giovedì 19 marzo 2020

PERCHÉ DIO HA DETTO “BASTA!” ALL’UMANITÀ DI OGGI



(GFD/3)
Spiegazioni sulla lunga durata del diluvio e sul deflusso delle acque.  L’arca si posa sulla cima spaziosa del monte Ararat. L’uscita del  corvo e poi della colomba. Il tetto dell’arca aperto il primo gennaio  dell’anno nuovo. Noè esce dall’arca. 

1. Per quanto tempo durò dunque sulla Terra il diluvio alla stessa  altezza senza diminuire? 

2. Il diluvio durò alla stessa altezza, dunque la massima, per  centocinquanta giorni interi. 

3. Ma come fu possibile questo, dato che, secondo le prime  indicazioni, aveva piovuto solo per quaranta giorni? 

4. Ebbene, la pioggia torrenziale era certo cessata dopo i quaranta  giorni, ma l’afflusso sempre più poderoso delle acque dal basso  verso l’alto si protrasse invece per centocinquanta giorni e mantenne  l’altezza delle acque costantemente uguale. 

5. Solo al centocinquantesimo giorno il Signore rivolse nuovamente la Sua faccia verso la Terra, e allora le sorgenti delle profondità  furono chiuse e le otri d’acqua dell’etere furono completamente  tappate; infatti fino al centocinquantesimo giorno aveva sempre  piovuto localmente come ora cade sulla Terra un acquazzone quando imperversa la burrasca. 

6. Dopo questo tempo le acque cominciarono a defluire, e al  diciassettesimo giorno del settimo mese (17 luglio) l’arca trovò il  fondo e si posò sulla cima molto spaziosa del monte Ararat, dove  era stata guidata dallo spirito di Mahal attraverso la Forza del Signore 

7. Ma poi le acque cominciarono ad abbassarsi in modo evidente  fino al decimo mese (ottobre), e da quel tempo in poi l’essenza  [rocciosa] di tutte le montagne, perfino quelle alte solo settanta  klafter (133 m), fu fuori dall’acqua, la quale ormai copriva ancora  soltanto le valli e le colline più basse. 

8. Quaranta giorni più tardi, dunque il dieci novembre, Noè aprì  per la prima volta la finestra sul tetto dell’arca e fece volare via un  corvo. Questo però trovò già il suo terreno, volò da un luogo  all’altro e non fece più ritorno all’arca. 

9. E visto che il corvo non tornava, Noè fece volare via quanto  prima una colomba per poter sapere se l’acqua si fosse abbassata  sulla Terra. 

10. Ma siccome tutto sulla Terra era ancora deserto e umido, e  nelle valli i poderosi torrenti d’acqua erano ancora impetuosi nel  defluire, allora la colomba, non trovando alcun posto per posare le  sue zampe, ritornò indietro e si posò sulla mano che Noè le tendeva  fuori dalla finestra e così Noè la fece rientrare nell’arca. 

11. Da allora Noè attese ancora sette giorni, e l’ottavo giorno egli  fece volare di nuovo via una colomba; questa fu di ritorno soltanto la  sera, recando nel becco una fogliolina che essa aveva colto da un  olivo, e questo fu per Noè il segno che l’acqua si era abbassata sulla  Terra.

12. Infatti questo era l’unico modo concessogli per venire a  conoscenza di ciò, dato che segretamente il Signore gli aveva  consigliato di fare così nel suo cuore. 

13. Trascorsi altri sette giorni, Noè fece di nuovo volare via una  colomba; questa però non fece ritorno dato che trovò già il suo  nutrimento sul suolo terrestre, che ora era asciutto e di nuovo  verdeggiante.

14. Ma Noè tuttavia aspettò da quel giorno fino al primo mese  dell’anno nuovo, periodo in cui egli si sarebbe trovato nel suo  seicentunesimo anno di età. 

15. In questo periodo le acque erano già defluite in grandissima  parte nei grandi mari fino ad uno stato normale sulla Terra, ed il terreno si era fatto asciutto per effetto del continuo spirare del vento  caldo di Mezzogiorno. 

16. Allora Noè, assieme ai suoi figli, si mise all’opera il primo di  gennaio, e alzò il tetto dell’arca, e poi per la prima volta guardo giù  dall’alto Ararat verso la Terra rinnovata, e non vide più nessuna  acqua e il terreno perfettamente asciutto. 

17. Egli però attese tuttavia fino al ventisette febbraio la Parola del Signore.

18. Allora il Signore venne da Noè e, come sta scritto nel primo  libro di Mosè al capitolo ottavo, gli disse di uscire dall’arca. 

