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domenica 2 aprile 2023

Ora il popolo stolto e insipiente è invitato ad ascoltare. Per il Signore il suo popolo ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Per questo è stolto.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

20Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite:

Ora il Signore chiede al profeta che venga annunciata al suo popolo quanto è grande la stoltezza e infinita la sua insipienza.

Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite. Non solo il profeta deve parlare al popolo del Signore, ma tutti: uomini, cielo, terra.

Tutto l’universo deve essere testimone della sordità, cecità, mutismo del suo popolo. Non vi è stoltezza e insipienza più grande di chi perde la fede.

21«Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode.

Ora il popolo stolto e insipiente è invitato ad ascoltare. Per il Signore il suo popolo ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Per questo è stolto.

Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Occhi e orecchi servono per vedere e per udire.

Il Signore per questo ha dato l’intelligenza all’uomo: per cogliere la verità nella creazione, nella sua Parola, nella storia, nella coscienza.

Se un uomo non è capace di cogliere ogni più piccola scintilla di verità, allora è segno che è privo di saggezza, intelligenza, sapienza. È stolto.

Questo il Signore vuole che il suo popolo comprenda una volta per tutte. Ma è il peccato che rende ciechi, sordi, muti. Il peccato si toglierà solo in esilio. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


lunedì 6 marzo 2023

Il Signore non permetterà che la nazione antica che viene da lontano applichi sul popolo del Signore la legge dello sterminio. Rimarrà in vita un resto.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

Il Signore non permetterà che la nazione antica che viene da lontano applichi sul popolo del Signore la legge dello sterminio. Rimarrà in vita un resto.

19Allora, se diranno: «Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?», tu risponderai loro: «Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra».

Ora viene indicato il motivo per cui il Signore risparmia una parte del popolo. Come si può constatare è un motivo di altissima divina pedagogia.

Allora, se diranno: perché il Signore Dio ci fa tutto questo? La risposta non è Geremia a doverla pensare. È il Signore stesso che la mette sulle sue labbra.

Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra.

Nella terra del Signore loro sono stati servi di divinità straniere. Allora è giusto che siano anche servi degli stranieri in una terra non loro.

Anche nell’idolatria il Signore vuole che il suo popolo sperimenti tutta l’amarezza che ha vissuto il suo cuore. L’esilio serve perché Israele si converta.

Provando tutta l’amarezza di un servizio fatto di perenne umiliazione e prostrazione, il suo popolo avrebbe compreso la gravità del suo peccato.

Il fine dell’opera del Signore è sempre la conversione del suo popolo. Finché l’uomo è in vita, sempre il Signore opera nella storia per la sua conversione.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


martedì 24 gennaio 2023

Ecco la stupenda promessa del Signore al suo popolo. La nazione antica verrà da lontano. Distruggerà e abbatterà. Un resto sarà salvato.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

18Ma anche in quei giorni – oracolo del Signore – non farò di voi uno sterminio».

Ecco la stupenda promessa del Signore al suo popolo. La nazione antica verrà da lontano. Distruggerà e abbatterà. Un resto sarà salvato.

Ma anche in quei giorni – oracolo del Signore – non farò di voi uno sterminio. La legge dello sterminio prevedeva la distruzione di ogni cosa.

Essa prevedeva anche la morte di ogni essere vivente. Quando Israele passava ed applicava la legge dello sterminio, non rimaneva in vita alcun testimone.

Ora Gerico era sbarrata e sprangata davanti agli Israeliti; nessuno usciva né entrava. Disse il Signore a Giosuè: «Vedi, consegno in mano tua Gerico e il suo re, pur essendo essi prodi guerrieri. Voi tutti idonei alla guerra, girerete intorno alla città, percorrendo una volta il perimetro della città. Farete così per sei giorni. Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d’ariete davanti all’arca; il settimo giorno, poi, girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. Quando si suonerà il corno d’ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo salirà, ciascuno diritto davanti a sé».

Giosuè, figlio di Nun, convocò i sacerdoti e disse loro: «Portate l’arca dell’alleanza; sette sacerdoti portino sette trombe di corno d’ariete davanti all’arca del Signore». E al popolo disse: «Mettetevi in marcia e girate intorno alla città e il gruppo armato passi davanti all’arca del Signore». Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di corno d’ariete davanti al Signore, si mossero e suonarono le trombe, mentre l’arca dell’alleanza del Signore li seguiva. Il gruppo armato marciava davanti ai sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l’arca; si procedeva al suono delle trombe. Giosuè aveva dato quest’ordine al popolo: «Non lanciate il grido di guerra, non alzate la voce e non esca parola dalla vostra bocca fino al giorno in cui vi dirò di gridare. Allora griderete». L’arca del Signore girò intorno alla città, percorrendone il perimetro una volta. Poi tornarono nell’accampamento e passarono la notte nell’accampamento.

Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l’arca del Signore; i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di corno d'ariete davanti all’arca del Signore, procedevano suonando le trombe. Il gruppo armato marciava davanti a loro e la retroguardia seguiva l’arca del Signore; si procedeva al suono delle trombe. Il secondo giorno girarono intorno alla città una volta e tornarono poi all’accampamento. Così fecero per sei giorni.

Il settimo giorno si alzarono allo spuntare dell’alba e girarono intorno alla città sette volte, secondo questo cerimoniale; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra, perché il Signore vi consegna la città. Questa città, con quanto vi è in essa, sarà votata allo sterminio per il Signore. Rimarrà in vita soltanto la prostituta Raab e chiunque è in casa con lei, perché ha nascosto i messaggeri inviati da noi. Quanto a voi, guardatevi da ciò che è votato allo sterminio: mentre operate la distruzione, non prendete nulla di ciò che è votato allo sterminio, altrimenti rendereste votato allo sterminio l’accampamento d’Israele e gli arrechereste una disgrazia. Tutto l’argento e l’oro e gli oggetti di bronzo e di ferro sono consacrati al Signore: devono entrare nel tesoro del Signore».

Il popolo lanciò il grido di guerra e suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba e lanciò un grande grido di guerra, le mura della città crollarono su se stesse; il popolo salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e si impadronirono della città. Votarono allo sterminio tutto quanto c’era in città: uomini e donne, giovani e vecchi, buoi, pecore e asini, tutto passarono a fil di spada.

Giosuè aveva detto ai due uomini che avevano esplorato la terra: «Entrate nella casa della prostituta, conducetela fuori con quanto le appartiene, come le avete giurato». Quei giovani esploratori entrarono e condussero fuori Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e quanto le apparteneva. Fecero uscire tutti quelli della sua famiglia e li posero fuori dell’accampamento d’Israele. Incendiarono poi la città e quanto vi era dentro. Destinarono però l’argento, l’oro e gli oggetti di bronzo e di ferro al tesoro del tempio del Signore. Giosuè lasciò in vita la prostituta Raab, la casa di suo padre e quanto le apparteneva. Ella è rimasta in mezzo a Israele fino ad oggi, per aver nascosto gli inviati che Giosuè aveva mandato a esplorare Gerico.

In quella circostanza Giosuè fece giurare: «Maledetto davanti al Signore l’uomo che si metterà a ricostruire questa città di Gerico! Sul suo primogenito ne getterà le fondamenta e sul figlio minore ne erigerà le porte!».

Il Signore fu con Giosuè, la cui fama si sparse in tutta la regione (Gs 6,1-27). 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

 


sabato 24 dicembre 2022

Dio è la fonte della vita. Tolto Dio dal cuore, dalla mente, dalla volontà, dalla relazioni, si entra in un circuito di morte.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

16La sua faretra è come un sepolcro aperto. Sono tutti prodi.

Quando un sepolcro è aperto, tutti possono cadere dentro. Non vi è salvezza per alcuno. La nazione viene. Non c’è scampo per alcuno.

La sua faretra è come un sepolcro aperto. Sono tutti prodi. Non vi è debolezza nei suoi guerrieri. Ognuno è più valoroso e più prode dell’altro.

Questo la casa d’Israele deve sapere. Ogni profezia, ogni Parola, ogni oracolo del Signore infallibilmente si compirà. Dio veglia perché tutto si compia.

Non vi sarà alcuna salvezza per i figli del suo popolo. Tutti saranno ingoiati dalla furia devastatrice della nazione che viene da lontano.

17Divorerà le tue messi e il tuo pane, divorerà i tuoi figli e le tue figlie, divorerà le greggi e gli armenti, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi, distruggerà le città fortificate, nelle quali riponevi la tua fiducia.

Ecco nei dettagli cosa farà la nazione che viene dal lontano: Divorerà le tue messi e il tuo pane, divorerà i tuoi figli e le tue figlie.

Divorerà le greggi e gli armenti, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi, distruggerà le città fortificate, nelle quali riponevi la tua fiducia.

Ogni fonte di vita sarà distrutta. Sarà distrutta la fonte della vita per il corpo, ma anche la fonte di vita per il futuro del popolo del Signore.

Messi, pane, figli, figlie, greggi, armenti, vigne, fichi, città: tutto sarà divorato e distrutto. Al popolo del Signore non rimarranno neanche gli occhi per piangere.

Dio è la fonte della vita. Tolto Dio dal cuore, dalla mente, dalla volontà, dalla relazioni, si entra in un circuito di morte. Non potrebbe essere diversamente.

La distruzione del popolo del Signore è il completamento di quella morte iniziata con l’idolatria e che era morte spirituale che ora si fa morte fisica universale.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


martedì 22 novembre 2022

Quando queste cose saranno accadute, solo allora la casa d’Israele saprà che Dio esiste e che ogni sua Parola si compie. Solo allora rispunterà la fede.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

15Ecco, manderò da lontano una nazione contro di te, casa d’Israele. Oracolo del Signore. È una nazione valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui non conosci la lingua e non comprendi che cosa dice.

