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mercoledì 27 gennaio 2021

VI PRESENTO L'AMORE

 


Perché il peccato è il sommo male?

Perché il peccato è come un divorzio da quella vita divina che abitava nell'anima. Ciò  che la morte è per il corpo, il peccato è per l'anima. « Il salario del peccato è la morte  », dice San Paolo (Ai Romani, 6, 23). Nello stato di Grazia, l'uomo ha una doppia  vita. La vita del corpo che è l'anima; la vita dell'anima che è la grazia. Quando  l'anima abbandona il corpo, il corpo muore; quando la Grazia abbandona l'anima,  l'anima muore. Ecco perché il peccato si chiama mortale o doppia morte. La più gran  tragedia nel mondo è morire in peccato mortale.

FULTON J. SHEEN

venerdì 11 dicembre 2020

VI PRESENTO L'AMORE

 

Tre effetti prodotti dalla Grazia nell'anima.

Il primo effetto è questo: l'anima diventa il tempio di Dio.

Parole di Gesù: «Se uno mi ama, conserverà la mia parola e mio Padre lo amerà e noi  verremo a lui e prenderemo alloggio presso di lui » (S. Giovanni, 14, 23).

Parole di S. Paolo : « Non sapete che voi siete il tempio di Dio e che lo spirito di Dio  abita in voi? » (Prima lettera ai Corinti, 3, 16).

Secondo effetto l'uomo diventa un altro Cristo per partecipazione.

Parole di S. Paolo: «Io vivo, ma non vivo io; ma Cristo vive in me. E quella vita che  ora vivo nella mia carne, la vivo mediante l'adesione vitale col figlio di Dio, che mi  ha amato e ha consegnato se stesso alla morte per me » (Ai Galati, 2, 20).

Terzo effetto: l'uomo diventa figlio adottivo di Dio.

Gesù Cristo è il figlio naturale di Dio fatto uomo. Noi, invece, siamo soltanto figli  adottivi. Però, essendo figli, abbiamo il diritto d'essere nutriti: «Padre, da' a noi il  nostro pane quotidiano ». Poiché siamo figli, abbiamo il diritto all'indulgenza del  padre: «Padre, perdona a noi le nostre colpe ». Poiché siamo figli, siamo anche eredi del regno dei cieli. Se pertanto noi siamo nello stato di grazia e quindi possediamo  questa somiglianza con la divina natura, il Signore dirà a noi in punto di morte:  «Venite, benedetti dal padre mio, possedete il regno preparato per voi fin dalla  creazione del mondo » (S. Matteo, 25, 34).

Donde questi tre privilegi?

Noi acquistiamo il diritto a essere innalzati dal piano umano di creature al piano  sopraumano di figli di Dio, attraverso l'amore del Padre. Da tutta l'eternità, Egli ci  scelse e ci predestinò a essere conformi all'immagine del Figlio suo. Questa divina  adozione fu operata da Dio in noi attraverso l'amore del Figlio. Diventando uomo e  morendo per noi sul Calvario, abbatté il muro del peccato che ci divideva da Dio e ci  redense con la sua morte sulla croce. Così dice S. Paolo: «In Cristo, noi abbiamo la  redenzione attraverso il suo sangue, la remissione dei peccati, in corrispondenza alle  ricchezze della sua Grazia ». (Agli Efesini, 1,7). Da ultimo, questa divina  trasformazione è operata in noi attraverso l'amore: dello Spirito Santo che, nel  battesimo ci ha incorporati a Cristo. Forti parole di San Paolo: «Una volta eravate  peccatori; ma ora voi siete stati liberati, siete giustificati, siete santificati, nel nome  del Signore nostro Gesù Cristo, e nel nome dello Spirito del nostro Dio » (Prima ai  Corinti, 6, 11).

FULTON J. SHEEN

venerdì 16 ottobre 2020

VI PRESENTO L'AMORE

 

DIVINA AMICIZIA

L'uomo può vivere sopra tre piani: sotto-umano, umano, divino.


Vita con Dio.

I sette sacramenti, in certo modo sono come altrettanti canali, attraverso i quali Cristo  Signore costruisce il suo Corpo Mistico in terra, mediante l'infusione della sua vita  divina. I Sacramenti sono come altrettanti ponti buttati fra i cristiani e Cristo.  Attraverso questi canali le acque della Vita Eterna zampillano nel giardino delle  anime. Sono i baci di Dio che innaffiano le anime con le ricchezze del suo amore.

Voi domanderete :

— Quale effetto può avere un po' di acqua versata sulla testa d'un bambino?

— Non valutate l'esistenza di queste divine acque in base alla materia che voi  vedete nei sacramenti. Essi sono soltanto il segno della vita divina. Non valutate il Battesimo dalla sola acqua, o l'Eucarestia dal solo pane, ecc. La gioia dell'amicizia la  valutate voi con il solo stringere delle mani oppure con il solo abbraccio?

— Che cosa è una parola pronunciata, se non un movimento d'aria?

— Quando l'anima entra in quello che voi chiamate movimento d'aria, ecco  nascere l'eloquenza, la giustizia, la carità, il coraggio per operare e per morire.  Pensate che cosa può operare la parola quando Dio mette in essa la Sua Anima.

— Che cos'è l'acqua se non l'unione d'idrogeno e di ossigeno?

— Mettete il genio umano nell'acqua ed ecco il vapore, il commercio, l'energia, la  civiltà. Pensate, quindi, che cosa può fare l'acqua quando in essa Dio mette se stesso. — Che cosa è il pane se non una combinazione chimica di farina, di acqua e di  lievito?

— Mettete in questa combinazione l'anima umana, ed ecco il nutrimento, la forza,  la vita, la gioia. Pensate, quindi, che cosa diventa il pane quando Dio mette in esso la 

Sua Vita.

Ragionate così per gli altri sacramenti. Ciò che in essi colpisce l'occhio è debole e  povera cosa; ma ciò che colpisce l'anima è realtà divina.

I Sacramenti, insomma, sono i canali normali attraverso i quali la vita divina entra  nelle nostre anime. Quando noi diventiamo « partecipi della divina natura » come  dice S. Pietro (II Lettera 1, 4), Dio si fa presente a noi in una maniera nuova. Si fa  presente non soltanto come nel mondo, con la sua potenza, con la sua sapienza e la  sua bontà; si fa presente non soltanto come nel Tabernacolo dove abita col corpo, col  sangue, con l'anima e la divinità sotto le apparenze di pane; si fa presente nell'anima  in un modo superiore.

