzebub.
Se nell’Enciclica “Divini Redemptoris”, Pio XI mise a nudo la perversità intrinseca e radicale del comunismo35, non si dimentichi, però, che 5 giorni prima di questa Enciclica, era uscita un’altra Enciclica, la “Mit brennender Sorge”, che condannava, expressis verbis, l’ideologia panteista, razzista, statolatra del nazismo. 36
Cadeva, così, apertamente l’arma dalle mani di Hitler.37 

Le due Encicliche, dunque, mostravano al mondo il demonio dalle due identiche facce: nazismo e comunismo.

sac. Luigi Villa

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