San Giovanni e la visione dell’Angelo “forte”, che simboleggia l’intervento di Dio
tramite le Apparizioni della Madonna, che viene ad informarci delle tragedie
della Chiesa di Cristo, ma anche del suo trionfo finale.
Questo soccorso sarà potente, perché l’angelo porta il titolo di “forte”.
Dagli attributi sotto i quali l’angelo si presenta, in particolare la nube e l’iride fanno pensare alla figura profetica di Maria. È dunque per mezzo di Maria che ci verrà, nella desolazione della sesta età, la certezza della misericordia e il pegno della pace.
Infatti, la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione non ha diffuso la speranza in tutti i cuori, e Maria non è venuta, nell’oscuro periodo di questa età, a dire a Parigi, a la Salette, a Lourdes, a Pontmain (e poi a Fatima): non temete, io sono con voi ed intercedo per voi?
Nel 1830, Ella si manifestò per la prima volta, e venne a darci la medaglia miracolosa; cioè nel momento stesso in cui la massoneria, dopo essersi riorganizzata, tramava, per mezzo dell’Alta Vendita (l’organo direttivo dell’Ordine degli Illuminati di Baviera), le sue più nere cospirazioni!
Inoltre, l’angelo teneva un piccolo libro aperto, e quindi un libro che non è misterioso, la cui “apertura” indica che esso è accessibile a tutti.
«Prendilo e divoralo – gli disse l’angelo – esso sarà amaro al tuo ventre ma alla tua bocca sarà dolce come il miele”. Se il riferimento è alle parole dei messaggi di Maria SS., di quel periodo, si può certamente dire che le calamità che annunciano sono veramente “amare”, ma il finale è sempre “dolce” come il miele.
Ma questo piccolo libro aperto annunzia forse anche qualcosa d’altro?
Il P. Holzhauser, che pubblicò un’autorevole interpretazione dell’Apocalisse (1650), disse che questo piccolo libro, in mano all’angelo, era la profezia del più grande e dell’ultimo dei Concili e che questo Concilio si sarebbe tenuto nella sesta età. Il venerabile aggiunse che questo concilio si sarebbe trovato di fronte al più profondo degli errori: l’ateismo che avrebbe dovuto condannare. Il protestantesimo non faceva che portare le sue negazioni e le sue proteste contro la Chiesa e contro alcuni dei suoi dogmi, ma non contro il dogma fondamentale dell’esistenza di Dio. Oggi, l’ateismo è professato non più soltanto da pochi individui ma da interi Stati.
Una cosa assai singolare fu l’anticoncilio, tenutosi a Napoli nel 1869, come provocazione al Concilio Vaticano; in questo stesso anno questo anticoncilio fece questa dichiarazione: «Considerando che l’idea di Dio è la sorgente e il sostegno di ogni dispotismo e di ogni iniquità, considerando che la religione cattolica è la più completa e la più terribile personificazione di quest’idea ... i liberi pensatori si assumono l’obbligo di lavorare all’abolizione rapida e radicale del cattolicesimo».
Da parte sua, il Concilio Vaticano si trovò nella necessità di mettere nella luce più viva l’idea di Dio e di circondarla di tutte le sue prove teologiche ed anche filosofiche. Il che fece
nella Costituzione “Dei Filius”.
Vi sono, però, altre cose degne d’attenzione.
L’angelo, dopo aver posato il piede destro sui mari e il sinistro sulla terra, si stabilì su tutto l’universo, vale a dire che, nella sesta età verrà un momento in cui la luce della verità splenderà su tutta la superficie del globo e per un certo tempo lo assoggetterà al suo impero. Ai ruggiti dell’angelo fecero eco le voci di sette tuoni.
L’abate Drach osserva che santa Brigida ebbe la confidenza di chiedere a Dio quello che avevano detto i sette tuoni, e le fu risposto che avevano fatto le più terribili minacce contro i persecutori della Chiesa.
Ma il Signore non colpirà la sètta, Egli non distruggerà interamente la città del male, la cui rovina definitiva non deve accadere che più tardi, dopo i giorni del regno dell’Anticristo.
Sono forse le sette ultime piaghe, le sette coppe dell’ira di Dio, con le quali Dio punirà gli uomini della settima età, a rappresentare la distruzione definitiva della città del male?
a cura del dott. Franco Adessa
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