— — — —

  Questa presenza da chi è prodotta?

Dalla Grazia.

Da chi è cacciato Dio dall'anima?

  Dal peccato.

FULTON J. SHEEN

martedì 25 agosto 2020

VI PRESENTO L'AMORE



Due sole teorie sull'origine dell'uomo.

***

1) La vita dell'uomo viene dal basso,
2) La vita dell'uomo viene dall'alto.

Secondo la prima, l'uomo è completamente
terra che viene dalla terra. Secondo l'altra, l'uomo parzialmente è celeste e viene dal  cielo. Così dice il cristianesimo: l'uomo non è una bestia che s'innalza, ma è un  angelo caduto. La sua origine non si nasconde nel fango o nella polvere delle foreste  preistoriche, ma nella luce mattutina del paradiso, dove era in comunione con Dio. La sua origine risale non alle forze cosmiche, ma alla grazia divina. In  conformità a questa dottrina, l'uomo non agisce come una bestia, da cui deriva; ma  agisce come Dio, da cui fu creato a sua immagine e somiglianza.
Quale delle due dottrine è più nobile?
Sarà più nobile quella che considera l'uomo come una piccola entità biochimica di  carne e di sangue, alto pochi centimetri, capace di venir ucciso da un microbo, tutto  concentrato in sè stesso, senza conoscere Dio, senza aver uno scopo, in attesa che le  forze cosmiche dello spazio e del tempo lo abbiano da spazzar via, per diventare un  elemento confuso nella combustione della massa cosmica?
Non è forse più nobile, invece, la teoria cristiana che dice: l'uomo svegliandosi in  certo modo davanti all'attuale sua condizione di peccatore, avverte possibile la  santità, con il partecipare della vita di Cristo, con l'inserire se stesso, mediante un atto  di rinuncia, nella più alta posizione di sviluppo, sotto il soave sguardo del Figlio di Dio fatto uomo? Allora egli può esclamare rivolgendosi al padrone dell'universo : «  Io sono tuo, o Dio. Aiuta me che tu hai creato ».
Quando un uomo risponde così alla domanda relativa all'origine dell'uomo,  comprende qualche cosa della vera sua natura e dell'amore di Dio, che venne a  ristorare i doni che l'uomo aveva perduto. Pieno di gratitudine allora il suo cuore  griderà: Mio Dio! Mio Dio, che cosa è mai il cuore umano che tu lo debba mirare con  amore, che sopra di lui abbia da versare le tue opere, come se non avessi altro da  fare?
Dopo l'ascensione di Cristo Signore in cielo, questa vita divina viene comunicata  all'uomo, nella stessa maniera con cui Egli comunicava la propria verità e la propria  forza, quando viveva in terra, cioè attraverso quel suo corpo misterioso che è la  Chiesa. Come aveva scelto la natura umana per usarla quale strumento per la  santificazione degli uomini, durante la sua vita terrena, così adesso adopera la  corporazione dì nature umane quale strumento, per la santificazione delle anime, fino  al termine del mondo.
Come l'energia invisibile del mio cervello discende in tutte le parti del mio corpo per  dare movimento alle braccia, alle gambe, ai muscoli e ai nervi, così dal Cristo  glorificato discendono torrenti di grazia nei membri del suo misterioso corpo.
Ed ecco i mezzi che Egli adopera per santificare quel mistico corpo che è la Chiesa.

Cos'è un sacramento?

In un significato ampio, un sacramento è una cosa materiale visibile, usata come  canale per lo spirituale e l'invisibile. Anche il mondo è formato da sacramenti di  ordine naturale, Una stretta di mano, è un sacramento, nel senso che è un visibile  stringere, per esprimere l'invisibile: benvenuto oppure amicizia.

Battesimo.

perché Cristo ha scelto parecchi sacramenti per dar vita al suo mistico corpo?
Poiché la vita soprannaturale è modellata sopra la vita umana, i Sacramenti dovevano  essere sette. Ma perché sette? perché sono sette le condizioni che rendono possibile la  vita. Cinque condizioni riguardano la vita individuale e due riguardano la vita sociale. Nel campo individuale, la prima condizione di ogni vita è la nascita. Impossibile, infatti, vivere se prima non si nasce. Anche nell'ordine sopranaturale, non posso  vivere la vita di Cristo, se non sono nato da Cristo. Questo è il sacramento del  Battesimo.

Confermazione.

Nell'ordine naturale, un uomo non deve soltanto nascere, ma deve anche crescere  dall'infanzia alla maturità. Nell'ordine sopra-naturale, un'anima deve crescere verso la  maturità spirituale, a guisa d'una cellula perfetta del corpo mistico, superando tutti gli  ostacoli che incontra nella strada della vita divina. Questo è il Sacramento della  Confermazione o Cresima.

Eucarestia.

In terzo luogo, per vivere di vita naturale, la vita deve nutrirsi. Nell'ordine  sopranaturale, l'anima deve nutrire la vita divina. Questo è il Sacramento  dell'Eucarestia.

Pentimento.

In quarto luogo, nell'ordine naturale, succede qualche volta che un membro del corpo  si ammali o sia ferito. In questo caso, quel membro dev'essere medicato e guarito.  Nell'ordine sopranaturale, succede che un'anima cada in peccato. Allora come  membro del Corpo Mistico essa rimane ferita o anche morta.
Il Sacramento della Penitenza o della Confessione guarisce quell'anima o le rida la  vita perduta.

Estrema Unzione.

In quinto luogo, l'ultima condizione della vita individuale nell'ordine naturale  consiste nel superare gli effetti del male. Un corpo, infatti, non soltanto può essere  ferito; ma può anche soffrire per la debolezza fisica che tien dietro alla malattia.  Nell'ordine sopranaturale, l'anima deve liberarsi dalle reliquie del peccato o dalla  debolezza morale che tiene dietro al peccato. Questo è il Sacramento dell'Estrema  Unzione, detto anche Olio Santo.

Matrimonio.

Passando ora alle due condizioni della vita sociale, troviamo che nell'ordine naturale,  la società dipende dalla procreazione della nostra specie. Nell'ordine soprannaturale,  analogamente, l'aumento del Corpo Mistico dipende dal nascere dei figli di Dio. E  questo si ottiene attraverso il Sacramento del Matrimonio.

Ordini Sacri.


