lunedì 14 ottobre 2019

PROVVIDENZA DIVINA



Confessione… morte… trasformazione

Erano trascorsi dieci giorni dalla morte della mia amata mamma, quando una mattina, al termine delle mie preghiere mattutine,  stando  nella  mia  camera,  il  Signore  mi  chiese  di  rimanere  in  quel  luogo,  per  qualche  istante. 
Improvvisamente, come se si trattasse di un film, è apparsa davanti ai miei occhi la scena della morte della mia mamma. Ma prima devo fare un passo indietro nel racconto, e ripetere alcune cose che ho già raccontato, per fare capire meglio tutto ciò che era successo in quel giorno, e che il Signore mi ha permesso di vedere in modo completo, dopo poco tempo, nella visione che io adesso vi descrivo. Ritorno, dunque, al giorno in cui la mamma era in agonia, così come ho potuto vedere in questa visione…… Si trovava nel suo letto, l'avevamo appena voltata sul fianco destro ed io la stavo ripulendo dal sangue, che perdeva dal naso. Lei guardava sopra di me, verso la finestra; mi prese la mano e mi disse: “Voglio stare con te”. “Hai paura, mammina?” - le domandai un po' preoccupata. “No, non ho paura, ma voglio stare con te!”. In quel momento, vidi alcune persone che si avvicinavano, provenendo dalle nostre spalle, alla destra di mia mamma. Riconobbi San Giuseppe, Sant'Antonio da Padova, Santa Rosa da Lima, San Domenico di Guzman e San Silvestro, che si collocavano dietro la testata del letto di mia madre, a fianco di “Leopoldo”, questo è il nome dell'Angelo Custode della mia mamma, un giovanetto molto bello, che era inginocchiato, apparentemente in preghiera, mentre con le sue mani accarezzava la testa di mia mamma.

C'erano delle altre donne ed uomini, giovani e vecchi, circa una quarantina di persone, tutte in preghiera. Un giovane, vestito con una tunica bianca, aveva un piccolo vassoio dorato tra le mani. Di tanto in tanto, vi introduceva una mano e ne traeva del fumo, lanciandolo verso l'alto, come se fosse incenso. Facendo questo, sembrava che volesse impedire ad alcune ombre scure di avvicinarsi, ombre che si vedevano distanti dalla stanza da letto e timorose di avvicinarsi. Il giovane muoveva le labbra, come se stesse dicendo qualcosa, quindi cambiava di mano il piccolo vassoio e ripeteva quanto già fatto, con l'altra mano, gettando in aria quel fumo. Si aggirava intorno a tutti i presenti che circondavano il letto della mamma, dietro di noi. 
Ero meravigliata nel vedere tante persone. Ecco, allora, che Gesù mi parlò, dicendomi: 

“Sono i suoi Santi Protettori e le Anime che lei ha aiutato a salvare con le sue preghiere e le sue sofferenze, anche se non le conosceva, sono venute ad accompagnarla nel suo transito”.

Quando l’abbiamo girata sull'altro fianco per cambiarle gli abiti, mia mamma disse:
“Devo,  ormai,  andare  con loro!”Diceva  questo,  guardando  al  di  sopra  delle  mie  spalle.  L’abbiamo  esortata  a tranquillizzarsi e le abbiamo cantato un Salmo, che lei ripeteva con noi. Ad un tratto, ha aperto gli occhi, con un'espressione quasi di stupore, come se stesse contemplando qualcosa che non riusciva ad esprimere e disse: “Accendete la luce!”. L’abbiamo fatto, ma si capiva che lei ormai non vedeva più ciò che c’era sulla Terra, ma ciò che stava al di là. Quindi, stringendomi la mano, disse: “Santo Dio, si!... Santo Dio, si!... Santo Dio, si!...” - come per spingermi a pregare, a ripetere la giaculatoria: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del Mondo intero!  Ripeteva continuamente la giaculatoria e, contemporaneamente,  insisteva nel  dire:  “Devo andarmene!”. 
Muoveva i piedi, come se volesse camminare, ed esclamava: “Non trattenetemi”... 
E, nuovamente, recitava la giaculatoria: 
“Santo Dio, Santo Forte... Abbi pietà di me e del Mondo intero”.
Le persone che le stavano intorno cominciarono a recitare la Corona della Divina Misericordia, ma lei continuava a ripetere le sue preghiere. Insisteva con l’invocazione: “Padre, il mio Spirito! Si... Si!...”.
Non si ricordava l'intera preghiera. Allora, abbiamo iniziato noi: “Padre, nelle Tue mani affido il mio Spirito...”, suggerendole che era questo ciò che lei voleva esprimere... 
Ha assentito ed ha ripetuto le nostre parole. 
Avevo osservato, nella visione, che alla sinistra di mia madre, più indietro rispetto a dove ci trovavamo noi, cominciava a giungere un altro gruppo di persone e, tra queste, ho potuto riconoscere la figura di mio padre, una delle mie nonne, una zia, che aveva vissuto con noi, ed altre persone di cui non riuscivo a vedere chiaramente il volto.
Ero stupita per ciò che contemplavo, ma cercavo, nello stesso tempo, di concentrarmi di più su mia madre. Di fronte a lei, si venne a formare una luce e ho visto avvicinarsi, come se scendesse dall'altezza del tetto, un coro di Angeli che cantava. Formavano due file di personaggi celesti e, nel riunirsi a noi, si separarono per circondare il posto dove ci trovavamo. Era tutto molto solenne. Improvvisamente, mia mamma disse, come rivolgendosi alle persone, che di sicuro stavano venendo ad accompagnare il suo transito: “Aspettate, devo prima vedere la Vergine!”. Mio fratello le disse: “Mammina, il Signore è qui, ti sta aspettando...”.
Disse questo perché, precedentemente, mia madre aveva fatto intendere di avere visto il Signore. 
Ed essa rispose: “Devo ancora vedere la Vergine...”.
Aveva sentito dire, molte volte, che la Vergine accoglieva le Anime di quelli che aspettavano la morte, pregando il Rosario. Le abbiamo, quindi, portato il quadro di Maria Ausiliatrice, perché vedesse la Vergine, pensando che fosse questo ciò che volesse, ma lei guardava al di sopra del quadro, e sembrava che ormai non vedesse più le cose di questo Mondo, ma, piuttosto, quelle dell'Aldilà... Improvvisamente, disse: “Ora La vedo, eccoLa... fate largo alla Mammina! Dobbiamo chiedere perdono alla Vergine!...”.

Catalina Rivas

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