martedì 9 marzo 2021

SIAMO AGLI "ULTIMI TEMPI"?

 


Siamo entrati negli ultimi tempi? La fine verrà con la "Parusia" e nell’attesa lo sguardo dei cristiani deve essere costantemente rivolto verso Colui che è sorgente di vita eterna, non verso quei disgraziati che danno scandalo


Siamo entrati negli ultimi tempi?

 

di

 

Francesco Lamendola



Il cardinale (gesuita e massone) Carlo Maria Martini soleva ripetere che la Chiesa è in ritardo di duecento anni, e che deve decidersi a recuperarlo. Ebbene, si sbagliava di due secoli: il ritardo, ma vedremo subito che questa parola non esprime adeguatamente il concetto, non era di duecento anni, al tempo del Concilio Vaticano II, ma di quattrocento: era la distanza fra il presente e il Concilio di Trento o, se si preferisce, fra il presente e l’inizio della modernità. La modernità incomincia con Lutero, tipico uomo del Rinascimento (non importa se poi, nella sua teologia specifica, egli in gran parte ritorna al Vecchio Testamento e quindi sembra che ritorni al passato), con la sua volontà di rompere in modo radicale con la Tradizione, e con la sua affermazione dell’io, sia pure sotto forma della fede, rispetto al dato oggettivo della creaturalità, dunque della subordinazione dell’uomo a Dio. In ambito specificamente filosofico, la modernità trionfa poi con Cartesio e il suo cogito, ergo sum: il soggetto è sempre l’io, l’io che dubita, l’io che pensa, l’io che si pone di fronte al reale, dunque anche di fronte all’Essere. E prosegue con Kant, che elimina senz’altro la metafisica, amputandola come un arto inutile e concentra lo sforzo del pensiero sulla parte visibile ed esperibile del reale, il fenomeno; cosa sia il reale in se stesso, cosa sia la Cosa in Sé, a lui non interessa, perché ritiene che la ragione naturale non abbia gli strumenti per verificarlo. Dunque, con la “svolta antropologica” di Karl Rahner, e con il Vaticano II, la teologia cattolica recupera quei quattro secoli di “ritardo”: pone l’uomo al centro; fa, con quattro secoli di ritardo, quel che già avevano fatto Lutero, Cartesio, Kant.

 

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Siamo entrati negli ultimi tempi?

 

In realtà, chi parla di ritardo tradisce già dall’uso di questa parola il suo intento ideologico e tutt’altro che obiettivo: dimmi che parole adoperi e ti dirò chi sei. L’uso del concetto di “ritardo” è tipico dei progressisti: per loro, esiste solo il passato, che è il male, e il presente, che è il bene. Fra due automobili in corsa, l’una che viaggia a duecento chilometri l’ora e rischia di schiantarsi ad ogni curva, e l’altra che mantiene una velocità prudente e ragionevole, il progresso si identifica con la prima, che è più veloce, mentre nella seconda vede un simbolo dell’arretratezza. Una società, una cultura, sono progredite o arretrate a seconda che si trasformino velocemente o meno. A ben guardare, la cultura cristiana aveva pervaso di sé anche la cultura “laica” per tutti i secoli della civiltà medievale: è con l’Umanesimo che tale accordo incomincia a sgretolarsi, e poi col Rinascimento, la cosiddetta Riforma protestante (che in realtà è una rivoluzione) e la Rivoluzione scientifica e razionalista del XVII secolo, nasce la cultura moderna, cioè il distacco consapevole e definitivo dall’eredità cristiana e cattolica. E dunque quando Martini parla di ritardo della Chiesa rispetto al mondo moderno, parla in realtà di un distacco del modo moderno dal cristianesimo. L’idea che tale distacco vada colmato con una brusca inversione di marcia da parte della Chiesa equivale alla resa del cattolicesimo. È come se la Chiesa dicesse: «Scusate, ci siamo sbagliati; per quattro secoli abbiamo insistito e percorre una strada sbagliata, condannata dalla scienza, dalla ragione, della vera cultura; ma ora ci metteremo d’impegno e recupereremo il tempo perduto: aspettateci che stiamo arrivando».

Una cosa assurda e penosa; un rinnegamento della propria identità e un appiattimento sulle posizioni del mondo laicista e moderno. Se è questa la grande novità rappresentata dal Concilio Vaticano II e dal suo perennemente strombazzato “spirito”, bisogna dire che è stata una ben misera cosa: una specie di 8 settembre 1943 contrabbandato per una vittoria, o quasi, mentre di fatto era una resa ignominiosa. E che sia stata una resa, lo prova il fatto che il clero modernista, a partire da quel momento, ha guardato con sufficienza, con diffidenza e con disprezzo crescenti quei pochi sacerdoti e quei pochi fedeli i quali, sbalorditi e addolorati, non si sono messi immediatamente al seguito del “nuovo ordine” e hanno osato indugiare sulle vecchie posizioni, vale a dire sul Magistero perenne, o che tale era stato per millenovecento anni. E lo si vede anche oggi, nella pelosa fratellanza di Bergoglio: tutti sono fratelli, tutti sono interlocutori, tutti sono benvenuti sotto la tenda di Dio (il Dio di Abramo: vale a dire che non si sa se sia il vero Dio dei cristiani, o quello degli ebrei, o magari degli islamici); tutti, e specialmente i cari fratelli massoni, tranne i pochi cattolici ormai spregiativamente chiamati “tradizionalisti”, ma che in realtà sono semplicemente i veri cattolici, gli ultimi rimasti e sopravvissuti al diluvio.

 

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L’anticristo è arrivato, o sta per arrivare? Facciamo come le vergine savie: teniamo pronto l’olio per accendere le nostre lampade, e non come le vergini stolte, che lo hanno lasciato consumare; perché lo Sposo verrà di notte, quando molti saranno addormentati, e non ci sarà più tempo per andare a procurarsi l’olio mancante!

 

Molti oggi si chiedono se, per caso, non siamo arrivati alla soglia degli ultimi tempi. Vedono, da un punto di vista religioso, che la fede è quasi scomparsa dalla terra; che la Chiesa si è completamente allineata sulle posizioni del mondo; che ha sostituito l’atteso Salvatore con le promesse della medicina per sconfiggere la morte, a cominciare dai vaccini, mentre in ambito morale si mostra sempre più “aperta” ad ogni sorta di peccato, dall’aborto alla sodomia; e ne traggono la conclusione che l’anticristo è arrivato, o sta per arrivare, e che anche il giorno della battaglia finale tra il Male e il Bene deve essere ormai vicino. In genere si rifanno a questo passo di san Paolo nella Seconda lettera ai Tessalonicesi (2,1-12):

1 Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, 2 di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. 3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, 4 colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. 5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? 6 E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. 7 Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. 8 Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, 9 la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, 10 e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. 11 E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna 12  e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.

 

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Bergoglio e il cardinale (gesuita e massone) Carlo Maria Martini? Oggi la Chiesa si è completamente allineata sulle posizioni del mondo; che ha sostituito l’atteso Salvatore con le promesse della medicina per sconfiggere la morte, a cominciare dai vaccini, mentre in ambito morale si mostra sempre più “aperta” ad ogni sorta di peccato, dall’aborto alla sodomia!

 

In particolare le parole: Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, sembrano quanto mai di attualità paiono riferirsi a qualcosa che è già accaduto, o che sta accadendo sotto i nostri occhi. Non si è forse già manifestata l’apostasia dalla fede cattolica? Cosa c’è ancora di cattolico nelle parole e negli atti di un Bergoglio, di un Paglia, di un Galantino, di un Bianchi, e di mille e mille preti che celebrano la santa Messa in maniera indegna, che tengono delle omelie scandalose, che si preoccupano di tutto tranne che della vera dottrina e di tener viva la fede, tanto è vero che i seminari sono ormai del tutto vuoti, come semivuota è la Piazza San Pietro al momento dell’Angelus domenicale, quando dal balcone si affaccia quel terribile signore dallo sguardo malvagio, il quale invece di parlare di Dio, dell’anima e del nostro destino eterno, parla sempre e solo dei migranti, del clima, dell’ambiente e di cose simili (da ultimo, nel tanto celebrato viaggio “apostolico “ in Iraq, perfino della tutela del patrimonio archeologico)? Parole che frequentemente vengono accostate alla profezia del libro dell’Apocalisse, e specialmente a questo passo (13,5-8):

Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. 6 Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. 7 Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.

