Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta
“Maria, amorosa alla perfezione –perché nella Tutta Grazia anche le forme affettive e sensitive erano perfette–, non aveva che un bene solo e un amore sulla terra: il Figlio suo. Non le rimaneva che quello. I genitori morti da tempo, Giuseppe morto da qualche anno. Non c’era che Gesù per amarla e farle sentire che non era sola. Gli stessi parenti, per causa di Gesù, di cui non sapevano l’origine divina, le erano un poco ostili, come verso una mamma che non sa imporsi al figlio che esce al comune buon senso, che rifiuta le nozze proposte, le quali potrebbero dare lustro alla famiglia e aiuto anche. Nei parenti c’era in fondo il pensiero di dovere, un giorno, occuparsi di Maria. Perciò, il vedere che Ella non ostacolava in nulla il proprio figlio, anzi pareva in continua adorazione, li urtava moltissimo. Anche per le idee troppo idealiste, secondo loro, le quali potevano urtare la sinagoga. Non era una facile missione quella del profeta e dava sovente morte al profeta e noie al parentado. Quest’urto sarebbe cresciuto poi nei tre anni di Ministero, sino a culminare nei rimproveri aperti quando raggiungevano Gesù in mezzo alle folle e si vergognavano della sua –secondo loro– mania di urtare le caste potenti. Rimproveri naturalmente alla povera mamma, anche a Lei. E Maria? Maria piangeva perché era la Corredentrice e la Madre del genere umano rinato a Dio, e doveva piangere per tutte le mamme che non sanno fare, del loro dolore di madri, una corona di gloria eterna. Tutto questo, per noi. Per noi, che siamo così ingrati verso questi due che hanno montato il Calvario, per noi” (“Poema”, vol. II, p. 15-18).
Pablo Martín Sanguiao
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