Ecco concretamente la via storica scelta dal Signore per ripiantare il suo popolo nella fede. Giuda sarà estirpato e come albero verrà piantato altrove.

Ecco, manderò da lontano una nazione contro di te, casa d’Israele. Oracolo del Signore. La nazione viene per sradicare e per piantare altro.

È una nazione valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui non conosci la lingua e non comprendi che cosa dice. È una nazione irresistibile.

È una nazione che viene e fa ciò che vuole. Neanche con essa si può entrare in dialogo. Parla una lingua sua, che il popolo del Signore neanche comprende.

Questa nazione viene, distrugge, devasta, deruba, sradica, trapianta. Fa ciò che vuole e la casa d’Israele non può opporre alcuna resistenza.

Quando queste cose saranno accadute, solo allora la casa d’Israele saprà che Dio esiste e che ogni sua Parola si compie. Solo allora rispunterà la fede.

Ecco il grande merito della storia: distruggere, devastare, sradicare, trapiantare, ma perché la vera fede in Dio venga nuovamente piantata nel cuore.

Questa verità è proclamata in modo solenne dalla Lettera agli Ebrei. Tutto è dalla fede. Tutto è dalla Parola. Tutto avviene perché la fede sorga nei cuori.

 

La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.

Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile.

Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.

Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.

Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.

Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.

Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.

Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.

Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri.

Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone.

Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.

Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.

Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa.

Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile.

Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.

Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti.

Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni.

Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori.

E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.

Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi (Eb 11,1-40).


Non solo tutto avviene perché si pianti la fede nei cuori. Tutto avviene perché la fede si ripianti o si fortifichi in essa, in caso di morte o di grande calo.

Tutta l’opera della Scrittura, in ogni suo evento e parola ha una sola finalità: piantare, trapiantare, far crescere, sviluppare, portare la fede a perfezione.

Se questa è l’opera di Dio nella Scrittura, l’opera di Cristo, l’opera degli Apostoli, dovrà essere l’opera di tutta la Chiesa e in essa di ogni suo figlio.

Le vie per piantare, trapiantare, far crescere, sviluppare, portare la fede a perfezione, a maturazione, a fruttificazione devono venire dallo Spirito Santo.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


martedì 8 novembre 2022

Quando si nega l’esistenza di Dio, cosa sono i profeti? Solo del vento. Solo parole senza verità. Se Dio non esiste, potrà esistere la Parola di Dio?

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA 


13I profeti sono diventati vento, la sua parola non è in loro».

Quando si nega l’esistenza di Dio, cosa sono i profeti? Solo del vento. Solo parole senza verità. Se Dio non esiste, potrà esistere la Parola di Dio?

I profeti sono diventati vento, la sua parola non è in loro. Tutto questo è un frutto della negazione di Dio. Negato Dio, tutto ciò che è da Lui viene negato.

Se Dio non esiste, cosa sono i profeti? Costruttori di impalcature di fantasia. Se Cristo non è il mediatore unico tra Dio e l’uomo, a che serve la Chiesa?

Chi nega Dio, nega Cristo, nega la Chiesa, nega tutta la sua struttura soprannaturale di grazia e di verità, nega il Papa e ogni altro ministero sacro.

Ma anche chi nega una verità di Dio, nega tutto Dio, tutto Cristo, tutta la Chiesa, tutta la sua struttura soprannaturale di grazia e di verità.

Se noi diciamo – negando la più pura verità di Dio – che il peccato è perdonato senza il pentimento, a che serve la struttura della Chiesa?

A che serve la stessa Chiesa nella sua missione di luce e di maestra delle genti? A che serve la sua grazia e la sua verità? A che serve il Vangelo?

Si nega una sola verità, tutte le verità vengono negate. Sono dichiarate verità inutili. A che serve un teologo se Dio perdona senza il pentimento?

Il teologo in quanto serve, in quanto illumina ogni uomo sulla verità di Dio e sulla verità dell’uomo, se lo stesso teologo dice falsità su Dio, a che serve?

Negata la verità di Dio, la teologia diventa inutile vento. La parola del Signore non è in loro. Il teologo è vero se vera è la verità di Dio nella sua parola.

14Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti: «Poiché avete fatto questo discorso, farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca e questo popolo sarà la legna che esso divorerà.

La risposta del Signore alle falsità che eruttano dalle labbra del suo popolo è immediata. Egli è pronto a dare un segno della verità della sua parola.

Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti. Chi parla non è un idolo, un Dio senza alcuna forza, senza alcuna onnipotenza. Chi parla è il Signore degli eserciti.

Poiché avete fatto questo discorso, farò delle mia parola come un fuoco sulla tua bocca e questo popolo sarà la legna che esso divorerà.