 

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Oggi non si è forse già manifestata l’apostasia? Cosa c’è ancora di cattolico nelle parole e negli atti di un Bergoglio o di un Paglia?

 

La domanda che ci si dovrebbe fare, dunque, è se l’apostasia sia già conclamata e se l’anticristo si sia già rivelato; tenendo presente che costui potrebbe essere una persona fisica, ma potrebbe anche essere inteso come un insieme di forze anticristiche. Infatti scrive san Giovanni nella prima epistola che reca il suo nome (1 Gv 4,1-6):

1 Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. 2In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; 3ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. 6Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. 

E sempre san Giovanni, nel medesimo testo (2, 15-25):

15 Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; 16 perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

18 Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. 19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri. 20 Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. 21 Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22 Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23 Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.

24 Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. 25 E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.

 

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La fine verrà con la "Parusia" e nell’attesa lo sguardo dei cristiani deve essere costantemente rivolto verso Colui che è sorgente di vita eterna, non verso quei disgraziati che danno scandalo e si perdono!

 

Dunque, secondo san Giovanni, questa è l’ultima ora: tuttavia lo scriveva quasi duemila anni fa. Pertanto l’ultima ora è un’espressione che indica un tempo non breve: il tempo in cui Gesù Cristo si è rivelato agli uomini, ma il mondo non lo ha riconosciuto, e quindi l’umanità si è caricata di una colpa ancor più grave, perché, pur avendo visto la luce, ha preferito le tenebre alla luce (cfr. Gv 1, 5-11). Ad ogni modo, la venuta degli ultimi tempi e l’avvento dell’anticristo, o degli anticristi, non annunciano  immediatamente la fine. Nemmeno la grande apostasia l’annuncia: essa è il preludio alla fine, ma non è ancora la fine. La fine verrà con la Parusia, e noi non sappiamo quando ciò accadrà. Facciamo pertanto come le vergine savie: teniamo pronto l’olio per accendere le nostre lampade, e non come le vergini stolte, che lo hanno lasciato consumare; perché lo Sposo verrà di notte, quando molti saranno addormentati, e non ci sarà più tempo per andare a procurarsi l’olio mancante, ma solo per accogliere lo Sposo con letizia (cfr. Mt 25, 1-13).

Un’altra cosa è importante, nell’attesa degli ultimi tempi. Non si deve focalizzare troppo l’attenzione su quel che fanno gli altri, su quel che fa il clero apostatico, sullo scandalo dato dai cattivi pastori che spalancano il recinto e fanno entrare i lupi feroci affinché possano divorare il gregge. Certo, è uno spettacolo tremendo, ma non bisogna lasciarsene ipnotizzare, per non finire come la moglie di Lot, che fu trasformata in una statua di sale per aver indugiato a contemplare la distruzione di Sodoma. Il cristiano ha cose più importanti da fare: il suo sguardo deve essere costantemente rivolto verso Colui che è sorgente di vita eterna, non verso quei disgraziati che danno scandalo e si perdono.

 

Del 09 Marzo 2021

Cercami con umiltà e sii certo che non chiuderò le mie orecchie o la mia bocca. Il mio Cuore ha bisogno che voi ritorniate a Me, miei piccoli, voi siete i miei figli.

 


Messaggio di Dio Padre a J. V.


11 febbraio 2021

Messaggio SINGOLO - Coroncina della Divina Misericordia


Dio Padre parla.

Figli miei, molti di voi dubitano di essere ascoltati, se le vostre preghiere sono ascoltate da Me o no; gridate dicendo che sono molto lontano da voi e che non sento o non vedo quello che fate o quello che soffrite, e vi sbagliate, miei piccoli. Prima di tutto, perché io dimoro in voi, e subito, perché vedo come le situazioni accadono in ognuno di voi, nella vostra società, nelle vostre città, nel mondo intero.

Voglio anche spiegarvi una cosa molto importante, Miei piccoli: il male o il bene che fate, in qualche modo influisce su tutto il mondo. Avete l'esempio di una grande nave, che se per qualche motivo il suo scafo si rompe, e non è un buco molto grande per una grande nave, può affondare completamente. E si potrebbe dire: "Ma era un piccolo buco", ma non poteva contenere l'entrata dell'acqua e finì per affondare la nave. Avete visto, nel corso della storia, come una sola persona può muovere moltitudini e produrre guerre tremende, o come una malattia, con un piccolo germe, può anche causare una grande distruzione umanitaria.

Vi do l'esempio di come il male può influire su di voi, ma dovete anche essere consapevoli, Miei piccoli, che tutto ciò che chiedete o fate per il bene tra i vostri fratelli o per la società, per la Chiesa, o accettando la Mia Volontà nella vostra vita e aiutando i vostri fratelli, può anche aiutare tutti voi, e questo è il caso di Mio Figlio Gesù Cristo: Uno che vi aiuta, non solo tutta l'umanità, ma l'intero Universo, tutto il creato, visibile e invisibile. Se era in mezzo a voi in quel momento, dovete essere sicuri che è ancora in mezzo a voi e che vi conosce perfettamente.

Ma così come vi ho dato esempi di come il male può colpire molti o tutti gli uomini, un bene può anche salvarvi da un'infinità di mali. La Mia Grazia è quella che può farvi uscire da tutti i problemi che potete avere individualmente o nel mondo, ma il problema, miei piccoli, è che questa Grazia non è data, il Mio Aiuto non è dato perché non Me lo chiedete, perché non siete con Me, perché non avete Fede, perché non vedete per voi stessi e per i vostri fratelli, vi siete allontanati da Me, dalla Mia Santissima Trinità, dal Mio Amore Infinito. Questa è la vostra disgrazia! non sono i virus, i batteri, gli esseri umani che vi stanno portando alla distruzione economica e persino umana, siete voi stessi il problema, siete voi questa "pandemia", usando quella stupida parola che è stata usata in questi tempi per ingannarvi.

Voi stessi vi siete chiusi alla Mia Grazia, non Mi cercate più, non vi fidate più di Me, e torniamo all'esempio che vi ho dato tante volte: Davide e Golia. Golia, l'assassino spirituale in mezzo a voi, Satana, è colui che vi sta portando a questa distruzione spirituale, umana, morale, sociale, e voi non avete fiducia nella Mia Grazia che può facilmente distruggere quel Golia che voi stessi avete creato, che pensate sia troppo grande e che siete impotenti contro di lui, e certamente non potete contro di lui perché Satana è molto più forte di voi, ma la Mia Grazia è infinitamente più potente del suo male e potreste facilmente sconfiggerlo se vi uniste nella preghiera, nel chiedere perdono, nell'unirvi come fratelli chiedendo Misericordia e chiedendo perdono per i vostri peccati.

Comprendete che voi stessi state creando un immenso problema, perché il terrore si è impadronito di voi e non vi lascia pensare; inoltre, voi credete di poter vincere con le vostre forze tutto il male che vi circonda e molte volte vi ho spiegato che non potrete farlo se non contate su di Me, il vostro Dio.

La Mia Grazia e il Mio Potere Divino possono rimuovere il male dal vostro mondo, se tutti voi vi unirete ad una sola voce, chiedendo a Me, vostro Dio, l'aiuto di cui avete veramente bisogno.

Cercami con umiltà e sii certo che non chiuderò le mie orecchie o la mia bocca. Il mio Cuore ha bisogno che ritorniate a Me, miei piccoli, voi siete i miei figli, vi siete allontanati da Me, vostro Padre, vostro Creatore. Voi soffrite troppo perché lo volete, e questo perché vi manca molta fede in Me, nel mio potere divino, per aiutarvi.

Se non venite a Me, Satana continuerà a terrorizzarvi, meno penserete e meno vi unirete in quell'unica voce che voglio sentire da voi, che uniti, in ginocchio, Mi chiederete perdono per le vostre colpe e Mi chiederete l'aiuto necessario per andare avanti da questi tremendi attacchi di Satana.

Se non capite, Satana continuerà certamente ad attaccarvi in molti modi, distruggendo la vostra vita spirituale, la vostra vita umana, distruggendo la vostra società, i buoni principi. Non state difendendo nulla che possa aiutarvi e vi state solo lamentando, soffrendo, nascondendovi nelle vostre case, molte delle quali non sono più case e problemi familiari che avete in esse. Non c'è più amore tra di voi, non c'è più vita spirituale.