Da ultimo, nell'ordine naturale, l'uomo ha bisogno di essere governato. Di qui la  necessità di ufficiali che abbiano il compito di far osservare le leggi ai sudditi.  Nell'ordine sopranaturale, analogamente, i membri del Corpo Mistico devono essere  governati. Questo implica la necessità di sacri ministri, affinché per loro mezzo, gli  effetti della Redenzione possano venire applicati alle anime. E questo si ottiene  attraverso il Sacramento degli Ordini Sacri.

***
FULTON J. SHEEN

sabato 8 agosto 2020

VI PRESENTO L'AMORE



DIVINA AMICIZIA

L'uomo può vivere sopra tre piani: sotto-umano, umano, divino.


Piano sotto-umano.

Noi non possiamo dire a una scimmia che fa stupidaggini: «Non operare come una  noce», perché la scimmia non può abbassarsi a diventare sotto-scimmia. A un uomo,  invece, noi possiamo dire: «Non fare come una scimmia», perché un uomo, qualche  volta, non fa quel che dovrebbe fare e quindi può abbassar se stesso a un livello sottoumano. Cadere da uno stato più alto non è possibile per la bestia; ma è possibile per  l'uomo. Una scimmia non può diventare una noce; ma un uomo può diventare una  bestia.
In tre modi, l'uomo può vivere a un livello sotto-umano:
1) Quando dice che non ha un'anima spirituale e in tal modo identifica se stesso  con le bestie.
2) Quando afferma di non aver altro destino che quello di corrompersi nella  polvere del sepolcro.
3) Quando si fonda sul principio che il solo scopo della vita è  soddisfare gl'impulsi animali.

Piano umano.

L'uomo comincia a vivere l'esistenza umana, quando riconosce una differenza  specifica fra sè e gli animali; quando, cioè s'accorge di possedere un'intelligenza  capace di conoscere la verità e una volontà capace di scegliere il bene. E' veramente  umano quando sottomette le cose sotto-umane alla sua volontà; per esempio, quando costringe il proprio corpo a servire la propria anima e costringe la propria anima a  star soggetta a Dio. L'uomo sa d'essere più piccolo del cosmo; ma si rifiuta di essere spaventato dal cosmo, perché sa di essere « più grande del cosmo ». Egli, infatti, può  mettere il cosmo dentro la propria testa, quando ne conosce le leggi. Ecco allora delinearsi il suo supremo compito: portare il capo nei cieli. Arrivato a questo livello,  l'uomo sa che viene da Dio e deve ritornare a Dio. In tal modo l'universo prende  l'aspetto quasi sacramentale: una realtà materiale, usata allo scopo di guidare al bene.

Piano divino.

Il vivere nel piano umano non soddisfa completamente, non soltanto perché la nostra  ragione è limitata e la volontà è debole, ma anche perché nel piano umano, le nostre relazioni con Dio non sono chiare.
Com'è possibile per un uomo discendere sotto il piano umano, così è anche possibile  per lui essere innalzato sopra il piano umano. Questo però non è nel suo potere. Come  un cristallo non può diventare un fiore, così un uomo non può diventare figlio di Dio,  con il suo sforzo non aiutato. Nessuno sforzo morale, nessun progresso evolutivo,  nessuna filantropia intensificata può innalzare l'uomo a quel livello spirituale che lo  renda partecipe della vita di Dio.
La pianta non può vivere di vita animale, se l'animale non la attira nel suo regno, In una maniera ancora più recisa, l'uomo non può vivere in Dio, se la vita divina non  discende a lui e lo porta al suo piano. Come uno non può vivere una vita umana se  non è nato per la vita umana, così uno non può vivere la vita divina, se non è nato alla  vita divina. Fra il piano umano e il piano divino, c'è questa legge di gradazione: la  vita viene dalla vita e la vita divina viene da Dio. « In verità, in verità, io ti dico : se  l'uomo non nasce di nuovo per mezzo dell'acqua e dello Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio » (S. Giovanni, 3, 5). Questo nascere nel piano divino è  opera del sacramento del battesimo.
Coll'essere nato di nuovo dallo spirito e non dalla carne, noi siamo innalzati al piano  sopranaturale. Per salire su tale piano noi non abbiamo diritto, come una rosa non ha diritto di udire e un cane non ha diritto di parlare. Sul piano della natura, siamo  creature di Dio, sul piano della sopra-natura, siamo figli di Dio. Nel piano naturale,  Dio è creatore, provvidente e scopo dell'uomo. Nel piano sopra-naturale, Dio è padre,  in quanto creatore, Dio è Figlio, in quanto Redentore e Dio è Spirito Santo in quanto  Santificatore. Questa mistica unione con Dio che nasce nella nostra anima mediante il  Battesimo, si esprime con la fede, con la speranza e con la carità; è accresciuta dai  doni dello Spirito Santo e dai Sacramenti. Resta così evidente che, benché la nostra  unione con Dio sia un libero dono, non può essere conservata o aumentata senza la  nostra cooperazione. Supponiamo che io, svegliandomi al mattino, scopra d'aver  ricevuto improvvisamente il dono infuso di suonare il piano. Se io non mi esercito a  suonare, perdo anche il dono. Per analogia, il dono della Fede intanto si conserva in  quanto si riproduce e lo si esercita.

FULTON J. SHEEN

lunedì 8 giugno 2020

L'AMORE DI DÌO PERSEGUITA L'UOMO



VI PRESENTO L'AMORE


Anche se noi possiamo non essere sempre in cerca di Dio, Dio è sempre in cerca di  noi. Anche se l'esperienza e i momenti della vita, valutati in se stessi non si  spiritualizzano, Dio nella sua bontà, può usarli per ritrarci indietro, verso di sè, Ecco  sette maniere con cui Dio amorosamente perseguita l'uomo:


Con il senso di sazietà.

Dio chiama l'anima e la conduce a sè con quel senso del disgusto che tiene dietro a  ogni peccato e con il senso di vuoto che esso produce. Egli così ci richiama per  riempirci della sua grazia.
Un animale cerca il piacere entro i limiti finiti del proprio organismo fisico: l'uomo,  invece, abbisogna d'un piacere che sazi la sete infinita della propria anima.  Nell'uomo, infatti, opera la legge dei cosiddetti ritorni diminuenti: quanto più un  piacere diminuisce, tanto più il suo desiderio cresce. I piaceri cominciano a diventare  esasperanti, perché essi « mentono », cioè perché non danno ciò che promettono.  Tristezza, umor nero, cinismo, ecc. s'impadroniscono dell'anima, accompagnati dalla  stanchezza di vivere.
Questo senso del vuoto può diventare il principio della conversione. Il desiderio della  felicità non può essere falso, ma deve dipendere dal fatto che noi abbiamo cercato la  felicità in oggetti falsi: nelle creature staccate da Dio, invece di cercarla nelle  creature, sotto la legge di Dio. In tal modo, nella stessa confusione e nel disgusto che  tiene dietro al peccato, si nasconde un germe di possibile risveglio spirituale. Quando  un'anima s'accorge mentre opera come una bestia, che potrebbe vivere come un  angelo, è vicina a conoscere se stessa. Il figlio prodigo della parabola (S. Luca, 15),  dopo di essersi nutrito di ghiande, cominciò a sospirare verso il pane della casa  paterna.

