L’ANGELO CADUTO, CONTRO GESÙ
Per esprimerci in termini esatti, il Redentore promesso non venne in questo mondo quando volle, ma quando un membro dell’umanità abbracciò pienamente il piano divino di salvez- za: questo essere umano fu Maria. La giustizia perfettissima di Dio doveva far assegnamento su una creatura libera perché il Redentore si introducesse in questo mondo, così come l’angelo caduto si introdusse per l’accettazione di una creatura libera. Maria accettò pienamente la volontà divina: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E il Figlio di Dio si fece uomo. Il “nemico” presente questo, e utilizza uno strumento umano che si è dato a lui, accettando le sue ispirazioni, Erode. Questi è incosciente della sua strumentalità diabolica. Erode non vede altro che il suo regno minacciato da un misterioso re annunciato, e nato allora. Il demonio manovra le sue passioni disordinate per un piano molto più vasto di quanto non pensi lo stesso Erode: distruggere il Redentore dell’umanità prima che Egli lo smascheri con la sua predicazione, coi suoi miracoli e perfino con l’espulsione dei demoni. Erode è dominato e guidato dallo spirito del male, e manda ad uccidere tutti i bambini di Betlemme minori di due anni; certamente, pensava egli, vi sarebbe stato compreso il misterioso re.
Sappiamo che ci sono fatti storici che sono un simbolo di qualcosa che si realizzerà più tardi: pensiamo all’uccisione dell’agnello pasquale, figura dell’uccisione dell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. L’atteggiamento di Erode di fronte al Figlio di Dio, nato da Maria, ci ricorda quello che San Giovanni, nell’Apocalisse, vide che succederebbe alla fine dei tempi (e quel che avvenne allora non sarebbe figura di ciò che avrebbe dovuto succedere poi?): «Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto...». Pensiamo alla fuga in Egitto. Erode, dominato dallo spirito del male, può essere figura del drago.
Prima di cominciare la vita pubblica, Gesù si sottopone ad un prolungato digiuno. Al termine del digiuno il demonio si presenta a Gesù per farlo uscire dalla vera via della Volontà del Padre. Nella prima tentazione il demonio approfitta di una necessità naturale, la fame, affinché Gesù utilizzi il suo potere divino a vantaggio proprio. Bisogna osservare che Gesù non fece mai miracoli per un interesse personale; la sua norma fu la gloria del Padre: «Non cerco la mia gloria, ma la gloria di Colui che mi ha mandato». Gesù richiama il tentatore a realtà che mai si consumano e mai si esauriscono: «Non solo di pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca dì Dio»
La tentazione del demonio comincia di solito da cose che sembrano esigenze naturali – in questo caso la fame – , continua con la superbia e termina col disprezzo di Dio.
Il tentatore torna a sondare l’anima di Gesù per vedere se esiste in Lui “qualcosa” di suo,con cui possa allontanarlo dalla missione redentrice che il Padre gli ha affidato. «Lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: Se sei Figlio di Dio, gettati giù», e aggiunge una ragione presa dalle Sacre Scritture: « poiché sta scritto: ai suoi angeli darà ordine a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Se prima si era servito di una necessità biologica, la fame, ora si serve della parola di Dio, il pane spirituale. Il nemico è solito impiegare la parola di Dio contro le anime religiose. Gesù gli risponde di nuovo con un altro testo delle Sacre Scritture:
«Sta scritto anche: Non tenterai il Signore Dio tuo».
La terza tentazione è la più insolente e implica i suoi desideri, in parte realizzati, di impadronirsi della creazione destinata al Dio umanato: «Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò se, prostrandoti, mi adorerai”». Non si dimentichi che ciò fu quello che l’angelo caduto vide nella mente di Dio per lo stesso Dio umanato. Attraverso i secoli egli si è andato impossessando del mondo, man mano che l’uomo ha accetta- to la malvagità del suo spirito. Perciò quei regni del mondo gli appartengono e ora li offre al vero Proprietario ad una condizione: «Tutte queste cose io ti darò se, prostrandoti, mi adorerai». Il demonio esprime qui il suo pensiero e i desideri che ha avuto fin dal principio, quando ambì per sé la creazio- ne, che è tutta intera sgabello del Dio umanato. Gesù si libera del tentatore in modo definitivo: «“Vattene Satana! Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo renderai culto”. Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano».
JOSÉ BARRIUSO
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