venerdì 20 marzo 2020

CRISTO, VITA DELL'ANIMA



IL DISEGNO DIVINO NELLA NOSTRA PREDESTINAZIONE ADOTTIVA IN GESÙ CRISTO


Importanza, per la vita spirituale, della conoscenza del disegno divino. - I. Idea generale di questo disegno: la santità alla quale Dio ci chiama con l'adozione soprannaturale è una partecipazione alla vita divina portata da Gesù Cristo. - II. Dio vuol farci partecipare alla sua vita per renderci santi e colmarci di beatitudine. – III. La santità nella Trinità; pienezza della vita alla quale Dio ci destina. - IV. Attuazione di questo decreto con l'adozione divina per mezzo della grazia: carattere soprannaturale della vita spirituale. - V. Il disegno divino, attraverso il peccato, ristabilito dall'Incarnazione. - VI. Universalità dell'adozione divina; amore ineffabile che essa manifesta. - VII. Fine primario del disegno divino: la gloria di Gesù Cristo e di suo Padre nell'unità dello Spirito.  

 «Dio ci ha eletti in Cristo, fino da prima della creazione del mondo, perché fossimo santi ed irreprensibili davanti a lui; nel suo amore, secondo il desiderio della sua volontà, ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi, per mezzo di Gesù Cristo, a lode della magnificenza della sua grazia, con la quale ci ha resi piacevoli ai suoi occhi, nel suo prediletto Figliuolo» (1).  
   
L'apostolo San Paolo, che era stato rapito al terzo cielo e che, fra tutti, è stato scelto da Dio per «mettere in luce» come dice egli stesso, «l'economia del mistero nascosto in Dio da secoli», traccia con queste parole il disegno divino su noi. Noi vediamo il grande apostolo lavorare continuamente per far conoscere questo disegno eterno, stabilito da Dio stesso per effettuare la santità delle anime nostre. Perché tutti gli sforzi dell’Apostolo tendono, come dice egli stesso, a «mettere in luce questa economia divina» (1)?  
    
Perché solamente Dio, autore della nostra salvezza, e sorgente prima della nostra santità, poteva farci conoscere ciò che desidera da noi affinché giungiamo sino a lui.  

Fra le anime che cercano Dio molte arrivano a Lui con gran fatica. Le une non hanno affatto un'idea precisa di ciò che sia la santità. Ignorando o lasciando da parte il disegno tracciato dalla saggezza eterna, esse fanno consistere la santità in questa o quella concezione uscita dalla loro intelligenza; vogliono guidarsi unicamente da sé stesse.  
   
Attaccandosi a idee puramente umane, che si sono formate, si smarriscono; se avanzano rapidamente è all'infuori della via vera tracciata da Dio. Sono vittime di quelle illusioni contro le quali S. Paolo metteva già in guardia i primi cristiani (2). Altre hanno delle nozioni chiare su punti particolari, ma mancano di colpo d'occhio generale; si perdono nelle minuzie, non avendo vista sintetica, si agitano rimanendo sempre allo stesso posto; la loro vita diventa un vero lavoro, sottoposto ad incessanti difficoltà, lavoro senza slancio, senza entusiasmo e spesso senza risultato, poiché queste anime dànno ai loro atti un 'importanza maggiore o un valore minore di quello che debbono avere nell'insieme.  

È dunque una cosa assai importante, «non correre a caso nella via», come dice S. Paolo (3), ma «in modo da raggiungere lo scopo» (4); conoscere il più perfettamente possibile l'idea divina della santità; esaminare con la più gran cura, per adattarci ad esso, il disegno tracciato da Dio stesso per farci arrivare sino  a lui. Soltanto a tale condizione si effettueranno la nostra salvezza e la nostra santità.  
   
In una materia così grave, in una questione così vitale, noi dobbiamo guardare e pesare le cose come Dio le guarda e le pesa. Dio giudica ogni cosa nella luce, ed il suo giudizio è l'ultima norma di ogni verità. «Non bisogna giudicare le cose a seconda del nostro gusto», dice S. Francesco di Sales, «ma a seconda di quello di Dio: questa è la grande parola. Se siamo santi secondo la nostra volontà, non lo saremo mai bene; bisogna che lo siamo secondo la volontà di Dio» (1). La sapienza divina è infinitamente al disopra della saggezza umana; il pensiero di Dio contiene delle fecondità che nessun pensiero creato possiede.  

Perciò il disegno stabilito da Dio è di una tale saggezza che non può fallire il suo scopo per colpa d'insufficienza intrinseca, ma soltanto per colpa nostra. Se lasciamo all'idea divina ogni potere di operare in noi, se ci adattiamo ad essa con amore e fedeltà, essa diventa molto feconda e può condurci alla più sublime santità.  
   
Contempliamo dunque, alla luce della rivelazione, il disegno di Dio su noi; questa contemplazione sarà, per le anime nostre, una sorgente di luce, di forza e di gioia.  

Beato Dom COLUMBA MARMION

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