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martedì 18 maggio 2021

SATANA SI SERVE DEGLI UOMINI - L'OBIETTIVO È L'UOMO

 


Cosa fare con questi diavoli

Questa esposizione sui motivi di fondo per cui gli spiriti del male ci odiano, può sembrare un po' lunga: le ho dato lo spazio necessario perché la comprensione di questo punto è fondamentale, secondo la mia esperienza, per liberarsi dal male prodotto dal maligno. 

L'obiettivo di satana è colpire l'uomo e solo l'uomo, non le cose: questo è il punto centrale per capire e vincere questa lotta. 

 

DOMANDA: Perché l'uomo e solo l'uomo? non contano anche le cose? negozi che non funzionano più, affari che vanno a rotoli, fatti negativi che si accumulano uno sopra l'altro, oggetti fatturati che si scoprono dentro casa e simili, non contano niente? 

R. - Qualcosa contano, come vedremo, ma solo di riflesso; satana non è interessato alle cose. Quando il maleficio è contro le attività economiche o commerciali (fabbriche, negozi, ristoranti ecc.) l'interesse delle forze del male è sempre puntato sull'uomo: 

 il mago colpisce l'esercizio per soddisfare le richieste del cliente; 

 satana, al quale non interessa affatto l'attività economica, si presta alla richiesta perché può perseguire il suo scopo di colpire gli uomini che ne sono i gestori. Perciò è inutile accanirsi a richiedere la benedizione dei locali, se l'uomo, che è il vero obiettivo, non si difende ricorrendo al Signore Gesù. 

Una persona mi disse: «Ma a me mancano i soldi ogni tanto, credo che siano gli spiriti che me li portano via». Gli risposi che la nostra moneta all'inferno non ha corso legale, satana vuole colpire solo le persone, non è interessato ai nostri quattrini e ai nostri affari. Vediamone il perché. 

Leggiamo un breve brano della parola di Dio: « Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente. Carissimi, noi fin da ora siamo figli di Dio ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo così come Egli è» (1 Gv 3, 1-2). 

L'odio di satana si accanisce contro questa realtà: che siamo veramente figli di Dio e un giorno lo vedremo come Egli è. Anche se noi crediamo a questo, qualcuno dei battezzati non ci crede e non ci pensa affatto. Analizziamo alcuni punti: 

 satana sa benissimo che cosa è la beatitudine del Paradiso, perché l'ha vissuta. È come chi ha perduto la vista, che può pienamente valutare la disgrazia della cecità; 

 satana vede con chiarezza che ogni battezzato, anche se non è praticante, è potenzialmente un candidato alla visione beatifica di Dio; 

 vive al di fuori del tempo e ne valuta la rapidità meglio di noi che, anche se avanti con gli anni, ci illudiamo sempre di vivere all'infinito sulla terra; 

 nella sua infinita disperazione di aver perduto il Paradiso, scarica il suo odio sulle creature umane che portano già i segni di grazia per un imminente incontro di luce e di pace con Dio. E allora colpisce. E nel colpire all'impazzata si prefigge due obiettivi: 

 il primo è quello di portare alla perdizione eterna. Vedremo in seguito che il primo gesto operato sulle persone colpite, è quello di distogliere gradualmente dalla preghiera. Poi scaricando una serie continua di mali, di dolori, di insuccessi, di calamità, cerca di portarle all'odio, alla bestemmia, alla ribellione a Dio, a farle morire nella disperazione eterna. E se non ci sono aiuti e difese spirituali spesso ci riesce. 

 Il secondo scopo è di vedere sfregiata fin da questa vita la realtà dei figli di Dio. 

Quando il demonio infliggeva tremende sofferenze a padre Pio o ad altri santi, non poteva stupidamente illudersi di portarli alla perdizione eterna. Ma proprio perché erano delle creature più splendenti di grazia, si accaniva nel suo odio per vederli sofferenti e combattuti. 

 

DOMANDA: Alle persone che si ritiene siano colpite dai malefici viene consigliato di buttar via della roba e qualche volta, addirittura, di cambiar casa. Serve veramente tutto questo? 

R. - Se ci sono oggetti strani che si ritengono fatturati è meglio buttarli lontano. Come è utile far uso in casa dell'acqua santa, tenere in casa o portare addosso immagini sacre. Ma queste cose non risolvono il problema: lo attenuano soltanto. L'obiettivo di satana non sono gli oggetti esterni all'uomo, né la persona può essere riparata da oggetti, anche sacri, ma esterni. 

La salvezza piena viene solo, come vedremo meglio nella prossima parte, quando uno potenzia all'interno di se stesso la ricchezza spirituale di figlio di Dio, con una conversione piena a Cristo. 

La lotta è contro il dono della grazia che ci fa figli di Dio, la vittoria si ottiene rafforzando e potenziando questa interiore realtà. 

A questo riguardo è illuminante quello che succede con l'abitazione. Sono molte le persone che cercano affannosamente un esorcista che vada a benedire la loro casa, perché pensano che automaticamente, dopo l'esorcismo fatto in casa, finisca tutto. Ma non è così. È vero che la casa dove abita la persona colpita si impregna della presenza delle forze cattive e un esorcista esperto lo avverte sempre. Però è un riflesso della persona. Si è constatato con certezza che se una persona cambia casa, quelli che in seguito vi abiteranno, non sentono niente e stanno benissimo; mentre il fenomeno delle presenze negative segue gli interessati nella nuova abitazione. 

Per completezza bisogna dire però che ci sono delle case infestate che trasmettono la loro carica malefica a quanti si succedono nell'abitarla. Ma sono casi rarissimi: l'infestazione può provenire dal fatto che magari in tempi lontani vi siano stati fatti riti satanici con messe nere e forse anche uccisioni, o che siano state abitate da maghi che vi facevano i loro riti, o che vi siano state fatte sedute spiritiche. 

Ancor più raro il caso di qualche mago che costruendosi la propria casa, su istigazione degli spiriti ai quali era al servizio, abbia messo nelle fondamenta, a perenne protezione, del materiale fatturato. In questi casi, dato che è quasi impossibile tirar fuori tale materiale, più che l'esorcista ci vuole il bulldozer. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci

domenica 21 marzo 2021

SUL CALVARIO GESÙ HA SCONFITTO SATANA DEFINITIVAMENTE

 


Cosa fare con questi diavoli


Questa è la prima verità. 

Riuscire a portare le persone sofferenti davanti a Gesù Crocifisso, educarle a fermarsi lì, per assorbire lentamente, attraverso la fede e la preghiera, i raggi benefici di salvezza che scaturiscono dalla croce, non è facile, anche perché le persone colpite da queste oppressioni cercano affannosamente la liberazione magica e immediata. Ma questo lavoro di convinzione va decisamente affrontato se vogliamo riportare nella serenità dei figli di Dio i fratelli tormentati da satana. 

Una serie di riflessioni su alcuni brani del Vangelo dai quali risulta con indiscutibile evidenza che sul Calvario è avvenuto lo scontro definitivo tra Cristo e satana, con il trionfo completo di Gesù contro le forze del male, è di fondamentale importanza per convincersi che, solo affidandoci senza riserve al Signore Gesù, possiamo essere salvati dagli attacchi del maligno. 

