domenica 2 aprile 2023

NICODEMO, IL SERPENTE E LA CROCE

 


VITA DI CRISTO

Gesù non avendo ricevuto una buona accoglienza nel tempio che era la casa del Padre Suo, non volle il successo per forza: il tempio terreno sarebbe svanito, e Lui, il vero Tempio nel quale Dio ha la Sua dimora, sarebbe risorto nella gloria. Si limitò, per il momento, a provare, con la predicazione e con i miracoli, di essere il Messia. In quei pochi giorni, operò molti più miracoli che non siano stati registrati, e il Vangelo afferma che molta gente, vedendo i miracoli ch'Egli compiva, credete in Lui. Uno dei membri del Sinedrio ammise non solamente che i miracoli erano autentici, ma anche che Dio doveva essere con Colui che operava tali prodigi.  

«Un Fariseo, ch'era uno dei capi dei Giudei, venne di notte a trovare Gesù» (Giov. 3: 1,2)  

Sul piano del mondo, Nicodemo era, sotto tutti gli aspetti, un savio: molto versato nelle Scritture, era un uomo religioso, in quanto apparteneva a una setta, quella dei Farisei, che insisteva sulle minuzie dei riti esteriori. Ma, perlomeno in un primo tempo, Nicodemo non era un uomo coraggioso, giacché per parlare col Nostro Signor Benedetto scelse un'ora in cui il manto delle tenebre lo celava agli occhi degli uomini.  

Nicodemo è il «personaggio notturno» del Vangelo, perché lo incontriamo sempre nell'oscurità. Di notte, secondo una precisa descrizione, avvenne quella prima visita; e di notte, più tardi, fu appunto lui, Nicodemo, nella sua qualità di membro del Sinedrio, a parlare in difesa di Nostro Signore, dicendo che nessun uomo può essere giudicato se prima non sia stato ascoltato; e il Venerdì Santo, nelle tenebre che seguirono la Crocifissione venne Giuseppe di Arimatea:  

«E con lui era Nicodemo, ch'era venuto la prima volta a Gesù di notte, portando circa cento libbre d'una mistura di mirra e d'aloe» (Giov. 19: 39)  

Benché gli impedimenti di ordine sociale fossero tali da poterlo dissuadere dal manifestare un qualunque interessamento per il Nostro Divin Signore, si recò a trovarLo quando Egli era a Gerusalemme per la Pasqua: si recò a fare atto di ossequio a Cristo, e subito conobbe come quel genere di ossequio non fosse sufficiente. Disse a Lui Nicodemo:  

«Maestro, noi sappiamo che sei venuto da parte di Dio, come un dottore, poiché nessuno può fare i miracoli che tu fai, se Dio non è con lui» (Giov. 3: 2)  

Ma, sebbene avesse visto i miracoli, Nicodemo non era ancora disposto a riconoscere la Divinità di Colui che li operava. Era ancora un po' esitante, dato che celava la sua vera personalità sotto l'ufficialità di quel «noi». E una furbizia cui ricorrono qualche volta gli intellettuali per sottrarsi alle responsabilità personali, e con la quale sottintendono che se un mutamento è necessario deve esserlo per la società in generale piuttosto che per i loro singoli cuori. Dopo, nel corso di quella conversazione notturna, Nostro Signore rimproverò a Nicodemo d'ignorare, quantunque fosse un «maestro», parecchie profezie. In tal modo, Nostro Signore palesò d'essere anch'Egli un Maestro; ma, prima che l'alba giungesse a metter fine alla loro lunga discussione, Nostro Signore proclamò di non essere soltanto un Maestro, bensì anzitutto e soprattutto un Redentore, e affermò che non la verità umana della mente, ma una rinascita dell'anima, acquisita attraverso la Sua morte, era la condizione essenziale per essere tutt'uno con Lui. Nicodemo aveva cominciato col chiamarlo «dottore»: al termine del loro colloquio, Nostro Signore aveva proclamato la Propria essenza di Salvatore.  

La Croce si riverberò su ogni episodio della Sua vita, ma non splendette mai così fulgida come in quella notte su un esperto dell'Antico Testamento. Quel Fariseo aveva creduto che Egli fosse soltanto un Maestro o Rabbi, ma alla fine scopri che la guarigione stava in ciò che fino allora era stato sempre considerato una maledizione: ossia in una Crocifissione.  

Il Nostro Signor Benedetto gli rispose esortandolo ad abbandonare lo spirito del mondo:  

«In verità, in verità ti dico che se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio» (Giov. 3: 3)  

All'inizio della discussione tra Nicodemo e Nostro Signore prevalse il concetto che la vita spirituale differisce dalla vita fisica, o intellettuale che sia. V'è più differenza, disse in sostanza Gesù al Suo interlocutore, tra la vita spirituale e la vita fisica che tra un cristallo e una cellula vivente. La vita spirituale non scaturisce da una sorgente sotterranea: è bensì un dono che viene dall'alto. Un uomo non riesce a diminuire il proprio egoismo e ad accrescere il proprio spirito di generosità se non diventa seguace di Cristo: occorre pertanto una seconda nascita generata dall'alto. Ciascuno di noi nasce una prima volta dalla carne, ma Gesù disse che ad una vita spirituale è necessaria una seconda nascita generata dall'alto; e a tal punto questa è necessaria che, senza di essa, un uomo «non può» entrare nel Regno di Dio. E non disse: «Non entrerà», in quanto l'impossibilità è assoluta. Come non si può vivere una vita fisica se ad essa non si è nati, così non si può vivere una vita divina se non si è nati da Dio. In virtù della prima nascita, siamo figli dei nostri genitori; in virtù della seconda, figli di Dio. Importante non è tanto il progresso quanto la rigenerazione; non tanto il perfezionamento del nostro stato attuale quanto il mutamento assoluto della nostra condizione.  

Sopraffatto dalla nobiltà del concetto propostogli, Nicodemo chiese maggiori lumi. Perché, se riusciva a comprendere come un uomo sia quel che è, non riusciva a comprendere come un uomo possa diventare quel che non è. Nicodemo capiva come si possa migliorare un vecchio, ma non capiva come si possa creare un uomo interamente nuovo. Di qui la domanda:  

«Come mai un uomo può nascere quando è già vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere di nuovo?» (Giov. 3: 4)  Nicodemo non negava la teoria di una seconda nascita. Egli era un filologo e, come tale, dubitava della giustezza del verbo «nascere». A quella obiezione, il Nostro Signor Benedetto rispose:  

«In verità, in verità ti dico che se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è generato dalla carne è carne, ciò che nasce dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se io ti ho detto: Bisogna che voi nasciate di nuovo» (Giov. 3: 5-7)  

L'argomentazione di Nicodemo era insufficiente, in quanto si riferiva solo al dominio della carne. Certo che Nicodemo non sarebbe potuto entrare una seconda volta nel grembo della madre per nascere di nuovo; ma ciò che è impossibile alla carne è possibile allo spirito. Nicodemo aveva sperato delucidazioni e ammaestramenti, e invece era stato esortato alla rigenerazione e alla nascita. Il Regno di Dio veniva raffigurato come una nuova creazione. Quando un uomo esce dal grembo della propria madre è soltanto una creatura di Dio, come, in un ordine inferiore, una tavola è una creazione del falegname. Nell'ordine della natura, nessun uomo può dare a Dio il nome di «Padre»; per poter far ciò, bisogna che l'uomo diventi quello che non è. In virtù di un dono divino, deve partecipare della natura di Dio, allo stesso modo che ora partecipa della natura dei propri genitori. L'uomo produce quello che non gli rassomiglia, ma genera quello che gli rassomiglia. Un pittore dipinge un quadro, ma questo non rassomiglia al pittore sul piano della natura; una madre procrea un figlio, e il figlio le rassomiglia sul piano della natura. Nostro Signore, in questa sede, propone il concetto che al di sopra del livello della produzione e creazione sta il livello della procreazione, della rigenerazione, della rinascita, in conseguenza di che Dio diventa il Padre nostro.  

Evidentemente, lo spirito meramente intellettualistico con cui Nicodemo considerava la religione era stato scrollato, perché il Nostro Signor Benedetto gli disse: «Non meravigliarti». Nicodemo si domandava come potesse prodursi l'effetto della rigenerazione, e Nostro Signore spiegò che il motivo per cui Nicodemo non capiva in che cosa consistesse la rinascita stava nel fatto ch’egli ignorava l'opera dello Spirito Santo, e dopo un po' gli fece intendere che, come la Sua morte avrebbe riconciliato l'umanità con il Padre, così l'umanità si sarebbe rigenerata per virtù dello Spirito Santo. La rinascita di cui parlava Nostro Signore non viene avvertita dai sensi e si rivela unicamente attraverso gli effetti che produce sull'anima.  