La bocca è quella del profeta Geremia. Il fuoco è la sua parola, la parola che Dio porrà su di essa. La legna che brucia è il suo popolo.

La sua parola non è vera perché creduta, è vera perché Dio veglia su di essa per realizzarla. Ora ha deciso di mostrare al suo popolo tutta la sua verità.

Il popolo del Signore deve essere ripiantato nuovamente nella fede. Quando si perde la fede in Dio, tutto si perde, perché si perde la fede nella Parola di Dio.

Si perde la fede anche negli strumenti, nei mediatori della Parola. Un popolo senza fede è un albero con le radici esposte al sole cocente.

Chi può ripiantare il popolo nella fede è solo il Signore. Secondo quale vie lo pianterà, anche questo appartiene solo al Signore. Lui è la Sapienza eterna.

Nessuno di noi potrà mai stabilire una sola via attraverso la quale il Signore entrerà nella storia per ripiantare il suo popolo nella fede.

La via che oggi il Signore ha deciso perché il popolo torni nella fede, è la sua totale consumazione, la sua sparizione, la sua riduzione a cenere.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

 

venerdì 21 ottobre 2022

Se il Signore non esiste, tutto è nelle mani dell’uomo e nella sua mente. La sua mente è però cieca, il suo cuore vuoto, la sua anima morta.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

12Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: «Non esiste! Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada né fame.

Ecco il frutto del peccato: la totale stoltezza dell’uomo, l’indurimento del cuore fino a negare la stessa esistenza del Signore e di conseguenza della profezia.

Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: Non esiste! Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada e né fame.

Se il Signore non esiste, neanche la sua Parola esiste, la sua Profezia esiste, i suoi Oracoli esistono, la sua alleanza esiste, i suoi Comandamenti esistono.

Se il Signore non esiste, tutto è nelle mani dell’uomo e nella sua mente. La sua mente è però cieca, il suo cuore vuoto, la sua anima morta.

La non esistenza del Signore è proclamata dall’uomo stolto. Si giunge alla stoltezza quando il peccato è nel cuore. Un cuore senza peccato è saggio.


Perché, Signore, ti tieni lontano, nei momenti di pericolo ti nascondi? Con arroganza il malvagio perseguita il povero: cadano nelle insidie che hanno tramato! Il malvagio si vanta dei suoi desideri, l’avido benedice se stesso.

Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore: «Dio non ne chiede conto, non esiste!»; questo è tutto il suo pensiero. Le sue vie vanno sempre a buon fine, troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi: con un soffio spazza via i suoi avversari.

Egli pensa: «Non sarò mai scosso, vivrò sempre senza sventure». Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza. Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente.

I suoi occhi spiano il misero, sta in agguato di nascosto come un leone nel covo. Sta in agguato per ghermire il povero, ghermisce il povero attirandolo nella rete.

Si piega e si acquatta, cadono i miseri sotto i suoi artigli. gli pensa: «Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla».

Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano, non dimenticare i poveri. Perché il malvagio disprezza Dio e pensa: «Non ne chiederai conto»?

Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, li guardi e li prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell’orfano tu sei l’aiuto. Spezza il braccio del malvagio e dell’empio, cercherai il suo peccato e più non lo troverai.

Il Signore è re in eterno, per sempre: dalla sua terra sono scomparse le genti. Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio, perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso, e non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra(Sal 10 (9) 1-18) .

Lo stolto pensa: «Dio non c’è». Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c’è chi agisca bene. Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio.

Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno. Non impareranno dunque tutti i malfattori, che divorano il mio popolo come il pane e non invocano il Signore?

Ecco, hanno tremato di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto. Voi volete umiliare le speranze del povero, ma il Signore è il suo rifugio. Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele? Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele. (Sal 14 (13) 1-7).

Lo stolto pensa: «Dio non c’è». Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c’è chi agisca bene. Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio.

Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno. Non impareranno dunque tutti i malfattori che divorano il mio popolo come il pane e non invocano Dio?

Ecco, hanno tremato di spavento là dove non c’era da tremare. Sì, Dio ha disperso le ossa degli aggressori, sono confusi perché Dio li ha respinti. Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele? Quando Dio ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele (Sal 53 (52) 1-7).


 Il cuore puro sempre è capace di vedere il Signore. Il cuore impuro, ricolmo di immoralità, mai potrà vedere il Signore, anzi nega la sua stessa esistenza.

Negata l’esistenza di Dio, tutta la relazione con Dio viene negata. Tutte le sue vie di mediazione sono negate. Se Dio non esiste, ogni altra cosa non esiste.

A che serve Cristo, la Chiesa, i suoi ministri, i suoi sacramenti, la sua fede, la sua Parola, la stessa religione? È cosa inutile. Vana è anche ogni profezia.