Siete avvertiti, miei piccoli, in voi stessi c'è la soluzione dei vostri problemi. Devi rivolgerti a Me, il tuo Dio, e pentendoti di cuore riceverai il Mio perdono e il Mio aiuto per porre fine a tutto ciò che Satana sta facendo con te.

Grazie, miei piccoli.

«La croce, se piantata nel cuore, rende impossibile la colpa. E si fa preghiera»

 


Un filo spinato, pur sostenuto da esili paletti, può salvare da un precipizio.

Oggi ci sono accorgimenti più sofisticati per salvaguardare dai pericoli.

Tuttavia c'è un fatto indiscutibile: basta la puntura di un'ape, il ronzio di una zanzara, un banale mal di denti, un qualsiasi contrattempo... perché la tentazione perda tutta o in gran parte la sua forza seduttrice.

La modestia cristiana offre un'infinità di espedienti, talvolta assai piccoli, per rompere il fascino del peccato.

La volontà, quando è sinceramente risoluta, diventa chiaroveggente; poi la grazia, invocata in qualunque modo, fa la sua parte.

Non si tratta evidentemente di un gioco di prestigio o d'azzardo; ma di sostenere un vero combattimento, forse ad arma bianca, contro uno strano nemico che appare tanto più fascinoso, quanto più nefasto.

Non siamo nati per fare della vita una guerra d'indipendenza dal Creatore; nessuno però è esonerato dal combattere perché questo tentativo non avvenga: e c'è da sudare parecchio!

Questo, il duro lavoro (militia) dell'uomo sulla terra (cf. Gb 7, 1).

Forse ci è capitato di vedere qualche avanzo di trincea scavata nelle due ultime guerre mondiali. Un rotolo di filo spinato, vecchio e arrugginito, poteva fare quanto non avrebbe fatto un pesante mezzo di artiglieria. Il nemico è sempre in agguato nei labirinti del cuore umano: bisogna difendere il proprio suolo.

«O inclinazione malvagia, da dove sei balzata, per ricoprire la terra con la tua malizia?» (Sir 37, 3).

Lo stesso Libro sacro, più avanti, consiglia di educare rettamente la propria coscienza, perché come attenta sentinella dia l'allarme e metta allo scoperto il nemico: «La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Al di sopra di tutto questo prega l'Altissimo perché guidi la tua condotta secondo verità» (Sir 37, 14-15).

Chi vuol salvarsi dalla seduzione, appena si accorge del filo spinato, si ritira dal pericolo: «L'accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano» (Pro 27, 12).

Non si farà mai abbastanza attenzione anche alle piccole cose, che possono essere fatali a chiunque. Un acrobata, che per anni e anni ha corso grossi rischi e se l'è cavata sempre con onore, può andarsene all'altro mondo per l'infezione procuratagli da un chiodino delle sue scarpe.

Un improvviso e sottile banco di nebbia crea problemi al più provetto autista.

Un celebre professore può dire "pane per polenta" (i famosi lapsus linguae).

Piccole astuzie (veri tentacoli quasi invisibili delle nostre misere passioni) hanno fatto precipitare dei colossi nella virtù; piccolissimi accorgimenti invece prevengono lotte furiose.

«Già con i suoi giochi il fanciullo dimostra se le sue azioni saranno pure e rette» (Pro 20, 11). Bellissimo!

I Santi praticavano la mortificazione (oggi chiamiamola austerità) come i ragazzi i loro giochi: presagio di grandi conquiste.

Non ci si può - ad esempio - credere dei campioni nel campo della castità del corpo e del cuore e intanto "scherzare con il fuoco", cioè mettersi in occasioni pericolose.

Chi sa dire prontamente di no e taglia netto di fronte all'attrattiva impura, fa un salto di qualità paragonabile ad un volo.

Il taglio netto.

È l'infallibile prova di una forte statura morale. Chi tergiversa dà spazio al nemico.

Non è lezione buona solo per i principianti, quella di chi, in retrovisione, ricorda l'amarezza lasciatagli dal peccato ogniqualvolta lo ha trattenuto in casa come un amico.

«È piacevole all'uomo il pane procurato con frode, ma poi la sua bocca sarà piena di granelli di sabbia... I guadagni procurati in fretta da principio non saranno benedetti alla fine» (Pro 20, 17.21).

Meglio soffrire prima, molto meglio!

Sarebbe bastato un nonnulla, un'inezia, per prevenire la caduta.

Un frammento di croce. Per un trionfo.

Certo, ci vorrà una buona dose di virtù umane; di controllo e di dominio, di umile sentire di sé, di prontezza nel reprimere e nel riparare. Chi invece assume un'aria di falsa sicurezza, è capace di qualsiasi sbaglio. «Lo stolto dilapida tutto» (Pro 21, 20).

Sentiamo ancora una volta come ragionano i Santi, così esperti di croci e di miracoli.

Santa Margherita Maria Alacoque chiama "genuine esigenze del puro amore" le varie specie di sofferenze che il Signore le offriva, con una particolare sottolineatura per le umiliazioni e i disprezzi. Fra l'altro scrive: «Non ho mai trovato nessuna sofferenza paragonabile a quella che sentivo per non soffrire abbastanza, perché l'amore del mio Dio non mi concedeva riposo né giorno né notte...

Avrei voluto la croce nuda e il mio corpo oppresso da austerità e fatiche... e me ne addossavo quante ne potevano sopportare le mie forze, poiché non potevo vivere un solo istante senza patire». Non è un miracolo amare la sofferenza fino a questi punti?

Geniale amico e benefattore del Clero, don Giovanni Folci scriveva ad un sacerdote novello: «Se non vuoi perdere la gioia e la forza del tuo sacerdozio, perditi in Lui».

È famosa una sua esortazione di fuoco, che riportiamo in parte, e che riteniamo la sintesi della sua ascesi: «Morte di croce: Lui, nostro modello, fu obbediente fino alla consumazione in croce. Da questa obbedienza, che è la morte del nostro `io', la gioia e la serenità di vivere, il trionfo della fecondità di questa vita, non più nostra ma di Dio.

Se il grano di frumento...:

L'obbedienza è la consumazione ("tutto è compiuto'), che dà il pieno diritto di abbandonarsi in Dio.

Nelle tue mani, Signore... E d'attorno a quella Croce e a quel Sepolcro, la Risurrezione e la vita.

Tutto posso in colui che mi dà forza: La nostra paziente, volontaria, crocifissione, è l'Onnipotenza di Dio in noi e fuori di noi.

Solo "fatti Cristo", con te Cristo, vero Dio e vero Uomo, potremo vedere con la Tua vista, sentire con il Tuo cuore, esercitare con la Tua stessa potenza l'ineffabile ministero della glorificazione del Padre e della salvezza di tutte le anime. Solo "fatti Cristo con Cristo", per Dio - incertezze, dubbi, e ogni altra miseria scomparsi - brilleremo della vera luce, sentiremo del vero sapore e daremo davvero il Cristo». Uomo di Dio, don Folci, si nutrì di croci con una donazione instancabile. E fu la sofferenza a mettergli le ali per compiere imprese ardimentose per il Regno.

Noi forse ragioniamo diversamente e fuggiamo la rinuncia, il sacrificio, la penitenza espiatrice, la fatica, la ripresa, la pazienza, la vigilanza, l'autodisciplina, la direzione spirituale, l'obbedienza, la castità forte e perfetta, la povertà evangelica, l'insopportazione della falsità, il tormento dell'umiliazione ...; fuggiamo tutto questo come qualcosa di insopportabile e di ingombrante. In tal modo, la stessa vita nell'orazione si arresta. Le mani rimangono vuote. Ci sentiamo terribilmente poveri.


CONTEMPORANEI DELLA SS TRINITA’

 


Conchita (1862-1937)


La Trinità: centro della sua vita

«Nell'abisso della mia miseria e contro la mia volontà, il mio spirito rompe i legami che lo trattengono sulla terra del mio nulla, e fugge. Si slancia verso il trono divino della Santissima Trinità come se fosse là il suo centro e la sua vita, là, all'interno della Vita stessa...

