L’influsso del demonio, odiatore di Dio, non può certamente esercitarsi e sfogarsi su Dio. Dio è
sempre e in tutto superiore alle sue creature e indipendente da esse. La sua volontà è assoluta,
immune da qualsiasi influsso esteriore, e assoluto è anche il suo potere su tutti e su tutto.
Il demonio è una creatura di Dio. Anche se è fornito di poteri superiori a quelli dell’uomo, e quindi
in certi casi — non però in tutti, come vedremo — si dimostra più forte dell’uomo, è sempre
inferiore a Dio, obbligato a restare e ad agire entro i limiti da Dio stabiliti e a ridurre le espressioni e
le esplosioni del suo odio entro il circuito d’azione e il tempo d’azione che gli sono stati concessi.
L’influsso del demonio si esercita soltanto sulle creature, sugli elementi terrestri e celesti, sugli
animali, e soprattutto e più spesso sull’uomo. E importante e interessante per noi vedere da vicino la
natura, la forma, i limiti e gli effetti di questa presenza demoniaca nei diversi elementi terrestri.
Molti di questi influssi demoniaci sono avvertiti, oggetto di osservazione — e di paure — da parte
dell’opinione pubblica, la quale però non riesce a spiegarli e più spesso arriva, o per troppa credulità
o per troppo scetticismo, a interpretarli falsamente. Non tutto quello che dal popolo è attribuito al
diavolo viene dal diavolo, e non sempre tutte le volte che un fenomeno è attribuito a cause naturali è
detto che il diavolo non ci abbia la sua parte. Non sempre è facile sceverare quello che è da
attribuirsi a cause naturali o a influssi di poteri preternaturali. L’ignoranza dell’uomo in questo
campo si dimostra ogni giorno più profonda e sconcertante, e probabilmente egli non arriverà mai a
risolvere tutti gli enigmi che la presenza diabolica nel mondo e negli avvenimenti umani presenta in
molte circostanze; tuttavia ci sono alcuni criteri che è bene tener presente e che possono facilitare
queste risposte.
Uno dei punti più comuni e più frequenti nella credenza popolare di tutti i tempi, antichi e moderni,
e di tutti i ceti di persone, pagani, credenti o atei, è che gli astri esercitino un misterioso influsso
sugli uomini non in qualità di astri, esseri inanimati, ma per gli spiriti buoni o cattivi che vi abitano.
L’astrologia — brutta copia e deformazione dell’astronomia — e lo studio dell’oroscopo, forma di
superstizione antica quanto l’uomo, occupano ancora oggi un notevole spazio nell’opinione
pubblica. Basta vedere la proliferazione, sempre in aumento, di chiromanti, di indovini, di streghe e
di stregoni, e il posto che occupano in quasi tutti i grandi quotidiani e riviste — le eccezioni sono
pochissime — le fanfaluche basate sul così detto oroscopo, o studio delle stelle dello zodiaco
portatrici di fortuna o di disgrazie. Che cosa se ne deve dire?
San Paolo parla degli elementi del mondo (Gal 4,3), designando gli elementi costitutivi del mondo
materiale e nello stesso tempo gli esseri celesti, cioè gli spiriti «dominatori di questo mondo di
tenebre, che abitano nelle regioni celesti» (Ff6,12), che risiedono «nei cieli», «nell’aria», che
pretendono di tenere il mondo e gli uomini sotto la loro tutela.
San Paolo riconosce l’esistenza di questi spiriti nei corpi celesti e l’influsso che hanno esercitato e
continuano a esercitare sulla condotta dell’uomo, ma sempre in senso negativo, a danno della verità
e quindi a danno dell’uomo. Per questo la sua condanna è immediata, assoluta, addirittura feroce: un
credente in Cristo — egli dice — non può accettare queste credenze e queste pratiche di sapore
pagano giudaico. Ogni uomo, specialmente colui che è arrivato alla fede, non ha bisogno di questi
influssi astrali e superiori ai poteri stessi dei demoni, e se fino allora — cioè fino alla venuta di
Cristo — l’umanità ha dato tanta importanza questi elementi, ora è venuto il tempo di liberarsene, di
abbandonarli e di non tenerne più conto.
Assoggettarsi agli elementi del mondo significa semplicemente non aver capito nulla del messaggio
salvifico di Cristo e apostatare la fede professata nel battesimo: «Badate che nessuno vi inganni con
la sua filosofia e con vuoti aggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e
non secondo Cristo» (Col 2,8). «Ora che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti,
come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo, come un
tempo, volete servire?» (Gal 4,9).
Credere incondizionatamente all’influsso degli astri, cioè all’influsso dei demoni attraverso gli astri,
è un peccato contro la fede, una forma di apostasia che non ha per il vero credente nessuna
motivazione plausibile perché attribuisce al diavolo, negandolo a Dio, un potere che non ha, ed
esprime una forma di culto allo spirito del male in aperto contrasto con l’adorazione e il culto
dovuti a Dio solo.
Non sono gli astri che influiscono a favore o a disfavore dell’uomo, ma Colui che ha creato e che
regola gli astri, che Dante definisce:
L’Amor che muove il sole e le altre stelle (Par, 33, 145)
(è l’ultimo verso della Divina Commedia), ossia l’amore e la Provvidenza di Dio, non solo la bontà
ma anche l’intelligenza, ambedue a servizio dell’universo intero, e prima di tutto dell’uomo.
Più difficile, per mancanza di dati e di documentazione autentica, è determinare se e fino a qual
punto esista un influsso demoniaco sugli altri «elementi del mondo», i minerali, le piante, gli
animali, luoghi particolari.
Che certi fenomeni preternaturali, non sempre controllabili e spiegabili alla luce dell’esperienza, si
manifestino in certi luoghi più e in certi luoghi meno, o attraverso figurazioni, statue, immagini, o
attraverso piante considerate sacre ed oggetto di particolare venerazione, è un fatto innegabile,
spesso costatato presso le religioni animiste e primitive; fenomeni che non si possono negare in
base a preconcetti semplicistici, ma che non è facile neppure spiegare razionalmente o determinare
fino a qua! punto vi si possa vedere una presenza demoniaca. Sappiamo di riti religiosi, incensazioni, offerte di doni, atti particolari di venerazione di idoli, mancando ai quali si incorreva
nella vendetta dei demoni — ne parleremo più ampiamente nella seconda parte di questo lavoro —
il che indica la presenza degli spiriti del male nelle raffigurazioni destinate al culto. Come sappiamo
pure della forma assunta dai demoni nelle loro apparizioni agli uomini — anche queste documentate
e accertate in moltissimi casi — che spesso assume quella di animali, presso gli egiziani il gatto o la
civetta, presso gli antichi abitanti di Creta il toro (il Minotauro), presso gli indù diversi animali
sacri, di preferenza bovini, presso la setta degli Ofiti gnostici il serpente. Gli adoratori del serpente,
detti Ofiti dal greco ophis, serpente, non appartengono solo all’antichità, ma sussistono anche nel
nostro tempo. E che nel serpente i moderni ofiti vogliano venerare e adorare il demonio, che
camuffato in serpente aveva sedotto Eva e rovinato l’umanità intera, non siamo noi a dirlo, ma loro
stessi. L’adorazione del serpente è stata in passato e continua a essere nel presente una forma di
satanismo del quale parleremo più avanti. Che il serpente seduttore di Eva sia satana non è solo
affermazione dei teologi cattolici, ma anche della tradizione giudaica. Il serpente o dragone
simboleggia la potenza del male, ostile a Dio e al suo popolo. Dio ha destinato di distruggerlo alla
fine dei tempi.
I nostri missionari di Africa e di Asia parlano anche di alberi sacri venerati da quelle popolazioni, ai
quali sono attribuite proprietà particolari e che è severamente vietato tagliare, incidere o abbattere,
col rischio altrimenti di terribili vendette da parte delle divinità ivi nascoste. San Bonifacio,
apostolo dei germani, fece abbattere l’albero di Donar, divinità del luogo, presso la città di Geismar
nell’Asia perché ritenuto sede della divinità e perciò oggetto di culto.
I celti della Gallia avevano una speciale venerazione per l’albero detto Irminsul, spesso ricordato
nella letteratura omantica del secolo scorso.
In genere però la possessione diabolica — di cui parleremo più avanti — si ha di preferenza
nell’uomo, perché è l’uomo, non gli animali o i bruti o le piante o altri dementi naturali, che
interessano il demonio. Egli odia l’uomo e per questo cerca in tutti i modi di perderlo e di rovinarlo
per sempre, eventualmente anche attraverso gli elementi di questo mondo.
Paolo Calliari
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