A che serve un profeta se Dio non esiste? A nulla. Non esistendo Dio, potrà mai esistere la vera Parola di Dio, il suo Oracolo, la sua Profezia, il suo Patto?

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


sabato 1 ottobre 2022

Salite sulle sue terrazze e distruggete, senza compiere uno sterminio. Strappate i tralci, perché non sono del Signore. Sono tralci corrotti, degenerati.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

10Salite sulle sue terrazze e distruggetele, senza compiere uno sterminio; strappate i tralci, perché non sono del Signore.

Ora il Signore dona l’ordine di distruzione. È una distruzione moderata, temperata. Non si deve giungere fino allo sterminio o distruzione totale.

Salite sulle sue terrazze e distruggete, senza compiere uno sterminio. Strappate i tralci, perché non sono del Signore. Sono tralci corrotti, degenerati.

Giuda non è più quella vigna che il Signore aveva piantato sul suo fertile colle. È diventata una vigna bastarda. Essa non produce più buona uva.

Essa dovrà essere devastata, strappata. Al suo posto dovrà essere piantata una nuova vigna, in modo che possa produrre buoni frutti.

Questa buona vigna il Signore la trae dalla vecchia vigna, dopo averla purificata, mondata, resa vera attraverso la distruzione e il lungo esilio.

11Poiché si sono ribellate contro di me la casa d’Israele e la casa di Giuda». Oracolo del Signore.

Perché il Signore necessariamente dovrà distruggere il suo popolo con giusta, moderata, temprata correzione? Perché esso non è più il suo popolo.

Poiché si sono ribellate contro di me la casa d’Israele e la casa di Giuda. Oracolo del Signore. Israele ha rinnegato, tradito, venduto il suo Dio.

Il Signore deve ricondurre il suo popolo a Lui. Qual è la via migliore di tutte perché questo avvenga? È questa la correzione del Signore.

Le vie del Signore per la correzione sono sempre storiche. Quale via è migliore e più efficace è sempre il Signore che la stabilisce di volta in volta.

Se osserviamo con attenzione la storia, sempre il Signore si serve di essa per correggere mente, cuore, stile di vita. Senza la storia non vi è correzione.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


domenica 11 settembre 2022

Tutta la storia è correzione del Signore. Ogni evento serve al Signore per strapparci dalle infinite falsità nelle quali siamo immersi.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA 

Tutta la storia è correzione del Signore. Ogni evento serve al Signore per strapparci dalle infinite falsità nelle quali siamo immersi.

Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:

Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio.

È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli! Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere la vita? Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità. Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.

Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Non potevano infatti sopportare quest’ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele.

Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse. Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; perché il nostro Dio è un fuoco divorante (Eb 12,1-29).

Quando comprenderemo che la storia è potente verga del Signore, allora potremo aprirci al suo amore che di tutto si serve per la nostra salvezza.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


venerdì 26 agosto 2022

Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

8Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.

L’idolatria sempre genera ogni sorta di immoralità. Sono come stalloni ben pasciuti e focosi. Ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.

Dall’adulterio religioso, di fede, che è tradimento di Dio con gli idoli, si passa al tradimento fisico, coniugale che è l’adulterio di un uomo con una sposata.

Quando si cade nell’idolatria, niente viene più rispettato. Non potrebbe essere diversamente. Chi tradisce il Signore potrà non tradire il suo prossimo?

Chi non è fedele verso Dio potrà essere fedele verso l’uomo? È dalla fedeltà a Dio e perché si è fedeli a Lui che si diviene fedeli verso l’uomo.

La fedeltà verso l’uomo è sempre stabilita dal Signore. I Comandamenti, vera legge di fedeltà, sono di Dio, non degli uomini. Tutto è dalla fedeltà a Dio.

9Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?

Può il Signore abbandonare il suo popolo all’idolatria e all’immoralità? No di certo. Poiché lo ama, lo dovrà correggere. Come lo corregge?

Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Come si vendica il Signore? Con la correzione.

La correzione è spesso dolorosissima, ma è il solo mezzo, la sola via perché il popolo possa abbandonare la sua idolatria e immoralità.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


giovedì 4 agosto 2022

È questa la grande delusione del Signore. Quanti sono posti come luce del popolo, sono più tenebra delle fitte tenebre e più buio del buio più nero.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA 

È questa la grande delusione del Signore. Quanti sono posti come luce del popolo, sono più tenebra delle fitte tenebre e più buio del buio più nero.

È certezza ed è verità. Sempre dall’alto viene la luce. Se la luce che sta in alto si spegne, quanti sono in basso sempre saranno avvolti dalle tenebre.

6Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città: quanti escono saranno sbranati, perché si sono moltiplicati i loro peccati, sono aumentate le loro ribellioni.

Qual è il frutto del loro peccato? Una sicura morte. Il peccato è più che veleno per il corpo. Esso rende l’anima come pietra, come sasso.

Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città. Non c’è salvezza per Giuda.