Ciò che avviene, mio Dio - ecco che lo capisco -, è che la goccia d'acqua si perde nell'oceano e il nulla nell'Infinità. Cioè: non è solo Dio che entra in me, anche quando vi penetra e prende possesso della mia anima, sono anch'io che entro in lui. Meglio: non sono degna di entrare e mi fermo alla porta, ma egli mi prende fra le sue braccia e m'introduce in quelle regioni sconosciute al mondo materiale. E con quale rapidità l'anima percorre quelle distanze! Essa conosce, vede, capisce, senza conoscere, vedere, capire. Essa si trova tutta concentrata in un punto, ma un punto infinito ed eterno, un punto di amore increato. Solo là respira la vita, è colma e felice, fuori del tempo» (D. 31 maggio 1899).


PREGHIERA PER FERMARE L 'ANTICRISTO


 

Delusioni

 



LUNEDÌ 8 MARZO 2021

   Molti dei Miei figli subiranno grandi delusioni nel tempo che verrà presto. Molti di coloro che vi sono più vicini, figli Miei, faranno e diranno cose offensive che non avreste mai pensato di sentire. Devi preparare i tuoi cuori per questo poiché il maligno acquisirà una grande influenza su tutti coloro che non sono Miei in quel momento.

   Il mondo ora soffre sotto il peso di un peccato così grande e presto non sarà più in grado di sopportarne il peso. Disastri (naturali) di grande portata colpiranno senza preavviso e prenderanno molte vite. Pregate diligentemente per coloro che amate per molti saranno presi rapidamente in questi eventi.

   Come al tempo del Mio servitore Noè, il cuore dell'uomo è solo malvagio continuamente nel tuo tempo e abbondano molte perversioni. Desidero che la malvagità finisca come te, ma molti rimangono che possono ancora essere salvati.

   Fate le opere, figli Miei, per portare dentro queste anime perdute affinché possiate tornare a casa per stare con Me. Ciò che trattiene il tuo ritorno a casa sono le anime perse che non sono ancora entrate.

Glynda


 

I miei tempi sono arrivati

 


Il 5 marzo 2021, questa anima californiana ha “visto” il numero 529 del Libro blu. Questo messaggio è stato originariamente dato a P. Stefano Gobbi il 13 ottobre 1994 a Effingham, Illinois, durante un Cenacolo con vescovi e sacerdoti di tutto il Nord America. Questo messaggio fa eco ad altri messaggi recenti di veggenti su questo sito web. Vedere:

Gisella Cardia: I tempi previsti da Fatima in poi sono arrivati

Edson Glauber: Fatima sarà ora adempiuta

 

I miei tempi sono arrivati

Miei amati figli, grande è la gioia che, in questi giorni, date alla vostra Madre celeste. Siete venuti da molte parti degli Stati Uniti e del Canada, per vivere con me in un continuo cenacolo di preghiera e fraternità. Mi unisco alla tua preghiera; Ti aiuto a crescere nell'amore reciproco, in modo da diventare un cuore e un'anima sola. Verso balsamo sulle tue ferite; Do conforto alle tue numerose sofferenze; e vi incoraggio a camminare con fiducia e con grande speranza sulla dolorosa strada di questi ultimi tempi.

Porta il mio messaggio materno a tutti. I miei tempi sono arrivati. I tempi che avevo predetto a Fatima sono arrivati. Oggi commemorate l'anniversario della mia ultima apparizione, confermata dal miracolo del sole. In quel momento vi avevo predetto tutto ciò che state vivendo ora in questi anni di purificazione e grande tribolazione.

Vi avevo predetto il grande castigo che avrebbe colpito questa povera umanità che è diventata pagana e ha costruito una nuova civiltà senza Dio, e che è minacciata dalla violenza, dall'odio, dalla guerra, e che corre il rischio di autodistruggersi da sola. mani. I miei interventi straordinari, che ho operato per riportare l'umanità sulla via della conversione e del suo ritorno al Signore, non sono stati né accettati né creduti. Così è ora che vi trovate alla vigilia della grande prova che vi avevo preannunciato: sarà la manifestazione suprema della Divina Giustizia e Misericordia. Il fuoco scenderà dal cielo e l'umanità sarà purificata e completamente rinnovata, così da essere pronta a ricevere il Signore Gesù che tornerà a voi nella gloria.

Vi avevo anche predetto la grande crisi che si sarebbe verificata nella Chiesa, a causa della grande apostasia che vi è entrata, causata da una sempre più ampia diffusione di errori, dalla sua divisione interna, dall'opposizione al Papa, e dal rifiuto del suo Magistero. Questa mia amatissima figlia deve vivere le ore della sua agonia e della sua dolorosa passione. Sarà abbandonata da molti dei suoi figli. Il vento impetuoso della persecuzione soffierà contro di lei e molto sangue sarà versato, anche dai miei amati figli.

I miei tempi sono arrivati. E così vi invito a seguirmi sulla strada della preghiera e della penitenza, della purezza e della santità. Guarda come i tuoi paesi sono diventati vittime del materialismo e della ricerca sfrenata del piacere! La legge di Dio viene sempre più violata. L'impurità viene pubblicizzata attraverso tutti i mezzi di comunicazione sociale. Si ricorre a tutti i mezzi per impedire la vita. Gli aborti sono in aumento ovunque e vengono legittimati da leggi ingiuste e immorali.

I miei tempi sono arrivati. Di 'a tutti di entrare nell'arca del mio Cuore Immacolato, per essere protetti e salvati da me. Vi chiedo di moltiplicare i vostri cenacoli di preghiera tra i sacerdoti, tra i bambini, tra i giovani e soprattutto nelle famiglie. Sono stato consolato dalla grandissima risposta che ho ricevuto in Canada e negli Stati Uniti durante questi cenacoli. Mai prima d'ora si era assistito a una partecipazione così grande, da parte sia di sacerdoti che di fedeli. Per la generosa risposta che ricevo ovunque dai miei figli più piccoli, prometto di intervenire per salvarvi nell'ora della grande prova. La mia presenza materna in mezzo a voi è segno sicuro di protezione e di salvezza. Aprite dunque i vostri cuori alla speranza e vivete nella massima fiducia e nel completo abbandono al mio Cuore Immacolato. Con i vostri cari e con le persone a voi affidate vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Luisa e l'Avvertimento

 


I mistici hanno usato vari termini per descrivere un evento mondiale imminente in cui le coscienze di una particolare generazione saranno scosse ed esposte. Alcuni lo chiamano un "avvertimento", altri un "illuminazione di coscienza", "mini-giudizio", "grande scuotimento" "giorno di luce", "purificazione", "rinascita", "benedizione" e così via. Nella Sacra Scrittura, il "sesto sigillo" registrato nel sesto capitolo del Libro dell'Apocalisse descrive forse questo evento mondiale, che non è il Giudizio Universale, ma una sorta di scuotimento temporaneo del mondo:

… C'è stato un grande terremoto; e il sole divenne nero come un sacco, la luna piena divenne come il sangue e le stelle del cielo caddero sulla terra ... Allora i re della terra, i grandi uomini, i generali, i ricchi e i forti, e tutti, schiavo e libero, nascosto nelle caverne e tra le rocce dei monti, gridando ai monti e alle rocce: “Cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di Colui che è seduto sul trono e dall'ira dell'Agnello; poiché il grande giorno della loro ira è arrivato, e chi può resistere prima di esso? " (Ap 6: 15-17)

In diversi messaggi alla Serva di Dio Luisa Piccarreta, Nostro Signore sembra indicare un tale evento, o una serie di eventi, che porterà il mondo in uno "stato di mortificazione":

Ho visto tutta la Chiesa, le guerre che i religiosi devono affrontare e che devono ricevere dagli altri, e le guerre tra le società. Sembrava esserci un tumulto generale. Sembrava anche che il Santo Padre si sarebbe servito di pochissime persone religiose, sia per mettere in ordine lo stato della Chiesa, dei sacerdoti e di altri, sia per la società in questo stato di agitazione. Ora, mentre vedevo questo, il benedetto Gesù mi ha detto: "Pensi che il trionfo della Chiesa sia lontano?" E io: "Sì, davvero, chi può mettere ordine in tante cose che sono incasinate?" E lui: “Al contrario, ti dico che è vicino. Ci vuole uno scontro, ma forte, e quindi permetterò tutto insieme, tra religiosi e laici, in modo da accorciare i tempi. E in mezzo a questo scontro, tutto di grande caos, ci sarà uno scontro buono e ordinato, ma in un tale stato di mortificazione, che gli uomini si vedranno persi. Tuttavia, darò loro così tanta grazia e luce affinché possano riconoscere ciò che è male e abbracciare la verità ... " - 15 agosto 1904

Per capire come i precedenti "sigilli" nel Libro dell'Apocalisse parlano di uno "scontro" di eventi che portano a questo Avvertimento universale, leggi Il grande giorno della luceInoltre, vedi il Sequenza temporale sul conto alla rovescia per il regno e le relative spiegazioni nelle "schede" sottostanti. 