Partiamo, per questa ricerca, da un brano singolare e un po' misterioso preso dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, che abbiamo già citato poco sopra: 

«Parliamo di una sapienza divina, misteriosa che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla, se l'avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della Gloria» (1 Cor 2, 7-8). 

 

DOMANDA: Questa affermazione che fai con tanta sicurezza, che la morte di Cristo sia stata architettata ed effettuata dalle forze diaboliche, suona un po' strana per i cristiani che, normalmente, hanno sempre attribuito la passione e la morte di Gesù alla cattiveria e alla perfidia dei Giudei. La frase di san Paolo che hai citato per la seconda volta, ha anche un riscontro in quello che dicono i Vangeli? 

R. - Certo che ha un riscontro e lo dimostro subito con una carrellata di otto brani presi dai Vangeli. 

Ma è necessario premettere un chiarimento. 

Come spiega il Papa nell'enciclica Dominum et vivificantem (nn. 38-39) il peccato ebbe una origine esterna all'uomo per mezzo di satana, ma è da addebitarsi anche alla responsabilità dell'uomo stesso, che diede il suo consenso e in qualche modo partecipò anche alle motivazioni addotte dal serpente che lo tentò. La passione e la morte di Gesù furono causate sia dalla cattiveria degli uomini che dalla regìa perversa di satana. Poiché in queste pagine si vuole mettere in luce l'azione delle potenze malefiche nella storia dell'umanità, la ricerca che segue documenta il contributo del demonio al dramma del sacrificio di Gesù sulla croce. 

Prima delle citazioni del Vangelo, credo sia opportuno dire che questa verità è chiaramente affermata in una nota della autorevole Bibbia di Gerusalemme, ormai così diffusa anche in Italia. 

Nella nota a Giovanni 2, 13 si legge: 

«La passione è un dramma in cui si trova impegnato il mondo invisibile: dietro agli uomini agisce la potenza diabolica». 

E veniamo ai brani evangelici, riportandoli in ordine cronologico in rapporto alla passione: 

1 - Il Vangelo di Luca parte da lontano. Dopo aver raccontato la tentazione a Gesù da parte di satana, al termine dei quaranta giorni di digiuno, fa questa precisazione: «Il diavolo, dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, si allontanò da Gesù, per ritornare al tempo fissato» (Lc 4, 12), cioè il tempo della Passione. 

2 - Il Vangelo di Giovanni, al termine del capitolo in cui si parla della istituzione dell'Eucaristia, dice che Gesù dichiarò agli Apostoli: «A voi dodici, non vi ho forse scelto io? Eppure uno di voi è un diavolo! - Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo» (Gv 6, 70). 

3 -Veniamo alle ore cruciali della passione: Luca ci avverte che Giuda si accorda con i sommi sacerdoti, spinto da satana stesso: «Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota che era nel numero dei dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti sul modo di consegnarlo nelle loro mani» (Lc 22, 3). 

4 - Ha inizio l'ultima cena, Giovanni ci avverte che satana si era ormai impossessato di Giuda: «Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota di tradirlo, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse» (Gv 13, 2). 

5 - Durante la cena Gesù svela il traditore offrendogli un boccone di pane. L'evangelista annota: «Allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Preso il boccone subito uscì. Ed era notte» (Gv 13, 27.30). 

6 - Durante il lungo colloquio dell'ultima cena, Gesù preannuncia: «Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo» (Gv 14, 30). 

7 - Prima di uscire dal Cenacolo e avviarsi all'Orto degli ulivi, Gesù avvertì Pietro e gli altri apostoli dell'attacco che stavano per subire da parte del demonio: «Pietro, Pietro, ecco satana sta per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 37, 21-22). 

8 - Dopo il bacio del tradimento da parte di Giuda, Gesù dichiarò che quanto stava avvenendo si spiegava col fatto che era giunto il momento in cui si lasciava la libertà alle potenze diaboliche di agire contro di lui: «Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre» (Lc 22, 53). 

Questa lunga serie di brani evangelici ci inchiodano di fronte a una indiscutibile realtà: è stato satana colui che ha progettato e portato a compimento la passione e la morte del Signore Gesù. I sommi sacerdoti, gli uomini del Sinedrio, Pilato, la folla che grida «crocifiggilo» non sono che marionette nelle sue mani. 

Abbiamo iniziato questa ricerca con una precisa affermazione della Bibbia di Gerusalemme, la chiudiamo con le parole di uno dei più grandi biblisti viventi, il gesuita Ignace de la Potterie: «Giuda, si direbbe, diventa la personificazione di satana, la potenza delle tenebre». 

E, più avanti, precisa ancora meglio: « Questi esempi mostrano che, per l'autore del quarto Vangelo, Giuda era diventato la personificazione della potenza delle tenebre, proprio perché satana era entrato in lui» (I. de la Potterie, La Passione di Gesù Cristo secondo il Vangelo di Giovanni, Paoline, Cinisello Balsamo 1988, pp. 38-39). 

Fermiamoci un momento nella contemplazione della passione e morte di Gesù che si consuma sul Calvario. È il punto centrale di tutto questo capitolo; dice un canto del Rinnovamento nello Spirito: «Fissa gli occhi su Gesù, da lui non distoglierli più. Apri il tuo cuore a Gesù: è venuto a salvarti morendo per te». 

Su quel monte è avvenuto il più colossale scontro della storia, quello definitivo: Gesù ha vinto per sempre, satana è stato sconfitto per sempre. La vittoria di Gesù ha segnato la salvezza completa dell'uomo. 

L'uomo d'oggi, nel paniere degli ingredienti che possono costituire la sua salvezza, ci mette tante cose: denaro, successo, macchine, ville, piatti speciali, vestiti firmati e altro: ma la cosa più importante gli sfugge, la salvezza che Gesù ci ha donato. 

Quando ricevo persone nel mio studio per queste situazioni, le invito a guardare il grosso crocifisso dietro la mia scrivania e dico: «Non verrai fuori da questa situazione finché non capirai che lui solo ti può salvare». Mi guardano con gli occhi smarriti come se parlassi di un atterraggio di dischi volanti nel cortile attiguo al mio studio. 

Eppure chi è colpito dalle invisibili forze del male non ha scelta: o riscopre la salvezza che ci viene dall'incontro con Gesù o va di male in peggio. 

Per approfondire questa riflessione ricorriamo ad un esempio: Ritorniamo alla guerra del '15-'18, quando si combatteva con le trincee contrapposte. Nella trincea italiana erano annidati i soldati che sparavano contro gli austriaci e viceversa. Non c'era zona neutra: gli uni erano schierati contro gli altri. 

Così è dopo il sacrificio di Cristo: alla Chiesa è stato donato l'infinito valore della passione e morte del Signore, perché lo utilizzi in redenzione e salvezza per tutti gli uomini, operando così fa arretrare il potere di satana nel mondo. Satana dalla sua parte lotta perché l'uomo rimanga nelle tenebre sotto il suo dominio. Non c'è terra di nessuno: da una trincea si lotta per la salvezza dell'uomo, dall'altra per la sua definitiva rovina. Qui bisogna porsi una domanda fondamentale: maghi, fattucchieri, cartomanti, indovini, parapsicologi, medium, guaritori ecc., hanno veramente dei poteri paranormali ma non hanno avuto né autorità né investitura dalla Chiesa, che sola possiede la salvezza di Cristo; da chi e da dove attingono questi poteri straordinari? Non c'è dubbio: li attingono dal contatto con gli spiriti del male. Ha detto Gesù: «Chi non è con me è contro di me, chi non raccoglie con me, disperde». 