Quanti escono saranno sbranati, perché si sono moltiplicati i loro peccati, sono aumentate le loro ribellioni. Il peccato è diga potente tra Dio e Giuda.

Questa diga impedisce che il Signore possa intervenire. Il Signore vede la morte, vede la distruzione, vede la rovina, ma nulla può fare.

La diga del peccato impedisce ostacola che l’acqua della benedizione e della vita possa irrorare Giuda e mantenerlo in vita.

Questa verità va gridata. Il peccato è ostacolo, muro, diga, perché sapienza, intelligenza, saggezza, verità, grazia, luce di Dio scenda nel cuore.

Chi vuole tutti i doni di Dio deve togliere il peccato dal cuore. Anche la profezia mai potrà giungere al cuore, se manca il desiderio della conversione.

Quanti poi si convertono, devono divenire ministri e strumenti di conversione per tutti gli altri. È questa la vera via per la salvezza di un popolo.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

 

martedì 19 luglio 2022

Sono proprio coloro che stanno in alto, che sono le guide del popolo, i più grandi idolatri.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

Il profeta Ezechiele vede una scena terrificante. Sono proprio coloro che stanno in alto, che sono le guide del popolo, i più grandi idolatri.

Nell’anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me e vidi qualcosa dall’aspetto d’uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile al metallo incandescente. Stese come una mano e mi afferrò per una ciocca di capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme, all’ingresso della porta interna, che guarda a settentrione, dove era collocato l’idolo della gelosia, che provoca gelosia. Ed ecco, là era la gloria del Dio d’Israele, simile a quella che avevo visto nella valle. Mi disse: «Figlio dell’uomo, alza gli occhi verso settentrione!». Ed ecco, a settentrione della porta dell’altare l’idolo della gelosia, proprio all’ingresso. Mi disse: «Figlio dell’uomo, vedi che cosa fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d’Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori». Mi condusse allora all’ingresso del cortile e vidi un foro nella parete. Mi disse: «Figlio dell’uomo, sfonda la parete». Sfondai la parete, ed ecco apparve una porta. Mi disse: «Entra e osserva gli abomini malvagi che commettono costoro». Io entrai e vidi ogni sorta di rettili e di animali obbrobriosi e tutti gli idoli della casa d’Israele raffigurati intorno alle pareti. Settanta anziani della casa d’Israele, fra i quali vi era Iaazania, figlio di Safan, ritto in mezzo a loro, stavano davanti ad essi, ciascuno con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d’incenso. Mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo, quello che fanno gli anziani della casa d’Israele nelle tenebre, ciascuno nella stanza recondita del proprio idolo? Vanno dicendo: “Il Signore non ci vede, il Signore ha abbandonato il paese”».

Poi mi disse: «Vedrai che si commettono abomini peggiori di questi». Mi condusse all’ingresso della porta del tempio del Signore che guarda a settentrione e vidi donne sedute che piangevano Tammuz. Mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo? Vedrai abomini peggiori di questi». Mi condusse nel cortile interno del tempio del Signore; ed ecco, all’ingresso dell’aula del tempio, fra il vestibolo e l’altare, circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole. Mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo? Come se non bastasse per quelli della casa di Giuda commettere simili abomini in questo luogo, hanno anche riempito il paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi, che si portano il ramoscello sacro alle narici. Ebbene, anch’io agirò con furore. Il mio occhio non avrà pietà e non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò» (Ez 8,1-18).

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


giovedì 23 giugno 2022

Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

4Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio.

C’è la gente semplice, piccola, di bassa condizione. Questa gente non è istruita, formata, addottrinata. Vive quasi una vita naturale. Potrà mai ascoltare?

Io pensavo: Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio.

È come se il Signore volesse giustificare tutti coloro che sono di condizione sociale non elevata. Vivono così perché non aiutati, non elevati.

È gente abbandonata a se stessa. Mancano di formazione, istruzione, vera educazione alla fede. La loro responsabilità è proporzionata alla conoscenza.

5Mi rivolgerò e parlerò ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio». Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami!

Sempre è il Signore che pensa: Mi rivolgerò ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio. Questi sono istruiti, formati, dotti.

I grandi sono grandi proprio per questo: perché conoscono la via del Signore e il diritto del loro Dio. Invece anche costoro deludono il Signore.

Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami! È l’amara constatazione del Signore. Sperava di trovare nei grandi la legge, ma invano.

È verità. Quando il popolo è alla deriva è segno che quanti sono grandi vanno alla deriva spirituale e morale. Il popolo guarda sempre verso l’alto.

Dall’alto attrae ogni forza. Se chi sta in alto è moralmente sprofondato nell’immoralità e nell’idolatria, anche il popolo sarà inabissato nel male.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


giovedì 26 maggio 2022

Quando si beve del potente veleno o si è morsi da qualche animale velenoso, serpente o altro, il nostro corpo naturalmente cammina verso la morte. - La stessa cosa avviene quando si pecca. L’anima muore e trascina nella sua morte spirito, corpo, sentimenti, volontà, desideri, tutto l’uomo.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

2Invece giurano certamente il falso anche quando dicono: «Per la vita del Signore!».