Diversi anni dopo, Gesù si lamenta che l'uomo sta diventando così duro, che nemmeno la guerra stessa è sufficiente per scuoterlo:

L'uomo sta diventando sempre peggio. Ha accumulato così tanto pus dentro di sé che nemmeno la guerra è riuscita a farlo uscire. La guerra non ha abbattuto l'uomo; al contrario, lo ha fatto crescere più audace. La rivoluzione lo renderà furioso; la miseria lo farà disperare e lo farà abbandonare al crimine. Tutto ciò servirà, in qualche modo, a far uscire tutto il marciume che contiene; e poi, la mia Bontà colpirà l'uomo, non indirettamente attraverso le creature, ma direttamente dal Cielo. Questi castighi saranno come la rugiada benefica che discende dal Cielo, che ucciderà [l'ego] dell'uomo; e lui, toccato dalla mia mano, riconoscerà se stesso, si sveglierà dal sonno del peccato e riconoscerà il suo Creatore. Pertanto, figlia, prega affinché tutto sia per il bene dell'uomo. —4 ottobre 1917

Il punto principale da considerare qui è che il Signore sa come prendere la malvagità e il male che si sta esaurendo nei nostri tempi e usarli anche per la nostra salvezza, la santificazione e la Sua maggiore gloria.

Questo è buono e gradito a Dio, nostro salvatore, che desidera che tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. (1 Tim 2: 3-4)

Secondo i veggenti di tutto il mondo, siamo ora entrati nei tempi della grande tribolazione, il nostro Getsemani, l'ora della Passione della Chiesa. Per i fedeli, questo non è motivo di paura, ma di anticipazione che Gesù è vicino, attivo e trionfante sul male, e lo farà aumentando gli eventi sia nella sfera naturale che in quella spirituale. L'Avvertimento imminente, come l'angelo mandato a rafforzare Gesù sul Monte degli Ulivi,[1] rafforzerà anche la Chiesa per la sua passione, infondila delle grazie del Regno della Divina Volontà, e alla fine portarla a La risurrezione della chiesa

Quando questi segni iniziano a manifestarsi, alzati in piedi e alza la testa perché la tua redenzione è a portata di mano. (Luca 21: 28)


—Mark Mallett

lunedì 8 marzo 2021

PREGHIERA PER COLORO CHE RIFIUTANO LA MISERICORDIA


 

L'ULTIMO DI TUTTI - I castighi della superbia

 


I castighi della superbia


Preparazione della sera

La superbia tende a privare Dio della sua gloria, perfino del suo ruolo. Usurpa il suo posto, se non intenzionalmente, il che sarebbe mostruoso, almeno praticamente, il che è già tanto odioso. Come pensare che Dio tolleri tale sopruso? Quali sarebbero i sentimenti di un padrone nei riguardi del servo che pretendesse di fare a modo suo, attribuendosi ogni diritto? Come lo tratterebbe? Certo lo punirebbe e in maniera adeguata alla colpa, facendolo apparire vile e miserabile nelle sue pretese.

Ogni legge ha lo scopo di mantenere l'ordine; ora, la legge della nostra attuale condizione è l'umiltà. Se essa è violata, il disordine penetra in noi, nei nostri rapporti con Dio e nelle relazioni con il prossimo. Da qui errori, pericoli, fallimenti e forse la rovina della vita spirituale, talvolta perfino 1'impenitenza finale.

Di solito il castigo raggiunge il colpevole con lentezza, ma in modo inevitabile. Studierò domani questo argomento di giusto timore, meditando su di un triplice castigo che colpisce la superbia:

1. la sterilità soprannaturale;

2. la maledizione di Dio;

3. la decadenza morale.

 

1. La superbia è punita con la sterilità soprannaturale

La superbia possiede la proprietà fatale di rendere sterile tutto ciò che tocca. L'azione più bella da essa ispirata diventa inutile per il Cielo, come un fiore infecondo. Tutto il bene che raggiunge con il suo alito, immediatamente appassisce. Così la vita più attiva, se è dominata da questo vizio, assomiglia alla botte delle Danaidi che nessuno riuscirà mai a riempire. Nostro Signore diceva dei Farisei che digiunavano e pregavano per essere onorati: «Hanno già ricevuto la loro ricompensa» (Mt 6, 2.5). Perché Dio dovrebbe ricompensare ciò che non è fatto per lui?

D'altra parte, anche se volesse, non potrebbe. Ogni atto privo di un'intenzione soprannaturale, almeno potenziale, non può ottenere il concorso di Dio. Perciò è privo di vitalità soprannaturale. Dal momento che la Grazia non c'entra per niente, non può produrre gloria celeste; se lo Spirito Santo non lo vivifica, Dio non lo fa suo.

Compiere opere buone per superbia è come spargere polvere al vento. Nel monastero diretto da Pacomio, un monaco fece un giorno una stuoia più degli altri e la mostrò per vanità, sperando di riceverne complimenti: «Questo lavoro è per il diavolo», sentenziò il superiore.

Che delusione attende il superbo un istante dopo la morte! Si ritroverà con le mani vuote e sentirà risuonare la sentenza: «Non vi conosco» (Mt 25, 12). Egli si meraviglierà e dirà fra sé: «Non abbiamo noi profetato nel tuo nome?» (Mt 7, 22). E cioè: «Non ho io fatto opere buone, sopportato fatiche, compiuto fino alla fine esercizi di pietà e di zelo?». Eppure Dio gli dichiarerà: «Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7, 23).

Sì, il superbo ce l'ha messa tutta per darsi agli esercizi della vita spirituale, per moltiplicare gli atti virtuosi che gli hanno attirato l'ammirazione altrui, per riuscire nel lavoro apostolico: nulla di tutto ciò costituisce un merito e conta agli occhi di Dio, se è ispirato dalla superbia.

L'obiettivo principale delle sue attività era la vanagloria e il desiderio di essere stimato e applaudito. Ricevuta questa ricompensa, non ne merita altre: il salario sarà degno della sua vanità. Egli appartiene a coloro di cui Agostino ha detto: «Erano uomini vuoti, hanno ottenuto una ricompensa vana».

 

2. La superbia è punita con la maledizione di Dio

Il Maestro divino, pur così pieno di dolcezza, ha colpito e maledetto in termini severi e terribili la superbia dei farisei e degli scribi. Per sua natura questo vizio è odiato da Dio, perché tende a rapirgli la gloria. «Non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli», dice il Signore (Is 42, 8). Come potrebbe non maledire e non punire la superbia che si fa idolo di se stessa e toglie così al Creatore la gloria e l'onore a lui solo dovuti?

Per punirla Dio non ha bisogno di armarsi di spada contro il superbo: basta che lo abbandoni a se stesso. Niente di più giusto, dato che è presuntuoso; niente di più fatale, poiché è debole.

«Il Signore abbatte la casa dei superbi» (Pro 15, 25), è detto nella Scrittura. Perché l'edificio del superbo crolli, è sufficiente che Dio non mandi la sua Grazia; senza di essa infatti non si può né fare né conservare alcunché di buono. Precisamente egli concede la sua Grazia agli umili e la rifiuta ai superbi (cf. Gc 4, 6). San Tommaso d'Aquino, parlando dell'umiltà come fondamento della vita spirituale, dice che «questa virtù caccia la superbia alla quale Dio resiste e rende l'uomo sottomesso e aperto alle effusioni della Grazia divina».

Queste effusioni sono rifiutate al superbo: incline al male a motivo del peccato originale, accecato dalle proprie illusioni, caduto in basso per essersi lasciato mille volte fuorviare, privato dell'aiuto divino che potrebbe illuminarlo e trattenerlo, egli corre verso gli abissi e sprofonda sempre più nella melma, secondo le leggi dell'accelerazione della velocità nella caduta. Gli sfugge il senso del pericolo: ha gli occhi come bendati e non avverte la necessità di chiedere luce e soccorso.