Nostro Signore adoperò un'immagine per illustrare codesto mistero: «Tu non puoi capire la direzione del vento, ma obbedisci alle sue leggi e ti fai trascinare pertanto dalla sua forza: così è con lo Spirito. Obbedisci alle leggi del vento, ed esso gonfierà le tue vele e ti trasporterà: obbedisci alle leggi dello spirito, e conoscerai la rinascita. Non trascurare la parentela con codeste leggi sol perché non sei in grado di scandagliarne il mistero con la mente».  

«Il vento soffia dove vuole e tu odi la voce, ma non sai donde venga né dove vada: così capita a ogni cosa nata dallo Spirito» (Giov. 3: 8)  

Libero è lo Spirito di Dio, e opera sempre liberamente: non v'è calcolo umano che possa prevederne i movimenti. Nessuno può dire quando la grazia stia per venire, né in che modo agirà sull'anima; e neppure se verrà in conseguenza del disgusto del peccato, o dell'anelito a una bontà superiore. La voce dello Spirito è nell'anima stessa; e la pace ch'Esso reca, la luce ch'Esso spande, la forza ch'Esso conferisce sono inequivocabili, ma sempre nell'ambito dell'anima. Ché l'occhio umano non può discernere direttamente la rigenerazione dell'uomo.  

Sebbene fosse un sottile erudito, Nicodemo rimase perplesso dinanzi alla sublimità della dottrina espostagli da Colui ch'egli aveva chiamato Dottore. In quanto Fariseo, non s'era interessato della santità personale, ma della gloria di un regno terreno. E ora invece domandò:  

«Com'è possibile che questo avvenga?» (Giov. 3: 9)  

Nicodemo comprese che la vita divina nell'uomo non è solo questione di essere e che implica anche il problema del divenire attraverso un potere che non risiede nell'uomo ma unicamente in Dio.  

Nostro Signore spiegò che nessun essere meramente umano avrebbe mai potuto intendere pienamente il di Lui insegnamento. L'ignoranza del Fariseo veniva pertanto a essere, in certo modo, giustificata. Dopo tutto, nessun uomo era mai salito al cielo per apprendere i segreti celesti ed era poi tornato sulla terra per divulgarli. L'unico che poteva conoscerli era Colui ch'era disceso dal cielo, Colui che essendo Dio si era fatto uomo ed ora parlava a Nicodemo. Per la prima volta Nostro Signore parlò di Se stesso come del Figlio dell'Uomo, e, contemporaneamente, fece intendere d'essere qualcosa di più: d'essere anche il Divin Figliuolo unigenito del Padre Celeste. Asserì difatti e la Propria Natura Divina e la Propria natura umana.  

«Nessuno è salito al Cielo all'infuori di Colui che è disceso dal cielo, il Figliuol dell'Uomo che è in cielo» (Giov. 3: 13)  

Non fu l'unica volta che Nostro Signore parlò della Sua riascesa al cielo o del fatto d'esser disceso dal cielo. A uno degli Apostoli disse:  

«In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figliuol dell'Uomo» (Giov. 1: 51)  

«Sono disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di chi mi ha inviato» (Giov. 6: 38)  

«Chi viene dall'alto sta sopra a tutti; chi viene dalla terra è della terra e parla di terra. Chi viene dal cielo sta sopra a tutti» (Giov. 3: 31)  

«E [i Giudei] dicevano: Non è forse costui Gesù, il figlio di Giuseppe, di cui conosciamo il padre e la madre? Come mai può dire: 'Io sono disceso dal cielo?'» (Giov. 6: 42)  

«E [che cosa penserete] quando vedrete il Figliuol dell'Uomo ritornare colà dov'era prima?» (Giov. 6: 63)  

Nostro Signore non parlò mai della Sua Gloria Celeste o Risorta senza far cenno della ignominia della Croce. Qualche volta, come adesso con Nicodemo, parlò principalmente della gloria, la cui condizione però doveva essere la Crocifissione. Nostro Signore viveva e una vita celeste e una vita terrena; una vita celeste in quanto Figlio di Dio, una vita terrena in quanto Figlio dell'Uomo. Pur continuando a essere tutt'uno col Padre Suo nei Cieli, si sacrificava per gli uomini sulla terra. E a Nicodemo dichiarò che la condizione da cui dipendeva la salvezza degli uomini sarebbe stata la Sua Propria Passione e morte, e ciò chiari alludendo alla più nota prefigurazione della Croce che si trovi nell'Antico Testamento:  

«Come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto, così è necessario che il Figliuol dell'Uomo sia innalzato, affinché chiunque creda in lui non perisca, ma abbia la vita eterna» (Giov. 3: 14, 15)  

Il Libro dei Numeri racconta che quando il popolo prese a parlar contro Dio un linguaggio ribelle, venne punito col flagello di serpenti infocati, così che molti perirono. Poi, pentitosi il popolo, Iddio disse a Mosè di fare un serpente di bronzo e di erigerlo come segnale; e tutti quelli ch’erano stati morsi dal serpente, guardando tale segnale risanarono. Adesso, il Nostro Signor Benedetto dichiarava ch'Egli sarebbe stato innalzato, com'era stato innalzato il serpente; e, come il serpente di bronzo aveva l'apparenza di un serpente ed era tuttavia senza veleno, così Egli, quando sarebbe stato innalzato sulle sbarre della Croce, avrebbe avuto l'apparenza di un peccatore e sarebbe stato tuttavia senza peccato; e come tutti coloro che per aver guardato il serpente di bronzo erano guariti dal morso del serpente, così tutti coloro che avessero guardato a Lui con amore e con fede sarebbero guariti dal morso del serpente del male.  

Non bastava che il Figlio di Dio scendesse dai cieli e apparisse come il Figlio dell'Uomo, ché in tal caso Egli sarebbe stato soltanto un gran dottore e un grande esempio, ma non un Redentore. Più importante, per Lui, era la realizzazione del fine della Sua venuta: redimere gli uomini dal peccato pur essendo incarnato in un uomo. I maestri trasformano gli uomini con l'esempio della propria vita: il Nostro Signor Benedetto avrebbe trasformato gli uomini con l'esempio della Sua morte. Le esortazioni dei savi e le riforme sociali non sarebbero stati sufficienti a guarire il veleno dell'odio, della sensualità e dell'invidia che è nel cuore degli uomini. Il prezzo del peccato è la morte, e, pertanto, con la morte appunto si sarebbe dovuto espiare il peccato. Come nei sacrifici antichi il fuoco consumava simbolicamente, insieme con la vittima, il peccato scaricato su di essa, così sulla Croce il peccato del mondo sarebbe stato tolto con le sofferenze di Cristo, perché Egli sarebbe stato eretto come un sacerdote e prostrato come una vittima.  

I più grandi vessilli che siano mai stati spiegati furono il serpente innalzato e il Salvatore innalzato. E, nondimeno, tra loro correva una differenza infinita. Teatro dell'uno fu il deserto, e spettatori furono poche migliaia d'Israeliti; teatro dell'altro fu l'universo, e spettatrice l'umanità intera. Dall'uno consegui la guarigione del corpo, che di lì a poco la morte avrebbe di nuovo annullata; dallo altro scaturì la guarigione dell'anima, e sarebbe durata in eterno. Eppure, l'uno fu la prefigurazione dell'altro.  

Ma, sebbene fosse venuto per morire, Egli mise più volte in evidenza come lo facesse volontariamente, e non già perché fosse troppo debole per difendersi dai nemici. Unica cagione della Sua morte sarebbe stato l'amore, e perciò Egli disse a Nicodemo:  

«Infatti Dio ha talmente amato il mondo da dare il suo Figliuolo Unigenito, affinché chiunque creda in lui non perisca, ma abbia la vita eterna» (Giov. 3: 16)  

Quella notte, recatosi un vecchio a trovare il Divin Maestro che aveva meravigliato il mondo con i Suoi miracoli, Nostro Signore narrò la storia della Sua vita. Una vita che non cominciava in Betlemme, ma che esisteva da sempre nella Divinità. Colui che è il Figlio di Dio divenne il Figlio dell'Uomo perché il Padre Gli aveva affidato la missione di redimere gli uomini attraverso l'amore.  

Se c'è una cosa che un buon maestro desidera, è una vita lunga, così da poter divulgare il proprio insegnamento e acquistar sapienza ed esperienza. Per un grande maestro, la morte è sempre una tragedia.  

