mercoledì 10 giugno 2020

SEDOTTO MA NON ABBANDONATO



Cosa fare con questi diavoli

«Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. 

Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. 

Mi dicevo: "Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!". 

Ma nel mio cuore c'era un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. 

"Ma il Signore è al mio f ianco come prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile» (Ger 20, 7.9.11). 

DOMANDA: È vero, come si vede nei film, che l’esorcista è duramente attaccato dai demoni, in qualche caso fino alla morte? 

R. - Lasciamo perdere la morte; è certo che nelle intenzioni di ogni buon diavolo c'è anche quella di far sparire fisicamente l'esorcista. Se però l'esorcista non è volontariamente imprudente, ma lavora in unione con la Chiesa, questo non può accadere. 

La sofferenza invece è indispensabile per questo ministero. Per capirci bene bisogna ricorrere al principio della fisica, che dice: «Ad ogni azione corrisponde una reazione di pari entità». Più è forte, più è radicata nel tempo la presenza di satana in una persona, più intensa è la reazione con cui satana attacca l'esorcista. Io ho avuto lo strano carisma, che donerei volentieri a qualche altro, di una grande sensibilità e recettività delle presenze negative. Già dalla telefonata o dalla suonata del campanello della porta, molto spesso avverto la qualità di dinamite malefica che mi scaricherà addosso chi viene da me per essere liberato. 

L'attacco, come regola generale, viene sferrato sui punti più deboli: chi, come me, ha un fisico e una psicologia fragili, lo riceve soprattutto nel corpo. Non è facile descrivere cosa avviene. Ci sono delle ore in cui il mio corpo, internamente, dalla testa ai piedi, sembra essere un laboratorio di forze invisibili. 

Poi viene rivolto anche su tutti i fronti: sugli affetti, sugli affari, nel lavoro, nei rapporti coi superiori, nella guida della macchina, negli oggetti che non funzionano mai, e chi ne ha più ne metta. Riesce a muovere insieme un'infinità inimmaginabile di concause, cioè di cause che concorrono insieme, fino a darti il senso della distruzione totale e di una potenza che non puoi superare. 

Il giornalista Renzo Allegri, nel libro Cronista all'inferno, riporta un'intervista col noto esorcista romano Padre Germano Ventura. 

«L'esorcista deve essere un uomo di grande fede perché solo con l'aiuto di Dio sconfigge il demonio. Durante il rito, a volte, il maligno si rivolta contro l'esorcista rinfacciandogli peccati nascosti, colpe segrete commesse anche molti anni prima, che solo l'interessato può conoscere. Dopo essere stato cacciato da qualche persona, il demonio si vendica sempre. Tutti noi che facciamo questa professione siamo allenati ai dispetti del diavolo. Dopo aver liberato un ossesso, mi aspetto di tutto: febbri, dolori, incidenti, notti insonni popolate da incubi, da rumori. Guai spaventarsi. Bisogna tener testa al maligno, altrimenti prende il sopravvento e non obbedisce più» (R. Allegri, Cronista all'inferno, A. Mondadori, Milano 1990, p. 95). 

DOMANDA: Quando ti senti così fortemente attaccato, in che modo cerchi di difenderti? 

R. - Col tempo si imparano delle tecniche di difesa che riparano solo parzialmente. 

La vera difesa si trova solo nella preghiera. Bisogna pregare tante ore al giorno e con tanta metodicità; dico a volte che sono come una persona in dialisi: se non si è precisi negli orari della cura, si rischia il coma. Non posso neppure per mezza giornata venir meno al tempo da dedicare alla preghiera: mi assale un qualcosa che sembra mi distrugga; se è necessario salto un pasto, ma non la preghiera; se viaggio in macchina da solo, mi debbo fermare per pregare. 

Ogni giornata, anche se vado all'estero, debbo programmarla secondo questa esigenza. Una volta, in un convegno di medici cattolici che mi ponevano domande su queste cose, dissi: «C'era una volta un dentifricio che veniva reclamizzato come il "dentifricio del dentista". Ora vi rivelo l'esorcismo che usa un esorcista per se stesso. Quando mi sento fortemente attaccato da satana, mi metto immobile in adorazione dinanzi a Gesù Eucaristia, finché non se ne va via». Nell'arco dell'anno mi prendo un lungo periodo fuori dal mio ambiente, che chiamo "ferie", anche se in realtà sono momenti di intensa preghiera e meditazione. 

Se i Vescovi potessero immaginare questa realtà, invece di tante difficoltà, nominerebbero una decina di esorcisti per diocesi: così, almeno avrebbero un gruppetto di preti di intensissima vita spirituale.

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

Nessun commento:

Posta un commento