martedì 25 aprile 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


L' interpretazione della 'Genesi'. 

Devo ammettere che sono rimasto veramente colpito da queste spiegazioni che gettano, almeno per me, una nuova luce sia sulla 'Genesi' che sulla storia dell'Umanità.  

Figli di Dio e figli dell'uomo...  

Non avrei mai immaginato un aspetto di questo genere. Non avrei mai giudicato l'Umanità sotto questo profilo 'spirituale'...  

Certo, queste sono 'spiegazioni' che la 'Genesi' non dà in maniera chiara e si capiscono solo se c'è qualcuno che te ne illumina gli aspetti nascosti.  

Ma non è forse così - mi dico - in tutte le cose? Quante sono le materie dello scibile che possiamo comprendere da soli senza che qualcuno ce le 'illumini'?  

D'accordo - mi dico – però…, in certe cose la Genesi, per uno che la legge così com'è, dà delle spiegazioni veramente infantili.  

Come si può allora dar torto a uno che non crede alle sue 'verità'?  

Come si può dar poi torto a certi preti che - magari senza una adeguata preparazione e dovendo affrontare la 'fossa dei leoni' dell'incredulità di questo mondo razionalista - non sapendo come rispondere preferiscono anch'essi far vedere che in fondo neanche loro - la Genesi - la prendono poi troppo sul serio?  

Almeno salvano la faccia non passando da creduloni oppure sperano così di salvare la fede agli altri raccontando che la Genesi è solo un racconto ‘mitologico’ che però non deve porre in discussione Dio. 

Solo che io, al posto degli ‘altri’, a quel punto la fede la perderei del tutto. Per via del prete, non della Genesi. 

Già - mi dico però - trasmettere il 'messaggio' religioso... 

Secondo me un prete ha due modi di trasmettere un messaggio religioso.  

O ti parla in maniera tanto razionale e tanto convincente che ti... convince, (ma è difficile - bisogna dirlo - che un 'razionalista' di oggi si faccia 'convincere' da inviti ad una fede dogmatica), oppure ti parla con il 'cuore'.  

E allora - mi è già capitato sentendo qualche predica di questo genere - ti coglie un 'qualcosa', una emozione che non sai definire. ‘Senti’ che quello che lui dice è vero perché tocca le sfere profonde del tuo cuore e te le fa vibrare, ‘senti’ che per un momento sei sopra le nuvole, ti sembra di sfiorare con un dito il cielo, e allora non servono più le spiegazioni razionali, perché quel 'sacerdote' ha saputo parlarti al 'cuore'.  

Quante volte vorrei, ora, andare in chiesa e sentire una buona predica, non una predica 'colta', ma una semplice 'predica' che ti parli al cuore.  

Quante volte vedo invece frettolosità, quattro concetti 'umani', quattro insegnamenti di tipo 'morale' sui quali veniamo invitati a riflettere, ma non sento emanare quel senso di spiritualità e di fede profonda, che sarebbe la più bella testimonianza perché direi: 'Caspita, se quello ci 'crede' così, e se parlando mi 'tocca' il cuore, e mi fa sentire un groppo alla gola, perché non dovrebbe essere vero quello che dice? Perché non dovrei credere anch'io?'.  

Ecco, mi dico, non è un fatto di 'eloquenza' o di 'retorica' da predicatore professionista, è solo un fatto di 'calore', di qualcuno che irraggi fuori forte la sua 'fede' e ci sappia così 'infiammare' il cuore.  

Ad esempio ne ho conosciuto uno che è riuscito a trasmettermi delle 'vibrazioni' con la gioiosità della sua testimonianza e con l'avere il coraggio - anche se il coraggio, in un prete, dovrebbe essere scontato - di dire ad alta voce che lui 'crede' in Gesù, in Maria che è nostra 'Mamma', e che dobbiamo comportarci bene per far contento Gesù...  

Ebbene queste parole potranno anche sembrare 'infantili', ma - dette da un prete che è anche un uomo maturo ed assolutamente mentalmente equilibrato, dette con quell'entusiasmo... - ti fanno un certo effetto, ti portano a crederci anche tu, come se l'entusiasmo fosse comunicativo e non ti dovessi più 'vergognare' - verso te stesso e verso gli altri - di 'credere' e, soprattutto, far vedere che credi...  

Comunque, e qui concludo la mia digressione, non credo che questi preti siano 'rari'. Sono piuttosto io che - tutto sommato - ho trascorso tanti anni entrando solo raramente nelle Chiese... 

Mi ricordo infatti - e non è difficile ricordarlo perché è successo solo due volte in trent' anni - che in quel lungo periodo avevo fatto la 'comunione' la prima volta che mi ero sposato e la seconda quando - vedovo - mi sono risposato...  

Per il resto, in chiesa solo a Pasqua e Natale... e non nascondo che, in una di quelle messe notturne della notte di Natale che la mia prima moglie mi 'imponeva' ('almeno una volta all'anno...', mi diceva), una volta sono persino uscito dalla Chiesa per schiacciare un 'pisolino' in macchina...  

Non fu mancanza di riguardo, ero semplicemente sfinito dalla stanchezza e non troppo sensibile a quella che, in fin dei conti, consideravo un po’ come una 'cerimonia', una 'commemorazione' della nascita di un 'Gesù bambino' che non sapevo bene se inquadrare fiabescamente in una ... sorta di favola infantile, là, nella capanna, con il bue e l'asinello...oppure cosa. 

Ecco, cari amici, questo è ‘lo stato dell'arte’ che vi confessa chi scrive per voi.  

Capisco che la mia mancanza di cultura religiosa, che solo da qualche anno ho cercato di colmare a tappe forzate, possa far sorridere, ma cosa ci posso fare?  

Bastasse leggere..., ma come si può convincere uno come me? Di cosa dovrei mai convincere voi? 

Ritorniamo alla 'Genesi'. 

Non poteva essere più 'chiara'? Mi colpisce nell'opera della Valtorta più sopra indicata un brano dove Gesù dice alla mistica: 

«... Il Signore parlando a Mosè disse: "non vogliate contaminare le vostre anime con nessun rettile che striscia sopra la terra. Io sono il Signore che vi ho tratti dall'Egitto per essere vostro Dio; e voi sarete santi, perché Io sono santo". 

Queste parole ti hanno colpito. Le vogliamo meditare insieme? Il tuo Maestro parla.  

Al popolo ebraico di allora non poteva il Signore dare la perfezione della Legge come poi l'ho data Io ad un mondo più progredito ed avviato a sempre maggior civiltà ...». 

A dire il vero io, invece, rimango colpito da queste ultime parole e rimango un attimo perplesso a cercare di capirne l'esatto significato... 

 

Luce: 

La 'Genesi'. 

L'uomo antico, ti dissi, viveva in una civiltà non tecnologica, in una civiltà in un certo senso più naturale.  

Le cognizioni scientifiche - a parte tante intuizioni, anche astronomiche - erano limitate alla 'scienza' del sopravvivere giornaliero. 

Scontare bisognava il Peccato, e la vita - non ancora resa più facile dal progresso - era vita dura. Cionondimeno l'uomo nasceva, viveva, gioiva, amava: perché anche nella punizione Dio - che è Giustizia - è anche Misericordia. 

Ma bisognava pur dare ai discendenti dell'uomo Primo il senso della loro origine: bisognava riportarli dal rango di bruti, al quale nei primordi erano precipitati, a quello di esseri spirituali. 

Dovevano quindi acquisire il senso del loro essere, apprendere la loro origine: spirituale, sapere di avere in sé uno spirito onde allo Spirito di Dio poter ritornare. 

Ed allora ispirai i Profeti: uomini giusti che colloquiavano con Me come soleva fare Adamo nella sua 'perfezione' eccelsa. 

Dovevo parlare agli uomini dell'epoca, ed il mio linguaggio doveva adattarsi al loro come il linguaggio di un Padre si adatta - nella spiegazione di cose complesse - al quoziente intellettivo e culturale di un figlio, ricorrendo - perché più facile a comprendersi - ad immagini. 

Immagini, certo, ma immagini che sottintendevano una realtà che, espressa in modo scientifico per quella che era, nemmeno voi, uomini presuntuosi e superbi del 2000, riuscireste non solo a capire ma nemmeno ad immaginare. 

Ma sotto l'immagine - ti dicevo - vi era, vi è la realtà. 

La 'Genesi' va dunque interpretata non alla luce della scienza, ma della Sapienza. 

Solo con l'Anima illuminata dalla Sapienza di Dio si potrà intravvedere il profondo valore scientifico delle cose adombrate. 

Ma, quando manca la Sapienza, la mente è occupata - nella migliore delle ipotesi - dalla Superbia, l'Amica di Satana, e dove è Satana non si può credere né nella Genesi né in Dio: perché Satana, che è Negazione, iniziò il suo Apostolato negando - per Superbia - Dio. 

Ecco perché devi anche imparare ad essere umile: perché dove riempi il bicchiere di umiltà non vi può entrare più la Superbia e, se non sei superbo, se cioè sei Umile, hai la più importante delle qualità per diventare vero ‘figlio di Dio’. 

(M. Valtorta: 'Quaderni 43', 9.7.43, pag. 117 - Centro Editoriale Valtortiano) 


Guido Landolina

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