martedì 20 settembre 2022

Come pregare il Magnificat?

 


PREGARE CON MARIA

A questo interrogativo occorre aggiungerne un altro: come pregava Maria? Maria pregava con le parole della Scrittura: la sua preghiera era biblica. Maria, innanzi tutto, rendeva grazie a Dio: la sua preghiera era eucaristica. La sua preghiera aveva la luce delle Beatitudini: raggiungeva la speranza dei poveri tanto amati da Dio.

Nel suo prezioso volumetto: Magnificat, Actìon de grâces de Marie, René Laurentin, risponde in forma pratica alla domanda che ci siamo posta.

Dal suo volume il seguente estratto che propone “ due modi di recitare il Magnificat ”.

Pregare con Maria

Il modo più normale di pregare il Magnificat, è quello di pregarlo con Maria, di assumerne l'adorazione e l'azione di grazie che è l'essenza stessa di questa preghiera.

Si tratta di condividere la sua fede nel Dio santo (1,50) e salvatore (1,48), onnipotente e misericordioso.

Nella messa noi preghiamo il Padre Nostro in unione con Cristo, presente sull'altare, che assume la nostra preghiera. In modo analogo, possiamo recitare il Magnificat in unione con Maria, perché ella ci è vicina in Gesù Cristo nella comunione dei santi, come germe e prototipo della Chiesa, iniziatrice della fede, della speranza e della carità; dell'adorazione e dell'azione di grazie.

Identificarci a Maria = Chiesa

Maria scrutava la Scrittura: ne abbiamo una prova nel suo Magnificat, ma anche “ ella serbava tutte queste cose nel suo cuore ”: tutti i segni. Ella collegava Scrittura e avvenimenti... I cristiani dovrebbero essere attenti alla Scrittura e agli avvenimenti per dire nella Chiesa: “ L'anima mia magnifica il Signore! ” (Bernard Mollat, Choisie entre toutes les femmes, Cerf ‑ Radio Notre Dame, p. 109).

Per tutto ciò ch'ella dice in prima persona, nella prima parte del Magnificat, noi possiamo rendere grazie con lei e come lei.

Poiché Dio ci ama con lo stesso amore e vuole colmarci. Come Maria, impariamo a ringraziare in anticipo. Questa gratitudine attira sempre su di noi maggiori grazie. Ringraziamo il Signor d'avere “ guardato la nostra povertà ”, non soltanto di creature, ma di peccatori.

Rendiamo a lui grazie d'avere “ fatto per noi ” “ grandi cose ” cominciando dal battesimo che è il dono della vita divina, e per il flusso di grazie che ne è seguito. Ringraziamo in anticipo per l'avvenire che Dio ci prepara nella sua bontà, con la nostra collaborazione. L'azione di grazie amplifica il ciclo della generosità divina. Dio non può colmarci che nell'amore, nella reciprocità. Egli ci dà tutto per primo, gratuitamente. Egli attende la nostra gratitudine, rara e difficile. E cosa buona ringraziarlo per tutto, con fiducia, perché le sue vie non sono le nostre e sono migliori. I suoi pensieri non sono i nostri pensieri e sono migliori. Il Montfort giungeva fino a ringraziare Dio per la croce ch'egli gli mandava.

Il Magnificat ci invita ad allargare la prospettiva (Lc 1,50) ai poveri, che sono la parte vitale del popolo di Dio e (oggi la Chiesa) a tutta la Chiesa. Si può dilatarla al mondo intero: di generazione in generazione, dal passato al lontano avvenire.

Il Magnificat esprime la più perfetta unione con Dio, la più penetrante e contemplativa, la più generosa e dinamica; esso implica anche l'amore per i poveri, l'identificazione coi poveri ed una esperienza profetica.

Noi resteremo sempre al disotto dell'esperienza e dell'espressione perfetta di Maria. Lasciamoci attirare sempre più dalla sua ispirazione.

Lodare Maria

Possiamo anche cantare il Magnificat come una lode a Maria secondo la sua predizione: “ Tutte le generazioni mi chiameranno beata ” (Lc 1,48). Questa lode viene da Dio. Lo Spirito Santo l'ha ispirata ad Elisabetta, il cui elogio prolunga quello dell'angelo, nell'Ave Maria.

“ Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ”, ha detto l'angelo in Luca (1,28).

“ Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo grembo ”, continua Elisabetta (Lc 1,42).

Possiamo dunque lodare Maria per le grandi cose che Dio ha fatto in lei (Lc 1,49): l'Annuciazione, la Visitazione e tutto il resto: la nascita di Dio salvatore (Lc 2), l'infanzia, Cana, il Calvario (è allora che, su richiesta di Gesù, Maria ci ha adottati con tutto il suo cuore), la Pentecoste (è allora che la sua preghiera ha suscitato la dinamica della Chiesa nascente); infine, l'Assunzione (è allora ch'ella ha scoperto in Dio ciascuno dei suoi figli, adottati nella notte della fede: ciascuno di noi).

La loderemo anche per la sua presenza e la sua protezione materna. Questa gratitudine in Dio sale fino a Dio.

Per Maria, per noi e per tutti è l'inno dell'umiltà assunta, colmata, trasfigurata, divinizzata, a Dio tutto in tutti (René Laurentin, Magnificat Action de Graces de Marie, D.D.B., 1991, pp. 197‑198).

 

Dio, gioia mia,

tu sei il soffio della mia vita

tu sei il ritmo del mio sangue

tu sei il fuoco che mi ha afferrata.

 

Dio, gioia mia,

tu hai fatto della mia povertà

la tua dimora di silenzio

in cui tutto l'essere può adorare

il segreto della tua presenza.

 

Dio, gioia mia,

tu disperdi i superbi come la paglia al vento,

ma tu ami il misero come un bambino.

 

Dio, gioia mia,

tu rovesci tutti i re,

tu spogli i potenti ma colmi i piccoli

il cui cuore ha fame di te.

 

Dio, gioia mia,

tu sei fedele alle tue promesse

da ieri fino a domani

perché la tua tenerezza non ha fine.

(Alain Lerbret, Magnificat, Sources, Poèmes évangéliques, Chalet).


JEAN‑MARIE SÉGALEN


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