Fra Dio onnipotente e noi, deboli per essenza, è stabilito un contratto tacito: «Voi state al vostro posto, e io al mio; siate umili e pregate e io vi sosterrò». Il castigo per l'infrazione a questo contratto è l'abbandono.

La maledizione di Dio contro la superbia può prendere anche una forma più terribile di quella dell'abbandono: si trasforma in avversione e odio. La Scrittura avverte: «Tre tipi di persone io detesto, la loro vita è per me un grande orrore: un povero superbo...» (Sir 25, 2); «E un abominio per il Signore ogni cuore superbo, certamente non resterà impunito» (Pro 16, 5).

Quest'odio divino perseguita il superbo, senza che nulla possa sottrarlo ai suoi giusti castighi: «La tua arroganza ti ha indotto in errore, la superbia del tuo cuore; ...anche se ponessi, come l'aquila, in alto il tuo nido, di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore» (Ger 49, 16).

Parole che mettono paura. Tremo davanti alla rivelazione dell'odio che Dio, conosciuto come infinitamente misericordioso, porta contro questo vizio. Un posto eminente anche nella Chiesa, importanti servizi resi perfino alla religione, virtù ammirevoli e senza dubbio troppo ammirate, possono fornire esca alla superbia, senza costituire una difesa nei confronti di Dio. «Di lassù ti farò precipitare». E lo ha fatto con i superbi: «Ha rovesciato i potenti dai troni» (Lc 1, 52).

Una superbia da meritare tali castighi penso sia rara fra le persone devote. Ma troppo spesso c'è in loro una superbia minore che pure attira giuste punizioni: aridità persistenti, insuccessi, tristezze, colpe in cui Dio permette che si cada.

La superbia nel suo desiderio smodato di stima e di lode, viene punita anche col non raggiungimento della gioia cercata, con la delusione riservata alle sue febbrili preoccupazioni. I suoi desideri superano sempre le mete raggiunte; quanto più ottiene tanto più diventa avida.

Da parte sua Dio si sente dimenticato e tace o si volge altrove; toglie le grazie per dimostrare la sua riprovazione. Si accontentasse di mescolare l'amarezza alle nostre gioie umane e di renderci infelici nelle nostre vane ricerche! Un giorno, senza dubbio, la fame ricondurrebbe il figlio prodigo alla casa paterna... (cf. Lc 15, 16-20).

 

3. La superbia è punita con la decadenza morale

Quali sono le conseguenze della maledizione di Dio contro l'orgoglioso, che egli detesta e abbandona? San Paolo, parlando dei filosofi perduti dalla loro superbia, dice: «Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi» (Rm 1, 24).

Eccoli decaduti, degradati, ridotti al livello di animali che seguono gli istinti. Per usare i termini dell'Apostolo, il superbo diventa «animalis homo» incapace di percepire ciò che appartiene allo Spirito di Dio (cf. 1 Cor 2, 14).

Colpito dal triste spettacolo, devo capire che la superbia contiene in radice ogni degrado morale. «Principio della superbia infatti è il peccato» (Sir 10, 13). Parola rivelata e comprovata dall'esperienza. Per descrivere quanto esce da questa sorgente inquinata, la Scrittura avverte: «Il cuore dei superbi è come l'alito cattivo che emana da uno stomaco malato» (Sir 11, 32 Volg.).

Se questo è vero, come posso meravigliarmi nel sentire che la superbia è un segnale premonitore di riprovazione? Immergendosi nel male, il superbo vi trova alla fine la sua tomba. Per uscirne, dovrebbe riconoscersi colpevole, far appello alla Grazia, umiliarsi; ma quell'infelice ne è incapace.

Dei castighi che ho appena intravisto, non ce n'è uno al quale prima o dopo possa sottrarmi. Per questo devo temere i progressi insidiosi della superbia e considerare come sia capace di distruggere tutto. Ogni buona azione ispirata dall'amor proprio è corrotta in partenza. Un atto iniziato santamente, all'improvviso può alterarsi per un motivo di vanità che se ne impadronisce. Un'opera compiuta in maniera perfetta può deporre in me un germe di corruzione con il vano compiacimento.

Concedimi, o Dio, di evitare i castighi della superbia e di poter godere dei premi dell'umiltà. Invece della sterilità soprannaturale, le mie più piccole azioni saranno arricchite dal merito. Invece della tua maledizione e della tua avversione, sarò coperto di benedizioni e di tenerezze. Invece del degrado, sarà l'elevazione, perché tu «sollevi l'indigente dalla polvere», e... «innalzi gli umili» (cf. Sal 112, 7; Lc 1, 52). Invece della prevedibile riprovazione, sarà assicurata la predestinazione. Tu affermi con la voce del Salmista che «salvi gli spiriti affranti» (cf. Sal 33, 19).

E non potrebbe essere diversamente. L'umile prega e tu, Signore, ti «volgi alla preghiera del misero» (cf. Sal 101, 18). Tutto può con la tua forza; sei tu che vivi in lui. Se ne va nell'ombra e nel silenzio; se deve mostrarsi, si mantiene sotto il tuo sguardo. Dimentico del bene che compie, desideroso unicamente della tua gloria, non ha che l'ambizione di essere ogni giorno più tuo figlio.

Aiutami ad essere umile a questo modo.

Leopold Beaudenom

La povera umanità va verso la grande purificazione! Oggi già vi raccomando e già vi chiedo: PREPARATEVI PER IL GRANDE AVVERTIMENTO DI DIO!!!!

 


Messaggio di Nostra Signora Madre Protettrice degli Afflitti alla Vergine Sovrana


01 marzo 2021

"Cari bambini,

Ecco la serva del Signore!

Oggi vi invito alla santità della vostra vita! Fate la volontà di Dio qui sulla terra in modo che più tardi possiate ottenere il cielo e tutto ciò che c'è in esso come ricompensa per la vostra fedeltà. So che tutti peccano ed è a causa dei vostri peccati che i vostri cuori sono lontani dalla perfezione. Dovete imparare a combattere il peccato! Sono vicino a te per condurti in Paradiso. La mia presenza è per incoraggiarvi nella fede e, soprattutto, per far sì che i miei figli amino e siano amati qui sulla terra. Sono sempre presente nella vita dei miei figli! Questo è il mio ufficio materno! Non voglio che i Miei figli si perdano per sempre. Quando un'anima si perde perché è lontana da Dio, il Mio Cuore freme di dolore. Pregate figli miei e convertitevi! Questo è il momento di tornare a Dio! Non rimanete fermi nel peccato. Vai avanti, con coraggio, e confida sempre nell'Amore e nella Misericordia di mio figlio Gesù. È davanti al Signore che tutti i miei figli vinceranno il male che è sul mondo! Non preoccupatevi, perché chi è coperto dal Mio Manto non soffrirà il castigo della carne! Confidate sempre nel mio Gesù e nessun male verrà nella vostra casa. So molto bene che l'umanità è malata e che tutti vivono con la paura. Mio figlio Gesù mi manda a voi per aiutarvi in questi tempi difficili. L'umanità soffre a causa della dimensione del peccato che è sul mondo! Prega, perché la preghiera è la migliore soluzione per questi momenti. Quanto ai Miei consacrati, vi chiedo: non abbiate paura! Il Signore distruggerà tutto il male prima che raggiunga le vostre case. Questo male che è sulla terra passerà, perché la potenza di Dio è più grande di tutto. La povera umanità va verso la grande purificazione! Oggi già vi raccomando e già vi chiedo: PREPARATEVI PER IL GRANDE AVVERTIMENTO DI DIO!!!! Questo giorno arriverà per voi! Dio Padre ha fretta di trasformare l'umanità e salvare il Suo popolo dal peccato. Non dimenticare le mie richieste! Siate in pace e molto ben preparati per questi giorni di grandi eventi. Voi vivete in un mondo così tormentato che è necessario confidare ancora di più in mio figlio Gesù. È necessario essere sempre all'erta per non cadere nelle insidie del diavolo. Molti saranno sorpresi dall'avanzata delle erbacce che proliferano in modo spaventoso nell'umanità. Molti saranno inebriati dalle seduzioni delle tenebre. L'umanità cammina in fretta sui sentieri della tristezza. Riempite i vostri cuori solo con l'Amore di Dio e non date spazio all'azione del male, perché sarà scacciato e imprigionato insieme al suo. Ai miei figli ovunque vi chiedo di disprezzare il peccato e di abbracciare fortemente la Misericordia di Dio per essere salvati. Usate ciò che sta accadendo come una riflessione sul danno che voi stessi, come esseri umani, state causando sulla Terra.