Mentre il Signore cerca un solo giusto, così che possa perdonare e far sì che tutta Giuda non venga distrutta, essi continuano a giurare il falso.

Invece giurano certamente il falso anche quando dicono: Per la vita del Signore! Questa espressione dovrebbe essere certezza e verità assoluta.

Invece altro non è che menzogna e falsità. È un inganno contro il Signore e contro l’uomo. Ci si appella alla verità di Dio mentre si giura il falso.

Anzi si fonda la propria falsità garantendola sulla verità del loro Dio e Signore. Questo è vero insulto, oltraggio, più che la stessa idolatria.

3I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà? Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore; li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione. Hanno indurito la faccia più di una rupe, rifiutano di convertirsi.

Il Signore cerca solo fedeltà, giustizia, obbedienza alla sua Parola, osservanza del Patto. I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà?

Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore. Li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione. Giuda è un popolo di ciechi senza intelletto.

Vedono che su di essi ogni giorno si compie ogni Parola proferita dal Signore e nulla comprendono della loro storia. È come se fossero di pietra.

Hanno indurito la faccia più che la rupe, rifiutano di convertirsi. Quanto il Signore dice del suo popolo è la descrizione della realtà del peccato.

Più ci si allontana dal Signore e più si diviene dal cuore di pietra, dalla mente di ferro, dall’anima di ghisa, dalla volontà di polvere, dai sentimenti ingovernabili.

Non è l’uomo che si fa così di sua spontanea volontà. Nessuno vorrebbe divenire di pietra, ghisa, acciaio, ferro, polvere, essere vanità e nullità.

Quando si beve del potente veleno o si è morsi da qualche animale velenoso, serpente o altro, il nostro corpo naturalmente cammina verso la morte.

Nulla dipende più dalla nostra volontà, dai nostri desideri. Occorre subito l’antidoto, il siero giusto che possa liberarci dalla morte.

La stessa cosa avviene quando si pecca. L’anima muore e trascina nella sua morte spirito, corpo, sentimenti, volontà, desideri, tutto l’uomo.

Più si pecca e più il processo di morte si fa irresistibile. È questo il motivo per cui Giuda non comprende la correzione del Signore. È nella totale morte.

Finché rimane nella morte, sarà sempre insensibile dinanzi ad ogni evento della storia. È di pietra, acciaio, bronzo, ferro, polvere.

Il Signore per smuoverlo dovrà usare maniere fortissime. Un lungo esilio porterà Giuda a riflettere, meditare, perché si converta e viva.

Le parole non servono, le profezie sono inutili, le raccomandazioni inefficaci, le esortazioni pura vanità. Occorre uno scossone forte e duraturo nel tempo.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


venerdì 29 aprile 2022

Un solo giusto presso il Signore cambia la storia del mondo. Vale proprio la pena allora essere giusti. Per la giustizia viene la salvezza della terra.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

1Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se c’è un uomo che pratichi il diritto, e cerchi la fedeltà, e io la perdonerò.

Il Capitolo precedente è terminato con un immanentismo senza alcuna speranza di salvezza. Gerusalemme vede solo se stessa e la sua morte.

La salvezza inizia nel momento della conversione, quando cioè si vede il male arrecato a Dio, ci si prostra con grande umiltà, si chiede perdono.

La richiesta di perdono dovrà essere accompagnata dall’abbandono del peccato, in questo caso l’idolatria, e la promessa che è finita per sempre.

Ora il Signore lancia una sfida attraverso il suo profeta. Lui stesso va ben oltre la grazia accordata ad Abramo che intercedeva per Sodoma.

Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso». Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».

Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».

Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione (Gen 18,16-33).

Abramo era partito da cinquanta giusti e via via era sceso a dieci. Non ha avuto il coraggio di chiedere oltre. Il Signore giunge ad uno, uno solo.

Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se c’è un uomo che pratichi il diritto, e cerchi la fedeltà.

Se in Gerusalemme si troverà una sola persona giusta e retta, ecco la promessa: E io la perdonerò. Io non la farò distruggere. Io la salverò.

È straordinariamente grande, immenso l’amore del Signore. Per un solo giusto è pronto a perdonare tutto un popolo di Idolatri e operatori di iniquità.

Un solo giusto presso il Signore cambia la storia del mondo. Vale proprio la pena allora essere giusti. Per la giustizia viene la salvezza della terra.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


lunedì 18 aprile 2022

A nulla sono servite le profezie. A nulla la distruzione e la morte. A nulla la barbarie dei suoi invasori. Gerusalemme non si converte. È chiusa in se stessa.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

29Per lo strepito di cavalieri e di arcieri tutti gli abitanti del paese sono in fuga, entrano nelle grotte, si nascondono nella folta boscaglia e salgono sulle rupi. Ogni città è abbandonata, nessuno più vi abita.

