In forma di elevazione a Dio sopra il mistero della incarnazione
Il sole immagine di Gesù
Chi contempla un oggetto raro e prezioso, prima ancora di riconoscerne in dettaglio le particolarità, si trova al primo vederlo compreso di stupore e di ammirazione. Tale
stupore che sembrerebbe imprimere nell’anima una certa debolezza, le dà invece forza e vigore, perché, ricavando forza dalla stessa sua infermità, essa si innalza ad una luce maggiore e ad una conoscenza
più sublime e più perfetta.
Lo stesso ci accade al primo pensiero della eccellenza, dignità e singolarità di Gesù Cristo Nostro Signore e del sacro mistero della Incarnazione. Essendo
noi, infatti, vivamente e sensibilmente commossi dalla grandezza di tale oggetto unico e singolare, che ci siamo proposto nel discorso precedente, ci crediamo obbligati di elevarci a Dio, e di lodarlo nella sua opera unica,
rinviando a più tardi di considerar meglio lo stato e le grandezze di Gesù e di penetrare nei segreti e nella profondità di questo sacratissimo mistero.
In ciò noi siamo simili ad uno che, all’uscire da una caverna e da profonda oscurità posto su di un’alta montagna, nel sereno di una bella giornata, vedesse
per la prima volta il sole innalzarsi nel nostro emisfero, mentre orna, abbellisce l’Universo e lo vivifica coi suoi raggi e la sua luce. Sotto la viva impressione dell’aspetto di oggetto sì bello senza
dubbio costui rimarrebbe sorpreso e rapito da tale visione; si sentirebbe obbligato a onorare il Signore in questa sua opera; non avrebbe certo voglia di misurare la grandezza e le dimensioni dell’astro magnifico, con
le regole ed i principi dell’Astronomia; né si fermerebbe a studiare curiosamente le proprietà della sua luce, l’efficacia delle sue influenze, i periodi dei suoi movimenti e le altre sue perfezioni.
Così noi pure, uscendo dalla oscurità delle cose terrene per contemplare il vero Sole del mondo, il Sole di quel sole materiale che ci rischiara, il Sole di giustizia
che illumina ogni uomo che viene al mondo: al primo raggio ed alla prima vista di questo splendore, ci troviamo compresi di stupore e riempiti di amore e di ammirazione, quindi ci sentiamo obbligati a interrompere i nostri
ragionamenti per elevarci a Dio sulle grandezze e sullo Stato del sacratissimo mistero della Incarnazione.
Eleviamoci dunque alla contemplazione di Dio fatto uomo; avviciniamoci a questo Santuario con spirito di umiltà, cercando di penetrare con la riverenza e l’amore nella
sua luce, piuttosto che di penetrare con la luce nel suo amore, benché siamo animati del vivo desiderio di ricevere da Lui e luce e amore, per dirigere tutti i nostri sentimenti, intenzioni e affezioni verso un oggetto
e un mistero tutt’assieme di Amore e di Luce.
Gli Egiziani adoravano il Sole e lo chiamavano con enfasi il Figlio visibile del Dio invisibile. Ma Gesù è il vero Sole che ci avvolge nei raggi della sua luce, ci benedice col suo aspetto, ci dirige col suo influsso, Sole al quale dobbiamo sempre rivolgere i nostri
sguardi e le nostre adorazioni.
Gesù è veramente iI Figlio unico di Dio, e nessuna creatura sia in Cielo sia in terra, neppure il sole, partecipa a questa sua
qualità; è il Figlio unico, veramente Figlio visibile del Padre invisibile.
Gesù è il Sole, non già degli Egiziani ingannati dalle loro favole, ma dei cristiani istruiti alla scuola della verità
e nella luce di questo sole: Sole del mondo soprannaturale, Sole che ha voluto dipingere e rappresentare se stesso nel sole materiale, il quale non è che l’ombra e figura di Lui.
