LA VERA E LA FALSA PIETA’
(Il salutare discernimento)
In questo mirabile Purgatorio dove si vedono così bene le anime come sono in verità, ho anche imparato che cosa sia vera e che cosa sia falsa pietà. Ho attinto laggiù tutte le esperienze di cui abbiamo bisogno per la vita eterna; diversamente sarei davvero come un bimbo inesperto.
Ho visto molte anime, anche anime di religiosi, che furono assai devote: ma ebbero una loro propria arbitraria devozione, e proprio qui si sono aperti i miei occhi per proteggermi dall'illusione. La pietà arbitraria vuole essere devota come piace a lei, e non come piace a Dio. Questa pietà è complicata, superba, presuntuosa - ci sono anime che fanno tante storie con se stesse. Vivono di questo pensiero: io faccio dei sacrifici, io aspiro alla santità, io mi sforzo a diventare santa. Mentre la pietà umile pensa: Tu, Gesù, devi farlo; abbi pazienza con me, io non sono capace. Queste anime vivono di Gesù, rampollano da lui, le altre rampollano dal proprio io.
Queste foggiano da sé la propria santità, mentre le altre hanno solo la buona volontà e la fiducia in Gesù e continuamente invocano grazia e misericordia.
Purtroppo ci sono nel Purgatorio molte più anime farisaiche di quanto avessi pensato. Se non avessi fissato il mio sguardo sul Purgatorio, io crederei a tutto il mondo, a tutto quello che sembra buono. E, poiché il mio cuore troppo volentieri prenderebbe tutto per buono, il Signore deve ammaestrare la sua figliola nel Purgatorio. Egli sa come mi è terribilmente duro imparare a credere che ci sono anime ed uomini così contraffatti. Nella mia vita ho pensato solo bene degli altri, e mi trovo in una difficoltà così grande, quando non mi è dato vedere il bene, semplicemente. Purtroppo la verità si trova spesso mescolata alla menzogna. Ci sono nel Purgatorio anime, anche anime di religiosi, che devono molto soffrire a causa di una falsa pietà. Spesso io condivido il loro tormento, espiando per loro, che ebbero una pietà così meschina, ed ebbero per gli altri un cuore così duro ed ingiusto. Essi condannavano per ogni piccolezza, allorquando altri erano un po' più generosi. Questa è una irragionevole pietà.
La vera pietà scusa le colpe altrui, trae esempio dagli altri uomini, poiché anche il più grande peccatore ha qualcosa di buono che possiamo imparare.
La pietà è veramente pietà quando è accompagnata dal santo discernimento. Questo è il segno che essa è unita con Gesù. Quando non ha tante opere straordinarie da enumerare, allora è accompagnata dal santo discernimento e non può avere ingiustizie e durezze nel suo cuore. Il santo discernimento è un dono meraviglioso, poiché è una comunicazione del giudizio divino. Il santo discernimento è cosa divina. Il buon Dio guida i suoi figli attraverso il divino discernimento, e attraverso la ragione. Egli ispira all'uomo ciò che deve fare. Il santo discernimento è il luogo dove viene accolto lo Spirito Santo, il luogo donde partono ogni nostro atto ed azione. Perciò Dio agisce in modo mirabile attraverso il santo discernimento che non gli oppone l'ostacolo dell'amor proprio, e solo vuole ciò che è giusto.
Gli uomini che hanno una autentica e vera pietà sono sempre ragionevoli ed intelligenti, perché sono legati allo Spirito Santo; non fanno torto a nessuno, vogliono in ogni circostanza essere teneri e delicati, essere sempre di aiuto; così divengono spesso messaggeri di Dio, incaricati di comprendere altri uomini. Egli ci aiuta spesso così: per mezzo di questa divina intelligenza, che è anche il filo conduttore dello Spirito Santo. Per questo mezzo ci si manifesta la volontà di Dio. Egli ha creato la santa ragione, con la quale vuole mostrare la via agli uomini.
Questa ragione è giustizia. Questi ragionevoli non sono mai duri, possono comprendere tutti, anche i peccatori, possono dappertutto fare del bene ed essere buoni. Spesso consideriamo la ragione come cosa tutta terrena, eppure essa è una meravigliosa disposizione di Dio che dà agli uomini la certezza di ciò che è bene e di ciò che non è bene. II santo discernimento rende gli uomini così umili, così semplici, così amorevoli e buoni. Poiché non la sola preghiera è vera pietà, ma soprattutto la giustizia e la verità.
Chi è santamente ragionevole non attende né desidera prodigi o rivelazioni, ma agisce semplicemente, secondo i motivi del giudizio divino attinti nell'interiore preghiera: spesso per tale via giunge la risposta di Dio e viene concesso l'aiuto. Queste anime sono vivamente riconoscenti per una simile guida, mentre altre non si appagano che di straordinarie comunicazioni. Quante virtù sono raccolte in questa unica virtù: la santa ragionevolezza! Io non avrei mai pensato che questo fosse un dono così bello di Dio, se Egli non me lo avesse mostrato. Questa santa ragione è come l'occhio dell'anima: capolavoro di Dio come è capolavoro di Dio l'occhio del corpo.
