PIO XII HA PARLATO!
INTERVENTI E DISCORSI
L’accusa principale che Rolf Hochhuth fa a Pio XII è: «se avesse parlato»1. Ma è un altro falso di Hochhuth.
Pio XII non ha fatto silenzio! Tutto il Suo Pontificato (azioni, scritti e parole) fu un grido cocente contro le ingiustizie; fu una continua aperta condanna del male, da qualunque parte fosse compiuto, e una chiara indicazione per una sana, umana e cristiana riedificazione della società.
Rolf Hochhuth, nel suo libello drammatico, ignora tutto, e, per di più, isola il “fatto giudaico” da un quadro generale di una situazione che è, invece, una conseguenza dolorosa di nefaste teorie che, come il razzismo e il comunismo, sono il frutto amaro della concezione atea e materialistica della vita e del mondo, di un allontanamento dell’umanità dalle leggi divine.
«Nessuno può rimproverare alla Chiesa di non aver denunciato a tempo il vero carattere del movimento nazional-socialista e il pericolo a cui esponeva la civiltà cristiana...» (Pio XII).2
Pio XII fu il “Pastore” fedele che richiamò, “oportune et importune”, agli eterni principi. Le sue condanne anche senza i titoli - sono chiare. 3
Il “New York Times”, del 27 dic. 1942, a commento del messaggio natalizio di Pio XII, contenente una “esplicita condanna del massacro degli ebrei”, affermava che la “condanna” del Papa era perentoria, come quella di un’Alta Corte di Giustizia; e che le dichiarazioni contro l’ingiustizia, erano, se non pari, superiori a quelle espresse dai maggiori esponenti della causa delle Nazioni Alleate. Non c’è “silenzio”, dunque, ma tutta una somma di insegnamenti suoi contro l’aggressione, la violenza, la persecuzione, l’arbitrio dei potenti e dei tiranni. C’è tutta una lunga serie di “documenti”, scritti da Lui, prima, durante e dopo il conflitto.4
E tali “documenti” storici sono per la “pace” e la “giustizia”; sono per opere di salvezza preventiva: sono, per la limitazione, almeno, degli orrori della guerra; sono per l’assistenza verso le vittime.
«Non vi fu sforzo che non facessimo, ne premura, che tralasciassimo perché le popolazioni non incorressero negli orrori della deportazione e dell’esilio; e quando la dura realtà venne a deludere le nostre più legittime attese, mettemmo tutto in azione per attenuarne almeno il rigore».
Parole chiare, irrefutabili, da ricordare a coloro che vorrebbero addebitare a Pio XII colpevoli silenzi! «Quando non essendo ancora scomparsa ogni speranza, nulla lasciammo di intentato... per impedire il ricorso alle armi e tener aperta la via ad una intesa, onorevole per ambedue le parti...». «Considerammo Nostro dovere di mettere tutto in opera per risparmiare, all’umanità intera ed alla cristianità, gli orrori di una conflagrazione mondiale, anche se vi era pericolo che le Nostre intenzioni e i Nostri scopi fossero fraintesi».
Nella medesima Rivista cattolica inglese “The Tablet”, vi si trova una lettera (giugno 1963) dell’allora, Cardinal Montini; lettera, certamente, valida perché, per ben 30 anni, Mons. Montini collaborò, intimamente con Pio XII, condividendone ansie e dolori, lavori e umiliazioni.
In essa si legge: «... perché Pio XII non abbia assunto una posizione di violento conflitto contro Hitler, per risparmiare, così, dalla strage nazista milioni di ebrei, non è difficile comprendere, a chi non commetta l’errore dello Hochhuth, di giudicare le possibilità di una azione efficace e responsabile, durante quel tremendo periodo di guerra e di prepotenza nazista, alla stregua di ciò che si potrebbe fare in condizioni normali, ovvero nelle gratuite ed ipotetiche condizioni inventate dalla fantasia di un giovane commediografo. Un atteggiamento di condanna e di protesta, quale costui rimprovera al Papa di non avere adottato, sarebbe stato, oltre che inutile, dannoso. Questo è tutto. La tesi dello “Stellvertreter” indica una insufficiente penetrazione psicologica, politica e storica delle realtà, nella ricerca di vestirla di fascino rappresentativo» 5.
Mons. Giovannetti, della Segreteria di Stato, a proposito del “presunto silenzio” di Papa Pacelli, scrive: «Lo muovevano a questo atteggiamento di forzato riserbo, e necessaria prudenza, anche le implorazioni che Gli pervenivano dai territori occupati dai nazisti. Gli fu fatto presente, tra l’altro, che ad ogni trasmissione della radio vaticana facevano seguito feroci repressioni delle S.S. naziste. Per esempio, in Polonia, l’Arcivescovo di Cracovia, il futuro cardinale Sapicha, persona non certo accusabile di tiepido patriottismo, era uno dei presuli che si vedeva costretto, (e lo scrisse al Papa), per il bene dei suoi concittadini, a «non far leggere, in pubblico, alcuni documenti pontifici» 6.
Il “riserbo diplomatico” di Pio XII, comunque voluto dalla prudenza o da altre gravi ragioni, sia pure transitorie, non lo si può dire “silenzio”.
Il reiterato tentativo di provocare dichiarazioni pubbliche, suscettibili di portare la Chiesa Cattolica a schierarsi con uno dei blocchi belligeranti contro l’altro, obbligava la Santa Sede a non compromettersi con alcuno 7.
Chiaro che la neutralità politica non significava, affatto, neutralità morale, come lo dimostra, ampiamente, la presa di posizione - ancor prima dello scoppio della guerra - e di Pio XI e di Pio XII, in favore dei valori naturali contro coloro che li negavano e li opprimevano. « Le atrocità e l’uso illecito di mezzi di distruzione, anche contro non combattenti e fuggiaschi, contro vecchi, donne e fanciulli; il disprezzo della dignità, della libertà e della vita umana, portano ad atti che gridano vendetta al cospetto di Dio!» (Pio XII - Natale 1940).
Sì, Pio XII ha parlato. 8
Come per la guerra del 1914-18, Benedetto XV aveva rivolto un “appello” ai “Capi dei popoli belligeranti”, in cui diceva: «... questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno più, appare inutile strage»; così Pio XII, non meno vigoroso, disse: «Nessun terremoto, nessuna carestia, nessuna epidemia, nessuna calamità, originata dalle forze della natura, può paragonarsi all’inimmaginabile cumulo di sof ferenze che l’uomo, chiuso all’amore e dominato dall’odio, porta ai suoi simili» 9.
E pochi giorni prima della guerra, nel 1939, nel Suo radio-messaggio di pace, ammoniva: «Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra»10.
L’Osservatore Romano e la Radio Vaticana, incessantemente, denunciarono le dottrine erronee del nazionalsociali smo, i numerosi casi di denegata giustizia, le violenze, le soppressioni di stampa, le infrazioni ai Patti concordatari, il vituperio delle cose sacre, gli arresti e le esecuzioni di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi, le menzogne e gli inganni nella applicazione delle norme relative alla scuola; ecc. ecc.
E la reazione del regime nazista è pur nota. Non si consegnò più nemmeno i numeri dell’ Osservatore agli abbandonati; e le trasmissioni della Radio Vaticana furono incluse tra le “trasmissioni straniere proibite”. Pio XII, però, continuò il suo ufficio di Pastore, senza paure.
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sac. Luigi Villa
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