negli scritti di Luisa Piccarreta
Quante volte Maria prendeva parte a tutte le pene e le morti di Gesù nel suo seno
“…Ecco perché ci voleva un volere e potere divino, per darmi tante morti e tante pene, e un potere e volere divino per farmi soffrire. E siccome nel mio Volere stanno in atto tutte le anime e tutte le cose, non in modo astratto o intenzionale, come qualcuno può pensare, ma in realtà tenevo in Me tutti, che immedesimati con Me formavano la mia stessa vita, in realtà morivo per ciascuno e soffrivo le pene di tutti. È vero che ci concorreva un miracolo della mia Onnipotenza, il prodigio del mio immenso Volere. Senza la mia Volontà la mia Umanità non avrebbe potuto trovare ed abbracciare tutte le anime, né avrebbe potuto morire tante volte. Onde la mia piccola Umanità, come fu concepita, incominciò a soffrire l’alternanza delle pene e delle morti, e tutte le anime nuotavano in Me, come dentro di un vastissimo mare, ed erano come membra delle mie membra, sangue del mio sangue e cuore del mio Cuore. Quante volte la mia Mamma, prendendo il primo posto nella mia Umanità, sentiva le mie pene e le mie morti e ne moriva insieme con Me! Come Mi era dolce trovare nell’amore della mia Mamma l’eco del Mio! Sono misteri profondi, dove l’intelletto umano, non comprendendo bene, pare che si smarrisce”. (12°, 18-3-1919)
a cura di P. Pablo Martín
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