Per approfondire il discorso gettiamo uno sguardo indiscreto nel mondo del l'occultismo, per vedere con chiarezza come funziona il colossale imbroglio di coloro che dicono di sfasciare le fatture. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

giovedì 4 febbraio 2021

SATANA SI SERVE DEGLI UOMINI - TRE MOTIVI PER ODIARE

 


Cosa fare con questi diavoli


Dunque i demoni, come abbiamo detto prima, si scatenano contro gli uomini come «leoni ruggenti», seminando nel mondo odio, cattiverie, distruzioni, morte. Per capire il perché di questa angosciante realtà, chiediamo prima di tutto luce alla parola di Dio. 

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di gran furore, sapendo che gli resta poco tempo» (Ap 12, 7- 9.12b). 

Queste parole sono per un verso molto misteriose, per un altro verso molto chiare. Come, perché e quando questa misteriosa guerra si sia svolta nel cielo è impossibile spiegarlo. Di fatto però la parola della Bibbia, che è parola di Dio, ci offre dei punti chiari per leggere la storia dell'infinito male che affligge gli uomini sulla terra: gli angeli ribelli a Dio, persa la loro battaglia, furono scaraventati sulla terra, dove attaccano gli uomini con grande furore. 

 

DOMANDA: Queste parole del testo sacro, che dicono che i demoni si sfogano contro di noi con grande furore, sono impressionanti. Si può conoscere la ragione profonda di questo smisurato odio contro di noi? 

R. - Cercando le ragioni di questo odio attraverso la rivelazione, che viene dalla Bibbia, possiamo vedere con chiarezza che le ragioni del comportamento dei demoni nel mondo sono fondamentalmente tre. 

Prima ragione 

Invidia per la creazione dell'uomo. Nel momento in cui questa avvenne gli spiriti del male esistevano già. 

La descrizione del primo uomo nel Paradiso terrestre è a tutti nota: una creatura bellissima, fatta a immagine di Dio, ricca di ogni dono di grazia, posta in uno stupendo ambiente naturale, messo a sua disposizione, con possibilità di comunicare familiarmente con Dio. 

Nell'odio cieco della disperazione in cui gli angeli cattivi vivevano, dopo essere stati cacciati dalla felicità della visione di Dio, sentirono una bruciante invidia per queste nuove splendide creature che in un certo senso erano destinate a occupare il loro posto nella gloria di Dio. E fu proprio l'invidia il motivo fondamentale per il quale cercarono di rovinare l'uomo, tentandolo perché si ribellasse a Dio. Infatti la Bibbia afferma: «Dio ha creato l'uomo per l'immortalità: lo fece a immagine della propria natura. La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap 2, 23-24). 

Seconda ragione 

Rabbia, perché attraverso la redenzione l'uomo è stato innalzato a una gloria maggiore. Questa seconda ragione è di una immensa sublimità teologica e spirituale. Chiediamo allo Spirito di poterla intendere nella sua profondità. C'è un'affermazione di san Paolo nella prima lettera ai Corinti che è sorprendente a questo riguardo: «Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della gloria» (1 Cor 2, 7-8). 

Sono due le affermazioni di questo testo: 

 La salvezza per mezzo della croce di Cristo è avvenuta in seguito all'opera distruttrice di satana e dei suoi seguaci; su questo faremo un'ampia riflessione nel prossimo capitolo. 

 Satana, mentre architettava e portava a compimento l'uccisione di Cristo, non si rendeva minimamente conto della stupenda redenzione a favore dell'uomo che, inconsapevolmente, stava operando. In quel momento era lo strumento incosciente del meraviglioso disegno del Padre, a favore di quella creatura umana che per secoli aveva colpito e sfregiato. 

Ho detto «meraviglioso disegno» del Padre: su queste parole facciamo subito un approfondimento. 

«Meraviglioso disegno» non sono propriamente parole mie: fino ai giorni del Vaticano II, i sacerdoti durante la Messa, al momento di mettere alcune gocce di acqua nel vino già versato nel calice, dicevano queste parole: «Dio, tu hai mirabilmente creato la dignità della natura umana e poi l'hai più mirabilmente riformata». 

L'espressione «più mirabilmente» indica che la restaurazione, operata da Gesù attraverso la sua opera di redenzione, ha migliorato la bellezza e la grandezza dell'uomo rispetto ai giorni del Paradiso terrestre; l'infinita Sapienza di Dio ha operato meraviglie servendosi della inconscia manovalanza di satana. 

 

DOMANDA: Ci sembra sorprendente quello che stai dicendo sulla sopraelevazione della natura umana per mezzo di Cristo. Il pensiero corrente dei cristiani si può sintetizzare con un esempio. Un incidente stradale rovina gravemente una macchina; portata da un bravo carrozziere, torna più o meno come era prima. Così in genere si crede che Gesù, dopo i disastri del peccato, ci ha riportato allo stato di prima del peccato. Non è così? 

R. - No, l'esempio più esatto è un altro. Viene un terremoto e compie la sua opera di distruzione. Con i sussidi dello Stato un signore, che aveva una vecchia e modesta casetta, ne ricostruisce una nuova sullo stesso posto. Ma ora la casa è nuova: migliore il materiale, ha ampi spazi, gli infissi, i confort. Il terremoto è stato occasione per avere una abitazione decisamente migliore. 

Così la vicenda dell'uomo. E lo dimostra questa rapida carrellata di testi. Gesù, divenendo uomo, eleva tutto il genere umano a una vita e a una dignità incomprensibilmente alte. Dice san Leone Magno: «Attraverso l'ineffabile grazia di Cristo, abbiamo acquistato cose più grandi di quelle che avevamo perduto per invidia del diavolo» (Sermo Primus de Ascensione). 

La liturgia del Sabato Santo, nel canto dell'Exultet dice: « Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto dalla morte di Cristo. Felice colpa che meritò di avere un così grande Redentore». 

La preghiera della Messa della IV Domenica di Pasqua riconferma: « O Dio, che hai redento l'uomo e lo hai innalzato oltre l'antico splendore, guarda all'opera della tua misericordia». 

La profonda radice teologica di questa realtà è molto bene espressa nelle espressioni di due grandi padri della Chiesa. Scrive san Cipriano: «Ciò che l'uomo è, Cristo volle essere, affinché anche l'uomo potesse essere ciò che Dio è» (De Idolorum vanitate, cap. XI). 

Sant'Agostino esprime lo stesso concetto con maggiore efficacia: « Dio si è fatto uomo perché l'uomo diventasse Dio» (Sermo XIII de tempore). 

La redenzione operata dal Cristo innalza più in alto la natura umana, rendendola partecipe della natura divina. Il teologo tedesco Matthias Scheeben rende bene questa nuova profonda realtà dell'uomo quando scrive: «Dato che in Gesù l'umanità forma un tutt'uno con la divinità, il Padre ora ama l'umanità di Gesù con lo stesso amore con cui lo amava nella sua divinità. E tutte le creature del Cielo e della terra debbono adorare Cristo anche nella sua umanità» (M. Scheeben, I misteri del Cristianesimo, Morcelliana, Brescia p. 281). 