Il sole, infatti, è l’immagine di Dio, il Padre della natura, il Principio universale della vita: Gesù è la vera e viva immagine dell’Eterno Padre, la immagine di Lui, sia nella sua persona divina, sia nella sua sacra umanità in quanto è unita
alla divinità; Gesù è l’Autore del mondo, il Padre della umana natura, per la sua potenza che l’ha creata, per il suo amore che l’ha
redenta; Gesù è la sorgente della grazia, il Principio della vera vita, in terra e in Cielo, nel tempo e nella eternità, per gli uomini e per
gli angeli, nella grazia e nella gloria.
Il sole venne formato nel mezzo dei giorni dedicati alla creazione e posto in mezzo alle creature per rischiararle tutte. Gesù, lo Splendore del Padre, si manifesta al mondo e viene nel mondo della grazia, nel mezzo dei tempi, al termine della Legge antica, al principio della Legge nuova; Gesù illumina, colla luce della sua grazia, e i Padri che lo hanno preceduto e quegli che son venuti dopo, perché tutti, secondo la Scrittura, sono astri che brillano
della chiarezza di questo Sole, e in mezzo ai quali Egli si innalza e splende nel mondo.
Come la luce, creata e sussistente fin dal primo giorno, venne nel quarto unita al corpo del sole per formare in lui e per lui un corpo e un principio di luce per la terra e per
il cielo; così la luce eterna, luce non creata ma increata, la luce sussistente nella Divinità, venne, nel quarto millenario, unita e incorporata alla umanità di Gesù, per costituire in Lui e per Lui un Corpo e un Principio di vita, di grazia, di gloria e di luce per tutta la Eternità.
Eudossio, uno dei più famosi astronomi dei tempo antichi, era così innamorato del sole, l’oggetto principale della sua scienza, che desiderava vederlo e contemplarlo
da vicino, a costo pure di rimanerne bruciato e consumato. Gesù è l’oggetto della scienza, della salvezza, della scienza dei cristiani. Il Dottore
e Apostolo del mondo pubblica altamente che la sua scienza è di conoscere Gesù (1Cor 2, 2). Come mai, dunque, i cristiani non sarebbero ardenti di amore e di desiderio di vedere e contemplare questo oggetto principale della loro credenza, della loro scienza e della loro Religione? Come
non avrebbero maggiore affezione per il Sole delle loro anime, che non quel filosofo per il sole della Terra, sole comune ed esposto alla vista e all’uso degli uomini e delle bestie? E non avranno essi vivissima brama
di avvicinarsi intimamente a questo sole di giustizia, per esserne, non già consumati, ma infiammati di un fuoco di amore e di carità?
Un sapiente di questo secolo (Nicolò Copernico) ha voluto sostenere che il sole e non già la terra trovasi nel centro del mondo, che il sole è immobile e che
la terra, essendo rotonda, si muove guardando sempre a lui, e con questa apposizione egli spiega tutte le apparenze che obbligano i nostri sensi a credere che il sole si muove intorno alla Terra. Questa opinione nuova, poco
accreditata sinora nella scienza degli astri1, è utilissima e deve essere seguita nella scienza della salvezza. Gesù, infatti, è il Sole che, immobile nella sua grandezza, muove ogni cosa. Gesù è simile al Padre suo e, sedendo alla destra di Lui, è immobile come Lui, ed è il motore universale di ogni cosa. Gesù è il vero centro del mondo, e il mondo deve essere in continuo movimento verso di Lui. Gesù è il Sole delle nostre anime, dal quale esse ricevono tutte le grazie, illuminazioni e influenze. E la Terra dei nostri cuori deve essere in moto continuo verso
di Lui, per ricevere in tutte le sue facoltà e in ogni sua attività le benefiche influenze di questo astro sì magnifico.
Indirizziamo dunque a Gesù tutte le aspirazioni ed affezioni della nostra anima, ed eleviamoci nelle lodi di Dio, sopra questo soggetto del suo Figlio unico e del mistero della sua Incarnazione.
1 Il 1ettore osservi che il De Bérulle scriveva quando era ancora in vigore la teoria Tolemaica (N. d. t.).
Card. Pietro de Bérulle
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