Nel Purgatorio ci sono molti giusti. Sono anime così belle: laggiù vengono solo levigate ancora un po' come un sottile cristallo. L'oro viene depurato da tutte le scorie della terra, ma è pur sempre oro. La santa ragionevolezza è cosa importante - per l'eternità. Non ha ostinatezza, non durezza di cuore; non ignoranza, non malizia, non avversione, non forza e non superbia. La vera intelligente e santa saggezza non è che un'emanazione dell'intelligenza divina, del pensiero divino. Solo per questa santa intelligenza le anime possono essere giuste e belle, perché allora non hanno durezza. La durezza patisce violenza nel Purgatorio.
Spesso Gesù mi ha detto: «Con motivi ragionevoli io mi trovo sempre d'accordo». Per una legge divina noi conosciamo le sue vie attraverso il santo discernimento, e possiamo adempire la Sua volontà agendo ragionevolmente. È nostro dovere portare aiuto dovunque ciò è ragionevole e intraprendere con piena obbedienza ciò che una buona ragionevolezza vuole che noi facciamo. Così non ci sottrarremo mai, nella nostra ostinazione, al suo aiuto, non cercheremo il nostro «io» nei sacrifici e nelle penitenze, ma in ogni cosa saremo ragionevoli: allora l'uomo rimane umile e protetto dalla superbia della falsa pietà.
Ma dobbiamo anche chiedere nella preghiera che la nostra ragione sia santa, affinché sia realmente ragionevole e ci riveli la volontà di Dio.
Ci sono nel Purgatorio molte anime che devono soffrire soprattutto per la loro irragionevolezza, ed è necessario molto tempo perché la loro rigidità si sciolga; nella loro insipienza, infatti, esse hanno peccato contro la ragione divina, e si sono opposte con la forza propria alla volontà e al comando di Dio. Nella loro propria presuntuosa pietà hanno disprezzato i belli e nobili doni di Dio, come se fossero destinati agli uomini «comuni». Queste anime sono simili agli angeli superbi che vollero essere più potenti di Dio.
Come espiano duramente le anime che irragionevolménte hanno imposto ad altri gravosi sacrifici! Poiché Dio solo è padrone del destino degli uomini. Lui solo ha il diritto d'imporlo, perché lo fa per amore, per ricompensare poi mille volte le anime.
Queste anime che in vita sono state così irragionevoli, nel Purgatorio appaiono oscure e possono soffrire ben più a lungo di un povero gran peccatore che si sia sinceramente convertito ed abbia riconosciuto tutta la sua vita. Poiché ci sono anche fra i «devoti» zone terribilmente dure ed oscure che solo l'occhio di Dio può scoprire. Così il Purgatorio mi ha dato una enorme quantità di esperienze e io prego sempre, perché mai debba sostenere cosa ingiusta, o commettere ingiustizia. Non posso desiderare altro, se non che Dio mi risparmi dal resistere alla sua volontà.
L 'anima semplice e piana, che infantilmente ama il suo Signore e Dio, che non fa tante storie con se stessa, che, senza farsi notare, fiorisce su questa terra, può spesso essere più santa di... una «santa». Si resta colpiti di stupore davanti alla bellezza delle anime quiete e semplici! Altre anime, anche se sono capaci di pregare così bene e di essere così devote, vi riescono con molta arte, ed è sempre un'arte che pretende bastare a se stessa. La vita dello spirito è realmente un capolavoro umano, ma quando essa è un capolavoro di Dio?...
Ci sono anche fiori artificiali, belli, magnifici, ma che cosa sono di fronte ad un vero fiore, che vive di una vita divina ed emana il buon odore di Dio? I fiori artificiali sono belli a vedersi ma non hanno vita.
Così avviene colle anime che costruiscono da sé la propria santità. La nostra anima è un fiore vero solo quando sboccia sul terreno della povertà, nell'umile abbandono alla volontà divina, e cresce al sole dell'amore misericordioso: allora noi siamo come semplici fanciulli. Che cosa è una grande arte nostra, quando non è arte di Dio e porta in sé solo radici di orgoglio? A che giova per l'eternità? Oh, quante anime hanno creduto di essere ricche di buone opere! Ma la superbia ha dissolto ogni cosa ed esse devono, nel Purgatorio, anzitutto imparare a non possedere nulla... allora cominciano a ricevere dall'amore misericordioso quello che solo Dio può donare all'anima. Nell'eternità ha valore solo ciò che Dio stesso ha operato nell'anima e ciò a cui l'anima collaborò in umiltà. Tutto il resto è un edificio vanamente autosufficiente. «Nisi Dominus aedificaverit, in vanum aedificaverunt qui aedificant domum».
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