Il genere umano viene elevato a essere il corpo di Cristo, come dice san Paolo: «Gesù è il capo del corpo, cioè della Chiesa, il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti» (Col 1, 18). Ne consegue che il Padre estenderà lo stesso amore, che nutre per il Figlio, anche per le sue membra. Di questa altissima promozione dell'uomo, satana sà di essere stato causa e strumento e ne è irritatissimo. È questa la seconda e più forte ragione per cui ci odia. 

Terza ragione 

Satana è infuriato perché l'opera di redenzione di Cristo ha segnato ormai un limite preciso al suo regno di odio: la fine dei tempi, la fine del mondo. Satana, per quello che sappiamo, non conosce il futuro, non sa quanto è lontana l'ora della salvezza definitiva col ritorno glorioso di Cristo, ma sa che è stabilito. Vive nella disperazione bruciante di chi sa che il suo destino è segnato; ed è vicino il momento in cui sarà cacciato dal mondo di Dio e ricacciato nell'abisso. 

Ascoltiamo alcuni brani della Bibbia: dopo l'ingresso trionfale in Gerusalemme, nell'imminenza della sua passione Gesù, parlando alla folla, disse chiaramente che era giunta l'ora in cui il dominio di satana stava per essere distrutto: la morte di Gesù stava per liberare gli uomini dalla sua tirannia. 

« Ora è il giudizio di questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori» (Gv 12, 3). 

Durante l'ultima cena, parlando con i discepoli, riconfermò che ormai per satana non c'era più scampo: «Il principe di questo mondo è stato giudicato» (Gv 16, 9). 

Del resto satana l'aveva già intuito. Per bocca di due indemoniati incontrati nel paese dei Gadareni, i demoni protestano di non voler essere disturbati prima del tempo stabilito. 

« Nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro e cominciarono a gridare: "Cosa abbiamo noi in comune con te, figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?"» (Mt 8, 28-29). 

Dunque la possibilità di scaricare il suo odio sui figli di Dio, seminando morte, sofferenze, violenze, cattiverie, malattie, non è infinita: c'è un tempo già fissato in cui tutto ciò finirà. 

Anche se non si sa ancora quando sarà questa fine (lo sa solo il Padre, disse Gesù), lo spazio rimasto a satana è pur sempre breve rispetto all'eternità. Nell'ultimo libro della Bibbia, troviamo queste parole di grande forza espressiva: «Il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo» (Ap 12, 12). 

Si direbbe che è nervosissimo. È come un condannato a morte che sa di dover morire, ma non sa quando sarà eseguita la sentenza.

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

venerdì 18 dicembre 2020

SOLO GESÙ SCONFIGGE SATANA

 


Cosa fare con questi diavoli 


LA FORZA STA NEL NASCONDERE 

DOMANDA: Sembra incredibile che sia operante in mezzo a noi una forza negativa e invisibile con tanta potenza di distruzione. Questa realtà non si coglie esternamente e la gente vive, si muove e non pensa minimamente che nel sottofondo di tante tristi situazioni ci sia la presenza delle forze del male. 

R. - Il mondo dell'occulto è impenetrabile: la sua forza sta proprio nel fatto che tutto si svolge nell'oscuro, in una realtà che opera nella copertura. Si sono verificati casi nei quali, appena aperti sarcofaghi che contenevano salme sepolte molti secoli prima, si è vista per un momento la figura precisa della persona, ma al contatto con l'aria, tutto si è subito volatilizzato. Così è per queste cose: se potessero essere documentate e filmate, scomparirebbero subito. 

Noi viviamo ormai nella psicosi della pubblicità: 

 le cose vere sono solo quelle che ci presenta la pubblicità; 

 per farsi un nome, per far carriera, per realizzare un impero economico ci vuole la pubblicità; 

 ci sembra impossibile che satana abbia un suo regno così forte, così esteso, sottraendolo completamente a ogni apparenza esterna. 

C'è un esempio però che può far capire questa realtà. i colossali traffici di droga e di armi sono regni di incredibile potenza, che sussistono e prosperano solo in forza del modo occulto in cui operano. 

Immaginate voi i narcotrafficanti che pubblicano a fine anno i loro bilanci e rendono noti gli utili degli azionisti come fa la Fiat o la Ferruzzi? 

Dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: « Chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere» (Gv 3, 20). 

Sono principalmente tre le coperture attraverso le quali l'attività di satana può agire indisturbata: 

Prima copertura: l'incredulità di questa cultura laica e materialistica che, nella sua saccenteria, ride di queste cose, perché ha creato una forte verità dommatica sulla quale si appoggia con sicurezza: «Non siamo più nel medioevo». 

Seconda copertura: tutti gli operatori delle forze del male hanno cura di ricoprirsi col sacro: statue della Madonna, crocifissi, santini, medaglie, immagini di padre Pio sul muro; danno il sale benedetto (da loro si intende) e acqua benedetta. Ultimo ritrovato in ordine di tempo: dicono che fanno esorcismo e si presentano come esorcisti; anche le donne, qualcuna precisa: «Io sono un'esorcista laica». 

Terza copertura: quella che viene dai pastori della Chiesa: questa generazione così evoluta ed illuminata ha degli ecclesiastici che riguardo a queste cose si sentono superiori perché anche loro non sono più nel medioevo. Questa copertura è la più gradita a satana perché è la più insperata. Se mi è consentito chiudere questa prima parte con una battuta, vi rivelo una mia buffa immaginazione. Penso a volte che nei rigidi giorni invernali, questi poveri diavoli abituati a vivere in un clima di altissima temperatura, a sera se ne ritornano all'inferno tutti infreddoliti. Si mettono vicino alle fiamme del fuoco infernale per riscaldarsi e, commentando come è andata nella giornata la caccia all'uomo, dicono tra loro: «Sulla faccia della terra, con i tempi che corrono, se non ci fosse la copertura dei preti, non faremmo più una lira». 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

martedì 20 ottobre 2020

SOLO GESÙ SCONFIGGE SATANA

 


Cosa fare con questi diavoli 


UN SOLO SEGNO PER VINCERE 

Narra la storia che, nell'ottobre del 312 dopo Cristo, l'imperatore Costantino marciò con il suo esercito contro il rivale Massenzio. Prima dello storico scontro si dice che Costantino ebbe la visione di una croce luminosa in cielo con la scritta «Con questo segno vincerai». Infatti la battaglia sul ponte Milvio fu pienamente favorevole: Massenzio sconfitto, scomparve nelle acque del Tevere, Costantino entrò in Roma come imperatore e pochi mesi dopo, nel febbraio del 313, promulgò l'editto di piena libertà religiosa per i cristiani, mettendo fine a tre secoli di persecuzioni. Lasciamo agli studiosi il compito di discutere se fu vera, e se fu decisiva per la vittoria di Costantino, l'apparizione della croce. 

Ma nella guerra per liberarsi dagli influssi negativi di satana non ci sono dubbi: a chi soffre indicando la croce di Cristo non bisogna dire solo: «Con questo segno vincerai»; ma bisogna precisare: «Solo con questo segno vincerai». 

La fatica di un esorcismo non è niente in confronto alla fatica di far comprendere ai pazienti che si rivolgono a noi che, solo ed esclusivamente affidandosi alla salvezza che scaturisce dalla passione e morte di Gesù, possono ottenere una piena liberazione. 

