domenica 6 ottobre 2024

L’atto di procreazione lontano da Dio è la causa della malafede

 


Ogni uomo pensante dovrebbe giungere alla conoscenza che un’esistenza terrena che dura relativamente breve tempo sarebbe senza senso e scopo, se appunto in questo breve tempo esiste l’ “io” dell’uomo, se con il momento della nascita fosse l’inizio e con l’ora della morte avesse la sua fine. Egli dovrebbe, se riconosce un Creatore, considerare Costui molto ristretto di Spirito, se a causa di un umore facesse sorgere degli esseri per via di preoccupazioni e gioie terrene insignificanti. Oppure dovrebbe, se si considera soltanto come un prodotto arbitrario della natura, domandarsi, perché in lui dimorino l’intelletto e la libera volontà. Perché tali pensieri gli farebbero apparire dubbioso di essere soltanto un tale prodotto arbitrario della natura. Attraverso l’intelletto e la libera volontà l’uomo si distingue da tutte le altre Creazioni della natura. Perciò potrebbe dedurre che esista uno Spirito della Creazione il Quale pure ha un Intelletto ed una Libera Volontà, quindi possiede Sapienza e Forza. E se fosse giunto a questo pensiero, allora cercherebbe anche di sondare il senso e lo scopo della sua esistenza terrena e non si accontenterebbe con della supposizione, di essere stato creato soltanto per via della vita terrena stessa. Ogni uomo potrebbe arrivare a questo risultato mediante una semplice riflessione, se non dovesse aver già conquistato questa conoscenza e non creda in un Dio dell’Amore, Sapienza ed Onnipotenza, dal Quale è sorto egli stesso. Ma molti uomini vengono procreati nell’estrema lontananza da Dio da uomini che non accendono in sé nessuna scintilla d’amore, che donerebbe loro una Luce, che sono ancora totalmente nel potere dell’avversario di Dio ed ora impiantano la loro mentalità anti divina nel figlio, che viene messo al mondo da loro contro la volontà e la cui anima è circondata da involucri più densi, che cresce senza Luce e senza amore. Non è sempre necessario che l’essere di un figlio corrisponda a quello dei genitori, si può incorporare in lui anche un’anima, che intraprende consapevolmente la lotta con i pericoli del mondo, ma quasi sempre si trasferisce la mentalità dei genitori sui loro figli, ed allora vengono al mondo degli uomini che si considerano soltanto come prodotti della natura sorti arbitrariamente e non hanno nessun legame con Colui, il Quale ha dato anche per la loro esistenza solo il Suo Assenso, perché la libera volontà anche di quei genitori è libera e la loro costituzione naturale è motivo della nascita di figli. Ma anche a quei figli non manca nuovamente la facoltà di pensare e la libera volontà, in modo che anche per quegli uomini esiste una via per giungere dal buio alla Luce. Ed anche quegli uomini hanno ricevuto da Dio la piccola scintilla d’amore, anche per loro è possibile di accenderla. Ed anche a lui affluiscono le Grazie divine. Ma questi uomini dimorano davvero nella più grande oscurità, costoro vedono lo scopo della loro vita soltanto nella vita terrena stessa, si credono perituri con il momento della morte e non riconoscono e non vogliono riconoscere nessun Potere al di sopra di loro, perché costoro non sfruttano il Dono dell’intelletto, non pensano nemmeno una volta nella seria volontà di sondare la Verità, altrimenti giungerebbero irrevocabilmente ad un pensare diverso. E così da questo si può vedere che l’atto di procreazione è un’arma dell’avversario, che sovente gli procura la vittoria nella lotta per le anime degli uomini, perché spinge gli uomini ad un illimitato godimento dei sensi e non troverà nessuna resistenza. Gli uomini si danno reciprocamente in modo sfrenato, ma non con amore, ma nella seduzione dei sensi che raramente rende possibile la procreazione se non ad anime oscure, e quest’oscurità si manifesta quasi sempre nella mancanza di tutte le premesse per la fede, che è l’intenzione dell’avversario. Ma anche l’orgoglio può oscurare un’anima nella quale esiste già il fondamento della conoscenza, quando l’intelletto nell’arroganza si ritiene capace di sondare anche i più grandi misteri. Allora l’avversario ha raggiunto la sua meta, di rendere miscredente l’uomo e di confondere i suoi pensieri. 

Amen

4 gennaio 1958

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