Quando a Socrate venne data la cicuta, il di lui messaggio fu troncato per sempre. La morte fu una pietra d'inciampo per Budda e per il suo insegnamento dall'ottuplice via. Con l'ultimo respiro di Lao- Tse calò il sipario sulla di lui dottrina del tao, ossia dell'«astenersi dall'azione», in quanto avversa all'aggressività dell'autodeterminazione. Socrate aveva insegnato che il peccato era dovuto all'ignoranza e che, quindi, la sapienza avrebbe reso il mondo buono e perfetto. Per i savi dell'Oriente, era oggetto di preoccupazione la possibilità che l'uomo venisse travolto da uno dei vortici del destino: di qui la raccomandazione di Budda nel senso che gli uomini imparassero a reprimere i propri desideri, per poter così trovare la pace. Quando, a ottant'anni, Budda venne a morte, non indicò se stesso, ma la legge da lui data. La morte di Confucio pose termine al di lui insegnamento circa il modo di perfezionare uno Stato mediante reciproci rapporti di benevolenza tra principe e suddito, tra padre e figlio, tra fratelli, tra marito e moglie, tra amico e amico.  

Nella Sua conversazione con Nicodemo, il Nostro Signore Benedetto asserì d'essere la Luce del Mondo. Ma il Suo insegnamento è particolarmente meraviglioso inquantoché Egli disse che nessuno avrebbe compreso codesto insegnamento fin quando Egli fosse stato in vita e che la Sua morte e Risurrezione sarebbero state le condizioni necessarie a tale comprensione. Nessun altro maestro ha mai detto che gli era indispensabile una morte violenta per far chiari i propri insegnamenti. Ed ecco invece un Maestro che così poca importanza dava al Proprio insegnamento da affermare che l'unico modo in Cui Egli avrebbe mai tratto gli uomini a Sé non sarebbe stato la Sua dottrina, non sarebbe stato ciò che diceva, ma sarebbe stato la Sua Crocifissione.  

«Quando avrete innalzato il Figliuol dell'Uomo, allora conoscerete che sono Io» (Giov. 8: 28)  

Non disse neppure che avrebbero compreso il Suo insegnamento, sebbene che avrebbero còlto la Sua Personalità. Solo allora avrebbero capito, dopo averLo messo a morte, ch'Egli aveva predicato la Verità. La Sua morte, quindi, invece che l'ultimo di numerosi fallimenti sarebbe stata un successo glorioso, il culmine della Sua missione sulla terra.  

Di qui, la grande differenza tra le statue e i dipinti che raffigurano Budda e le statue e i dipinti che raffigurano Cristo. Budda è sempre seduto, ha gli occhi chiusi e le mani incrociate sul corpo grasso. Cristo, invece, non è mai seduto: è sempre innalzato e intronizzato. La Sua Persona e la Sua morte sono il cuore e l'anima della Sua lezione. La Croce, con tutto ciò che comporta, sta ancora una volta al centro della Sua vita.  

Venerabile Mons. FULTON J. SHEEN


È attraverso la preghiera che le tattiche di Satana vengono rivelate e distrutte

 

“Figli, quando siete in preghiera e assaliti da molte distrazioni, vi prego di riconoscere la paura che Satana ha delle vostre preghiere. Egli non viene come se stesso visibilmente, ma come tanti pensieri e interruzioni esterne che interferiscono con la fervente preghiera. Quando ciò accade, beneditevi con calma e tornate a pregare.”

“È attraverso la preghiera che le tattiche di Satana vengono rivelate e distrutte. Il Maligno usa persone e situazioni inconsapevoli per irretire la vostra concentrazione al momento della preghiera. Quando imparate a riconoscerlo, metà della vostra battaglia è vinta. Non permettete a nessuno o a nulla di tenervi lontani dalla preghiera. Prestate attenzione a ciò che vi disturba e rimuovete ciò che non è necessario.”

(Maureen)  16 marzo 2022

Come l’anima entra nella mia Volontà, e anche una semplice adesione, un abbandono, Io le do la corda per farla girare.

 


Gesù parla a questo punto di “far girare” gli atti fatti nel suo Volere nella ruota interminabile dell’Eternità, per diventare vita, luce e calore di tutti, e le dice:   

“Non hai detto tutti i giri che fa la rotella della tua volontà nella gran ruota dell’Eternità”. 

Ed io: “Come potevo dirli, se non lo so?” 

E Lui: “Come l’anima entra nella mia Volontà, e anche una semplice adesione, un abbandono, Io le do la corda per farla girare. E sai quante volte gira? Gira per quante intelligenze  pensano, quanti sguardi danno le creature, quante parole dicono, quante opere e quanti passi  fanno. Girano ad ogni atto divino, ad ogni moto, ad ogni grazia che dal Cielo scende... In-somma,  in ciò che si fa in Cielo e in terra, loro formano il giro. I giri di queste rotelle sono veloci, rapidi,  sicché sono incalcolabili a loro stesse, ma Io li numero tutti; prima, per prendermi la gloria,  l’amore eterno che Mi danno, e poi per fondere tutto il bene eterno, per dar loro la capacità di  farli sorpassare tutto, per poter abbracciare tutti e farsi corona di tutto”.  (04.02.1922, ultimo  capitolo del Vol. 13°).  

(Molti si perderanno perché sono testardi)

 


Messaggio ricevuto il 6 marzo 2023

Mia cara figlia, scrivi a tutti i Miei amati Sacerdoti, tutti devono ascoltare ciò che ho da dire prima che arrivi il peggio. Sì, perché Io sono l'Onnipotente, voglio che sappiate della verità che verrà e che non state prestando attenzione. Molti si perderanno perché non vogliono ascoltare ciò che ho detto, e ci sarà tanta disperazione per tutto ciò che vi accadrà. Dovete ascoltare ciò che sono venuto a dire, per non perdere il vostro Dio, perché tutto è in cammino verso le vostre anime, e molti si perderanno perché sono testardi e non vogliono allontanarsi dal male che li circonda. Così farete tutto ciò che vi ordina di fare, perché volete obbedire alla bestia che guida la mia Chiesa che sta cadendo.  

Quindi, figli miei, siete appesi a un filo perché tutto finirà molto presto. Sto aspettando ancora un po' per attirare la vostra attenzione su ciò che dovete fare, ma non riesco a immaginare come possiate vedere tanta sporcizia nella Mia Chiesa e non vedere che le cose non vanno bene da ciò che vi dicono. I miei piccoli vogliono obbedire a chi? Se tutto vi è stato detto prima e dopo. Ora tutto è in cammino per farvi perdere tutto, perché stanno facendo sparire tutto, affinché rimanga come Lucifero vuole. Quando (finalmente) vi accorgerete di ciò che sta accadendo, all'interno della Mia Chiesa non rimarrà nulla, solo le mura, e questo non vi dice nulla? Cosa volete che faccia dopo tutto quello che stanno facendo?

Tutto era già stato cambiato con il Vaticano II, ma ora è tutto finito e nulla sarà come pensate. Vi ho detto che tutto sarebbe finito, e il tempo sta arrivando. Allora, state aspettando il momento in cui andrete insieme a lui? Perché nella mia Chiesa non rimarrà nulla. Ho chiamato tutti, ma voi non state pensando bene, vi ho detto tutto in questi messaggi e ho detto ovunque che tutto sarebbe finito. Dopo questo non c'è più niente, quindi ascoltate tutto prima che sia il momento di dire che non avete più niente nella Mia Chiesa, vi ho avvertito! Allora non ci saranno più avvertimenti, ma sarete allontanati e non vi resterà nulla per pentirvi, perché tutto finirà dopo il suo ingresso (l'Anticristo?).

Vi ho avvertito e vi ho chiamato con un altro messaggio, che vi viene dato di cuore in cuore.

Il Dio dell'Amore. Amen.

Maria De Jesus Coelho


 


sabato 1 aprile 2023

GARANZIA DELLA MIA FERMEZZA DAVANTI A TUTTI

 


          In certi momenti, non significa nulla una piccola stretta che si attraversa nella vita. Se non fosse così, come sarebbe la sofferenza? È in questi momenti che bisogna avere il coraggio di affrontarla. Non serve a nulla nascere in una culla d'oro se poi non ne rimane nulla. Chi non passa attraverso il dolore non sa cosa sia l'amore.

          Guarda, figlio mio, se avessi tutto in mano, e l'ho fatto, per sfuggire alla crocifissione, per amore mi sono lasciato crocifiggere. Nessuno è mai passato attraverso una stretta come questa.