Satana è bene organizzato: ha il suo regno, i suoi ministri, le sue armate, le sue strategie. Quando le persone che sono colpite riescono ad aprire gli occhi e a vedere chiaramente da che parte vengono gli attacchi, si spaventano e si disorientano. Il mondo invisibile dell'occulto non fa solo paura, ma dà il senso dell'impotenza e della perdizione. Allora si corre di qua e di là, si ascoltano tutte le voci, si prova con i santi e con gli stregoni, con gli esorcisti e con i maghi, si mescola il sacro con il demoniaco, col risultato di passare in continuazione dal male al peggio. 

Uscire da simili situazioni, anche se a volte sono veramente spaventose, è sempre possibile. La parola «sempre» ha un significato pieno: non esistono casi in cui si possa dire che non c'è niente da fare. Ma il «sempre possibile» è legato a due convinzioni fondamentali sulle quali le persone interessate non debbono avere dubbi; 

 la prima è che solo Cristo ci può liberare dal maligno. 

 la seconda è che la salvezza offerta dal mondo dei maghi, fattucchieri cartomanti e compagni è un inganno che, inoltre, peggiora la situazione. 

Quello che non viene dalla Chiesa e per incarico della Chiesa è un imbroglio per accrescere e confermare influssi già esistenti. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

lunedì 24 agosto 2020

Cosa fare con questi diavoli



GRADI DIVERSI DI OPERAZIONE  

DOMANDA: In che modo si concretizza questa crescente opera di satana nella nostra società? Ci sono livelli più o meno forti attraverso i quali si esprime? 

R. - La sua presenza è come un torrente impetuoso di mali, di distruzione, di odio, di perversioni di ogni genere che hanno gradazioni diverse. Potremmo semplificare il discorso riducendo i livelli a tre: 

livello: disturbi di forma leggera: 

torniamo alle nozioni del catechismo: ci sono angeli buoni che con la loro presenza invisibile e le loro ispirazioni spirituali ci stimolano a operare il bene. Dice il salmo 90: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi» (Sal 90, 11). Nel Vangelo di Matteo Gesù, raccomandando di non scandalizzare i bambini, dice: «I loro angeli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18, 10). 

Ci sono anche angeli cattivi, cacciati dal cielo per la loro ribellione, che girano sulla terra per stimolare l'uomo al male. È una presenza generica, continua. Dice la prima lettera di san Pietro: «Siate temperanti e vigilate, il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5, 8).  Nella basilica superiore di san Francesco di Assisi, il quarto affresco di Giotto che si trova sulla parte destra entrando, illustra la visione che san Francesco ebbe dei demoni che si stavano addensando sulla città di Arezzo. 

Fino ai giorni dei Concilio Vaticano II, quando si diceva ancora la Messa in latino, i sacerdoti al termine della Messa dicevano una preghiera a san Michele: «Respingi nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni che vanno vagando per il mondo». 

Poi questa preghiera è stata abolita quasi per chiudere l'ombrello, proprio mentre cominciava l'alluvione della presenza di satana nella nostra società. Questa è la presenza ordinaria. 

livello: disturbi di forma più forte: 

l'uomo, come vedremo più avanti, può entrare in contatto con gli spiriti cattivi e servirsene per colpire i suoi simili. Fatture o malefici, filtri, opere di magia, feticci e fatturati o papocchio, come dicono i romani, polveri e altre cose simili, possono colpire gravemente la salute, gli affetti, gli affari. Così si riscontrano strane malattie, dolori, sfascio di famiglie, rovina di attività e di affari, persone che muoiono in modo inspiegabile. Effetti simili si possono conseguire partecipando alle sedute spiritiche, in ognuna delle più svariate forme; con la differenza che quando uno riceve un maleficio, ne è vittima involontaria; quando uno pratica spiritismo, il male se lo procura da solo, come colui che si droga. 

3° livello: disturbi di forma fortissima: 

si verificano quando gli spiriti del male non solo attaccano la persona dall'esterno, ma prendono completamente possesso dell'uomo. È la possessione o ossessione diabolica. È quello che esprimiamo con il termine: indemoniato. La personalità dell'uomo scompare, al suo posto subentra un'altra entità che ne prende il corpo, i sensi, le facoltà, e parla, agisce, si muove, si esprime per mezzo del corpo umano. 

Quando avviene la liberazione, la persona ha due sensazioni: 

1. la prima è che non ricorda niente di quanto ha detto e di quanto è avvenuto, come se fosse stato in anestesia per un'operazione chirurgica. Talvolta domanda anche: «Che ora è, dove mi trovo?». Dopo la liberazione, una ossessa, guardando i lividi formatisi nei suoi polsi, perché erano diverse ore che si cercava di tenerla ferma, disse: «Chi mi ha fatto questo?»... 

2. la seconda è che sente un'enorme spossatezza per la violenza che le è stata fatta per mettere fuori uso la sua personalità, perché fosse sostituita dallo spirito del male. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci

lunedì 20 luglio 2020

LA LOTTA FRA LUCE E TENEBRA



DUE MOTIVI PER PARLARE  

DOMANDA: Oltre alle tue sofferenze e difficoltà, c'è qualche altro aspetto particolarmente interessante che tu vorresti evidenziare? 

R. - C'è fondamentalmente un motivo che mi ha spinto, dopo molte perplessità a preparare queste pagine e a farle pubblicare. Credo sia utile comunicare questa mia esperienza alla comunità cristiana, come un messaggio diretto a soprattutto due categorie di persone: 

  a un numero sempre crescente di uomini che, soffrendo di cose inspiegabili, cercano affannosamente di venirne a capo e quindi hanno bisogno di precise indicazioni; 

 ai pastori della Chiesa e, anche indirettamente, ai credenti in generale. 


DOMANDA: Ti chiediamo di precisare meglio i due tipi di destinatari ai quali pensi di rivolgerti. C'è davvero tanta sofferenza nascosta e allo stesso tempo così pesante, provocata dalla reazione malefica di satana contro i figli di questa nostra società? A questo riguardo qual è la cosa che più ti impressiona? 

R. - La grande quantità di sofferenza umana che ho incontrato attraverso il mio ministero ha segnato profondamente la mia vita e mi ha portato gradualmente a una profonda maturazione. 

Le lacrime, un'infinità di lacrime incontenibili ho raccolto e insieme tanta disperazione, tante disfatte senza speranza, tanti desideri di suicidio. Il tutto provocato da fatti inspiegabili che, con spaventosa progressione distruggono la vita, la famiglia, la salute, gli affetti più cari, il lavoro; spezzano gli studi e la carriera; generano paure e insicurezze. Tutto ciò all'improvviso, senza spiegazioni, quando tutto sembrava andar tanto bene. 

Due fattori spesso aggravano questa tragedia: 

 una lunga via crucis inutile e spesso molto costosa presso cartomanti, maghi, fattucchieri, parapsicologi, in un'affannosa ricerca che in pratica porta soltanto a un continuo peggioramento; 

 la derisione o l'allontanamento vissuto da molte persone praticanti che, in questi casi, si rivolgono ai parroci o ai preti amici: «Ma non credere a queste cretinate, va' da uno psichiatra». 

È a questa massa di sofferenti che è rivolto il mio lavoro. 

