giovedì 12 dicembre 2019

LA NASCITA DI GESU’ NELLA DIVINA VOLONTA’



24 dicembre 1926 - Vol. 20

Pene di Gesù nel Seno Materno.

… Mentre sfogavo il mio dolore, il dolce Gesù è venuto da Piccolo Bambino, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto: “…Vuoi sapere come stavo nel seno della Mia Mamma Sovrana e ciò che in Lei pativo? ” Ora, mentre ciò diceva, Si è mosso dentro di me in mezzo al mio petto, steso in uno stato di perfetta immobilità, i suoi piedini e manine erano tanto tesi ed immobili da far pietà, Gli mancava lo spazio per muoversi, per aprire gli occhi, per respirare liberamente, e quello che più straziava era vederLo in atto di morire continuamente. Che pena vedere morire il mio Piccolo Gesù, io mi sentivo messa insieme con Lui nello stato di immobilità. Onde dopo qualche tempo il Bambinello Gesù, stringendomi a Sé, mi ha detto:
“ Figlia mia, il mio stato nel seno Materno fu dolorosissimo, la mia piccola Umanità aveva l’uso perfetto di ragione e di sapienza infinita, quindi fin dal primo istante del mio Concepimento comprendevo tutto il mio stato doloroso, l’oscurità del carcere materno, non avevo neanche uno spiraglio di luce! Che lunga notte di nove mesi! La strettezza del luogo era tale che mi costringeva ad una perfetta immobilità sempre in silenzio, né Mi era dato di vagire, né di singhiozzare per sfogare il mio dolore; quante lacrime non versai nel sacrario del seno della Mamma Mia senza fare il minimo moto, e questo era nulla.
La Mia Umanità aveva preso l’impegno di morire tante volte, per soddisfare la Divina Giustizia, quante volte le creature avevano fatto morire la Volontà Divina in loro, facendo il grande affronto di dar vita all’umana volontà, facendo morire in loro una Volontà Divina. Oh! come Mi costarono queste morti; morire e vivere, vivere e morire fu per Me la pena più straziante e continua, molto più che la Mia Divinità, sebbene era con Me una sola cosa ed inseparabile da Me, nel ricevere da Me queste soddisfazioni si atteggiava a Giustizia, e sebbene la Mia Umanità era santa, era una lucerna innanzi al Sole immenso della Mia Divinità ed Io sentivo tutto il peso delle soddisfazioni che dovevo dare a questo Sole Divino e la pena della decaduta umanità che in Me doveva risorgere a costo di tante mie morti. Fu il respingere la Volontà Divina, dando vita alla propria, che formò la rovina dell’umanità decaduta, ed Io dovevo tenere in stato di morte continua la Mia Umanità e la volontà umana, per fare che la Volontà Divina avesse vita continua in Me per stendervi il Suo Regno.
Dacché fui concepito Io pensavo e Mi occupavo a stendere il Regno del FIAT Supremo nella Mia Umanità, a costo di non dar vita alla mia volontà umana per far risorgere l’umanità decaduta, affinché, fondato in Me questo Regno, preparassi le grazie, le cose necessarie, le pene, le soddisfazioni che ci volevano per farLo conoscere e fondarLo in mezzo alle creature.
Perciò tutto ciò che tu fai, quello che faccio in te per questo Regno, non è altro che la continuazione di ciò che Io feci dacché fui Concepito nel seno della Mamma Mia. Perciò se vuoi che svolga in te il Regno dell’Eterno FIAT, lasciami libero, né dar mai vita alla tua volontà ”.

(Tratta da: Brani scelti dai Volumi di Luisa Piccarreta)

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