          Ora voglio che tu alzi la testa e mi dica cosa ti manca. Pensate a questo! Avete due braccia, due gambe, un corpo perfetto; non siete legati da nulla, non avete fame. Dimmi dov'è la tua fede? Nella routine della vita, ci sono milioni di persone senza casa, senza cibo. Alcuni senza gambe, altri senza braccia, e la maggior parte è già condannata da malattie che i medici considerano incurabili, perché tra loro ci sono anche i tossicodipendenti.

          Bento, figlio mio amato, la mia luce, quando è con qualcuno che mi ama veramente, non si affievolisce né diminuisce, tende solo ad aumentare, perché Io sono l'unica Sicurezza. Chi lavora direttamente per Me, fino ad oggi non ho mai fatto mancare nulla. Sono come il lievito che si mette nella pasta: la faccio lievitare senza che nessuno debba vedere come funziona.

          La tua parte, figlio mio, è indistruttibile. Ciò che è tuo sta già arrivando. Arriverà, e sarà una delle più grandi sorprese. Per coloro che non hanno creduto nel tuo lavoro, vedranno con i loro occhi fino a che punto un piccolo uomo può arrivare davanti a Me, che sono Gesù. Non è necessario avere un diploma per fare il mio servizio, la mia grandezza comprende tutto, in un batter d'occhio. Quando uno è chiamato a fare il Mio servizio, viene fuori da Me quello che deve fare, e non quello che dicono gli altri. Forte come una roccia è la persona che è sotto il mio dominio. Così sei tu, figlio mio. Le tue gambe non vacilleranno davanti a nessuno, né balbetterai nel momento in cui dovrai parlare, magari anche al Papa. La tua voce sarà come una campana perfetta, e il suono sarà conosciuto dal suo tintinnio. Chiunque abbia studiato, non troverà nulla di sbagliato nelle tue parole, sapendo che si tratta di una questione di grande importanza, pronunciata da un uomo semplice, quasi senza studio.

          Guarda, figlio mio Benedetto, è tempo di mostrare al mondo chi sono i miei piccoli, perché è attraverso di loro che verrà il Regno di Dio, per la gloria del suo Nome. Coloro che hanno creduto nella Sua grandezza e nella Sua potenza non avranno nulla di cui vergognarsi; ma coloro che pensano di essere importanti sulla Terra, come i medici, i ministri, i governatori, gli industriali, gli agricoltori, che pensano di possedere tutto, non avranno più nulla per loro, perché hanno reso la loro posizione e la loro fortuna signore della Terra. Questo, per Me, figlio mio, è come niente, perché ho detto: "Dov'è il tuo tesoro, là sarà il tuo cuore" (Mt 6,21). Sarebbe meglio che tu non avessi nulla, piuttosto che avere tutto e arrivare a perdere la tua anima (Mc 8,36). Cosa darete in cambio a Me? Io voglio solo amore e pietà, e voi non avete avuto né l'uno né l'altra. Ora è il turno dei miei piccoli.

          Grazie, figlia mia, la tua ricompensa è pronta. Sii con la Mia Pace.

GESÙ

10/06/1995


(Darò tutto a voi che avete amore e fede)

 


Messaggio ricevuto il 4 marzo 2023

Mia cara figlia, scrivi tutto quello che ti viene detto, perché sei stata scelta da Me. Ci sono tante cose fuori posto, se non fosse per le tue preghiere tutto sarebbe già caduto. Il mio nemico vuole togliervi il posto di figli (di Dio) che siete, quindi sta usando tutto per allontanarvi da Me, voi che siete i figli della Luce, che Mi date obbedienza. Perciò, figlia mia, quello che devi fare, fallo per il mio amore, perché tutto ti è stato dato dall'amore che hai per tutti quelli che ti circondano. Ora, voglio che facciate tutto come ve lo do prima che sia troppo tardi, perché molte cose sono già state pianificate perché tutto accada, ma non posso fare di più da solo senza di voi.

Figli miei obbedienti, voglio che abbiate la speranza che tutto ciò che fate sia di mio gradimento, che lo facciate per il bene dei miei figli, perché molti stanno soffrendo per la loro mancanza di amore, ma voi siete sulla strada giusta. Non voglio che vi scoraggiate, ma voglio che facciate come quando un Padre vi chiede di fare, voglio che ascoltiate tutto, perché il mondo sta cadendo e molti non vedono che tutto è appeso a un filo. Il mio nemico è anche vostro, quindi dovete stare attenti perché è scaltro, sa dove nascondersi per non farsi vedere e questo è molto brutto per voi che siete con Me e volete obbedire alle regole che vi ho sempre dato. Tutti sono chiamati a fare tutto quello che dico, ma solo pochi mi ascoltano e questo non è di mio gradimento.

Tutti sono miei figli e devono darmi obbedienza, dovete ascoltare quello che vi dico perché le cose non vanno bene, il mondo pian piano cadrà e molti non se ne rendono conto. Perciò chiedo ai miei figli che sono con me di non perdere la fede e la pazienza nell'attesa, perché molto presto darò tutto a voi che avete amore e fede, questo è il mio desiderio. Voglio che chiamiate i miei figli che sono con me, che vi allineiate a tutto ciò che ho detto, perché dopo non vi resterà più nulla a cui aggrapparvi. Il diavolo ha la sua ora, ma per voi, figli miei, ho preparato tutto affinché non cadiate nelle sue grinfie, come molti cadranno.

Vi amo e vi voglio con tanto amore nei vostri cuori, per tutti quelli che ne hanno bisogno, affinché diate tutto a coloro che vi aspettano.

Io sono Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

Maria De Jesus Coelho

I SEGNI DEI TEMPI - LA GRANDE TRIBOLAZIONE

 


LA GRANDE TRIBOLAZIONE 

In effetti, in tutta questa epoca, a partire dalla distruzione di Babilonia, il mondo conoscerà il castigo. I libri sacri descrivono nei minimi dettagli questa inevitabile catastrofe, ma senza che tutti i giusti ne subiscano le estreme conseguenze. 

 

Isaia, nel capitolo 24, dice: 

"Il paese sarà saccheggiato e completamente devastato... Perché il Signore lo metterà a ferro e fuoco e i suoi abitanti saranno spazzati via. A causa di tanti peccati la sua maledizione è su di loro... Non ci sarà nessuno che possa attraversarlo... Tutto sarà desolato e non si udrà alcun suono in nessun luogo. Il paese si agiterà come un ubriaco... Gli uomini che vi si trovano saranno come i grappoli sporadici che rimangono nella vigna dopo la vendemmia, o come una di quelle olive che si trovano sugli ulivi dopo la raccolta". 

 

Ezechiele 32:15. Si legge: 

"Lascerò il paese disabitato e desolato in tutta la sua estensione, perché flagellerò tutti i suoi abitanti". 

 

Più avanti, nello stesso Ezechiele 32, si spiega ciò che probabilmente accadrà in Israele: "Ecco ciò che accadrà nel giorno della venuta di Gog (l'Anticristo) sulla terra, dice il Signore: La mia indignazione aumenterà di grado, così che in quel momento ci sarà un grande tumulto e un'agitazione su tutto il paese d'Israele, e i pesci del mare e gli uccelli del cielo e le bestie della foresta e ogni animale che si muove sulla terra saranno scossi davanti a me. Le montagne sprofonderanno, gli edifici cadranno e ogni muro sarà buttato giù. I fratelli combatteranno contro i fratelli e io li attaccherò con pestilenze, sangue e fuoco, con tempeste desolate, con pietre enormi, fuoco e zolfo che cadranno sul mio popolo. E sarò glorificato, santificato e riconosciuto agli occhi delle nazioni.  E sapranno che io sono il Signore e che contro di me non c'è nessuno che possa resistere". 


Daniele, nel cap. 8, 10-12, parla di ciò che accadrà alla Chiesa di Cristo (la Chiesa cattolica): 

"E la Bestia si fece coraggio, minacciando il cielo, da dove fece cadere non poche stelle e le calpestò, intendendo attaccare anche il Principe onnipotente, cercando di abolire il Santo Sacrificio e tentando di rovesciare il Suo luogo santo... E a causa dei peccati degli uomini gli fu dato il potere di attaccare il Santo Sacrificio, calpestando e calpestando la verità sulla terra. Il denaro e l'immoralità regneranno al posto della rettitudine, raggiungendo il culmine al tempo dell'Anticristo, per il quale non ci sarà legge, ma forza bruta e maledetto interesse materiale. E l'umanità, non concentrata e vittima dei suoi appetiti naturali, precipiterà nella più terribile catastrofe che i secoli abbiano mai visto".  

