SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X
Sei mesi dopo, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, detta Nazaret, ad una vergine, fidanzata a un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe, e il nome della vergine era Maria. L'Angelo, entrato da lei, le disse: «Ti saluto, piena di grazia; il Signore è con te! Tu sei benedetta fra le donne!» Maria restò turbata a queste parole e si domandava che cosa volesse dire quel saluto; ma l'Angelo soggiunse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco: Tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio, che chiamerai Gesù. Egli sarà grande; sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di David suo padre; regnerà eternamente nella casa di Giacobbe e il suo regno non avrà mai fine». Allora Maria disse all’Angelo: «E come mai avverrà questo, se io non conosco uomo?» E l'Angelo a lei: «Lo Spirito Santo verrà sopra di te e la virtù dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra; per questo appunto l'essere santo, che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio. La tua parente Elisabetta, essa pure, e nella sua vecchiezza, ha concepito un figlio, e colei che era chiamata sterile, ora si trova già nel sesto mese, perché nulla è impossibile a Dio». Soggiunse allora Maria: «Ecco l'ancella del Signore; si faccia di me secondo la tua parola». E l'Angelo se ne partì da lei (Lc 1, 26-39).
Incarnazione significa che il Figlio di Dio si è fatto uomo, assumendo un corpo e un'anima umana, nel seno purissimo di Maria Vergine. L'incarnazione è l'atto con cui la seconda Persona della Santissima Trinità si è «fatta carne», unendosi alla natura umana e facendosi uomo. Il Figlio di Dio era purissimo spirito; facendosi uomo è venuto ad abitare in un corpo umano, di carne, unito a un'anima razionale.
Il Figlio di Dio si è unito alla natura umana nell'unione ipostatica, formando una sola persona umano-divina, in cui sono indissolubilmente congiunte la divinità del Figlio di Dio e la natura umana assunta nel seno di Maria Vergine.
Dell'incarnazione si parlerà più a lungo trattando del secondo articolo del Simbolo Apostolico.
Riflessione. - Il Figlio di Dio si è fatto uomo per comunicarci la sua natura, farci figli di Dio, partecipi della sua gloria in cielo. Solo il peccato può distruggere questo meraviglioso piano della nostra elevazione a figli di Dio e tenerci separati da Lui in eterno. Maria Santissima è la Madre del Verbo incarnato e per questo anche la madre di tutti i figli di Dio, che in lei e per lei nascono alla vita divina. Essa infatti è l'unica via che ci conduce all'unione con il Verbo incarnato: a lei Dio affidò la cura di formare in sé i veri suoi figli, che si modellano sul suo Figlio naturale fatto uomo. La devozione e l'unione con Maria Santissima sono moralmente necessarie per la nostra salvezza eterna.
ESEMPIO. - La casetta dell'Incarnazione. - Una fondata tradizione dice che la Santa Casa di Loreto è la stessa Casa di Nazaret, nella quale il Figlio di Dio si è fatto uomo e dove ha abitato per trent'anni. Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, aveva fatto edificare a Nazaret una bella basilica, nella quale era inclusa la Santa Casa di Maria e di Giuseppe. Sulla fine del secolo decimoterzo i Luoghi Santi furono invasi dai Turchi; la magnifica Chiesa di Sant'Elena fu distrutta, e anche l'umile casetta avrebbe tra breve subito la stessa sorte.
La mattina del 10 maggio 1291 alcuni abitanti di Tersatto, presso Fiume, notarono meravigliati una casetta in un luogo dove nessuno aveva mai veduto né case né capanne. La voce si sparse in breve nei dintorni; da ogni parte si accorse per vedere la casetta costruita di piccole pietre rosse e quadrate. La struttura era singolare, l'aspetto antico e la forma orientale. Ma più di tutto faceva stupire, che la casetta si reggesse senza poggiare al suolo. All'interno fu notato il soffitto di legno dipinto in azzurro, cosparso di stelle dorate, sormontato da un piccolo campanile. Le pareti irregolari erano intonacate e portavano dipinti qua e là i principali misteri della vita di Nostro Signore. Di fronte all'ingresso vi era un altare di pietre quadrate. A destra si apriva un'unica finestra stretta; accanto all'altare vi era un piccolo armadio con scodelle e ciotole di terracotta; a sinistra, in una piccola nicchia, una statua della Beata Vergine, reggente il Bambino: i loro volti erano anneriti dal tempo e dal fumo dei ceri. In mezzo allo stupore generale e mentre tutti si domandavano che cosa fosse e donde venisse quella casetta, giunse il curato di Tersatto, Alessandro Georgerich, che poco prima era infermo. A gran voce egli ringraziava la Santissima Vergine, che nella notte gli era apparsa, lo aveva guarito, e gli aveva detto che quella casetta era la stessa casa di Nazaret, nella quale essa aveva trascorsa la sua vita e il Verbo si era fatto carne. Il principe del luogo, Nicola Frangipane, fece accurate ricerche e mandò quattro persone sagge e prudenti a Nazaret in Palestina, per accertarsi del fatto. Faceva parte del gruppo anche Alessandro.
Essi constatarono che a Nazaret la Santa Casa non Vi era più, e che era stata staccata dalle fondamenta, formate da pietre della stessa qualità di quella che componeva il santuario. Le fondamenta avevano la stessa lunghezza e l'identica larghezza della Santa Casa di Tersatto.
La notte del 10 dicembre 1294 la Santa Casa scomparve da Tersatto: alcuni abitanti dei pressi di Recanati, nelle Marche, la videro circondata da uno splendore celestiale, portata dalle mani degli angeli, giungere dalla sponda orientale dell'Adriatico, e posarsi in una foresta di lauri, detta Loreto (Lauretum). Otto mesi rimase la Santa Casa nel boschetto di lauri, tra la devozione dei fedeli, in favore dei quali la Beatissima Vergine elargiva numerose grazie e prodigi. Quando però i delitti di uomini malvagi profanarono il luogo, la Santa Casa fu portata dagli angeli non lontano, in un podere dei fratelli conti Stefano e Simone Rainaldi Antici di Recanati, i quali però rubavano sacrilegamente le offerte e i doni che i devoti deponevano ai piedi della Santa Vergine. Dopo quattro mesi gli angeli portarono poco lontano la Santa Casa, sulla strada che da Recanati conduce al mare, dove si trova tuttora.
Per verificare l'autenticità della Santa Casa furono mandati sedici uomini a Tersatto e a Nazaret. Essi esaminarono diligentemente i luoghi e interrogarono minutamente molti testimoni. Ritornarono dichiarando che le misure e le testimonianze non lasciavano dubbio che quella non fosse la Santa Casa di Nazaret.
La devozione verso il più venerando Santuario mariano andò crescendo sempre più. La Casetta fu chiusa in un grande e bellissimo santuario; e attorno al santuario sorse una piccola città. Da ogni parte d'Italia e del mondo cattolico accorrono i fedeli devoti e ne riportano copiose messi di grazie, di guarigioni miracolose, di conversioni. Nella sua Casa Maria si compiace di elargire i suoi favori, come un giorno elargì in essa i tesori delle sue virtù e dei suoi santissimi esempi, e dove custodì per gli uomini il più grande prodigio e il più grande dono: il Verbo fatto carne.
Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.
Nessun commento:
Posta un commento