PRIMA COMUNIONE
È molto importante prendere sul serio la prima Comunione dei bambini. Bisogna parlare loro molto dell’amico Gesù che sta nel tabernacolo, perché lo amino davvero e non imparino solo alcune nozioni e preghiere a memoria. Bisogna sottolineare l’importanza della purezza dell’anima e sminuire quella del vestito, delle fotografie, dei padrini... Sarebbe bello dare loro un bel certificato della loro prima Comunione, perché lo conservino come ricordo in un luogo visibile della casa. I genitori accompagnino i figli in quel gran giorno e inculchino loro, con il proprio esempio, l’abitudine alla Comunione domenicale. E, naturalmente, non rimandino oltre i dieci anni il giorno della prima Comunione dei loro figli. Per questo è molto importante che i genitori si preoccupino di battezzarli il più presto possibile dopo la loro nascita e non aspettino l’età adulta. Bisogna prepararli bene.
Una volta un bimbo chiese al suo maestro:
- Com’è possibile che un Dio così grande si trovi in un’ostia così piccola?”
- E com’è possibile che un paesaggio così grande, che hai davanti a te, possa essere dentro il tuo occhio così piccolo? Non potrebbe Dio fare qualcosa di simile?
- E come può essere presente allo stesso tempo in tutte le ostie consacrate?
- Pensa ad uno specchio. Se si rompe in mille pezzi, ogni pezzettino riflette l’immagine che prima rifletteva l’intero specchio. Forse si è divisa l’immagine? No, così Dio è tutto intero in ogni luogo e in ogni ostia.
- E com’è possibile che il pane e il vino diventino il corpo e il sangue di Cristo?
- Quando sei nato eri piccolino e il tuo corpo, assimilando gli alimenti che mangiavi, li trasformava nel tuo corpo e nel tuo sangue e così crescevi. E Dio non potrebbe cambiare anche il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù?
- Ma io non capisco il perché di tutto questo.
- Perché tu non capisci di cosa è capace l’amore di un Dio. Tutto è per amore. L’Eucaristia è la prova suprema dell’amore di Gesù. Dopo di essa c’è soltanto il cielo. Per questo i santi davano tanta importanza alla Comunione.
Santa Teresina di Gesù Bambino ci parla nella sua «Storia di un’anima» della sua prima Comunione: «Finalmente arrivò il più bello di tutti i giorni. Quali ineffabili ricordi lasciarono nella mia anima i più piccoli dettagli di questa celestiale giornata... Quanto fu dolce il primo bacio di Gesù all’anima mia. Fu un bacio d’amore, mi sentivo amata e dicevo a mia volta: T’amo, mi consegno a te per sempre. Non ci furono né richieste né lotte né sacrifici. Da molto tempo Gesù e la povera Teresina si erano guardati e si erano capiti. Quel giorno non era più un semplice sguardo bensì una fusione, non erano più due. Teresa era scomparsa come la goccia d’acqua che si perde nel grembo dell’oceano. Rimaneva solo Gesù, Egli era il Signore, il Re». E pianse di gioia. Le sue compagne, dice lei stessa, «non potevano comprendere che venendo nel mio cuore tutta la gioia del cielo, questo cuore esiliato non potesse sopportarla senza versare lacrime».
Anche Lucia di Fatima nelle sue «Memorie» ci parla di quel delizioso giorno della sua prima Comunione: «Nella misura in cui si avvicinava il momento il mio cuore batteva sempre più forte nell’attesa della visita del gran Dio, che stava per scendere dal cielo per unirsi alla mia povera anima; ma dopo che si posò sulle mie labbra l’Ostia divina, sentii una serenità e una pace inalterabili, che mi avvolgevano in un’atmosfera così soprannaturale che la presenza del nostro buon Dio mi diventava molto sensibile, come se lo vedessi o lo sentissi con i miei sensi fisici.
Rivolsi a lui allora le mie suppliche: Signore, fa di me una santa, conserva il mio cuore sempre puro per te solo... mi sentivo trasformata in Dio... mi sentivo così sazia del pane degli angeli che mi fu impossibile poi mangiare qualcos’altro. Persi, da allora, il gusto e l’attrattiva che iniziavo a sentire per le cose del mondo, e mi sentivo bene solo in qualche luogo solitario, dove in solitudine potessi ricordare le gioie della mia Prima Comunione» (2a. Memoria). Ma non solo i santi, ci sono molti bambini puri e innocenti che ricevono Gesù con una fede che farebbe invidia agli stessi angeli. Il venerabile mons. Manuel González racconta nel suo libro “Spezzando il pane” alcuni di questi casi. Come quello di José Maria, un bimbo che non aveva ancora cinque anni, e che vedendo suo fratello fare la prima Comunione sentì un tale desiderio di fare la Comunione che lo chiese al vescovo. Fece la Comunione e passò molto tempo a occhi chiusi, parlando con Gesù. Quando gli chiesero cosa avesse fatto dopo la Comunione, rispose: «Lo ho lasciato andare dentro di me perché Lui sa già camminare da solo». Per la sua testolina infantile Gesù si era appropriato del suo corpo per restarvi sempre, come a casa sua.
Un altro caso, che venne pubblicato ne «Il granello di sabbia» del 5 settembre 1913, è quello di Julita Gabriel Budelo di tre anni; le mancavano tredici giorni per compierne quattro. Quando la sua catechista faceva la Comunione le chiedeva di chinarsi per poterla baciare sul petto. Ed era tanto il suo amore per Gesù che il vescovo non esitò a conferirle la Comunione. E le chiese:
- Vuoi ricevere Gesù?
- Con tutte le mie forze.
- E dove lo conserverai?
- Qui, nel mio cuoricino
Il vescovo scrisse: «Posso assicurarvi che in tutta la mia vita non ho mai dato a nessuno la Comunione con tanta sicurezza del gradimento di Gesù e della buona disposizione di un’anima». Dopo la Comunione ripeteva: «Oh come sono felice».
Gesù non può fare a meno di essere felice con la fede e l’amore dei bambini innocenti le cui anime sono piccoli cieli per lui. Educhiamo i bambini nella fede e nell’amore per il Bambino Gesù nel tabernacolo, perché lo amino e lo visitino come quei bambini di Huelva che, quando Mons. González chiese loro perché entrassero e uscissero tanto dalla chiesa, gli risposero: «Stiamo facendo molte visite a Gesù perché gli durino tutta la notte e non resti solo soletto».
Oppure come quella bambina nordamericana di cui ci parlava padre Roberto de Grandis. Suo padre è cattolico e sua madre è greca ortodossa. La bimba di tre anni chiese loro un giorno di portarla in chiesa, dove non andavano mai perché non erano praticanti. Quando la bambina entrò, andò di corsa verso il tabernacolo, e avvicinandosi cominciò a dire: «Gesù, sono qui, esci e gioca con me, sono Ann Mary, vieni». Quale semplicità, fede e fiducia! Certamente i bambini sono i prediletti di Gesù, e Lui ci dice: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite, perché di loro è il regno dei cieli» (Mc 10, 14).
Nell’importantissimo giorno della loro Prima Comunione, Gesù prende molto sul serio le loro richieste. Possono chiedergli come Lucia di Fatima: «Conserva puro il mio cuore solo per te», ma, soprattutto, chiedergli di non offenderlo mai con un peccato mortale. E, ovviamente, intercedere per i loro genitori, fratelli, parenti... E, se ne sentono il desiderio, chiedergli anche la grazia di una vocazione sacerdotale o religiosa.
Una religiosa contemplativa mi diceva: «Non ho ancora dimenticato quel bacio che Gesù mi diede al momento della mia prima Comunione. Fu una freccia o un dardo di amore che mi trafisse il cuore. Qualche cosa di indimenticabile che non posso spiegare. Era come un fuoco di amore che sentivo e che mi unì a lui per sempre. Mi innamorai del tabernacolo e, per questo, quando mi chiese in una specie di “visione”: Sei disposta a rinchiuderti e a sacrificarti per salvare tante anime che si dannano? Io risposi di sì con tutto l’amore del mio cuore».
O Gesù mio, Re del mio cuore, sei venuto a me in questo giorno, ti chiedo la grazia della mia vocazione.
Fa’ di me un santo sacerdote (religiosa).
Grazie per i miei genitori, per i miei fratelli...
e, perché in ogni Comunione posso renderti un GRAZIE degno del tuo amore.
Che grande dono è la Comunione! Cristo
nel più intimo del mio essere dà vita alla mia vita.
Che meraviglia, Dio in me! Il nulla posseduto dal TUTTO! Che mistero radioso di luce, di vita, di amore!
Oh sacro banchetto! Mio Signore e mio Dio!
Mio amico per sempre!
Angel Peña
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