Ho condensato in queste conversazioni il succo di infinite esperienze e lotte che ho sostenuto per salvare tanti fratelli: credo, in questo modo, di poter dare tante indicazioni ma soprattutto una grande certezza: si può uscire con sicurezza da queste situazioni, basta trovare prima, e seguire poi, la sola via giusta che porta alla liberazione. 

Vi parlo confidenzialmente: ho nella mia camera un grande crocifisso (alto circa un metro) che è una riproduzione del crocifisso che nella chiesa di san Damiano parlò a san Francesco. Molte volte, rientrando a ora tarda in camera, dopo aver ascoltato per tanto tempo un'infinità di drammi, mi sono posto in preghiera dinanzi a questa immagine e col cuore spezzato ho chiesto a Gesù: «Perché Signore, mi fai incontrare tante sofferenze, visto che da solo sono impotente a lenirle tutte? Sarà questa esposizione, a dare una risposta alle mie preghiere, coinvolgendo altri verso la comprensione di queste situazioni?». 


DOMANDA: Hai già accennato che i pastori della Chiesa non sono affatto sensibili a questi problemi. Cosa puoi dire ai tuoi colleghi? Perché questa posizione così distaccata della Chiesa? 

R. - Partiamo dalla posizione distaccata della Chiesa. 

Oggi sembra che l'atteggiamento della Chiesa di fronte all'opera di satana nel mondo sia quello del pudore: si vergogna di ammettere questa realtà. 

Dagli anni Cinquanta in poi la religiosità tradizionale in Italia ha subìto un pauroso crollo, con infinite emorragie da ogni parte: nel clero, nel costume, nella pratica religiosa, nella forza delle strutture. C'è uno sforzo generoso, specialmente da parte dell'episcopato, di recuperare le perdite cercando di migliorare l'immagine della Chiesa con una presentazione più moderna e aggiornata: si direbbe che si sta facendo un abitino nuovo per presentarsi alla società d'oggi. 

Ora immaginiamo una bambina che il mattino della prima comunione ha indossato in casa il suo bel vestitino bianco, e, dopo essersi lungamente guardata allo specchio, esce di casa per andare in chiesa. Ma per strada si imbatte in uno scostumato ragazzino che le scaraventa sul vestitino un calamaio di inchiostro nero. 

Così è per la Chiesa: dover ammettere che satana opera ancora oggi nella comunità dei credenti, come ha detto ripetutamente anche l'attuale Pontefice, dover ammettere che bisogna nominare qualche esorcista, è come buttare una macchia nera da medioevo retrivo sul vestito preparato con tanto impegno. 

Ma i fatti strani aumentano e la richiesta di esorcisti è pressante. E allora? 

Sono sempre più numerosi i Vescovi che accettano di nominare degli esorcisti, ma lo fanno con precise condizioni, che espongo con delicata ironia: 

 l'esorcista rimanga e operi discretamente nascosto dietro un sicuro paravento; 

 sia gratificato dalla diffidenza e, in qualche caso, dal disprezzo dei confratelli, cosicché non comprometta la categoria; 

 a chi, a lungo, con impegno, ha fatto l'esorcista, sia vietato, anche se capace, l'accesso a posti di un certo rilievo. Perché il metterlo in un posto importante, renderebbe più vistosa la macchia oscura sul vestito moderno. 

Questa amara realtà viene fortemente evidenziata da Renzo Allegri nel libro Cronista all'inferno. 

«É vero, per la Chiesa cattolica, satana, le possessioni diaboliche, gli esorcismi, sono realtà contemplate nei libri teologici. Anzi, a leggere i princìpi fondamentali su cui la Chiesa basa tutta la costruzione interpretativa della realtà universale, satana, l'angelo ribelle, è un personaggio di spicco e, nella vicenda, occupa un posto di primo piano fin dall'inizio. Ma poi, in pratica, viene ignorato. Gli esorcisti sono ministri d'avanguardia, spediti ufficialmente in prima linea, ma, a missione compiuta, finiscono col risultare degli eroi scomodi, come i reduci del Vietnam in America. 

In questo mio viaggio non ho incontrato nessun esorcista che abbia fatto carriera all'interno della gerarchia ecclesiastica, che abbia i suoi uffici in Vaticano, nei ministeri della Santa Sede. Ne ho incontrati diversi invece che, dopo una onorata e drammatica carriera, stanno morendo dimenticati in qualche ospedale o in qualche cronicario per sacerdoti anziani, pieni di malanni fisici. Ufficialmente sono personaggi inesistenti, della cui vita e attività le autorità ecclesiastiche che contano non sanno niente» (R. Allegri, Cronista all'inferno, cit., p. 287). 


DOMANDA: Ma in positivo e in termini pratici e concreti, basandoti sulla tua vasta esperienza, quali proposte faresti ai pastori della comunità ecclesiale italiana? 

R. - Io farei due proposte e una domanda. 

Prima proposta: 

Bisogna ricordarsi che ogni pastore dovrebbe essere una copia, sia pure molto imperfetta, dell'amore infinito di Dio, che abbraccia ogni uomo che soffre. Le sofferenze così drammatiche che sono il mio pane quotidiano, non vanno liquidate, scansando, deridendo, screditando. Bisogna prima di tutto accogliere, saper ascoltare, cercare di comprendere e, soprattutto, condividere. È necessario pregare con loro e per loro, prospettare le risorse infinite di grazia del mistero di Cristo; se lo richiedono, visitarli a casa, dando anche la benedizione. 

Ho detto che in questo campo «ad ogni azione corrisponde una reazione». Ho avuto diversi casi in cui i sacerdoti mi hanno accompagnato dalle persone e hanno iniziato la collaborazione per aiutarli. Poi si sono gradualmente ritirati perché hanno avvertito cose strane nella loro vita. 

La migliore medicina, con cui certi sacerdoti possono guarire da atteggiamenti di superiorità e di superficialità, è quella di partecipare ed entrare dentro certe situazioni. Potranno sperimentare sulla loro pelle che non sono sciocchezze. 

Poi una domanda: 

La Chiesa italiana con uno storico documento dell'Episcopato, dal titolo La Chiesa italiana e le prospettive del paese, pubblicato il 23 ottobre 1981, ha fatto la scelta di mettersi al fianco dei poveri e degli emarginati. È stato certamente lo Spirito del Signore che l'ha spinta su questa strada, a giudicare dalla immensa fioritura di iniziative a favore di ogni tipo di emarginazione che sono sorte dopo tale scelta. Si è dato anche il caso del cardinal. Martini che in un carcere femminile di Milano, ha personalmente battezzato un bambino, concepito dalla madre reclusa dentro la gabbia di un tribunale, durante un'udienza. Tutto molto bello. 

Ma si può sapere perché queste centinaia di migliaia di persone, colpite spesso senza alcuna loro colpa dal dilagare delle forme di occultismo, vengono scostate, derise e abbandonate a loro stesse e lasciate in balìa di un esercito di speculatori, da quella Chiesa che è depositaria per gli uomini di quel «sangue e fuoco di Cristo», come diceva santa Caterina, che potrebbe sanare le loro ferite? 

Per ogni forma di emarginazione, comprese le più immorali e le più repulsive, sì, si fa a gara nel prendere iniziative. Per questi disgraziati niente, assolutamente niente. Perché? 