 

Questa profezia di Daniele è completata dall'Apocalisse di Giovanni 13:17 che recita: 

"... e adorarono la bestia, dicendo: "Chi è come la bestia e chi potrà combattere contro di lei?"... E gli fu data l'autorità di agire per quarantadue mesi. E aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo (tabernacolo ed Eucaristia) e quelli che abitano in cielo (i santi). 

Gli fu permesso di fare guerra ai santi (Chiesa sulla terra) e di vincerli.  Gli fu anche data autorità su ogni tribù, popolo, lingua e nazione". 

 

Il profeta Osea, nel cap. 4, versetti 1-3, dice:  

"Ascoltate la Parola di Dio, perché io sto per portare il giudizio sugli abitanti del paese. Non vedo verità da nessuna parte. Se non c'è verità, non c'è misericordia né timore di Dio sulla terra. Invece la maledizione, la frode, la menzogna, l'omicidio, il furto e l'adulterio hanno invaso il mondo. A causa di questi crimini la terra soffrirà e tutti coloro che la abitano saranno malati. 


Zaccaria 13, 8-9 afferma che: 

"Nel giorno del grande castigo e della purificazione universale due terzi del genere umano periranno... Ecco cosa accadrà sulla terra: due parti di loro saranno disperse e rovinate. Solo un terzo si salverà. Ma anche questo dovrà passare attraverso il crogiolo della sofferenza per essere purificato come l'argento o l'oro. E il popolo rimasto invocherà il mio nome e io lo ascolterò e gli dirò: Tu sei il mio popolo, mentre essi mi diranno: Tu sei il mio Dio. 

 

Questa terza parte dell'umanità sarà il popolo glorioso di Dio, un popolo purificato come l'oro e l'argento. 

 

Anche Sofonia 1, 2, 14,18 dice: 

"Il grande giorno del Signore è molto vicino, è prossimo e viene rapidamente; ahimè per la voce amara e terribile di Dio! Anche i più forti e i più valorosi tremeranno per la paura e il terrore, perché sarà un giorno d'ira, di guai e di angoscia, un giorno di grande calamità e di miseria, di nebbia e di tormento; un giorno in cui affliggerò gli uomini ed essi cammineranno come ciechi, perché peccheranno contro Dio, e il loro sangue sarà versato come acqua. E i loro corpi saranno gettati via come spazzatura. La fine e la consumazione di tutte le cose avverrà a grandi passi, perché scaglierò gli uomini dalla faccia della terra, che sarà coperta dai corpi morti degli empi. 

 

Amos 5:18-20 dice: 

"Terribile giorno del Signore questo, un giorno di tenebre e non di luce. Sarà come chi fugge da un leone e si imbatte in un orso, o come chi si appoggia a un muro per non cadere e viene morso da un aspide". 

 

Ma, come abbiamo già detto, questa non è la fine del mondo, ma la fine di un'epoca oscura e iniqua, in cui moriranno tutti coloro che non sono stati fedeli a Dio e non hanno voluto pentirsi, né osservare i comandamenti del Signore, né ascoltare le profezie dei suoi santi, e hanno anche rifiutato gli avvertimenti della sua Madre, la Vergine, che cerca con tanta sollecitudine e amore la salvezza dei suoi figli. 

Padre Ernest Ben Odevecq


Un grande inganno si abbatte sull'umanità sotto l'aspetto degli extraterrestri. Non lasciatevi ingannare!

 


Messaggio del Signore dato all'amata Shelley Anna il 1° giorno di aprile 2023 


Gesù Cristo Nostro Signore e Salvatore, Elohim dice.

Miei amati

Fate attenzione e ascoltate con orecchie perspicaci, dove si trova la Mia comprensione.

Un grande inganno si abbatte sull'umanità sotto l'aspetto degli extraterrestri. Non lasciatevi ingannare! Non abbiate paura, perché io sono con voi. La vostra fiducia in me sia incrollabile.

Le profezie si stanno avverando, mentre entrate nella tribolazione.

L'avvicinarsi del mio giorno è su di voi, mentre vi lasciate sfuggire i momenti di misericordia.

Entrate alla mia presenza attraverso il Rosario di Luce di mia Madre, dove si applicano le grazie e si ottiene la misericordia per l'anima pentita.

Miei amati

Preparate i vostri cuori, perché l'ora è tarda!

Immergetevi nel mio amore

Entrate nella via stretta che conduce alla vita eterna.

Miei fedeli

vi invito al pentimento quotidiano per la remissione dei peccati

Restano solo pochi istanti di misericordia

Invocate il mio nome e sarete salvati

Così dice il Signore





Lavoriamo e soffriamo per la Mamma Immacolata e per le anime.

 


LETTERA 37   

A Fr. Giovanni Garleanu 1, Roma J.M.I.Fr.  

Cracovia 17 I 1920  


Carissimo!  

 Benché abbia poco tempo, tuttavia è giusto che io risponda quanto prima, anche se in breve.  

 La lettera che ci avete inviato è stata per noi di grande consolazione; dico «per noi», poiché, dopo averla tradotta in polacco, l'ho fatta conoscere anche agli altri chierici della M.I.  

Da noi l'Immacolata incrementa sempre di più la «sua Milizia». Senza dubbio avete già ricevuto la pagellina stampata in polacco. Ora, oltre alla benedizione del vescovo di Riga (Lettonia), che dal polacco può essere tradotta così: «Iddio benedica le pie aspirazioni della Milizia dell'Immacolata e la Madonna santissima la sostenga con la sua intercessione e la sua protezione. +Edoardo O'Rourke vescovo di Riga», abbiamo ricevuto anche quella del vescovo di Cracovia che, tradotta dal polacco, si legge così: «Benediciamo di cuore i membri della Milizia dell’Immacolata: combattendo sotto lo stendardo della Madre di Dio (Madonna) aiuti la Chiesa a condurre ai piedi di Gesù tutto il mondo. +Adamo Sapieha».  

Questo vescovo è particolarmente conosciuto per la difficoltà con cui approva qualcosa di nuovo. Inoltre, il M. Rev.do P. Provinciale [P. Luigi Karwacki] mi ha scritto il 27 XII 1919 dicendomi: «Ti prego di divulgare la Milizia dell'Immacolata e di stamparne lo statuto, evidentemente con il consenso del P. Guardiano [P. Mariano Sobolewski]».  

 E, subito, in data 12 I 1920, dopo aver ricevuto la pagella già stampata e le notizie del progresso della M.I., mi scrisse (sempre in polacco): «Mi fa molto piacere che lei, padre, si occupi con tanto zelo della Milizia e sono fiducioso che in breve tempo lei intraprenderà un'offensiva su tutta la linea della Grande, Piccola e Media Polonia (così si dividono le parti della Polonia) e anche in Lituania e forse sugli altri fronti, per difendere la devozione all'Immacolata».  

 Sicuro, perciò, di muovermi nell'obbedienza e, quindi, nella volontà della nostra Madre e Regina, non mi preoccupo degli scherni e delle difficoltà che da qualsiasi parte devono pur venire.  

 Il numero degli iscritti al 1° grado ha già superato i 200 (2).  

 Quanto alla storia, Fr. Girolamo sa molte cose e poiché forse ora avrà un po' di tempo, perciò potrai chiedere a lui qualcosa di più. Io noto solo questo: la «Milizia dell'Immacolata» è nata nelle vacanze estive del 1917. All'inizio non c'era un programma determinato, ci univa solo il desiderio più o meno espresso di consacrarci totalmente all'Immacolata come strumenti nelle sue mani immacolate per salvare e santificare le anime (specialmente i massoni). Dopo la stesura del primo statuto, i primi si radunarono nella camera di Fr. Antonio Mansi, di s.m. - con l'incoraggiamento del Rev.mo P. Alessandro Basile S.J. e con il permesso del Rev mo P. Rettore P. Stefano Ignudi - per discutere e approvare lo statuto. Nonostante ciò, per un intero anno la situazione rimase incerta. Tuttavia, dopo che due membri, P. Antonio M. Glowinski (19 X 1918) e Fr. Antonio M. Mansi (31 X 1918) ebbero fatto il loro ingresso in paradiso, lo statuto ricevette la conferma e gli iscritti si moltiplicarono.  