Con il valore del sacrificio.

Un'anima che sia sempre indulgente con se stessa, e si circondi con ogni forma di  comodità e di lusso e che faccia uso delle altre persone come di altrettanti strumenti  del suo benessere, qualche volta sente le proprie intime profondità come scosse dal  vedere qualche altro che vive felicemente e in perfetta pace in mezzo alla completa  dimenticanza di sè, tutto occupato a servire gli altri. Allora essa dice:
— Io potrei essere simile a quell'anima; io desidererei diventare felice come quella  persona.
Ecco allora spezzarsi la crosta dell'egoismo e far capolino la bellezza tremenda del  sacrificare sè stesso. Quell'anima allora, per la prima volta, arriva a sperimentare la  sublime verità, contenuta nelle parole dei Maestro: «La via migliore per salvar la propria vita è quella di perderla » (S. Luca, 9, 24). Tale consapevolezza è una grazia  attuale di Dio e se un'anima agisce in corrispondenza di essa, tale consapevolezza  getta una grande luce nell'oscuro involucro dell'anima.

Con il senso del soffrire.

Molti identificano se stessi con l'ambiente. Poiché la vita è buona verso di essi,  credono di essere buoni. Non si soffermano mai a meditare sull'eternità, perché il  tempo è tanto piacevole, Quando poi la sofferenza colpisce, si trovano come  divorziati dal loro ambiente piacevole, lasciati come nudi nella propria anima. Allora  vedono che non erano veramente affabili e simpatici; ma irritabili e impazienti.  Quando il sole della prosperità esterna tramonta, non hanno alcuna luce interna, per  guidare la propria anima ottenebrata.
L'importante in tutto questo, non è ciò che accade a noi, ma è il modo con cui noi vi  reagiamo. Nessuno diventa buono in forza della sola sofferenza. Generalmente anzi  uno scatta e si fa cattivo con la sofferenza. Il senso del vuoto dell'anima che tiene  dietro al distacco violento dall'ambiente piacevole, trascina l'anima entro se stessa, e,  se quell'anima coopera con la grazia in quel momento, può trovare il vero significato  della vita. Sant'Ignazio arrivò a conoscere se stesso, attraverso una ferita riportata in  guerra. Molti non incontrano Cristo Signore nella vita, finché, come il buon ladrone,  lo trovano sulla croce. Nei campi di battaglia, molti trovarono Dio, come l'unico a cui  rivolgersi.

Con il peso dell'età.

Il giovane è pieno di speranze, perché la vita è piena di promesse. Lo studentello che  nei collegi americani prende nome di sophomore (sapiente-folle, appartenente alla  seconda delle quattro classi) pensa che la scienza può prendere il posto di Dio, che il  progresso è necessario, senza che dipenda dalla disciplina, e che il piacere è lo scopo  della vita. Qualche tempo dopo, quando lo studentello ha tralasciato i cosiddetti colli della religione ed è disceso nelle pianure dove dovrebbero realizzarsi le speranze  eterne, comincia a diventare deluso per la monotonia della vita. Arriva un momento  nel quale l'anima comincia a guardare a quei colli della religione, come a una felicità  lasciata indietro. Il volare degli anni lascia l'impressione che suole lasciare un ladro  che è entrato in una casa. All'opera sua si riferiscono certe scomparse che prima non  si avvertivano. L'anima allora si sente come svegliata e grandi possibilità le stanno  davanti. Un poeta così cantò: «Finché il fuoco arde nel focolare, non ci sentiamo  imparentati con le stelle ».

Con l'urto del mondo peccatore.

Tutte le moderne spiegazioni, che si danno per trovare la ragione del male, sono false.  Gli specialisti in biologia vanno dicendo che il male è dovuto a un arresto  nell'evoluzione. Rispondiamo: se il progresso è inevitabile, perché mai in vent'anni  abbiamo avuto due guerre mondiali? A loro volta gli specialisti in sociologia dicono  che il male viene dai sistemi: capitalismo, comunismo, nazismo, fascismo.  Rispondiamo: come ha potuto il mondo accettare cattivi sistemi, se le menti non erano terreno adatto per il loro crescere? Dal momento che il male è tanto universale,  esso si deve attribuire a un crollo della legge morale universale. Il mondo è in  subbuglio, perché sono io personalmente in subbuglio; perché io non ho fatto ciò che  avrei dovuto fare.
Questo precisamente insegna il cristianesimo: Dio discese dal cielo in terra, per  raddrizzare il mondo. Il cristianesimo comincia da una catastrofe. Quando un'anima  comincia a convincersi che il mondo è guasto, perché ha violato la legge morale di  Dio, allora fa i primi passi verso la conversione. Dio e l'anima s'incontrano lungo la  strada d'un mondo spezzato e disordinato. Ecco il profondo significato di Betlemme  (nascita) e del Calvario (morte).

Con mettersi in contatto con la presenza divina.

Un uomo, che non ha mai pensato alla religione, entra in una chiesa cattolica. Benché  egli ignori completamente l'insegnamento cattolico, passa qualche tempo alla  presenza del Sacramento Eucaristico e subito si sente come dominato dalla  sensazione: qui c'è qualche cosa o qualcuno che rende questa chiesa differente dalle  altre. L'anima di questo visitatore occasionale non sa o non crede che Cristo Signore  sia realmente e veramente presente sull'altare di ogni chiesa cattolica; eppure si sente  come costretto a restare in quella misteriosa Presenza. Egli allora rassomiglia ai due  discepoli di Emmaus. Anche la sua anima si accompagna con il Salvatore, senza  conoscerlo. Dopo simili esperienze, il ricercarne le ragioni può condurre alla pienezza  della fede.

Con il peso della tristezza.

— perché amiamo vedere sul palco o sullo schermo avvenimenti dolorosi o tragici  che non vorremmo che toccassero a noi?
— perché il dolore altrui diventa il nostro piacere e le lacrime altrui diventano  nostro godimento?
— perché piangiamo sui fatti fantastici e non piangiamo sopra i fatti reali?
— perché ci piace leggere racconti di assassini, mentre non vorremmo che i nostri  amici fossero assassinati?
— La gente che vive in pace perché gode di vedere discordie inventate?
— perché chi è felice gode di conoscere tragedie inventate?
Ecco l'unica risposta alle domande: il vedere avvenimenti tristi o tragici è come una  rivelazione della tristezza e della tragedia che sta al fondo della nostra anima.  Un'anima che ami Dio e veda le miserie del prossimo, sente il bisogno di alleviarle.  Un'anima che ha abbandonato Dio e vede le miserie del prossimo, sente il bisogno di  piangere sopra di esse, ignorando che in realtà essa piange sopra di sè. Ci  comportiamo come compassionanti, mentre siamo noi oggetto di compassione.
Appena tocchiamo con mano che la nostra tristezza è generata dai nostri peccati,  siamo maturi per la conversione, perché allora intravediamo la forza di quell'invito:  «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò » (S. Matteo, 11,  28).

FULTON J. SHEEN

lunedì 18 maggio 2020

VI PRESENTO L'AMORE



COME L'UOMO FUGGE L'AMORE DI DIO


V'insegno cinque maniere con le quali potete opporvi all'amore di Dio.

Negate di essere peccatori.

Oggi nessuno crede nel peccato. Il sentimento della colpa è un sentimento  oppressivo. Io non credo più nella confessione.
A queste tre affermazioni si risponde così:
Per sfuggire le responsabilità della vostra bancarotta morale e principalmente per  sfuggire dal riconoscervi peccatori, contro l'amore di Dio, introducete discussioni  speculative o teoriche. In tal modo rinunzierete a riconoscere nella vostra coscienza la  necessità di confessare che voi siete peccatori.
A questa gherminella fece ricorso anche quella donna Samaritana che andava al  pozzo, quando Cristo Signore, con un gesto di realismo morale, le ricordò che essa  aveva avuto cinque mariti. Allora quella donna, per evadere dalla sua riconosciuta  colpa, sollevò il problema teorico:si deve adorare Iddio nel monte Sion di  Gerusalemme o nel monte Karizim della Samaria?
Imitate questa donna con il cambiare la Religione in una controversia, invece di  cambiarla in una conversione. Voi invece non avete bisogno di argomenti, ma avete  bisogno di assoluzioni. Con il confondere le due cose, voi potete dilazionare il vostro  incontro col Dio dell'amore, fino al giorno della morte.

Pretendete che la Religione sia fatta per gli ignoranti e i superstiziosi; ma non per  gli intellettuali.

Ascoltando Cristo Signore che predicava nel Tempio, alcuni domandarono:
— Come mai questo uomo sa di lettere, non essendo mai andato a scuola? (Vangelo  di San Giovanni 7,15).
Questa domanda era simile a quella fatta poco prima:
— Può venire qualche cosa di buono da Nazaret? (1,46).
Altrettanto fate voi. Invece di mettere attenzione all'aspetto morale e spirituale della  religione cristiana, andate investigando intorno agli antecedenti sociali o ai titoli  accademici di coloro che insegnano la religione. Dicendo: «Ogni religione è buona  come un'altra » venite a concludere elegantemente: «Ogni religione è tanto cattiva  come ogni altra».
Inoltre vantatevi di avere larghezza di mente e condannate l'intolleranza di chiunque  ha una convinzione definitiva. Abitate in un nessun pianeta ma volate sopra tutti i  pianeti.
Quando si discute di religione, dite:
— La mia idea di religione è questa.
In tal modo scarterete il problema che riguarda qual è l'idea di Dio nella religione. In  tal modo vi confermerete nella vostra idea e non già nell'idea di Dio.
Giudicate le religioni se sono progressive o reazionarie, moderne o medioevali; ma  non giudicatele mai sulla base di sapere quali sono vere e quali sono false. Così  facendo assomiglierete a chi va vantandosi di aver molte lauree, piuttosto che pensare  a quello che imparaste. Fate vedere la vostra superiore conoscenza delle religioni per  concludere che le religioni sono inutili. Inoltre nascondete a voi stessi che,  abbracciando la fede cristiana, appartenete alla vera intelligenza, la quale consiste  nell'essere educati a conoscere oltre il comprendere; cioè accettare la fede.
Da ultimo mettetevi a ridere quando udite riferire le parole del Redentore: «Io ti  ringrazio, o Padre, padrone del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai  sapienti e ai furbi e le hai rivelate ai pargoli ». (Vangelo di S. Luca, 10, 21).  Sopratutto quando volete respingere ogni discussione sulla vita spirituale della Chiesa  Cattolica, incollatevi sopra l'etichetta: «Fascista».

Insistete che l'unico scopo della religione è il servizio sociale.

Quando il Redentore ebbe saziato una moltitudine con i pani e i pesci,  miracolosamente moltiplicati, alcuni attraversarono il lago di Genezaret per  proclamarlo re; ma egli rispose: «Questa è la verità che io vi dico: voi cercate di me,  non perché avete veduto i miracoli; ma perché avete mangiato il pane e vi siete  saziati. Adoperatevi ad ottenere non il cibo che perisce, ma il cibo che dura fino alla  vita eterna e che vi darà il figlio dell'uomo. Il padre, infatti, ha impresso sopra di lui il  suo sigillo». (S. Giovanni, 6, 26, 27).
Quando però il Redentore cominciò a parlare Con essi intorno al Pane che discende  dal cielo, dissero che la sua religione era assurda. La vita, insistevano essi, consiste in  essere ben nutriti. Ecco come dovete comportarvi quando volete opporvi all'amore di  Dio. Dite: la Religione è soltanto una specie di « ambulanza », per dar da mangiare ai  denutriti, in attesa che la scienza e il progresso dichiari inutile l'ambulanza stessa. Quando la Chiesa propone una soluzione sociale, basata sulla rigenerazione  spirituale, saltate su a dire:
— La Chiesa fa della politica!
Quando poi la Chiesa si dichiara estranea dalla politica politicante, voi gridate.
— La Chiesa è troppo estranea alle cose del mondo.
Sopratutto citate Marx :
— La religione è l'oppio del popolo.
Sforzatevi di presentare il Cristianesimo come
uno strumento per raggiungere la giustizia sociale. Così, per esempio, condannate la Chiesa per il suo atteggiamento nei riguardi del controllo delle nascite, che essa condanna e andate vociferando:
— Dopo tutto, se Dio ci ha dato i corpi, aveva certamente intenzione che noi li usassimo.
In tal modo scarterete il problema morale dell'anima e renderete inapplicabili le parole del Redentore : « Che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo, se poi perde la propria anima? ». (San Matteo, 16, 26). In tal modo, voi perderete tutte le consolazioni della religione, perché il Maestro disse: «Non temete coloro che uccidono il corpo e non possono uccidere l'anima. Temete, invece, colui che può gettare nell'inferno l'anima e il corpo». (S. Matteo, 10, 28).

Valutate la religione, in quanto è o non è accettata dalla nazione più «importante» del mondo.

Quando le turbe si ammassarono intorno al Maestro, i Farisei mandarono alcuni dipendenti per arrestarlo. Quando poi questi ritornarono a mani vuote, i Farisei rivolsero loro questa domanda:
— Siete anche voi sedotti? Qualcuno dei capi o dei Farisei ha creduto in lui? (S. Giovanni, 7, 47-48). Quei tali giudicavano la religione in base all'élite, anziché in base agli eletti. Una volta, pertanto, che uno sia convinto della verità della Chiesa, consigliategli a non entrarvi, per non perdere il tempo e per non essere messo in burla dal mondo. Così accadde a quei capi del popolo che pur avendo creduto nel Maestro «non lo riconobbero, perché amavano la gloria degli uomini più che la gloria di Dio». (S. Giovanni, 12, 42-43).
Quando un personaggio d'importanza entra nella Chiesa cattolica, quei tali spiegano il fatto come una « pazzia momentanea », Quando poi una giovane entra in convento, per consacrare la propria vita a Dio, dicono:
— Deve aver avuto qualche delusione amorosa.
Così facendo, voi scarterete sempre i problemi che hanno un valore eterno.
Andate dicendo anche che la Chiesa non può essere vera, dal momento che non è bene accetta al mondo, e non ricordate o non conoscete le parole del Maestro rivolte agli apostoli:
— Io vi ho scelto dal mondo ed ecco perché il mondo vi odia. (S. Giovanni. 15, 19).

Evitate ogni contemplazione, ogni esame di voi stessi e ogni indagine sopra lo stato morale della vostra anima.

Non state mai soli con voi stessi, per timore che la coscienza vi butti in faccia un'insopportabile risposta. Preferite le folle, il movimento, il chiasso e in tal modo vi difenderete contro gli «scrupoli esasperanti ». contro le «nausee stupide » e contro « i rimorsi ».
Chiudete le porte ai bisbigli che vengono dal cielo e adoperate l'alcool, per spegnere le scintille delle poche grazie attuali che Dio manda per ricordarvi che non camminate per la strada dritta. Cambiate la religione nei vostri affari e così non farete della religione il vostro affare.
Durante la notte quando siete svegli e vi trovate totalmente soli con la vostra anima, non datele un pensiero, come fa chi, per evitare le conseguenze della propria vita non vi pensa affatto. Se il pensiero di Dio diventa troppo forte, consolatevi con l'idea che « bene » e « male » sono soggettivi e fenomeni psicologici. Una barzelletta sopra l'inferno sarà un bel modo, per non soffermarvi sulla possibilità che l'inferno esista. Datevi volentieri il nome di « eretico ». Mettete in burla il puro, chiamandolo «puritano». Chiamate sprovvisto di senso umoristico chi è pulito nel parlare. Il  mezzo migliore, però, per scartare ogni serio pensiero in fatto di religione è dire:
— Io sono passato attraverso tutte queste cose e, quindi, non c'è più niente da dire —. Mettendovi su questa posizione, considererete come sciocco l'invito del Salvatore: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete sulle vostre spalle il mio giogo e imparate da me. perché io sono un maestro dolce e umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero ». (S. Matteo, 11, 28-30).

Comportatevi in maniera sostenuta.

Come tutti i fuggitivi da Dio, sentitevi fieri per quello che avete, anziché per quello che siete; per quello che conoscete, anziché per quello che fate; per quello che avete
fatto, anziché per quello che avreste dovuto fare.
Non potendo convincere gli altri che conoscete tutto, limitatevi a convincere gli altri che essi non conoscono niente. Non potendo pretendere l'onniscienza, sforzatevi di convincere gli altri della loro ignoranza. La miglior maniera per tener Dio fuori della vostra anima è quella d'essere pieni di sé stessi. Se voi conoscete tutto, come può Dio insegnarvi qualche cosa? Sfuggite il problema della fede, con il vantare le capacità della vostra ragione.
Dite che voi siete troppo intelligente per credere nel peccato, e così scarterete ogni discussione sul concetto di redenzione. Se voi non avete fatto nessuna cosa storta, è supremamente stupido pensare che qualcuno vi possa rendere diritto.
Presentatevi come conoscitori di tutte le chiese in forza della vostra sapienza superiore, e così scarterete l'obbligo di entrare in nessuna. Se i critici d'arte non dipingono, perché mai un critico delle religioni dovrebbe essere religioso?
Tenete i vostri concetti sempre in un alto livello e così non sarete mai costretti a ammettere che voi siete testardi. In questa stessa maniera.
vi sarà facile identificare la religione coll'infantilismo.
A fare questa identificazione, potreste anche citare a vostro vantaggio le parole del Maestro: < In verità vi dico che se non vi cambierete e diventerete come piccoli fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Chiunque, pertanto, abbasserà se stesso come un bambino, sarà più grande nel regno dei cieli (S. Matteo, 18, 3-4).

FULTON J. SHEEN

martedì 5 maggio 2020

VI PRESENTO L'AMORE



Perché cerchiamo la felicità?

Il mistero della Trinità spiega il nostro continuo cercare la felicità e offre il vero  significato del Paradiso.
Il Paradiso non è un luogo dove si ripeta sempre Alleluia o si pizzichi noiosamente l'arpa. Il Paradiso è il luogo dove noi troviamo la pienezza di quei godimenti che  cerchiamo in terra, dove troviamo la pienezza delle cose che accende la sete dei nostri  cuori, che sazia la fame delle nostre menti e dà riposo all'amore inquieto. Il Paradiso  è la comunicazione con la vita perfetta, con la verità perfetta, coll'amore perfetto, cioè  con Dio Padre, con Dio Figlio, con Dio Spirito Santo, a cui sia ogni onore e gloria per  sempre. Amen.
Dio non scelse di conservare il segreto della sua forza in se stesso; ma lo disse ed  ecco la creazione. Dio non conservò la bellezza della sua intelligenza e della sua  volontà, ma le comunicò a quelle creature che sono gli angeli o gli uomini.
L'amore non volle riserbarsi i segreti della sua sapienza, ma li rivelò agli uomini ed  ecco la Rivelazione.
L'amore tende a diventare simile a chi è amato; e poiché Dio amò l'uomo, Dio si fece  uomo ed ecco la persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
L'amore cerca di prendere sopra di sè i dolori e i peccati degli altri, ed ecco la Croce e  la Redenzione.
L'amore cerca non soltanto di dare ciò che ha, ma anche di comunicare lo stesso suo  spirito, ed ecco la nascita della Chiesa Cristiana, nel giorno della Pentecoste.

FULTON J. SHEEN

domenica 19 aprile 2020

VI PRESENTO L'AMORE



IL FONDAMENTO


Lo Spirito di Amore discende sempre.

La continua e non interrotta comunicazione della verità, per opera del Cristo alla sua  Chiesa, continua anche oggi e continuerà sempre, non in forza dell'organizzazione umana della Chiesa, perché essa si avanza sopra debole nave; ma in forza  dell'effusione dello spirito di amore e verità sopra il Vicario di Cristo e sopra tutti  coloro che appartengono a quel corpo mistico del Redentore che si chiama la  comunità o chiesa.
Tre in uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre persone in un Dio solo. Nell'unica  essenza, distinzione di persone: ecco il mistero della Trinità; ecco l'intima vita di Dio.

Analogie Trinitarie.

Io sono, io conosco, io amo e tuttavia io sono uno solo. I tre angoli d'un triangolo non  fanno tre triangoli, ma un solo triangolo. Il colore, il calore, la forza della luce del  sole non fanno tre soli, ma un sole solo. L'acqua, il ghiaccio, il vapore acqueo sono  tre manifestazioni di una sola sostanza. La forma, il colore e il profumo della rosa  non fanno tre rose ma una sola rosa. La nostra anima, il nostro intelletto e la nostra  volontà non fanno tre sostanze ma una sola. Un adesso, un adesso, un adesso non  fanno tre adesso ma un solo adesso.
Ecco alcune analogie che servono a intravedere la verità basilare del Cristianesimo:  in Dio sono tre persone; ma Dio è uno solo.
La Trinità, quindi, risponde alla domanda di Platone:
— Se c'è un solo Dio, a che cosa pensa egli?
— Dio pensa un pensiero eterno; pensa cioè il suo eterno Figlio.
— Se c'è un Dio solo chi amerà egli?
— Dio ama il suo Figlio e questo mutuo amore è lo Spirito Santo.
Quel grande filosofo andava tentennando verso il mistero della Trinità, quando la sua  grande mente in certo modo sospettò che un essere infinito deve avere relazioni di  pensiero e di amore. Per conseguenza, Dio non è pensabile, senza pensiero e amore. L'umanità, però, dovette aspettare l'incarnazione del Verbo per conoscere il segreto di  quelle relazioni che costituiscono l'intima vita di Dio.
Il mistero della Trinità smentisce coloro che si erano figurato Dio come un grande  egoista, assiso in uno splendore solitario, prima di creare il mondo. La Trinità, infatti,  insegna che, prima della creazione, Dio godeva la società delle sue tre persone,  l'infinita comunicazione con la verità e l'amplesso dell'amore infinito, di modo che  Dio non aveva bisogno di uscir fuori da se stesso, per cercare la felicità.
E allora, domanderete voi, essendo Dio perfetto e godendo perfetta felicità, come mai  creò il mondo?
— Se creò un mondo, potè avere un solo motivo per crearlo.
— E qual è questo motivo?
— Non per aggiungere qualcosa alla sua perfezione, non per aggiungere qualcosa  alla sua verità. Non per aumentare la sua felicità. Dio creò il mondo unicamente  perché Dio ama.

FULTON J. SHEEN

martedì 24 marzo 2020

VI PRESENTO L'AMORE



L'amore è silenzioso.

Quando l'amore tocca il suo vertice, non parla, non grida, non si esprime con parole o  canti. Esso si esprime come ci esprimiamo noi in quei momenti indicibili che  rappresentano una piena donazione del nostro essere; cioè con un sospiro o con un 
alito. Ecco perché la terza persona della Trinità è chiamato Santo Spirito o Santo  Sospiro.
Questo sospiro non è passeggero come sono i nostri sospiri; ma è eterno. Come  questo avvenga io non so; ma una cosa so, dopo che il terzo vangelo, scritto da S.  Luca lo ha rivelato. So che questo Santo Sospiro coperse come una nube la Vergine  Maria, per cui Colui che da essa nacque fu chiamato Figlio di Dio.
E' lo stesso Spirito di cui parlò Cristo Signore, quando disse a Nicodemo che è  necessario nascere una seconda volta, per mezzo dell'acqua e dello Spirito Santo.
E' quello stesso Spirito Santo che il Salvatore diede ai suoi apostoli quando disse  quelle parole:
— Ricevete lo Spirito Santo. Saran rimessi i peccati a chi li rimetterete e saranno  ritenuti i peccati a chi voi li riterrete.
E' lo stesso Spirito, del quale il Redentore parlò nell'ultima cena:
— Egli mi glorificherà, perché riceverà da me e lo farà conoscere a voi. Tutto  quello che possiede il Padre, è mio.
Con queste parole, il Redentore voleva dire ai suoi discepoli:
— Lo Spirito Santo che verrà sopra di voi, in futuro vi farà conoscere quella divina  sapienza che è comunicata a Lui, nel suo procedere dal Padre e dal Figlio.
E' quello stesso Spirito che discese sugli apostoli cinquanta giorni dopo la Pasqua  (Pentecoste = cinquantesimo) e diventò l'anima della chiesa, secondo le parole del  Redentore:
— Quando lo Spirito di verità sarà venuto, insegnerà a voi ogni verità.

FULTON J. SHEEN

venerdì 6 marzo 2020

VI PRESENTO L'AMORE



IL FONDAMENTO


La chiusura del cerchio d'amore.

Con quanto abbiamo detto, non è finita l'intima vita di Dio. Dio, infatti, deve avere  una volontà come ha un intelletto, appunto perché egli è la sorgente di tutta la verità e  di tutta la bontà che c'è nel mondo. Ogni essere ama la propria perfezione. La  perfezione dell'occhio è il colore, ed ecco perché esso ama la bellezza del sole che  sorge radioso. La perfezione dell'udito è il suono ed ecco perché ama i capolavori  della musica.
L'amore ha due termini: colui che ama e colui che è amato. Nell'amore, i due sono  reciproci.
Io amo e io sono amato. Fra me e colui che io amo, c'è un legame. Questo legame non è il mio amore e neppure il suo amore; ma è il nostro amore; è la misteriosa  risultante di due affezioni;
Il vincolo che lega è l'abbraccio nel quale due cuori palpitano con un solo  movimento.
Il Padre ama il Figlio; e l'immagine della sua perfezione, cioè il Figlio, ama il Padre.  L'amore, quindi, non è soltanto del Padre, e non è soltanto del Figlio; ma è qualche  cosa che li lega insieme.
Il Padre ama il Figlio, che egli genera. Il Figlio ama il Padre che lo genera. I due si  contemplano l'un l'altro e si amano l'un l'altro con amore tanto
potente, tanto infinito, tanto perfetto da formare un vincolo vivente fra i due.
Il generante e il generato danno se stessi in un amore così infinito che si esprime in  una persona che è l'amore. Altrettanto succede quando una verità esprime se stessa  dandosi come una piena personalità.

FULTON J. SHEEN

domenica 23 febbraio 2020

VI PRESENTO L'AMORE



IL FONDAMENTO


Applicazione alla Trinità Divina.

E ora applichiamo a Dio queste tre considerazioni.
1) Dio pensa un pensiero e questo pensiero è parola.
2) La parola è generata e quindi si chiama Figlio.
3) Questa parola o questo Figlio è personale.
Dio pensa un pensiero, cioè, pensa una parola.
Ma questa parola non è come la nostra molteplice, perché Dio non pensa un pensiero  dopo l'altro. Nella mente di Dio, i pensieri non nascono per morire e non muoiono per rinascere. Tutto è presente a Dio, in un istante. In lui, c'è soltanto una parola.
Questo pensiero o questa parola è infinita ed è uguale a Dio stesso che è unico e  assoluto. Esso è il primogenito dello spirito di Dio; una parola da cui derivano tutte le  parole umane; una parola di cui le cose create sono sillabe o lettere spezzate; una  parola che è la sorgente di tutta la sapienza che splende nel mondo. Le ultimissime  scoperte scientifiche, le nuove dottrine relative all'immenso espandersi dei cieli, le  scienze biologiche, fisiche, chimiche, le scienze più elevate della metafisica, della filosofia e della teologia, tutto l'insieme di queste conoscenze ha la sua sorgente nella  parola che Dio eternamente pensa.
L'infinito pensiero di Dio prende nome di Figlio, perché è generato, essendo una  realtà vivente. Ciò che invece è fatto non può chiamarsi figlio, perché è una cosa non vivente.
Il pensiero o la parola di Dio non viene dal mondo esterno; ma è generato in lui in  modo molto più perfetto del modo con cui la parola Giustizia è generata dal mio  spirito.
Ripeto ancora: dare la vita non è limitato agli essere umani. Dice la Scrittura Santa,  riferendo le parole di Dio:
— Io che faccio gli altri capaci di generare i figli, non sarò capace di generare? Io che  dò la capacità generativa agli altri, sarò sterile?
La prima sorgente di ogni nascita è Dio, la cui parola, quindi, con linguaggio umano,  prende nome di figlio. Come nell'ordine umano, il principio d'ogni generazione è chiamato padre, così anche nella Trinità, il principio di ogni generazione è chiamato Padre e il generato è chiamato Figlio, perché è la perfetta immagine e somiglianza  del Padre.
Se un padre terreno può trasmettere al figlio la nobiltà del suo carattere e i delicati  lineamenti della sua vita, molto più il padre celeste può comunicare al suo eterno  figlio tutta la sua nobiltà, tutta la perfezione e l'eternità del suo essere.
Per ultimo, questa parola, o questo figlio, generato da Dio eterno, è personale. Il pensiero di Dio non è dozzinale o banale; ma raggiunge gli abissi di tutto ciò che è conosciuto o che può essere conosciuto. In questo pensiero, Dio mette se stesso tanto  intieramente da essere vivente come è vivente lui. Se l'ingegno umano può mettere  tutta la sua personalità in un pensiero, in un modo più perfetto Dio può mettere se  stesso in un pensiero che sia conscio di se stesso e quindi sia una persona divina.
Il padre non esisteva prima e poi pensava. Dall'eternità Dio è spirito pensante e  quindi dall'eternità il figlio è pensato. In Dio, non vi sono successioni, ma tutto è  presente in modo eterno. In Dio, niente è nuovo e niente è perduto. Ecco perché il  Padre, contemplando la propria immagine, la propria parola, il proprio Figlio, può  dire nell'estasi della prima e reale paternità:
— Tu sei mio Figlio; oggi io ti ho generato.
Oggi significa eternità, la quale è una durata indivisibile, senza principio e senza fine. Rifatevi indietro alle origini del mondo; ammucchiate secoli su secoli, età sopra età,  ere sopra ere: la parola era con Dio. Andate indietro prima della creazione degli  angeli, prima che l'arcangelo Michele riportasse la grande vittoria: la parola era con  Dio.
Ecco perché l'evangelista S. Giovanni comincia il Vangelo con le parole: in principio  era il Logos (il Verbum o il Verbo o la Parola). E il Verbo era con Dio, e il Verbo era  Dio.
Come i miei intimi pensieri li manifesto con le parole, così la parola di Dio si  manifestò con l'incarnazione: il Verbo si fece carne e mise la tenda fra di noi.
Questo Verbo è la seconda persona della Trinità, colui che abbraccia il principio e il  fine di tutte le cose, che esistette prima della creazione, che fu a capo della creazione  come re dell'universo, che si fece carne a Betlemme e sulla Croce, che dimora con la  sua divinità e umanità nell'Emanuele Eucaristico.
Il venerdì santo di venti secoli or sono, non segnò la fine del Verbo di Dio, come non  ne segnò il principio.
Gesù Cristo ha una preistoria; ma non una preistoria da studiarsi sugli strati della  terra o nelle caverne, nel fango o nella polvere delle prime età; ma nel seno del suo  eterno padre. Egli solo portò la preistoria alla storia. Egli solo ha diviso gli eventi umani in due periodi: prima e dopo la sua venuta.
Se noi volessimo rifiutare che il Verbo si fece carne e che il figlio di Dio si fece  uomo, come potremmo fissare le date della nostra storia?

FULTON J. SHEEN