Infine una seconda proposta: 

Essa forse è il punto qualificante di tutta questa impresa. Il contenuto si comprenderà meglio andando avanti. Ora lo anticipo in una breve sintesi. 

Il Signore, attraverso un cammino, non programmato da me, anzi da me inizialmente non accettato, mi ha portato a capire che qualcosa deve cambiare nella terapia di tali sofferenze. Non deve essere più il solo esorcista, un sacerdote isolato, che nel suo ufficio opera segreti e incomprensibili alchimie, a liberare i colpiti da satana. Deve essere la comunità ecclesiale, insieme con il sacerdote incaricato, a riportare alla vita piena e alla gioia perfetta gli oppressi da satana, attraverso un lento cammino di fede, alimentato da tanto amore fraterno e da tanta comprensione. 

La cura degli ossessi e dei maleficiati deve diventare una prassi pastorale. 

Da quando il Rinnovamento nello Spirito è arrivato anche in Italia sono assistente spirituale di uno di questi gruppi. Lentamente, con molta gradualità, data anche la grande apertura che questo movimento ha da sempre verso gli oppressi dalle forze del male, la Provvidenza ha guidato questo gruppo a fare da sostegno al ministero che mi è stato affidato. Quando il numero dei sofferenti che venivano da me cresceva, cresceva anche il gruppo in numero e qualificazione. Ora siamo in tanti ad accogliere tanti, come spiegherò in seguito. 

Tutto è aperto, non c'è più niente di strano o misterioso. Le riserve le fa solo chi è in malafede. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

mercoledì 10 giugno 2020

SEDOTTO MA NON ABBANDONATO



Cosa fare con questi diavoli

«Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. 

Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. 

Mi dicevo: "Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!". 

Ma nel mio cuore c'era un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. 

"Ma il Signore è al mio f ianco come prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile» (Ger 20, 7.9.11). 

DOMANDA: È vero, come si vede nei film, che l’esorcista è duramente attaccato dai demoni, in qualche caso fino alla morte? 

R. - Lasciamo perdere la morte; è certo che nelle intenzioni di ogni buon diavolo c'è anche quella di far sparire fisicamente l'esorcista. Se però l'esorcista non è volontariamente imprudente, ma lavora in unione con la Chiesa, questo non può accadere. 

La sofferenza invece è indispensabile per questo ministero. Per capirci bene bisogna ricorrere al principio della fisica, che dice: «Ad ogni azione corrisponde una reazione di pari entità». Più è forte, più è radicata nel tempo la presenza di satana in una persona, più intensa è la reazione con cui satana attacca l'esorcista. Io ho avuto lo strano carisma, che donerei volentieri a qualche altro, di una grande sensibilità e recettività delle presenze negative. Già dalla telefonata o dalla suonata del campanello della porta, molto spesso avverto la qualità di dinamite malefica che mi scaricherà addosso chi viene da me per essere liberato. 

L'attacco, come regola generale, viene sferrato sui punti più deboli: chi, come me, ha un fisico e una psicologia fragili, lo riceve soprattutto nel corpo. Non è facile descrivere cosa avviene. Ci sono delle ore in cui il mio corpo, internamente, dalla testa ai piedi, sembra essere un laboratorio di forze invisibili. 

Poi viene rivolto anche su tutti i fronti: sugli affetti, sugli affari, nel lavoro, nei rapporti coi superiori, nella guida della macchina, negli oggetti che non funzionano mai, e chi ne ha più ne metta. Riesce a muovere insieme un'infinità inimmaginabile di concause, cioè di cause che concorrono insieme, fino a darti il senso della distruzione totale e di una potenza che non puoi superare. 

Il giornalista Renzo Allegri, nel libro Cronista all'inferno, riporta un'intervista col noto esorcista romano Padre Germano Ventura. 

«L'esorcista deve essere un uomo di grande fede perché solo con l'aiuto di Dio sconfigge il demonio. Durante il rito, a volte, il maligno si rivolta contro l'esorcista rinfacciandogli peccati nascosti, colpe segrete commesse anche molti anni prima, che solo l'interessato può conoscere. Dopo essere stato cacciato da qualche persona, il demonio si vendica sempre. Tutti noi che facciamo questa professione siamo allenati ai dispetti del diavolo. Dopo aver liberato un ossesso, mi aspetto di tutto: febbri, dolori, incidenti, notti insonni popolate da incubi, da rumori. Guai spaventarsi. Bisogna tener testa al maligno, altrimenti prende il sopravvento e non obbedisce più» (R. Allegri, Cronista all'inferno, A. Mondadori, Milano 1990, p. 95). 

DOMANDA: Quando ti senti così fortemente attaccato, in che modo cerchi di difenderti? 

R. - Col tempo si imparano delle tecniche di difesa che riparano solo parzialmente. 

La vera difesa si trova solo nella preghiera. Bisogna pregare tante ore al giorno e con tanta metodicità; dico a volte che sono come una persona in dialisi: se non si è precisi negli orari della cura, si rischia il coma. Non posso neppure per mezza giornata venir meno al tempo da dedicare alla preghiera: mi assale un qualcosa che sembra mi distrugga; se è necessario salto un pasto, ma non la preghiera; se viaggio in macchina da solo, mi debbo fermare per pregare. 

Ogni giornata, anche se vado all'estero, debbo programmarla secondo questa esigenza. Una volta, in un convegno di medici cattolici che mi ponevano domande su queste cose, dissi: «C'era una volta un dentifricio che veniva reclamizzato come il "dentifricio del dentista". Ora vi rivelo l'esorcismo che usa un esorcista per se stesso. Quando mi sento fortemente attaccato da satana, mi metto immobile in adorazione dinanzi a Gesù Eucaristia, finché non se ne va via». Nell'arco dell'anno mi prendo un lungo periodo fuori dal mio ambiente, che chiamo "ferie", anche se in realtà sono momenti di intensa preghiera e meditazione. 

Se i Vescovi potessero immaginare questa realtà, invece di tante difficoltà, nominerebbero una decina di esorcisti per diocesi: così, almeno avrebbero un gruppetto di preti di intensissima vita spirituale.

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

mercoledì 27 maggio 2020

LA LOTTA FRA LUCE E TENEBRA




Strettamente confidenziale 

DOMANDA Ora ti rivolgiamo alcune domande di carattere personale, che affiorano quando ci si trova dinnanzi a un esorcista veramente impegnato in questo ministero: come sei diventato esorcista? Come hai cominciato? Quali sono state le difficoltà e le tappe che ti hanno accompagnato in una esperienza così difficile e sofferta? 

R. - È accaduto così. Una trentina di anni fa, quando ero ancora giovane, chiesi al Vicario Generale della diocesi, se fosse stato opportuno dare una benedizione attraverso la formula ben nota dell'esorcismo di Leone XIII, contenuta nel Rituale Romano, ad alcune persone che accusavano strani disturbi non ben precisati. Il Vicario mi diede il permesso, anzi mi incoraggiò a portare avanti questa esperienza ritenendola pastoralmente utile, per poter comprendere certe strane situazioni. 

Per una quindicina d'anni mi rinnovò annualmente il permesso, ne feci un qualche uso, ma non ho mai capito bene se in realtà giovasse o no a qualcosa. Talvolta mi domandavo come poteva essere un indemoniato, e mi pungeva una certa curiosità di potermici imbattere prima o poi. 