 Il 28 III 1919 Sua Ecc. Mons. Domenico Jaquet, in una udienza particolare dal Pontefice Benedetto XV, chiese ed ottenne (in forma generica, senza la presentazione dello statuto) la benedizione per l'associazione della E.V. Immacolata esistente tra gli alunni del collegio serafico. Una settimana più tardi, il 4 IV 1919, il Rev.mo P. Vicario Generale, P.M. Domenico Tavani, dopo aver esaminato diligentemente il fine, i mezzi, lo spirito e lo sviluppo della Milizia, diede questa benedizione scritta di propria mano: «Ben volentieri benediciamo e facciamo voti affinché la Beatissima Vergine Immacolata Patrona del Nostro Ordine incrementi e protegga con la sua materna protezione e una copiosa benedizione la pia Milizia. Fr. Domenico M. Tavani, Vicario Generale».  

 Fin da allora il Rev.mo P. Generale3 espresse pure il desiderio che i membri della M.I. si moltiplicassero e la M.I. fosse introdotta e si sviluppasse nei nostri collegi.  

 Termino qui, poiché il resto già lo conosci bene anche tu. Pure P. Cirillo Kita è dei nostri.  

 Per quanto riguarda le correzioni, lo statuto generale rimanga come il P. Generale l'ha approvato con la sua benedizione. Al NB se ne può aggiungere un altro (NB 2) come nella pagellina polacca; tradotto potrebbe essere così: «Nulla obbliga sotto peccato benché minimo; nostro unico sprone è l'amore (senza limiti - le parole 'senza limiti' non si trovano nel testo polacco, perché sono state tolte dal censore episcopale di Cracovia; se il censore di Roma le accetta si possono aggiungere) verso il sacratissimo Cuore di Gesù, allo scopo di unire a Lui attraverso l'Immacolata il maggior numero possibile di anime nel modo più stretto». Inoltre, le parole: «Dignare me ...» è meglio collocarle dopo l'atto di consacrazione (come nella pagellina polacca). Per quanto riguarda lo stesso atto, non venga mutato da come è stato scritto in polacco e approvato ufficialmente dal vescovo. Si possono togliere solo gli sbagli grammaticali. Ecco il testo:  

Atto di consacrazione alla B.V.M. Immacolata.  

 O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l'intera economia della misericordia, io N.N., indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare con me e con tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, con la mia vita, morte ed eternità, ciò che ti piace. Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva per compiere ciò che è stato detto di te: «Ella ti schiaccerà il capo» [Gen.3,15], come pure: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero» [ufficio della B.V. Maria], affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre attraverso le tue mani dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.  

R. Concedimi di lodarti, o Vergine santissima. V. Dammi forza contro i tuoi nemici.  

 Puoi anche presentare questo atto al Rev.mo P. D'Avoli4 per la correzione degli errori puramente grammaticali, come feci io con lo statuto generale prima di ricevere la benedizione del Rev.mo P. Generale.  

 Se a Roma puoi far stampare facilmente la pagella d'iscrizione in latino, fàllo quanto prima (evidentemente con il permesso dei superiori), altrimenti scrivimi subito.  

 Quanto alle norme generali per qualsiasi statuto particolare, cioè della M.I. di secondo grado (M.I. 2) siano chiari questi punti: 1) gli statuti particolari nascono in forza del C. III § 2 dello statuto generale; 2) ogni atto sociale (sottoposto, quindi, a «giurisdizione esterna») ha valore con l'approvazione del Protettore, il quale è sempre il superiore ecclesiastico immediato (per noi il superiore dell'Ordine); tutti i membri, infatti, nell'obbedienza riconoscono la volontà della loro Madre e Regina. Gli atti sociali sono: la determinazione dello statuto particolare, i suoi cambiamenti, le elezioni con sistema democratico, i decreti, ecc.  

 Basta per ora, poiché non ho tempo. Sappia, perciò, il Rev.mo P. Rettore chi sono i membri attuali della M.I. e quali sono le loro attività esterne. Tutto questo è contenuto nei «nota bene» [dello statuto].  

 Pertanto si faccia tutto secondo l'obbedienza nella rispettiva «giurisdizione» e, poiché generalmente le cose nuove vengono in mente a poco a poco e poi si evolvono, quindi generalmente prima appartengono alla «giurisdizione interna». Dato che da questa fonte ci viene manifestata chiaramente la volontà della nostra Regina, allora se l'azione è esterna - il che avviene quasi sempre negli atti sociali - noi conosciamo la Sua volontà concreta dall’approvazione o disapprovazione del Protettore.  

 Sarà bene altresì che per [iscriversi al]la M.I. di primo grado (M.I. 1) si apprezzi il consiglio e il permesso del direttore spirituale, per il secondo grado si consigli (specialmente per i giovani), mentre nel terzo grado si esiga sempre5.  

 Se ritieni opportuno cambiare lo statuto particolare da tipo monarchico a democratico - come è qui a Cracovia - allora, dopo aver accolto il parere del direttore spirituale, cerca di conoscere la volontà del Rev.mo P. Rettore, in quanto Protettore (dato che è superiore) e agite come l'Immacolata vi ispirerà, alla sua maggior gloria.  

 Ho scritto troppo, quindi anche se non ho detto tutto, per ora basta.  

 Ringrazio ancora P. Domenico per la lettera e digli che, di quella cosa di cui ho scritto in precedenza, ne avevamo parlato ritornando dal convento di S. Maria, ove eravamo andati a confessarci.  

 Un po' d'italiano6: io non so che cosa vuole la nostra comune Mamma, ma forse da noi [la] M.I. si ingrandirà di ancora molto.  

 Preghi un po' per me povero, che io possa meglio corrispondere alle grazie di Dio per mezzo della Mamma. - Scusi anche se senza ordine ho scarabocchiato.  

 Saluti tutti i M.I. dalla parte dei nostri M.I. - Oggi c'è la seduta ordinaria. - La conferenza [la] tiene il Fr. Alfonso sulla fede e ragione 7.  

 Lavoriamo e soffriamo per la Mamma Immacolata e per le anime.  

Suo in S. Francesco fratello ed in Immacolata commiles  

Fr. Massimiliano M. Kolbe M.I.  

 

 Il bacio della mano mando al R.mo P. Rettore; lo saluti tanto.  

 Era stata da noi nella domenica 11 I una conferenza di M.I.; la sala era piena e quasi 400 carte stampate si sono distribuite per venire poi per ricevere la firma del sacerdote M.I. che ammette alla M.I.  

 Fr. Girolamo dove sta? Lo saluto, che si ricordi del «povero Max».  

Saluti a P. Leli. Al P. Vicerettore saluti. Vorremmo sapere anche i nomi dei nuovi M.I.  

--------------------------------------------- 

Traduzione dal latino; eccetto l'ultima parte (cf. nota 6).  

 (1) Cf. SK. 28, nota 1. - (2) In Ksiega wpisowa czlonkòw M.I. 1919-1922 [Registro d'iscrizione alla M.I. 1919-1922] dal n. 60 al n. 200 appaiono, tra gli altri, 33 Clarisse di Cracovia e 10 soldati della scuola per sottufficiali di Przernysl. - (3) Il 6 VI 1919 P. Domenico Tavani era stato eletto Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. - (4) P. Antonio D'Avoli era professore nel collegio serafico internazionale di Roma. - (5) P. Alfonso Kolbe in Notatki o M.I., p. 3, annota: «A Roma si veniva accettati [alla M.I.] solamente quando il direttore spirituale acconsentiva, mentre il sistema usato era fortemente monarchico». - (6) Fino al termine della lettera il testo originale di P. Massimiliano è in lingua italiana. - (7) Più precisamente: «Può la fede opporsi alla ragione?».  


Tra poco l'umanità entrerà in una grande sofferenza.

 


Messaggio di Nostra Signora Madre della Divina Consolazione (La Protettrice degli Afflitti)


19 marzo 2023

"Cari figli,

Ecco il Servo del Signore!

Amati figli, siate saldi nella vostra fede e riempite i vostri cuori con la Misericordia di Dio. Sappiate, figlioli, che il fondamento della conversione è mettere nel vostro cuore tutto ciò che Gesù vi chiede. Disprezzate il peccato perché chi ama il peccato ne diventa schiavo. Dovete saper decidere perché il giorno della decisione è davanti a voi. Tra poco l'umanità entrerà in una grande sofferenza. Vi rivolgo un grande appello! Non lasciate che lo scoraggiamento vi impedisca di pregare in questi tempi confusi. Che Dio vi benedica e vi conceda la sua pace! Vi amo! Rimanete tutti nel nome della Santissima Trinità".

PENSACI BENE - GESÙ CROCIFISSO

 


Fissalo devotamente. Quelle mani non hanno sparso che benefici, ed ora sono squarciate dai chiodi. Quel piedi si stancarono tanto nell'andar egli diffondendo il Vangelo, ed ora sono inchiodati nell'immobilità più atroce. Quella fronte, maestosa e divinamente bella, è deturpata dagli sputi, dal sudore, dal sangue. Un brivido angoscioso fa fremere quel corpo, così orribilmente teso e sospeso alla croce. Egli non è più un uomo. È un cencio di uomo. E contro di lui che agonizza, sale l'insulto unanime e brutale della folla. Guardalo con fede quel crocifisso! È il Figlio di Dio, e ora sembra che anche Dio lo abbia abbandonato. Qual è mai la sua colpa? Quella di averti amato, di essersi caricato dei tuoi peccati, di aver offerto la sua vita per salvarti. Egli è crocifisso per te. È stato crocifisso da te. Agonizza e muore per te. Quelle spine, quei chiodi, quelle ferite, son l'opera dei tuoi peccati. E dopo tutto questo non invoca sopra di te il castigo, ma il perdono. Egli ha preso su di sé la pena, per, meritare a te la misericordia. Egli soffre, e solo la rassegnazione nelle tue sofferenze può sollevarlo. Egli ha sete, e solo l'offerta del tuo cuore può dissetarlo. Egli agonizza, e solo se ti lasci salvare puoi consolare la sua morte.

 

PER IL DONO DELLA VITA ETERNA

 


(Preparatevi al male che è alle vostre porte)

 


Messaggio ricevuto il 27 febbraio 2023

Mia cara figlia, scrivi tutto quello che sto per dirti, perché sei stata scelta da Me. Molti non prendono sul serio le cose che sono venuto a dirvi, ma non hanno visto nulla, perché fin dall'inizio è stato rivelato che avreste ricevuto tutto per i giorni che si avvicinano. Ma poiché nessuno si cura di nulla, non ha valore, ma non c'è problema, chiamerò tutti quelli che accettano questo al luogo promesso. Verranno a cercarvi, ma non vi troveranno, perché io sono l'Onnipotente. Se quello che dico è quello che faccio, se dovesse far vedere a tutti quello che vogliono, non funzionerebbe.

Nessuno è soddisfatto di nessuna delle verità che ti sto dicendo, quindi non vale la pena preoccuparsi di quello che ti dicono gli amici e poi voltano le spalle, perché non c'è nulla da fare quando non approvano nulla. Quindi, figlia mia, fai tutto quello che ti do, niente di quello che ti chiedo può essere lasciato indietro, perché tutto andrà bene, anche se nessuno fa caso a niente. Ogni cosa ha il suo giorno perché tutti vedano la verità, e verrà, perché Io vedo tutto e sono venuto a mostrare al mondo che non sta dando via nessuna delle cose che vi ho dato qui, perché la mia ora non è ancora arrivata.

Parlo a tutti perché vedano che i miei discorsi non sono a buon mercato, ma non c'è risposta da parte di nessuno che venga, ci saranno messaggi ancora per poco, gli altri non ascoltano pensando che io giochi con i miei figli. Oh, se solo sapessero a che ora verrà il ladro, si sarebbero presi più cura di tutto. L'ora non è lontana e allora piangeranno, perché non hanno fatto nulla per vedere che Io sono il Signore degli eserciti (o dei soldati o delle masse). Sì, figli miei, l'ora è molto vicina, ma quasi nessuno fa nulla per prepararsi al male che è alle vostre porte, come vi ho detto.  Tutto è in cammino, affinché vi ricordiate che tutto vi è stato rivelato, ma non avrà importanza per tutti coloro che pensano il contrario.

Fate attenzione, figli miei, e state attenti a quello che dite, perché io sento tutto e vedo le case di tutti. Ho un tempo, e quel tempo sta arrivando. Perché mi disobbedite così? Perché non ascoltate quello che vi dico? Pensate che cambierò quello che dico ogni giorno? No, sta arrivando la mia ora, in cui vedrete la verità di cui vi ho parlato oggi.

Io sono quello che sono, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

Maria De Jesus Coelho

 


venerdì 31 marzo 2023

Il suicidio di Alterare la fede nella liturgia

 


Un esame della liturgia e dei sacramenti


Il diritto dei fedeli ai sacramenti tradizionali

I fedeli hanno il diritto di ricevere sacramenti sicuramente validi82 . Questo diritto è radicato nel battesimo; non è un privilegio concesso dalle autorità ecclesiastiche, ma una pretesa radicata nell'azione di Cristo".83 La Chiesa non può imporre nuovi riti ai fedeli, perché i cattolici hanno il "diritto di adorare Dio secondo le prescrizioni del proprio rito". 84 Questo diritto stabilisce da parte dei fedeli una facoltà morale inviolabile in base alla quale essi possono e devono de- mandare i beni e i servizi della Chiesa secondo le proprie abitudini e il proprio rito.

Dal momento che la Legge divina stabilisce il diritto e il dovere che costituisce una pretesa inviolabile da parte dei fedeli di ricevere i sacramenti secondo i propri usi e riti, tale pretesa non può essere legittimamente negata. È in virtù di questa inviolabile pretesa che, se ai fedeli vengono illegittimamente negati i loro riti tradizionali, allora, in accordo con il principio di equità, essi non possono essere puniti per essersi avvalsi dei servizi di sacerdoti e vescovi la cui adesione alla Tradizione è valsa loro la revoca o la privazione delle facoltà sacerdotali85 . Tale revoca è illegittima, mentre la privazione penale delle facoltà in tali circostanze è certamente invalida, poiché tali sacerdoti non sono colpevoli di nient'altro che dell'esercizio del loro ministero divinamente commissionato86 .

La definizione stessa di legge è che essa è ordinata al bene comune e quindi, poiché l'autorità non è altro che il legittimo esercizio del potere87 , i pastori della Chiesa non hanno il potere di esercitare la loro autorità in modo tale da contravvenire alla Legge di Dio.88 Non possono legiferare un suicidio ecclesiale che nega ai fedeli i loro diritti divini e proibisce ai sacerdoti di esercitare i doveri della loro vocazione divina. I pastori della Chiesa non possono sopprimere i riti tradizionali e, di conseguenza, non possiedono l'autorità di proibire ai fedeli di avvalersi dei riti tradizionali o di proibire ai sacri ministri di amministrarli.89 Affinché ai fedeli siano garantiti i riti tradizionali, devono esserci sacerdoti e vescovi che celebrino la liturgia tradizionale e amministrino i sacramenti secondo l'uso e il rito della Chiesa. Questo, quindi, comporta da parte dei fedeli la rivendicazione inviolabile dei "riti ricevuti e approvati" dei sette sacramenti e, come conseguenza, si stabilisce la stretta necessità da parte dei ministri sacri di fornirli.

Il Codice di Diritto Canonico ha riconosciuto la validità del principio di necessità (necessitas non habet legem), che è stato elaborato dai teologi morali nella misura in cui si applica all'amministrazione dei sacramenti. Ordinariamente sono richieste facoltà giurisdizionali o una missione canonica per la lecita amministrazione o celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Penitenza, della Confermazione, del Matrimonio, dell'Ordine e dell'Estrema Unzione, e per la celebrazione pubblica abituale della Messa. Per la validità della Penitenza, del Matrimonio e della Cresima amministrati o solennizzati da un sacerdote, è necessaria la giurisdizione o la facoltà adeguata. Tuttavia, il Codice stesso ammette che le forme straordinarie possano essere utilizzate anche al di fuori del pericolo di morte, riconoscendo così che in circostanze straordinarie i diritti dei fedeli prevalgono sulle formalità del diritto ecclesiastico.

Così, ad esempio, il canone 1116 consente che "le persone che intendono contrarre un vero matrimonio possono validamente e lecitamente contrarlo davanti ai soli testimoni... se la presenza o l'accesso a una persona che è tenuta ad assistere ai matrimoni a norma di legge è impossibile senza gravi inconvenienti". Questo può essere fatto anche al di fuori del pericolo di morte, "purché si preveda prudentemente che tali circostanze si protrarranno per un mese". Questo è un caso in cui l'intenzione del legislatore di non permettere che la rigidità della legge statutaria neghi i diritti dei fedeli in circostanze straordinarie è così formalmente sancita nel Codice.

L'applicazione generale di questo principio si trova nel canone 1323, che afferma che non sono "soggetti a pena" coloro che "hanno violato una legge o un precetto" e che hanno agito "per necessità o per grave incomodo, a meno che l'atto non sia intrinsecamente malvagio o rasenti il danno alle anime". Il principio di equità richiede che, in caso di vera necessità, la legge debba cedere al diritto divino o naturale, poiché non è intenzione del legislatore né è in suo potere estendere l'applicazione di uno statuto generale a quelle situazioni straordinarie in cui l'obbligo di osservare la lettera della legge violerebbe i diritti e gli obblighi radicati nel diritto divino o naturale. Ciò sovvertirebbe lo scopo stesso per cui la legge è stata creata e quindi la sua applicazione sarebbe contraria alla natura stessa della legge stessa.90

Il canone 1323 riconosce espressamente che a volte è necessario violare la lettera della legge affinché i diritti siano esercitati e i doveri adempiuti. Quando c'è una situazione in cui la necessità è stata certamente o probabilmente stabilita, allora 1) non ci può essere penalità (can. 1323); 2) si stabilisce un dubbio positivo sull'applicabilità delle leggi in questione, che costituisce un "dubbio di diritto", e in tali circostanze quelle "leggi non vincolano anche se sono nullificanti e interdittive" (can. 14); 3) "nel dubbio positivo e probabile sul diritto o sul fatto, la Chiesa fornisce la potestà esecutiva di governo sia per il foro esterno che per quello interno". (can. 144) Le disposizioni di questi canoni chiariscono abbondantemente che in circostanze di vera necessità la Chiesa fornisce tutte le facoltà necessarie.

La seconda sezione del canone 144 applica espressamente la previsione di facoltà fornite ai sacramenti della Cresima, della Penitenza e del Matrimonio. La menzione di questi tre soli non manifesta l'intenzione di limitare la previsione di facoltà fornite solo ad essi, in modo da proibire la fornitura di facoltà ad altri sacramenti, poiché il Battesimo e l'Estrema Unzione hanno disposizioni canoniche extraordinarie proprie, e perché il silenzio non ha effetto nullificante: "Sono da considerarsi invalidanti o inabilitanti solo quelle leggi che stabiliscono espressamente che un atto è nullo o che una persona è incapace di agire". (can. 10) Quindi, in situazioni di necessità certa o probabile, anche non previste dal legislatore, è certo che le leggi invalidanti e inabilitanti non si applicano91 , e la Chiesa fornisce certamente tutte le facoltà necessarie e il potere di governo.

La fonte ultima delle facoltà fornite in caso di necessità non è il Codice, ma il Codice stesso si limita a riconoscere il principio di equità e a cedere a una legge superiore.92 In The Juridical Form of Marriage,93 John Carberry fornisce un esempio che illustra il principio elaborato nei paragrafi precedenti. Citando l'autorità di Gasparri e di altri canonisti, il futuro cardinale afferma che "in circostanze straordinarie, se non sono disponibili testimoni, il matrimonio può essere validamente celebrato senza di essi. In questi casi, il matrimonio è valido perché il diritto naturale di sposarsi prevale sulla legge ecclesiastica che prescrive la forma canonica; in tali circostanze la sua validità non deriva dall'uso del canone 1098".

La "validità non deriva dall'uso del canone": perché non si sono verificate le condizioni eccezionali per le quali il Codice prevede la facoltà, tuttavia il sacramento è ancora valido e non si applicano le leggi di nullità. Ciò avviene perché è l'essenza stessa della legge umana che, in quanto "ordinanza della ragione", si fonda sulla legge naturale e sul diritto positivo divino, che a loro volta derivano dalla legge eterna. Poiché la legge eterna è "la sapienza divina in quanto direttiva di tutte le azioni e di tutti i moti "94 , è metafisicamente impossibile che un'ordinanza della ragione la contraddica. Ne consegue che il diritto positivo umano, sia ecclesiastico che civile, avendo come fonte e fondamento ultimo la legge eterna, deve cedere alla legge divina o naturale per essere conforme alla legge eterna, e quindi non può e di fatto non è in grado di annullare i diritti, gli obblighi o qualsiasi cosa che la legge divina ha decretato. In questi casi, quindi, la legge divina è la fonte delle facoltà fornite direttamente da Cristo stesso.95

Questo principio è riconosciuto nel canone 844 § 2, dove si afferma che: "Quando la necessità lo richiede... è lecito ai fedeli per i quali è fisicamente o moralmente impossibile accostarsi a un ministro cattolico, ricevere i sacramenti della penitenza, dell'Eucaristia e dell'unzione degli infermi da ministri non cattolici nelle cui chiese questi sacramenti sono validi". Non è il Codice a renderlo lecito, ma è la necessità stessa a renderlo lecito e valido, e questo è semplicemente riconosciuto dal Codice. Non è necessaria alcuna facoltà speciale da parte del sacerdote non cattolico. Se è disponibile un sacerdote cattolico tradizionale, al quale è fisicamente e moralmente possibile per i fedeli avvicinarsi, il canone stesso chiarisce che tale sacerdote è da preferire.96 Per necessità il sacerdote possiede le facoltà necessarie per amministrare i sacramenti che il canone riconosce che può amministrare legittimamente. Questo perché laddove esiste una vera necessità, la legge divina concede necessariamente la facoltà, poiché è impossibile per il Dio della giustizia infinita negare ciò che è giusto.

È di estrema necessità che i fedeli rimangano in corretta comunione con la Chiesa. Il vincolo di comunione, tuttavia, può essere conservato solo aderendo fermamente ai "riti ricevuti e approvati" che costituiscono il nostro patrimonio spirituale. I tradizionalisti non hanno bisogno di alcun indulto speciale per facilitare la loro piena comunione ecclesiale, poiché la loro piena comunione ecclesiale si realizza quando "ammettono e abbracciano fermamente le Tradizioni apostoliche ed ecclesiastiche".97 Sono coloro che hanno cambiato tutte le cerimonie ecclesiastiche.

Sono coloro che hanno cambiato tutte le cerimonie ecclesiastiche che, nell'ordine oggettivo, non sono in comunione con la Chiesa, poiché non seguono gli usi e i riti universali della Chiesa, violano i decreti irrevocabili del Quo Primum e violano l'anatema solenne del Concilio di Trento (Sess. 7, can. 13) e la Professione di Fede tridentina. Quando il Papa divide la Chiesa in questo modo, rompe i legami di comunione perché distrugge l'unità della carità ecclesiastica.98

Di Padre Paul L. Kramer


Siete molto vicini a perdere tutto come Adamo ed Eva

 


Messaggio ricevuto il 26 febbraio 2023

Mia cara figlia scrivi, Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore di Padre per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Sì, figlia mia, a te è data la conoscenza di tutto ciò che desidero dire a tutti i miei figli, perché ho scelto te. Non è facile per tutti ascoltare da te tutte le cose della mia Chiesa, perché tutto è stato dato attraverso i miei sacerdoti. Ma tu, figlia mia, hai trovato grazia ai miei occhi, quando sei stata scelta nel mio Regno ho potuto vedere come mi avresti servito, solo attraverso l'amore e l'obbedienza che molti oggi non hanno.

Chiedo a tutti di essere preparati, perché l'uomo delle tenebre sta venendo a distruggere la mia Chiesa attraverso i miei sacerdoti, e loro non possono dire nulla a causa di coloro che stanno dietro a tutto questo. Così cambierà tutto in male, Satana lo farà come ha fatto con Adamo ed Eva, perché ha tutto nelle sue mani e sa che non può più aggrapparsi ai miei figli perché gli rimane poco tempo. Molti sono già suoi e gli altri sono sotto il controllo del male, quindi tutto sta precipitando e lui vuole che sia così, perché gli resta poco tempo per portare a sé la maggior parte dei miei figli. Quindi, figli miei, siete molto vicini a perdere tutto come Adamo ed Eva, perché mi state disobbedendo e non posso fare nulla.

Tutti coloro che sono con Me, insieme ai Miei figli conservatori (Sacerdoti) e Mi stanno obbedendo non devono avere paura, perché tutto è pronto a darvi ciò che meritate. Dovrò fare nuove tutte le cose, farò per tutti voi ciò che vi ho promesso per la vostra salvezza, perché non c'è nulla di perso ai miei occhi per darvi i miei figli obbedienti. Come Padre voglio il meglio per voi, affinché abbiate la Vita Eterna, perché per Me nulla è impossibile, Io sono l'Onnipotente. Sì, la fine è alle porte, ma per voi non ci sarà una fine, ma un tempo per avere tutto nella vostra vita, perché siete stati i figli della Luce, mi date una grande gioia.

Io sono quello che sono, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.