19. E Noè aprì immediatamente la grande porta, e tutti gli animali,  volando, camminando e strisciando, uscirono dall’arca e andarono in  cerca delle loro dimore sulla Terra rinnovata; e il Signore ebbe cura  che tutti trovassero subito nuovamente il loro cibo. 

20. E così Noè era vissuto nell’arca con i suoi per un anno e dieci giorni.



(GFD/3)
Il sacrificio di grazie di Noè e la benedizione del Signore. Il patto  del Signore con Noè e la sua famiglia, le Sue disposizioni e la Sua  promessa che in futuro non ci sarà più il diluvio. 

1. E quando Noè, e tutto quanto aveva vita, fu uscito dall’arca, egli  assieme ai suoi figli eresse un altare di pietre lisce, fece portare la  legna tratta dal tetto levato dall’arca, macellò un elemento maschio  da ogni specie di animali puri e offrì un grande sacrificio di fuoco al  Signore e, in unione a tutta la sua casa, rese completamente lode e  gloria a Dio il Signore. 

2. Il Signore odorò il soave profumo del sacrificio, che era l’amore  di Noè e dei suoi a Dio, e perciò anche disse a Noè, dentro e fuori  dal Suo Cuore: «Io, d’ora innanzi, non maledirò più la Terra a  causa degli uomini, poiché tutti gli sforzi del cuore umano sono  maligni fin dalla fanciullezza! E così d’ora innanzi Io non  percuoterò più tutto ciò che vive come ho fatto ora; e finché la  Terra sarà Terra, non cesseranno semente e raccolto, freddo e  caldo, estate ed inverno, giorno e notte!» 

3. Dopo di che il Signore pose la Sua mano destra sul capo di Noè  e benedisse lui e di conseguenza tutta la sua famiglia. 

4. E quando il Signore ebbe così benedetto Noè, gli disse  nuovamente: «Siate fecondi e moltiplicatevi, e riempite tutta la  Terra, tanto con la vostra stirpe quanto con il vostro spirito! 

5. E il vostro essere sia di timore e di spavento per tutti gli animali  della Terra, per tutti gli uccelli che ci sono sotto il cielo e per tutto  ciò che striscia sul suolo della Terra; e così anche tutti i pesci siano  messi nelle vostre mani! 

6. Tutto ciò che si muove e vive sulla Terra sia vostro cibo; Io lo  do a voi, come le verdi erbe. Ma solo la carne che ancora si muove  nel suo sangue, questa non mangiatela, (perché il sangue, tanto negli  animali quanto negli uomini, è il portatore della Mia Ira e della Mia  Vendetta); perciò Io Mi vendicherò di ogni sangue dell’uomo, come  del sangue degli animali! (Perché nel sangue c’è la morte). 

7. E così anche ciascuna vita corporale di uomo Io voglio  vendicarla a causa dell’uomo! Per questo Io solo sono il Signore, e  nessuno deve versare il sangue dell’uomo! Chi lo verserà, avrà pure  lui il suo sangue versato! 

8. Io ho creato l’uomo a Mia immagine e somiglianza. Però dal  suo sangue venne il peccato; perciò nel sangue c’è pure la morte; e  la Mia Ira e la Mia Vendetta vennero nel sangue; e così ogni sangue  sarà continuamente vendicato con la morte del corpo! 

9. Gli animali Io li ho posti nella tua mano, affinché l’anima dell’uomo sia perfetta; ma l’uomo resta nella Mia mano affinché il suo spirito  non si rovini. Perciò siate fecondi e moltiplicatevi sulla Terra! 

10. Io stringo un patto con voi, e così anche con tutti i vostri  discendenti! E per amor vostro Io faccio questo anche con tutti gli  animali presso di voi; in tutti gli uccelli, in tutto il bestiame e in tutti  gli animali della Terra, e in tutti quegli animali che sono usciti con  voi dall’arca si renderà evidente questo patto, affinché la vostra  anima sia perfetta, allora Io in futuro non farò più venire sopra la  Terra un simile diluvio! Infatti la Terra è ora purificata e la carne  peccaminosa è estirpata!

11. Perciò moltiplicatevi nuovamente sopra la Terra; Io dunque ho  posto ogni cosa nelle vostre mani affinché la vostra anima resti  perfetta, e il vostro spirito non si rovini più nella Mia mano!». 

Jakob Lorber – Giuseppe Vesco 

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