La sera del 10 novembre 1975, verso le ore ventuno, ero rincasato da poco nella casa parrocchiale, dopo aver cenato fuori, e mi trovavo solo in casa. 

Suonò il campanello, domandai chi è e mi si rispose: «Siamo due signore e vogliamo parlarle». Aprii la porta, e le attesi sul pianerottolo; mentre salivano le scale, una delle due cominciò a trasformarsi sul volto in modo impressionante, a gesticolare, a gridare. Vidi così il primo caso di ossessione. Ero impressionato e sconvolto. Aiutato dall'altra, portammo la signora su di una poltrona del salotto, chiesi qualche spiegazione all'accompagnatrice, che si chiamava Teresa, e poi cominciai l'esorcismo. 

Ma la paura e l'impreparazione erano veramente tante. L'altro, l'invisibile, se ne accorse benissimo, e continuò a ridermi in faccia, dicendo: «Poveretto, come si sforza, ce la mette tutta!», e poi aggiunse: «Ma tanto tu a me non fai niente». Mi ritrovai un po' di coraggio e gli risposi; «Io non ti faccio niente, ma è Cristo che ti ordina di andartene attraverso il mio ministero». Fu allora che pronunciò una espressione che ha segnato tutta la mia vita. Con voce fredda e metallica, con grande sicurezza mi rispose: «CRISTO HA IL SUO REGNO, IO HO IL MIO REGNO. CRISTO DOMINA NEL SUO, IO DOMINO NEL MIO». 

Dopo un paio di ore riuscii a liberarla. Tornata normale, la donna domandò: «Dove mi trovo? Che ora è?». Le domandai se ricordava qualcosa e mi disse: «Mi ricordo solo che quando in cima alle scale ti ho visto da vicino mi sembravi mostruoso e poi non ricordo altro». 

Al mattino corsi dal Vescovo, che non sapeva del permesso così generico che mi aveva dato il Vicario, e gli raccontai tutto. Da quel giorno mi ha riconfermato diverse volte l'incarico, ma soprattutto mi segue costantemente e con premura: lo tengo informato di tutto, mi consiglia e mi raccomanda sempre una grande prudenza. Il mio Vescovo ritiene che ci siano dei casi in cui questo servizio è utile alla diocesi, ma si deve evitare di creare suggestioni e pubblicità inutili. Se in un ministero così difficile ho fatto fino a oggi un cammino sicuro e abbastanza costruttivo, lo debbo alla grande premura con cui lui mi segue in continuazione. 

Torniamo per un momento alle due signore. 

Circa due mesi dopo quell'incontro, una telefonata mi chiamò ad accorrere immediatamente in un vicolo della parte vecchia della mia città: mi dissero che c'era una donna indemoniata, che parlava lingue sconosciute e non riuscivano a tenerla in più persone. 

Mi tornò la paura, non sapevo cosa fare. Pregai un po' poi presi la macchina e andai. Entrai nella casa indicatami, era una povera abitazione. Mi vennero incontro alcune persone e mi dissero: «L'ha lasciata cinque minuti fa. Ha detto: "Ora me ne debbo andare via perché sta arrivando il sacerdote"». Il Signore fu stupendo con me, come col profeta Giona, perché dissi subito dentro di me: «Se è scappato lui perché arrivo io, tutta questa paura non è poi giustificata.» 

Poi mi accompagnarono dentro la camera. Nel letto giaceva la donna pallida e sf inita; ci guardammo e ci riconoscemmo subito. Era Teresa, l'accompagnatrice della prima ossessa. Così ebbe inizio la mia esperienza. 

Dopo questi fatti cominciai ad essere attaccato in modo diffuso e a volte violento dalle forze del male, soprattutto la notte. Iniziò un durissimo noviziato che si è protratto per anni; pregavo in continuazione per non avere a che fare con queste cose. 

Sei mesi dopo il primo incontro, che ho appena narrato, nel maggio del 1976 andai a fare le cure termali a Boario. Poco lontano da questa località, a Lovere, sul lago d'Iseo, c'è un bel santuario nel quale riposano i corpi delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, fondatrici delle suore di Maria Bambina. Andai a visitarlo ed entrai come turista distratto, per la curiosità di vedere l'interno. Ma quando fui dinanzi alle urne delle due Sante, sentii come un piacevole senso di liberazione. 

Era ora tarda, sicché ci tornai al mattino seguente: pregai a lungo le due Sante perché potessi smettere di trattare queste cose e poi celebrai la Messa con grande devozione. Mentre ero inginocchiato su una delle prime panche e facevo il ringraziamento della Messa, una voce interiore mi ripeteva con insistenza le frasi del Vangelo con le quali Gesù incaricava gli apostoli di scacciare i demoni. Mi sembrò di capire che dovevo andare avanti. 

Passò un anno: gli attacchi crescevano, le sofferenze anche; se provavo a dare qualche benedizione stavo male, a volte per qualche giorno. Tornai di nuovo a Boario l'anno seguente e la mattina del 24 maggio 1977 andai al Santuario di Lovere. Invocai a lungo la protezione di santa Bartolomea e di santa Vincenza, celebrai la Messa, facendo al Signore una richiesta che a me sembrava chiarissima: «Signore non è possibile che io compia questo incarico se, come provo a liberare qualcuno, ricevo un sacco di bastonate. Se proprio vuoi questo da me, dammi una grande forza per colpire radicalmente le forze del male e ridonare gioia a tanti fratelli ». 

Finita la Messa, mi misi a fare la preghiera di ringraziamento sul bordo di una delle prime panche. Avevo appoggiato i gomiti sulla parte alta della panca e avevo nascosto il viso entro le palme delle mani. Pregavo intensamente quando sentii una voce delicata che mi parlava all'orecchio: 

«PADRE, IL SIGNORE MI INCARICA DI DIRLE CHE LA GRAZIA CHE È VENUTO A CHIEDERE LE È GIA STATA ACCORDATA». 

Levai le mani dal viso e vidi accanto a me una suora di statura non molto alta, con gli occhiali affumicati. Feci appena in tempo a dire: «Grazie», che lei stava dileguandosi andando verso il fondo della chiesa. 

Non sapevo se fosse una visione celeste, mi rigirai restando in ginocchio per vederla di dietro, e notai che aveva i tacchi delle scarpe molto consumati e le scarpe un po' sporche. Pensai: «Se venisse dal cielo, probabilmente avrebbe avuto le scarpe nuove e pulite». Doveva dunque essere una suora in carne e ossa e continuai a pregare con grande dolcezza. 

In seguito la lotta divenne più dura, ma ormai avevo una indicazione sicura. 

Questi due messaggi hanno segnato la mia vita. Il primo, che veniva dall'inferno, espresso per bocca di una povera creatura indemoniata: 

«Cristo ha il suo regno, io il mio. Lui domina nel suo, io nel mio», e il secondo, che veniva dal cielo per bocca di un'anima consacrata a Dio: «Il Signore mi incarica di dirle che la grazia che è venuto a chiedere le è stata già accordata». 

Sono stati come due binari sui quali ho camminato per anni, arrivando a una progressiva maturazione. A sedici anni di distanza non finisco ancora di stupirmi nel constatare ogni giorno come è potente ed efficiente il regno di satana e come, d'altra parte, il Signore moltiplica le sue vie spirituali perché lo possa combattere con crescente efficacia. 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci