Fissalo devotamente. Quelle mani non hanno sparso che benefici, ed ora sono squarciate dai chiodi. Quel piedi si stancarono tanto nell'andar egli diffondendo il Vangelo, ed ora sono inchiodati nell'immobilità più atroce. Quella fronte, maestosa e divinamente bella, è deturpata dagli sputi, dal sudore, dal sangue. Un brivido angoscioso fa fremere quel corpo, così orribilmente teso e sospeso alla croce. Egli non è più un uomo. È un cencio di uomo. E contro di lui che agonizza, sale l'insulto unanime e brutale della folla. Guardalo con fede quel crocifisso! È il Figlio di Dio, e ora sembra che anche Dio lo abbia abbandonato. Qual è mai la sua colpa? Quella di averti amato, di essersi caricato dei tuoi peccati, di aver offerto la sua vita per salvarti. Egli è crocifisso per te. È stato crocifisso da te. Agonizza e muore per te. Quelle spine, quei chiodi, quelle ferite, son l'opera dei tuoi peccati. E dopo tutto questo non invoca sopra di te il castigo, ma il perdono. Egli ha preso su di sé la pena, per, meritare a te la misericordia. Egli soffre, e solo la rassegnazione nelle tue sofferenze può sollevarlo. Egli ha sete, e solo l'offerta del tuo cuore può dissetarlo. Egli agonizza, e solo se ti lasci salvare puoi consolare la sua morte.
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