domenica 7 dicembre 2025

“Eppure mi dici che mi vuoi bene; e dove è questo tuo bene?”.

 


FIAT  Luglio, 15 – 1926 


Nostro Signore è stato tanto buono con me, dandomi genitori buoni, e più stavano attenti a non farci sentire neppure una parola di bestemmia o meno onesta 14 . Mi amavano, ma con amore dignitoso e serio. Ricordo che mai mio [9] padre [da] bambina mi pigliò in braccio, né di avergli dato, né ricevuto baci; neppure a mia madre ricordo di averla baciata, e quando fui grande e mi misi a letto, la mamma, dovendo andare alla masseria e mancare lunghi mesi, nel licenziarsi da me faceva atto di volermi baciare, ed io, vedendo ciò, prima che lo facesse le baciavo la mano, ed essa si asteneva di fare quello sfogo tutto materno. Il babbo e la mamma erano angeli di purità e di modestia. Sono stati larghi coi loro dipendenti: la frode, l’inganno, non tenevano luogo in casa nostra. Era tanta la custodia, che mai ci affidarono a persone estranee, ma sempre con loro. Io mi auguro che il benedetto Gesù abbia premiato tanta virtù, dando loro per soggiorno la Patria Celeste. 

Ricordo [10] pure che ero di temperamento vergognoso, e se venivano parenti o altri a farci visita, io me ne fuggivo sopra, per non farmi trovare, oppure mi nascondevo dietro un letto e pregavo, e allora uscivo, quando mi chiamavano e mi dicevano che se ne erano andati; e quando la mamma mia andava a far visita ai parenti e voleva portarmi insieme, piangevo perché non volevo andare; ed io e un’altra mia sorellina, quasi dello stesso temperamento, ci contentavamo di restare sole, chiuse a chiave, anziché di uscire. Questa vergogna non mi faceva prendere parte a nulla, né a feste, né a divertimenti, anche innocenti, che si usano nelle famiglie; ero la sacrificata della vergogna, e se i miei mi costringevano stavo in croce, [11] perché la vergogna tutte le cose me le rendeva estranee. 

Onde, ricordando tutto ciò che in qualche modo rendeva infelice la mia fanciullezza, il dolce Gesù mi disse: “Figlia mia, anche la vergogna con cui ti circondai nella tua tenera età fu una delle più grandi gelosie d’amore per te. Non volevo che in te entrasse nessuno, né il mondo, né le persone; volevo renderti estranea a tutti. A nessuna cosa volevo che tu prendessi parte e che ti facesse piacere, perché avendo stabilito fin d’allora che dovevo formare in te il Regno del «FIAT» Supremo, e dovendo tu prendere parte alle sue feste ed alle gioie che in esso ci sono, era giusto che nessun’altra festa tu godessi e che dei piaceri e divertimenti che ci sono sulla terra ne dovessi restare digiuna. [12] Non ne sei contenta?” 

Ma ad onta che ero vergognosa e paurosa, ero di temperamento vivace, allegra; saltavo, correvo e facevo anche delle impertinenze. 

Ora, dopo, all’età di dodici anni circa, incominciò un altro periodo della mia vita: incominciai a sentire la voce interna di Gesù, specie nella Comunione. La prima la feci a nove anni, e nel medesimo giorno ricevetti il Sacramento della santa Cresima 15 . Quindi non di rado si faceva sentire nel mio interno quando facevo la S. Comunione. Delle volte rimanevo le ore intere inginocchiata, quasi senza moto, dopo la Comunione, e sentivo la voce interna che diceva, e ora mi rimproverava se non ero stata buona, attenta. Se nel corso del giorno ero stata qualche volta [13] distrattella, oh, come mi riprendeva e finiva col dirmi: “Eppure mi dici che mi vuoi bene; e dove è questo tuo bene?”. Io mi sentivo morire nel sentirmi dire ciò e promettevo di essere più attenta, e Gesù soggiungeva: “Vedrò, vedrò se sarà vero; le parole non mi bastano, ma voglio i fatti”. 

La Comunione diventò la mia passione predominante. In essa accentrai tutti i miei affetti. Ero certa di sentir parlare Nostro Signore; e quanto mi costava l’esserne priva, perché ero costretta dalla famiglia ad andare insieme con loro alla masseria e dovevo stare lunghi mesi senza Messa e senza Comunione. Quante volte rompevo in pianto nel vedere alberi, fiori, la Creazione tutta...! Dicevo tra me: “Le opere di Gesù sono intorno a me; solo Gesù non è con me... Deh, parlami tu, fiore, tu, sole, [14] tu, cielo, tu, acqua cristallina che scorri nel nostro laghetto, parlatemi di Gesù; siete opere delle sue mani, datemi notizie di Lui...!” 

E mi sembrava che tutte di Lui mi parlassero. Ogni cosa creata mi parlava di ciascuna qualità di Gesù, ed io, piangendo ché non potevo ricevere Colui che tutte le cose amavano e che sapevano così bene narrare della bellezza, dell’amore, della bontà di Gesù, piangevo e giungevo fino ad ammalarmi. 

Anche nella meditazione sentivo la voce di Gesù, ma qualche volta mi mancava; invece nella Comunione, mai. E quante volte meditando restavo le due o le tre ore senza potermi distaccare, come leggevo il punto e mi fermavo, così sentivo nel mio interno la voce di Gesù, che [15] atteggiandosi a Maestro mi spiegava la meditazione.

Luisa Piccarreta



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