 Arriva l’esercito invasore e ognuno cerca una via di fuga. Grotte, boscaglia, rupi tutto è buono per nascondersi, per non incorrere nella morte.

Per lo strepito di cavalieri e di arcieri tutti gli abitanti del paese sono in fuga. Ognuno cerca di salvare la propria vita. Gli invasori creano spavento.

Per salvarsi entrano nelle grotte, si nascondono nella folta boscaglia e salgono sulle rupi. Ogni città è abbandonata, nessuno più vi abita.

Una verità che appare ed è evidente è questa: nessuno cerca il rifugio nel Signore. Il Signore è fuori della mente e del cuore. Dio non è Dio per essi.

30E tu, devastata, che cosa farai? Anche se ti vestissi di scarlatto, ti adornassi di fregi d’oro e ti facessi gli occhi grandi con il bistro, invano ti faresti bella. I tuoi amanti ti disprezzano; essi vogliono la tua vita.

È triste la condizione attuale di Gerusalemme. E tu, devastata, che cosa farai? Quale via di salvezza troverai? In chi potrai rifugiarti?

Anche se ti vestissi di scarlatto, ti adornassi di fregi d’oro e ti facessi gli occhi grandi con il bistro, invano ti faresti bella. Tutti i suoi sforzi sono inutili.

I tuoi amanti ti disprezzano. Essi vogliono la tua vita. Gli invasori non sanno cosa farsene di Gerusalemme. Essi vengono solo per distruggere e abbattere.

Solo il Signore è la salvezza del suo popolo. Tutti i ritrovati di peccato non servono alla salvezza. Il peccato non salva, uccide ancora di più.

31Sento un grido come di donna nei dolori, un urlo come di donna al primo parto; è il grido della figlia di Sion, che spasima e tende le mani: «Guai a me! La mia vita soccombe di fronte agli assassini».

È momento triste per Gerusalemme. Sento un grido come di donna nei dolori, un urlo come di donna al primo parto. Non un parto per la vita, ma per la morte.

È il grido della figlia di Sion, che spasima e tende le mani: Guai a me! La mia vita soccombe di fronte agli assassini. È un dolore, ma senza conversione.

È un dolore immanente non trascendente. Un dolore dinanzi alla morte, non per il peccato commesso contro il Signore. Il cuore resta nella sua idolatria.

Giuda piange per la sua distruzione, la sua morte. Non piange perché ha ucciso il suo Dio, lo ha rinnegato, gli ha dato la morte con la sua empia condotta.

A nulla sono servite le profezie. A nulla la distruzione e la morte. A nulla la barbarie dei suoi invasori. Gerusalemme non si converte. È chiusa in se stessa.

Il suo è un dolore senza alcuna apertura a Dio. Non è un pianto e un grido soprannaturale, frutto di una sofferenza grande perché Dio è stato offeso.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


domenica 27 marzo 2022

Pertanto la terra sarà in lutto e il cielo si oscurerà: l’ho detto e non mi pento, l’ho pensato e non ritratterò».

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

Così come non ha distrutto tutta la terra per l’altra Parola detta dal Signore al serpente subito dopo il peccato di Adamo e di Eva.

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,1-15). 

Il Signore ha deciso che vi dovrà essere inimicizia e inimicizia sarà in eterno. Dio è sempre fedele ad ogni Parola che esce dalla sua bocca.

28Pertanto la terra sarà in lutto e il cielo si oscurerà: l’ho detto e non mi pento, l’ho pensato e non ritratterò».

Ora però dovrà essere un tempo di deserto, non vita, caligine, buio. Giuda deve imparare con la vita dove porta l’iniquità dei suoi pensieri e delle sue opere.

Pertanto la terra sarà in lutto e il cielo si oscurerà. L’ho detto e non mi pento, l’ho pensato e non ritratterò. Perché il Signore non può ritrattare?

Perché se ritrattasse Giuda mai si convertirebbe e le promesse del Signore cadrebbero nel vuoto. Il male trionferebbe per sempre.

Invece il Signore riduce Gerusalemme e Giuda ad una valle di ossa aride e solo dopo potrà spirare su di essi lo spirito della sua vera Parola e della conversione.

Certe distruzioni, certe desertificazioni, certi annientamenti sono necessari perché solo per mezzo di essi è possibile un ritorno nella vera vita. 

Se il Signore non permettesse che il male raggiungesse il culmine della sua morte, mai l’uomo si convertirebbe alla sua Parola, mai ritornerebbe a Lui. 

Il Signore permette che il male distrugga, raggiunga il sommo della sua potenza distruttrice perché così potrà ritornare a spirare il vento della sua Parola. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI