Maria si conservò nella sua piccolezza, dando vita in sé soltanto alla Volontà Divina
“Piccina mia, nei veri piccoli non può entrare la cattiveria. Sai tu quando incomincia a entrare il male, la crescenza? Quando incomincia a entrare il proprio volere. Come questo entra incomincia ad empirsi e a vivere di sé stessa, e il Tutto esce dalla piccolezza della creatura; e a lei sembra che la sua piccolezza si ingrandisce, ma, grandezza da piangere, non vivendo del tutto Dio in lei, si scosta dal suo Principio, disonora la sua origine, perde la luce, la bellezza, la santità, la freschezza del suo Creatore. Sembra che cresce innanzi a sé e forse innanzi agli uomini, ma innanzi a Me, oh, come decresce! Forse si farà anche grande, ma non sarà mai la mia piccina prediletta, per cui, preso d’amore verso di lei, perché si conserva quale l’ho creata, la riempio di Me e la faccio la più grande, e nessuno potrà pareggiarla.
Ciò feci con la mia Celeste Mamma. Tra tutte le generazioni Lei è la più piccola, perché non entrò mai il suo volere in Lei come agente, ma sempre il mio Volere Eterno, e questo non solo la conservò piccola, bella, fresca, quale da Noi era uscita, ma la fece la più grande di tutti. Oh, come era bella, piccola per sé stessa, grande, superiore a tutti in virtù nostra! E’ solo per la sua piccolezza che fu innalzata all’altezza di Madre di Colui che la formò. Sicché, come vedi, tutto il bene dell’uomo è il fare la mia Volontà, tutto il male è il fare la sua. Perciò, per venire a redimere l’uomo scelsi la mia Madre, perché piccola, e per mezzo suo come canale Me ne servii per far scendere sull’uman genere tutti i beni e i frutti della Redenzione.
Ora, per fare che il mio Volere fosse conosciuto, che aprissi il Cielo per far scendere il mio Volere sulla terra e vi regnasse come in Cielo, dovevo scegliere un’altra piccola tra tutte le generazioni. Essendo l’opera più grande che voglio fare, il reintegramento dell’uomo nel suo principio, donde uscì, aprirgli quel Volere Divino che lui respinse, aprirgli le braccia per riceverlo di nuovo nel grembo della mia Volontà, la mia infinita Sapienza chiama dal nulla la più piccina. Era giusto che fosse piccola: se una piccola misi come a capo della Redenzione, un’altra piccola dovevo mettere a capo del «FIAT VOLUNTAS TUA, come in Cielo, così in terra».
Tra due piccole dovevo racchiudere lo scopo della creazione dell’uomo e dovevo realizzare i miei disegni su di lui: per mezzo di una dovevo redimerlo, lavarlo col mio sangue dalle sue brutture, dargli il perdono; per mezzo dell’altra dovevo farlo ritornare al suo principio, alla sua origine, alla nobiltà perduta, ai vincoli della mia Volontà da lui spezzati, ammetterlo di nuovo al sorriso della mia Eterna Volontà, a baciarsi insieme la sua e la Mia e fare vita una nell’altra. Era solo questo lo scopo della creazione dell’uomo, e a ciò che Io ho stabilito nessuno potrà opporsi. Passeranno secoli e secoli; come nella Redenzione, così anche in questo, ma l’uomo ritornerà nelle mie braccia, quale fu da Me creato (…)
E poi, la vita della mia Volontà è già stata sulla terra, non è del tutto nuova, sebbene fu come di passaggio. Ci fu nella mia inseparabile e cara Mamma. Se la vita della mia Volontà non ci fosse stata in Lei, Io, Verbo Eterno, non avrei potuto scendere dal Cielo; Mi sarebbe mancata la via per scendere, la stanza dove entrare, l’umanità per coprire la mia Divinità, l’alimento per nutrirmi; Mi sarebbe mancato tutto, perché tutte le altre cose non sono adatte per Me. Invece, col trovare la mia Volontà nella mia diletta Mamma, Io trovavo lo stesso mio Cielo, le mie gioie, i miei contenti. Al più, feci cambio d’abitazione, dal Cielo alla terra, ma del resto nulla cambiai; ciò che avevo in Cielo, in virtù della mia Volontà posseduta da Lei, lo trovavo in terra, e perciò con tutto amore vi scesi a prendere in Lei umana carne…” (16°, 10-11-1923)
negli scritti di Luisa Piccarreta
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