Che Dio vi benedica e vi conceda la Sua pace!                                                                                                               Ti amo! Rimanete tutti nel nome della Santa Trinità".


Un Esorcista Racconta - LA CENERENTOLA DEL RITUALE

 


Un Esorcista Racconta 


LA CENERENTOLA DEL RITUALE 

 

Dalla fine del Concilio Vaticano II ad oggi di anni ne sono passati parecchi; le varie parti del Rituale sono state rivedute secondo le direttive conciliari; l'unica parte che ancora è sigillata con la scritta "Lavori in corso" è la parte che riguarda gli esorcismi. È vero che c'è tutta la dottrina della Sacra Scrittura, della teologia, del magistero della Chiesa; abbiamo riportato in altra parte alcuni testi del Vaticano II; non sto qui a riportare i tre discorsi di Paolo VI e i diciotto di Giovanni Paolo II. Cito almeno una frase di Paolo VI, tratta dal discorso del 15 novembre 1972: "Esce dal quadro dell'insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente la realtà demoniaca; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente, essa pure come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudorealtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni". E più oltre aggiunge: "Sarebbe questo, sul demonio e sull'influsso che egli può esercitare sulle singole persone, come su comunità, su intere società o su avvenimenti, un capitolo molto importante della dottrina cattolica da ristudiare ". 

In pratica, per molti ecclesiastici di oggi, sono tutte parole gettate al vento: quelle della Bibbia, quelle della tradizione, quelle del magistero. Giustamente scrive mons. Balducci: "È bene che il pubblico sappia quale crisi, per lo meno dottrinale, sta oggi attraversando la Chiesa! " (II diavolo, Piemme, pag. 163). Mi si è detto che in molti articoli mi sono dimostrato polemico nei riguardi di certi teologi, di certi vescovi, di certi esorcisti. Non si tratta di polemica; si tratta di mettere in luce la verità. Perché la crisi non è solo dottrinale, ma soprattutto pastorale, ossia coinvolge i vescovi, che non nominano esorcisti, e i sacerdoti che non ci credono più. Non intendo generalizzare, ma oggi il demonio è attivissimo nel tormentare le persone; e quando queste cercano un esorcista si trovano davanti il solito cartello: "Lavori in corso". 

Incomincio dai teologi. Cito Luigi Sartori, uno dei più noti e quotati. Scrive: "È probabile che alcune guarigioni operate da Gesù riguardino malati di malattie nervose più che veri indemoniati". Questa insinuazione è pessima e falsa. Il Vangelo distingue sempre nettamente tra guarigioni da malattie e liberazioni dal demonio, tra il potere che Gesù concede di cacciare i demoni e il potere che concede di guarire i malati. Gli evangelisti potranno non indicare le malattie col nome tecnico moderno, ma sanno distinguere benissimo quando si tratta di malattia o quando si tratta di possessione diabolica. Chi non sa fare questa distinzione è Luigi Sartori, non gli evangelisti. E abbiamo visto quale importanza fondamentale ha nell'opera di Cristo la cacciata dei demoni. Quando i settantadue discepoli vollero riassumere i risultati del loro ministero, per il quale Gesù li aveva mandati a predicare a due a due, dissero una cosa sola, pieni di gioia: "Signore, perfino i demoni ci obbediscono, quando invochiamo il tuo nome". E Gesù rispose: "Vedevo Satana precipitare dal CIELO come folgore" Luca 10, 17 18. Non meraviglia se il Sartori conclude il suo articolo affermando: "Gesù taumaturgo esprimeva soprattutto la forza dell'amore, costruiva rapporti di vicendevole simpatia; per questo operava miracoli, e non perché disponesse di forze sacre e segrete, da mago" (Famiglia Cristiana, n. 19, 10 maggio 1989). No, caro teologo; Gesù non cercava la simpatia e non aveva le forze segrete di un mago. Aveva l'onnipotenza di Dio e dimostrava con le sue opere di essere Dio. Ma queste sono sottigliezze a cui certi teologi moderni non badano. 

Prendiamo un altro teologo, Luigi Lorenzetti. Egli ammette, bontà sua, che "il credente non può escludere in assoluto l'interpretazione demoniaca di certi fatti"; ma poi si affretta ad aggiungere che "è difficile, anzi impossibile asserire con certezza tale presenza nel caso concreto". 

Che tanta gente si faccia imbrogliare è fuori dubbio. Ma certo non è con l'errore che sì insegna la verità. Sono sottigliezze che sfuggono a don Salvatore e a chi ne pubblica le idee, senza accorgersi degli errori plateali che contengono. 

Mescolando l'errore con la verità è evidente che poi di esorcisti ce ne sono pochissimi e la gente si rivolge a maghi, fattucchiere e cartomanti, che crescono a dismisura. E il credente non è istruito da nessuno. Ho esorcizzato una suora, ridotta in pessime condizioni da una possessione diabolica, che da dieci anni la faceva progressivamente peggiorare. Ho chiamato la sua superiora generale e le ho detto che non si aspetta per chiamare il medico che uno sia moribondo; lo si chiama ai primi sìntomi del male. Quella superiora mi ha risposto: "Lei ha ragione, ma queste cose non ce le ha mai insegnate nessun sacerdote". Mi ha anche detto da quanti ecclesiastici per non parlare dei medici quella suora era stata sentita, senza che mai a nessuno fosse venuto in mente quale poteva essere la causa vera dei suoi mali, resistenti a qualsiasi cura. 

È vero, nei miei articoli me la sono presa anche con alcuni esorcisti. Ho detto che "si è persa la scuola", ossia non c'è più nelle diocesi quella successione per cui l'esorcista pratico istruiva il neo esorcista. E allora capita che ci siano esorcisti che non sappiano neppure le cose più elementari. Me la sono presa con mons. Giuseppe Ruata, canonico della cattedrale e coordinatore degli esorcisti torinesi. Franca Zambonini intervistò per Famiglia Cristiana 30 marzo1988, indirizzata a lui dal card. Ballestrero. Quando uno afferma che "la possessione diabolica è limitata nel tempo e dura poche ore o pochi giorni", vuoi dire che è privo della più elementare esperienza. Infatti afferma, poco dopo, che in tutte le persone che si sono rivolte a lui "non ho mai ravvisato segni tali da dover ricorrere ad un esorcismo". Io, in nove anni di lavoro massacrante tanto che ora sono stato costretto a rallentare il ritmo, ho esorcizzato oltre trentamila persone; tengo notati i nomi dei posseduti: finora novantatre, e tutti in tale stato da decine di anni. Ci sono persone che vengono benedette da dieci, quindici anni e anche di più, e non sono state ancora liberate. 

Ho anche fortemente criticato mons. Giuseppe Vignini, penitenziere nel duomo di Firenze ed esorcista, per quattro articoli pubblicati su Toscana oggi ottobre e novembre 1988; gennaio 1989. Quando un esorcista scrive che la magia, le messe nere, le fatture ecc., sono "artifici innocui e frutto di fantasie suggestionate"; quando afferma che l'esorcismo non è un sacramento, ma una semplice invocazione, ignorando che è un sacramentale; quando conclude i suoi sragionamentì affermando che, in pratica, gli esorcismi non si debbono mai fare; c'è proprio da dirgli, con tutto il rispetto possibile: "Caro figliolo, o t'informi o cambi mestiere". 

Conosco alcuni esorcisti che non hanno neppure il Rituale; non conoscono né le norme da seguire né le apposite preci da recitare; hanno solo l'esorcismo di Leone XIII, in una traduzione italiana né buona né integrale, e si limitano a recitare quello. Sulla stampa mondiale fece colpo il caso di Anneliese Michel, di Klingenberg Germania, una ragazza di 24 anni, morta nell'estate del 1976 in seguito ad una lunga serie di esorcismi. La notizia destò scalpore anche perché i due sacerdoti che amministrarono gli esorcismi furono denunciati e sottoposti a procedimento penale. I dati che emersero allora dai giornali e da altri stampati come il libro di Kasper e Lehmann, Diavoli demoni possessione, Queriniana 1983, facevano sospettare che con troppa facilità i due sacerdoti avessero pensato di trovarsi davanti a un caso di possessione diabolica. Pareva anche che gli esorcisti, benché avessero sempre agito alla presenza e col consenso dei genitori della ragazza, si fossero un po' lasciati condurre da quello che la ragazza stessa indicava come utile alla liberazione. 

