1. O diletti figlioli! Chi è che vi dona forza? Sono Io che ve la do. Dunque, a chi siete debitori per ciò che voi avete la forza di abbandonare tutto qui e di seguirMi? Siete capaci da voi stessi di camminare, ovvero, si è assunto il Padre stesso l’incarico di guidarvi e di liberarvi da tutti i lacci che vi trattengono qui?
2. Sì, o Miei diletti figlioli, è così. Io sciolgo tutto ciò che qui vi riesce gradevole e quello a cui siete attaccati, affinché possiate in letizia partirvene e niente più rimanga di ciò che può cagionarvi gioia terrena e carnale. Ma ciò potrà avvenire non appena Io vi abbia liberati dai ceppi del peccato e della voluttà terrena.
3. Se Io non facessi così, voi rimarreste dell’opinione che qui, tutto sommato, le cose non si metteranno in maniera tanto spaventosa, né avranno un aspetto tanto terribile. Voi restereste nella vostra cecità e cadreste come gli altri in braccio al Giudizio.
4. Dunque, per poter ovviare a ciò, Io devo sciogliervi da tutto ciò che vi circonda. Chi Mi segue facilmente e con gioia, egli rimarrà nelle stesse condizioni in cui vive ora. Ma chi è ancora molto attaccato alla Terra, egli verrà liberato dai lacci affinché possa essere salvato.
5. Vedete, questa è la forza della quale vi colmo, e questo è il coraggio mediante il quale devo ravvivarvi, affinché Mi veniate incontro giubilanti e possiate trovarvi contenti e rassegnati alla sorte che ho preparato per voi. In caso diverso, non sareste voi portati a dire: “Signore, noi eravamo contenti, perché dunque ci hai mandati via?”.
6. Voi siete troppo deboli ed ancora troppo dominati dalla vostra carne per comprendere quello che Io faccio per voi. Delle cose sgradevoli vi turberanno, ma Io vi infonderò la forza affinché queste non vengano a sembrare troppo aspre e non siano troppo difficili da sopportare. Io vi dono forza fino all’eternità! Voi dovete ricever forza da Me non soltanto rispetto al mondano, ma bensì anche rispetto allo spirituale, e quando avrete deposto la carne, anche per la vita nell’aldilà.
7. Così un buon padre di famiglia ha cura dei suoi figlioli, e così un Signore si prende a cuore il bene dei Suoi sudditi, affinché tutti siano contenti e nessuno possa reclamare e dire: “Padre, io ho abbandonato tutti i miei averi e Ti ho seguito; quali tesori mi dai Tu in cambio?”. - Ma Io risponderò: “Io vi ho affidato un talento; come l’avete impiegato?”. - Però, nel senso spirituale, cosa significa la proposizione: Io vi ho affidato un talento? – Voglio spiegarvelo!
8. «Io vi ho posto nel cuore la semente dell’Amore». - L’avete voi innaffiata con diligenza, affinché potesse crescere, innalzarsi verso di Me e diventare un albero la cui cima giungesse fino a Me, e affinché i suoi rami potessero crescere insieme a quelli del vicino per offrire così alla loro ombra, refrigerio ai figlioli dell’amore, e nutrimento a mezzo dei raggi insinuatisi tra il fogliame, quale un segno d’amore del Padre stesso? Ogni raggio di Sole che penetra attraverso l’albero, è un bacio del Padre d’Amore.
9. Ma che cosa ne avete fatto voi del talento affidatovi? Guai a colui che l’ha sepolto e non ha badato al prossimo nei suoi dolori e che, anzi, nella sua durezza di cuore ha accumulato pietra su pietra nel luogo dove ha sepolto il talento dell’Amore che gli è stato affidato.
10. O cari figlioli, in verità vi dico: “Nel Mio Regno verranno prima a Me tutti i dissipatori che non un avaro, il quale Io odio più della peste e di ogni altro malanno”. – Non punite nessuno che non sa trattare la semente del Maligno (e non la sa adoperare), perché costui è di cuore buono. Ma allontanatevi da coloro che incedono superbi e senza cuore, e passano con disprezzo dinanzi al povero Lazzaro; poiché tali uomini hanno un macigno nel petto, quale segno che essi appartengono al Maligno.
11. Regolatevi conformemente, e potrete senz’altro sapere a chi Io stendo lieto la mano affinché con l’aiuto di questa possa elevarsi. Questo vi dice il Padre vostro che vi ama. - Amen.
7 - Febbraio - 1888
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