In seguito uscì poi un libro in cui quei fatti vennero studiati in profondità: Anneliese Michel, di Raspar Bullinger Ed. Ruhland, Altotting 1983. Si è trattato di uno studio in cui in sostanza si scagionavano interamente i due esorcisti, si dimostrava come era stato serio sia l'impegno del vescovo, che aveva autorizzato gli esorcismi, sia dei due sacerdoti; e si precisavano le cause della morte della ragazza, indipendenti dal sacramentale amministrato. In ogni caso l'episodio contribuì a scoraggiare i sacerdoti ad accettare l'incarico di esorcisti. 

Veniamo infine ai vescovi. È vero che me la sono presa anche con loro, perché li amo e desidero la loro salvezza. Il Diritto Canonico non contempla il reato di omissione d'atti d'ufficio; ma la pagina del giudizio universale, come è riportata nel capitolo 25 di Matteo, ci presenta la gravita insanabile del peccato d'omissione. 

Ho ancora in mente l'infelicissimo intervento di un noto arcivescovo, il 25 novembre 1988, in un seguitissimo programma della TV, guidato da Zavoli. Pareva che si vantasse di non aver mai fatto esorcismi e di non aver mai nominato esorcisti. Per fortuna era presente Fon. Formigoni, di Comunione e Liberazione, a illustrare il punto di vista cristiano. Ho poi annotato tutta una serie di risposte di vescovi che, senza voler generalizzare, non fanno onore all'episcopato italiano. Mi sono state riferite da persone venute un po' da tutte le parti d'Italia, alle quali avevo detto di rivolgersi al loro vescovo, prima di concedere loro un appuntamento. 

Ecco le risposte più ricorrenti: 

"Io per principio non nomino esorcisti"; "Io credo solo nella parapsicologia"; "Ma voi credete ancora a queste cose?"; "Non ho trovato nessun sacerdote disposto ad accettare questo incarico. Cercate altrove"; "Non nomino esorcisti e non faccio esorcismi perché ho paura. Se il demonio mi si rivolta contro, che cosa faccio?"; "Vorrei sapere chi vi ha messo in testa queste stupidaggini"... Potrei continuare. Dietro ogni risposta c'è una grande sofferenza da parte di chi la riceve; non so se c'è la stessa sofferenza da parte di chi la da. Nella maggior parte dei casi si è trattato di persone che avvertivano il vescovo di aver ricevuto benedizioni da P. Candido e che era stato lui ad ammonirle che avevano bisogno di altre benedizioni. Per cui, in pratica, la diagnosi del male era già stata fatta da un esorcista molto competente e molto noto. 

Certamente non intendo generalizzare. Se io sono esorcista lo debbo alla sensibilità e all'iniziativa del card. Poletti; credo che ogni esorcista debba testimoniare un uguale riconoscimento riguardo al suo vescovo. Ma la scarsità di esorcisti denota chiaramente una scarsità di interessamento in questo settore. 

Se poi passo a parlare di altre nazioni europee, la situazione si presenta peggiore che in Italia. Ho esorcizzato persone venute dalla Germania, dall'Austria, dalla Francia, dalla Svizzera, dall'Inghilterra, dalla Spagna. Tutte persone venute appositamente, attirate dalla fama di P. Candido e poi rassegnate a ripiegare sul suo allievo. Ma anche tutte persone che affermavano di non aver trovato un esorcista nella loro nazione. Un professionista svizzero mi assicurava di aver telefonato a tutti i vescovi cattolici e di aver avuto da tutti risposta negativa. Non voglio dire che in queste nazioni non ci siano esorcisti, ma indubbiamente è difficile individuarli. Venire a Roma appositamente per un esorcismo non è un divertimento. 

Insisto: all'estero la situazione è peggiore rispetto a quella italiana. Ne do un esempio significativo. I miei confratelli degli Stati Uniti hanno voluto tradurre il libro di Balducci: Il diavolo. Per poter ottenere l'Imprimatur, sono stati costretti dal revisore diocesano ad eliminare i casi in cui si parlava di possessione diabolica. Si noti l'incoerenza di tale disposizione: oltre ad essere fatti storici documentati, si trattava dell'applicazione pratica dei principi esposti nel libro. E il solito errore: non negare la presenza del demonio in assoluto, per non passare da eretici, ma negarla decisamente in ogni caso concreto. 

Non stanno così le cose presso certe confessioni protestanti. Anche a Roma ve ne sono di quelle che prendono molto sul serio il problema, che studiano i casi e che, quando col loro discernimento arrivano a scoprire la presenza del maligno, esorcizzano con un'efficacia che talvolta ho toccato con mano. È chiaro che tutti coloro che credono in Cristo, e non solo i cattolici, hanno il potere di cacciare i demoni nel suo nome. Non dobbiamo averne nessuna gelosia, ma guardare al Vangelo. Quando Giovanni disse a Gesù: "Abbiamo incontrato uno che caccia i demoni nel tuo nome e noi glielo abbiamo impedito per che non è dei nostri ", il Signore ha rimproverato gli apostoli Marco 9, 38 40. 

È questa la scoperta che hanno fatto i membri del Rinnovamento e che li ha messi sulla strada delle preghiere di liberazione. Preghiere che vanno regolate con precisi criteri, ma che sono efficacissime. Proprio per regolare tali preghiere il card. Suenens ha scritto un libro, Rinnovamento e potenza delle tenebre Edizioni Paoline, 1982, con presentazione del card. Ratzinger. Egli scrive: "Inizialmente tanti cattolici legati al Rinnovamento hanno scoperto la pratica della liberazione fra i cristiani di altre tradizioni, appartenenti per lo più agli ambienti della Free Churches o Pentecostali; e i libri che lesserò, o leggono ancora, provengono in gran parte da tali ambienti. Fra di essi si trova una letteratura strabocchevole sul diavolo e i suoi accoliti, sulla sua strategia e sui suoi mezzi d'azione, e così via. Nella Chiesa cattolica questo campo è rimasto in gran parte incolto e la nostra pastorale specifica non ha fornito direttive adatte ai nostri tempi" pagg. 79 80. 

È una lamentela su cui ci soffermeremo nel prossimo capitolo; ma è giusto imparare da chi meglio segue il vangelo. Anche su questo punto, come sullo studio e la divulgazione della Bibbia, noi cattolici siamo rimasti assai indietro rispetto a certe confessioni del protestantesimo. Non mi stanco di ripeterlo: il razionalismo, il materialismo hanno inquinato una parte di teologi con influenze profonde su vescovi e sacerdoti. E chi ne fa le spese è il popolo di Dio. In Italia, di vescovi esorcisti conosco solo l'africano mons. Milingo, combattuto in tutti i modi. E so di almeno due esorcismi fatti dal Papa. Conosco pochi altri casi; sarò lieto se mi verranno segnalati. 

Concludo affermando che uno degli scopi che mi sono prefisso con questo mio libro è di contribuire affinché nella Chiesa cattolica si ristabilisca la pastorale esorcistica. È un preciso mandato del Signore ed è una lacuna imperdonabile che non venga osservato. Sarà questo l'argomento del capitolo seguente. 

Don Gabriele Amorth 

CONSACRATEVI A ME IO VI AMO

 


"Figli consacrati al Mio Cuore Immacolato, voi tutti dovete vivere nello spirito di filiale abbandono, della più completa fiducia nell'azione della vostra Mamma. Sono Io stessa ad esercitare in maniera più piena la Mia funzione di Mamma. Con voi posso agire così, perché, con la consacrazione al Mio Cuore Immacolato, vi ponete veramente come bambini fra le mie braccia. Così Io vi parlo e voi potete ascoltare la Mia voce. Io vi conduco e voi vi lasciate docilmente guidare da Me. Io vi rivesto delle Mie stesse virtù, vi nutro del Mio cibo. Siete sempre più interiormente attratti dal profumo di questa Mia materna azione che vi rende piccoli, poveri, umili, semplici, puri. Soprattutto vi attiro dolcemente davanti alla Divina Persona di Mio Figlio Gesù, presente, come in Cielo, nel Sacramento dell'Eucaristia. Voi imparate da Me il gusto della preghiera".